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E
SPERIENZE
EXPERIENCES
124
L’esigenza formativa attuale è quella di rispondere
a richieste sempre più ampie. Nella società della
complessità, composta da contesti articolati ed ete-
rogenei, alla scuola si chiede di essere protagonista
(Indagine Ocse Piaac, ISFOL 20131) fornendo ai
discenti strumenti strategici per comprendere que-
sta complessità e saperne fare parte (Morin,
2000). A fronte di questa difficile responsabilità le
risorse sono sempre più ristrette e inadeguate. Al
docente si chiede una preparazione molto raffinata,
adatta a saper interpretare e rispondere a questi bi-
sogni sfruttando al massimo quanto può essere di-
sponibile. Se la tecnologia mette a disposizione
strumenti potenti e gratuiti, questi spesso non sono
sfruttati dai docenti (Riva, 2010; Indagine Oecd
20132; Indagine Adiconsum, 20103). D’altra par-
te le competenze digitali dei discenti sono spesso
superficiali4, adoperano poche ed esclusive funzio-
ni senza nessun filtro critico e senza comprenderne
la rilevanza per la propria crescita (Gui, 2013)5. Il
docente invece non dovrebbe mai perdere di vista
l’aspetto formativo e non focalizzarsi troppo sugli
aspetti tecnici. La disponibilità di strumenti gratui-
ti può essere letta come una possibilità per amplia-
re l’offerta. La stessa poca dimestichezza dei do-
centi potrebbe essere vista come opportunità per
chiedere la collaborazione degli studenti chiaman-
doli a mettere in gioco competenze inespresse. In
particolare i Social Network (SN)6 permettono di
ampliare gli spazi di dialogo al di fuori dell’orario
scolastico e possono essere utilizzati come stru-
menti per innescare processi di acquisizione delle
competenze (Fini & Cigognini, 2009). Il beneficio
dell’azione didattica può essere su più livelli: mag-
giore motivazione nel raggiungimento di un obietti-
vo comune, uso di strumenti che favoriscono la co-
municazione e valorizzano dimensioni e competen-
ze personali che solitamente non hanno modo di
emergere, infine amplificazione della dimensione
sociale nella quale viene a collocarsi l’apprendi-
mento. In questo percorso i SN sono stati utilizzati
non tanto nella loro dimensione identitaria ma co-
me strumento per comunicare, collaborare, parte-
cipare alla comunità globale (Berger & Trexler,
2010). L’utilizzo permette infatti di creare degli
spazi comunicativi che siano più vicini alla vita del-
lo studente, che gli consentano di cogliere il colle-
gamento tra quanto appreso in classe e quanto lo
riguarda personalmente, di guadagnare spazi lì do-
ve la scuola di spazi ne toglie, come spazi di dialo-
go, espressione, partecipazione. La finalità è tra-
sformare la scuola in ambiente di ricerca in cui stu-
denti e docenti partecipano a quella che Reinghold
(2003) chiama smart mobs come gruppo di perso-
ne connesse in maniera agile e intelligente. Allo
stesso tempo recuperare nella scuola la sua voca-
zione e funzione di soggetto decisivo per la crescita
sociale e civile del territorio (Bertocco, 2010)7.
Valentina Meli | Liceo Ginnasio Statale “Giorgione”
Castelfranco Veneto (IT) |
* Liceo Ginnasio Statale “Giorgione” |
Via Verdi 25, 31033 Castelfranco Veneto (TV), Italia| scenot@yahoo.it
“TERZO PAESAGGIO”
E SOCIAL NETWORK:
PERCORSO DI STORIA
DELL’ARTE NEL LICEO
SCIENTIFICO
“Third landscape” and social networks:
path of art history in high school
Usare i Social Network come strumento per
ampliare l’azione didattica, creando un ambiente
libero dai confini scolastici e aperto ai contenuti
del villaggio globale.
Employing Social Networks as a tool to expand the
teaching action, creating an environment free from
the confines of school and open the contents of
the global village.
Meli, V. (2014). “Terzo paesaggio e social networks: percorso di storia nel liceo scientifico. TD Tecnologie Didattiche, 22(2), 124-128.
TD Tecnologie Didattiche, 22(2) 125
L’ESPERIENZA
Il progetto nasce dentro il percorso di Storia dell’Ar-
te. Come insegnante ho sentito l’esigenza di colle-
garmi a una dimensione reale, quella del paesag-
gio veneto, come problematica in grado di far sca-
turire una visione critica, in particolare per la sua
valenza estetica, come ricchezza, come bene co-
mune, con l’esigenza di un ripensamento e una
crescita di responsabilità per la sua gestione futura
(Settis, 2010). Questa riflessione, collegata a uno
spazio specifico e reale, quello in cui gli studenti vi-
vono, è stata sviluppata in due direzioni, da una
parte con la partecipazione attiva fuori dalla scuo-
la, dall’altra amplificando lo spazio nel quale lo
studente può agire. L’azione portava i ragazzi al di
fuori della scuola per raccogliere immagini che evi-
denziassero particolari caratteristiche del paesag-
gio condividendole poi nel web con tutta la comu-
nità. Le fotografie avevano lo scopo di cogliere
aspetti che abitualmente non sono notati o addirit-
tura negati. L’utilizzo della fotografia è stato finaliz-
zato a “rappresentare” e trasmettere l’immagine di
un paesaggio cui gli abitanti si sono assueffati e di
cui non sanno più scorgere gli aspetti negativi. Il
docente forniva stimoli e riflessioni per portare lo
studente a una messa in discussione del suo sape-
re pregresso riconsiderandolo in una dimensione
critica. L’intento del comunicare attraverso i SN
era quello di far sentire lo studente cittadino attivo
il cui contributo andava al di la della valutazione di-
dattica. L’obiettivo specifico della disciplina era
l’acquisizione della competenza del saper leggere
criticamente il contesto estetico nel quale si vive,
imparando ad individuarne le tipicità e le proble-
matiche, sapendone riconoscere il valore culturale
e il valore in termini di ricchezza, così come ricono-
sciuto dalla Convenzione Europea sul paesaggio8.
Agli obiettivi specifici si venivano ad aggiungere
obiettivi di cittadinanza attiva9 e di competenze
trasversali. Il plus valore legato al contesto tecno-
logico è stato quello dell’acquisizione di competen-
ze digitali complesse10 che implicano la coesisten-
za e l’integrazione di più ambiti, quello tecnologi-
co, quello cognitivo e quello etico (Calvani, Fini &
Ranieri, 2010) sviluppando senso di rete, creativi-
tà nell’uso della rete, abilità nel mediare tra conte-
nuti formali e informali (Fini & Cigognini, 2009).
Fasi e strumenti del progetto. Il Progetto, durato
circa tre mesi11, era rivolto a tre classi quinte del
Liceo Scientifico di Montebelluna. Gli strumenti
utilizzati sono stati numerosi e caratterizzati da
semplicità d’uso e interfaccia user friendly.
Prima fase: Il bello e il brutto nella storia dell’arte.
Il docente ha predisposto uno spazio di lavoro nel-
Figura 1. Copertina del progetto con una foto di Terzo Paesaggio.
Figura 2. Una delle fotografie geolocalizzate dagli studenti all’interno di Panoramio.
1 L’indagine Ocse Piacc, realizzata da Isfol per il Ministero del Lavoro (dati 2011-2012) riguarda la
distribuzione delle competenze tra la popolazione adulta italiana tra i 16 e i 65 anni. PIAAC si focalizza
sulle competenze necessarie ad assicurare un’attiva partecipazione all’economia e alla società del XXI
Secolo e al ruolo della scuola nel formare queste competenze.
2 Secondo l’indagine Oecd (2013) sulla situazione italiana in materia di digitalizzazione dell’istruzione il
Piano Nazionale Scuola Digitale lanciato nel 2007 procede a rilento e si caratterizza per numerose
carenze.
3 L’indagine Adiconsum (2010) analizza la situazione delle scuole pubbliche italiane rispetto all’uso
della tecnologia. Dai dati emerge che tra le principali cause individuate dai docenti dello scarso uso
della tecnologia, ci sono gli scarsi investimenti effettuati dal MIUR nelle scuole (50%), l’assenza di
adeguati incentivi economici (38%) e l’assenza di adeguate strumentazioni messe a disposizione dei
docenti (31%).
4 La competenza digitale “Consiste nel saper utilizzare con dimestichezza e spirito critico le tecnologie
della società dell’informazione per il lavoro, il tempo libero e la comunicazione”. Raccomandazioni del
Parlamento e del Consiglio 2006.
5 L’indagine IBM-Bicocca (2013) evidenzia come i nativi digitali appaiano bisognosi di guida rispetto agli
usi significativi della Rete.
6 Per un approfondimento sull’uso didattico dei SN vedi TD55: TD (2012) Social Network e
apprendimento, Volume 20, Numero 1. http://www.tdjournal.itd.cnr.it/journals/view/55
7 “Il protagonismo dei giovani rappresenta la risorsa decisiva per aggiornare e ri-progettare le forme
della convivenza sociale e, conseguentemente, rinnovare la qualità della vita democratica”.
(Bertocco, 2010).
8 La Convenzione Europea del paesaggio (2000) individua per la prima volta nel paesaggio un bene atto
a garantire il benessere psicologico dei suoi abitanti.
9 Vedi allegato 2 del Decreto MIUR 139/2007.
10 “La digital literacy può essere descritta come un concetto multidimensionale. La definizione
proposta ha sei dimensioni, segnatamente media literacy, problem solving in ambienti ICT, ICT
literacy, information literacy e information problem solving, condivisione della conoscenza e
cooperazione all’interno di una comunità di apprendimento.” (Midoro, 2007).
11 A.s. 2013, maggio-aprile.
ESPERIENZE
V. Meli
126
la piattaforma dell’istituto (Moodle). Qui gli stu-
denti potevano trovare gli strumenti pubblicati
dall’insegnante (attraverso embedding) e nel fo-
rum le indicazioni operative e il luogo dove condi-
videre il lavoro con il docente e con le altre classi.
Come supporto teorico allo svolgimento del per-
corso il docente ha chiesto l’analisi di due intervi-
ste del filosofo Remo Bodei (2001) attraverso la
costruzione di una mappa sui cambiamenti avve-
nuti a livello storico, filosofico e artistico nella de-
finizione dei concetti di “bello” e “brutto”. Le map-
pe sono state create con Spiderscribde diretta-
mente online. Una volta realizzate venivano con-
divise, pubblicate in Moodle e poi discusse in
classe. Si valutava la mappa prodotta e l’esposi-
zione orale. Il docente ha poi predisposto un wor-
kshop in cui chiedeva agli studenti di analizzare
alcune opere d’arte ritenute emblematiche per lo
studio del paesaggio. Il workshop si caratterizza
per la valutazione incrociata che permette a ogni
studente, una volta postata la propria analisi, di
leggere e valutare quella dei propri compagni. Il
voto conclusivo si traduce in una sintesi tra quel-
lo del docente e quello complessivo dei compagni.
In questa maniera i ragazzi hanno potuto leggere
le analisi di tutte le opere e confrontarsi anche con
le competenze dei propri compagni.
Seconda fase: il Terzo Paesaggio. Questa fase pre-
vedeva il confronto e la discussione sul paesag-
gio, sul rapporto con la natura e in particolare sul
concetto di “Terzo Paesaggio” secondo la defini-
zione del paesaggista francese Gilles Clement12,
come spazio dimenticato in cui la natura ha pre-
so il sopravvento in maniera non controllata.
L’argomento non è stato analizzato tanto da un
punto di vista naturalistico quanto per la sua va-
lenza concettuale, per riflettere su quale sia la
nostra “rappresentazione” della natura e se pos-
sa esserci un’interpretazione estetica del paesag-
gio che non sia mera sopraffazione del disordine
naturale. Gli obiettivi erano molteplici: conosce-
re un’interpretazione del paesaggio completa-
mente diversa da quella tradizionale, saper indi-
viduare il concetto di disordine nella visione
estetica del paesaggio sapendone comprendere
la valenza, sapersi porre davanti al paesaggio
con una visione personale, critica e non standar-
dizzata, saper leggere il pae-
saggio sapendone individuare
le peculiarità, saper comuni-
care agli altri quanto appreso
attraverso strumenti di condi-
visione multimediale. Il do-
cente ha predisposto una pre-
sentazione “guida” in Slide-
share così da postarla direttamente nei diversi
spazi, utilizzandola per avviare la riflessione. Per
pubblicare velocemente gli interventi dei ragaz-
zi, mettere a disposizione risorse e documenti, è
stata creata una Community su Google Plus. A
differenza di moodle questo spazio, essendo in-
tegrato con il SN di Google aggiunge alla condi-
visione tipica di una piattaforma online l’infor-
malità di un SN e la velocità di embedding delle
foto di Google Maps. Lo studente nella commu-
nity opera allo stesso livello del docente. Questa
fase prevedeva una partecipazione attiva dello
studente nella discussione in presenza e online.
Il docente stimolava la discussione e fungeva da
moderatore valutando la qualità della partecipa-
zione in maniera informale.
Terza fase: azione sul territorio. Le tre classi, at-
traverso una mappa condivisa in Google Maps e
con editors multipli hanno diviso Montebelluna
in zone organizzandosi in gruppi per riuscire a
mappare tutto il centro. Hanno percorso le zone
prestabilite fotografando il Terzo Paesaggio e po-
stando poi queste foto su Google Maps. Le foto
sono state condivise in Panoramio13 al cui inter-
no è stato creato un gruppo in cui le foto geolo-
calizzate potessero essere raggruppate e visua-
lizzate contemporaneamente. Le foto prodotte
sono riconoscibili come foto del gruppo ma allo
stesso tempo condivise e rese pubbliche. La va-
lutazione verteva non solo sulla completezza del-
la documentazione fornita ma anche sulla capa-
cità nel saper individuare nel paesaggio contesti
estetici simili a quelli analizzati precedentemen-
te scegliendoli come emblematici. Era chiesta
inoltre la capacità di organizzare il gruppo e di
collaborare con la propria classe e con le altre
due classi coinvolte. L’organizzazione dei gruppi
era affidata agli studenti e avveniva tramite la
community.
Quarta fase: interpretazione. Ai ragazzi è stato
chiesto di scegliere uno spazio tra quelli identifi-
cati, reinterpretandolo in maniera personale co-
me opera di Land Art. Le foto delle opere sono
state postate su Pinterest come spazio in grado
di accoglierne il linguaggio. Pinterest è un SN
che si basa sulla condivisione di immagini ap-
puntate (pin) sulla propria bacheca virtuale (bo-
ard) e ordinate con un nome e una categoria. Il
docente attraverso il “repin” delle foto dei lavori
le ha raccolte dentro una board comune. La va-
lutazione non si è basata sulla valenza estetica
delle opere prodotte ma sulla capacità di saper
reinterpretare in maniera personale quanto ap-
preso sapendolo comunicare agli altri con effica-
cia attraverso una foto (artefatto estetico) e una
12 Gilles Clément (1943) è un paesaggista, ingegnere
agronomo, botanico, entomologo, scrittore, docente
presso l’Ecole Nationale Supérieure du Paysage a
Versailles.
13 Panoramio è un sito collegato a Google Maps. Le foto
geolocalizzate possono essere taggate e suddivise in
categorie. Questo ne permette una visione selettiva sia
in Google Maps che in Google Earth.
14 http://germoglio00.blogspot.it/
TD Tecnologie Didattiche, 22(2) 127
esposizione orale. La condivisione su Pinterest
chiedeva al ragazzo di relazionarsi con il SN co-
gliendone l’utilizzo in senso creativo e di valore.
Quinta fase: condivisione. Tutta l’esperienza è sta-
ta condivisa attraverso una mostra e un incontro
aperto alla cittadinanza. La valutazione didattica
legata al curricolo è stata effettuata con una pro-
va scritta che aveva come soggetto opere in cui
gli autori interpretano la natura nella sua dupli-
ce valenza di “ordine” e “disordine”.
Per la presentazione del lavoro in pubblico e per la
sua condivisione come percorso didattico sono sta-
ti utilizzati Prezi, che permette di creare delle pre-
sentazioni in flash e un blog basato su
Blogger.com14 che contiene tutti i materiali e che
è stato creato con l’intenzione di condividere
l’esperienza con altri docenti.
OSSERVAZIONI CONCLUSIVE
Per riuscire a realizzare un percorso simile, che ri-
chiede un alto grado di motivazione e di collabora-
zione da parte degli studenti, si chiede al docente
di saper attivare una negoziazione efficace e una
comunicazione in grado di favorire lo spirito del
gruppo. Lo studente e l’insegnante devono avere
un sufficiente grado di complicità e fiducia recipro-
ca. La valutazione alla fine del progetto riguarda la
crescita in termini di competenze e richiede stru-
menti molteplici e incrociati: l’osservazione e il
monitoraggio continui, la valutazione degli elabo-
rati prodotti, la valutazione di prove specifiche per
gli obiettivi più chiaramente didattici, l’esposizione
orale. È solo dal confronto tra questi strumenti è
possibile leggere la valenza del percorso. Oltre gli
strumenti già indicati, per il monitoraggio, a livello
informale sono state raccolte testimonianze ed im-
pressioni dei protagonisti e a livello sistemico è
stato somministrato un questionario, i cui dati so-
no stati elaborati con l’utilizzo del form di Google
Drive. Il questionario era rivolto in maniera più am-
pia all’utilizzo della didattica che si avvale di piat-
taforma moodle e dei SN in generale durante tutto
l’anno scolastico e non al progetto specifico e ri-
guardava sette classi (162 studenti).
L’osservazione e i risultati complessivi della valuta-
zione testimoniano che molti degli studenti coin-
volti hanno lavorato al meglio delle loro possibilità
e la partecipazione da parte delle classi è stata del
Figura 3. Foto della mostra allestita dentro l’istituto (giugno 2013).
DOMANDE RISPOSTE
L’uso di siti on line ti è sembrato pratico? Per il 94 % l’uso di siti online è sembrato pratico
(79 % molto, 62 % abbastanza)
Per il 6 % l’uso non è sembrato pratico
Ci si può esprimere più liberamente? Per l’82 % ci si può esprimere più liberamente
Lo studio è meno teorico e più pratico? Per il 73 % l’insegnamento è meno teorico e più pratico
È più faticoso? Per il 77 % lo studio è meno faticoso
L’uso di sn ha favorito la motivazione? Per il 76 % è aumentata la motivazione
Vorresti che altri docenti utilizzino questi strumenti? L’89 % degli studenti vorrebbe che altri docenti utilizzassero la piattaforma.
Ci sono differenze rispetto alla didattica tradizionale? Il 71 % ritiene che ci siano differenze rispetto alla didattica tradizionale:
Se si indicale brevemente - stimola le competenze;
- favorisce un clima di comunicazione più positivo
sia tra gli studenti che tra studenti e docente;
- favorisce la comunicazione e ne stimola le possibilità;
- è più comodo e motivante.
Tabella 1. Domande poste dal questionario di monitoraggio.
V. Meli
128
tutto positiva. Le criticità possono essere lette nei
tempi iniziali per la progettazione, preparazione e
predisposizione delle risorse ma anche all’organiz-
zazione scolastica che è ancora legata a standard
rigidi, con docente unico e tempi di lezione defini-
ti. Allo stesso tempo il progetto ha originato un
grande interesse nel territorio tanto che è stato pre-
sentato anche in contesti differenti da quello sco-
lastico. Quest’accoglienza mi incoraggia sicura-
mente a riproporlo ma con delle modifiche che
permettano di adattarlo alla specificità delle classi
che partecipano. Le modifiche dovrebbero essere
progettate ad hoc dopo un’analisi della classe e del
contesto specifici. Sarebbe inoltre auspicabile la
partecipazione interdisciplinare degli insegnanti di
Scienze Naturali e Letteratura Italiana. Questo per-
metterebbe una maggiore completezza nei riferi-
menti e una contestualizzazione più ampia.
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WEB= ISFL&IDS=19566
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conoscenza? TD-Tecnologie Didattiche, 41, 15 (2), 47-54.
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mento e riforma del pensiero. Milano, IT: Raffaello Cortina
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rivoluzione sociale prossima ventura. Milano, IT: Raffaello
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Giulio Einaudi Editore.
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Laterza.
Ferri, P. (2011). Nativi Digitali. Milano: Mondadori.
Vallerani, F. & Varotto, M. (eds.) (2005). Il grigio oltre le siepi.
Geografie smarrite e racconti del disagio in Veneto. Pado-
va, IT: Nuova Dimensione.
Wenger, E. (2006). Comunità di pratica. Apprendimento,
significato e identità. Milano, IT: Cortina.

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  • 1. E SPERIENZE EXPERIENCES 124 L’esigenza formativa attuale è quella di rispondere a richieste sempre più ampie. Nella società della complessità, composta da contesti articolati ed ete- rogenei, alla scuola si chiede di essere protagonista (Indagine Ocse Piaac, ISFOL 20131) fornendo ai discenti strumenti strategici per comprendere que- sta complessità e saperne fare parte (Morin, 2000). A fronte di questa difficile responsabilità le risorse sono sempre più ristrette e inadeguate. Al docente si chiede una preparazione molto raffinata, adatta a saper interpretare e rispondere a questi bi- sogni sfruttando al massimo quanto può essere di- sponibile. Se la tecnologia mette a disposizione strumenti potenti e gratuiti, questi spesso non sono sfruttati dai docenti (Riva, 2010; Indagine Oecd 20132; Indagine Adiconsum, 20103). D’altra par- te le competenze digitali dei discenti sono spesso superficiali4, adoperano poche ed esclusive funzio- ni senza nessun filtro critico e senza comprenderne la rilevanza per la propria crescita (Gui, 2013)5. Il docente invece non dovrebbe mai perdere di vista l’aspetto formativo e non focalizzarsi troppo sugli aspetti tecnici. La disponibilità di strumenti gratui- ti può essere letta come una possibilità per amplia- re l’offerta. La stessa poca dimestichezza dei do- centi potrebbe essere vista come opportunità per chiedere la collaborazione degli studenti chiaman- doli a mettere in gioco competenze inespresse. In particolare i Social Network (SN)6 permettono di ampliare gli spazi di dialogo al di fuori dell’orario scolastico e possono essere utilizzati come stru- menti per innescare processi di acquisizione delle competenze (Fini & Cigognini, 2009). Il beneficio dell’azione didattica può essere su più livelli: mag- giore motivazione nel raggiungimento di un obietti- vo comune, uso di strumenti che favoriscono la co- municazione e valorizzano dimensioni e competen- ze personali che solitamente non hanno modo di emergere, infine amplificazione della dimensione sociale nella quale viene a collocarsi l’apprendi- mento. In questo percorso i SN sono stati utilizzati non tanto nella loro dimensione identitaria ma co- me strumento per comunicare, collaborare, parte- cipare alla comunità globale (Berger & Trexler, 2010). L’utilizzo permette infatti di creare degli spazi comunicativi che siano più vicini alla vita del- lo studente, che gli consentano di cogliere il colle- gamento tra quanto appreso in classe e quanto lo riguarda personalmente, di guadagnare spazi lì do- ve la scuola di spazi ne toglie, come spazi di dialo- go, espressione, partecipazione. La finalità è tra- sformare la scuola in ambiente di ricerca in cui stu- denti e docenti partecipano a quella che Reinghold (2003) chiama smart mobs come gruppo di perso- ne connesse in maniera agile e intelligente. Allo stesso tempo recuperare nella scuola la sua voca- zione e funzione di soggetto decisivo per la crescita sociale e civile del territorio (Bertocco, 2010)7. Valentina Meli | Liceo Ginnasio Statale “Giorgione” Castelfranco Veneto (IT) | * Liceo Ginnasio Statale “Giorgione” | Via Verdi 25, 31033 Castelfranco Veneto (TV), Italia| scenot@yahoo.it “TERZO PAESAGGIO” E SOCIAL NETWORK: PERCORSO DI STORIA DELL’ARTE NEL LICEO SCIENTIFICO “Third landscape” and social networks: path of art history in high school Usare i Social Network come strumento per ampliare l’azione didattica, creando un ambiente libero dai confini scolastici e aperto ai contenuti del villaggio globale. Employing Social Networks as a tool to expand the teaching action, creating an environment free from the confines of school and open the contents of the global village. Meli, V. (2014). “Terzo paesaggio e social networks: percorso di storia nel liceo scientifico. TD Tecnologie Didattiche, 22(2), 124-128.
  • 2. TD Tecnologie Didattiche, 22(2) 125 L’ESPERIENZA Il progetto nasce dentro il percorso di Storia dell’Ar- te. Come insegnante ho sentito l’esigenza di colle- garmi a una dimensione reale, quella del paesag- gio veneto, come problematica in grado di far sca- turire una visione critica, in particolare per la sua valenza estetica, come ricchezza, come bene co- mune, con l’esigenza di un ripensamento e una crescita di responsabilità per la sua gestione futura (Settis, 2010). Questa riflessione, collegata a uno spazio specifico e reale, quello in cui gli studenti vi- vono, è stata sviluppata in due direzioni, da una parte con la partecipazione attiva fuori dalla scuo- la, dall’altra amplificando lo spazio nel quale lo studente può agire. L’azione portava i ragazzi al di fuori della scuola per raccogliere immagini che evi- denziassero particolari caratteristiche del paesag- gio condividendole poi nel web con tutta la comu- nità. Le fotografie avevano lo scopo di cogliere aspetti che abitualmente non sono notati o addirit- tura negati. L’utilizzo della fotografia è stato finaliz- zato a “rappresentare” e trasmettere l’immagine di un paesaggio cui gli abitanti si sono assueffati e di cui non sanno più scorgere gli aspetti negativi. Il docente forniva stimoli e riflessioni per portare lo studente a una messa in discussione del suo sape- re pregresso riconsiderandolo in una dimensione critica. L’intento del comunicare attraverso i SN era quello di far sentire lo studente cittadino attivo il cui contributo andava al di la della valutazione di- dattica. L’obiettivo specifico della disciplina era l’acquisizione della competenza del saper leggere criticamente il contesto estetico nel quale si vive, imparando ad individuarne le tipicità e le proble- matiche, sapendone riconoscere il valore culturale e il valore in termini di ricchezza, così come ricono- sciuto dalla Convenzione Europea sul paesaggio8. Agli obiettivi specifici si venivano ad aggiungere obiettivi di cittadinanza attiva9 e di competenze trasversali. Il plus valore legato al contesto tecno- logico è stato quello dell’acquisizione di competen- ze digitali complesse10 che implicano la coesisten- za e l’integrazione di più ambiti, quello tecnologi- co, quello cognitivo e quello etico (Calvani, Fini & Ranieri, 2010) sviluppando senso di rete, creativi- tà nell’uso della rete, abilità nel mediare tra conte- nuti formali e informali (Fini & Cigognini, 2009). Fasi e strumenti del progetto. Il Progetto, durato circa tre mesi11, era rivolto a tre classi quinte del Liceo Scientifico di Montebelluna. Gli strumenti utilizzati sono stati numerosi e caratterizzati da semplicità d’uso e interfaccia user friendly. Prima fase: Il bello e il brutto nella storia dell’arte. Il docente ha predisposto uno spazio di lavoro nel- Figura 1. Copertina del progetto con una foto di Terzo Paesaggio. Figura 2. Una delle fotografie geolocalizzate dagli studenti all’interno di Panoramio. 1 L’indagine Ocse Piacc, realizzata da Isfol per il Ministero del Lavoro (dati 2011-2012) riguarda la distribuzione delle competenze tra la popolazione adulta italiana tra i 16 e i 65 anni. PIAAC si focalizza sulle competenze necessarie ad assicurare un’attiva partecipazione all’economia e alla società del XXI Secolo e al ruolo della scuola nel formare queste competenze. 2 Secondo l’indagine Oecd (2013) sulla situazione italiana in materia di digitalizzazione dell’istruzione il Piano Nazionale Scuola Digitale lanciato nel 2007 procede a rilento e si caratterizza per numerose carenze. 3 L’indagine Adiconsum (2010) analizza la situazione delle scuole pubbliche italiane rispetto all’uso della tecnologia. Dai dati emerge che tra le principali cause individuate dai docenti dello scarso uso della tecnologia, ci sono gli scarsi investimenti effettuati dal MIUR nelle scuole (50%), l’assenza di adeguati incentivi economici (38%) e l’assenza di adeguate strumentazioni messe a disposizione dei docenti (31%). 4 La competenza digitale “Consiste nel saper utilizzare con dimestichezza e spirito critico le tecnologie della società dell’informazione per il lavoro, il tempo libero e la comunicazione”. Raccomandazioni del Parlamento e del Consiglio 2006. 5 L’indagine IBM-Bicocca (2013) evidenzia come i nativi digitali appaiano bisognosi di guida rispetto agli usi significativi della Rete. 6 Per un approfondimento sull’uso didattico dei SN vedi TD55: TD (2012) Social Network e apprendimento, Volume 20, Numero 1. http://www.tdjournal.itd.cnr.it/journals/view/55 7 “Il protagonismo dei giovani rappresenta la risorsa decisiva per aggiornare e ri-progettare le forme della convivenza sociale e, conseguentemente, rinnovare la qualità della vita democratica”. (Bertocco, 2010). 8 La Convenzione Europea del paesaggio (2000) individua per la prima volta nel paesaggio un bene atto a garantire il benessere psicologico dei suoi abitanti. 9 Vedi allegato 2 del Decreto MIUR 139/2007. 10 “La digital literacy può essere descritta come un concetto multidimensionale. La definizione proposta ha sei dimensioni, segnatamente media literacy, problem solving in ambienti ICT, ICT literacy, information literacy e information problem solving, condivisione della conoscenza e cooperazione all’interno di una comunità di apprendimento.” (Midoro, 2007). 11 A.s. 2013, maggio-aprile. ESPERIENZE
  • 3. V. Meli 126 la piattaforma dell’istituto (Moodle). Qui gli stu- denti potevano trovare gli strumenti pubblicati dall’insegnante (attraverso embedding) e nel fo- rum le indicazioni operative e il luogo dove condi- videre il lavoro con il docente e con le altre classi. Come supporto teorico allo svolgimento del per- corso il docente ha chiesto l’analisi di due intervi- ste del filosofo Remo Bodei (2001) attraverso la costruzione di una mappa sui cambiamenti avve- nuti a livello storico, filosofico e artistico nella de- finizione dei concetti di “bello” e “brutto”. Le map- pe sono state create con Spiderscribde diretta- mente online. Una volta realizzate venivano con- divise, pubblicate in Moodle e poi discusse in classe. Si valutava la mappa prodotta e l’esposi- zione orale. Il docente ha poi predisposto un wor- kshop in cui chiedeva agli studenti di analizzare alcune opere d’arte ritenute emblematiche per lo studio del paesaggio. Il workshop si caratterizza per la valutazione incrociata che permette a ogni studente, una volta postata la propria analisi, di leggere e valutare quella dei propri compagni. Il voto conclusivo si traduce in una sintesi tra quel- lo del docente e quello complessivo dei compagni. In questa maniera i ragazzi hanno potuto leggere le analisi di tutte le opere e confrontarsi anche con le competenze dei propri compagni. Seconda fase: il Terzo Paesaggio. Questa fase pre- vedeva il confronto e la discussione sul paesag- gio, sul rapporto con la natura e in particolare sul concetto di “Terzo Paesaggio” secondo la defini- zione del paesaggista francese Gilles Clement12, come spazio dimenticato in cui la natura ha pre- so il sopravvento in maniera non controllata. L’argomento non è stato analizzato tanto da un punto di vista naturalistico quanto per la sua va- lenza concettuale, per riflettere su quale sia la nostra “rappresentazione” della natura e se pos- sa esserci un’interpretazione estetica del paesag- gio che non sia mera sopraffazione del disordine naturale. Gli obiettivi erano molteplici: conosce- re un’interpretazione del paesaggio completa- mente diversa da quella tradizionale, saper indi- viduare il concetto di disordine nella visione estetica del paesaggio sapendone comprendere la valenza, sapersi porre davanti al paesaggio con una visione personale, critica e non standar- dizzata, saper leggere il pae- saggio sapendone individuare le peculiarità, saper comuni- care agli altri quanto appreso attraverso strumenti di condi- visione multimediale. Il do- cente ha predisposto una pre- sentazione “guida” in Slide- share così da postarla direttamente nei diversi spazi, utilizzandola per avviare la riflessione. Per pubblicare velocemente gli interventi dei ragaz- zi, mettere a disposizione risorse e documenti, è stata creata una Community su Google Plus. A differenza di moodle questo spazio, essendo in- tegrato con il SN di Google aggiunge alla condi- visione tipica di una piattaforma online l’infor- malità di un SN e la velocità di embedding delle foto di Google Maps. Lo studente nella commu- nity opera allo stesso livello del docente. Questa fase prevedeva una partecipazione attiva dello studente nella discussione in presenza e online. Il docente stimolava la discussione e fungeva da moderatore valutando la qualità della partecipa- zione in maniera informale. Terza fase: azione sul territorio. Le tre classi, at- traverso una mappa condivisa in Google Maps e con editors multipli hanno diviso Montebelluna in zone organizzandosi in gruppi per riuscire a mappare tutto il centro. Hanno percorso le zone prestabilite fotografando il Terzo Paesaggio e po- stando poi queste foto su Google Maps. Le foto sono state condivise in Panoramio13 al cui inter- no è stato creato un gruppo in cui le foto geolo- calizzate potessero essere raggruppate e visua- lizzate contemporaneamente. Le foto prodotte sono riconoscibili come foto del gruppo ma allo stesso tempo condivise e rese pubbliche. La va- lutazione verteva non solo sulla completezza del- la documentazione fornita ma anche sulla capa- cità nel saper individuare nel paesaggio contesti estetici simili a quelli analizzati precedentemen- te scegliendoli come emblematici. Era chiesta inoltre la capacità di organizzare il gruppo e di collaborare con la propria classe e con le altre due classi coinvolte. L’organizzazione dei gruppi era affidata agli studenti e avveniva tramite la community. Quarta fase: interpretazione. Ai ragazzi è stato chiesto di scegliere uno spazio tra quelli identifi- cati, reinterpretandolo in maniera personale co- me opera di Land Art. Le foto delle opere sono state postate su Pinterest come spazio in grado di accoglierne il linguaggio. Pinterest è un SN che si basa sulla condivisione di immagini ap- puntate (pin) sulla propria bacheca virtuale (bo- ard) e ordinate con un nome e una categoria. Il docente attraverso il “repin” delle foto dei lavori le ha raccolte dentro una board comune. La va- lutazione non si è basata sulla valenza estetica delle opere prodotte ma sulla capacità di saper reinterpretare in maniera personale quanto ap- preso sapendolo comunicare agli altri con effica- cia attraverso una foto (artefatto estetico) e una 12 Gilles Clément (1943) è un paesaggista, ingegnere agronomo, botanico, entomologo, scrittore, docente presso l’Ecole Nationale Supérieure du Paysage a Versailles. 13 Panoramio è un sito collegato a Google Maps. Le foto geolocalizzate possono essere taggate e suddivise in categorie. Questo ne permette una visione selettiva sia in Google Maps che in Google Earth. 14 http://germoglio00.blogspot.it/
  • 4. TD Tecnologie Didattiche, 22(2) 127 esposizione orale. La condivisione su Pinterest chiedeva al ragazzo di relazionarsi con il SN co- gliendone l’utilizzo in senso creativo e di valore. Quinta fase: condivisione. Tutta l’esperienza è sta- ta condivisa attraverso una mostra e un incontro aperto alla cittadinanza. La valutazione didattica legata al curricolo è stata effettuata con una pro- va scritta che aveva come soggetto opere in cui gli autori interpretano la natura nella sua dupli- ce valenza di “ordine” e “disordine”. Per la presentazione del lavoro in pubblico e per la sua condivisione come percorso didattico sono sta- ti utilizzati Prezi, che permette di creare delle pre- sentazioni in flash e un blog basato su Blogger.com14 che contiene tutti i materiali e che è stato creato con l’intenzione di condividere l’esperienza con altri docenti. OSSERVAZIONI CONCLUSIVE Per riuscire a realizzare un percorso simile, che ri- chiede un alto grado di motivazione e di collabora- zione da parte degli studenti, si chiede al docente di saper attivare una negoziazione efficace e una comunicazione in grado di favorire lo spirito del gruppo. Lo studente e l’insegnante devono avere un sufficiente grado di complicità e fiducia recipro- ca. La valutazione alla fine del progetto riguarda la crescita in termini di competenze e richiede stru- menti molteplici e incrociati: l’osservazione e il monitoraggio continui, la valutazione degli elabo- rati prodotti, la valutazione di prove specifiche per gli obiettivi più chiaramente didattici, l’esposizione orale. È solo dal confronto tra questi strumenti è possibile leggere la valenza del percorso. Oltre gli strumenti già indicati, per il monitoraggio, a livello informale sono state raccolte testimonianze ed im- pressioni dei protagonisti e a livello sistemico è stato somministrato un questionario, i cui dati so- no stati elaborati con l’utilizzo del form di Google Drive. Il questionario era rivolto in maniera più am- pia all’utilizzo della didattica che si avvale di piat- taforma moodle e dei SN in generale durante tutto l’anno scolastico e non al progetto specifico e ri- guardava sette classi (162 studenti). L’osservazione e i risultati complessivi della valuta- zione testimoniano che molti degli studenti coin- volti hanno lavorato al meglio delle loro possibilità e la partecipazione da parte delle classi è stata del Figura 3. Foto della mostra allestita dentro l’istituto (giugno 2013). DOMANDE RISPOSTE L’uso di siti on line ti è sembrato pratico? Per il 94 % l’uso di siti online è sembrato pratico (79 % molto, 62 % abbastanza) Per il 6 % l’uso non è sembrato pratico Ci si può esprimere più liberamente? Per l’82 % ci si può esprimere più liberamente Lo studio è meno teorico e più pratico? Per il 73 % l’insegnamento è meno teorico e più pratico È più faticoso? Per il 77 % lo studio è meno faticoso L’uso di sn ha favorito la motivazione? Per il 76 % è aumentata la motivazione Vorresti che altri docenti utilizzino questi strumenti? L’89 % degli studenti vorrebbe che altri docenti utilizzassero la piattaforma. Ci sono differenze rispetto alla didattica tradizionale? Il 71 % ritiene che ci siano differenze rispetto alla didattica tradizionale: Se si indicale brevemente - stimola le competenze; - favorisce un clima di comunicazione più positivo sia tra gli studenti che tra studenti e docente; - favorisce la comunicazione e ne stimola le possibilità; - è più comodo e motivante. Tabella 1. Domande poste dal questionario di monitoraggio.
  • 5. V. Meli 128 tutto positiva. Le criticità possono essere lette nei tempi iniziali per la progettazione, preparazione e predisposizione delle risorse ma anche all’organiz- zazione scolastica che è ancora legata a standard rigidi, con docente unico e tempi di lezione defini- ti. Allo stesso tempo il progetto ha originato un grande interesse nel territorio tanto che è stato pre- sentato anche in contesti differenti da quello sco- lastico. Quest’accoglienza mi incoraggia sicura- mente a riproporlo ma con delle modifiche che permettano di adattarlo alla specificità delle classi che partecipano. Le modifiche dovrebbero essere progettate ad hoc dopo un’analisi della classe e del contesto specifici. Sarebbe inoltre auspicabile la partecipazione interdisciplinare degli insegnanti di Scienze Naturali e Letteratura Italiana. Questo per- metterebbe una maggiore completezza nei riferi- menti e una contestualizzazione più ampia. BIBLIOGRAFIA Bertocco, D. (2010). L’onda di Civil Life. Una nuova didattica della cittadinanza attiva. Venezia, IT: Marsilio Editori. Retrieved from http://www.terzoveneto.it/UserFiles/ File/Pubblicazioni/Libro%20Civil%20Life.pdf#page=169 Bodei, R. (2001). L’estetica del brutto. Enciclopedia multi- mediale delle scienze filosofiche. Retrieved from http://www.emsf.rai.it/dati/interviste/In_153.htm Bodei, R. (2001). L’estetica del bello e del sublime. Enciclo- pedia multimediale delle scienze Filosofiche. Retrieved from http://www.emsf.rai.it/dati/interviste/In_153.htm Calvani, A., Fini, A., Ranieri, M. (2010). La competenza digi- tale nella scuola. Modelli e strumenti per valutarla e svilupparla. Trento: Erickson. Clement, G. (2005). Manifesto del Terzo Paesaggio. Macera- ta, IT: Quodlibet. Fini, A. & Cigognini, M. E. (eds.) (2009). Web 20 e social net- working. Nuovi paradigmi per la formazione. Trento: Erick- son. Gui, M. (eds.) (2013). Indagine sull’uso dei nuovi media tra gli studenti delle scuole superiori lombarde. Regione Lombar- dia: ISBN: 9878890064265. ISFOL (2013). Le competenze per vivere e lavorare oggi – Principali evidenze dall’Indagine PIAAC, ISFOL Research Paper 9. Roma, IT: Isfol. Retrieved from http://sbnlo2.cilea.it/bw5ne2/opac.aspx? WEB= ISFL&IDS=19566 Midoro, V. (2007). Quale alfabetizzazione per la società della conoscenza? TD-Tecnologie Didattiche, 41, 15 (2), 47-54. Retrieved from http://www.tdjournal.itd.cnr.it/files/pdfarti- cles/PDF41/8_Midoro_TD41.pdf Morin, E. (2000). La testa ben fatta. Riforma dell’insegna- mento e riforma del pensiero. Milano, IT: Raffaello Cortina Editore. Fini, A., & Cigognini, M.E. (2009). Web 2.0 e Social Network- ing. Trento, IT: Erickson. Rheingold, H. (2003). Smart Mobs. Tecnologie senza fili, la rivoluzione sociale prossima ventura. Milano, IT: Raffaello Cortina. Riva, G. (2010). I social network. Bologna, IT: Il Mulino. Settis, S. (2012). Paesaggio costituzione cemento. Torino, IT: Giulio Einaudi Editore. LETTURE CONSIGLIATE D’Angelo, P. (2001). Estetica della natura. Roma-Bari: Editori Laterza. Ferri, P. (2011). Nativi Digitali. Milano: Mondadori. Vallerani, F. & Varotto, M. (eds.) (2005). Il grigio oltre le siepi. Geografie smarrite e racconti del disagio in Veneto. Pado- va, IT: Nuova Dimensione. Wenger, E. (2006). Comunità di pratica. Apprendimento, significato e identità. Milano, IT: Cortina.