Le forme allotropiche del C-Palestini e Pancia.docx
Paa azione
1. PIANO DI AZIONE
AMBIENTALE DI ROMA
Documento preliminare
a cura di
coordinamento
DIPARTIMENTO POLITICHE DELLA QUALITÀ AMBIENTALE
con il contributo di
2. Coordinamento generale:
Mirella Di Giovine e Gianni Squitieri
Coordinamento scientifico:
Giulio Conte e Mario Zambrini
Hanno elaborato il documento:
Pierluigi Alari, Maria Berrini, Duccio Bianchi, Giovanni Cafiero, Claudio Cesaretti, Giulio Con-
te, Stefano Donati, Paolo Frankl, Maurizio Paffetti, Roberta Pignatelli, Giorgio Shultze, Sabina
Vannucci, Carlo Vigevano, Mario Zambrini
Hanno curato le elaborazioni cartografiche:
Paolo Anella, Paolo Rossini
Realizzazione grafica e impaginazione:
TheSign Immagine & Comunicazione, Roma, tel. 320.77.20
Stampa:
Editrice Le Balze, Montepulciano (SI)
Si ringraziano per la collaborazione e il materiale fornito:
Comune di Roma:
Segreteria vicesindaco
Dipartimento della qualità ambientale - ufficio tutela ambiente
Dipartimento politiche economiche e attività produttive
Dipartimento politiche del bilancio e delle risorse
Dipartimento alle politiche culturali - Sovrintendenza musei, gallerie monumenti e scavi -uffi-
cio monumenti medioevali e moderni -ufficio ville e parchi storici -ufficio Carta dell'Agro ro-
mano - ufficio diritti animali-ufficio sport e turismo
Dipartimento politiche della mobilità e dei trasporti - servizi aree intermodali e area pianifica-
zione - area attuazione e gestione - ufficio controllo inquinamento atmosferico e acustico
Dipartimento politiche educative e formative - ufficio città a misura dei bambini e delle bambi-
ne
Dipartimento Lavori pubblici e manutenzione urbana - ufficio speciale sottosuolo e manuten-
zione programmata - ufficio speciale opere a scomputo
Dipartimento politiche del territorio - ufficio per la riqualificazione delle periferie - ufficio spe-
ciale piano regolatore -laboratori di quartiere - ufficio speciale città storica.
ACEA; AMA; ATAC; COTRAL
Ministero per i beni culturali e ambientali - Ispettore ai beni paesaggistici - Soprintendenza ar-
cheologica - Istituto centrale del restauro
Regione Lazio -Assessorato allo sviluppo del sistema agricolo e rurale
Provincia di Roma-Assessorato ambiente,Ufficio tutela acque
Autorità di Bacino del Tevere
Italia Nostra; Legambiente; WWF
Agenzia Romana per la preparazione del Giubileo; ANIT; ARSIAL; Associazione Civita; Bonifica
s.p.a; ENEL; Ferrovie dello Stato; ISTAT; SMTs.p.a; STA s.p.a sistemi di trasporto; Studio Grafi-
co Orecchio; Università degli studi Roma III
Un ringraziamento particolare a:
M. Anelli; E. Antonucci; F. Bandarin; G. Barozzi; E. Barsotti; M. Bartoletti; S. Bianchi; L. Bignami;
G. Bologna; M. Cagnoni; G. Calenda; M. Cammarota; A. Campitelli; A. Canofani; L. Cardilli; G.
Castelli; B. Cignini; C. Coraggio; L. D’Amico; M Degli Effetti; R. Delli Santi; B. Eramo; M. Fagio-
li; M. Fiori; R. Funiciello; S. Giovenali; G. Lancia; L. Lombardi; P. Malenotti; C. Maltese; M. Ma-
nieri Elia; G. Mantovani; M. Marcelloni; D. Modigliani; A. Montenero; M. Mustè; L. Niccolai.;
G. Noia; A. Onorati; B. Panico; P. Paolillo; T. Rago; B. Salsedo; N. Savarese; F. Scoppola.; E. Sil-
lato; A. Sorokin; M. Spada; G. Taccari; I. Terranova; G. Villetti; G. Zompetta
Roma, Giugno 1997
3. Premessa
Negli ultimi anni la città di Roma ha assunto un ruolo sempre più im-
portante nel processo mondiale di riconversione dello sviluppo urbano ver-
so la sostenibilità. Dopo la firma della Carta di Aalborg sulle Città Sostenibili
e la Conferenza Mediterranea per l’Agenda 21 Locale, ospitata qui in Cam-
pidoglio nel 1995, come Sindaco di Roma ho portato il contributo della cit-
tà a due importanti appuntamenti dove si sono delineate le strategie
internazionali per la sostenibilità urbana: la Conferenza dell’ONU, Habitat
II, tenutasi lo scorso giugno ad Istanbul e la Conferenza Europea delle Città
Sostenibili, svoltasi nel settembre scorso a Lisbona.
Le conclusioni di questo importante dibattito internazionale hanno an-
cora una volta sottolineato il ruolo centrale delle città nelle strategie globali
per lo sviluppo sostenibile: le città infatti hanno dimostrato con azioni con-
crete la loro capacità di recepire il mandato della Conferenza di Rio de Ja-
neiro sull’Ambiente e lo Sviluppo.
È per questo che oggi, in occasione della Conferenza che ospitiamo “Rio-
Roma-New York: la sfida delle città sostenibili”, rivolgiamo un appello alla
Sessione speciale dell’Assemblea Generale dell’ONU, che si riunirà tra po-
chi giorni a New York per fare il punto sull’attuazione dei mandati di Rio,
perché sia riconosciuto il ruolo fondamentale delle città nel processo verso
lo sviluppo sostenibile.
L’efficacia dell’azione delle città è merito, soprattutto, della possibilità di
interazione diretta con i cittadini, che solo il livello locale consente: è ormai
dimostrato che una vera riconversione dei processi economici e sociali pas-
sa necessariamente attraverso il coinvolgimento del mondo scientifico e
produttivo, delle forze sociali e dei cittadini. Le autorità locali hanno quindi
la grande opportunità di favorire tale coinvolgimento attraverso l’informa-
zione dei cittadini e la loro partecipazione alle scelte.
È in questo senso che deve essere interpretato questo documento prelimi-
nare per la redazione del Piano di Azione Ambientale , con cui l’amministra-
zione di Roma propone ai suoi cittadini un importante strumento di
confronto per decidere insieme lo sviluppo futuro della città; uno sviluppo
orientato alla valorizzazione dell’immenso patrimonio storico e ambientale
di Roma, che è stato definitivamente posto sotto tutela dal nuovo piano ur-
banistico approvato nel mese di maggio dal Consiglio Comunale, con cui
sono destinati a verde i due terzi del vasto territorio romano.
Perché ciò sia possibile, però, è necessario valorizzare anche le altre gran-
di ricchezze di questa città. Innanzitutto il patrimonio tecnico scientifico
delle sue università e degli enti di ricerca pubblici e privati: l’innovazione
scientifica e tecnologica, a cui questa amministrazione ha già ampiamente
ricorso, dovrà rappresentare uno degli assi portanti del Piano di Azione Am-
bientale. In secondo luogo dovrà emergere la capacità operativa e proget-
tuale delle forze economiche e sociali: le imprese, i lavoratori, le associazioni
di cittadini.
Questo documento, oltre ad individuare i possibili obiettivi per il futuro,
rende anche esplicita la “strategia della sostenibilità” che ha sotteso l’azione
7
4. di governo della città negli ultimi anni: per questo voglio anche ringraziare,
oltre ai miei collaboratori della Giunta, tutti i funzionari e i tecnici di questa
amministrazione e delle aziende municipalizzate che con il loro impegno
hanno consentito di avviare Roma sulla strada che porta alla “città sosteni-
bile”.
13 Giugno 1997
Francesco Rutelli
8
5. Introduzione
La Conferenza delle Nazioni Unite sull’Ambiente e lo Sviluppo, tenutasi
a Rio de Janeiro nel 1992 ha sottolineato l’importante ruolo dell’azione lo-
cale, e in particolare delle città, per avviare il pianeta verso lo sviluppo so-
stenibile. Per questo motivo, il documento conclusivo della conferenza,
l’Agenda 21, chiedeva alle città di tutto il mondo di definire ciascuna un
proprio “Piano di Azione Ambientale”.
Il Piano di Azione Ambientale è un programma di azioni volte a miglio-
rare le condizioni dell’ambiente urbano e la qualità della vita dei cittadini.
Il compito di definire e poi attuare il piano non è dell’autorità locale, ma di
tutti gli attori della scena urbana: istituzioni, mondo scientifico, imprese,
sindacati, associazioni di cittadini. Infatti, l’efficacia del piano dipende dalla
sua capacità di attivare tutti i soggetti che interagiscono sulla scena urbana,
orientandone le scelte ed i comportamenti verso un obiettivo comune.
Il documento che segue è uno strumento di lavoro, un testo pensato per
facilitare il confronto tra l’amministrazione e gli altri attori della scena ur-
bana, in modo da arrivare il prima possibile alla definizione del Piano di
Azione Ambientale.
Il documento è suddiviso in tre parti; la prima definisce il processo che
l’amministrazione vuole adottare per arrivare alla definizione del piano:
tale processo, che in seguito alla Conferenza di Rio viene chiamato Agenda
21 locale, prevede la costituzione di un “forum”, dove discutere gli orienta-
menti generali, e di gruppi di lavoro tematici, dove approfondire gli aspetti
tecnici.
La seconda parte invece descrive in modo sintetico i principali problemi
ambientali, individuati sulla base della Relazione sullo Stato dell’Ambiente, e
definisce possibili obiettivi operativi e linee d’azione.
Nella terza parte infine si traccia il resoconto delle azioni già avviate
dall’amministrazione, individuando i principali problemi ancora aperti.
Il documento esprime un punto di vista, quello dell’amministrazione,
che dovrà necessariamente essere completato prima di giungere alla defini-
zione del Piano di Azione Ambientale: obiettivi generali, obiettivi operativi,
indicatori e linee di azione individuate devono essere quindi considerate
come proposte da discutere e da integrare attraverso il processo partecipa-
tivo.
Il documento è focalizzato sugli aspetti strettamente ambientali, lascian-
do in secondo piano gli aspetti sociali: infatti, l’eccezionale ricchezza del pa-
trimonio storico naturale del territorio di Roma e la necessità di attivare
una strategia per tutelarlo e valorizzarlo ci ha indotto a dare priorità alla so-
luzione dei problemi ambientali, lasciando ad una fase successiva l’appro-
fondimento degli aspetti sociali. Il documento, infine, non definisce
priorità e tempi delle azioni da avviare, che dovranno essere concordate
nell’ambito del Forum. Cionostante, ci preme sottolineare come la politica
attuata negli ultimi quattro anni ed in particolare la profonda riforma
dell’assetto urbano sfociata nel Piano delle Certezze, renda evidenti alcune
linee di azioni prioritarie che saranno l’oggetto dei prossimi mesi di attività
9
6. del Consiglio Comunale. Innanzitutto appare necessario definire rapida-
mente l’assetto della città in trasformazione, con particolare riguardo alla
mobilità: l’ormai prossima presentazione in Giunta del Piano Generale del
Traffico Urbano e l’avvio di undici programmi di recupero urbano costitu-
iscono certamente due strumenti fondamentali in questo senso. Nello stes-
so tempo si impone la necessità di valorizzare l’immenso territorio della
cintura verde ora tutelato, promuovendo le attività agricole, turistiche e
quant’altro possa contribuire a far conoscere il patrimonio unico al mondo
dell’agro romano: è in questo senso che deve essere intesa l’iniziativa che
lanciamo oggi, di proporre il sistema del verde di Roma come riserva della
biosfera dell’UNESCO.
Giugno 1997
Domenico Cecchini, Loredana De Petris, Walter Tocci
10
13. 1. Le Agende 21
nell’esperienza
internazionale
.. La carta di Aalborg
Nel maggio 1994 è stata organizzata una prima Conferenza sulle Città So-
stenibili (cosponsorizzata dalla Comunità Europea), che si è tenuta ad Aal-
borg (Danimarca). Non si è trattato della prima iniziativa in questo senso,
poiché già da tempo diversi networks di città si sono mossi intorno alla te-
matica ambientale. Tra questi vanno citati ICLEI (ché è stata l’organizzatri-
ce della Conferenza di Aalborg), EUROCITIES,UTO, the Council of
European Municipalities and Regions (CEMR), WHO-Health Cities
Network, Car Free Cities. Ma la Conferenza di Aalborg ha assunto un peso
particolarmente significativo perché è riuscita a far convergere al suo inter-
no molte delle esperienze esistenti. La Conferenza, sulla base di tre giorni di
lavoro, 36 workshops e più di 600 partecipanti coinvolti da 30 stati europei,
ha predisposto una Carta di impegni e ha rivolto l’invito a firmarla a tutte
le città che intendono impegnarsi nella direzione della sostenibilità. La Car-
ta definisce il concetto di sostenibilità, individua le responsabilità ambien-
tali delle città e le impegna a sviluppare politiche ed azioni orientate verso
la realizzazione di “città sostenibili”.
In particolare, il punto I.6 della “Carta di Aalborg” (L’economia urbana
verso un modello sostenibile) individua le linee prioritarie per una politica
di sviluppo sostenibile delle città:
Le città riconoscono che il capitale di risorse naturali, atmosfera, suolo, ac-
qua e foreste, è divenuto il fattore limitante del loro sviluppo economico e che
pertanto è necessario investire in questo capitale. Ciò comporta in ordine di
priorità:
1. Investire nella conservazione del rimanente capitale naturale, ovve-
ro acque di falda, suoli, habitat per le specie rare;
2. Favorire la crescita del capitale naturale riducendo l’attuale livello di
sfruttamento, in particolare per quanto riguarda le energie non rin-
novabili;
3. Investire per ridurre la pressione sul capitale di risorse naturali esi-
stenti attraverso un’espansione di quelle destinate ad usi antropici,
ad esempio gli spazi verdi per attività ricreative all’interno della città,
in modo da ridurre la pressione sulle foreste naturali;
4. Migliorare l’efficienza dell’uso finale dei prodotti, ad esempio utiliz-
zando edifici efficienti dal punto di vista energetico e modalità di
trasporto urbano non nocive per l’ambiente.
.. L’Agenda 21 Locale
Un’Agenda Locale può essere descritta come uno sforzo comune, all’in-
terno di una città, per raggiungere il massimo del consenso tra tutti gli attori
sociali riguardo la definizione e l’attuazione di un piano di azione ambien-
tale da avviare entro il 2000, ma che guardi, appunto, al XXI secolo.
17
14. Parte I. Roma verso l’Agenda 21 locale
Il concetto di Agenda 21 Locale si riferisce dunque sia al processo di de-
finizione degli obiettivi ambientali che al processo di costruzione delle con-
dizioni per metterli in pratica: consenso, interesse, sinergie, risorse umane
e finanziarie.
Un’Agenda 21 Locale deve quindi definire la propria filosofia di fondo,
le strategie, gli obiettivi, gli strumenti, le azioni, i criteri e i metodi di valu-
tazione dei risultati. Nello stesso tempo l’Agenda 21 Locale deve essere un
processo partecipativo e democratico che coinvolga tutti i settori nella sua
definizione e attuazione.
Questa impostazione trova la sua legittimità in molti documenti ufficiali
prodotti dalla Comunità europea e internazionale.
Il Quinto Programma di Azione Ambientale della Commissione delle
Comunità Europee (Towards Sustainability, CEC) riconosce che le autorità
locali hanno “un importante ruolo da giocare per assicurare la sostenibilità
dello sviluppo attraverso l’esercizio delle loro funzioni statutarie come au-
torità competenti per molte delle Direttive e Regolamenti e nel contesto
della applicazione pratica del principio di sussidiarietà”.
Inoltre, nel capitolo sull’Ambiente Urbano, si dichiara che “La Politica
della Comunità deve incoraggiare le autorità locali a affrontare la sfida dei
problemi ambientali posti oggi dalla città e deve aiutarle a trovare la miglio-
re strada per farlo”. E, riferendosi al nuovo Trattato dell’Unione Europea,
si stabilisce che, per creare una maggiore unione tra i cittadini europei “le
decisioni vanno prese il più vicino possibile ai cittadini”. Un importante
principio, sancito dal Quinto Programma, è quello della “condivisione di
responsabilità” o “partnership” tra i diversi attori sociali coinvolti dai pro-
blemi ambientali (imprese, associazioni, governi). Il programma è stato re-
centemente sottoposto a revisione e il capitolo sull’Ambiente Urbano ha
assunto una maggiore importanza.
Nel Libro Verde sull’Ambiente Urbano l’Unione Europea (UE, 1990) ri-
conosce anche gli ostacoli per una efficace politica ambientale urbana: “c’é
una crescente consapevolezza del fatto che un’efficace politica ambientale
richiede di sostituire l’approccio settoriale dei problemi con un alto livello
di integrazione. Questo se si vuole evitare il semplice spostarsi di un proble-
ma da un settore all’altro. Comunque il tema dell’integrazione deve essere
affrontato avviando un’integrazione delle procedure di definizione delle
politiche, di valutazione di impatto, di pianificazione, di finanziamento e
attuazione. Alla fine di questo processo, comunque, i risultati saranno tran-
sitori se non si aiuterà il pubblico a riconoscere la dimensione quotidiana
dei problemi ambientali e se non si costruiranno le strutture per mettere in
pratica questa consapevolezza”. Il Libro Verde continua: “Poche città pos-
siedono un quadro istituzionale che gli permetta il coordinamento degli in-
vestimenti, dello sviluppo e delle strategie ambientali.”
Ne consegue che le autorità locali dovrebbero essere incoraggiate ad in-
dirizzare la loro azione ambientale verso la più stretta collaborazione possi-
bile con tutti i settori della comunità locale.
Nel capitolo 28 dell’Agenda 21 approvata a Rio de Janeiro nel 1992, i lea-
ders del mondo invitano tutte le autorità locali a intraprendere il processo
consultivo con le loro popolazioni ed a cercare il consenso su una Agenda
21 Locale entro il 1996: “Ogni autorità locale deve aprire un dialogo con i
propri cittadini, con le associazioni locali e con le imprese private ed adot-
tare una Agenda 21 Locale. Attraverso la consultazione e la costruzione di
consenso, le autorità locali possono imparare dalla comunità locale e dalle
imprese e possono acquisire le informazioni necessarie per la formulazione
delle migliori strategie. Il processo di consultazione può aumentare la con-
sapevolezza ambientale delle famiglie. I programmi, le politiche e le leggi as-
sunte dalla amministrazione locale potrebbero essere valutate e modificate
sulla base dei nuovi piani locali così adottati. Queste strategie possono esse-
18
15. 1. Le Agende 21 nell’esperienza internazionale
re utilizzate anche per supportare le proposte di finanziamento locale, re-
gionale e internazionale.”
.. I principali elementi costitutivi
dell’Agenda 21
In sintesi si può dire che i principali elementi o fasi che costituiscono il
processo di costruzione dell’Agenda 21 Locale sono:
• L’attivazione del Forum: tutti gli interessi e i poteri coinvolti a livello
locale vengono coordinati all’interno di un Forum che ha il compito
di orientare il processo di elaborazione dell’Agenda 21 e di monito-
rarne l’applicazione
• La consultazione permanente: l’avvio di un processo di consulta-
zione della comunità locale allo scopo di individuarne i bisogni, di
definire le risorse che ogni parte può mettere in gioco, di indivi-
duare i potenziali conflitti da gestire tra interessi diversi.
• L’Audit urbano e la redazione del Rapporto sullo Stato dell’Am-
biente: la raccolta di tutti i dati di base sull’ambiente fisico, sociale
ed economico. Un vero e proprio Audit urbano che serva a costru-
ire, attraverso indicatori ambientali, il Rapporto sullo stato
dell’ambiente su cui si svilupperà la discussione per la redazione
dell’Agenda 21 Locale. Anche questa fase va verificata e costruita
con il contributo del Forum.
• I Target: la definizione di obiettivi, quanto più concreti o addirit-
tura quantificabili, da associare a precise scadenze temporali
• Il Piano di Azione Ambientale: il programma di azioni concrete
necessarie per raggiungere gli obiettivi adottati, completo della defi-
nizione degli “attori” che saranno responsabili dell’attuazione, delle
risorse finanziarie, degli strumenti di supporto.
• Il Reporting: il mantenimento di procedure di controllo perma-
nente sull’attuazione e sull’efficacia del Piano di azione. La reda-
zione periodica di rapporti che individuino i miglioramenti ed i
peggioramenti della situazione ambientale e che servano a suggerire
eventuali aggiustamenti del Piano di azione.
.. Le Agende 21 nel mondo
Per promuovere questi obiettivi, dopo la conferenza di Rio, l’ONU ha
costituito una Commissione per lo Sviluppo Sostenibile che ha il compito
di monitorare e promuovere l’attuazione dell’Agenda 21 in tutti i paesi.Tra
le città nordamericane che si stanno impegnando in questa direzione, spic-
cano la città di Seattle, nello stato di Washington-USA e la città di Hamil-
ton, in Canada. Seattle è stata tra le prime città a sperimentare la messa a
punto di un Rapporto Annuale sullo Stato dell’Ambiente, integrando tra
loro indicatori relativi all’ambiente fisico e all’ambiente socio-economico.
Su questa base vengono via via monitorati i miglioramenti od i peggiora-
menti dell’ambiente urbano e vengono avviate politiche ed azioni positive.
La costruzione della prima Agenda 21 Locale è il risultato di un processo
durato circa tre anni che ha coinvolto i principali settori della macchina e
dei servizi comunali. La partecipazione di comitati, associazioni e gruppi di
interesse è stata incredibilmente ampia. Hamilton-Wentworth ha istituito
nel 1991 la Task Force sullo Sviluppo sostenibile e ha coinvolto tutti i rap-
presentanti dei diversi settori. Più di mille cittadini sono stati così coinvolti
nell’ideazione di “Vision 2020” un piano di azione che è diventato una linea
guida per tutti i settori di intervento della municipalità fino a quello della
19
16. Parte I. Roma verso l’Agenda 21 locale
definizione delle priorità di bilancio. La città intende mantenere aggiornata
la sua base dati istituendo un Rapporto annuale sullo sviluppo sostenibile.
Verrà riformata la procedura di costruzione del bilancio municipale sulla
base del piano Vision 2020 e verrà stabilita un’agenzia con forti rapporti
con i cittadini per attuare il piano di azione.
In Europa, con la Conferenza di Aalborg, si è dato il via alla Campagna
Europea Città Sostenibili. La Campagna ha compiuto ormai molti passi. La
Carta di impegni (La Carta di Aalborg) è stata ormai sottoscritta da più di
240 città. Nello stesso periodo il Gruppo di Esperti di Ambiente Urbano,
istituito dalla DGXI per continuare l’opera avviata dalla Commissione nei
primi anni ‘90 con la redazione del Libro Verde sull’Ambiente Urbano, ha
consolidato il proprio ruolo e realizzato azioni importanti. Il Gruppo ha
rappresentato uno stimolo perché tutte le politiche europee di settore assu-
messero la tematica dell’ambiente urbano come aspetto importante. Sono
state così definite proposte ed osservazioni, con l’obiettivo di orientare più
correttamente i finanziamenti europei o per ottenere che la revisione in cor-
so del 5° Programma di Azione Ambientale assumesse la tematica urbana.
Il Gruppo ha predisposto un rapporto denso di proposte (circa 300 pagine,
dal titolo Città Europee Sostenibili) e ha contribuito alla definizione degli
obiettivi e dei contenuti della campagna europea. Contemporaneamente ha
affidato ad Iclei ed Euronet la predisposizione di un Servizio Informativo
(Local Sustainability - Information Service), accessibile e aggiornabile via
Internet, in grado di disseminare i documenti e le iniziative della Commis-
sione Europea in materia di ambiente urbano e di presentare le esperienze
di “buone pratiche” messe in atto da tante città europee.
La 2ª Conferenza europea delle Città Sostenibili, che si è tenuta a Lisbo-
na, il 6, il 7 e l’8 ottobre del 1996, è stata l’occasione per fare un primo bi-
lancio della Campagna e per rilanciare l’iniziativa. Il bilancio è positivo, per
il maggior numero di amministrazioni locali coinvolte (più di mille parte-
cipanti alla Conferenza), per l’allargarsi della campagna ad amministrazioni
di scala sovracomunale, per la presenza dei nuovi membri dell’Unione e di
numerose città dell’Est. Ma soprattutto Lisbona ha segnato il passaggio
“dall’impegno all’azione concreta”. Moltissime città, una volta sottoscritta
la carta di Aalborg hanno effettivamente attivato un percorso di coinvolgi-
mento delle loro comunità e di progettazione e realizzazione di azioni con-
crete. Le Agende 21 Locali sono diventate così l’occasione per lanciare
programmi di rinnovo edilizio nei centri e nelle periferie urbane, basati su
interventi fortemente integrati, mirati a praticare tutte le soluzioni tecnolo-
giche e gestionali utili a risparmiare e riciclare risorse naturali, garantire
l’accessibilità con mezzi pubblici o non inquinanti, migliorare la conviven-
za sociale e la qualità della vita di tutti. Vedono così la luce programmi in-
novativi in materia di gestione dei rifiuti, utilizzo di energie rinnovabili,
integrazione tra aree urbane e aree naturali. La partecipazione pubblica rie-
sce ad essere lo strumento per valorizzare e attivare risorse sociali (consen-
so, volontariato, capacità imprenditoriali, ecc.) indispensabili per il
successo delle iniziative previste dall’Agenda 21 locale. La pubblica ammi-
nistrazione si comporta come un soggetto trasparente, capace di produrre,
circolare e migliorare l’informazione ambientale necessaria ad aumentare la
consapevolezza sociale.
La scheda in “Tab. 1. Rassegna di alcune esperienze partecipative in di-
verse città del mondo (Tavola 1 di 2)” a pagina 21, presenta una breve ras-
segna di buone pratiche per la partecipazione, esperienze di informazione
ai cittadini e loro coinvolgimento nel processo di elaborazione del piano
d’azione ambientale.
20
17. 1. Le Agende 21 nell’esperienza internazionale
Tab. 1. Rassegna di alcune esperienze partecipative in diverse città del mon-
do (Tavola 1 di 2)
A livello nazionale, la UK local authority associations, al fine di assistere le autorità locali nell’ intraprendere
il processo AL21, ha promosso varie iniziative, tra cui:
- la redazione di un documento guida intitolato” schema per la sostenibilità locale” ,
- l’edizione di un “pacchetto” di video training ad indirizzo dello staff delle autorità locali,
- l’organizzazione di una serie di tavole rotonde per definire le linee guida per lo sviluppo sostenibile su varie
aspetti tra cui quelli della Partecipazione della comunità e della Educazione ed accrescimento della consa-
pevolezza.
L’UK local authority associations ha inoltre redatto un documento sulla “Partecipazione della comunità
nella AGENDA 21 LOCALE” indirizzato alle comunità locali dell’UK,che si propone come una guida che
GRAN BRETAGNA
delinea i principi della partecipazione e definisce i possibili strumenti per l’attivazione ed il mantenimento
del processo partecipativo.
In questro documento vengono riportati alcuni esempi di buone pratiche partecipative come iniziative in
campo del turismo verde, dell’autocostruzione, riciclo, corsi di aggiornamenti e risparmio energetico. Nu-
merosi Business environmental club sono nati in Gran Bretagna per riunire agenzie private, pubbliche e vo-
lontarie e per scambiarsi esperienze, informazioni, idee ed altre iniziative basate sull’espressione artistica
vista come mezzo, aperto a tutti, sia di comunicazione che di qualificazione degli spazi.
A Leeds, è stata creata l’ associazione “Leeds City initiative”: un forum volontario di 125 organizzazioni e
il “Leeds environmental business forum” comprendente 175 strutture direttive tra cui lo stesso Consiglio
comunale che informano sulle iniziative intraprese attraverso un Newsletter che esce 4 volte. Inoltre, dato
che è stata riconosciuta la necessità di consultare più direttamente coloro che non fanno parte delle associa-
zioni, l’amministrazione della città ha intrapreso sul territorio una campagna di 4000 interviste dirette a
verificare cosa la gente pensa realmente del luogo in cui vive ed ha allestito una conferenza locale per foca-
lizzare la visione della città nei prossimi 100 anni.
La città di Madrid ha elaborato il documento Madrid 21 del ‘94, sottoponento i principi e gli obiettivi pre-
sentati nel documento ad un aperto dibattito con gli attori sociali ed istituzionali coinvolti in tema di svi-
luppo sostenibile.Questo ha dato luogo ad una nuova versione del documento Madrid 21.
Simultaneamente all’approvazione formale del Piano da parte del governo regionale è stata creata una com-
missione sullo sviluppo sostenibile che se ne sarebbe occupata.
Dopo le elezioni ed il cambiamento del governo regionale, il processo di Piano, inteso in senso globale, non
è stato ripreso anche se alcuni programmi settoriali previsti come parte di esso stanno comunque progre-
dendo.
SPAGNA
L’esperienza di Madrid mette in evidenza l’importanza di un coinvolgimento nel processo di piano dei
raggruppamenti politici, ed il raggiungimento di un riconoscimento globale dei principi di sostenibilità
che possa non essere rimesso discussione e che porti il dibattito sulla scelta dei temi e sulle priorità, (istanze
che possono logicamente variare secondo le opzioni politiche adottate in ogni momento), evitando che il
processo stesso si interrompa .
La considerazione che scaturisce da questa esperienza è che il coinvolgimento nei processi di piano dei rag-
gruppamenti politici può essere raggiunto soltanto informando profondamente la società; i cittadini chie-
deranno ai politici ad agli attori sociali di agire di conseguenza e di affrontare la problematica ambientale
nel suo complesso con il sostegno sociale.
DANIMARCA
Nella contea di Storstrom il processo è stato promosso l”eco-passport”, una sorta di “premio” pensato per
la promozione del processo LA21. Si tratta di una lista di azioni praticabili dai singoli cittadini: l”eco-pas-
sport” può essere ottenuto se si corrisponde ad un numero da 8 a 18 dei suggerimenti proposti nella lista.
21
18. Parte I. Roma verso l’Agenda 21 locale
Tab. 1. Rassegna di alcune esperienze partecipative in diverse città del mon-
do (Tavola 2 di 2)
Nella piccola città di Nybro Il processo AG21 comincia nel ‘93 con una relazione sullo stato dell’ambiente
distribuita gratuitamente ai politici, affari ed industria scuole ed a chiunque ne abbia fatto richiesta.
La relazione sullo stato dell’ambiente è stata utilizzata nelle scuole come materiale didattico e parallelamen-
te è stata avviata una campagna di comunicazione con i cittadini, basata sulla Relazione, attraverso seminari
pubblici ad indirizzo degli insegnanti, circoli di ricerca, conferenze, gare e corsi di educazione ambientale
per politici e dipendenti comunali.
Sono stati quindi creati Gruppi di lavoro per produrre idee per l’Agenda 21 a cui hanno partecipato giovani,
SVEZIA
organizzazioni ambientaliste industrie, piccole compagnie, negozi, le chiese, i sindacati, i partiti politici, i
consumatori e il servizio sanitario. Le proposte ed idee provenienti dai gruppi sono state quindi discusse di
nuovo dal gruppo di coordinamento e sono state fatte circolare per essere commentate, tra le NGO, comi-
tati, società.
Altre azioni intraprese volte al coinvolgimento sono state una mostra ambientale, una gara per bambini , la
messa a punto di un sistema di sovvenzioni per il compost, per riciclo di materiali edili e sono stati istituiti
degli Eco-teams, gruppi di 4-5 persone che, con il sostegno e la consulenza di rappresentanti del comune
definiscono i loro obiettivi e cooperano per la riduzione dei rifiuti, risparmio di energia ed acqua, ottimiz-
zazione dei trasporti e scelta di prodotti non dannosi per l’ambiente.
Tra le buone pratiche orientate al cambiamento dello stile di vita, la Norvegia, nell’ambito di un programma
ministeriale sullo sviluppo sostenibile e consumi, ha attivato nel 1996 un progetto denominato “comunità
locali sostenibili” che si fonda sulla crescita della consapevolezza a livello dei consumatori.L’obiettivo del
progetto è quello di attivare iniziative pratiche per ridurre consumi, inquinamento e produzione di rifiuti,
a livello di famiglie, mondo degli affari, organizzazioni e strutture pubbliche.
Tra le azioni promosse:
NORVEGIA
- In ogni municipalità 30 famiglie registrano i loro consumi all’inizio del progetto e dopo un anno. L’indi-
viduazione e la rimozione degli ostacoli che le famiglie incontrano nel loro intento di riduzione consumi
fanno parte del programma.
- Alle famiglie è stato distribuito un foglio con 30 proposte di cambiamento del loro stile di vita, tra le quali
gli si chiede di sceglierne 5.
-È stata incentivata l’istituzione di servizi ambientali nell’ambito di associazioni giovanili quali scouts, con-
gregazioni,etc
-Infine l’amministrazione pubblica dà rimborsi spesa a coloro che usano la bicicletta anziché l’automobile
per lavoro.
.. La situazione italiana
Pur scontando grande distanza dalle città inglesi che in più di 70 hanno
sottoscritto la Carta di Aalborg, in Italia le autorità locali firmatarie della
Carta di Aalborg non sono poche (15 e altre sono in via di sottoscriverla) se
paragonate con altri paesi. Ma il ritardo si riscontra nella messa in pratica
degli impegni sottoscritti. In Italia ancora non esiste una città che abbia
portato a termine, nei modi richiesti, la redazione dell’Agenda 21 locale. Ma
è anche vero che qualcuna si sta muovendo. Per esempio Bologna, che ha
ottenuto per questo motivo uno degli “Ecolabel” assegnati nel corso della
Conferenza di Lisbona Ma anche Modena, Roma, Venezia, Milano, Torino
stanno muovendo i primi passi o comunque si sono dichiarate intenzionate
ad avviare l’Agenda 21 Locale.
Anche i casi di “buone pratiche” raccolti dall’Osservatorio Ecosistema
Urbano di Legambiente - Comune di Ferrara costituiscono una traccia da
seguire per individuare, valutare e, se il caso, valorizzare gli esempi positivi.
Sarebbe importante disporre e aggiornare continuamente questa banca dati
dei casi italiani, sul modello di quanto sta realizzando la DGXI a scala euro-
pea. Alcune città italiane, per esempio, hanno avviato iniziative interessanti
22
19. 1. Le Agende 21 nell’esperienza internazionale
(studi o piani energetico-ambientali integrati, in attuazione della Legge 10/
91 e per il contenimento delle emissioni di CO2: per es. Roma, Padova, To-
rino, Livorno, Rovigo, Bologna, Sesto San Giovanni, Palermo e altre).
Il Ministero dell’Ambiente ha dichiarato la sua intenzione di svolgere il
proprio ruolo a supporto della sostenibilità urbana. Con l’obiettivo di so-
stenere la campagna italiana, è infatti stato costituito con decreto ministe-
riale un “Gruppo di lavoro per le città ecosostenibili” che intende
interloquire con soggetti diversi (associazioni ambientaliste, professionali,
sindacali, imprenditoriali, e pubbliche amministrazioni). Il mandato del
Gruppo è quello di fornire al Ministro “indicazioni di priorità e proposte di
iniziative” per promuovere azioni di informazione, coordinamento, diffu-
sione e sostegno delle esperienze positive per la sostenibilità locale. Dopo le
prime riunioni è stata infatti fornita al Ministero una proposta di lavoro,
con indicazioni concrete su possibili iniziative da attivare.
Altre iniziative che potrebbero contribuire a questo percorso sono state
avviate da altri Ministeri. Tra queste va segnalata l’iniziativa in corso presso
il Ministero del Lavori Pubblici, relativa al sostegno finanziario di “Progetti
Sperimentali” di rinnovo urbano.
.. Verso la realizzazione dell’Agenda 21 di
Roma
L’amministrazione di Roma ha deciso di avviare la sua Agenda 21 locale,
formalizzando così un percorso di consultazione della comunità urbana che
era già stato avviato informalmente attraverso i numerosi incontri pubblici
sulle scelte di politica ambientale operate.
Per dare corso al processo di Agenda 21 locale l’amministazione si è do-
tata di alcuni strumenti essenziali: la Relazione sullo stato dell’Ambiente del
territorio comunale, l’osservatorio ambientale, il documento preliminare
per la redazione del Piano di Azione ambientale.
... La Relazione sullo stato dell’ambiente
Costituisce il primo passo essenziale per avviare il processo di Agenda 21
locale. La “prima edizione” della Relazione ha la funzione di verificare le at-
tuali condizioni dell’ambiente urbano e le carenze informative che è neces-
sario colmare. L’amministrazione ha deciso di realizzare la prima edizione
della Relazione coinvolgendo già in fase di elaborazione soggetti esterni del
mondo scientifico, introducendo quindi un elemento di confronto già nella
stesura del documento.
Sulla base dei risultati del processo partecipativo, durante il quale la Re-
lazione sarà discussa approfonditamente, sarà possibile individuare le ca-
renze informative che è necessario colmare e stabilire eventuali accordi tra
amministrazioni, istituzioni scientifiche, associazioni o altri enti per ade-
guare il quadro informativo. Tali carenze saranno individuate anche in base
agli obiettivi fissati dal Piano di Azione Ambientale e ai relativi indicatori per
verificarne il raggiungimento.
... L’osservatorio ambientale
È un organismo permanente insediato presso il Dipartimento Ambiente,
la cui funzione sarà la raccolta di tutti i dati sullo stato dell’ambiente, rilevati
dall’amministrazione, dalle aziende municipalizzate e dalle amministrazio-
ni pubbliche competenti (ad es. Autorità di Bacino e ARPA). Potranno es-
23
20. Parte I. Roma verso l’Agenda 21 locale
sere definiti accordi anche con le università ed altri enti di ricerca perché
anche i risultati di studi realizzati da tali enti sul territorio di Roma, siano
messi a disposizione dell’osservatorio.
... Il Documento preliminare per la redazione del Piano
di Azione Ambientale
Il Documento preliminare per la redazione del Piano di Azione Ambien-
tale è lo strumento che consente di avere una visione d’insieme dei problemi
ambientali della città, delle azioni e delle scelte sin qui operate dall’ammini-
strazione e dei principali problemi ancora da affrontare. Ecco in sintesi gli
elementi essenziali del Piano di Azione Ambientale.
La definizione di obiettivi generali di “sostenibilità”: anche se l’idea della
“città sostenibile” è ormai piuttosto ben definita dalla letteratura esistente
(vedi European Sustainable Cities) non è sempre semplice definire chiara-
mente gli obiettivi che si vogliono raggiungere. Esistono però sia riferimenti
normativi che esperienze in corso in cui tali obiettivi di sostenibilità sono
chiari e, in alcuni casi, quantificabili attraverso indicatori specifici.
La proposta di obiettivi generali e operativi per la città di Roma e le linee
di azione possibili per raggiungerli: si individuano i possibili obiettivi e, se
possibile, gli indicatori per misurarne il raggiungimento. Sulla base delle
esperienze internazionali e dei vincoli esistenti, si definiscono possibili stra-
tegie per il raggiungimento degli obiettivi.
La verifica delle azioni attivate e previste e degli strumenti disponibili:
l’amministrazione ha già avviato azioni che utilizzano strumenti di diverso
tipo (piani urbanistici o di settore, le norme, gli incentivi) per introdurre
“elementi di sostenibilità” (tecnologie innovative, “best practices”). Il Piano
di Azione individua inoltre i principali problemi aperti e alcune ipotesi di
priorità di azioni da sottoporre al Forum.
.. Il processo partecipativo
La partecipazione dei cittadini al processo dell’Agenda 21 è indispensa-
bile, non solo per garantire il consenso di tutti gli attori urbani circa gli
obiettivi e le priorità del Piano di Azione Ambientale, ma anche perché molte
delle azioni previste dal piano richiedono l’impegno diretto di ogni singolo
cittadino. La partecipazione, quindi, deve essere un processo che opera su
più livelli, ciascuno con una sua specifica finalità.
Per facilitare la partecipazione dei diversi “attori urbani” al processo di
Agenda 21 locale e coinvolgere nel processo tutti i cittadini l’amministazio-
ne prevede le seguenti attività:
Consultazione:
Il Forum civico sarà costituito da una rappresentanza della comunità,
completa ma selezionata, di circa 100 partecipanti. Il Forum ha funzione di
consultazione sulle linee generali di elaborazione del Piano d’Azione Am-
bientale (PAA) e di definizione e proposizione di strategie partecipative.
I gruppi di lavoro tematici, composti da rappresentanti dell’Amministra-
zione, da esperti del settore e da membri del Forum civico interessati alle te-
matiche specifiche. I gruppi di lavoro saranno luoghi di consultazione,
dibattito ed approfondimento tecnico specifici dove il mondo scientifico ed
i cittadini, attraverso le loro rappresentanze, potranno ottenere informazio-
ni specifiche settoriali ed ove potranno far pervenire richieste, informazioni
e proposte ad indirizzo dell’Amministrazione e del Forum civico.
Informazione:
Gli Sportelli informativi , localizzati presso gli URP circoscrizionali, po-
tranno essere postazioni ove sia consentito l’accesso a tutti i livelli della co-
24
21. Tab. 2. Il processo partecipativo nell’Agenda 21 per Roma
Obiettivi Azioni Strumenti Interlocutori Soggetti promotori
Le rappresentanze dei cittadini e i
Amministrazione
— Istituzione del Forum, ricerca di persone chiave nei vari ambiti per la creazione di gruppi di la- comitati locali; i gruppi di interesse
per il coordinamen-
voro , promuovere la costituzione di gruppi di interesse il cui lavoro possa essere coordinato con il (associazioni ambientaliste e sinda-
Consultare to e l’avvio dei pro-
Piano d’Azione, con i lavoro per la relazione annuale sullo stato dell’ambiente e con i progetti di co- cati etc.); le imprese (singole impre-
cessi di
operazione internazionale. se, camere di commercio,
consultazione
associazioni di settore, etc.)
— Attraverso, pubblicazioni, sportelli informativi, banca dati, pubblicità sulle azioni previste dal
Piano, diffusione di questionari , convegni, mostre altri eventi artistici e culturali, visite guidate,
Amministrazione
— Divulgazione della relazione sullo stato dell’ambiente
Informare La cittadinanza a tutti i livelli Potenziali sponsor
— Pubblicazione e diffusione di news letter ed inviti ad attività promosse nell’ambito del processo
interessati
Agenda 21 locale, distribuiti presso i punti occasionali e stabili di aggregazione sociale (eventi cul-
turali , biblioteche, librerie, chiese etc.)
e
— Stages, corsi per le scuole, per i politici e i dipendenti dell’amministrazione, Partecipanti al Forum ed ai gruppi di Amministrazio-
Educare — Prevedere una sezione di materiale didattico nella pubblicazione della Relazione sullo stato lavoro, Politici, Dipendenti dell’am- ne,università, asso-
dell’ambiente e del programma di piamo d’azione ministrazione, Insegnanti, Studenti ciazioni culturali
PARTECIPAZIONE
Amministrazione,
Crescita della consapevolezza
aziende municipa-
— Possibilità di conoscere gli esiti dei processi a cui si richiede di partecipare (Vedi raccolta diffe- Varie categorie di cittadini, docenti,
Motivare lizzate
renziata etc) organizzando visite guidate , distribuendo fogli informativi, etc scuole, associazioni,etc.
laboratori di quar-
tiere
Promozione di progetti che abbiano il fine di portare nuove persone nel processo Agenda21; stu- Piccole e medie imprese, associazio- Amministrazione,
Dimostrare diare l’aspetto divulgativo e partecipativo nell’ambito di progetti esistenti o in via di realizzazione ni ambientaliste, associazioni pro- Associazioni am-
che possano corrispondere a tale requisito fessionali etc. bientaliste
Accessibilità Decentramento a livello di quartiere o circoscrizioni, mediante strutture di coordinamento (vedi la-
Laboratori di quar-
dell’Ammi- boratori di quartiere) di iniziative, riconducibili al processo Agenda 21, promosse dagli abitanti del La cittadinanza a tutti i livelli
tiere, circoscrizioni
nistrazione quartiere.Coordinamento con le circoscrizioni per la creazione di sportelli informativi “Agenda 21”
offerta di Creare incentivi a livello sia di imprese che di cittadini, a mezzo di gare, bandi di qualità o, per i cit-
Imprese e cittadinanza Amministrazione
incentivi tadini di rimborsi, sgravi sulle tasse comunali, accessi gratuiti, (vedi eco passport ) etc
Configurare diverse azioni in base alla individuazione dei destinatari del messaggio: promozione di
La cittadinanza suddivisa per cate-
offerta di tipi progetti pilota a livello di quartiere, di condominio, o individuali, coinvolgimento dei gruppi gio-
gorie in base alle potenziali disponi- Amministrazione
e di livelli di vanili, dei pensionati, costituzione di eco teams per la valutazione ed il controllo dei processi di con-
bilità di coinvolgimento
coinvolgi- sumo energetico o produzione di rifiuti
PARTECIPAZIONE
mento diver- Sostegno da parte dell’amministrazione delle iniziative in campo ambientale esistenti a livello di as-
sificati Associazioni, scuole università, co-
e cambiamento dello stile di vita
sociazioni, imprese, quartiere, università, scuole etc.e creazione di sinergie tra esse e quanto definito Amministrazione
mitati di quartiere etc
dal Piano d’azione e dai programmi per la partecipazioneal processo Agenda 21.
25
1. Le Agende 21 nell’esperienza internazionale
22. Parte I. Roma verso l’Agenda 21 locale
munità a materiale informativo e promozionale sulle azioni promosse e
proposte dall’amministrazione comunale nell’ambito dell’Agenda XII loca-
le di Roma.
Coinvolgimento:
Uffici di coordinamento delle azioni a livello di quartiere: è prevista la
partecipazione diretta dei cittadini nella forma di dialogo interattivo in am-
biti ristretti come i laboratori municipali di quartiere autogestiti che, oltre
a partecipare ai processi decisionali nell’ambito del miglioramento urbano
attraverso progetti di rilevanza per il quartiere, potranno rappresentare un
punto di riferimento per progetti di educazione ambientale e dimostrativi.
.. Impostazione del Piano di
Azione Ambientale di Roma
... Articolazione procedurale e settoriale del Piano
d’Azione
L’ipotesi metodologica assunta nell’ambito del presente rapporto si arti-
cola essenzialmente in tre fasi di azione, schematicamente riconducibili alle
parti in cui il rapporto stesso è articolato.
L’articolazione funzionale e settoriale è in estrema sintesi riconducibile
ai seguenti passaggi:
1. Selezione degli obiettivi generali dell’agenda 21, individuazione dei
settori di intervento connessi, determinazione delle funzioni obiet-
tivo quantitative e/o qualitative, a loro volta articolate in relazione
all’orizzonte temporale (di breve, medio e lungo termine).
2. Selezione degli obiettivi operativi (funzionali agli obiettivi strategici
generali) per ognuno dei settori di intervento individuati e dei rela-
tivi indicatori prestazionali; analisi sistemica del settore, individua-
zione dei parametri critici, traduzione degli obiettivi operativi in
ambiti gestionali e linee di intervento finalizzate alla gestione soste-
nibile dei parametri precedentemente individuati.
3. Analisi delle politiche in atto e valutazione della coerenza con le linee
di intervento e gli obiettivi operativi settoriali; analisi degli strumen-
ti di governo del territorio e delle risorse previsti dalle vigenti nor-
mative; verifica dello stato di attuazione delle politiche in atto a
livello comunale e del livello di implementazione degli strumenti di
governo previsti.
... Partecipazione e confronto con le parti coinvolte
È evidente la necessità di costruire il percorso sopra schematizzato in una
continua e non formale interazione con le parti sociali a diverso titolo inte-
ressate all’implementazione del Piano per lo sviluppo sostenibile, nonchè
con le articolazioni operative a diverso titolo coinvolte nelle politiche di so-
stenibilità urbana (amministrazione comunale, aziende municipalizzate,
aziende USL, ARPA, enti di ricerca, ecc.).
La continua interazione fra i soggetti di cui sopra è infatti fondamentale
ai fini della selezione e della determinazione di obiettivi strategici da un lato,
e della definizione di linee di intervento operative efficacemente implemen-
tabili nei più generali strumenti di governo territoriale e settoriale dall’altro.
In questo senso deve essere interpretata la funzione del forum civico e
dei gruppi di lavoro tematici. Il primo, attivo fin dalle primissime fasi, inte-
26
23. 1. Le Agende 21 nell’esperienza internazionale
ragisce con l’intera procedura sommariamente descritta, discutendo e vali-
dando da un lato gli obiettivi generali, e promuovendo dall’altro le
opportune procedure di monitoraggio e controllo della progressiva imple-
mentazione del piano. Quanto ai gruppi di lavoro tematici, ad essi dovreb-
bero essere ricondotte le fasi istruttorie di ogni settore di intervento,
laddove gli obiettivi strategici assunti devono essere tradotti in obiettivi
operativi e conseguentemente in linee di intervento. È in questa fase che an-
dranno verificati i vincoli endogeni di ogni settore, che andranno esplorate
le aree di sovrapposizione e di sinergia fra i diversi settori, che verranno de-
finite le linee di intervento operative concretamente attuabili nell’ambito
della programmazione e della gestione di ogni settore.
.. Definizione degli obiettivi generali
... Proposta preliminare di obiettivi
Preliminarmente all’avvio della procedura sinteticamente descritta, si è
ritenuto opportuno indicare - in prima ipotesi - i possibili obiettivi generali
ai quali ricondurre la nozione di sostenibilità urbana in vista della predispo-
sizione del Piano di Azione.
Gli obiettivi generali di sostenibilità a partire dai quali selezionare gli
obiettivi che il Piano di Azione dovrà assumere sono stati articolati in:
1. Obiettivi di sostenibilità «globali», in quanto riferiti a funzioni
obiettivo di tutela delle risorse a loro volta determinate a scala nazio-
nale o sovranazionale. Possono essere ricondotti a questo primo rag-
gruppamento gli obiettivi concernenti:
– La limitazione dei consumi di energia e l’incremento del
ricorso a fonti rinnovabili
– La limitazione delle emissioni di gas climalteranti
– La riduzione delle emissioni di inquinanti atmosferici
– La riduzione dei consumi idrici
– La riduzione dei rifiuti prodotti
– L’incremento del riciclaggio dei rifiuti raccolti
2. Obiettivi di sostenibilità «locali», in quanto riferiti a funzioni obiet-
tivo specificamente determinate in relazione al raggiungimento di li-
velli ottimali di qualità urbana e dunque riconducibili alla generica
nozione di «qualità» dell’ambiente urbano. Sono riconducibili a
questo secondo raggruppamento gli obiettivi concernenti:
– La qualità dell’aria (concentrazioni inquinanti atmosferici)
– Il livello di inquinamento acustico urbano
– La situazione sanitaria e la sicurezza dei cittadini
– La qualità delle acque
– La tutela della natura e delle aree agricole
– La dotazione di verde urbano e la più generale qualità
dell’ambiente urbano
– La conservazione dell’eredità culturale
È evidente come l’articolazione proposta non possa essere intesa in ter-
mini assoluti, essendo facilmente individuabili diverse aree di sovrapposi-
zione e di dipendenza, anche funzionale, fra diversi obiettivi appartenenti
al medesimo raggruppamento ovvero a due differenti raggruppamenti.
Nondimeno, è opportuno mantenere l’articolazione proposta quanto
meno in fase di selezione e definizione degli obiettivi, in quanto mentre gli
obiettivi «locali» si prestano ad essere governati (e dunque controllati e mo-
nitorati) a scala urbana (ovvero metropolitana e/o regionale), gli obiettivi
27
24. Parte I. Roma verso l’Agenda 21 locale
Fig. 1. Procedura per l’attuazione del Piano di Azione Ambientale
SETTORI DI AZIONE/OBIETTIVI STRATEGICI GLOBALI E LOCALI
RIFERIMENTI NORMATIVI:
- Unione Europea
Instruttoria - Nazionali
preliminare - Regionali
OBIETTIVI QUANTITATIVI PROPOSTI:
- Unione Europea
- Organismi internazionali
- Ag. 21 locali
- Altri
Consultazione
e partecipazione Strumenti di piano
pubblica e di gestione
previsti dalle
norme vigenti
SETTORI E SOGGETTI COINVOLTI:
- Amministratori
Decisione, - Municipalizzate
individuazione - Enti e Associazioni
- ...
dei soggetti
responsabili,
attivazione
del piano DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI
QUANTITATIVI PER
L’AGENDA 21 DI ROMA:
- breve termine
- medio/lungo termine
IMPLEMENTAZIONE DEL PIANO, MONITORAGGIO DEGLI INDICATORI
VALUTAZIONE DELLE AZIONI IN RELAZIONE AGLI OBIETTIVI ADOTTATI
«globali» devono necessariamente inserirsi entro un più generale contesto
di azioni perseguite a livello nazionale o sovranazionale.
Ne consegue che, mentre gli obiettivi «globali» potranno essere definiti
e quantificati in relazione ad opzioni assunte a livello nazionale o interna-
zionale, gli obiettivi «locali» dovrebbero essere determinati in funzione del-
le specifiche condizioni della città di Roma, sia per quanto concerne la
situazione di base (cfr. la Relazione sullo Stato dell’Ambiente), sia per quan-
to concerne le specifiche esigenze che la particolarità del contesto territoria-
le ed ambientale potrebbe giustificare.
28
25. 1. Le Agende 21 nell’esperienza internazionale
.. Il processo di definizione degli obiettivi
generali
La matrice rappresentata nelle tabelle seguenti, e proposta in forma pre-
liminare, ricomprende sinteticamente l’approccio proposto per la selezione
degli obiettivi strategici ai quali finalizzare il Piano di Azione Ambientale.
Tale approccio è anche rappresentabile in termini di procedura, laddove
il progressivo affinamento della generale elencazione di obiettivi di sosteni-
bilità in un set di obiettivi quantificati e collocati negli opportuni orizzonti
temporali: in “Fig. 1. Procedura per l’attuazione del Piano di Azione Am-
bientale” a pagina 28, sono visualizzate le diverse fasi procedurali ricompre-
se nella matrice, dalla delimitazione delle aree obiettivo generali alla
definizione degli obiettivi strategici del Piano d’Azione Ambientale ed alla
sua successiva implementazione.
Più in particolare, le informazioni riportate nella matrice preliminare, e
lo sviluppo logico dell’approccio metodologico in essa rappresentato, sono
da ricondurre alle seguenti sotto-fasi della prima fase di predisposizione del
Piano di Azione.
Le aree obiettivo generali (la prima colonna di ogni tabella), articolate in
«Obiettivi globali» ed «Obiettivi locali» sono proposte sulla base di un’ana-
lisi preliminare delle criticità ambientali maggiormente significative
nell’ambito urbano e metropolitano, e delle linee di intervento proposte nei
documenti e nelle esperienze internazionali ad oggi maturate in tema di
pianificazione sostenibile dello sviluppo urbano.
Nondimeno, la proposta deve essere verificata nell’ambito delle proce-
dure di confronto pubblico, ed in particolare essa può essere validata e/o in-
tegrata e modificata dal forum civico, al quale viene sottoposta quale ipotesi
preliminare.
Nell’area “Riferimenti Normativi” della Tab. 3. viene proposta una pri-
ma rassegna di indicazioni eventualmente presenti a livello europeo e na-
zionale, nell’ambito dei quali delimitare un primo quadro di riferimento
circa le linee di intervento, le politiche strategiche, gli obiettivi ed i valori li-
mite e soglia afferenti ciascuna area obiettivo.
Nell’area successiva (Strumenti) viene proposta, sempre con riferimento
ad ognuna delle aree obiettivo generali, una prima rassegna di strumenti di
programmazione e gestionali previsti dalle normative settoriali vigenti a li-
vello nazionale.
La Tab. 4. evidenzia i settori dell’amministrazione comunale e delle
aziende municipalizzate interessate alla definizione delle linee di intervento.
La concreta possibilità di orientare le politiche settoriali ad una logica di so-
stenibilità dello sviluppo urbano si gioca, con tutta evidenza, anche e sopra-
tutto nella capacità di interagire fin dalle prime fasi del processo con i
soggetti istituzionali a diverso titolo preposti alle politiche di settore, ma an-
che alla costruzione di un processo realmente partecipato, che consenta di
definire obiettivi strategici sui quali sia effettivamente possibile coinvolgere
l’intera cittadinanza.
Nella Tab. 5. sono riportate sinteticamente le fonti internazionali alle
quali fare riferimento per selezionare i possibili obiettivi di sostenibilità da
assumere per ogni area obiettivo generale. Si tratta prevalentemente, ed in
prima ipotesi) di obiettivi quantificati contenuti in documenti di program-
mazione elaborati in ambito europeo, di obiettivi assunti in altre esperienze
di Agenda 21 fra le più significative a livello internazionale, di target quali-
tativi previsti dalle diverse norme di settore.
Infine la Tab. 6. dovrà riportare, opportunamente articolati in funzione
dei diversi orizzonti temporali, gli obiettivi strategici selezionati alla fine del
processo sopra descritto. Su questi obiettivi saranno quindi definite e cali-
brati gli obiettivi operativi di ogni settore, e le conseguenti linee di interven-
29
26. Parte I. Roma verso l’Agenda 21 locale
to per la realizzazione del Piano d’Azione Ambientale. È dunque opportuno
che tali obiettivi siano, pur nella generalità dell’approccio che ne caratteriz-
za la selezione, sufficientemente definiti, in termini qualitativi se non quan-
titativi, con particolare riferimento ad una preliminare verifica di fattibilità
nell’ambito delle politiche in atto o in progetto da parte dell’Amministra-
zione
30