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Tor Sapienza
Trasformare la città pubblica
ROMA CAPITALE
IN/ARCH LAZIO
ACER
2A+P/A studio associato
LABORATORIO ROMA
Amministrazione, impresa e progetto
per la rigenerazione urbana
2
LABORATORIO ROMA
amministrazione impresa e progetto per la rigenerazione urbana
TOR SAPIENZA. Trasformare la città pubblica
Studio di fattibilità ambientale, economica e sociale
Assessorato alla Trasformazione Urbana
Assessore: prof. Arch. Giovanni Caudo
Comunicazione e organizzazione : arch. Lorenza Bolelli
Dipartimento Programmazione e Attuazione Urbanistica
Direttore: Dott.ssa Annamaria Graziano
Direzione Trasformazione urbana
Direttore: Ing. Antonello Fatello
U.O. Riqualificazione di ambito urbano e riuso del patrimonio pubblico
Dirigente: arch. Maurizio Geusa
U.O. Qualità urbana e certificazione energetica/ambientale
Dirigente: arch. Rossella Caputo
Centro Studi ACER
Centro Studi ISVEUR
In/Arch Lazio
Coordinamento generale: 	 Arch. Marialuisa Palumbo
Progetto: 			 2A+P/A studio associato
				 Arch. Gianfranco Bombaci e Arch. Matteo Costanzo
Design Leaders: 		 Ing. Paolo Calarco
				Arch. Consuelo Nunez Ciuffa
Collaboratori: 			 Elena Annulli
				Ophelie Dozat
				Gerta Heqimi
				Rossella Natale
Consulenti:
Aspetti normativi e procedurali	 Arch. Alessandra Montenero
Efficienza energetica		 Franco Cipriani e Andrea Marcucci				
Mobilità				 Arch. Massimo Ciuffini			
Gestione delle Acque		 Arch. Paolo Anella
Certifcazione energetica	 Arch. Francesca Margiotta e Arch. Massimo Campari
Si ringraziano gli studenti del XV Master In/arch Progettista di architetture sostenibili per il lavoro di analisi e sperimentazione:
Alessandra Ziliani, Antonio La Gioia, Arianna Lusci, Carmela De Lorenzo, Cristina Petrachi, Donato Angelillo, Eleonora Maino,
Enrica Ida Campobasso, Federica Picchioni, Giulia Sebastianelli, Luca Preto, Mariarosaria Siciliano, Pasquale De Pasquale,
Rocco Puopolo, Silvia Nigro, Tiziana Trivigno, Valeria Fabbricatore, Valerio Galeone.
3
Tor Sapienza
Trasformare la città pubblica
4
Perché un laboratorio?
“La Roma che vogliamo è semplice: rigenerare tutto quello che
è costruito, fare meglio dove è stato già fatto, dove la città ha
consumato il suolo e rivedere tutti gli interventi che ripropongono
l’espansione fisica della città. Affermeremo in tutti i nostri inter-
venti che se la città non è pubblica semplicemente non è.” Que-
sta frase, tratta dalla presentazione dell’Assessorato alla Trasfor-
mazione Urbana guidato da Giovanni Caudo, riassume in poche
righe la radicale novità di politica urbana che il Sindaco Marino e
l’Assessore hanno condiviso a partire dalla stesura del program-
ma elettorale.
Rigenerare, costruire nel costruito, rilanciare la dimensione
pubblica della città. Tre obiettivi per un programma che appare
tanto più rivoluzionario se lo si confronta con la storia recente di
una città che tra il 1993 e il 2008, in soli 15 anni, ha urbanizzato
una superficie pari a quasi 3 volte il tessuto della città storica
compresa tra le Mura Aureliane.1
Una espansione, per altro, che
non ha coinciso con un aumento della capacità di accoglienza
della città, considerando come negli stessi anni la popolazione di
Roma diminuiva per poi crescere di poco (del 2,4% tra il 2001 e
2011 secondo i dati Cresme) cedendo sostanzialmente abitanti
alla crescita impetuosa della provincia (crescita che nei comuni
di prima cintura è arrivata al 30%). Un fenomeno sintomo di un
disagio, e di una divaricazione tra l’offerta e la domanda abitativa
(permessa dai meccanismi finanziari che sostenevano l’edilizia),
che testimonia chiaramente come la crescita del costruito, in
mancanza di politiche per la casa, non sia in sé una risposta al
problema abitativo.
In questo quadro, la proposta di una politica urbana basata su
una inversione di tendenza, sulla rigenerazione dell’esistente at-
traverso operazioni attente tanto alle grandi questioni ambientali
(dalla riduzione del consumo di suolo allo sviluppo di pratiche di
sostenibilità e resilienza) quanto alle esigenze sociali (alla reale
composizione della domanda abitativa), ha trovato nell’INARCH
Lazio un interlocutore interessato non solo a sostenere la diffu-
sione e discussione di questi temi, ma pronto a lavorare insieme
all’amministrazione ed agli imprenditori per renderli concreti.
Nasce così l’idea di un laboratorio di progettazione che, sulla
base di una collaborazione operativa con l’Acer, e in dialogo con
l’Assessorato, elabori progetti pilota sulle principali tipologie di
“rigenerazione”, per verificarne scenari di sostenibilità architet-
tonica, sociale ed ambientale, nonché di fattibilità economica
e procedurale. Esiste infatti un enorme patrimonio, di aree ed
immobili pubblici, che potrebbero essere subito rimessi in gioco
per rispondere tanto all’emergenza abitativa, quanto al bisogno
di servizi ed infrastrutture di vecchio e di nuovo tipo, dalla viabi-
lità a nuove infrastrutture per l’energia e la resilienza. Il punto è
capire come far collaborare pubblico e privato per sviluppare un
disegno della città coerente, in cui le energie e capacità impren-
ditoriali si sviluppino all’interno di un quadro collettivo, diventan-
do un motore per il bene comune della città.
Obiettivo di fondo dunque del Laboratorio, è quello di generare
esperienze progettuali condivise che aprano la strada ad una
nuova convergenza di forze e di interessi: perché intervenire sui
15.000 ettari di città da ristrutturare vorrebbe dire far ripartire l’e-
conomia di Roma, rilanciando l’immagine di una capitale in linea
con le grandi città europee, da Barcellona a Londra, da Marsi-
glia ad Amburgo, Copenhagen e Stoccolma (e molte altre se ne
potrebbero citare). Città che hanno saputo ri-costruire le proprie
zone d’ombra (quartieri periferici ed aree industriali abbando-
nate) attraendo capitali, risorse, intelligenze e turismo da tutto il
mondo, nel segno della bellezza e della qualità ambientale.
I progetti-pilota: edilizia sociale e qualità ambientale
A partire dalla sfida radicale di dar forma ad una urbanizzazione
senza espansione, sono tre le tipologie di intervento che il La-
boratorio si è proposto di indagare: la riqualificazione dei grandi
quartieri della città pubblica (i quartieri frutto della 167), la rige-
nerazione urbana attraverso la riattivazione del patrimonio edilizio
dismesso (o in via di dismissione) come caserme o depositi Atac,
e la concentrazione di funzioni (residenze e servizi) in corrispon-
denza degli snodi del trasporto pubblico su ferro. Questi tre temi
sono atterrati su tre casi studio specifici: la riqualificazione del
Piano di Zona di Tor Sapienza, la trasformazione della Caserma
Ruffo su via Tiburtina, la soluzione del Nodo di Scambio Marconi.
Si tratta naturalmente di tre temi molto diversi ma che condi-
vidono un approccio comune: quello di pensare allo sviluppo
futuro della città (e dell’attività edificatoria) a partire dai bisogni
concreti delle persone e del territorio. In questo senso due “biso-
gni” fondamentali sono stati al centro del lavoro del laboratorio:
il bisogno della casa e quello di un ambiente sano, un ambiente
capace di sostenere la vita.
Partiamo dalla casa. Cosa si intende oggi per alloggi sociali?
In accordo con il DL 112/2008 che ha definito l’alloggio sociale
come “l’unità immobiliare adibita ad uso residenziale in locazione
permanente che svolge la funzione di interesse generale, nella
salvaguardia della coesione sociale, di ridurre il disagio abita-
tivo di individui e nuclei familiari svantaggiati, che non sono in
grado di accedere alla locazione di alloggi nel libero mercato”,
alle categoria tradizionali di edilizia residenziale sovvenzionata
(o edilizia residenziale pubblica), agevolata e convenzionata, si
è aggiunta nella legislazione italiana una edilizia a canone mo-
derato (housing sociale), realizzata con il concorso di promotori
privati, con contributi pubblici anche in natura come premialità
urbanistiche e/o aree gratuite, e sviluppata attraverso interventi
integrati sia sul piano dell’utenza che delle funzioni, ed attraverso
strumenti finanziari basati su fondi immobiliari con partecipazione
dello Stato attraverso la Cassa DDPP.
Obiettivo di questo nuovo tipo di intervento è l’aumento dello
stock di case in affitto per rispondere alla domanda del ceto me-
dio (in aumento) che non riesce più ad accedere al mercato, nel
quadro per altro di un paese che è agli ultimi posti delle classifi-
che europee per percentuale di alloggi sociali calcolati sul totale
dello stock in affitto (l’Italia è infatti sotto il 5% insieme a Spagna,
Portogallo e Grecia contro una media europea intorno al 25%)2
.
Per quanto riguarda invece la definizione di qualità ambientale
esiste ormai un quadro di riferimento complesso ma molto preci-
so rispetto a cui comprenderla e valutarla: è il quadro dei cam-
biamenti climatici e delle azioni utili ad attenuarli e ad adattarvisi.
Se infatti a livello locale e considerando i bisogni delle persone,
la crisi economica ha comportato in Italia, e a Roma in particola-
re, il ritorno della centralità del problema della casa, dal punto di
vista globale dello stato del Pianeta, l’emergenza ambientale è la
vera novità che sfida la progettazione urbana.
La sfida è ormai molto chiara e presente nel dibattito della Comu-
nità Europea che ha incluso il tema dell’adattamento ai cambia-
menti climatici praticamente in tutti i propri programmi di finan-
ziamento per il 2014-2020. I fondi strutturali e di investimento
europei, e istituzioni come la Banca Europea per gli Investimenti
e la Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo, forniran-
no inoltre un sostegno significativo agli Stati membri, alle regioni
e alle città che investiranno nei programmi e nei progetti legati
all’adattamento.
Ma cosa si intende dunque per azioni di “mitigazione e adatta-
mento” e in che misura esse riguardano il progetto urbano?
Il presupposto che è importante ricordare è che il primo e più
noto cambiamento climatico, l’innalzamento della temperatura,
interessa particolarmente l’Europa con una crescita media delle
temperature nell’ultimo decennio di 1,3 °C rispetto alle tempera-
ture del periodo pre-industriale, un aumento superiore rispetto
Una esperienza di progettazione condivisa
tra Inarch, Acer e Comune di Roma
Marialuisa Palumbo
5
alla media globale (di 0,8 °C)3
. Insieme alla temperatura sono in
aumento i fenomeni meteorologici estremi, le precipitazioni, le
ondate di calore e la siccità.
Tenendo conto che tre quarti della popolazione europea vive in
zone urbane, particolarmente esposte tanto ai rischi di ondate di
calore, di alluvioni ed innalzamento dei livelli del mare, l’Europa
stima un costo crescente legato alla crescita delle catastrofi con
gravi perdite economiche e umane4
.
Dunque le azioni utili ad attenuare i cambiamenti e ad adattarvi-
si sono chiare: riduzione dei consumi di risorse (in primo luogo
suolo, acqua ed energia), riduzione delle emissioni di gas serra,
produzione locale e distribuita di energia rinnovabile, gestione
sostenibile delle acque (con accurata raccolta e riuso dell’acqua
piovana ed alleggerimento del sistema fognario), attento disegno
degli spazi aperti (permeabilità, vegetazione, sistemi di ombreg-
giamento) e riduzione dell’effetto isola di calore.
Molte di queste azioni possono essere raccolte in un approccio
basato sulla capacità di risposta propria degli ecosistemi natu-
rali. Si parla di “infrastrutture verdi”, l’insieme di elementi come
parchi, wetland, orti, viali alberati, tetti e pareti verdi, superfici
permeabili e aiuole drenanti, ovvero sistemi diffusi di infiltrazione
e trattamento locale dell’acqua (rain garden e swale), fornisce
infatti un rimedio a basso costo per fornire raffrescamento, mi-
glioramento della qualità dell’aria, ridurre il pericolo di allaga-
menti e costituire riserve d’acqua. Il tutto contrastando la perdita
di biodiversità ed il degrado degli ecosistemi.
Tenendo conto del fatto che se tutti i paesi europei sono esposti
ai cambiamenti climatici alcune regioni, come il bacino del Medi-
terraneo, sono considerate ad alto rischio, l’attenzione dell’Italia
alla tematica dell’adattamento dovrebbe essere davvero grande.
In questo senso, alla sfida di una urbanizzazione senza espan-
sione, si aggiunge la sfida di una urbanizzazione capace di
sostenere la vita in un contesto di disequilibri crescenti: una
sviluppo della città dunque, non solo alternativo al consumo di
suolo, ma capace di proporre modelli di insediamento a ridotte
emissioni di Co2 e a maggiore resilienza.
Operativamente ciò ha significato in particolare (in accordo con
la Strategia Europea di Adattamento ai Cambiamenti Climatici )
integrare alla normale progettazione urbana un livello ulteriore di
progettazione energetica, una sorta di masterplan delle energie
volto al contenimento dei consumi e alla proposta di sistemi di
generazione locale e rinnovabile, ed un ulteriore approfondimen-
to della progettazione del sistema della acque, un masterplan
delle acque volto alla raccolta, riciclo e integrazione nel disegno
dello spazio urbano dell’acqua piovana.
La struttura operativa
Per sviluppare dunque i tre progetti-pilota secondo gli obiettivi
appena descritti, il laboratorio si è strutturato in un gruppo di
progettazione reso possibile inizialmente dalla collaborazione
con i Master dell’Inarch, con i tre studi professionali che li ani-
mavano (2A+P/A, IaN+, 2Tr, poi responsabili rispettivamente dei
progetti su Tor Sapienza, Caserma Ruffo e Nodo Marconi), con
un gruppo di consulenti attivi sugli aspetti ambientali di tutti e tre
i progetti (bioclimatica, energie, mobilità, acque, certificazituone
ambientale) e con alcuni giovani progettisti formatisi nel master
dell’Inarch in Architetture Sostenibili. Un ulteriore supporto è
arrivato dalla consulenza sugli aspetti procedurali e normativi
dell’architetto Alessandra Montenero.
Questo gruppo allargato di progettazione, si è via via confrontato
in modalità differenti con esponenti ed esperti di Acer ed Isveur,
per discutere le impostazioni dei progetti e poi in particolare per
valutarne un modello di sostenibilità economica. Da questo punto
di vista è importante chiarire che la difficoltà di sviluppare in
tempi stretti una progettazione integrata alle tematiche ambien-
tali non ci ha permesso di portare avanti una valutazione eco-
nomica specifica di questi aspetti. Ma tenendo conto di recenti
esperienze di realizzazioni ad alta efficienza, realizzate a Roma a
costi contenuti (meno di 1000 euro/mq)6
, si è ritenuto che i costi
proposti nelle tabelle di valutazione possano contenere le misure
ambientali proposte.
Tornando alla dinamica operativa del laboratorio, gli incontri tra
i progettisti e i rappresentanti dell’Acer, e tra progettisti e con-
sulenti ambientali, sono stati a loro volta integrati da altri incontri
con l’Assessore e i dirigenti delle Unità Operative su Riqualifica-
zione di Ambito Urbano e Riuso del Patrimonio Pubblico e sulla
Qualità Urbana, con l’obiettivo di tenere insieme le ragioni di
ciascuna delle parti integrandole in un disegno comune.
Da questo punto di vista il Laboratorio ha rappresentato una
esperienza davvero innovativa e che in un certo senso ha appe-
na cominciato a mostrare la direzione verso cui bisognerebbe
andare: una progettazione urbana che veda allo stesso tavolo il
soggetto pubblico e l’imprenditore privato per ragionare insieme
su come costruire una città migliore, guardando tanto ai vincoli e
agli obiettivi urbanistici (in senso tradizionale) quanto all’esigen-
za di ripensare le forme di gestione della mobilità, delle energie,
dei rifiuti e delle acque intese come parte dell’infrastruttura degli
ecosistemi naturali.
Ha “appena cominciato” a mostrare una strada perché soltanto
adesso, al momento della chiusura di questa fase, ci ritroviamo
davanti a tre masterplan completi sotto tutti questi aspetti ed è
dunque adesso che possiamo valutarne in pieno la complessità
e l’interesse, pubblico e privato: per la collettività e per i poten-
ziali futuri abitanti.
Ancora, è adesso che dovrebbe cominciare un nuovo e più am-
pio lavoro di condivisione, con altri uffici e altri soggetti, in parti-
colare con coloro che si occupano di ambiente, mobilità, acque,
rifiuti ed energia. Perché il cuore della sfida di una progettazione
urbana di nuovo tipo sta proprio nel non ‘esternalizzare’ più i
propri rifiuti (emissioni, calore, scarti, acque sporche) ma trovare
piuttosto forme di equilibrio locale: fabbisogni energetici ridotti
al minimo e produzione locale da fonti rinnovabili del poco che
serve (e così via).
Altre città hanno già dato l’esempio, hanno progettato e realizza-
to quartieri modello o hanno cambiato gli equilibri di intere strut-
ture urbane rinunciando per esempio alla mobilità privata a favo-
re delle bici e dei mezzi pubblici. Roma non ha più tempo, deve
cambiare adesso. Abbiamo la capacità progettuale ma anche la
voglia imprenditoriale di scrivere una storia diversa, di tornare ad
essere un luogo vivo, di elaborazione e costruzione del futuro.
In questo senso, ancora, speriamo che questa conclusione
non sia che un inizio, che ci permetta di portare avanti questi e
molti altri progetti secondo quella che è la ragion d’essere dell’I-
NARCH: uno strumento di convergenza tra le Pubbliche Ammini-
strazioni e le culture d’impresa e di progetto.
1. Dati “Ambiente Italia 2011, il consumo di suolo in Italia”, annuario di Legambiente a cura di
Duccio Bianchi e Edoardo Zanchini.
2. Dati di Federcasa, atti del convegno “Una Casa per Tutti”, Roma novembre 2011.
3. Relazione SEE n. 12/2012, Climate change, impacts and vulnerability in Europe 2012.
4. Si stima che il costo minimo del mancato adattamento ai cambiamenti climatici per tutta l’UE
parta da 100 miliardi di EUR nel 2020 per raggiungere 250 miliardi di EUR nel 2050. Tra il 1980
e il 2011 le perdite economiche dirette nell’UE in seguito ad alluvioni hanno superato i 90 miliardi
di EUR. Secondo le previsioni il dato è in crescita: il costo annuo dei danni da alluvione fluviale
dovrebbe raggiungere 20 miliardi di EUR nel decennio 2020-2030 e 46 miliardi di EUR entro il
decennio 2050-2060. Anche il costo sociale dei cambiamenti climatici può essere considerevole.
Le alluvioni nell’UE hanno causato oltre 2.500 decessi e hanno toccato oltre 5,5 milioni di persone
nel periodo 1980-2011. Se non verranno prese ulteriori misure di adattamento si stimano 26.000
possibili decessi all’anno dovuti al caldo entro il decennio 2020-2030 e 89.000 entro il decennio
2050-2060. Dati relazione SEE n. 12/2012.
5. http://ec.europa.eu/clima/policies/adaptation/index_en.htm
6. In particolare facciamo riferimento all’intervento di edilizia residenziale pubblica a
Monterotondo, realizzato a Roma tra il 2008 e il 2009 su progetto di Cortesini, Battisti, Tucci, con
un progetto degli impianti di Cipriani e Guglielmini. Impresa: A.T.I. Capogruppo Gral Costruzioni
Unipersonale srl, Mandante Impresa Culicelli Santino.
6
7
Il progetto di Tor Sapienza scaturisce dalla constatazione della
cesura esistente tra la borgata e il PdZ, e dal riconosciemento
del degrado e della incongrua utilizzazione dei servizi localizzati
sui due assi principali di connessione del quartiere: una scuola
in disuso, un mercato in stato fatiscente, una sezione stradale
ampiamente sovradimensionata.
La strategia di rigenerazione si basa sull’idea di rimettere in
gioco il suolo pubblico, consentendo la realizzazione di una lieve
densificazione e sostituzione edilizia: nuovi alloggi sociali e ser-
vizi per la persona. Parallelamente, il progetto propone la riquali-
ficazione degli alloggi Ater di via Giorgio Morandi attraverso una
operazione di retrofit e di riorganizzazione del taglio degli alloggi,
e attraverso la trasformazione della stecca centrale dei servizi
(attualmente abusivamente occupata) ed il ridisegno dell’asset-
to urbano degli assi e delle aree adiacenti di viale De Chirico e
di via De Pisis. Complessivamente, il programma immaginato
prevede la realizzazione di case per giovani coppie, case per
anziani, case atelier-laboratori, un mercato, un cinema/palestra,
un supermercato.
Da una valutazione di massima dei costi di trasformazione dell’a-
rea di intervento (demolizioni, bonifiche, ricostruzione sistema
stradale e infrastrutturale), e considerando come i fondi di inve-
stimento per la casa non coprano i costi di urbanizzazione non
strettamente pertinenti agli alloggi né di volumetrie non residen-
ziali, il modello di sostenibilità economica immaginato si basa su
una collaborazione pubblico privato in cui, pur garantendo all’in-
tera area di intervento una destinazione ad un uso sociale, una
modesta parte viene assegnata in diritto di superficie agli opera-
tori (residenziale e non residenziale) per consentire la copertura
dei costi di ri-urbanizzazione.
Nel caso in cui tanto le opere di urbanizzazione primaria quanto
quelle di urbanizzazione secondaria fossero di diretto finanzia-
mento dell’Amministrazione Comunale non sarebbe necessario
prevedere alcuna cessione del diritto di superficie residenziale,
ma la sostenibilità economica dell’operazione andrà ricercata
attraverso la determinazione di canoni locativi differenti riferiti alle
volumetrie da realizzare.
A seguito però del dibattito interno al Laboratorio e considerando
il mix sociale come un valore fondamentale per la rigenerazione
stessa di aree erroneamente sovraccaricate da una popolazione
tutta a basso reddito (in contraddizione con gli stessi intenti del
legislatore quando negli anni 60-70 prevedeva l’integrazione tra
più ceti sociali attraverso la realizzazione di edilizia sovvenziona-
ta, agevolata e convenzionata), e considerando ancora la bassa
densità dell’area, riteniamo che la cessione del diritto di superfi-
cie di alcuni terreni, per la realizzazione di alloggi convenzionati,
possa ritenersi utile sotto il profilo urbanistico e sociale.
L’obiettivo del progetto e dell’Amministrazione è infatti quello
di garantire una appropriata qualificazione ad un ambito urba-
no oggi degradato, rinforzando i legami, oggi problematici, tra
la borgata e il PdZ, realizzando al contempo alloggi sociali (da
destinare alla locazione) capaci di rispondere all’attuale grave
disagio abitativo.
Per quanto riguarda gli aspetti ambientali della densificazione,
la riduzione della superficie verde (in particolare del verde che
caratterizza viale De Chirico) è largamente compensata dall’at-
tenzione alla qualità ambientale del progetto inteso nella sua
unitarietà. Una qualità che si è programmaticamente deciso di
“quantificare” attraverso la griglia valutativa del Protocollo Leed
Quartieri, ovvero, uno strumento di misura di sostenibilità nato
per la specificità del contesto italiano ma con alle spalle un ruolo
consolidato e in crescita in ambito internazionale (LEED for Nei-
ghborhood Development).
Aspetti cardine del protocollo sono gli obiettivi di connessione e
commistione funzionale e conseguente indipendenza dall’auto-
mobile, la qualità degli spazi pubblici, l’efficienza degli edifici, la
riduzione delle emissioni inquinanti, la gestione sostenibile della
risorsa idrica, le misure per contrastare l’effetto isola di calore.
Sotto quest’ultimo aspetto il progetto controlla la trasformazione
di permeabilità del suolo, mantenendo nell’area di intervento un
indice di permeabilità (cioè un rapporto tra superfici permeabili e
impermeabili) superiore al 50%.
Complessivamente, attraverso le misure per l’efficienza energe-
tica (descritte estensivamente nella relazione e nelle tavole del
Sistema delle Energie) e considerando solamente i fabbisogni
energetici relativi all’abitare e al terziario (senza cioè considerare
il settore dei trasporti e dell’illuminazione pubblica), il fabbisogno
di energia termica ed elettrica può essere ridotto da un minimo
del 75% (applicando soltanto alcune delle misure di efficien-
za proposte) ad un massimo del 100% (rispetto ai fabbisogni
a persona oggi a norma) azzerando così, non i consumi, ma la
richiesta di energia dai sistemi di approvvigionamento energeti-
co pubblici, fonti cioè esterne all’area di intervento. Nel caso di
una riduzione del fabbisogno del 75%, anche le emissioni di Co2
procapite verrebbero ridotte del 75%.
Dal punto di vista normativo e procedurale tutto l’intervento
proposto è interno all’attuale perimetro del PdZ 19 (completato
nel 1982) e si configura come una variante ad un piano attuativo
di competenza della stessa Amministrazione Capitolina e quin-
di non necessità di approvazioni da parte della Regione Lazio.
Infatti l’insieme delle nuove volumetrie previste non ascrivibile
alla stretta definizione di servizi da standard urbanistici (di cui
al decreto interministeriale 1444/68) non raggiunge il 5% delle
volumetrie residenziali esistenti.
introduzione
Marialuisa Palumbo e Alessandra Montenero
8
Mc di residenziale realizzato
Consistenza dei PEEP a Roma
Superficie Vincolata
primo PEEP: 14 266 000 mc
secondo PEEP: 18 068 000 mc
totali: 32 334 000 mc
primo PEEP: 3 062,71 ha
secondo PEEP: 995,9 ha
totali: 4058,61 ha = 40 586 100 mq
Secondo PEEP -1987
Primo PEEP - 1964
PEEP 1964 piano di zona n.19 - Tor Sapienza
Fonte: Buffa, Marconi, Montenero, Picciotto, Visentini,
L’ attuazione dei piani di edilizia residenziale pubblica
Roma 1964-1987, Ed. Officina
9
TRASFORMARE LA CITTà PUBBLICA
IL CASO DI TOR SAPIENZA
2A+P/A studio associato
Oggi prendere in considerazione il recupero urbanistico di un
Piano di zona non significa solamente agire su un’area circoscrit-
ta della città, ma partecipare a un processo ben più ambio che
riconsidera nel suo insieme l’eredità della città moderna.
Questa condizione ci pone immediatamente di fronte a una gran-
de sfida che rappresenta allo stesso tempo una straordinaria
occasione per la città di Roma.
La città moderna oggi necessita un ripensamento e questa stes-
sa necessità diventa l’opportunità per una trasformazione della
città nella sua interezza.
Solo prendendo in considerazione le aree destinate ai piani di
zona si potrebbe immaginare un progetto a grande scala, di città
nella città, capace di dare nuove soluzioni all’esigenza abitativa,
ancora presente, e allo stesso tempo sopperire a problematiche
urbane mai risolte.
Osservare il problema da questo punto di vista spinge la rifles-
sione a considerare questo tipo d’interventi non come occasioni
isolate ma come elementi di un arcipelago che affiora dal mare
continuo del territorio urbano di Roma.
Proprio per questo motivo, per la necessità di considerare questi
interventi connessi tra loro, è importante che questi progetti di
recupero e rigenerazione siano capaci di costruire una gramma-
tica, cioè che siano in grado attraverso il loro modo di modificare
lo spazio di definire modalità esemplificative di trasformazione
della città.
Lavorare sul sistema dei Piani di zona significa lavorare all’inter-
no della città, trovare modalità e occasioni di riscrittura della città
stessa. Questo tipo strategia permette al corpo urbano di modifi-
carsi, trasformarsi, rigenerarsi, senza necessariamente consuma-
re nuovo suolo naturale, uscendo dagli attuali confini urbani, nel
tentativo di preservare il già delicato rapporto tra territorio urbano
e paesaggio naturale.
11
ANALISI DELL’AREA
12
13
LOCALIZZAZIONE
MUNICIPIO V (ex VII)
Superficie: 46.750 km2
Popolazione al 31.12.2010: 310.887 ab
Densità: 6649 ab/Kmq
Coordinate: 41°52’54,12” N
12°31’22.08” E
XV
XV III
IV
II
I
V VI
VII
VIII
IX
X
XI
XII
XIII
XIV
Il quartiere Tor Sapienza sorge nella periferia est di Roma, tra la via
Prenestina ed il tratto urbano dell’autostrada A24, entro e a ridosso
del Raccordo Anulare. Fa attualmente parte del Municipio V che è
scaturito dall’accorpamento dell’ex Municipio VII ed ex Municipio VI.
La sua denominazione trae origine dalla presenza di una torre qua-
drata in laterizio, sorta nel XII sec. e affidata, nella metà del 1400,
agli studenti di Perugia grazie alla disponibilità dell’arcivescovo di
Fermo. Furono questi a rinominarla “Sapienza nuova” e da qui “Tor
Sapienza”. Attualmente della torre rimane soltanto il basamento
quasi irriconoscibile.
L’attuale nucleo urbano si è costituito negli Anni Venti per volontà
di Michele Testa, ritenuto il fondatore di questo quartiere. Ferroviere
molisano, antifascista, Testa decide di recarsi in questo luogo perife-
rico a seguito di contrasti con il regime e di fondare qui la “Coopera-
tiva Tor Sapienza dell’Agro Romano”. La Cooperativa realizza inizial-
mente venticinque abitazioni economiche, seguite subito dopo da
un altro centinaio. Il 20 Maggio 1923 è inaugurata la prima borgata
di Tor Sapienza. Questa prima lottizzazione è eseguita regolarmente
dal punto di vista urbanistico e la zona viene anche attrezzata con
una condotta medica, una scuola ed una farmacia. A conseguenza
di ciò l’intera zona circostante acquista una maggiore valorizzazione
e viene investita da un’elevata urbanizzazione, contesto che porta
a uno sviluppo successivo di tipo spontaneo e quindi di un assetto
viario sottodimensionato e privo di parcheggi.
Gli edifici residenziali del primo periodo di espansione del quartie-
re sono tutti per lo più accomunati dalla ricorrente tipologia edilizia
riscontrabile in molte altre periferie romane: si sviluppano soprattutto
edifici ad uno o due piani, circondati spesso da giardinetti o dotati di
corte interna.
MUNICIPIO V (ex VII)
Superficie:			 46.750 km2
Popolazione al 31.12.2010: 	 310.887 ab
Densità: 				6649 ab/Kmq
Coordinate: 			 41°52’54,12” N
				12°31’22.08” E
14
Ferrovie metropolitane
Autostrade
Linee tramviarie
Linee metropolitane in construziona
Linee metropolitane
Strade urbane di scomimento
Tor Sapienza
Ferrovie metropolitane
Autostrade
Linee tramviarie
Linee metropolitane in construziona
Linee metropolitane
Strade urbane di scomimento
Tor Sapienza
15
1
2
1
2
Aeroporto Roma Ciampino
Stazione Tiburtina F.S.
Strada principale di quartiere
Autostrada
Strada di scorrimento urbano
Strada secondaria di quartiere
Linea ferroviara
ANALISI DEL VERDE ANALISI DELLE INFRASTRUTTURE
16
edifici religiosi
servizi sanitari
università
scuole secondarie superiori
scuole primarie/secondarie inferiori
aree industriali
hotels
centri culturali
centri sportivi
uffici postali
banche
mercati/supermercati
uffici pubblici
ANALISI DEI SERVIZI
17
edifici a torre
edifici specialistica
edifici a corte
edifici a schiera
edifici monofamiliari
edifici plurifamiliari
capannoni
edifici in linea
18
ANALISI DEL TESSUTO URBANO
19
4
3
2
1
5
4
3
2
Fabio Montagna
Tor Cervara
Baden Powell
Tor Tre Teste
Tor Sapienza
Parchi Urbani
Denominazione Parchi Urbani
Verde ad uso agricolo
Verde ad uso non agricolo
Orti Urbani
1
5
ANALISI DEL VERDE
20
Piano Di Zona
Borgata Storica
Area Industriale In Dismissione
Nuove Residenze
Servizi Sanitari e Uffici
Piano Di Zona
Borgata Storica
Area Industriale In Dismissione
Nuove Residenze
Servizi Sanitari e Uffici
L’insediamento attuale dell’intero quartiere di Tor Sapienza si
caratterizza con la netta separazione tra gli ambiti a carattere
edilizio, industriale e dei servizi. Infatti, la zona industriale ubicata a
nord, costantemente in trasformazione, è nettamente circoscritta
dalla bretella autostradale Roma – L’Aquila, dal fosso di Tor
Sapienza e dal tracciato ferroviario FM2. Altri insediamenti industriali
sorgono ad est, ovest e sud del quartiere e, insieme agli ampi spazi
verdi posti a ovest, contribuiscono al suo isolamento.
Il cuore dell’attività sociale e commerciale, invece, si sviluppa tra
Via di Tor Sapienza e Via Collatina e attorno a piazza De Cupis,
all’intersezione delle due strade. Su di essa si aprono edifici
specialistici come la scuola elementare “Gesmundo”, simbolo
del Quartiere sorto nel primo dopoguerra come struttura militare.
La zona circostante ha un impianto a pettine rispetto a via di Tor
Sapienza ed è caratterizzata da edifici di tre o quattro livelli fuori
terra che presentano a pian terreno esercizi commerciali e ai restanti
piani residenze. Questa tipologia è diffusa in tutto il quartiere nelle
due declinazioni con o senza l’attività commerciale sottostante.
Un secondo percorso, qualificabile come asse insediativo
secondario, a partire dalla stazione ferroviaria, attraversa la parte
nord del quartiere, parallelamente alla via Collatina e alla sede
ferroviaria, passando per due piccole piazze (piazza Raggio e piazza
Coleman) disposte simmetricamente rispetto a via di Tor Sapienza
che poi ripiegano verso quest’ultima dopo aver intersecato la via
Collatina. La morfologia comincia a cambiare spostandosi dal
nucleo storico verso l’insediamento “167”: in via de Pisis infatti si
hanno prevalentemente edifici destinati ad attività sociali come un
centro anziani, un centro sociale e una polisportiva. Lungo via De
Chirico si attestano ad est tre scuole ed una chiesa, mentre ad
ovest si hanno i blocchi in linea di 7-8 piani destinati a residenza
realizzati dallo IACP e dagli altri operatori con il Piano di Zona n°19.
tIPOLOgIE dEI tESSUtI dELL’AREA
21
1436
1261
1528
1318
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1416
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924
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1224
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985
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987
5 988
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1237
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578
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595
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917
920
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385
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559 560
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833
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A
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793 822
796
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547
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548
545
416
453
368
514513
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716
715
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533
325
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769
307
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702
703
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704
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313
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179
436
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597
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386
800
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596 598
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1183
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753
242
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713
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711
710
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458 46
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270
271
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272
249
445
446
32
444
244
171
296
317
316
468
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536
727
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724 913
720
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278
760
180
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234
912915 911
914
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907723
909
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277
758
276
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732
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672674
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B
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654
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601 602
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685
867
411
1231
109
110
X4
146
1196
12
03
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939
940
119
9
11
98
89
0
90
506
1324
1322
930
497
1323 182
498
1325
402
382
1288
170
1290
1289
X1282
1283
79
921
1415
ACQUA
Comune di roma
Limite PdZ 19
ANALISI DELLE PROPRIETÀ
Altri Enti
Privati
Società
22
PRG di Roma vigente 2008 - Scenario del Municipio V (ex VII)
23
Nel 1965 viene approvato il nuovo P.R.G. nel quale l’area di Tor
Sapienza entra a far parte sotto la destinazione urbanistica di zona
F1. È in questa sede che i nuclei esistenti di origine spontanea degli
anni precedenti vengono normati e legittimati.
Nel 1968 il Comune di Roma predispone ed adotta per la locale
zona F1 di P.R.G. un “Piano Particolareggiato del territorio
compreso tra la ferrovia Roma – Sulmona, il P.P. delle Zone
Industriali n. 8/L, via Prenestina e l’Asse intermedio di Scorrimento
Orientale (Località Tor Sapienza)”, che viene ratificato il 31 maggio
del medesimo anno. Dalla Relazione Tecnica si apprende che “Nel
comprensorio di P.P. è intercluso il Piano di Zona n. 19, L. 167/62
che, pur non facendo parte del P.P. stesso, si inserisce nel tessuto
del Quartiere”.
Il Piano Particolareggiato della zona F1 venne dimensionato, in
termini di servizi e verde, per 19.000 abitanti finali, ai quali si devono
sommare i 4.650 abitanti previsti dal Piano di Zona n. 19 per un
totale di 23.650 abitanti finali per Tor Sapienza. Tra gli obiettivi del
P.P. era quello di reperire aree per servizi e verde e di proporre
una struttura urbana organica e razionale, tenendo conto dei limiti
imposti dalla situazione preesistente, intervenendo sia sulla maglia
viaria con nuovi tracciati, sia sul tessuto edilizio con proposte di
accorpamento di volumi, incentivi di cubature etc.
Negli anni ’70 viene poi progettato e realizzato il Piano di Zona
n° 19 “Tor Sapienza”, su un comprensorio di 43 ettari, tra la Via
Prenestina e la Via Collatina, nelle immediate vicinanze della zona
industriale prevista dal Piano regolatore. Tale comprensorio rientra
nella strategia urbanistica allora dominante, la quale aveva deciso
di realizzare nuovi insediamenti affiancati alle periferie spontanee.
L’intento era quello di contribuire al loro risanamento attraverso
un sovradimensionamento degli standard di verde e servizi entro
la zona “167”. Si sperava poi di ottenere un’integrazione sociale
ed urbana tra il vecchio ed il nuovo tessuto edilizio. Sulla base
delle previsioni del PEEP l’insediamento doveva soddisfare la
collocazione per 4.650 abitanti, con una densità contenuta, pari a
108 abitanti per ettaro. Il disegno originario del piano urbanistico
prevedeva, in un’area con una considerevole pendenza verso
levante, un nucleo più denso sulla sommità, case basse lungo
le pendici, una fascia di servizi sociali al di là della strada di
collegamento delle viabilità principali già esistenti, la quale sarebbe
dovuta servire come collegamento tra il nuovo insediamento e
quello storico spontaneo, e spazi verdi a ovest del rilievo, creando
un elemento di distacco verso le zone destinate ad attività
produttive. Per lo stralcio successivo di alcune aree si optò invece
per una maggiore edificabilità con l’aumento della cubatura, tanto
da consentire la realizzazione di edifici alti 7-8 piani anche lungo
le pendici della collina. Il nucleo più significativo, anche per la
posizione più elevata, è il rettangolo in sommità il cui lato lungo
misura 400 metri che regola l’edificazione e crea un ambiente
urbano volutamente in contrasto con gli aggregati periferici
circostanti privi di qualità. L’intero complesso è servito all’esterno
da un sistema viario ad anello che accentua la separazione formale
e funzionale tra il nuovo insediamento e quello preesistente. Era
previsto inoltre il passaggio di una linea metropolitana che avrebbe
tagliato il comparto in due parti in direzione trasversale.
L’altro nucleo realizzato è quello degli edifici posti sulle pendici
della collina, ai margini della borgata. Sono edifici in linea di 8 piani
disposti parallelamente al complesso a corte appena descritto e al
di là dell’asse viario principale ad anello dello stesso.
INDAGINE URBANISTICA
24
25
51
50
49
48
47
46
45
44
43
42
41
40
39
38
37
Legende: N.G.R.G. Roma, P.T.P.R. Lazio Tav. A, P.T.P.R. Lazio Tav. B - A10.0
PTPR Legenda Tavola A PTPR Legenda Tavola B NPRG Legenda
20
cd058_148
cd058_148
cd058_040
cd058_117
cd058_148
cd058_117
cd058_148
cd058_117
f063
f065
58_095
ab058_010
ab058_025
059
ab058_046
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8_048
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8_137ab058_092
079
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090
0
c058
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m
l_1095
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ml_1107
ml_1110
ml_0961
ml_1105
ml_1147
ml_1099
m
l_1094
ml_1151
ml_1109
ml_0430
m
ml_1098
ml_1145
ml_1149
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ml_1150
m
l_1101
m
l_106
m
l_1097
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m
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m
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trp_0676
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t
trp_0655
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trp_0649 trp_0
trp_0645
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trp_0643
trp_0642
trp_0523
mp058_2391
mp058_2390
mp058_2389
mp058_2387
mp058_2386
mp058_2385
mp058_2382
mp
mp058_2377 mp
mp058_2375
mp058_2mp058_2373
mp058_2371
mp058_2368
mp058_2367
mp058_2366
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mp058_2362 mp058_2361
mp058_2360
mp058_2354
mp058_2027
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mp058
mp058_2015
mp058_2013
mp058_2012
mp058_2011
mp058_2010
mp058_2009mp058_2006
mp058_2005
mp058_2004
mp058_2003
mp058_2002
mp058_2001
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mp058_1997
mp058_1995
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mp058_1991
mp058_1990
mp058_19
mp058_1982
mp058_1981
mp058_1980
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mp058_1978
mp058_1975
mp058_1974
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mp058_1965
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mp058_1956
58_1953
mp058_1500
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mp058_1174
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mp058_1169
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mp058_1166
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mp058_1161
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mp058_1151
mp058_1150
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mp058_1141
mp058_1140
mp058_1139
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mp058_
m
mp058
mp058_1133
mp058_1131
mp058_1129
mp058_
mp058_1124
mp058_1123
mp058_1120
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mp058_1118mp058_1117
mp058_1116
mp058_1115
mp058_1114
mp058_1112
mp058_1840mp058_1839
mp058_1751
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mp058_1745mp058_1744
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mp058_1734
mp058_1733
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7
mp058_1515
mp058_1514
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mp058_1510
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mp058_0094
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mp058_0092mp058_0091
mp058_0090
mp058_0089mp058_0088
mp058_0084
mp058_0083
mp058_0082
mp058_0079
mp058_0078
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mp058_0076
mp058_0075
mp058_0074
mp058_0073
mp058_0072
mp058_0070
mp058_0069
mp058_0068
mp058_0064
mp058_0063
mp058_0062
mp058_0061
tg_247
Legende: N.G.R.G. Roma, P.T.P
PTPR Legenda Tavola A PTPR Legenda Tavola BPtPR - tAV A PtPR - tAV B
*Elaborazioni a cura del XV Master In/Arch Architettura Sostenibile
26
Verde 18,9 ha
Servizi 8 ha
1. scuole 21385 mq
1
2
3
3
4
1
1
1
2. mercato 7369 mq
3. chiesa 2680 mq
4. stecca ATER 6000 mq
campi sportivi 42816 mq
verde pubblico 156900 mq
scuole 32200 mq
Residenziale (sf) 19077 mq
ANALISI SUPERFICI DEL PDZ 19
IACP 8966 mq
altro 9551 mq
privato 560 mq
Residenziale (sul) 122308 mq
IACP (7 PIANI) 62762 mq
altro (6 PIANI) 57306 mq
privato (4 PIANI) 2240 mq
27
ZONA PRG
E3 PEEP 19 43ha
3ha
4ha
108ab/ha
STR.ATTUATIVO NUMERO SUP.TERR.
115mc/ab80mc/ab
DENS.TERRITORIALE
ABITANTI TEORICI
AREE PER SERVIZI
(6,5MQ/AB.)
4ha
14ha
AREE A VERDE
9MQ/AB.
2ha
5ha
AREE PER SERVIZI
(6,5MQ/AB.)
3ha
15ha
AREE A VERDE
9MQ/AB.
4.650
DENSITÀ EDILIZIA ‘97DENSITÀ EDILIZIA ‘65 ABITANTI INSEDIATI 1997
3.222
VOLUMETRIA DI PROGETTO mc
RESIDENZIALE NON RESID. TOTALE
372.300 74.200 446.500
RESIDENZIALE NON RESID. TOTALE
372.300 74.200 446.500
VOLUMETRIA EDIFICATA mc
IL PIANO DI ZONA
LE QUANTITà DEL PIANO DI ZONA 19
28
STUDIO DEL SOLEGGIAMENTO *Elaborazioni a cura del XV Master In/Arch Architettura Sostenibile
29
ANALISI CLIMATICA
SIMULAZIONE DEL FABBISOGNO ENERGETICO IN FUNZIONE DEGLI ORIENTAMENTI
24,7
Kwh/mqa
16,1
Kwh/mqa 18,5
Kwh/mqa
8,6
Kwh/mqa
-34%
heat energy demand cooling demand fabbisogno per riscaldamento fabbisogno per raffrescamento
x= 12 m
y= 40 m
h= 12 m (4 piani)
x= 40 m
y= 12 m
h= 12 m (4 piani)
trasmission losses
ventilation losses
usable solar gains
usable internal gains
heat energy demand
cooling demand
36,7 kWh/mq a
30,6 kWh/mq a
29,7 kWh/mq a
12,8 kWh/mq a
24,7 kWh/mq a
16,1 kWh/mq a
trasmission losses
ventilation losses
usable solar gains
usable internal gains
heat energy demand
cooling demand
34,5 kWh/mq a
30,6 kWh/mq a
33,9 kWh/mq a
12,7 kWh/mq a
18,5 kWh/mq a
8,6 kWh/mq a
STECCA N-S STECCA E-O
30
EQUINOZI
ore 9-12-15
SOLSTIZIO D’INVERNO
ore 9-12-15
SOLSTIZIO D’ESTATE
ore 9-12-15
STUDIO DEL SOLEGGIAMENTO
31
STUDIO DEI VENTI PREVALENTI *Elaborazioni a cura del XV Master In/Arch Architettura Sostenibile
32
33
IL PROGETTO DI RECUPERO URBANO
34
VIADECHIRICO
VIATORSAPIENZA
VIADECHIRICO
VIATORSAPIENZA
VIADECHIRICO
VIATORSAPIENZA
CRITICITÀ DELLO STATO ATTUALE
- Divisione tra comparto del PdZ e borgata storica
costituita dal limite fisico e percettivo di via De
Chirico e dalla fascia dei servizi
- Isolamento del Comparto ATER di via Morandi
FASE 1 - Modifiche alla viabilità e demolizioni
- Modifica della viabilità costituendo un nuovo “Cardo
e Decumano” attraverso la riduzione della sezione di
via De Chirico e di via De Pisis, la quale viene anche
prolungata all’interno del comparto ATER;
- Demolizione scuola Vittorini, del plateatico del
mercato e della stecca centrale ATER
FASE 2 - Densificazione
- Realizzazione di nuovi servizi sulla superficie
di circa 60.000 mq recuperata in FASE 1 dalla
riduzione delle sezioni stradali;
- Gli edifici costituiranno un sistema
trasversale al PDZ, caratterizzato da una forte
mixitè funzionale: residenziale,
socio-assistenziale, terziario-produttivo,
commerciale;
- Realizzazione di un baby park e di un centro
culturale-associativo, quali servizi pertinenziali
all’interno del comparto ATER;
- Realizzazione di nuovo edificio residenziale
convenzionato all’interno del comparto ATER;
- Realizzazione di circuito ciclopedonale
connesso alla stazione FM2 di Tor Sapienza
35
Tor Sapienza è un quartiere che ha bisogno di essere riconsi-
derato. L’idea alla base del progetto è di cercare, attraverso
un processo di densificazione, di ristabilire un nuovo equilibrio
nell’intera area.
La condizione attuale è quella di una netta separazione tra l’inter-
vento di edilizia economica e popolare del Morandi e la borgata
storica di Tor Sapienza.
I diversi elementi che contraddistinguono le due entità -morfolo-
gia, posizione, orografia, dimensione, tipologia edilizia, parti so-
ciali- sono costantemente contrapposte senza avere mai trovato
alcun punto di convergenza. Lo stesso sistema infrastrutturale
alla base del piano di zona, e dove il sistema dei servizi dello
stesso piano si struttura, costituisce un limite invalicabile.
Oggi lavorare a Tor Sapienza non significa solamente valutare
nuovamente il valore della città moderna, le sue possibilità, i suoi
fallimenti, ma ricercare un nuovo modo per agire direttamente sui
suoi limiti, cioè su quegli elementi che la separano dal resto della
città e che la mantengono ancora una parte o meglio un’isola.
In questo senso il progetto intende lavorare proprio sulla fascia
dei servizi che si sviluppa lungo l’asse di viale De Chirico.
In questo momento quest’asse stradale, che collega la via Pre-
nestina e con la Collatina, è notevolmente sovradimensionato.
Questo evidentemente deriva da un’errata previsione del Piano
di zona, che immaginava un generale riassetto delle infrastrutture
stradali dell’intera area che non è mai stato realizzato.
A questo si aggiunge un secondo ordine di problema. Vista la
presenza di negozi e servizi lungo l’asse di via di Tor Sapienza,
parallelo a quello di viale De Chirico, e nonostante la sua ridotta
sezione stradale, è questo il percorso più usato per gli sposta-
menti quotidiani.
La costatazione di questi fenomeni ha spinto il progetto a verifi-
care la possibilità di cogliere nella ridefinizione di quest’ambito il
cuore per una trasformazione dell’intero quartiere.
Il progetto intende usare la superficie attualmente sfruttata da una
delle due carreggiate di viale De Chirico e l’ampia area verde di
spartitraffico che le separa, come suolo per nuove volumetrie.
Inoltre una verifica dei servizi presenti in quest’area ha mostrato la
possibilità di aggiungere a queste anche le superfici del mercato
e dell’Istituto Piazza De Cupis, che saranno demoliti per ospitare
nuovi servizi. La somma di tutte le aree recuperate è una superficie
pari a circa 60.000 mq.
Quindi alla fascia di servizi esistenti composta dall’Istituto tecnico
industriale Giovanni XXIII, l’Istituto professionale Jean Piaget,
l’asilo nido comunale, la chiesa evangelica e l’accesso al parco
di Tor Sapienza, si sommeranno ulteriori servizi con lo scopo di
trasformare quello che un tempo costituiva un limite in un elemento
permeabile e di contatto. Per garantire questo, un sistema di strade
trasversali ricucirà l’intera viabilità del quartiere al fine di costituire un
reticolo stradale fluido e continuo.
Anche viale De Pisis, che risulta essere l’unico elemento di
connessione tra le parti sarà modificato. In questo caso sarà
diminuita la sezione stradale per rafforzare l’ampiezza dei
marciapiedi e trovare spazio per ulteriori posti auto.
All’intero di questo nuovo spazio è stato impostato un progetto
strategico capace di intensificare le attività urbane, la presenza di
servizi, spazi pubblici e aree verdi, e la costruzione di una nuova rete
di strade e percorsi ciclo-pedonali.
Partendo da Nord, dall’incrocio tra viale De Chirico e la via Collatina,
questa nuova fascia urbana ospiterà un sistema di edifici che
sommato ai servizi presenti costituirà una sequenza di funzioni
diverse capace di costituire una parte di città viva e attiva nell’arco
dell’intera giornata.
I nuovi interventi comprendono: un sistema di case a schiera con
giardino privato, un edificio residenziale in linea, uno di uffici, uno
con tipologia case-laboratorio, una palestra, un nuovo mercato con
attività commerciali e un nuovo accesso al parco di Tor Sapenza.
Tutti questi edifici sono intesi come un sistema di servizi quali: servizi
alle persone (servizi assistenziali, culturali, fitness, sanitari, culturali),
pubblici esercizi (bar, ristoranti, pub, locali), artigianato di servizio
(studi d’artista), direzionale privato (uffici, studi professionali, servizi
alle imprese).
Un ulteriore intervento è di garantire attraverso una rete continua
di percorsi ciclo-pedonali la possibilità di una mobilità alternativa.
La fascia di verde a posta Nord-Ovest dell’area d’intervento che
costeggia via Massimo Campigli e viale Giorgio Morandi sarà
adibita a orti urbani e attraversato da un percorso ciclo pedonale
che connetterà il Morandi alla via Collatina attraverso un percor-
so immerso nel verde.
UNA IPOTESI DI DENSIFICAZIONE
2A+P/A studio associato
36
Nuova edificazione su ex ambito stradale
Nuova edificazione su aree di risulta
Demolizione e ricostruzione
Risistemazione aree
DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI
37
Residenziale
Attività
Spazi pubblici
Verde
DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI
RESIDENZE
(densità bassa)
RESIDENZE
(densità media)
RESIDENZE
(densità alta)
RESIDENZE
CONVENZIONATE
(densità media)
ORTI
GIARDINO
PARCO
URBANO
ARTIGIANATO
case-laboratorio
TERZIARIO
COMMERCIALE
(uffici e negozi)
SERVIZIO
(palestra)
NUOVO MERCATO
COPERTO
CENTRO CULTURALE
(centro anziani e asilo nido)
38
MASTERPLAN
39
INTERVENTI SULLA MOBILITà
Conformazione attuale via de Chirico
39.000 mq
Superfici stradali a verde (aiuole)
23.800 mq
Tracciati stradali da demolire
13.000 mq
Tracciati stradali di nuova costruzione
Nuove aree verdi Superfici pedonali
21.400 mq
Percorsi ciclabili
3.500 ml
Percorsi carrabili
19.000 mq (-50%)
INTERVENTI SULLA MOBILITÀ
40
Schiere
Linea
Commerciale
Case]Laboratori
Palesta
Mercato e servizi
Ballatoio
Legenda
41
Sezione via De Pisis
Sezione via De Chirico
42
43
44
VIStA dELLA PIAzzA dI ACCESSO ALLA SCUOLA
45
VIStA dELLE RESIdEnzE SOCIO-ASSIStEnzIALI
46
VIStA dI VIALE dE CHIRICO
47
VIStA dELLA PIAzzA dEL MERCAtO COPERtO
48
Sezione schiere
A
case a schiera
edilizia convenzionata – bassa densità
superficie coperta 2300 mq
2 piani
184 abitanti
4600 mq
A1
monofamiliare
superficie coperta 90 mq
2 piani
180 mq
L0
L1
L0
L1
A2
bifamiliare
superficie coperta 90 mq
2 piani
90 mq
s k b l
b lll
s k
k
b b r
ll
s
b b r
ll
49
Sezione linea
L0
L1-5
B
case in linea
edilizia convenzionata – alta densità
superficie coperta 900 mq
5 piani
180 abitanti
4500 mq
B1
monofamiliare
superficie coperta 105 mq
1 piani
105 mq
B3
commerciale
superficie coperta 35-50 mq
1 piani
35-50 mq
B2
monofamiliare
superficie coperta 87 mq
1 piani
87 mq
s s
k kb bb
l llll
50
3. Sezione commerciale
E
commericale
nuovo intervento
superficie coperta 1050 mq
2 piani
2100 mq
51
Sezione case-laboratori
D
case + laboratori
nuovo intervento
superficie coperta 1802 mq
3+1
43 abitanti
1080 mq + 1802 mq
D1
monofamiliari
superficie 85 mq
1 piano
85 mq
D2
monofamiliari
superficie 65 mq
1 piano
65 mq
D3
laboratori
superficie coperta 1802 mq
1 piano
50-80-100 mq L0
L1
s s
lab.
magazzino
wc
wc
locale tecnico
lab. lab. lab.
lab.
lab.
lab. lab. lab.
lab.
lab.
lab.
lab. lab.
k k
b b b
l l
l
52
Sezione palestra
C
palestra
nuovo intervento
superficie coperta 576 mq
2 piani
1152 mq
53
Sezione mercato
M
mercato + servizi
nuovo intervento
superficie coperta 1960 mq
1 piano
1220 mq + 740 mq
M1
mercato
superficie coperta 1220 mq
1 piano
30 box
20-35 mq
M2
servizi
superficie coperta 740 mq
1 piano
16 box
20-35 mq
L0
54
Sezione residenze giovani
C
case a ballatoio
residenze socio assistenziali – media densità
superficie coperta 2060 mq
3-4 piani
288 abitanti
7189 mq
C1
monofamiliari - anziani
superficie coperta 50 mq
1 piani
50 mq
C1
monofamiliari - anziani
superficie coperta 50 mq
1 piani
50 mq
C1
monofamiliari - anziani
superficie coperta 50 mq
1 piani
50 mq
C1
monofamiliari - anziani
superficie coperta 50 mq
1 piani
50 mq
C2
monofamiliari - giovani
superficie coperta 50 mq
1 piani
50 mq
C2
monofamiliari - giovani
superficie coperta 50 mq
1 piani
50 mq
C2
monofamiliari - giovani
superficie coperta 50 mq
1 piani
50 mq
C2
monofamiliari - giovani
superficie coperta 50 mq
1 piani
50 mq
C2
monofamiliari - giovani
superficie coperta 50 mq
1 piani
50 mq
C2
monofamiliari - giovani
superficie coperta 50 mq
1 piani
50 mq
C2
monofamiliari - giovani
superficie coperta 50 mq
1 piani
50 mq
k/s
b
l
L0-3
L0-4
55
A
case a schiera
bassa densità
superficie coperta 2300 mq
2 piani
65 alloggi
184 abitanti
4600 mq
B
case in linea
alta densità
superficie coperta 900 mq
5 piani
64 alloggi
180 abitanti
4500 mq
C
case a ballatoio
residenze socio assistenziali
media densità
superficie coperta 2060 mq
3-4 piani
100 alloggi
288 abitanti
7189 mq
SUPERFICI DEI NUOVI INTERVENTI, NUMERO DI ALLOGGI E NUOVI ABITANTI IPOTIZZATO
E
Terziaro e commerciale
nuovo intervento
superficie coperta 1050 mq
2 piani
2100 mq
AREE PARCHEGGIO SU VIA DE CHIRICO
1800 mq
AREA PARCHEGGIO SU VIA COLLATINA
1000 mq
PARCHEGGI IN LINEA SU STRADA
4062 mq
ORTI URBANI
5800 mq
GIARDINI URBANI
3960 mq
D
case + laboratori
nuovo intervento
superficie coperta 1802 mq
3+1
43 abitanti
1080 mq + 1802 mq
M
mercato + servizi
nuovo intervento
superficie coperta 1960 mq
1 piano
1220 mq + 740 mq
C
palestra
nuovo intervento
superficie coperta 576 mq
2 piani
1152 mq
RESIDENZE
16289 mq - 248 alloggi - 652 abitanti
RIQUALIFICAZIONE VIA DE CHIRICO
SERVIZI
8816 mq
STANDARD minimi
5868 mq verde
1630 mq parcheggi
4238 mq servizi
56
FS
P
P
P
P
P
P
Percorso carrabile
Percorso ciclabile
Percorso pedonale
57
una MOBILITà sostenibile
Massimo Ciuffini
In linea generale la strategia d’intervento nel campo della mobilità
sostenibile si articola su tre linee d’azione integrate tra loro:
• ridurre il fabbisogno di mobilità (Avoid/reduce);
• favorire l’utilizzo delle modalità di trasporto più sostenibili (Shift);
• migliorare senza sosta i mezzi di trasporto perché siano sempre
più efficienti (Improve);
Nel caso della progettazione di un nuovo insediamento urbano
ad entrare in gioco sono fondamentalmente le due linee di azione
Avoid/Reduce e Shift.
La linea di intervento Avoid/Reduce è finalizzata alla riduzione della
domanda di trasporto e molte delle misure in questo ambito rica-
dono nella categoria della pianificazione territoriale ed urbanistica.
In questo campo i fattori chiave per ridurre la domanda di trasporto
sono: la densità territoriale, la compattezza dell’edificato, la strut-
tura insediativa, la posizione baricentrica delle principali funzioni
urbane, la distribuzione delle funzioni di prossimità, la progettazione
degli spazi pubblici e la progettazione delle infrastrutture. La linea di
intervento Shift si propone invece di ridurre gli impatti della mobi-
lità, promuovendo l’utilizzo di mezzi di trasporto con minori impatti
specifici. Per questo è necessario che quando si progetta un nuo-
vo quartiere sia prevista un’offerta di trasporto multimodale che
comporti l’esistenza di adeguati servizi di trasporto pubblico, una
rete ciclistica e pedonale ma anche il restringimento in alcuni ambiti
dell’uso dell’auto, per esempio realizzando zone pedonali o zone
dove il traffico sia moderato o limitato.
Complessivamente e in varia misura, tutti gli interventi affrontati dal
laboratorio hanno le caratteristiche fondamentali per essere consi-
derati sostenibili dal punto di vista della mobilità visto come siano
tutti localizzati nella cosiddetta città consolidata, a ridosso di alcu-
ni dei più importanti corridoi di trasporto collettivo della città ed in
adiacenza ad altri quartieri esistenti in modo da innalzarne la densità
funzionale, edilizia ed abitativa.
L’intervento a Tor Sapienza è localizzato in una zona già servita dal
servizio di trasporto pubblico attraverso due linee di autobus Ur-
bane con una frequenza media che oscilla tra i 20 ed i 30 minuti
(a seconda delle diverse fasce orarie e delle diverse giornate della
settimana) e dalla ferrovia metropolitana FM 2. Dalla stazione di Tor
Sapienza che dista circa 800 m dal baricentro dell’insediamento è
possibile raggiungere la Stazione Tiburtina in circa 15 minuti con un
treno ogni 30 minuti. Il progetto prevede il completo aggiornamento
dello schema stradale esistente che è quello tipico di molti interventi
del primo PEEP di Roma. All’epoca l’impostazione progettuale era
quella di “qualificare” gli interventi residenziali pubblici con una rete
stradale dagli alti livelli di servizio e dalle sezioni esuberanti. Una
strategia non diversa da quella relativa alla dotazione di aree pub-
bliche che eccedevano sempre rispetto agli standard minimi, per
“compensare” le scarse dotazioni di servizi ed infrastrutture dell’edi-
ficazione privata, sia legale che abusiva. Questa impostazione, spe-
cie per la dotazione di strade e di aree a parcheggio pubblico, nel
tempo si è rivelata controproducente: ha incentivato l’uso dell’auto-
mobile e, nell’ottica di rendere i nuovi quartieri più accessibili (all’au-
to però), ha contribuito invece ad isolarli. Attualmente tanto Viale De
Chirico che Viale De Pisis, che le è perpendicolare, dispongono di
sezioni stradali con capacità molto superiori a tutta la rete circostan-
te, in particolare le consolari Collatina e Prenestina. Il quartiere di
Tor Sapienza è separato dai quartieri circostanti non solo dalle aree
verdi in cui sono immersi i grandi edifici in linea ma anche da strade
a quattro corsie (e relative fasce di rispetto) che sboccano su assi
stradali funzionalmente di gerarchia superiore ma con sezioni stra-
dali inferiori, tra l’altro con intersezioni pericolose e poco funzionali.
Il progetto tende a ribaltare questa impostazione attraverso:
- Il generale ridimensionamento della rete stradale interna al PdZ
esistente, per avvicinarla a quella delle strade immediatamente
circostanti con la trasformazione di Viale De Chirico in una strada ad
unica carreggiata con una corsia per senso di marcia;
- la prosecuzione dell’asse di Via De Pisis ad intersecare Viale De
Chirico e proseguire sino ad attraversare la corte esistente;
- l’inserimento di chicane e di vari accorgimenti nella progettazione
del sedime stradale per moderare la velocità delle auto, indurre la
deviazione del traffico di attraversamento indirizzandolo su percorsi
alternativi serviti dalle strade urbane di scorrimento;
- la realizzazione di una rete pedonale e ciclistica che, con continui-
tà, collega tutte le polarità del quartiere estendendosi e ramificando-
si verso l’intorno specie verso la fermata della ferrovia metropolitana
di Tor Sapienza e verso la linea tranviaria (incrocio Palmiro Togliatti
Via Prenestina) ;
- la realizzazione di una ridotta dotazione di spazi per parcheggi
pubblici a raso e la realizzazione di parcheggi privati e pertinenziali
interrati.
58
2
1
34
1
3 4
2
Marciapiede
Strada
Parcheggio
Verde
Pista ciclabile
Legenda
59
VALUTAZIONE
indicatore 23-lug-14
Prereq. 1 Localizzazione intelligente Riduzione vkm
Intervento interno alla c.d. città consolidata, adiacente a zone residenziali e produttive esistenti, adiacente
stazione ferrovia metropolitana e dotato di una fitta rete di servizi di autobus. VEDI "ANALISI TOR SAPIENZA"
pag.49. Soddisfatte tutte le opzioni sia 1, 2, 3 che 4.
Credito 1 Localizzazione preferenziale riduzione sprawl
Rispettata opzione 1 (interveno in prossimità in un’area interclusa o un sito da completare che sia anche
un’area precedentemente edificata), 2 (connessioni tra 50 ed 80 al km2) e 3 (intervento che prevede la
realizzazione di edilizia agevolata)
Credito 3
Localizzazione con ridotta dipendenza
dall'uso dell'automobile
accessibilità con vari
sistemi di trasporto
Opzione 1 linee di autobus 543 e 437 frequenza 30 minuti e Ferrovia Metropolitana FM 2 frequenza 30
minuti Opzione 2 L'intervento non è collocato in un’area governata dall’Amministrazione locale come zona a
bassa intensità di traffico
Credito 4
Rete ciclabile e infrastrutture per la sosta
delle biciclette
infrastrutture ciclabili
Depositi previsti, Rete ciclabile di progetto che collega stazione di Ferrovia metropolitana FM2 e Linea
tranviaria 14 e che è situata entro 30 m da almeno il 50% degli ingressi delle unità abitative e degli ingressi
degli edifici non residenziali
Credito 5
Prossimità delle residenze ai luoghi di
lavoro
mix funzionale
Vedi Mix funzionale presente nel progetto. L'intervento in generale rispetta i criteri di equilibrio funzionale
sia al suo interno che in relazione all'esistente.
Prereq. 1
Caratteristiche minime per la fruibilità
pedonale delle strade
vari L'intervento rispetta i requisiti a, b, c e d
Prereq. 2 Sviluppo compatto - densità minima densità minima
L'intervento è inserito nella prossimità di un corridoio di trasporto collettivo (FM2), controbuisce alla
densificazione di un quartiere esistente, promuove la compattezza dell'area nel suo complesso occupando
parte dell'aree aperte tra la Borgata di Tor Sapienza e il Piano di Zona
Prereq. 3 Comunità connesse e aperte densità di connessioni L'intervento ruota attorno a questo obiettivo di fondo
Credito 1 Fruibilità pedonale delle strade
Facciate ed entrate: successiva approfondimento progettuale - Destinazione d’uso piano terra e parcheggi:
soddisfatti i requisiti: successiva approfondimento progettuale Definizione dei limiti di velocità per la
sicurezza dei pedoni e degli spostamenti in bicicletta: Requisiti soddisfatti Interruzione marciapiedi: requisito
soddisfatto
Credito 3 Centri di quartiere ad uso misto
L'intervento prevde che almeno il 50% delle unità residenziali siano ad una distanza a piedi massima di 400 m
da un numero minimo di servizi di base ubicati lungo l'asse di viale De Chirico e nella Corte.
Credito 5 Riduzione delle aree di parcheggio Rispettato sia il requisito sulla dotazione minima di parcheggi a raso e sulla presenza di depositi per biciclette
Credito 6 Rete stradale Il progetto realizza alti livelli di connessione interna e collegamenti tra PdZ e Borgata Tor Sapienza.
Credito 7 Promozione dei trasporti collettivi A questo stadio del processo nessuna accordo con ATAC è possibile
Credito 8 Gestione della domanda di trasporto
A questo stadio del processo non è possibile affrontare le questioni legate alle fasi d'esercizio del nuovo
quartiere
Credito 9 Accesso agli spazi pubblici
Requisito soddisfatto anche se l'intervento riduce quantitativamente gli spazi pubblici del PdZ. Il nuovo
Cardo e Decumano su viale De Pisisi De Chirico, rappresenta un grande spazio pubblico in grado di servire
l'edificato esistente e di progetto.
Credito 10 Accesso alle attività ricreative
Requisito soddisfatto. Nel nuovo Cardo e Decumano su viale De Pisisi De Chirico, che è già uno spazio verde,
è localizzata una palesta di 10.000 mq ed il preesistente parco pubblico
Credito 14 Viali alberati e strade ombreggiate
Requisito soddisfatto. Viale De Pisis e Viale De Chirico dispongono di alberi su entrambi i lati per almeno il
60% della lunghezza dell’isolato lungo la rete viaria cui si aggiungono altre obreggiature diffuse e la messa a
dimora di nuovi alberi
Sistema di valutazione GBC - Tor Sapienza
Localizzazione e Collegamenti del Sito
Organizzazione e Programmazione del Quartiere (Max 43)
A queste valutazioni generali che tendono ad inquadrare l’intervento
nel quadro delle linee generali d’azione ASI, la progettazione dell’in-
tervento a Tor Sapienza si è avvalsa del sistema di valutazione GBC
che, attraverso l’individuazione di un sistema di requisiti, di indicatori
e standard minimi, consente di stimare quantitativamente l’efficacia
del progetto e dunque di orientarne i risultati drante la fase di con-
cezione.
Dal punto di vista della mobilità sostenibile, gli ambiti indagati signifi-
cativi sono:
- Localizzazione e Collegamenti del Sito (LCS)
- Organizzazione e Programmazione di Quartiere (OPQ)
Sopra una tabella riassuntiva in cui, per ciascun requisito significa-
tivo, vengono elencate le considerazioni sul rispetto degli standard
minimi individuati da GBC. Non tutti i requisiti hanno potuto trovare
una valutazione sia per motivi legati all’approfondimento progettuale
raggiunto sia per il carattere ancora teorico dell’intervento.
60
61
RIGENERARE L’EDILIZIA
RESIDENZIALE PUBBLICA
62
ASSONOMETRIA DEL PROGETTO DELLA CORTE DI VIA GIORGIO MORANDI
Courtesy Arch. Wallach
Anno realizzazione: 1975
Progettisti:
dott. ing. Aldo Ferri, prof. arch. Alberto Gatti, prof. arch. Sara Rossi, dott. ing. Ettore Sebasti
prof. arch. Pier Luigi Carci, dott. arch. Riccardo Wallach
COMPLESSO A.T.E.R.
Analisi comparativa della CORTE
63
63
T ra il ’75 e il ’79, L’Istituto Autonomo Case Popolari realizza un
insediamento abitativo il cui assetto è caratterizzato da alti edifici
residenziali in linea con una forma planimetrica ad “L” disposti a
chiudere una grande corte di 400x80 m.
All’interno, sull’asse longitudinale, è situata una spina di servizi con
tipologia a schiera che accoglie attrezzature di interesse collettivo.
L’accesso alla corte è prevalentemente pedonale con l’eccezione di
alcuni spazi ben definiti per le auto dei residenti. La superficie totale
è di 97200 m2.
Edifici residenziali
Uguali a due a due, sono formati da quattro corpi di diversa
lunghezza con doppio sfalsamento per articolare maggiormente la
piazza centrale. Sono costituiti da sette piani di abitazioni su di un
primo livello porticato ed un seminterrato per i parcheggi. Con i loro
504 alloggi, si intendeva dare accoglienza a 2776 abitanti.
Gli edifici sono caratterizzati dall’alternarsi di due profondità
diverse per i quattro diversi tipi di alloggi, dalle finestre a nastro,
dalle regolari campate strutturali di 5,10 m scandite da setti in
calcestruzzo e intervallate a gruppi di quattro da corpi scala larghi
esattamente la metà che permettono l’accesso dalla corte interna.
A rompere la serialità svettano a nord-ovest e a sud-est scale
esterne dalla forte connotazione plastica. A ravvivare il grigio del
cemento a vista brillano il rosso (edilizia sovvenzionata), l’azzurro
(edilizia convenzionata) e il verde di cui sono verniciati gli infissi
in acciaio. La sezione dell’edificio presenta due tipi di profondità
diverse, di cui quella minore è dotata o meno di loggiato continuo
a seconda del piano. Gli edifici presentano un evidente stato di
degrado che interessa sia l’involucro che la struttura stessa dovuto
a una mancata manutenzione.
Gli abitanti, inoltre, lamentano fenomeni di infiltrazione d’acqua e
di umidità soprattutto nei piani superiori, presenza di ponti termici
che provocano la formazione di condensa superficiale e mancato
comfort termico causato dall’assenza di isolante nei diversi
pacchetti strutturali.
Per quanto riguarda la situazione impiantistica, abbiamo la presenza
di sistemi autonomi a caldaia per il riscaldamento degli ambienti (e
in taluni casi split per il raffrescamento); e data la scarsa efficienza
dell’involucro, le relative spese sono piuttosto onerose.
La spina centrale
È posizionata in asse con gli edifici a corte ed è composta da
due volumi identici e ruotati di 180° fra di loro. Al centro di essi si
trova una cavea che doveva costituire il luogo di relazione sociale
principale del complesso.
Analizzando il singolo volume, si nota la presenza di due elementi
differenti: un primo di forma rettangolare avente il passo strutturale
allineato con quello della parte residenziale destinato al commerciale
ed un secondo più articolato di forma triangolare destinato ad
attività sociali/culturali. Questi sono collegati da un elemento che
funge da spazio di incontro. Alla parte rettangolare si accede sia
longitudinalmente che trasversalmente con un dislivello di circa 90
cm. La sezione dell’edificio è costituita da un piano interrato, un
piano terra e solo in parte si presenta il primo piano.
Il sistema distributivo è costituito da due rampe esterne, due scale
esterne e due interne per l’accesso al piano interrato ed altre due
interne per raggiungere il primo piano. In ogni livello è presente un
loggiato con fioriera che presenta tracce di amianto. Inizialmente
il Piano di Zona preveda l’insediamento di esercizi commerciali
che nel tempo hanno cessato la loro attività portando all’attuale
occupazione abusiva di questi spazi.
Il secondo elemento accoglie nella parte settentrionale il centro
culturale Giorgio Morandi e nella parte meridionale il centro anziani.
E’ costituito da un piano fuori terra al quale si accede attraverso
un sistema di rampe e un piano interrato che si collega a quello
dell’elemento rettangolare.
All’interno della corte vi è un disegno ben definito di aiuole verdi con
la presenza di varie essenze ed arbusti in buono stato.
IL COMPLESSO ATER
64
Y
X
Y
X
X
Y
X
Edificio tipo 2Edificio tipo 1
Edificio tipo 1
Edificio tipo 2
piano Y
piano X
EDIFICIO TIPO 1
tipologia B : n° 185
tipologia C : n° 32
tipologia D : n° 64
totale alloggi per edificio tipo 1 = 280
EDIFICIO TIPO 2
tipologia A : n° 48
tipologia B : n° 32
tipologia C : n° 144
totale alloggi per edificio tipo 2 = 224
totale alloggi comparto = 504
TIPOLOGIA ALLOGGI VANI %
A n.48 192 9
B n.216 1080 43
C n.176 1056 35
D n.64 448 13
tot n.504 2776 100
Tipologia alloggi
Distribuzione alloggi
superficie abitativa totale 60921 mq
n° abitanti 2776
densità abitativa attuale 21,94 mq/ab
tipologia A : 64 mq, 4 vani
tipologia B : 80 mq, 5 vani
tipologia C : 96 mq, 6 vani
tipologia D : 112 mq, 7 vani
Y X
Y
Y
X
X
Y
X
Y
Fonte: elaborazione XV Master Inarch su disegni originali progettisti
*Elaborazioni a cura del XV Master In/Arch Architettura Sostenibile
65
Piano X
appartamento B = 80 mq
appartamento C = 96 mq
appartamento A = 64 mq
Piano Y
appartamento C = 96 mq
appartamento D = 112 mq
appartamento B = 80 mq
I tagli degli alloggi variano da una metratura minima di circa 64 mq
fino ad un massimo di 112 mq. Ogni alloggio è dotato di doppio
affaccio. La ripartizione degli alloggi si divide in: 11,11% di tipo “A”
con 64 mq e n°4 vani, 41,27% di tipo “B” con 80 mq e n°5 vani,
33,33% di tipo “C” con 96 mq e n°6 vani, 14,29% di tipo “D” con
112 mq e n°7 vani.
*Elaborazioni a cura del XV Master In/Arch Architettura Sostenibile
*Elaborazioni a cura del XV Master In/Arch Architettura Sostenibile
66
67
*Elaborazioni a cura del XV Master In/Arch Architettura Sostenibile
68
ANALISI DELL’EDIFICIO
Fattore di forma
72
ANALISI DELL’EDIFICIO
Fattore di forma
73
ANALISI DELL’EDIFICIO
Fattore di forma
74*Elaborazioni a cura del XV Master In/Arch Architettura Sostenibile
69
RIGENERARE L’EDILIZIA
RESIDENZIALE PUBBLICA
2A+P/A studio associato
Una seconda parte del progetto si focalizza sulla riqualificazione
dell’edificio di edilizia economica e popolare di via Giorgio Mo-
randi.
Il progetto affronta tre tematiche principali di rigenerazione: la
stecca di servizi all’interno della corte, il frazionamento deglli
alloggi sottoutilizzati, l’efficientamento energetico degli edifici in
linea.
La stecca centrale che ospitava i servizi alla residenza, oggi gia-
ce in uno stato di degrado.
Il progetto ipotizza di sostituire i due corpi con due nuove volu-
metrie che ospiteranno rispettivamente nuove abitazioni, e un
asilo nido con un centro culturale. Le nuove volumetrie sono
state studiate per mantenere l’aspetto unitario della corte, ma a
contempo garantire una maggiore attraversabilità e visibilità degli
spazi, in modo da aumentarne anche la sicurezza.
Il progetto presenta diverse ipotesi di ottimizzazione delle dimen-
sioni degli appartamenti, frazionando quelli che hanno dimen-
sioni molto ampie e risultato sottoutilizzati. Non essendoci ad
oggi un reale censimento di queste situazioni, le ipotesi studiate
cercando di immaginare procedure di frazionamento localizzabili
in punti specifici
degli edifici, in modo da rendere le operazioni di frazionamen-
to gestibili nelle singole casistiche, senza dover affrontare la
problematica nella sua interezza. Le soluzioni ipotizzano quindi
l’individuazione di disimpegni distributivi dei due nuovi alloggi
direttamente dal pianerottolo. In alternativa attraverso la tra-
sformazione dei balconi dei piani X, è possibile individuare dei
ballatoi distributivi localizzati, senza andar ad intaccare l’aspetto
architettonico dell’edificio.
L’efficientamento energetico degli edifici residenziali pone l’ac-
cento sulle soluzioni necessarie per rendere anzitutto a norma i
fabbricati.
La sostituzione degli infissi, e la sostituzione delle tamponatu-
re esterne risultano necessari per raggiungere i livelli minimi di
trasmittanza richiesti. Così come la dotazione di pannelli foto-
voltaici e solari in copertura. Lo stato di degrado e la probabilità
che contengano eternit, portano infine a ipotizzare la sostituzione
delle fiorieire che caratterizzano le architetture.
Per garantire una maggiore continuità con il resto del quartiere
l’idea è di modificare il tratto di la strada di via Carlo Carrà che
connette il Morandi con viale de Chirico prolungando l’asse di
viale De Pisis, andando a costituire un incrocio tra i due flussi di
percorrenza, impostando la nuova viabilità in modo più diretto.
70
H
case in linea
edilizia convenzionata – bassa densità
superficie coperta 1500 mq
4 piani
240 abitanti
6000 mq
Q
centro di quartiere
nuovo intervento
superficie coperta 600 mq
2 piani
1200 mq
P
baby park
nuovo intervento
superficie coperta 1000 mq
1 piano
1000 mq
Sezione ATER
H
case in linea
edilizia convenzionata – bassa densità
superficie coperta 1500 mq
4 piani
240 abitanti
6000 mq
Q
centro di quartiere
nuovo intervento
superficie coperta 600 mq
2 piani
1200 mq
P
baby park
nuovo intervento
superficie coperta 1000 mq
1 piano
1000 mq
71
Sezione ATER
Q
centro di quartiere
nuovo intervento
superficie coperta 600 mq
2 piani
1200 mq
P
baby park
nuovo intervento
superficie coperta 1000 mq
1 piano
1000 mq
Sezione ATER
Q
centro di quartiere
nuovo intervento
superficie coperta 600 mq
2 piani
1200 mq
P
baby park
nuovo intervento
superficie coperta 1000 mq
1 piano
1000 mq
Sezione ATER
H
case in linea
edilizia convenzionata – bassa densità
superficie coperta 1500 mq
4 piani
240 abitanti
6000 mq
Q
centro di quartiere
nuovo intervento
superficie coperta 600 mq
2 piani
1200 mq
P
baby park
nuovo intervento
superficie coperta 1000 mq
1 piano
1000 mq
72
96
80
64
80
50
58 45
m2m2
m2
m2
m2
m2
m2
96
80
42
70
80
112
55
4045
80
38
m2
m2
m2
m2
m2
m2
m2
m2 m2
m2
m2
50
X
X
X
Y
Y
X
Y
Y
Y_1-3-6-7
_4-5
ipotesi di frazionamento degli alloggi
73
20
20
74
stategie di efficientamento ipotizzate
Sostituzione degli infissi
Dotazione di pannelli fotovoltaici e di pannelli solari
in copertura
Sostituzione delle fioriere
Isolamento interno delle tamponature
75
76
77
STRATEGIE AMBIENTALI
78
SCHEDA SOLUZIONI BIOCLIMATICHE
INVOLUCRIORIENTAMENTO E FATTORE DI FORMA - CAPACITA’ TECNICHE
DC
H
TIPOLOGIA PROPOSTATIPOLOGIA STANDARD RISPARMIO ENERGETICO %
rispetto al convenzionale
Orientamento corretto
Orientamento casuale
B
A
- 10%
FE
Isolamento maggiorato
U=0,2 W/m2 °K
Isolamento standard
U=0,3 W/m2 °K
E
F
- 15%
- 30%
Capacità termica massima
Capacità termica standard
D
- 20%
C
G
Finestre a Sud al 40%
Finestre a Sud al 10%
H
G
- NUOVI EDIFICI
- EDIFICI ESISTENTI
A
2
1
1
B
Frontiere ventilate se irraggiate
Orientamento
Capacità termica e sfasamento
Coibentazione
Superfici vetrate
Incremento coibentazione
Frontiere con trasmittanza pari al
massimo al 65% del valore di norma
Frontiere con valori minimi di attenuazione
pari al massimo al 65% del valore di norma
Frontiere con valori minimi di sfasamento
pari al massimo al 65% del valore di norma
Vetri bassoemissivi
Misure passive
N
S N
DD
DD
Frontiere più coibentate
se non irraggiate
- 25 +25
?
Atri bioclimatici
Buffer spaces
DD
Sud
Sud Sud
S N
Serre solari Muri di Trombe
DD
S N
A B
LABORATORIO ROMA_CASO STUDIO TOR SAPIENZA
SISTEMA INVOLUCRI
FRONTIERE
VENTILATE
SERRE SOLARI
/ MURI DI TROMBE
SUPERFICI
VETRATE
DOPPIO VETRO
CON GAS
ATRI BIOCLIMATICI
/ BUFFER SPACE
1
2
3
4
kWh/p. anno % kg/p. anno %
kg/p. anno %kWh/p. anno %
kg/p. anno %kWh/p. anno %
kg/p. anno %kWh/p. anno %
RESIDENZIALE 1-2 piani
RESIDENZIALE 3-4 piani
COMMERCIALE + UFFICI
TERZIARIO
ASILO NIDO
Legenda
Energia Emissioni di CO₂
- 500,2 - 10,3 - 27,6 - 3,5
- 56,3 - 1,2 - 10,4 - 1,3
- 93,8 - 1,9 - 9,2 - 1,2
- 75,1 - 1,5 - 9,2 - 1,2
79
IL SISTEMA DELLE ENERGIE
Franco Cipriani e Andrea Marcucci
Premessa
Lo scopo che ci si è posti in questa parte del lavoro dedicata
agli aspetti energetici e nei limiti delle risorse disponibili per
svolgerlo è quello di delineare un modus operandi, tracciandone
una chiara sistema-tizzazione e ponendo degli obiettivi dei quali
si è verificata la tendenziale raggiungibilità. Una valutazione più
accurata sarà possibile solamente in una fase più avanzata della
progettazione, procedendo edificio per edificio e area per area.
Non è un caso, d’altro canto, che anche nel protocollo LEED
Quartieri la parte ener-getica ha un peso relativo, mentre diviene
preponderante (i crediti ad essa riconducibili sono circa il 60%) a
livello di edificio.
	 Una rilevanza fondamentale nell’ambito della sostenibilità
ha l’aspetto legato all’energia nelle sue varie forme. Una sua
particolare forma è quella costituita dall’acqua che nel presente
lavoro viene trattata a parte, sebbene sia interrelata alle altre
forme come viene esemplificato nello schema apposito.
	 In questa specifica parte del lavoro le forme di energia
analizzate sono le seguenti:
-	 Energia termica (caldo)
-	 Energia termica (freddo)
-	 Energia elettrica.
Tuttavia all’analisi del sistema delle energie è necessario
premettere l’aspetto che costituisce la ba-se necessaria e
irrinunciabile per qualsiasi ragionamento successivo e cioè
il confort. Il benessere degli utenti, specie in un ambito di
sostenibilità, è e deve essere tanto il requisito di partenza,
quanto il risultato finale dell’insieme di operazioni che partendo
dall’ideazione e passando dalla progettazione, arriva alla rea-
lizzazione degli interventi di configurazione degli ambienti di vita
artificiali.
Il concetto di confort ha connotazioni estremamente varie, ma
quelle di interesse nello specifico campo di analisi di questa
parte di lavoro sono essenzialmente legate a quattro aspetti:
-	 Il benessere termoigrometrico
-	 Il benessere acustico
-	 Il benessere visivo
-	 Il benessere elettromagnetico.
Sebbene questi campi riguardino tanto gli ambienti confinati,
quanto quelli aperti, si riporta nel paragrafo 1.1. qualche breve
nota circa obiettivi e alcune possibili soluzioni inerenti solamente
gli ambienti aperti, la-sciando gli ambienti confinati ai protocolli
di certificazione della sostenibilità (tipicamente moltissimo atten-ti
a questo argomento). Uno schema di principio è contenuto nella
prima tavola.
	 Un aspetto rilevante è che, con una eccezione, non ci
sono quantità di energia direttamente asso-ciate al confort degli
ambienti esterni e pertanto il risultato non è economicamente
valutabile in tale ma-niera. Si può ipotizzare un qualche ritorno
economico di natura sociale legato alla maggiore salubrità
delle aree interessate, ma certamente ciò è lontano dalle nostre
competenze e capacità.
Il confort degli ambienti aperti
Aspetti termoigrometrici. Il controllo dei parametri
termoigrometrici negli ambienti esterni è ov-viamente relativo
al controllo parziale di alcuni fenomeni naturali quali il sole,
i venti e l’umidità. Non è pos-sibile fissare obiettivi precisi e
quantificabili, tuttavia il ricorso alla vegetazione a foglie caduche
(che con-sente di fruire dell’irraggiamento solare nella stagione
fredda, ombreggiando invece in quella calda) può costituire una
possibile soluzione senza ricorrere ad elementi artificiali.
Aspetti acustici. Dal punto di vista acustico il parametro da
controllare è quello definibile come “clima acustico”. Da questo
punto di vista il Comune di Roma ha predisposto, da anni,
una suddivisione del territorio comunale in zone conformi alla
normativa vigenti (D.P.C.M. 14 novembre 1997 - Determinazione
dei valori limite delle sorgenti sonore). Un obiettivo proponibile
pertanto potrebbe essere costituito dalla creazione di aree
“protette” destinate al relax e allo svago nelle quali il clima
acustico (definito dalla classe di destinazione d’uso del territorio
tramite i valori limite di immissione) è di almeno 2 classi migliore
di quello generalmente presente nell’area, ciò che in altri
termini è esprimibile come una diminuzione di 10 dB(A) dei
livelli di riferimento nei periodi diurno e notturno. La soluzione
che più facilmente può essere adottata si basa sull’opportuna
disposizione di schermi acustici, che potrebbero essere costituiti
dagli stessi edifici da progettare.
Aspetti visivi. Questo ambito, a differenza dei precedenti,
non concerne il controllo di parametri fisico-tecnici presenti
nell’ambiente. La luce naturale c’è finché il sole la produce,
dopodiché deve interve-nire un sistema artificiale. In questo
senso si ritengono senz’altro adeguati i livelli di illuminamento
indicati nelle norme tecniche vigenti e le soluzioni correlate sono
quelle basate sull’inserimento di apparecchi di il-luminazione
adatti alle varie situazioni. Tuttavia, poiché questo è l’unico
aspetto che si basa sull’impiego diretto di energia (elettrica), è
possibile indicare alcune soluzioni che riducano tale impiego,
quali ad esem-pio:
•	 l’impiego di sensori di illuminazione
•	 l’impiego di sensori di presenza
•	 l’impiego di temporizzatori
•	 l’impiego di attenuatori.
L’obiettivo proposto è la riduzione di almeno il 25% dell’impiego
di energia correlata agli impianti di illumi-nazione pubblica e
comuni.
Aspetti elettromagnetici. Si tratta dell’ambito più complesso,
in quanto esiste una domanda sociale di connessione (radio
e televisione, telefoni cellulari, WI-FI, ecc.) basata sull’impiego
di antenne e ripetitori, tipicamente assai inquinanti. L’unica
soluzione che si è immaginata è la localizzazione studiata
di tali dispo-sitivi in punti dell’area di intervento nei quali non
sia prevista, entro un certo raggio di distanza, la presenza di
persone per periodi di tempo prolungati.
Si rileva che in massima parte le misure proposte sono a costo
nullo, richiedono solamente una adeguata preparazione e
attenzione da parte dei progettisti. Di fatto solamente l’utilizzo
di sorgenti lumi-nose ad alta efficienza e dei connessi sistemi di
controllo può comportare (anche se non necessariamente) dei
limitati sovra-costi.
I fabbisogni
Il primo elemento di analisi è relativo ai fabbisogni energetici. Tali
fabbisogni saranno espressi in un indice parametrico espresso
in kWh/persona·anno. Una prima base di valutazione può essere
costituita da indici medi nazionali il cui calcolo è esplicitato nella
tabella sotto riportata.
	
TAB.	
  1	
  -­‐	
  CONSUMI	
  DI	
  ENERGIA	
  ELETTRICA	
  E	
  GAS	
  NATURALE	
  –	
  MEDIA	
  NAZIONALE	
  PER	
  PERSONA	
  
Anno	
  
Popolazione	
  
Elettricità	
   Gas	
  naturale	
  
Terziario	
   Domestico	
   Consumo	
  pro	
  capite	
   Terz.	
  +	
  Dom.	
   Consumo	
  pro	
  capite	
  
(n°	
  pers.)	
   (GWh)	
   (GWh)	
   (kWh/pers.	
  anno)	
   (m3
	
  x	
  106
)	
   (m3
/pers.	
  anno)	
  
2012	
   	
  	
  59.685.227	
  	
   101.038	
  	
   69.457	
  	
   2.856,570	
  	
   	
  33.880	
  	
   	
  	
  	
  	
  567,64	
  	
  
2011	
   	
  59.394.207	
  	
   97.705	
  	
   70.140	
  	
   2.825,949	
  	
   	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  30.823	
  	
   518,95	
  	
  
2010	
   	
  	
  60.626.442	
  	
   96.284	
  	
   69.550	
  	
   2.735,341	
  	
   	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  33.907	
  	
   559,28	
  	
  
2009	
   	
  60.340.328	
  	
   94.284	
  	
   68.924	
  	
   2.704,791	
  	
   	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  31.597	
  	
   523,64	
  	
  
2008	
   60.045.068	
  	
   93.612	
  	
   68.389	
  	
   2.697,990	
  	
   	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  30.178	
  	
   502,59	
  	
  
2007	
   59.619.290	
  	
   90.269	
  	
   67.220	
  	
   2.641,578	
  	
   	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  28.179	
  	
   472,65	
  	
  
2006	
   59.131.287	
  	
   88.277	
  	
   67.603	
  	
   2.636,168	
  	
   	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  30.166	
  	
   510,15	
  	
  
2005	
   	
  	
  58.751.711	
  	
   83.793	
  	
   66.933	
  	
   2.565,474	
  	
   	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  32.151	
  	
   547,24	
  	
  
2004	
   58.462.375	
  	
   79.557	
  	
   66.592	
  	
   2.499,881	
  	
   	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  29.663	
  	
   507,38	
  	
  
2003	
   57.888.245	
  	
   76.890	
  	
   65.016	
  	
   2.451,379	
  	
   	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  28.697	
  	
   495,73	
  	
  
	
   Consumo	
  pro	
  capite	
  medio	
   2.661,512	
  	
   	
  	
   520,53	
  	
  
	
   	
   	
   	
   	
   	
   	
  
Elettricità:	
   Elaborazione	
  su	
  dati	
  TERNA	
  e	
  ISTAT	
   	
   	
  
Gas:	
   	
   Elaborazione	
  su	
  dati	
  Min.	
  Sviluppo	
  Economico	
  e	
  ISTAT	
   	
  
Unità	
  di	
  misura	
  gas:	
  	
   m3
	
  =	
  Standard	
  m3
	
  a	
  38,1	
  MJ/m3	
  
	
   	
   	
  
	
  
80
Come si può dedurre dalla tabella tale indice è pari, mediamente
per ogni residente in Italia, a circa 2.261,5 kWh/anno, a cui vanno
aggiunti altri 5.508,8 kWh/anno impiegati sotto forma di gas.
Il valore degli indici sopra riportati è relativo all’insieme dei
consumi dei settori terziario e domestico, i set-tori di attività
umana tipicamente presenti nelle aree di intervento, per questo
motivo essi risultano supe-riori ai dati normalmente reperibili dei
consumi per famiglia.
Tuttavia per quanto riguarda il sistema delle energie il
Laboratorio Roma ritiene più ragionevole as-sumere come
consumi di riferimento relativi alla climatizzazione degli edifici e
alla produzione di acqua cal-da ad uso sanitario da assegnarsi
alle nuove costruzioni quelli risultanti dai limiti superiori definiti
dalle normative in vigore. Per quanto riguarda una stima dei
consumi elettrici, per i quali le normative non esi-stono, si
assumeranno valori statistici basati sull’ipotesi di utilizzo di
dispositivi elettrici mediamente effi-cienti.
Fabbisogno energia termica (caldo)
L’energia termica intesa come calore serve fondamentalmente
al riscaldamento degli ambienti nel-la stagione fredda e alla
produzione di acqua calda sanitaria, oltre che alla cottura dei
cibi. Tali funzioni so-no alla base del consumo di gas.
Considerando che la funzione cottura richiede circa 300 kWh/
persona·anno (uso domestico), si può stimare che circa 5.200
kWh/persona·anno (corrispondenti a circa 492 m3/persona·anno)
sono legati al ri-scaldamento e alla produzione di ACS, oltre che
ad altre funzioni del settore terziario.
Va anche considerato che una parte non trascurabile di energia
termica calda viene prodotta trami-te macchine funzionanti
ad elettricità (pompe di calore, scaldabagni elettrici, stufe e
termoventilatori).
Complessivamente considerando una nuova abitazione, a Roma,
con rapporto di forma S/V = 0,55 m-1, costruita a norma di
legge , si dovrebbe ottenere un indice di fabbisogno minore di
1.125 kWht/persona·anno per il riscaldamento degli ambienti. Un
analogo edificio costruito per il terziario, con rapporto di forma
S/V = 0,55 m-1, dovrebbe fornire un indice di fabbisogno minore
di 877,5 kWht/ perso-na·anno. A tali dati si deve aggiungere per
le abitazioni un indice di fabbisogno pari a circa 682,5 kWht/
persona·anno per la preparazione dell’acqua calda ad uso
sanitario .
Fabbisogno energia termica (freddo).
L’energia termica sotto forma di “freddo” viene utilizzata
principalmente per due funzioni costituite da conservazione di
derrate alimentari e raffrescamento degli ambienti nella stagione
calda.
La produzione di energia termica fredda avviene quasi
totalmente impiegando energia elettrica (so-lo una piccolissima
parte viene prodotta per mezzo di macchine ad assorbimento
che richiedono anche energia termica calda).
Tuttavia complessivamente una nuova abitazione, a Roma,
costruita a norma di legge , dovrebbe avere un indice
di fabbisogno minore di 750 kWhf/persona·anno per il
raffrescamento degli ambienti, men-tre una analoga struttura
costruita per il terziario dovrebbe avere un indice di fabbisogno
minore di 1.000 kWhf/ persona·anno).
Fabbisogno energia elettrica
L’energia elettrica viene impiegata per una grande varietà di
funzioni che comprendono l’illuminazione, il funzionamento
di macchinari e dispositivi (di uso comune tanto nel settore
domestico, quanto in quello terziario), comprendendo tra essi le
macchine per la produzione dell’energia termica cal-da/fredda.
Per quanto riguarda una stima dei consumi elettrici, per i quali
le normative non esistono, assu-miamo che all’interno dei nuovi
spazi costruiti verranno utilizzati dispositivi elettrici mediamente
efficienti. Facendo riferimento a quanto pubblicato dall’Autorità
per l’energia elettrica e il gas la famiglia media italia-na utilizza
2.700 kWhe/anno. Escludendo l’uso dell’elettricità per cucinare,
per climatizzare gli ambienti e per preparare l’acqua calda
ad uso sanitario e utilizzando elettrodomestici a consumo
mediamente basso possiamo valutare un indice di fabbisogno
pari a circa 450 kWhe/persona·anno per la nuova abitazione
di cui sopra costruita ad uso residenziale. Per quanto riguarda
gli spazi ad uso non residenziale saranno neces-sari studi
specifici essendo caratterizzati da una grande variabilità, basti
considerare la differenza tra im-pianti sportivi, uffici e negozi
di vario genere. Tuttavia ai fini del presente lavoro si adotta un
valore pari a 675 kWhe/persona·anno determinato sulla base del
rapporto tra consumi domestici e del terziario dedotto dalla tab.
1.
Quadro riepilogativo dei fabbisogni
Nella tabella si riportano i valori degli indici di fabbisogno
determinati come sopra descritto, espres-si in kWh/
persona·anno.
GLI OBIETTIVI
Vengono qui definiti i valori minimi complessivi di riduzione
del fabbisogno energetico e delle emis-sioni da ottenere. La
metodologia di intervento prevede l’adozione delle misure
progettuali, oggetto del successivo capitolo, per le quali
verranno indicati obiettivi specifici che nel loro insieme
garantiscono il rag-giungimento e il superamento di quelli
complessivi qui determinati.
Riduzione del fabbisogno di energia
I valori stimati di energia richiesta per raggiungere il comfort
all’interno dei nuovi volumi costruiti sono da interpretarsi quindi
come il massimo consumo raggiungibile anche se tuttora la
maggior parte delle nuove edificazioni consuma ben al di sopra
dei valori indicati come dimostrano i dati relativi ai consumi. Di
fatto è possibile ridurre significativamente tali consumi energetici
intervenendo con soluzioni mirate sia per quanto riguarda il
fabbisogno termico invernale che quello estivo da introdursi
in fase progettuale. In gene-rale la soluzione adottata è quella
di creare un sistema delle energie (uno schema del quale è
contenuto nella tavola allegata a questo testo) nel quale i flussi
energetici di produzione e di consumo tendono ad un bilancio
nullo.
Un quadro delle soluzioni possibili nelle specifiche aree di
intervento è delineato sia nelle tabelle fi-nali (più dettagliate
anche se non totalmente esaustive e più indirizzate a chi si
occuperà della progettazio-ne nelle successive fasi), sia negli
schemi (semplificati, ma più leggibili e facilmente interpretabili).
Di fatto la metodologia di analisi, ma anche progettuale, prevede:
1.	 una serie di soluzioni sul sistema degli involucri integrati
da misure passive
2.	 una serie di soluzioni basate sull’incremento di efficienza
dei vari sistemi impiantistici
3.	 una serie di soluzioni relative all’installazione delle fonti
rinnovabili.
L’adozione integrata delle soluzioni sopra indicate consente
di porsi l’obiettivo minimo di ridurre l’indice di fabbisogno
energetico (con energia fornita da fonti esterne) nelle nuove
edificazioni ponendo un limite massimo pari a circa il 25-26% dei
valori indicati nella precedente tab. 2, così come riportato nella
tab. 3 seguente (valori in kWh/persona·anno).
Tale riduzione comporta tre conseguenze positive principali:
-	 riduzione del fabbisogno di energie da fonti non rinnovabili
e fossili
-	 risparmio economico nella gestione degli immobili
TAB.	
  2	
  –	
  FABBISOGNI	
  BASE	
   Abitazioni	
   Terziario	
  
Energia	
  termica	
  (caldo)	
   1.125,0	
   877,5	
  
Energia	
  termica	
  (freddo)	
   750,0	
   1.000,0	
  
Energia	
  elettrica	
   450,0	
   675,0	
  
	
  
TAB.	
  3	
  –	
  FABBISOGNI	
  RIDOTTI	
   Abitazioni	
   Terziario	
  
Energia	
  termica	
  (caldo)	
   285,0	
   220,0	
  
Energia	
  termica	
  (freddo)	
   187,5	
   250,0	
  
Energia	
  elettrica	
   112,5	
   170,0	
  
	
  
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Torsapienza. Una esperienza di progettazione condivisa tra Inarch, Acer e Comune di Roma.

  • 1. Tor Sapienza Trasformare la città pubblica ROMA CAPITALE IN/ARCH LAZIO ACER 2A+P/A studio associato LABORATORIO ROMA Amministrazione, impresa e progetto per la rigenerazione urbana
  • 2. 2 LABORATORIO ROMA amministrazione impresa e progetto per la rigenerazione urbana TOR SAPIENZA. Trasformare la città pubblica Studio di fattibilità ambientale, economica e sociale Assessorato alla Trasformazione Urbana Assessore: prof. Arch. Giovanni Caudo Comunicazione e organizzazione : arch. Lorenza Bolelli Dipartimento Programmazione e Attuazione Urbanistica Direttore: Dott.ssa Annamaria Graziano Direzione Trasformazione urbana Direttore: Ing. Antonello Fatello U.O. Riqualificazione di ambito urbano e riuso del patrimonio pubblico Dirigente: arch. Maurizio Geusa U.O. Qualità urbana e certificazione energetica/ambientale Dirigente: arch. Rossella Caputo Centro Studi ACER Centro Studi ISVEUR In/Arch Lazio Coordinamento generale: Arch. Marialuisa Palumbo Progetto: 2A+P/A studio associato Arch. Gianfranco Bombaci e Arch. Matteo Costanzo Design Leaders: Ing. Paolo Calarco Arch. Consuelo Nunez Ciuffa Collaboratori: Elena Annulli Ophelie Dozat Gerta Heqimi Rossella Natale Consulenti: Aspetti normativi e procedurali Arch. Alessandra Montenero Efficienza energetica Franco Cipriani e Andrea Marcucci Mobilità Arch. Massimo Ciuffini Gestione delle Acque Arch. Paolo Anella Certifcazione energetica Arch. Francesca Margiotta e Arch. Massimo Campari Si ringraziano gli studenti del XV Master In/arch Progettista di architetture sostenibili per il lavoro di analisi e sperimentazione: Alessandra Ziliani, Antonio La Gioia, Arianna Lusci, Carmela De Lorenzo, Cristina Petrachi, Donato Angelillo, Eleonora Maino, Enrica Ida Campobasso, Federica Picchioni, Giulia Sebastianelli, Luca Preto, Mariarosaria Siciliano, Pasquale De Pasquale, Rocco Puopolo, Silvia Nigro, Tiziana Trivigno, Valeria Fabbricatore, Valerio Galeone.
  • 4. 4 Perché un laboratorio? “La Roma che vogliamo è semplice: rigenerare tutto quello che è costruito, fare meglio dove è stato già fatto, dove la città ha consumato il suolo e rivedere tutti gli interventi che ripropongono l’espansione fisica della città. Affermeremo in tutti i nostri inter- venti che se la città non è pubblica semplicemente non è.” Que- sta frase, tratta dalla presentazione dell’Assessorato alla Trasfor- mazione Urbana guidato da Giovanni Caudo, riassume in poche righe la radicale novità di politica urbana che il Sindaco Marino e l’Assessore hanno condiviso a partire dalla stesura del program- ma elettorale. Rigenerare, costruire nel costruito, rilanciare la dimensione pubblica della città. Tre obiettivi per un programma che appare tanto più rivoluzionario se lo si confronta con la storia recente di una città che tra il 1993 e il 2008, in soli 15 anni, ha urbanizzato una superficie pari a quasi 3 volte il tessuto della città storica compresa tra le Mura Aureliane.1 Una espansione, per altro, che non ha coinciso con un aumento della capacità di accoglienza della città, considerando come negli stessi anni la popolazione di Roma diminuiva per poi crescere di poco (del 2,4% tra il 2001 e 2011 secondo i dati Cresme) cedendo sostanzialmente abitanti alla crescita impetuosa della provincia (crescita che nei comuni di prima cintura è arrivata al 30%). Un fenomeno sintomo di un disagio, e di una divaricazione tra l’offerta e la domanda abitativa (permessa dai meccanismi finanziari che sostenevano l’edilizia), che testimonia chiaramente come la crescita del costruito, in mancanza di politiche per la casa, non sia in sé una risposta al problema abitativo. In questo quadro, la proposta di una politica urbana basata su una inversione di tendenza, sulla rigenerazione dell’esistente at- traverso operazioni attente tanto alle grandi questioni ambientali (dalla riduzione del consumo di suolo allo sviluppo di pratiche di sostenibilità e resilienza) quanto alle esigenze sociali (alla reale composizione della domanda abitativa), ha trovato nell’INARCH Lazio un interlocutore interessato non solo a sostenere la diffu- sione e discussione di questi temi, ma pronto a lavorare insieme all’amministrazione ed agli imprenditori per renderli concreti. Nasce così l’idea di un laboratorio di progettazione che, sulla base di una collaborazione operativa con l’Acer, e in dialogo con l’Assessorato, elabori progetti pilota sulle principali tipologie di “rigenerazione”, per verificarne scenari di sostenibilità architet- tonica, sociale ed ambientale, nonché di fattibilità economica e procedurale. Esiste infatti un enorme patrimonio, di aree ed immobili pubblici, che potrebbero essere subito rimessi in gioco per rispondere tanto all’emergenza abitativa, quanto al bisogno di servizi ed infrastrutture di vecchio e di nuovo tipo, dalla viabi- lità a nuove infrastrutture per l’energia e la resilienza. Il punto è capire come far collaborare pubblico e privato per sviluppare un disegno della città coerente, in cui le energie e capacità impren- ditoriali si sviluppino all’interno di un quadro collettivo, diventan- do un motore per il bene comune della città. Obiettivo di fondo dunque del Laboratorio, è quello di generare esperienze progettuali condivise che aprano la strada ad una nuova convergenza di forze e di interessi: perché intervenire sui 15.000 ettari di città da ristrutturare vorrebbe dire far ripartire l’e- conomia di Roma, rilanciando l’immagine di una capitale in linea con le grandi città europee, da Barcellona a Londra, da Marsi- glia ad Amburgo, Copenhagen e Stoccolma (e molte altre se ne potrebbero citare). Città che hanno saputo ri-costruire le proprie zone d’ombra (quartieri periferici ed aree industriali abbando- nate) attraendo capitali, risorse, intelligenze e turismo da tutto il mondo, nel segno della bellezza e della qualità ambientale. I progetti-pilota: edilizia sociale e qualità ambientale A partire dalla sfida radicale di dar forma ad una urbanizzazione senza espansione, sono tre le tipologie di intervento che il La- boratorio si è proposto di indagare: la riqualificazione dei grandi quartieri della città pubblica (i quartieri frutto della 167), la rige- nerazione urbana attraverso la riattivazione del patrimonio edilizio dismesso (o in via di dismissione) come caserme o depositi Atac, e la concentrazione di funzioni (residenze e servizi) in corrispon- denza degli snodi del trasporto pubblico su ferro. Questi tre temi sono atterrati su tre casi studio specifici: la riqualificazione del Piano di Zona di Tor Sapienza, la trasformazione della Caserma Ruffo su via Tiburtina, la soluzione del Nodo di Scambio Marconi. Si tratta naturalmente di tre temi molto diversi ma che condi- vidono un approccio comune: quello di pensare allo sviluppo futuro della città (e dell’attività edificatoria) a partire dai bisogni concreti delle persone e del territorio. In questo senso due “biso- gni” fondamentali sono stati al centro del lavoro del laboratorio: il bisogno della casa e quello di un ambiente sano, un ambiente capace di sostenere la vita. Partiamo dalla casa. Cosa si intende oggi per alloggi sociali? In accordo con il DL 112/2008 che ha definito l’alloggio sociale come “l’unità immobiliare adibita ad uso residenziale in locazione permanente che svolge la funzione di interesse generale, nella salvaguardia della coesione sociale, di ridurre il disagio abita- tivo di individui e nuclei familiari svantaggiati, che non sono in grado di accedere alla locazione di alloggi nel libero mercato”, alle categoria tradizionali di edilizia residenziale sovvenzionata (o edilizia residenziale pubblica), agevolata e convenzionata, si è aggiunta nella legislazione italiana una edilizia a canone mo- derato (housing sociale), realizzata con il concorso di promotori privati, con contributi pubblici anche in natura come premialità urbanistiche e/o aree gratuite, e sviluppata attraverso interventi integrati sia sul piano dell’utenza che delle funzioni, ed attraverso strumenti finanziari basati su fondi immobiliari con partecipazione dello Stato attraverso la Cassa DDPP. Obiettivo di questo nuovo tipo di intervento è l’aumento dello stock di case in affitto per rispondere alla domanda del ceto me- dio (in aumento) che non riesce più ad accedere al mercato, nel quadro per altro di un paese che è agli ultimi posti delle classifi- che europee per percentuale di alloggi sociali calcolati sul totale dello stock in affitto (l’Italia è infatti sotto il 5% insieme a Spagna, Portogallo e Grecia contro una media europea intorno al 25%)2 . Per quanto riguarda invece la definizione di qualità ambientale esiste ormai un quadro di riferimento complesso ma molto preci- so rispetto a cui comprenderla e valutarla: è il quadro dei cam- biamenti climatici e delle azioni utili ad attenuarli e ad adattarvisi. Se infatti a livello locale e considerando i bisogni delle persone, la crisi economica ha comportato in Italia, e a Roma in particola- re, il ritorno della centralità del problema della casa, dal punto di vista globale dello stato del Pianeta, l’emergenza ambientale è la vera novità che sfida la progettazione urbana. La sfida è ormai molto chiara e presente nel dibattito della Comu- nità Europea che ha incluso il tema dell’adattamento ai cambia- menti climatici praticamente in tutti i propri programmi di finan- ziamento per il 2014-2020. I fondi strutturali e di investimento europei, e istituzioni come la Banca Europea per gli Investimenti e la Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo, forniran- no inoltre un sostegno significativo agli Stati membri, alle regioni e alle città che investiranno nei programmi e nei progetti legati all’adattamento. Ma cosa si intende dunque per azioni di “mitigazione e adatta- mento” e in che misura esse riguardano il progetto urbano? Il presupposto che è importante ricordare è che il primo e più noto cambiamento climatico, l’innalzamento della temperatura, interessa particolarmente l’Europa con una crescita media delle temperature nell’ultimo decennio di 1,3 °C rispetto alle tempera- ture del periodo pre-industriale, un aumento superiore rispetto Una esperienza di progettazione condivisa tra Inarch, Acer e Comune di Roma Marialuisa Palumbo
  • 5. 5 alla media globale (di 0,8 °C)3 . Insieme alla temperatura sono in aumento i fenomeni meteorologici estremi, le precipitazioni, le ondate di calore e la siccità. Tenendo conto che tre quarti della popolazione europea vive in zone urbane, particolarmente esposte tanto ai rischi di ondate di calore, di alluvioni ed innalzamento dei livelli del mare, l’Europa stima un costo crescente legato alla crescita delle catastrofi con gravi perdite economiche e umane4 . Dunque le azioni utili ad attenuare i cambiamenti e ad adattarvi- si sono chiare: riduzione dei consumi di risorse (in primo luogo suolo, acqua ed energia), riduzione delle emissioni di gas serra, produzione locale e distribuita di energia rinnovabile, gestione sostenibile delle acque (con accurata raccolta e riuso dell’acqua piovana ed alleggerimento del sistema fognario), attento disegno degli spazi aperti (permeabilità, vegetazione, sistemi di ombreg- giamento) e riduzione dell’effetto isola di calore. Molte di queste azioni possono essere raccolte in un approccio basato sulla capacità di risposta propria degli ecosistemi natu- rali. Si parla di “infrastrutture verdi”, l’insieme di elementi come parchi, wetland, orti, viali alberati, tetti e pareti verdi, superfici permeabili e aiuole drenanti, ovvero sistemi diffusi di infiltrazione e trattamento locale dell’acqua (rain garden e swale), fornisce infatti un rimedio a basso costo per fornire raffrescamento, mi- glioramento della qualità dell’aria, ridurre il pericolo di allaga- menti e costituire riserve d’acqua. Il tutto contrastando la perdita di biodiversità ed il degrado degli ecosistemi. Tenendo conto del fatto che se tutti i paesi europei sono esposti ai cambiamenti climatici alcune regioni, come il bacino del Medi- terraneo, sono considerate ad alto rischio, l’attenzione dell’Italia alla tematica dell’adattamento dovrebbe essere davvero grande. In questo senso, alla sfida di una urbanizzazione senza espan- sione, si aggiunge la sfida di una urbanizzazione capace di sostenere la vita in un contesto di disequilibri crescenti: una sviluppo della città dunque, non solo alternativo al consumo di suolo, ma capace di proporre modelli di insediamento a ridotte emissioni di Co2 e a maggiore resilienza. Operativamente ciò ha significato in particolare (in accordo con la Strategia Europea di Adattamento ai Cambiamenti Climatici ) integrare alla normale progettazione urbana un livello ulteriore di progettazione energetica, una sorta di masterplan delle energie volto al contenimento dei consumi e alla proposta di sistemi di generazione locale e rinnovabile, ed un ulteriore approfondimen- to della progettazione del sistema della acque, un masterplan delle acque volto alla raccolta, riciclo e integrazione nel disegno dello spazio urbano dell’acqua piovana. La struttura operativa Per sviluppare dunque i tre progetti-pilota secondo gli obiettivi appena descritti, il laboratorio si è strutturato in un gruppo di progettazione reso possibile inizialmente dalla collaborazione con i Master dell’Inarch, con i tre studi professionali che li ani- mavano (2A+P/A, IaN+, 2Tr, poi responsabili rispettivamente dei progetti su Tor Sapienza, Caserma Ruffo e Nodo Marconi), con un gruppo di consulenti attivi sugli aspetti ambientali di tutti e tre i progetti (bioclimatica, energie, mobilità, acque, certificazituone ambientale) e con alcuni giovani progettisti formatisi nel master dell’Inarch in Architetture Sostenibili. Un ulteriore supporto è arrivato dalla consulenza sugli aspetti procedurali e normativi dell’architetto Alessandra Montenero. Questo gruppo allargato di progettazione, si è via via confrontato in modalità differenti con esponenti ed esperti di Acer ed Isveur, per discutere le impostazioni dei progetti e poi in particolare per valutarne un modello di sostenibilità economica. Da questo punto di vista è importante chiarire che la difficoltà di sviluppare in tempi stretti una progettazione integrata alle tematiche ambien- tali non ci ha permesso di portare avanti una valutazione eco- nomica specifica di questi aspetti. Ma tenendo conto di recenti esperienze di realizzazioni ad alta efficienza, realizzate a Roma a costi contenuti (meno di 1000 euro/mq)6 , si è ritenuto che i costi proposti nelle tabelle di valutazione possano contenere le misure ambientali proposte. Tornando alla dinamica operativa del laboratorio, gli incontri tra i progettisti e i rappresentanti dell’Acer, e tra progettisti e con- sulenti ambientali, sono stati a loro volta integrati da altri incontri con l’Assessore e i dirigenti delle Unità Operative su Riqualifica- zione di Ambito Urbano e Riuso del Patrimonio Pubblico e sulla Qualità Urbana, con l’obiettivo di tenere insieme le ragioni di ciascuna delle parti integrandole in un disegno comune. Da questo punto di vista il Laboratorio ha rappresentato una esperienza davvero innovativa e che in un certo senso ha appe- na cominciato a mostrare la direzione verso cui bisognerebbe andare: una progettazione urbana che veda allo stesso tavolo il soggetto pubblico e l’imprenditore privato per ragionare insieme su come costruire una città migliore, guardando tanto ai vincoli e agli obiettivi urbanistici (in senso tradizionale) quanto all’esigen- za di ripensare le forme di gestione della mobilità, delle energie, dei rifiuti e delle acque intese come parte dell’infrastruttura degli ecosistemi naturali. Ha “appena cominciato” a mostrare una strada perché soltanto adesso, al momento della chiusura di questa fase, ci ritroviamo davanti a tre masterplan completi sotto tutti questi aspetti ed è dunque adesso che possiamo valutarne in pieno la complessità e l’interesse, pubblico e privato: per la collettività e per i poten- ziali futuri abitanti. Ancora, è adesso che dovrebbe cominciare un nuovo e più am- pio lavoro di condivisione, con altri uffici e altri soggetti, in parti- colare con coloro che si occupano di ambiente, mobilità, acque, rifiuti ed energia. Perché il cuore della sfida di una progettazione urbana di nuovo tipo sta proprio nel non ‘esternalizzare’ più i propri rifiuti (emissioni, calore, scarti, acque sporche) ma trovare piuttosto forme di equilibrio locale: fabbisogni energetici ridotti al minimo e produzione locale da fonti rinnovabili del poco che serve (e così via). Altre città hanno già dato l’esempio, hanno progettato e realizza- to quartieri modello o hanno cambiato gli equilibri di intere strut- ture urbane rinunciando per esempio alla mobilità privata a favo- re delle bici e dei mezzi pubblici. Roma non ha più tempo, deve cambiare adesso. Abbiamo la capacità progettuale ma anche la voglia imprenditoriale di scrivere una storia diversa, di tornare ad essere un luogo vivo, di elaborazione e costruzione del futuro. In questo senso, ancora, speriamo che questa conclusione non sia che un inizio, che ci permetta di portare avanti questi e molti altri progetti secondo quella che è la ragion d’essere dell’I- NARCH: uno strumento di convergenza tra le Pubbliche Ammini- strazioni e le culture d’impresa e di progetto. 1. Dati “Ambiente Italia 2011, il consumo di suolo in Italia”, annuario di Legambiente a cura di Duccio Bianchi e Edoardo Zanchini. 2. Dati di Federcasa, atti del convegno “Una Casa per Tutti”, Roma novembre 2011. 3. Relazione SEE n. 12/2012, Climate change, impacts and vulnerability in Europe 2012. 4. Si stima che il costo minimo del mancato adattamento ai cambiamenti climatici per tutta l’UE parta da 100 miliardi di EUR nel 2020 per raggiungere 250 miliardi di EUR nel 2050. Tra il 1980 e il 2011 le perdite economiche dirette nell’UE in seguito ad alluvioni hanno superato i 90 miliardi di EUR. Secondo le previsioni il dato è in crescita: il costo annuo dei danni da alluvione fluviale dovrebbe raggiungere 20 miliardi di EUR nel decennio 2020-2030 e 46 miliardi di EUR entro il decennio 2050-2060. Anche il costo sociale dei cambiamenti climatici può essere considerevole. Le alluvioni nell’UE hanno causato oltre 2.500 decessi e hanno toccato oltre 5,5 milioni di persone nel periodo 1980-2011. Se non verranno prese ulteriori misure di adattamento si stimano 26.000 possibili decessi all’anno dovuti al caldo entro il decennio 2020-2030 e 89.000 entro il decennio 2050-2060. Dati relazione SEE n. 12/2012. 5. http://ec.europa.eu/clima/policies/adaptation/index_en.htm 6. In particolare facciamo riferimento all’intervento di edilizia residenziale pubblica a Monterotondo, realizzato a Roma tra il 2008 e il 2009 su progetto di Cortesini, Battisti, Tucci, con un progetto degli impianti di Cipriani e Guglielmini. Impresa: A.T.I. Capogruppo Gral Costruzioni Unipersonale srl, Mandante Impresa Culicelli Santino.
  • 6. 6
  • 7. 7 Il progetto di Tor Sapienza scaturisce dalla constatazione della cesura esistente tra la borgata e il PdZ, e dal riconosciemento del degrado e della incongrua utilizzazione dei servizi localizzati sui due assi principali di connessione del quartiere: una scuola in disuso, un mercato in stato fatiscente, una sezione stradale ampiamente sovradimensionata. La strategia di rigenerazione si basa sull’idea di rimettere in gioco il suolo pubblico, consentendo la realizzazione di una lieve densificazione e sostituzione edilizia: nuovi alloggi sociali e ser- vizi per la persona. Parallelamente, il progetto propone la riquali- ficazione degli alloggi Ater di via Giorgio Morandi attraverso una operazione di retrofit e di riorganizzazione del taglio degli alloggi, e attraverso la trasformazione della stecca centrale dei servizi (attualmente abusivamente occupata) ed il ridisegno dell’asset- to urbano degli assi e delle aree adiacenti di viale De Chirico e di via De Pisis. Complessivamente, il programma immaginato prevede la realizzazione di case per giovani coppie, case per anziani, case atelier-laboratori, un mercato, un cinema/palestra, un supermercato. Da una valutazione di massima dei costi di trasformazione dell’a- rea di intervento (demolizioni, bonifiche, ricostruzione sistema stradale e infrastrutturale), e considerando come i fondi di inve- stimento per la casa non coprano i costi di urbanizzazione non strettamente pertinenti agli alloggi né di volumetrie non residen- ziali, il modello di sostenibilità economica immaginato si basa su una collaborazione pubblico privato in cui, pur garantendo all’in- tera area di intervento una destinazione ad un uso sociale, una modesta parte viene assegnata in diritto di superficie agli opera- tori (residenziale e non residenziale) per consentire la copertura dei costi di ri-urbanizzazione. Nel caso in cui tanto le opere di urbanizzazione primaria quanto quelle di urbanizzazione secondaria fossero di diretto finanzia- mento dell’Amministrazione Comunale non sarebbe necessario prevedere alcuna cessione del diritto di superficie residenziale, ma la sostenibilità economica dell’operazione andrà ricercata attraverso la determinazione di canoni locativi differenti riferiti alle volumetrie da realizzare. A seguito però del dibattito interno al Laboratorio e considerando il mix sociale come un valore fondamentale per la rigenerazione stessa di aree erroneamente sovraccaricate da una popolazione tutta a basso reddito (in contraddizione con gli stessi intenti del legislatore quando negli anni 60-70 prevedeva l’integrazione tra più ceti sociali attraverso la realizzazione di edilizia sovvenziona- ta, agevolata e convenzionata), e considerando ancora la bassa densità dell’area, riteniamo che la cessione del diritto di superfi- cie di alcuni terreni, per la realizzazione di alloggi convenzionati, possa ritenersi utile sotto il profilo urbanistico e sociale. L’obiettivo del progetto e dell’Amministrazione è infatti quello di garantire una appropriata qualificazione ad un ambito urba- no oggi degradato, rinforzando i legami, oggi problematici, tra la borgata e il PdZ, realizzando al contempo alloggi sociali (da destinare alla locazione) capaci di rispondere all’attuale grave disagio abitativo. Per quanto riguarda gli aspetti ambientali della densificazione, la riduzione della superficie verde (in particolare del verde che caratterizza viale De Chirico) è largamente compensata dall’at- tenzione alla qualità ambientale del progetto inteso nella sua unitarietà. Una qualità che si è programmaticamente deciso di “quantificare” attraverso la griglia valutativa del Protocollo Leed Quartieri, ovvero, uno strumento di misura di sostenibilità nato per la specificità del contesto italiano ma con alle spalle un ruolo consolidato e in crescita in ambito internazionale (LEED for Nei- ghborhood Development). Aspetti cardine del protocollo sono gli obiettivi di connessione e commistione funzionale e conseguente indipendenza dall’auto- mobile, la qualità degli spazi pubblici, l’efficienza degli edifici, la riduzione delle emissioni inquinanti, la gestione sostenibile della risorsa idrica, le misure per contrastare l’effetto isola di calore. Sotto quest’ultimo aspetto il progetto controlla la trasformazione di permeabilità del suolo, mantenendo nell’area di intervento un indice di permeabilità (cioè un rapporto tra superfici permeabili e impermeabili) superiore al 50%. Complessivamente, attraverso le misure per l’efficienza energe- tica (descritte estensivamente nella relazione e nelle tavole del Sistema delle Energie) e considerando solamente i fabbisogni energetici relativi all’abitare e al terziario (senza cioè considerare il settore dei trasporti e dell’illuminazione pubblica), il fabbisogno di energia termica ed elettrica può essere ridotto da un minimo del 75% (applicando soltanto alcune delle misure di efficien- za proposte) ad un massimo del 100% (rispetto ai fabbisogni a persona oggi a norma) azzerando così, non i consumi, ma la richiesta di energia dai sistemi di approvvigionamento energeti- co pubblici, fonti cioè esterne all’area di intervento. Nel caso di una riduzione del fabbisogno del 75%, anche le emissioni di Co2 procapite verrebbero ridotte del 75%. Dal punto di vista normativo e procedurale tutto l’intervento proposto è interno all’attuale perimetro del PdZ 19 (completato nel 1982) e si configura come una variante ad un piano attuativo di competenza della stessa Amministrazione Capitolina e quin- di non necessità di approvazioni da parte della Regione Lazio. Infatti l’insieme delle nuove volumetrie previste non ascrivibile alla stretta definizione di servizi da standard urbanistici (di cui al decreto interministeriale 1444/68) non raggiunge il 5% delle volumetrie residenziali esistenti. introduzione Marialuisa Palumbo e Alessandra Montenero
  • 8. 8 Mc di residenziale realizzato Consistenza dei PEEP a Roma Superficie Vincolata primo PEEP: 14 266 000 mc secondo PEEP: 18 068 000 mc totali: 32 334 000 mc primo PEEP: 3 062,71 ha secondo PEEP: 995,9 ha totali: 4058,61 ha = 40 586 100 mq Secondo PEEP -1987 Primo PEEP - 1964 PEEP 1964 piano di zona n.19 - Tor Sapienza Fonte: Buffa, Marconi, Montenero, Picciotto, Visentini, L’ attuazione dei piani di edilizia residenziale pubblica Roma 1964-1987, Ed. Officina
  • 9. 9 TRASFORMARE LA CITTà PUBBLICA IL CASO DI TOR SAPIENZA 2A+P/A studio associato Oggi prendere in considerazione il recupero urbanistico di un Piano di zona non significa solamente agire su un’area circoscrit- ta della città, ma partecipare a un processo ben più ambio che riconsidera nel suo insieme l’eredità della città moderna. Questa condizione ci pone immediatamente di fronte a una gran- de sfida che rappresenta allo stesso tempo una straordinaria occasione per la città di Roma. La città moderna oggi necessita un ripensamento e questa stes- sa necessità diventa l’opportunità per una trasformazione della città nella sua interezza. Solo prendendo in considerazione le aree destinate ai piani di zona si potrebbe immaginare un progetto a grande scala, di città nella città, capace di dare nuove soluzioni all’esigenza abitativa, ancora presente, e allo stesso tempo sopperire a problematiche urbane mai risolte. Osservare il problema da questo punto di vista spinge la rifles- sione a considerare questo tipo d’interventi non come occasioni isolate ma come elementi di un arcipelago che affiora dal mare continuo del territorio urbano di Roma. Proprio per questo motivo, per la necessità di considerare questi interventi connessi tra loro, è importante che questi progetti di recupero e rigenerazione siano capaci di costruire una gramma- tica, cioè che siano in grado attraverso il loro modo di modificare lo spazio di definire modalità esemplificative di trasformazione della città. Lavorare sul sistema dei Piani di zona significa lavorare all’inter- no della città, trovare modalità e occasioni di riscrittura della città stessa. Questo tipo strategia permette al corpo urbano di modifi- carsi, trasformarsi, rigenerarsi, senza necessariamente consuma- re nuovo suolo naturale, uscendo dagli attuali confini urbani, nel tentativo di preservare il già delicato rapporto tra territorio urbano e paesaggio naturale.
  • 10.
  • 12. 12
  • 13. 13 LOCALIZZAZIONE MUNICIPIO V (ex VII) Superficie: 46.750 km2 Popolazione al 31.12.2010: 310.887 ab Densità: 6649 ab/Kmq Coordinate: 41°52’54,12” N 12°31’22.08” E XV XV III IV II I V VI VII VIII IX X XI XII XIII XIV Il quartiere Tor Sapienza sorge nella periferia est di Roma, tra la via Prenestina ed il tratto urbano dell’autostrada A24, entro e a ridosso del Raccordo Anulare. Fa attualmente parte del Municipio V che è scaturito dall’accorpamento dell’ex Municipio VII ed ex Municipio VI. La sua denominazione trae origine dalla presenza di una torre qua- drata in laterizio, sorta nel XII sec. e affidata, nella metà del 1400, agli studenti di Perugia grazie alla disponibilità dell’arcivescovo di Fermo. Furono questi a rinominarla “Sapienza nuova” e da qui “Tor Sapienza”. Attualmente della torre rimane soltanto il basamento quasi irriconoscibile. L’attuale nucleo urbano si è costituito negli Anni Venti per volontà di Michele Testa, ritenuto il fondatore di questo quartiere. Ferroviere molisano, antifascista, Testa decide di recarsi in questo luogo perife- rico a seguito di contrasti con il regime e di fondare qui la “Coopera- tiva Tor Sapienza dell’Agro Romano”. La Cooperativa realizza inizial- mente venticinque abitazioni economiche, seguite subito dopo da un altro centinaio. Il 20 Maggio 1923 è inaugurata la prima borgata di Tor Sapienza. Questa prima lottizzazione è eseguita regolarmente dal punto di vista urbanistico e la zona viene anche attrezzata con una condotta medica, una scuola ed una farmacia. A conseguenza di ciò l’intera zona circostante acquista una maggiore valorizzazione e viene investita da un’elevata urbanizzazione, contesto che porta a uno sviluppo successivo di tipo spontaneo e quindi di un assetto viario sottodimensionato e privo di parcheggi. Gli edifici residenziali del primo periodo di espansione del quartie- re sono tutti per lo più accomunati dalla ricorrente tipologia edilizia riscontrabile in molte altre periferie romane: si sviluppano soprattutto edifici ad uno o due piani, circondati spesso da giardinetti o dotati di corte interna. MUNICIPIO V (ex VII) Superficie: 46.750 km2 Popolazione al 31.12.2010: 310.887 ab Densità: 6649 ab/Kmq Coordinate: 41°52’54,12” N 12°31’22.08” E
  • 14. 14 Ferrovie metropolitane Autostrade Linee tramviarie Linee metropolitane in construziona Linee metropolitane Strade urbane di scomimento Tor Sapienza Ferrovie metropolitane Autostrade Linee tramviarie Linee metropolitane in construziona Linee metropolitane Strade urbane di scomimento Tor Sapienza
  • 15. 15 1 2 1 2 Aeroporto Roma Ciampino Stazione Tiburtina F.S. Strada principale di quartiere Autostrada Strada di scorrimento urbano Strada secondaria di quartiere Linea ferroviara ANALISI DEL VERDE ANALISI DELLE INFRASTRUTTURE
  • 16. 16 edifici religiosi servizi sanitari università scuole secondarie superiori scuole primarie/secondarie inferiori aree industriali hotels centri culturali centri sportivi uffici postali banche mercati/supermercati uffici pubblici ANALISI DEI SERVIZI
  • 17. 17 edifici a torre edifici specialistica edifici a corte edifici a schiera edifici monofamiliari edifici plurifamiliari capannoni edifici in linea
  • 19. 19 4 3 2 1 5 4 3 2 Fabio Montagna Tor Cervara Baden Powell Tor Tre Teste Tor Sapienza Parchi Urbani Denominazione Parchi Urbani Verde ad uso agricolo Verde ad uso non agricolo Orti Urbani 1 5 ANALISI DEL VERDE
  • 20. 20 Piano Di Zona Borgata Storica Area Industriale In Dismissione Nuove Residenze Servizi Sanitari e Uffici Piano Di Zona Borgata Storica Area Industriale In Dismissione Nuove Residenze Servizi Sanitari e Uffici L’insediamento attuale dell’intero quartiere di Tor Sapienza si caratterizza con la netta separazione tra gli ambiti a carattere edilizio, industriale e dei servizi. Infatti, la zona industriale ubicata a nord, costantemente in trasformazione, è nettamente circoscritta dalla bretella autostradale Roma – L’Aquila, dal fosso di Tor Sapienza e dal tracciato ferroviario FM2. Altri insediamenti industriali sorgono ad est, ovest e sud del quartiere e, insieme agli ampi spazi verdi posti a ovest, contribuiscono al suo isolamento. Il cuore dell’attività sociale e commerciale, invece, si sviluppa tra Via di Tor Sapienza e Via Collatina e attorno a piazza De Cupis, all’intersezione delle due strade. Su di essa si aprono edifici specialistici come la scuola elementare “Gesmundo”, simbolo del Quartiere sorto nel primo dopoguerra come struttura militare. La zona circostante ha un impianto a pettine rispetto a via di Tor Sapienza ed è caratterizzata da edifici di tre o quattro livelli fuori terra che presentano a pian terreno esercizi commerciali e ai restanti piani residenze. Questa tipologia è diffusa in tutto il quartiere nelle due declinazioni con o senza l’attività commerciale sottostante. Un secondo percorso, qualificabile come asse insediativo secondario, a partire dalla stazione ferroviaria, attraversa la parte nord del quartiere, parallelamente alla via Collatina e alla sede ferroviaria, passando per due piccole piazze (piazza Raggio e piazza Coleman) disposte simmetricamente rispetto a via di Tor Sapienza che poi ripiegano verso quest’ultima dopo aver intersecato la via Collatina. La morfologia comincia a cambiare spostandosi dal nucleo storico verso l’insediamento “167”: in via de Pisis infatti si hanno prevalentemente edifici destinati ad attività sociali come un centro anziani, un centro sociale e una polisportiva. Lungo via De Chirico si attestano ad est tre scuole ed una chiesa, mentre ad ovest si hanno i blocchi in linea di 7-8 piani destinati a residenza realizzati dallo IACP e dagli altri operatori con il Piano di Zona n°19. tIPOLOgIE dEI tESSUtI dELL’AREA
  • 21. 21 1436 1261 1528 1318 1418 1416 922 924 1269 979 156 978 1317 838 695 923 1006 1533 1225 1224 1189 1188 229 1185 1220 1040 1038 990 1003 981 6 986 984 1205 112 1046 900 4 3 562 2 1 999 7 997 998 1023 994 995 993 996 1000 1001 1011 1010 67 1009 1008 991 989 992 983 985 1007 987 5 988 982 1041 1044 153 916 928 1042 1043 1039 1037 1036 929 1045 1005 1016 1014 1012 1002 1013 1015 1222 1221 152 1207 1236 1237 1238 953 970 1047 969 968 967 966 965 964 963 962 958 957 956 955 954 961 960 959 950 X1 1241 1187 1223 X2 1028 1029 1030 1027 581 158 1031 1253 1265 1264 1262 1266 1259 1250 1033 1022 1020 1268 1267 1021 1032 901 582 1019 570 1018 283 579 578 572 577 576 574 575 72 573 592 934 70 591 583 595 569 155 594 593 1200 1017 1034 1049 1051 1050 1048 11 974 127 919 917 920 972 1024 1025 1026 154 157 656 1310 1330 1333 1340 1338 1342 1341 1343 1344 1345 1354 1353 1350 1351 1352 1356 1355 1348 1347 1349 1291 1292 1357 1364 1365 1362 1366 1363 759 761 521 57 722 265 352 61 806 248 59 905 741 173 243 304 30 3 879 53 275 1181 877876 159 817 350 35 700 41 209 539 15 880 848 849 789 850 349 853 790 851 852 351 881 383 357 461 385 356 558 559 560 561 419 557 418 554 553 555 556 354 816 346 815 426 425 347 787 778 783 784 779 776 780 781 785 786 782 777 832 833 831 830 811 477 456 353 457 827 788 821 348 423 282 525 522 523 524 762 511 512 510 516 517 518 515 520 519 494 280 65 731 64 279 803 62 63 A 729 730 874 793 822 796 531 532 450 546 215 367 544 336 791 547 451 548 545 416 453 368 514513 117 50 51 717 49 716 715 542 543 540 534 324 529 530 533 325 541 38 756 794 371 795 797 375 798 211 708 484 210 485 44 526 39 43 374 42 845 846 309 473 310 772 903 736 114 735 746 745 818 306 804 311 806 807 701 769 307 770 771 702 703 805 705 704 706 37 161 312 313 162 18 696 28 203 95 245 1195 1191 25 808 527 809 528 125738 247 737 124 196 126 882 822 435 128 129 16 433 179 436 160 742 743 199 198 40 237 931 748 236 747 238 749 884 750 239 751 597 600 840 599 839 878 937 938 386 800 802 387 267 755 596 598 1182 1183 235 799 752 241 753 242 754 764 274 774 550 551 459 767 713 714 297 765 298 175 48 176 405 823824 773 768 301 712 711 710 460 766 52 273 458 46 113 29 552 270 271 212 33 699 757 272 249 445 446 32 444 244 171 296 317 316 468 875 536 727 60 455 724 913 720 54 278 760 180 906 234 912915 911 914 58 910 907723 909 55 281 719 277 758 276 759 269 734 739 87 871 106 732 733 105 810 181 143 740 167 233 260 259 17 246 697 20 873 829 885 26 698 828 21 440 883 820 345 847 376 443 22 23 88 1346 319 1300 3001270 1271 302 91 499 625 145 343 391 365 693 475 361 662 509508 396 399 667 463 466 77 420 380 894 392 388 389 670 895 671 672674 390 673 669 694 476 677 397 676 X1 692 675 679 678 360 398 363 X2 395 76 449 464 665 666 404 664 421 413 169 78 230 1232 1233 1235 1234 227 364 614 370 378 119 472 81 148 1219 83 1190 1193 84 287 288 289 X3 85 135 86 328 1212 327 1213 329 620 469 687 286 68 6 119 2 642 119 4 643 384 645 644 641 264 122 617 120 323 535 121 5 121 4 82 338 1216 902 222 224 136 87 217 216 584 75 1201 1282 409 689 381 118 474 117 410 471 688 616 121470 149 886 1218 887 1217 221 262 220 647 290 648 856 89 857 858 860 861 862 864 588 633 634 635 636 854 855 218 604 943 944 899 138 888 139 140 141 34 4 92 931 93 605 608 610 96 292 254 142 628 163 164 165 631 166 293 321 320 326 37 9 322 98 889 101 99 406 355 334 294 102 103 941 942 104 615 137 945 622 646 589859 865 478 637 638 639 640 479 417 1239 94 621 863 1240 333 630 62 9 658 90 4 609 291 191 607 606 650 50 2 501 504 503 649 B 651652 654 653 684 1197 256 611 1184 663 429 401 18 4 892 505 50 7 403 185 898 933 111 891 339 340 626 194 147 627 893 656 655 657 252 601 602 603 866 868 869 412 1227 132 133 80 134 452 448 362 897 685 867 411 1231 109 110 X4 146 1196 12 03 1204 939 940 119 9 11 98 89 0 90 506 1324 1322 930 497 1323 182 498 1325 402 382 1288 170 1290 1289 X1282 1283 79 921 1415 ACQUA Comune di roma Limite PdZ 19 ANALISI DELLE PROPRIETÀ Altri Enti Privati Società
  • 22. 22 PRG di Roma vigente 2008 - Scenario del Municipio V (ex VII)
  • 23. 23 Nel 1965 viene approvato il nuovo P.R.G. nel quale l’area di Tor Sapienza entra a far parte sotto la destinazione urbanistica di zona F1. È in questa sede che i nuclei esistenti di origine spontanea degli anni precedenti vengono normati e legittimati. Nel 1968 il Comune di Roma predispone ed adotta per la locale zona F1 di P.R.G. un “Piano Particolareggiato del territorio compreso tra la ferrovia Roma – Sulmona, il P.P. delle Zone Industriali n. 8/L, via Prenestina e l’Asse intermedio di Scorrimento Orientale (Località Tor Sapienza)”, che viene ratificato il 31 maggio del medesimo anno. Dalla Relazione Tecnica si apprende che “Nel comprensorio di P.P. è intercluso il Piano di Zona n. 19, L. 167/62 che, pur non facendo parte del P.P. stesso, si inserisce nel tessuto del Quartiere”. Il Piano Particolareggiato della zona F1 venne dimensionato, in termini di servizi e verde, per 19.000 abitanti finali, ai quali si devono sommare i 4.650 abitanti previsti dal Piano di Zona n. 19 per un totale di 23.650 abitanti finali per Tor Sapienza. Tra gli obiettivi del P.P. era quello di reperire aree per servizi e verde e di proporre una struttura urbana organica e razionale, tenendo conto dei limiti imposti dalla situazione preesistente, intervenendo sia sulla maglia viaria con nuovi tracciati, sia sul tessuto edilizio con proposte di accorpamento di volumi, incentivi di cubature etc. Negli anni ’70 viene poi progettato e realizzato il Piano di Zona n° 19 “Tor Sapienza”, su un comprensorio di 43 ettari, tra la Via Prenestina e la Via Collatina, nelle immediate vicinanze della zona industriale prevista dal Piano regolatore. Tale comprensorio rientra nella strategia urbanistica allora dominante, la quale aveva deciso di realizzare nuovi insediamenti affiancati alle periferie spontanee. L’intento era quello di contribuire al loro risanamento attraverso un sovradimensionamento degli standard di verde e servizi entro la zona “167”. Si sperava poi di ottenere un’integrazione sociale ed urbana tra il vecchio ed il nuovo tessuto edilizio. Sulla base delle previsioni del PEEP l’insediamento doveva soddisfare la collocazione per 4.650 abitanti, con una densità contenuta, pari a 108 abitanti per ettaro. Il disegno originario del piano urbanistico prevedeva, in un’area con una considerevole pendenza verso levante, un nucleo più denso sulla sommità, case basse lungo le pendici, una fascia di servizi sociali al di là della strada di collegamento delle viabilità principali già esistenti, la quale sarebbe dovuta servire come collegamento tra il nuovo insediamento e quello storico spontaneo, e spazi verdi a ovest del rilievo, creando un elemento di distacco verso le zone destinate ad attività produttive. Per lo stralcio successivo di alcune aree si optò invece per una maggiore edificabilità con l’aumento della cubatura, tanto da consentire la realizzazione di edifici alti 7-8 piani anche lungo le pendici della collina. Il nucleo più significativo, anche per la posizione più elevata, è il rettangolo in sommità il cui lato lungo misura 400 metri che regola l’edificazione e crea un ambiente urbano volutamente in contrasto con gli aggregati periferici circostanti privi di qualità. L’intero complesso è servito all’esterno da un sistema viario ad anello che accentua la separazione formale e funzionale tra il nuovo insediamento e quello preesistente. Era previsto inoltre il passaggio di una linea metropolitana che avrebbe tagliato il comparto in due parti in direzione trasversale. L’altro nucleo realizzato è quello degli edifici posti sulle pendici della collina, ai margini della borgata. Sono edifici in linea di 8 piani disposti parallelamente al complesso a corte appena descritto e al di là dell’asse viario principale ad anello dello stesso. INDAGINE URBANISTICA
  • 24. 24
  • 25. 25 51 50 49 48 47 46 45 44 43 42 41 40 39 38 37 Legende: N.G.R.G. Roma, P.T.P.R. Lazio Tav. A, P.T.P.R. Lazio Tav. B - A10.0 PTPR Legenda Tavola A PTPR Legenda Tavola B NPRG Legenda 20 cd058_148 cd058_148 cd058_040 cd058_117 cd058_148 cd058_117 cd058_148 cd058_117 f063 f065 58_095 ab058_010 ab058_025 059 ab058_046 ab058_021 ab058_142 ab058_056 ab058_046 ab058_036 ab058_037 58_072 ab058_033 8_048 ab058_038 ab058_003 ab058_082 ab058_006 ab058_136 ab058_062 ab058_058 ab058_139 ab058_044 ab058_097 8_137ab058_092 079 ab058_028 ab058_119 ab058_077 ab058_100 ab058_118 cdm058_155 ma058_0153 ma058_0150 ma058_0150 ma058_0149 58_0094 ma058_0110 ma05 ma058_0106 ma058_0118 ma058_0131 ma058_0131 ma058_0149 ma058_0130 ma058_0119 ma058_0130 ma058_0104 ma058_0150 ma058_012 ma058_013 ma058_0153 ma058_0118 ma058_0117 ma058_0151 ma058_0150 ma058_0105 ma058_0110 ma058_0153 ma058_0154 ma058_0153 ma058_0153 8_0094 ma058_0131 ma058_0153 ma058_0153 ma058_0121 ma058_0130 ma058_0149 ma058_0150 ma058_0151 ma058_0131 ma058_0154 ma058_0149 ma058_0153 ma058_0107 ma058_0149 ma058_0117 ma058_0149 ma058_0120 ma058_0130 ma058_011 ma058_0110 ma058_0109 ma058_0149 ma058_0130 ma058_0094 ma058_0149 ma058_0149 ma058_0117 ma058_0116 ma058_0150 ma058_0107 ma058_0150 ma058_0153 ma058_0131 ma058_0150 ma058_0120 ma058_0153 ma058_0149 ma058_0130 ma058_0149 ma058_0149 ma058_0122 090 094 ma058_0108 ma058_0149 ma058_0149 ma058_0149 ma058_0104 ma058_0120 ma058_0154 ma058_0150 ma058_01 ma058_0153 ma058_0118 ma058_0106 ma058_0121 090 0 c058 c058_0173 c058_0238 c058_0235 c058_0343 c058_0344 c058_0352 c058_0356 m l_1095 ml_1096 ml_1107 ml_1110 ml_0961 ml_1105 ml_1147 ml_1099 m l_1094 ml_1151 ml_1109 ml_0430 m ml_1098 ml_1145 ml_1149 ml_0955 ml_1150 m l_1101 m l_106 m l_1097 ml_1148 m l_0925 ml_0865 ml_0919 ml_0270 m l_0353 tl_0317 tl_0307 tl_0318 tl_0330 tl_0339 trp_0744 trp_0743 trp_0742 trp_0741 trp_074trp_0739 trp_0737 trp_0693 trp_0692 trp_0691 trp_0689trp_0688 trp_0686 trp_0685 trp_0684 trp_0682 trp_0680 trp_0679trp_0678 trp_0525 trp_0524 trp_0677 trp_0676 trp_0675 trp_0674 trp_0673 trp_0672 trp_0671 trp_0664 trp_0662 trp_0661 trp_0660 trp_0658 t trp_0655 trp_0654trp_0653 trp_0652 trp_0650 trp_0649 trp_0 trp_0645 trp_0644 trp_0643 trp_0642 trp_0523 mp058_2391 mp058_2390 mp058_2389 mp058_2387 mp058_2386 mp058_2385 mp058_2382 mp mp058_2377 mp mp058_2375 mp058_2mp058_2373 mp058_2371 mp058_2368 mp058_2367 mp058_2366 mp058_2364 mp058_2363 mp058_2362 mp058_2361 mp058_2360 mp058_2354 mp058_2027 mp058_2026 mp058_2025 mp058_2024 mp058_2023 mp058 mp058_2015 mp058_2013 mp058_2012 mp058_2011 mp058_2010 mp058_2009mp058_2006 mp058_2005 mp058_2004 mp058_2003 mp058_2002 mp058_2001 mp058_2000 mp058_1999 mp058_1998 mp058_1997 mp058_1995 mp058_1993 mp058_1992 mp058_1991 mp058_1990 mp058_19 mp058_1982 mp058_1981 mp058_1980 mp058_1979 mp058_1978 mp058_1975 mp058_1974 mp058_1973 mp058_1969 mp058_1967 mp058_1966 mp058_1965 mp058_1961mp058_1960 058_1959 mp058_1956 58_1953 mp058_1500 mp058_1499 mp058_1177 mp058_1174 mp058_1170 mp058_1169 mp058_1167 mp058_1166 mp058_1164 mp058_1162 mp058_1161 mp058_1160 mp058_1157 mp058_1152 mp058_1151 mp058_1150 mp058_1149mp058_1146mp058_1145 mp058_1144 mp058_1143 mp058_1141 mp058_1140 mp058_1139 mp058_1138 mp058_ m mp058 mp058_1133 mp058_1131 mp058_1129 mp058_ mp058_1124 mp058_1123 mp058_1120 mp058_1119 mp058_1118mp058_1117 mp058_1116 mp058_1115 mp058_1114 mp058_1112 mp058_1840mp058_1839 mp058_1751 mp058_1747 mp058_1746 mp058_1745mp058_1744 mp058_1743 mp058_1741 mp058_1740 mp058_1739 mp058_1735 mp058_1734 mp058_1733 mp058_1631 mp058_1630 mp058_1629 mp058_1628 7 mp058_1515 mp058_1514 mp058_1513 mp058_1511 mp058_1510 mp058_1509 mp058_1508 mp058_1507 mp058_1506 mp058_1501 mp058_0098 mp058_0097 mp058_0096 mp058_0095 mp058_0094 mp058_0093 mp058_0092mp058_0091 mp058_0090 mp058_0089mp058_0088 mp058_0084 mp058_0083 mp058_0082 mp058_0079 mp058_0078 mp058_0077 mp058_0076 mp058_0075 mp058_0074 mp058_0073 mp058_0072 mp058_0070 mp058_0069 mp058_0068 mp058_0064 mp058_0063 mp058_0062 mp058_0061 tg_247 Legende: N.G.R.G. Roma, P.T.P PTPR Legenda Tavola A PTPR Legenda Tavola BPtPR - tAV A PtPR - tAV B *Elaborazioni a cura del XV Master In/Arch Architettura Sostenibile
  • 26. 26 Verde 18,9 ha Servizi 8 ha 1. scuole 21385 mq 1 2 3 3 4 1 1 1 2. mercato 7369 mq 3. chiesa 2680 mq 4. stecca ATER 6000 mq campi sportivi 42816 mq verde pubblico 156900 mq scuole 32200 mq Residenziale (sf) 19077 mq ANALISI SUPERFICI DEL PDZ 19 IACP 8966 mq altro 9551 mq privato 560 mq Residenziale (sul) 122308 mq IACP (7 PIANI) 62762 mq altro (6 PIANI) 57306 mq privato (4 PIANI) 2240 mq
  • 27. 27 ZONA PRG E3 PEEP 19 43ha 3ha 4ha 108ab/ha STR.ATTUATIVO NUMERO SUP.TERR. 115mc/ab80mc/ab DENS.TERRITORIALE ABITANTI TEORICI AREE PER SERVIZI (6,5MQ/AB.) 4ha 14ha AREE A VERDE 9MQ/AB. 2ha 5ha AREE PER SERVIZI (6,5MQ/AB.) 3ha 15ha AREE A VERDE 9MQ/AB. 4.650 DENSITÀ EDILIZIA ‘97DENSITÀ EDILIZIA ‘65 ABITANTI INSEDIATI 1997 3.222 VOLUMETRIA DI PROGETTO mc RESIDENZIALE NON RESID. TOTALE 372.300 74.200 446.500 RESIDENZIALE NON RESID. TOTALE 372.300 74.200 446.500 VOLUMETRIA EDIFICATA mc IL PIANO DI ZONA LE QUANTITà DEL PIANO DI ZONA 19
  • 28. 28 STUDIO DEL SOLEGGIAMENTO *Elaborazioni a cura del XV Master In/Arch Architettura Sostenibile
  • 29. 29 ANALISI CLIMATICA SIMULAZIONE DEL FABBISOGNO ENERGETICO IN FUNZIONE DEGLI ORIENTAMENTI 24,7 Kwh/mqa 16,1 Kwh/mqa 18,5 Kwh/mqa 8,6 Kwh/mqa -34% heat energy demand cooling demand fabbisogno per riscaldamento fabbisogno per raffrescamento x= 12 m y= 40 m h= 12 m (4 piani) x= 40 m y= 12 m h= 12 m (4 piani) trasmission losses ventilation losses usable solar gains usable internal gains heat energy demand cooling demand 36,7 kWh/mq a 30,6 kWh/mq a 29,7 kWh/mq a 12,8 kWh/mq a 24,7 kWh/mq a 16,1 kWh/mq a trasmission losses ventilation losses usable solar gains usable internal gains heat energy demand cooling demand 34,5 kWh/mq a 30,6 kWh/mq a 33,9 kWh/mq a 12,7 kWh/mq a 18,5 kWh/mq a 8,6 kWh/mq a STECCA N-S STECCA E-O
  • 30. 30 EQUINOZI ore 9-12-15 SOLSTIZIO D’INVERNO ore 9-12-15 SOLSTIZIO D’ESTATE ore 9-12-15 STUDIO DEL SOLEGGIAMENTO
  • 31. 31 STUDIO DEI VENTI PREVALENTI *Elaborazioni a cura del XV Master In/Arch Architettura Sostenibile
  • 32. 32
  • 33. 33 IL PROGETTO DI RECUPERO URBANO
  • 34. 34 VIADECHIRICO VIATORSAPIENZA VIADECHIRICO VIATORSAPIENZA VIADECHIRICO VIATORSAPIENZA CRITICITÀ DELLO STATO ATTUALE - Divisione tra comparto del PdZ e borgata storica costituita dal limite fisico e percettivo di via De Chirico e dalla fascia dei servizi - Isolamento del Comparto ATER di via Morandi FASE 1 - Modifiche alla viabilità e demolizioni - Modifica della viabilità costituendo un nuovo “Cardo e Decumano” attraverso la riduzione della sezione di via De Chirico e di via De Pisis, la quale viene anche prolungata all’interno del comparto ATER; - Demolizione scuola Vittorini, del plateatico del mercato e della stecca centrale ATER FASE 2 - Densificazione - Realizzazione di nuovi servizi sulla superficie di circa 60.000 mq recuperata in FASE 1 dalla riduzione delle sezioni stradali; - Gli edifici costituiranno un sistema trasversale al PDZ, caratterizzato da una forte mixitè funzionale: residenziale, socio-assistenziale, terziario-produttivo, commerciale; - Realizzazione di un baby park e di un centro culturale-associativo, quali servizi pertinenziali all’interno del comparto ATER; - Realizzazione di nuovo edificio residenziale convenzionato all’interno del comparto ATER; - Realizzazione di circuito ciclopedonale connesso alla stazione FM2 di Tor Sapienza
  • 35. 35 Tor Sapienza è un quartiere che ha bisogno di essere riconsi- derato. L’idea alla base del progetto è di cercare, attraverso un processo di densificazione, di ristabilire un nuovo equilibrio nell’intera area. La condizione attuale è quella di una netta separazione tra l’inter- vento di edilizia economica e popolare del Morandi e la borgata storica di Tor Sapienza. I diversi elementi che contraddistinguono le due entità -morfolo- gia, posizione, orografia, dimensione, tipologia edilizia, parti so- ciali- sono costantemente contrapposte senza avere mai trovato alcun punto di convergenza. Lo stesso sistema infrastrutturale alla base del piano di zona, e dove il sistema dei servizi dello stesso piano si struttura, costituisce un limite invalicabile. Oggi lavorare a Tor Sapienza non significa solamente valutare nuovamente il valore della città moderna, le sue possibilità, i suoi fallimenti, ma ricercare un nuovo modo per agire direttamente sui suoi limiti, cioè su quegli elementi che la separano dal resto della città e che la mantengono ancora una parte o meglio un’isola. In questo senso il progetto intende lavorare proprio sulla fascia dei servizi che si sviluppa lungo l’asse di viale De Chirico. In questo momento quest’asse stradale, che collega la via Pre- nestina e con la Collatina, è notevolmente sovradimensionato. Questo evidentemente deriva da un’errata previsione del Piano di zona, che immaginava un generale riassetto delle infrastrutture stradali dell’intera area che non è mai stato realizzato. A questo si aggiunge un secondo ordine di problema. Vista la presenza di negozi e servizi lungo l’asse di via di Tor Sapienza, parallelo a quello di viale De Chirico, e nonostante la sua ridotta sezione stradale, è questo il percorso più usato per gli sposta- menti quotidiani. La costatazione di questi fenomeni ha spinto il progetto a verifi- care la possibilità di cogliere nella ridefinizione di quest’ambito il cuore per una trasformazione dell’intero quartiere. Il progetto intende usare la superficie attualmente sfruttata da una delle due carreggiate di viale De Chirico e l’ampia area verde di spartitraffico che le separa, come suolo per nuove volumetrie. Inoltre una verifica dei servizi presenti in quest’area ha mostrato la possibilità di aggiungere a queste anche le superfici del mercato e dell’Istituto Piazza De Cupis, che saranno demoliti per ospitare nuovi servizi. La somma di tutte le aree recuperate è una superficie pari a circa 60.000 mq. Quindi alla fascia di servizi esistenti composta dall’Istituto tecnico industriale Giovanni XXIII, l’Istituto professionale Jean Piaget, l’asilo nido comunale, la chiesa evangelica e l’accesso al parco di Tor Sapienza, si sommeranno ulteriori servizi con lo scopo di trasformare quello che un tempo costituiva un limite in un elemento permeabile e di contatto. Per garantire questo, un sistema di strade trasversali ricucirà l’intera viabilità del quartiere al fine di costituire un reticolo stradale fluido e continuo. Anche viale De Pisis, che risulta essere l’unico elemento di connessione tra le parti sarà modificato. In questo caso sarà diminuita la sezione stradale per rafforzare l’ampiezza dei marciapiedi e trovare spazio per ulteriori posti auto. All’intero di questo nuovo spazio è stato impostato un progetto strategico capace di intensificare le attività urbane, la presenza di servizi, spazi pubblici e aree verdi, e la costruzione di una nuova rete di strade e percorsi ciclo-pedonali. Partendo da Nord, dall’incrocio tra viale De Chirico e la via Collatina, questa nuova fascia urbana ospiterà un sistema di edifici che sommato ai servizi presenti costituirà una sequenza di funzioni diverse capace di costituire una parte di città viva e attiva nell’arco dell’intera giornata. I nuovi interventi comprendono: un sistema di case a schiera con giardino privato, un edificio residenziale in linea, uno di uffici, uno con tipologia case-laboratorio, una palestra, un nuovo mercato con attività commerciali e un nuovo accesso al parco di Tor Sapenza. Tutti questi edifici sono intesi come un sistema di servizi quali: servizi alle persone (servizi assistenziali, culturali, fitness, sanitari, culturali), pubblici esercizi (bar, ristoranti, pub, locali), artigianato di servizio (studi d’artista), direzionale privato (uffici, studi professionali, servizi alle imprese). Un ulteriore intervento è di garantire attraverso una rete continua di percorsi ciclo-pedonali la possibilità di una mobilità alternativa. La fascia di verde a posta Nord-Ovest dell’area d’intervento che costeggia via Massimo Campigli e viale Giorgio Morandi sarà adibita a orti urbani e attraversato da un percorso ciclo pedonale che connetterà il Morandi alla via Collatina attraverso un percor- so immerso nel verde. UNA IPOTESI DI DENSIFICAZIONE 2A+P/A studio associato
  • 36. 36 Nuova edificazione su ex ambito stradale Nuova edificazione su aree di risulta Demolizione e ricostruzione Risistemazione aree DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI
  • 37. 37 Residenziale Attività Spazi pubblici Verde DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI RESIDENZE (densità bassa) RESIDENZE (densità media) RESIDENZE (densità alta) RESIDENZE CONVENZIONATE (densità media) ORTI GIARDINO PARCO URBANO ARTIGIANATO case-laboratorio TERZIARIO COMMERCIALE (uffici e negozi) SERVIZIO (palestra) NUOVO MERCATO COPERTO CENTRO CULTURALE (centro anziani e asilo nido)
  • 39. 39 INTERVENTI SULLA MOBILITà Conformazione attuale via de Chirico 39.000 mq Superfici stradali a verde (aiuole) 23.800 mq Tracciati stradali da demolire 13.000 mq Tracciati stradali di nuova costruzione Nuove aree verdi Superfici pedonali 21.400 mq Percorsi ciclabili 3.500 ml Percorsi carrabili 19.000 mq (-50%) INTERVENTI SULLA MOBILITÀ
  • 41. 41 Sezione via De Pisis Sezione via De Chirico
  • 42. 42
  • 43. 43
  • 44. 44 VIStA dELLA PIAzzA dI ACCESSO ALLA SCUOLA
  • 45. 45 VIStA dELLE RESIdEnzE SOCIO-ASSIStEnzIALI
  • 46. 46 VIStA dI VIALE dE CHIRICO
  • 47. 47 VIStA dELLA PIAzzA dEL MERCAtO COPERtO
  • 48. 48 Sezione schiere A case a schiera edilizia convenzionata – bassa densità superficie coperta 2300 mq 2 piani 184 abitanti 4600 mq A1 monofamiliare superficie coperta 90 mq 2 piani 180 mq L0 L1 L0 L1 A2 bifamiliare superficie coperta 90 mq 2 piani 90 mq s k b l b lll s k k b b r ll s b b r ll
  • 49. 49 Sezione linea L0 L1-5 B case in linea edilizia convenzionata – alta densità superficie coperta 900 mq 5 piani 180 abitanti 4500 mq B1 monofamiliare superficie coperta 105 mq 1 piani 105 mq B3 commerciale superficie coperta 35-50 mq 1 piani 35-50 mq B2 monofamiliare superficie coperta 87 mq 1 piani 87 mq s s k kb bb l llll
  • 50. 50 3. Sezione commerciale E commericale nuovo intervento superficie coperta 1050 mq 2 piani 2100 mq
  • 51. 51 Sezione case-laboratori D case + laboratori nuovo intervento superficie coperta 1802 mq 3+1 43 abitanti 1080 mq + 1802 mq D1 monofamiliari superficie 85 mq 1 piano 85 mq D2 monofamiliari superficie 65 mq 1 piano 65 mq D3 laboratori superficie coperta 1802 mq 1 piano 50-80-100 mq L0 L1 s s lab. magazzino wc wc locale tecnico lab. lab. lab. lab. lab. lab. lab. lab. lab. lab. lab. lab. lab. k k b b b l l l
  • 53. 53 Sezione mercato M mercato + servizi nuovo intervento superficie coperta 1960 mq 1 piano 1220 mq + 740 mq M1 mercato superficie coperta 1220 mq 1 piano 30 box 20-35 mq M2 servizi superficie coperta 740 mq 1 piano 16 box 20-35 mq L0
  • 54. 54 Sezione residenze giovani C case a ballatoio residenze socio assistenziali – media densità superficie coperta 2060 mq 3-4 piani 288 abitanti 7189 mq C1 monofamiliari - anziani superficie coperta 50 mq 1 piani 50 mq C1 monofamiliari - anziani superficie coperta 50 mq 1 piani 50 mq C1 monofamiliari - anziani superficie coperta 50 mq 1 piani 50 mq C1 monofamiliari - anziani superficie coperta 50 mq 1 piani 50 mq C2 monofamiliari - giovani superficie coperta 50 mq 1 piani 50 mq C2 monofamiliari - giovani superficie coperta 50 mq 1 piani 50 mq C2 monofamiliari - giovani superficie coperta 50 mq 1 piani 50 mq C2 monofamiliari - giovani superficie coperta 50 mq 1 piani 50 mq C2 monofamiliari - giovani superficie coperta 50 mq 1 piani 50 mq C2 monofamiliari - giovani superficie coperta 50 mq 1 piani 50 mq C2 monofamiliari - giovani superficie coperta 50 mq 1 piani 50 mq k/s b l L0-3 L0-4
  • 55. 55 A case a schiera bassa densità superficie coperta 2300 mq 2 piani 65 alloggi 184 abitanti 4600 mq B case in linea alta densità superficie coperta 900 mq 5 piani 64 alloggi 180 abitanti 4500 mq C case a ballatoio residenze socio assistenziali media densità superficie coperta 2060 mq 3-4 piani 100 alloggi 288 abitanti 7189 mq SUPERFICI DEI NUOVI INTERVENTI, NUMERO DI ALLOGGI E NUOVI ABITANTI IPOTIZZATO E Terziaro e commerciale nuovo intervento superficie coperta 1050 mq 2 piani 2100 mq AREE PARCHEGGIO SU VIA DE CHIRICO 1800 mq AREA PARCHEGGIO SU VIA COLLATINA 1000 mq PARCHEGGI IN LINEA SU STRADA 4062 mq ORTI URBANI 5800 mq GIARDINI URBANI 3960 mq D case + laboratori nuovo intervento superficie coperta 1802 mq 3+1 43 abitanti 1080 mq + 1802 mq M mercato + servizi nuovo intervento superficie coperta 1960 mq 1 piano 1220 mq + 740 mq C palestra nuovo intervento superficie coperta 576 mq 2 piani 1152 mq RESIDENZE 16289 mq - 248 alloggi - 652 abitanti RIQUALIFICAZIONE VIA DE CHIRICO SERVIZI 8816 mq STANDARD minimi 5868 mq verde 1630 mq parcheggi 4238 mq servizi
  • 57. 57 una MOBILITà sostenibile Massimo Ciuffini In linea generale la strategia d’intervento nel campo della mobilità sostenibile si articola su tre linee d’azione integrate tra loro: • ridurre il fabbisogno di mobilità (Avoid/reduce); • favorire l’utilizzo delle modalità di trasporto più sostenibili (Shift); • migliorare senza sosta i mezzi di trasporto perché siano sempre più efficienti (Improve); Nel caso della progettazione di un nuovo insediamento urbano ad entrare in gioco sono fondamentalmente le due linee di azione Avoid/Reduce e Shift. La linea di intervento Avoid/Reduce è finalizzata alla riduzione della domanda di trasporto e molte delle misure in questo ambito rica- dono nella categoria della pianificazione territoriale ed urbanistica. In questo campo i fattori chiave per ridurre la domanda di trasporto sono: la densità territoriale, la compattezza dell’edificato, la strut- tura insediativa, la posizione baricentrica delle principali funzioni urbane, la distribuzione delle funzioni di prossimità, la progettazione degli spazi pubblici e la progettazione delle infrastrutture. La linea di intervento Shift si propone invece di ridurre gli impatti della mobi- lità, promuovendo l’utilizzo di mezzi di trasporto con minori impatti specifici. Per questo è necessario che quando si progetta un nuo- vo quartiere sia prevista un’offerta di trasporto multimodale che comporti l’esistenza di adeguati servizi di trasporto pubblico, una rete ciclistica e pedonale ma anche il restringimento in alcuni ambiti dell’uso dell’auto, per esempio realizzando zone pedonali o zone dove il traffico sia moderato o limitato. Complessivamente e in varia misura, tutti gli interventi affrontati dal laboratorio hanno le caratteristiche fondamentali per essere consi- derati sostenibili dal punto di vista della mobilità visto come siano tutti localizzati nella cosiddetta città consolidata, a ridosso di alcu- ni dei più importanti corridoi di trasporto collettivo della città ed in adiacenza ad altri quartieri esistenti in modo da innalzarne la densità funzionale, edilizia ed abitativa. L’intervento a Tor Sapienza è localizzato in una zona già servita dal servizio di trasporto pubblico attraverso due linee di autobus Ur- bane con una frequenza media che oscilla tra i 20 ed i 30 minuti (a seconda delle diverse fasce orarie e delle diverse giornate della settimana) e dalla ferrovia metropolitana FM 2. Dalla stazione di Tor Sapienza che dista circa 800 m dal baricentro dell’insediamento è possibile raggiungere la Stazione Tiburtina in circa 15 minuti con un treno ogni 30 minuti. Il progetto prevede il completo aggiornamento dello schema stradale esistente che è quello tipico di molti interventi del primo PEEP di Roma. All’epoca l’impostazione progettuale era quella di “qualificare” gli interventi residenziali pubblici con una rete stradale dagli alti livelli di servizio e dalle sezioni esuberanti. Una strategia non diversa da quella relativa alla dotazione di aree pub- bliche che eccedevano sempre rispetto agli standard minimi, per “compensare” le scarse dotazioni di servizi ed infrastrutture dell’edi- ficazione privata, sia legale che abusiva. Questa impostazione, spe- cie per la dotazione di strade e di aree a parcheggio pubblico, nel tempo si è rivelata controproducente: ha incentivato l’uso dell’auto- mobile e, nell’ottica di rendere i nuovi quartieri più accessibili (all’au- to però), ha contribuito invece ad isolarli. Attualmente tanto Viale De Chirico che Viale De Pisis, che le è perpendicolare, dispongono di sezioni stradali con capacità molto superiori a tutta la rete circostan- te, in particolare le consolari Collatina e Prenestina. Il quartiere di Tor Sapienza è separato dai quartieri circostanti non solo dalle aree verdi in cui sono immersi i grandi edifici in linea ma anche da strade a quattro corsie (e relative fasce di rispetto) che sboccano su assi stradali funzionalmente di gerarchia superiore ma con sezioni stra- dali inferiori, tra l’altro con intersezioni pericolose e poco funzionali. Il progetto tende a ribaltare questa impostazione attraverso: - Il generale ridimensionamento della rete stradale interna al PdZ esistente, per avvicinarla a quella delle strade immediatamente circostanti con la trasformazione di Viale De Chirico in una strada ad unica carreggiata con una corsia per senso di marcia; - la prosecuzione dell’asse di Via De Pisis ad intersecare Viale De Chirico e proseguire sino ad attraversare la corte esistente; - l’inserimento di chicane e di vari accorgimenti nella progettazione del sedime stradale per moderare la velocità delle auto, indurre la deviazione del traffico di attraversamento indirizzandolo su percorsi alternativi serviti dalle strade urbane di scorrimento; - la realizzazione di una rete pedonale e ciclistica che, con continui- tà, collega tutte le polarità del quartiere estendendosi e ramificando- si verso l’intorno specie verso la fermata della ferrovia metropolitana di Tor Sapienza e verso la linea tranviaria (incrocio Palmiro Togliatti Via Prenestina) ; - la realizzazione di una ridotta dotazione di spazi per parcheggi pubblici a raso e la realizzazione di parcheggi privati e pertinenziali interrati.
  • 59. 59 VALUTAZIONE indicatore 23-lug-14 Prereq. 1 Localizzazione intelligente Riduzione vkm Intervento interno alla c.d. città consolidata, adiacente a zone residenziali e produttive esistenti, adiacente stazione ferrovia metropolitana e dotato di una fitta rete di servizi di autobus. VEDI "ANALISI TOR SAPIENZA" pag.49. Soddisfatte tutte le opzioni sia 1, 2, 3 che 4. Credito 1 Localizzazione preferenziale riduzione sprawl Rispettata opzione 1 (interveno in prossimità in un’area interclusa o un sito da completare che sia anche un’area precedentemente edificata), 2 (connessioni tra 50 ed 80 al km2) e 3 (intervento che prevede la realizzazione di edilizia agevolata) Credito 3 Localizzazione con ridotta dipendenza dall'uso dell'automobile accessibilità con vari sistemi di trasporto Opzione 1 linee di autobus 543 e 437 frequenza 30 minuti e Ferrovia Metropolitana FM 2 frequenza 30 minuti Opzione 2 L'intervento non è collocato in un’area governata dall’Amministrazione locale come zona a bassa intensità di traffico Credito 4 Rete ciclabile e infrastrutture per la sosta delle biciclette infrastrutture ciclabili Depositi previsti, Rete ciclabile di progetto che collega stazione di Ferrovia metropolitana FM2 e Linea tranviaria 14 e che è situata entro 30 m da almeno il 50% degli ingressi delle unità abitative e degli ingressi degli edifici non residenziali Credito 5 Prossimità delle residenze ai luoghi di lavoro mix funzionale Vedi Mix funzionale presente nel progetto. L'intervento in generale rispetta i criteri di equilibrio funzionale sia al suo interno che in relazione all'esistente. Prereq. 1 Caratteristiche minime per la fruibilità pedonale delle strade vari L'intervento rispetta i requisiti a, b, c e d Prereq. 2 Sviluppo compatto - densità minima densità minima L'intervento è inserito nella prossimità di un corridoio di trasporto collettivo (FM2), controbuisce alla densificazione di un quartiere esistente, promuove la compattezza dell'area nel suo complesso occupando parte dell'aree aperte tra la Borgata di Tor Sapienza e il Piano di Zona Prereq. 3 Comunità connesse e aperte densità di connessioni L'intervento ruota attorno a questo obiettivo di fondo Credito 1 Fruibilità pedonale delle strade Facciate ed entrate: successiva approfondimento progettuale - Destinazione d’uso piano terra e parcheggi: soddisfatti i requisiti: successiva approfondimento progettuale Definizione dei limiti di velocità per la sicurezza dei pedoni e degli spostamenti in bicicletta: Requisiti soddisfatti Interruzione marciapiedi: requisito soddisfatto Credito 3 Centri di quartiere ad uso misto L'intervento prevde che almeno il 50% delle unità residenziali siano ad una distanza a piedi massima di 400 m da un numero minimo di servizi di base ubicati lungo l'asse di viale De Chirico e nella Corte. Credito 5 Riduzione delle aree di parcheggio Rispettato sia il requisito sulla dotazione minima di parcheggi a raso e sulla presenza di depositi per biciclette Credito 6 Rete stradale Il progetto realizza alti livelli di connessione interna e collegamenti tra PdZ e Borgata Tor Sapienza. Credito 7 Promozione dei trasporti collettivi A questo stadio del processo nessuna accordo con ATAC è possibile Credito 8 Gestione della domanda di trasporto A questo stadio del processo non è possibile affrontare le questioni legate alle fasi d'esercizio del nuovo quartiere Credito 9 Accesso agli spazi pubblici Requisito soddisfatto anche se l'intervento riduce quantitativamente gli spazi pubblici del PdZ. Il nuovo Cardo e Decumano su viale De Pisisi De Chirico, rappresenta un grande spazio pubblico in grado di servire l'edificato esistente e di progetto. Credito 10 Accesso alle attività ricreative Requisito soddisfatto. Nel nuovo Cardo e Decumano su viale De Pisisi De Chirico, che è già uno spazio verde, è localizzata una palesta di 10.000 mq ed il preesistente parco pubblico Credito 14 Viali alberati e strade ombreggiate Requisito soddisfatto. Viale De Pisis e Viale De Chirico dispongono di alberi su entrambi i lati per almeno il 60% della lunghezza dell’isolato lungo la rete viaria cui si aggiungono altre obreggiature diffuse e la messa a dimora di nuovi alberi Sistema di valutazione GBC - Tor Sapienza Localizzazione e Collegamenti del Sito Organizzazione e Programmazione del Quartiere (Max 43) A queste valutazioni generali che tendono ad inquadrare l’intervento nel quadro delle linee generali d’azione ASI, la progettazione dell’in- tervento a Tor Sapienza si è avvalsa del sistema di valutazione GBC che, attraverso l’individuazione di un sistema di requisiti, di indicatori e standard minimi, consente di stimare quantitativamente l’efficacia del progetto e dunque di orientarne i risultati drante la fase di con- cezione. Dal punto di vista della mobilità sostenibile, gli ambiti indagati signifi- cativi sono: - Localizzazione e Collegamenti del Sito (LCS) - Organizzazione e Programmazione di Quartiere (OPQ) Sopra una tabella riassuntiva in cui, per ciascun requisito significa- tivo, vengono elencate le considerazioni sul rispetto degli standard minimi individuati da GBC. Non tutti i requisiti hanno potuto trovare una valutazione sia per motivi legati all’approfondimento progettuale raggiunto sia per il carattere ancora teorico dell’intervento.
  • 60. 60
  • 62. 62 ASSONOMETRIA DEL PROGETTO DELLA CORTE DI VIA GIORGIO MORANDI Courtesy Arch. Wallach Anno realizzazione: 1975 Progettisti: dott. ing. Aldo Ferri, prof. arch. Alberto Gatti, prof. arch. Sara Rossi, dott. ing. Ettore Sebasti prof. arch. Pier Luigi Carci, dott. arch. Riccardo Wallach COMPLESSO A.T.E.R. Analisi comparativa della CORTE 63
  • 63. 63 T ra il ’75 e il ’79, L’Istituto Autonomo Case Popolari realizza un insediamento abitativo il cui assetto è caratterizzato da alti edifici residenziali in linea con una forma planimetrica ad “L” disposti a chiudere una grande corte di 400x80 m. All’interno, sull’asse longitudinale, è situata una spina di servizi con tipologia a schiera che accoglie attrezzature di interesse collettivo. L’accesso alla corte è prevalentemente pedonale con l’eccezione di alcuni spazi ben definiti per le auto dei residenti. La superficie totale è di 97200 m2. Edifici residenziali Uguali a due a due, sono formati da quattro corpi di diversa lunghezza con doppio sfalsamento per articolare maggiormente la piazza centrale. Sono costituiti da sette piani di abitazioni su di un primo livello porticato ed un seminterrato per i parcheggi. Con i loro 504 alloggi, si intendeva dare accoglienza a 2776 abitanti. Gli edifici sono caratterizzati dall’alternarsi di due profondità diverse per i quattro diversi tipi di alloggi, dalle finestre a nastro, dalle regolari campate strutturali di 5,10 m scandite da setti in calcestruzzo e intervallate a gruppi di quattro da corpi scala larghi esattamente la metà che permettono l’accesso dalla corte interna. A rompere la serialità svettano a nord-ovest e a sud-est scale esterne dalla forte connotazione plastica. A ravvivare il grigio del cemento a vista brillano il rosso (edilizia sovvenzionata), l’azzurro (edilizia convenzionata) e il verde di cui sono verniciati gli infissi in acciaio. La sezione dell’edificio presenta due tipi di profondità diverse, di cui quella minore è dotata o meno di loggiato continuo a seconda del piano. Gli edifici presentano un evidente stato di degrado che interessa sia l’involucro che la struttura stessa dovuto a una mancata manutenzione. Gli abitanti, inoltre, lamentano fenomeni di infiltrazione d’acqua e di umidità soprattutto nei piani superiori, presenza di ponti termici che provocano la formazione di condensa superficiale e mancato comfort termico causato dall’assenza di isolante nei diversi pacchetti strutturali. Per quanto riguarda la situazione impiantistica, abbiamo la presenza di sistemi autonomi a caldaia per il riscaldamento degli ambienti (e in taluni casi split per il raffrescamento); e data la scarsa efficienza dell’involucro, le relative spese sono piuttosto onerose. La spina centrale È posizionata in asse con gli edifici a corte ed è composta da due volumi identici e ruotati di 180° fra di loro. Al centro di essi si trova una cavea che doveva costituire il luogo di relazione sociale principale del complesso. Analizzando il singolo volume, si nota la presenza di due elementi differenti: un primo di forma rettangolare avente il passo strutturale allineato con quello della parte residenziale destinato al commerciale ed un secondo più articolato di forma triangolare destinato ad attività sociali/culturali. Questi sono collegati da un elemento che funge da spazio di incontro. Alla parte rettangolare si accede sia longitudinalmente che trasversalmente con un dislivello di circa 90 cm. La sezione dell’edificio è costituita da un piano interrato, un piano terra e solo in parte si presenta il primo piano. Il sistema distributivo è costituito da due rampe esterne, due scale esterne e due interne per l’accesso al piano interrato ed altre due interne per raggiungere il primo piano. In ogni livello è presente un loggiato con fioriera che presenta tracce di amianto. Inizialmente il Piano di Zona preveda l’insediamento di esercizi commerciali che nel tempo hanno cessato la loro attività portando all’attuale occupazione abusiva di questi spazi. Il secondo elemento accoglie nella parte settentrionale il centro culturale Giorgio Morandi e nella parte meridionale il centro anziani. E’ costituito da un piano fuori terra al quale si accede attraverso un sistema di rampe e un piano interrato che si collega a quello dell’elemento rettangolare. All’interno della corte vi è un disegno ben definito di aiuole verdi con la presenza di varie essenze ed arbusti in buono stato. IL COMPLESSO ATER
  • 64. 64 Y X Y X X Y X Edificio tipo 2Edificio tipo 1 Edificio tipo 1 Edificio tipo 2 piano Y piano X EDIFICIO TIPO 1 tipologia B : n° 185 tipologia C : n° 32 tipologia D : n° 64 totale alloggi per edificio tipo 1 = 280 EDIFICIO TIPO 2 tipologia A : n° 48 tipologia B : n° 32 tipologia C : n° 144 totale alloggi per edificio tipo 2 = 224 totale alloggi comparto = 504 TIPOLOGIA ALLOGGI VANI % A n.48 192 9 B n.216 1080 43 C n.176 1056 35 D n.64 448 13 tot n.504 2776 100 Tipologia alloggi Distribuzione alloggi superficie abitativa totale 60921 mq n° abitanti 2776 densità abitativa attuale 21,94 mq/ab tipologia A : 64 mq, 4 vani tipologia B : 80 mq, 5 vani tipologia C : 96 mq, 6 vani tipologia D : 112 mq, 7 vani Y X Y Y X X Y X Y Fonte: elaborazione XV Master Inarch su disegni originali progettisti *Elaborazioni a cura del XV Master In/Arch Architettura Sostenibile
  • 65. 65 Piano X appartamento B = 80 mq appartamento C = 96 mq appartamento A = 64 mq Piano Y appartamento C = 96 mq appartamento D = 112 mq appartamento B = 80 mq I tagli degli alloggi variano da una metratura minima di circa 64 mq fino ad un massimo di 112 mq. Ogni alloggio è dotato di doppio affaccio. La ripartizione degli alloggi si divide in: 11,11% di tipo “A” con 64 mq e n°4 vani, 41,27% di tipo “B” con 80 mq e n°5 vani, 33,33% di tipo “C” con 96 mq e n°6 vani, 14,29% di tipo “D” con 112 mq e n°7 vani. *Elaborazioni a cura del XV Master In/Arch Architettura Sostenibile *Elaborazioni a cura del XV Master In/Arch Architettura Sostenibile
  • 66. 66
  • 67. 67 *Elaborazioni a cura del XV Master In/Arch Architettura Sostenibile
  • 68. 68 ANALISI DELL’EDIFICIO Fattore di forma 72 ANALISI DELL’EDIFICIO Fattore di forma 73 ANALISI DELL’EDIFICIO Fattore di forma 74*Elaborazioni a cura del XV Master In/Arch Architettura Sostenibile
  • 69. 69 RIGENERARE L’EDILIZIA RESIDENZIALE PUBBLICA 2A+P/A studio associato Una seconda parte del progetto si focalizza sulla riqualificazione dell’edificio di edilizia economica e popolare di via Giorgio Mo- randi. Il progetto affronta tre tematiche principali di rigenerazione: la stecca di servizi all’interno della corte, il frazionamento deglli alloggi sottoutilizzati, l’efficientamento energetico degli edifici in linea. La stecca centrale che ospitava i servizi alla residenza, oggi gia- ce in uno stato di degrado. Il progetto ipotizza di sostituire i due corpi con due nuove volu- metrie che ospiteranno rispettivamente nuove abitazioni, e un asilo nido con un centro culturale. Le nuove volumetrie sono state studiate per mantenere l’aspetto unitario della corte, ma a contempo garantire una maggiore attraversabilità e visibilità degli spazi, in modo da aumentarne anche la sicurezza. Il progetto presenta diverse ipotesi di ottimizzazione delle dimen- sioni degli appartamenti, frazionando quelli che hanno dimen- sioni molto ampie e risultato sottoutilizzati. Non essendoci ad oggi un reale censimento di queste situazioni, le ipotesi studiate cercando di immaginare procedure di frazionamento localizzabili in punti specifici degli edifici, in modo da rendere le operazioni di frazionamen- to gestibili nelle singole casistiche, senza dover affrontare la problematica nella sua interezza. Le soluzioni ipotizzano quindi l’individuazione di disimpegni distributivi dei due nuovi alloggi direttamente dal pianerottolo. In alternativa attraverso la tra- sformazione dei balconi dei piani X, è possibile individuare dei ballatoi distributivi localizzati, senza andar ad intaccare l’aspetto architettonico dell’edificio. L’efficientamento energetico degli edifici residenziali pone l’ac- cento sulle soluzioni necessarie per rendere anzitutto a norma i fabbricati. La sostituzione degli infissi, e la sostituzione delle tamponatu- re esterne risultano necessari per raggiungere i livelli minimi di trasmittanza richiesti. Così come la dotazione di pannelli foto- voltaici e solari in copertura. Lo stato di degrado e la probabilità che contengano eternit, portano infine a ipotizzare la sostituzione delle fiorieire che caratterizzano le architetture. Per garantire una maggiore continuità con il resto del quartiere l’idea è di modificare il tratto di la strada di via Carlo Carrà che connette il Morandi con viale de Chirico prolungando l’asse di viale De Pisis, andando a costituire un incrocio tra i due flussi di percorrenza, impostando la nuova viabilità in modo più diretto.
  • 70. 70 H case in linea edilizia convenzionata – bassa densità superficie coperta 1500 mq 4 piani 240 abitanti 6000 mq Q centro di quartiere nuovo intervento superficie coperta 600 mq 2 piani 1200 mq P baby park nuovo intervento superficie coperta 1000 mq 1 piano 1000 mq Sezione ATER H case in linea edilizia convenzionata – bassa densità superficie coperta 1500 mq 4 piani 240 abitanti 6000 mq Q centro di quartiere nuovo intervento superficie coperta 600 mq 2 piani 1200 mq P baby park nuovo intervento superficie coperta 1000 mq 1 piano 1000 mq
  • 71. 71 Sezione ATER Q centro di quartiere nuovo intervento superficie coperta 600 mq 2 piani 1200 mq P baby park nuovo intervento superficie coperta 1000 mq 1 piano 1000 mq Sezione ATER Q centro di quartiere nuovo intervento superficie coperta 600 mq 2 piani 1200 mq P baby park nuovo intervento superficie coperta 1000 mq 1 piano 1000 mq Sezione ATER H case in linea edilizia convenzionata – bassa densità superficie coperta 1500 mq 4 piani 240 abitanti 6000 mq Q centro di quartiere nuovo intervento superficie coperta 600 mq 2 piani 1200 mq P baby park nuovo intervento superficie coperta 1000 mq 1 piano 1000 mq
  • 74. 74 stategie di efficientamento ipotizzate Sostituzione degli infissi Dotazione di pannelli fotovoltaici e di pannelli solari in copertura Sostituzione delle fioriere Isolamento interno delle tamponature
  • 75. 75
  • 76. 76
  • 78. 78 SCHEDA SOLUZIONI BIOCLIMATICHE INVOLUCRIORIENTAMENTO E FATTORE DI FORMA - CAPACITA’ TECNICHE DC H TIPOLOGIA PROPOSTATIPOLOGIA STANDARD RISPARMIO ENERGETICO % rispetto al convenzionale Orientamento corretto Orientamento casuale B A - 10% FE Isolamento maggiorato U=0,2 W/m2 °K Isolamento standard U=0,3 W/m2 °K E F - 15% - 30% Capacità termica massima Capacità termica standard D - 20% C G Finestre a Sud al 40% Finestre a Sud al 10% H G - NUOVI EDIFICI - EDIFICI ESISTENTI A 2 1 1 B Frontiere ventilate se irraggiate Orientamento Capacità termica e sfasamento Coibentazione Superfici vetrate Incremento coibentazione Frontiere con trasmittanza pari al massimo al 65% del valore di norma Frontiere con valori minimi di attenuazione pari al massimo al 65% del valore di norma Frontiere con valori minimi di sfasamento pari al massimo al 65% del valore di norma Vetri bassoemissivi Misure passive N S N DD DD Frontiere più coibentate se non irraggiate - 25 +25 ? Atri bioclimatici Buffer spaces DD Sud Sud Sud S N Serre solari Muri di Trombe DD S N A B LABORATORIO ROMA_CASO STUDIO TOR SAPIENZA SISTEMA INVOLUCRI FRONTIERE VENTILATE SERRE SOLARI / MURI DI TROMBE SUPERFICI VETRATE DOPPIO VETRO CON GAS ATRI BIOCLIMATICI / BUFFER SPACE 1 2 3 4 kWh/p. anno % kg/p. anno % kg/p. anno %kWh/p. anno % kg/p. anno %kWh/p. anno % kg/p. anno %kWh/p. anno % RESIDENZIALE 1-2 piani RESIDENZIALE 3-4 piani COMMERCIALE + UFFICI TERZIARIO ASILO NIDO Legenda Energia Emissioni di CO₂ - 500,2 - 10,3 - 27,6 - 3,5 - 56,3 - 1,2 - 10,4 - 1,3 - 93,8 - 1,9 - 9,2 - 1,2 - 75,1 - 1,5 - 9,2 - 1,2
  • 79. 79 IL SISTEMA DELLE ENERGIE Franco Cipriani e Andrea Marcucci Premessa Lo scopo che ci si è posti in questa parte del lavoro dedicata agli aspetti energetici e nei limiti delle risorse disponibili per svolgerlo è quello di delineare un modus operandi, tracciandone una chiara sistema-tizzazione e ponendo degli obiettivi dei quali si è verificata la tendenziale raggiungibilità. Una valutazione più accurata sarà possibile solamente in una fase più avanzata della progettazione, procedendo edificio per edificio e area per area. Non è un caso, d’altro canto, che anche nel protocollo LEED Quartieri la parte ener-getica ha un peso relativo, mentre diviene preponderante (i crediti ad essa riconducibili sono circa il 60%) a livello di edificio. Una rilevanza fondamentale nell’ambito della sostenibilità ha l’aspetto legato all’energia nelle sue varie forme. Una sua particolare forma è quella costituita dall’acqua che nel presente lavoro viene trattata a parte, sebbene sia interrelata alle altre forme come viene esemplificato nello schema apposito. In questa specifica parte del lavoro le forme di energia analizzate sono le seguenti: - Energia termica (caldo) - Energia termica (freddo) - Energia elettrica. Tuttavia all’analisi del sistema delle energie è necessario premettere l’aspetto che costituisce la ba-se necessaria e irrinunciabile per qualsiasi ragionamento successivo e cioè il confort. Il benessere degli utenti, specie in un ambito di sostenibilità, è e deve essere tanto il requisito di partenza, quanto il risultato finale dell’insieme di operazioni che partendo dall’ideazione e passando dalla progettazione, arriva alla rea- lizzazione degli interventi di configurazione degli ambienti di vita artificiali. Il concetto di confort ha connotazioni estremamente varie, ma quelle di interesse nello specifico campo di analisi di questa parte di lavoro sono essenzialmente legate a quattro aspetti: - Il benessere termoigrometrico - Il benessere acustico - Il benessere visivo - Il benessere elettromagnetico. Sebbene questi campi riguardino tanto gli ambienti confinati, quanto quelli aperti, si riporta nel paragrafo 1.1. qualche breve nota circa obiettivi e alcune possibili soluzioni inerenti solamente gli ambienti aperti, la-sciando gli ambienti confinati ai protocolli di certificazione della sostenibilità (tipicamente moltissimo atten-ti a questo argomento). Uno schema di principio è contenuto nella prima tavola. Un aspetto rilevante è che, con una eccezione, non ci sono quantità di energia direttamente asso-ciate al confort degli ambienti esterni e pertanto il risultato non è economicamente valutabile in tale ma-niera. Si può ipotizzare un qualche ritorno economico di natura sociale legato alla maggiore salubrità delle aree interessate, ma certamente ciò è lontano dalle nostre competenze e capacità. Il confort degli ambienti aperti Aspetti termoigrometrici. Il controllo dei parametri termoigrometrici negli ambienti esterni è ov-viamente relativo al controllo parziale di alcuni fenomeni naturali quali il sole, i venti e l’umidità. Non è pos-sibile fissare obiettivi precisi e quantificabili, tuttavia il ricorso alla vegetazione a foglie caduche (che con-sente di fruire dell’irraggiamento solare nella stagione fredda, ombreggiando invece in quella calda) può costituire una possibile soluzione senza ricorrere ad elementi artificiali. Aspetti acustici. Dal punto di vista acustico il parametro da controllare è quello definibile come “clima acustico”. Da questo punto di vista il Comune di Roma ha predisposto, da anni, una suddivisione del territorio comunale in zone conformi alla normativa vigenti (D.P.C.M. 14 novembre 1997 - Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore). Un obiettivo proponibile pertanto potrebbe essere costituito dalla creazione di aree “protette” destinate al relax e allo svago nelle quali il clima acustico (definito dalla classe di destinazione d’uso del territorio tramite i valori limite di immissione) è di almeno 2 classi migliore di quello generalmente presente nell’area, ciò che in altri termini è esprimibile come una diminuzione di 10 dB(A) dei livelli di riferimento nei periodi diurno e notturno. La soluzione che più facilmente può essere adottata si basa sull’opportuna disposizione di schermi acustici, che potrebbero essere costituiti dagli stessi edifici da progettare. Aspetti visivi. Questo ambito, a differenza dei precedenti, non concerne il controllo di parametri fisico-tecnici presenti nell’ambiente. La luce naturale c’è finché il sole la produce, dopodiché deve interve-nire un sistema artificiale. In questo senso si ritengono senz’altro adeguati i livelli di illuminamento indicati nelle norme tecniche vigenti e le soluzioni correlate sono quelle basate sull’inserimento di apparecchi di il-luminazione adatti alle varie situazioni. Tuttavia, poiché questo è l’unico aspetto che si basa sull’impiego diretto di energia (elettrica), è possibile indicare alcune soluzioni che riducano tale impiego, quali ad esem-pio: • l’impiego di sensori di illuminazione • l’impiego di sensori di presenza • l’impiego di temporizzatori • l’impiego di attenuatori. L’obiettivo proposto è la riduzione di almeno il 25% dell’impiego di energia correlata agli impianti di illumi-nazione pubblica e comuni. Aspetti elettromagnetici. Si tratta dell’ambito più complesso, in quanto esiste una domanda sociale di connessione (radio e televisione, telefoni cellulari, WI-FI, ecc.) basata sull’impiego di antenne e ripetitori, tipicamente assai inquinanti. L’unica soluzione che si è immaginata è la localizzazione studiata di tali dispo-sitivi in punti dell’area di intervento nei quali non sia prevista, entro un certo raggio di distanza, la presenza di persone per periodi di tempo prolungati. Si rileva che in massima parte le misure proposte sono a costo nullo, richiedono solamente una adeguata preparazione e attenzione da parte dei progettisti. Di fatto solamente l’utilizzo di sorgenti lumi-nose ad alta efficienza e dei connessi sistemi di controllo può comportare (anche se non necessariamente) dei limitati sovra-costi. I fabbisogni Il primo elemento di analisi è relativo ai fabbisogni energetici. Tali fabbisogni saranno espressi in un indice parametrico espresso in kWh/persona·anno. Una prima base di valutazione può essere costituita da indici medi nazionali il cui calcolo è esplicitato nella tabella sotto riportata. TAB.  1  -­‐  CONSUMI  DI  ENERGIA  ELETTRICA  E  GAS  NATURALE  –  MEDIA  NAZIONALE  PER  PERSONA   Anno   Popolazione   Elettricità   Gas  naturale   Terziario   Domestico   Consumo  pro  capite   Terz.  +  Dom.   Consumo  pro  capite   (n°  pers.)   (GWh)   (GWh)   (kWh/pers.  anno)   (m3  x  106 )   (m3 /pers.  anno)   2012      59.685.227     101.038     69.457     2.856,570      33.880            567,64     2011    59.394.207     97.705     70.140     2.825,949                          30.823     518,95     2010      60.626.442     96.284     69.550     2.735,341                          33.907     559,28     2009    60.340.328     94.284     68.924     2.704,791                          31.597     523,64     2008   60.045.068     93.612     68.389     2.697,990                          30.178     502,59     2007   59.619.290     90.269     67.220     2.641,578                          28.179     472,65     2006   59.131.287     88.277     67.603     2.636,168                          30.166     510,15     2005      58.751.711     83.793     66.933     2.565,474                          32.151     547,24     2004   58.462.375     79.557     66.592     2.499,881                          29.663     507,38     2003   57.888.245     76.890     65.016     2.451,379                          28.697     495,73       Consumo  pro  capite  medio   2.661,512         520,53                   Elettricità:   Elaborazione  su  dati  TERNA  e  ISTAT       Gas:     Elaborazione  su  dati  Min.  Sviluppo  Economico  e  ISTAT     Unità  di  misura  gas:     m3  =  Standard  m3  a  38,1  MJ/m3          
  • 80. 80 Come si può dedurre dalla tabella tale indice è pari, mediamente per ogni residente in Italia, a circa 2.261,5 kWh/anno, a cui vanno aggiunti altri 5.508,8 kWh/anno impiegati sotto forma di gas. Il valore degli indici sopra riportati è relativo all’insieme dei consumi dei settori terziario e domestico, i set-tori di attività umana tipicamente presenti nelle aree di intervento, per questo motivo essi risultano supe-riori ai dati normalmente reperibili dei consumi per famiglia. Tuttavia per quanto riguarda il sistema delle energie il Laboratorio Roma ritiene più ragionevole as-sumere come consumi di riferimento relativi alla climatizzazione degli edifici e alla produzione di acqua cal-da ad uso sanitario da assegnarsi alle nuove costruzioni quelli risultanti dai limiti superiori definiti dalle normative in vigore. Per quanto riguarda una stima dei consumi elettrici, per i quali le normative non esi-stono, si assumeranno valori statistici basati sull’ipotesi di utilizzo di dispositivi elettrici mediamente effi-cienti. Fabbisogno energia termica (caldo) L’energia termica intesa come calore serve fondamentalmente al riscaldamento degli ambienti nel-la stagione fredda e alla produzione di acqua calda sanitaria, oltre che alla cottura dei cibi. Tali funzioni so-no alla base del consumo di gas. Considerando che la funzione cottura richiede circa 300 kWh/ persona·anno (uso domestico), si può stimare che circa 5.200 kWh/persona·anno (corrispondenti a circa 492 m3/persona·anno) sono legati al ri-scaldamento e alla produzione di ACS, oltre che ad altre funzioni del settore terziario. Va anche considerato che una parte non trascurabile di energia termica calda viene prodotta trami-te macchine funzionanti ad elettricità (pompe di calore, scaldabagni elettrici, stufe e termoventilatori). Complessivamente considerando una nuova abitazione, a Roma, con rapporto di forma S/V = 0,55 m-1, costruita a norma di legge , si dovrebbe ottenere un indice di fabbisogno minore di 1.125 kWht/persona·anno per il riscaldamento degli ambienti. Un analogo edificio costruito per il terziario, con rapporto di forma S/V = 0,55 m-1, dovrebbe fornire un indice di fabbisogno minore di 877,5 kWht/ perso-na·anno. A tali dati si deve aggiungere per le abitazioni un indice di fabbisogno pari a circa 682,5 kWht/ persona·anno per la preparazione dell’acqua calda ad uso sanitario . Fabbisogno energia termica (freddo). L’energia termica sotto forma di “freddo” viene utilizzata principalmente per due funzioni costituite da conservazione di derrate alimentari e raffrescamento degli ambienti nella stagione calda. La produzione di energia termica fredda avviene quasi totalmente impiegando energia elettrica (so-lo una piccolissima parte viene prodotta per mezzo di macchine ad assorbimento che richiedono anche energia termica calda). Tuttavia complessivamente una nuova abitazione, a Roma, costruita a norma di legge , dovrebbe avere un indice di fabbisogno minore di 750 kWhf/persona·anno per il raffrescamento degli ambienti, men-tre una analoga struttura costruita per il terziario dovrebbe avere un indice di fabbisogno minore di 1.000 kWhf/ persona·anno). Fabbisogno energia elettrica L’energia elettrica viene impiegata per una grande varietà di funzioni che comprendono l’illuminazione, il funzionamento di macchinari e dispositivi (di uso comune tanto nel settore domestico, quanto in quello terziario), comprendendo tra essi le macchine per la produzione dell’energia termica cal-da/fredda. Per quanto riguarda una stima dei consumi elettrici, per i quali le normative non esistono, assu-miamo che all’interno dei nuovi spazi costruiti verranno utilizzati dispositivi elettrici mediamente efficienti. Facendo riferimento a quanto pubblicato dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas la famiglia media italia-na utilizza 2.700 kWhe/anno. Escludendo l’uso dell’elettricità per cucinare, per climatizzare gli ambienti e per preparare l’acqua calda ad uso sanitario e utilizzando elettrodomestici a consumo mediamente basso possiamo valutare un indice di fabbisogno pari a circa 450 kWhe/persona·anno per la nuova abitazione di cui sopra costruita ad uso residenziale. Per quanto riguarda gli spazi ad uso non residenziale saranno neces-sari studi specifici essendo caratterizzati da una grande variabilità, basti considerare la differenza tra im-pianti sportivi, uffici e negozi di vario genere. Tuttavia ai fini del presente lavoro si adotta un valore pari a 675 kWhe/persona·anno determinato sulla base del rapporto tra consumi domestici e del terziario dedotto dalla tab. 1. Quadro riepilogativo dei fabbisogni Nella tabella si riportano i valori degli indici di fabbisogno determinati come sopra descritto, espres-si in kWh/ persona·anno. GLI OBIETTIVI Vengono qui definiti i valori minimi complessivi di riduzione del fabbisogno energetico e delle emis-sioni da ottenere. La metodologia di intervento prevede l’adozione delle misure progettuali, oggetto del successivo capitolo, per le quali verranno indicati obiettivi specifici che nel loro insieme garantiscono il rag-giungimento e il superamento di quelli complessivi qui determinati. Riduzione del fabbisogno di energia I valori stimati di energia richiesta per raggiungere il comfort all’interno dei nuovi volumi costruiti sono da interpretarsi quindi come il massimo consumo raggiungibile anche se tuttora la maggior parte delle nuove edificazioni consuma ben al di sopra dei valori indicati come dimostrano i dati relativi ai consumi. Di fatto è possibile ridurre significativamente tali consumi energetici intervenendo con soluzioni mirate sia per quanto riguarda il fabbisogno termico invernale che quello estivo da introdursi in fase progettuale. In gene-rale la soluzione adottata è quella di creare un sistema delle energie (uno schema del quale è contenuto nella tavola allegata a questo testo) nel quale i flussi energetici di produzione e di consumo tendono ad un bilancio nullo. Un quadro delle soluzioni possibili nelle specifiche aree di intervento è delineato sia nelle tabelle fi-nali (più dettagliate anche se non totalmente esaustive e più indirizzate a chi si occuperà della progettazio-ne nelle successive fasi), sia negli schemi (semplificati, ma più leggibili e facilmente interpretabili). Di fatto la metodologia di analisi, ma anche progettuale, prevede: 1. una serie di soluzioni sul sistema degli involucri integrati da misure passive 2. una serie di soluzioni basate sull’incremento di efficienza dei vari sistemi impiantistici 3. una serie di soluzioni relative all’installazione delle fonti rinnovabili. L’adozione integrata delle soluzioni sopra indicate consente di porsi l’obiettivo minimo di ridurre l’indice di fabbisogno energetico (con energia fornita da fonti esterne) nelle nuove edificazioni ponendo un limite massimo pari a circa il 25-26% dei valori indicati nella precedente tab. 2, così come riportato nella tab. 3 seguente (valori in kWh/persona·anno). Tale riduzione comporta tre conseguenze positive principali: - riduzione del fabbisogno di energie da fonti non rinnovabili e fossili - risparmio economico nella gestione degli immobili TAB.  2  –  FABBISOGNI  BASE   Abitazioni   Terziario   Energia  termica  (caldo)   1.125,0   877,5   Energia  termica  (freddo)   750,0   1.000,0   Energia  elettrica   450,0   675,0     TAB.  3  –  FABBISOGNI  RIDOTTI   Abitazioni   Terziario   Energia  termica  (caldo)   285,0   220,0   Energia  termica  (freddo)   187,5   250,0   Energia  elettrica   112,5   170,0