La proposta del sindaco Marino e dell'assessore Caudo di una politica urbana basata sulla rigenerazione dell’esistente attraverso operazioni attente tanto alle grandi questioni ambientali (dalla riduzione del consumo di suolo allo sviluppo di pratiche di sostenibilità e resilienza) quanto alle esigenze sociali (alla reale composizione della domanda abitativa), ha trovato nell’INARCH Lazio un interlocutore interessato non solo a sostenere la diffusione e discussione di questi temi, ma pronto a lavorare insieme all’amministrazione ed agli imprenditori per renderli concreti.
Nasce così l’idea di un laboratorio di progettazione che, sulla base di una collaborazione operativa con l’Acer, e in dialogo con l’Assessorato, elabori progetti pilota sulle principali tipologie di “rigenerazione”, per verificarne scenari di sostenibilità architettonica, sociale ed ambientale, nonché di fattibilità economica e procedurale.
Torsapienza. Una esperienza di progettazione condivisa tra Inarch, Acer e Comune di Roma.
1. Tor Sapienza
Trasformare la città pubblica
ROMA CAPITALE
IN/ARCH LAZIO
ACER
2A+P/A studio associato
LABORATORIO ROMA
Amministrazione, impresa e progetto
per la rigenerazione urbana
2. 2
LABORATORIO ROMA
amministrazione impresa e progetto per la rigenerazione urbana
TOR SAPIENZA. Trasformare la città pubblica
Studio di fattibilità ambientale, economica e sociale
Assessorato alla Trasformazione Urbana
Assessore: prof. Arch. Giovanni Caudo
Comunicazione e organizzazione : arch. Lorenza Bolelli
Dipartimento Programmazione e Attuazione Urbanistica
Direttore: Dott.ssa Annamaria Graziano
Direzione Trasformazione urbana
Direttore: Ing. Antonello Fatello
U.O. Riqualificazione di ambito urbano e riuso del patrimonio pubblico
Dirigente: arch. Maurizio Geusa
U.O. Qualità urbana e certificazione energetica/ambientale
Dirigente: arch. Rossella Caputo
Centro Studi ACER
Centro Studi ISVEUR
In/Arch Lazio
Coordinamento generale: Arch. Marialuisa Palumbo
Progetto: 2A+P/A studio associato
Arch. Gianfranco Bombaci e Arch. Matteo Costanzo
Design Leaders: Ing. Paolo Calarco
Arch. Consuelo Nunez Ciuffa
Collaboratori: Elena Annulli
Ophelie Dozat
Gerta Heqimi
Rossella Natale
Consulenti:
Aspetti normativi e procedurali Arch. Alessandra Montenero
Efficienza energetica Franco Cipriani e Andrea Marcucci
Mobilità Arch. Massimo Ciuffini
Gestione delle Acque Arch. Paolo Anella
Certifcazione energetica Arch. Francesca Margiotta e Arch. Massimo Campari
Si ringraziano gli studenti del XV Master In/arch Progettista di architetture sostenibili per il lavoro di analisi e sperimentazione:
Alessandra Ziliani, Antonio La Gioia, Arianna Lusci, Carmela De Lorenzo, Cristina Petrachi, Donato Angelillo, Eleonora Maino,
Enrica Ida Campobasso, Federica Picchioni, Giulia Sebastianelli, Luca Preto, Mariarosaria Siciliano, Pasquale De Pasquale,
Rocco Puopolo, Silvia Nigro, Tiziana Trivigno, Valeria Fabbricatore, Valerio Galeone.
4. 4
Perché un laboratorio?
“La Roma che vogliamo è semplice: rigenerare tutto quello che
è costruito, fare meglio dove è stato già fatto, dove la città ha
consumato il suolo e rivedere tutti gli interventi che ripropongono
l’espansione fisica della città. Affermeremo in tutti i nostri inter-
venti che se la città non è pubblica semplicemente non è.” Que-
sta frase, tratta dalla presentazione dell’Assessorato alla Trasfor-
mazione Urbana guidato da Giovanni Caudo, riassume in poche
righe la radicale novità di politica urbana che il Sindaco Marino e
l’Assessore hanno condiviso a partire dalla stesura del program-
ma elettorale.
Rigenerare, costruire nel costruito, rilanciare la dimensione
pubblica della città. Tre obiettivi per un programma che appare
tanto più rivoluzionario se lo si confronta con la storia recente di
una città che tra il 1993 e il 2008, in soli 15 anni, ha urbanizzato
una superficie pari a quasi 3 volte il tessuto della città storica
compresa tra le Mura Aureliane.1
Una espansione, per altro, che
non ha coinciso con un aumento della capacità di accoglienza
della città, considerando come negli stessi anni la popolazione di
Roma diminuiva per poi crescere di poco (del 2,4% tra il 2001 e
2011 secondo i dati Cresme) cedendo sostanzialmente abitanti
alla crescita impetuosa della provincia (crescita che nei comuni
di prima cintura è arrivata al 30%). Un fenomeno sintomo di un
disagio, e di una divaricazione tra l’offerta e la domanda abitativa
(permessa dai meccanismi finanziari che sostenevano l’edilizia),
che testimonia chiaramente come la crescita del costruito, in
mancanza di politiche per la casa, non sia in sé una risposta al
problema abitativo.
In questo quadro, la proposta di una politica urbana basata su
una inversione di tendenza, sulla rigenerazione dell’esistente at-
traverso operazioni attente tanto alle grandi questioni ambientali
(dalla riduzione del consumo di suolo allo sviluppo di pratiche di
sostenibilità e resilienza) quanto alle esigenze sociali (alla reale
composizione della domanda abitativa), ha trovato nell’INARCH
Lazio un interlocutore interessato non solo a sostenere la diffu-
sione e discussione di questi temi, ma pronto a lavorare insieme
all’amministrazione ed agli imprenditori per renderli concreti.
Nasce così l’idea di un laboratorio di progettazione che, sulla
base di una collaborazione operativa con l’Acer, e in dialogo con
l’Assessorato, elabori progetti pilota sulle principali tipologie di
“rigenerazione”, per verificarne scenari di sostenibilità architet-
tonica, sociale ed ambientale, nonché di fattibilità economica
e procedurale. Esiste infatti un enorme patrimonio, di aree ed
immobili pubblici, che potrebbero essere subito rimessi in gioco
per rispondere tanto all’emergenza abitativa, quanto al bisogno
di servizi ed infrastrutture di vecchio e di nuovo tipo, dalla viabi-
lità a nuove infrastrutture per l’energia e la resilienza. Il punto è
capire come far collaborare pubblico e privato per sviluppare un
disegno della città coerente, in cui le energie e capacità impren-
ditoriali si sviluppino all’interno di un quadro collettivo, diventan-
do un motore per il bene comune della città.
Obiettivo di fondo dunque del Laboratorio, è quello di generare
esperienze progettuali condivise che aprano la strada ad una
nuova convergenza di forze e di interessi: perché intervenire sui
15.000 ettari di città da ristrutturare vorrebbe dire far ripartire l’e-
conomia di Roma, rilanciando l’immagine di una capitale in linea
con le grandi città europee, da Barcellona a Londra, da Marsi-
glia ad Amburgo, Copenhagen e Stoccolma (e molte altre se ne
potrebbero citare). Città che hanno saputo ri-costruire le proprie
zone d’ombra (quartieri periferici ed aree industriali abbando-
nate) attraendo capitali, risorse, intelligenze e turismo da tutto il
mondo, nel segno della bellezza e della qualità ambientale.
I progetti-pilota: edilizia sociale e qualità ambientale
A partire dalla sfida radicale di dar forma ad una urbanizzazione
senza espansione, sono tre le tipologie di intervento che il La-
boratorio si è proposto di indagare: la riqualificazione dei grandi
quartieri della città pubblica (i quartieri frutto della 167), la rige-
nerazione urbana attraverso la riattivazione del patrimonio edilizio
dismesso (o in via di dismissione) come caserme o depositi Atac,
e la concentrazione di funzioni (residenze e servizi) in corrispon-
denza degli snodi del trasporto pubblico su ferro. Questi tre temi
sono atterrati su tre casi studio specifici: la riqualificazione del
Piano di Zona di Tor Sapienza, la trasformazione della Caserma
Ruffo su via Tiburtina, la soluzione del Nodo di Scambio Marconi.
Si tratta naturalmente di tre temi molto diversi ma che condi-
vidono un approccio comune: quello di pensare allo sviluppo
futuro della città (e dell’attività edificatoria) a partire dai bisogni
concreti delle persone e del territorio. In questo senso due “biso-
gni” fondamentali sono stati al centro del lavoro del laboratorio:
il bisogno della casa e quello di un ambiente sano, un ambiente
capace di sostenere la vita.
Partiamo dalla casa. Cosa si intende oggi per alloggi sociali?
In accordo con il DL 112/2008 che ha definito l’alloggio sociale
come “l’unità immobiliare adibita ad uso residenziale in locazione
permanente che svolge la funzione di interesse generale, nella
salvaguardia della coesione sociale, di ridurre il disagio abita-
tivo di individui e nuclei familiari svantaggiati, che non sono in
grado di accedere alla locazione di alloggi nel libero mercato”,
alle categoria tradizionali di edilizia residenziale sovvenzionata
(o edilizia residenziale pubblica), agevolata e convenzionata, si
è aggiunta nella legislazione italiana una edilizia a canone mo-
derato (housing sociale), realizzata con il concorso di promotori
privati, con contributi pubblici anche in natura come premialità
urbanistiche e/o aree gratuite, e sviluppata attraverso interventi
integrati sia sul piano dell’utenza che delle funzioni, ed attraverso
strumenti finanziari basati su fondi immobiliari con partecipazione
dello Stato attraverso la Cassa DDPP.
Obiettivo di questo nuovo tipo di intervento è l’aumento dello
stock di case in affitto per rispondere alla domanda del ceto me-
dio (in aumento) che non riesce più ad accedere al mercato, nel
quadro per altro di un paese che è agli ultimi posti delle classifi-
che europee per percentuale di alloggi sociali calcolati sul totale
dello stock in affitto (l’Italia è infatti sotto il 5% insieme a Spagna,
Portogallo e Grecia contro una media europea intorno al 25%)2
.
Per quanto riguarda invece la definizione di qualità ambientale
esiste ormai un quadro di riferimento complesso ma molto preci-
so rispetto a cui comprenderla e valutarla: è il quadro dei cam-
biamenti climatici e delle azioni utili ad attenuarli e ad adattarvisi.
Se infatti a livello locale e considerando i bisogni delle persone,
la crisi economica ha comportato in Italia, e a Roma in particola-
re, il ritorno della centralità del problema della casa, dal punto di
vista globale dello stato del Pianeta, l’emergenza ambientale è la
vera novità che sfida la progettazione urbana.
La sfida è ormai molto chiara e presente nel dibattito della Comu-
nità Europea che ha incluso il tema dell’adattamento ai cambia-
menti climatici praticamente in tutti i propri programmi di finan-
ziamento per il 2014-2020. I fondi strutturali e di investimento
europei, e istituzioni come la Banca Europea per gli Investimenti
e la Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo, forniran-
no inoltre un sostegno significativo agli Stati membri, alle regioni
e alle città che investiranno nei programmi e nei progetti legati
all’adattamento.
Ma cosa si intende dunque per azioni di “mitigazione e adatta-
mento” e in che misura esse riguardano il progetto urbano?
Il presupposto che è importante ricordare è che il primo e più
noto cambiamento climatico, l’innalzamento della temperatura,
interessa particolarmente l’Europa con una crescita media delle
temperature nell’ultimo decennio di 1,3 °C rispetto alle tempera-
ture del periodo pre-industriale, un aumento superiore rispetto
Una esperienza di progettazione condivisa
tra Inarch, Acer e Comune di Roma
Marialuisa Palumbo
5. 5
alla media globale (di 0,8 °C)3
. Insieme alla temperatura sono in
aumento i fenomeni meteorologici estremi, le precipitazioni, le
ondate di calore e la siccità.
Tenendo conto che tre quarti della popolazione europea vive in
zone urbane, particolarmente esposte tanto ai rischi di ondate di
calore, di alluvioni ed innalzamento dei livelli del mare, l’Europa
stima un costo crescente legato alla crescita delle catastrofi con
gravi perdite economiche e umane4
.
Dunque le azioni utili ad attenuare i cambiamenti e ad adattarvi-
si sono chiare: riduzione dei consumi di risorse (in primo luogo
suolo, acqua ed energia), riduzione delle emissioni di gas serra,
produzione locale e distribuita di energia rinnovabile, gestione
sostenibile delle acque (con accurata raccolta e riuso dell’acqua
piovana ed alleggerimento del sistema fognario), attento disegno
degli spazi aperti (permeabilità, vegetazione, sistemi di ombreg-
giamento) e riduzione dell’effetto isola di calore.
Molte di queste azioni possono essere raccolte in un approccio
basato sulla capacità di risposta propria degli ecosistemi natu-
rali. Si parla di “infrastrutture verdi”, l’insieme di elementi come
parchi, wetland, orti, viali alberati, tetti e pareti verdi, superfici
permeabili e aiuole drenanti, ovvero sistemi diffusi di infiltrazione
e trattamento locale dell’acqua (rain garden e swale), fornisce
infatti un rimedio a basso costo per fornire raffrescamento, mi-
glioramento della qualità dell’aria, ridurre il pericolo di allaga-
menti e costituire riserve d’acqua. Il tutto contrastando la perdita
di biodiversità ed il degrado degli ecosistemi.
Tenendo conto del fatto che se tutti i paesi europei sono esposti
ai cambiamenti climatici alcune regioni, come il bacino del Medi-
terraneo, sono considerate ad alto rischio, l’attenzione dell’Italia
alla tematica dell’adattamento dovrebbe essere davvero grande.
In questo senso, alla sfida di una urbanizzazione senza espan-
sione, si aggiunge la sfida di una urbanizzazione capace di
sostenere la vita in un contesto di disequilibri crescenti: una
sviluppo della città dunque, non solo alternativo al consumo di
suolo, ma capace di proporre modelli di insediamento a ridotte
emissioni di Co2 e a maggiore resilienza.
Operativamente ciò ha significato in particolare (in accordo con
la Strategia Europea di Adattamento ai Cambiamenti Climatici )
integrare alla normale progettazione urbana un livello ulteriore di
progettazione energetica, una sorta di masterplan delle energie
volto al contenimento dei consumi e alla proposta di sistemi di
generazione locale e rinnovabile, ed un ulteriore approfondimen-
to della progettazione del sistema della acque, un masterplan
delle acque volto alla raccolta, riciclo e integrazione nel disegno
dello spazio urbano dell’acqua piovana.
La struttura operativa
Per sviluppare dunque i tre progetti-pilota secondo gli obiettivi
appena descritti, il laboratorio si è strutturato in un gruppo di
progettazione reso possibile inizialmente dalla collaborazione
con i Master dell’Inarch, con i tre studi professionali che li ani-
mavano (2A+P/A, IaN+, 2Tr, poi responsabili rispettivamente dei
progetti su Tor Sapienza, Caserma Ruffo e Nodo Marconi), con
un gruppo di consulenti attivi sugli aspetti ambientali di tutti e tre
i progetti (bioclimatica, energie, mobilità, acque, certificazituone
ambientale) e con alcuni giovani progettisti formatisi nel master
dell’Inarch in Architetture Sostenibili. Un ulteriore supporto è
arrivato dalla consulenza sugli aspetti procedurali e normativi
dell’architetto Alessandra Montenero.
Questo gruppo allargato di progettazione, si è via via confrontato
in modalità differenti con esponenti ed esperti di Acer ed Isveur,
per discutere le impostazioni dei progetti e poi in particolare per
valutarne un modello di sostenibilità economica. Da questo punto
di vista è importante chiarire che la difficoltà di sviluppare in
tempi stretti una progettazione integrata alle tematiche ambien-
tali non ci ha permesso di portare avanti una valutazione eco-
nomica specifica di questi aspetti. Ma tenendo conto di recenti
esperienze di realizzazioni ad alta efficienza, realizzate a Roma a
costi contenuti (meno di 1000 euro/mq)6
, si è ritenuto che i costi
proposti nelle tabelle di valutazione possano contenere le misure
ambientali proposte.
Tornando alla dinamica operativa del laboratorio, gli incontri tra
i progettisti e i rappresentanti dell’Acer, e tra progettisti e con-
sulenti ambientali, sono stati a loro volta integrati da altri incontri
con l’Assessore e i dirigenti delle Unità Operative su Riqualifica-
zione di Ambito Urbano e Riuso del Patrimonio Pubblico e sulla
Qualità Urbana, con l’obiettivo di tenere insieme le ragioni di
ciascuna delle parti integrandole in un disegno comune.
Da questo punto di vista il Laboratorio ha rappresentato una
esperienza davvero innovativa e che in un certo senso ha appe-
na cominciato a mostrare la direzione verso cui bisognerebbe
andare: una progettazione urbana che veda allo stesso tavolo il
soggetto pubblico e l’imprenditore privato per ragionare insieme
su come costruire una città migliore, guardando tanto ai vincoli e
agli obiettivi urbanistici (in senso tradizionale) quanto all’esigen-
za di ripensare le forme di gestione della mobilità, delle energie,
dei rifiuti e delle acque intese come parte dell’infrastruttura degli
ecosistemi naturali.
Ha “appena cominciato” a mostrare una strada perché soltanto
adesso, al momento della chiusura di questa fase, ci ritroviamo
davanti a tre masterplan completi sotto tutti questi aspetti ed è
dunque adesso che possiamo valutarne in pieno la complessità
e l’interesse, pubblico e privato: per la collettività e per i poten-
ziali futuri abitanti.
Ancora, è adesso che dovrebbe cominciare un nuovo e più am-
pio lavoro di condivisione, con altri uffici e altri soggetti, in parti-
colare con coloro che si occupano di ambiente, mobilità, acque,
rifiuti ed energia. Perché il cuore della sfida di una progettazione
urbana di nuovo tipo sta proprio nel non ‘esternalizzare’ più i
propri rifiuti (emissioni, calore, scarti, acque sporche) ma trovare
piuttosto forme di equilibrio locale: fabbisogni energetici ridotti
al minimo e produzione locale da fonti rinnovabili del poco che
serve (e così via).
Altre città hanno già dato l’esempio, hanno progettato e realizza-
to quartieri modello o hanno cambiato gli equilibri di intere strut-
ture urbane rinunciando per esempio alla mobilità privata a favo-
re delle bici e dei mezzi pubblici. Roma non ha più tempo, deve
cambiare adesso. Abbiamo la capacità progettuale ma anche la
voglia imprenditoriale di scrivere una storia diversa, di tornare ad
essere un luogo vivo, di elaborazione e costruzione del futuro.
In questo senso, ancora, speriamo che questa conclusione
non sia che un inizio, che ci permetta di portare avanti questi e
molti altri progetti secondo quella che è la ragion d’essere dell’I-
NARCH: uno strumento di convergenza tra le Pubbliche Ammini-
strazioni e le culture d’impresa e di progetto.
1. Dati “Ambiente Italia 2011, il consumo di suolo in Italia”, annuario di Legambiente a cura di
Duccio Bianchi e Edoardo Zanchini.
2. Dati di Federcasa, atti del convegno “Una Casa per Tutti”, Roma novembre 2011.
3. Relazione SEE n. 12/2012, Climate change, impacts and vulnerability in Europe 2012.
4. Si stima che il costo minimo del mancato adattamento ai cambiamenti climatici per tutta l’UE
parta da 100 miliardi di EUR nel 2020 per raggiungere 250 miliardi di EUR nel 2050. Tra il 1980
e il 2011 le perdite economiche dirette nell’UE in seguito ad alluvioni hanno superato i 90 miliardi
di EUR. Secondo le previsioni il dato è in crescita: il costo annuo dei danni da alluvione fluviale
dovrebbe raggiungere 20 miliardi di EUR nel decennio 2020-2030 e 46 miliardi di EUR entro il
decennio 2050-2060. Anche il costo sociale dei cambiamenti climatici può essere considerevole.
Le alluvioni nell’UE hanno causato oltre 2.500 decessi e hanno toccato oltre 5,5 milioni di persone
nel periodo 1980-2011. Se non verranno prese ulteriori misure di adattamento si stimano 26.000
possibili decessi all’anno dovuti al caldo entro il decennio 2020-2030 e 89.000 entro il decennio
2050-2060. Dati relazione SEE n. 12/2012.
5. http://ec.europa.eu/clima/policies/adaptation/index_en.htm
6. In particolare facciamo riferimento all’intervento di edilizia residenziale pubblica a
Monterotondo, realizzato a Roma tra il 2008 e il 2009 su progetto di Cortesini, Battisti, Tucci, con
un progetto degli impianti di Cipriani e Guglielmini. Impresa: A.T.I. Capogruppo Gral Costruzioni
Unipersonale srl, Mandante Impresa Culicelli Santino.
7. 7
Il progetto di Tor Sapienza scaturisce dalla constatazione della
cesura esistente tra la borgata e il PdZ, e dal riconosciemento
del degrado e della incongrua utilizzazione dei servizi localizzati
sui due assi principali di connessione del quartiere: una scuola
in disuso, un mercato in stato fatiscente, una sezione stradale
ampiamente sovradimensionata.
La strategia di rigenerazione si basa sull’idea di rimettere in
gioco il suolo pubblico, consentendo la realizzazione di una lieve
densificazione e sostituzione edilizia: nuovi alloggi sociali e ser-
vizi per la persona. Parallelamente, il progetto propone la riquali-
ficazione degli alloggi Ater di via Giorgio Morandi attraverso una
operazione di retrofit e di riorganizzazione del taglio degli alloggi,
e attraverso la trasformazione della stecca centrale dei servizi
(attualmente abusivamente occupata) ed il ridisegno dell’asset-
to urbano degli assi e delle aree adiacenti di viale De Chirico e
di via De Pisis. Complessivamente, il programma immaginato
prevede la realizzazione di case per giovani coppie, case per
anziani, case atelier-laboratori, un mercato, un cinema/palestra,
un supermercato.
Da una valutazione di massima dei costi di trasformazione dell’a-
rea di intervento (demolizioni, bonifiche, ricostruzione sistema
stradale e infrastrutturale), e considerando come i fondi di inve-
stimento per la casa non coprano i costi di urbanizzazione non
strettamente pertinenti agli alloggi né di volumetrie non residen-
ziali, il modello di sostenibilità economica immaginato si basa su
una collaborazione pubblico privato in cui, pur garantendo all’in-
tera area di intervento una destinazione ad un uso sociale, una
modesta parte viene assegnata in diritto di superficie agli opera-
tori (residenziale e non residenziale) per consentire la copertura
dei costi di ri-urbanizzazione.
Nel caso in cui tanto le opere di urbanizzazione primaria quanto
quelle di urbanizzazione secondaria fossero di diretto finanzia-
mento dell’Amministrazione Comunale non sarebbe necessario
prevedere alcuna cessione del diritto di superficie residenziale,
ma la sostenibilità economica dell’operazione andrà ricercata
attraverso la determinazione di canoni locativi differenti riferiti alle
volumetrie da realizzare.
A seguito però del dibattito interno al Laboratorio e considerando
il mix sociale come un valore fondamentale per la rigenerazione
stessa di aree erroneamente sovraccaricate da una popolazione
tutta a basso reddito (in contraddizione con gli stessi intenti del
legislatore quando negli anni 60-70 prevedeva l’integrazione tra
più ceti sociali attraverso la realizzazione di edilizia sovvenziona-
ta, agevolata e convenzionata), e considerando ancora la bassa
densità dell’area, riteniamo che la cessione del diritto di superfi-
cie di alcuni terreni, per la realizzazione di alloggi convenzionati,
possa ritenersi utile sotto il profilo urbanistico e sociale.
L’obiettivo del progetto e dell’Amministrazione è infatti quello
di garantire una appropriata qualificazione ad un ambito urba-
no oggi degradato, rinforzando i legami, oggi problematici, tra
la borgata e il PdZ, realizzando al contempo alloggi sociali (da
destinare alla locazione) capaci di rispondere all’attuale grave
disagio abitativo.
Per quanto riguarda gli aspetti ambientali della densificazione,
la riduzione della superficie verde (in particolare del verde che
caratterizza viale De Chirico) è largamente compensata dall’at-
tenzione alla qualità ambientale del progetto inteso nella sua
unitarietà. Una qualità che si è programmaticamente deciso di
“quantificare” attraverso la griglia valutativa del Protocollo Leed
Quartieri, ovvero, uno strumento di misura di sostenibilità nato
per la specificità del contesto italiano ma con alle spalle un ruolo
consolidato e in crescita in ambito internazionale (LEED for Nei-
ghborhood Development).
Aspetti cardine del protocollo sono gli obiettivi di connessione e
commistione funzionale e conseguente indipendenza dall’auto-
mobile, la qualità degli spazi pubblici, l’efficienza degli edifici, la
riduzione delle emissioni inquinanti, la gestione sostenibile della
risorsa idrica, le misure per contrastare l’effetto isola di calore.
Sotto quest’ultimo aspetto il progetto controlla la trasformazione
di permeabilità del suolo, mantenendo nell’area di intervento un
indice di permeabilità (cioè un rapporto tra superfici permeabili e
impermeabili) superiore al 50%.
Complessivamente, attraverso le misure per l’efficienza energe-
tica (descritte estensivamente nella relazione e nelle tavole del
Sistema delle Energie) e considerando solamente i fabbisogni
energetici relativi all’abitare e al terziario (senza cioè considerare
il settore dei trasporti e dell’illuminazione pubblica), il fabbisogno
di energia termica ed elettrica può essere ridotto da un minimo
del 75% (applicando soltanto alcune delle misure di efficien-
za proposte) ad un massimo del 100% (rispetto ai fabbisogni
a persona oggi a norma) azzerando così, non i consumi, ma la
richiesta di energia dai sistemi di approvvigionamento energeti-
co pubblici, fonti cioè esterne all’area di intervento. Nel caso di
una riduzione del fabbisogno del 75%, anche le emissioni di Co2
procapite verrebbero ridotte del 75%.
Dal punto di vista normativo e procedurale tutto l’intervento
proposto è interno all’attuale perimetro del PdZ 19 (completato
nel 1982) e si configura come una variante ad un piano attuativo
di competenza della stessa Amministrazione Capitolina e quin-
di non necessità di approvazioni da parte della Regione Lazio.
Infatti l’insieme delle nuove volumetrie previste non ascrivibile
alla stretta definizione di servizi da standard urbanistici (di cui
al decreto interministeriale 1444/68) non raggiunge il 5% delle
volumetrie residenziali esistenti.
introduzione
Marialuisa Palumbo e Alessandra Montenero
8. 8
Mc di residenziale realizzato
Consistenza dei PEEP a Roma
Superficie Vincolata
primo PEEP: 14 266 000 mc
secondo PEEP: 18 068 000 mc
totali: 32 334 000 mc
primo PEEP: 3 062,71 ha
secondo PEEP: 995,9 ha
totali: 4058,61 ha = 40 586 100 mq
Secondo PEEP -1987
Primo PEEP - 1964
PEEP 1964 piano di zona n.19 - Tor Sapienza
Fonte: Buffa, Marconi, Montenero, Picciotto, Visentini,
L’ attuazione dei piani di edilizia residenziale pubblica
Roma 1964-1987, Ed. Officina
9. 9
TRASFORMARE LA CITTà PUBBLICA
IL CASO DI TOR SAPIENZA
2A+P/A studio associato
Oggi prendere in considerazione il recupero urbanistico di un
Piano di zona non significa solamente agire su un’area circoscrit-
ta della città, ma partecipare a un processo ben più ambio che
riconsidera nel suo insieme l’eredità della città moderna.
Questa condizione ci pone immediatamente di fronte a una gran-
de sfida che rappresenta allo stesso tempo una straordinaria
occasione per la città di Roma.
La città moderna oggi necessita un ripensamento e questa stes-
sa necessità diventa l’opportunità per una trasformazione della
città nella sua interezza.
Solo prendendo in considerazione le aree destinate ai piani di
zona si potrebbe immaginare un progetto a grande scala, di città
nella città, capace di dare nuove soluzioni all’esigenza abitativa,
ancora presente, e allo stesso tempo sopperire a problematiche
urbane mai risolte.
Osservare il problema da questo punto di vista spinge la rifles-
sione a considerare questo tipo d’interventi non come occasioni
isolate ma come elementi di un arcipelago che affiora dal mare
continuo del territorio urbano di Roma.
Proprio per questo motivo, per la necessità di considerare questi
interventi connessi tra loro, è importante che questi progetti di
recupero e rigenerazione siano capaci di costruire una gramma-
tica, cioè che siano in grado attraverso il loro modo di modificare
lo spazio di definire modalità esemplificative di trasformazione
della città.
Lavorare sul sistema dei Piani di zona significa lavorare all’inter-
no della città, trovare modalità e occasioni di riscrittura della città
stessa. Questo tipo strategia permette al corpo urbano di modifi-
carsi, trasformarsi, rigenerarsi, senza necessariamente consuma-
re nuovo suolo naturale, uscendo dagli attuali confini urbani, nel
tentativo di preservare il già delicato rapporto tra territorio urbano
e paesaggio naturale.
13. 13
LOCALIZZAZIONE
MUNICIPIO V (ex VII)
Superficie: 46.750 km2
Popolazione al 31.12.2010: 310.887 ab
Densità: 6649 ab/Kmq
Coordinate: 41°52’54,12” N
12°31’22.08” E
XV
XV III
IV
II
I
V VI
VII
VIII
IX
X
XI
XII
XIII
XIV
Il quartiere Tor Sapienza sorge nella periferia est di Roma, tra la via
Prenestina ed il tratto urbano dell’autostrada A24, entro e a ridosso
del Raccordo Anulare. Fa attualmente parte del Municipio V che è
scaturito dall’accorpamento dell’ex Municipio VII ed ex Municipio VI.
La sua denominazione trae origine dalla presenza di una torre qua-
drata in laterizio, sorta nel XII sec. e affidata, nella metà del 1400,
agli studenti di Perugia grazie alla disponibilità dell’arcivescovo di
Fermo. Furono questi a rinominarla “Sapienza nuova” e da qui “Tor
Sapienza”. Attualmente della torre rimane soltanto il basamento
quasi irriconoscibile.
L’attuale nucleo urbano si è costituito negli Anni Venti per volontà
di Michele Testa, ritenuto il fondatore di questo quartiere. Ferroviere
molisano, antifascista, Testa decide di recarsi in questo luogo perife-
rico a seguito di contrasti con il regime e di fondare qui la “Coopera-
tiva Tor Sapienza dell’Agro Romano”. La Cooperativa realizza inizial-
mente venticinque abitazioni economiche, seguite subito dopo da
un altro centinaio. Il 20 Maggio 1923 è inaugurata la prima borgata
di Tor Sapienza. Questa prima lottizzazione è eseguita regolarmente
dal punto di vista urbanistico e la zona viene anche attrezzata con
una condotta medica, una scuola ed una farmacia. A conseguenza
di ciò l’intera zona circostante acquista una maggiore valorizzazione
e viene investita da un’elevata urbanizzazione, contesto che porta
a uno sviluppo successivo di tipo spontaneo e quindi di un assetto
viario sottodimensionato e privo di parcheggi.
Gli edifici residenziali del primo periodo di espansione del quartie-
re sono tutti per lo più accomunati dalla ricorrente tipologia edilizia
riscontrabile in molte altre periferie romane: si sviluppano soprattutto
edifici ad uno o due piani, circondati spesso da giardinetti o dotati di
corte interna.
MUNICIPIO V (ex VII)
Superficie: 46.750 km2
Popolazione al 31.12.2010: 310.887 ab
Densità: 6649 ab/Kmq
Coordinate: 41°52’54,12” N
12°31’22.08” E
14. 14
Ferrovie metropolitane
Autostrade
Linee tramviarie
Linee metropolitane in construziona
Linee metropolitane
Strade urbane di scomimento
Tor Sapienza
Ferrovie metropolitane
Autostrade
Linee tramviarie
Linee metropolitane in construziona
Linee metropolitane
Strade urbane di scomimento
Tor Sapienza
15. 15
1
2
1
2
Aeroporto Roma Ciampino
Stazione Tiburtina F.S.
Strada principale di quartiere
Autostrada
Strada di scorrimento urbano
Strada secondaria di quartiere
Linea ferroviara
ANALISI DEL VERDE ANALISI DELLE INFRASTRUTTURE
19. 19
4
3
2
1
5
4
3
2
Fabio Montagna
Tor Cervara
Baden Powell
Tor Tre Teste
Tor Sapienza
Parchi Urbani
Denominazione Parchi Urbani
Verde ad uso agricolo
Verde ad uso non agricolo
Orti Urbani
1
5
ANALISI DEL VERDE
20. 20
Piano Di Zona
Borgata Storica
Area Industriale In Dismissione
Nuove Residenze
Servizi Sanitari e Uffici
Piano Di Zona
Borgata Storica
Area Industriale In Dismissione
Nuove Residenze
Servizi Sanitari e Uffici
L’insediamento attuale dell’intero quartiere di Tor Sapienza si
caratterizza con la netta separazione tra gli ambiti a carattere
edilizio, industriale e dei servizi. Infatti, la zona industriale ubicata a
nord, costantemente in trasformazione, è nettamente circoscritta
dalla bretella autostradale Roma – L’Aquila, dal fosso di Tor
Sapienza e dal tracciato ferroviario FM2. Altri insediamenti industriali
sorgono ad est, ovest e sud del quartiere e, insieme agli ampi spazi
verdi posti a ovest, contribuiscono al suo isolamento.
Il cuore dell’attività sociale e commerciale, invece, si sviluppa tra
Via di Tor Sapienza e Via Collatina e attorno a piazza De Cupis,
all’intersezione delle due strade. Su di essa si aprono edifici
specialistici come la scuola elementare “Gesmundo”, simbolo
del Quartiere sorto nel primo dopoguerra come struttura militare.
La zona circostante ha un impianto a pettine rispetto a via di Tor
Sapienza ed è caratterizzata da edifici di tre o quattro livelli fuori
terra che presentano a pian terreno esercizi commerciali e ai restanti
piani residenze. Questa tipologia è diffusa in tutto il quartiere nelle
due declinazioni con o senza l’attività commerciale sottostante.
Un secondo percorso, qualificabile come asse insediativo
secondario, a partire dalla stazione ferroviaria, attraversa la parte
nord del quartiere, parallelamente alla via Collatina e alla sede
ferroviaria, passando per due piccole piazze (piazza Raggio e piazza
Coleman) disposte simmetricamente rispetto a via di Tor Sapienza
che poi ripiegano verso quest’ultima dopo aver intersecato la via
Collatina. La morfologia comincia a cambiare spostandosi dal
nucleo storico verso l’insediamento “167”: in via de Pisis infatti si
hanno prevalentemente edifici destinati ad attività sociali come un
centro anziani, un centro sociale e una polisportiva. Lungo via De
Chirico si attestano ad est tre scuole ed una chiesa, mentre ad
ovest si hanno i blocchi in linea di 7-8 piani destinati a residenza
realizzati dallo IACP e dagli altri operatori con il Piano di Zona n°19.
tIPOLOgIE dEI tESSUtI dELL’AREA
22. 22
PRG di Roma vigente 2008 - Scenario del Municipio V (ex VII)
23. 23
Nel 1965 viene approvato il nuovo P.R.G. nel quale l’area di Tor
Sapienza entra a far parte sotto la destinazione urbanistica di zona
F1. È in questa sede che i nuclei esistenti di origine spontanea degli
anni precedenti vengono normati e legittimati.
Nel 1968 il Comune di Roma predispone ed adotta per la locale
zona F1 di P.R.G. un “Piano Particolareggiato del territorio
compreso tra la ferrovia Roma – Sulmona, il P.P. delle Zone
Industriali n. 8/L, via Prenestina e l’Asse intermedio di Scorrimento
Orientale (Località Tor Sapienza)”, che viene ratificato il 31 maggio
del medesimo anno. Dalla Relazione Tecnica si apprende che “Nel
comprensorio di P.P. è intercluso il Piano di Zona n. 19, L. 167/62
che, pur non facendo parte del P.P. stesso, si inserisce nel tessuto
del Quartiere”.
Il Piano Particolareggiato della zona F1 venne dimensionato, in
termini di servizi e verde, per 19.000 abitanti finali, ai quali si devono
sommare i 4.650 abitanti previsti dal Piano di Zona n. 19 per un
totale di 23.650 abitanti finali per Tor Sapienza. Tra gli obiettivi del
P.P. era quello di reperire aree per servizi e verde e di proporre
una struttura urbana organica e razionale, tenendo conto dei limiti
imposti dalla situazione preesistente, intervenendo sia sulla maglia
viaria con nuovi tracciati, sia sul tessuto edilizio con proposte di
accorpamento di volumi, incentivi di cubature etc.
Negli anni ’70 viene poi progettato e realizzato il Piano di Zona
n° 19 “Tor Sapienza”, su un comprensorio di 43 ettari, tra la Via
Prenestina e la Via Collatina, nelle immediate vicinanze della zona
industriale prevista dal Piano regolatore. Tale comprensorio rientra
nella strategia urbanistica allora dominante, la quale aveva deciso
di realizzare nuovi insediamenti affiancati alle periferie spontanee.
L’intento era quello di contribuire al loro risanamento attraverso
un sovradimensionamento degli standard di verde e servizi entro
la zona “167”. Si sperava poi di ottenere un’integrazione sociale
ed urbana tra il vecchio ed il nuovo tessuto edilizio. Sulla base
delle previsioni del PEEP l’insediamento doveva soddisfare la
collocazione per 4.650 abitanti, con una densità contenuta, pari a
108 abitanti per ettaro. Il disegno originario del piano urbanistico
prevedeva, in un’area con una considerevole pendenza verso
levante, un nucleo più denso sulla sommità, case basse lungo
le pendici, una fascia di servizi sociali al di là della strada di
collegamento delle viabilità principali già esistenti, la quale sarebbe
dovuta servire come collegamento tra il nuovo insediamento e
quello storico spontaneo, e spazi verdi a ovest del rilievo, creando
un elemento di distacco verso le zone destinate ad attività
produttive. Per lo stralcio successivo di alcune aree si optò invece
per una maggiore edificabilità con l’aumento della cubatura, tanto
da consentire la realizzazione di edifici alti 7-8 piani anche lungo
le pendici della collina. Il nucleo più significativo, anche per la
posizione più elevata, è il rettangolo in sommità il cui lato lungo
misura 400 metri che regola l’edificazione e crea un ambiente
urbano volutamente in contrasto con gli aggregati periferici
circostanti privi di qualità. L’intero complesso è servito all’esterno
da un sistema viario ad anello che accentua la separazione formale
e funzionale tra il nuovo insediamento e quello preesistente. Era
previsto inoltre il passaggio di una linea metropolitana che avrebbe
tagliato il comparto in due parti in direzione trasversale.
L’altro nucleo realizzato è quello degli edifici posti sulle pendici
della collina, ai margini della borgata. Sono edifici in linea di 8 piani
disposti parallelamente al complesso a corte appena descritto e al
di là dell’asse viario principale ad anello dello stesso.
INDAGINE URBANISTICA
27. 27
ZONA PRG
E3 PEEP 19 43ha
3ha
4ha
108ab/ha
STR.ATTUATIVO NUMERO SUP.TERR.
115mc/ab80mc/ab
DENS.TERRITORIALE
ABITANTI TEORICI
AREE PER SERVIZI
(6,5MQ/AB.)
4ha
14ha
AREE A VERDE
9MQ/AB.
2ha
5ha
AREE PER SERVIZI
(6,5MQ/AB.)
3ha
15ha
AREE A VERDE
9MQ/AB.
4.650
DENSITÀ EDILIZIA ‘97DENSITÀ EDILIZIA ‘65 ABITANTI INSEDIATI 1997
3.222
VOLUMETRIA DI PROGETTO mc
RESIDENZIALE NON RESID. TOTALE
372.300 74.200 446.500
RESIDENZIALE NON RESID. TOTALE
372.300 74.200 446.500
VOLUMETRIA EDIFICATA mc
IL PIANO DI ZONA
LE QUANTITà DEL PIANO DI ZONA 19
29. 29
ANALISI CLIMATICA
SIMULAZIONE DEL FABBISOGNO ENERGETICO IN FUNZIONE DEGLI ORIENTAMENTI
24,7
Kwh/mqa
16,1
Kwh/mqa 18,5
Kwh/mqa
8,6
Kwh/mqa
-34%
heat energy demand cooling demand fabbisogno per riscaldamento fabbisogno per raffrescamento
x= 12 m
y= 40 m
h= 12 m (4 piani)
x= 40 m
y= 12 m
h= 12 m (4 piani)
trasmission losses
ventilation losses
usable solar gains
usable internal gains
heat energy demand
cooling demand
36,7 kWh/mq a
30,6 kWh/mq a
29,7 kWh/mq a
12,8 kWh/mq a
24,7 kWh/mq a
16,1 kWh/mq a
trasmission losses
ventilation losses
usable solar gains
usable internal gains
heat energy demand
cooling demand
34,5 kWh/mq a
30,6 kWh/mq a
33,9 kWh/mq a
12,7 kWh/mq a
18,5 kWh/mq a
8,6 kWh/mq a
STECCA N-S STECCA E-O
34. 34
VIADECHIRICO
VIATORSAPIENZA
VIADECHIRICO
VIATORSAPIENZA
VIADECHIRICO
VIATORSAPIENZA
CRITICITÀ DELLO STATO ATTUALE
- Divisione tra comparto del PdZ e borgata storica
costituita dal limite fisico e percettivo di via De
Chirico e dalla fascia dei servizi
- Isolamento del Comparto ATER di via Morandi
FASE 1 - Modifiche alla viabilità e demolizioni
- Modifica della viabilità costituendo un nuovo “Cardo
e Decumano” attraverso la riduzione della sezione di
via De Chirico e di via De Pisis, la quale viene anche
prolungata all’interno del comparto ATER;
- Demolizione scuola Vittorini, del plateatico del
mercato e della stecca centrale ATER
FASE 2 - Densificazione
- Realizzazione di nuovi servizi sulla superficie
di circa 60.000 mq recuperata in FASE 1 dalla
riduzione delle sezioni stradali;
- Gli edifici costituiranno un sistema
trasversale al PDZ, caratterizzato da una forte
mixitè funzionale: residenziale,
socio-assistenziale, terziario-produttivo,
commerciale;
- Realizzazione di un baby park e di un centro
culturale-associativo, quali servizi pertinenziali
all’interno del comparto ATER;
- Realizzazione di nuovo edificio residenziale
convenzionato all’interno del comparto ATER;
- Realizzazione di circuito ciclopedonale
connesso alla stazione FM2 di Tor Sapienza
35. 35
Tor Sapienza è un quartiere che ha bisogno di essere riconsi-
derato. L’idea alla base del progetto è di cercare, attraverso
un processo di densificazione, di ristabilire un nuovo equilibrio
nell’intera area.
La condizione attuale è quella di una netta separazione tra l’inter-
vento di edilizia economica e popolare del Morandi e la borgata
storica di Tor Sapienza.
I diversi elementi che contraddistinguono le due entità -morfolo-
gia, posizione, orografia, dimensione, tipologia edilizia, parti so-
ciali- sono costantemente contrapposte senza avere mai trovato
alcun punto di convergenza. Lo stesso sistema infrastrutturale
alla base del piano di zona, e dove il sistema dei servizi dello
stesso piano si struttura, costituisce un limite invalicabile.
Oggi lavorare a Tor Sapienza non significa solamente valutare
nuovamente il valore della città moderna, le sue possibilità, i suoi
fallimenti, ma ricercare un nuovo modo per agire direttamente sui
suoi limiti, cioè su quegli elementi che la separano dal resto della
città e che la mantengono ancora una parte o meglio un’isola.
In questo senso il progetto intende lavorare proprio sulla fascia
dei servizi che si sviluppa lungo l’asse di viale De Chirico.
In questo momento quest’asse stradale, che collega la via Pre-
nestina e con la Collatina, è notevolmente sovradimensionato.
Questo evidentemente deriva da un’errata previsione del Piano
di zona, che immaginava un generale riassetto delle infrastrutture
stradali dell’intera area che non è mai stato realizzato.
A questo si aggiunge un secondo ordine di problema. Vista la
presenza di negozi e servizi lungo l’asse di via di Tor Sapienza,
parallelo a quello di viale De Chirico, e nonostante la sua ridotta
sezione stradale, è questo il percorso più usato per gli sposta-
menti quotidiani.
La costatazione di questi fenomeni ha spinto il progetto a verifi-
care la possibilità di cogliere nella ridefinizione di quest’ambito il
cuore per una trasformazione dell’intero quartiere.
Il progetto intende usare la superficie attualmente sfruttata da una
delle due carreggiate di viale De Chirico e l’ampia area verde di
spartitraffico che le separa, come suolo per nuove volumetrie.
Inoltre una verifica dei servizi presenti in quest’area ha mostrato la
possibilità di aggiungere a queste anche le superfici del mercato
e dell’Istituto Piazza De Cupis, che saranno demoliti per ospitare
nuovi servizi. La somma di tutte le aree recuperate è una superficie
pari a circa 60.000 mq.
Quindi alla fascia di servizi esistenti composta dall’Istituto tecnico
industriale Giovanni XXIII, l’Istituto professionale Jean Piaget,
l’asilo nido comunale, la chiesa evangelica e l’accesso al parco
di Tor Sapienza, si sommeranno ulteriori servizi con lo scopo di
trasformare quello che un tempo costituiva un limite in un elemento
permeabile e di contatto. Per garantire questo, un sistema di strade
trasversali ricucirà l’intera viabilità del quartiere al fine di costituire un
reticolo stradale fluido e continuo.
Anche viale De Pisis, che risulta essere l’unico elemento di
connessione tra le parti sarà modificato. In questo caso sarà
diminuita la sezione stradale per rafforzare l’ampiezza dei
marciapiedi e trovare spazio per ulteriori posti auto.
All’intero di questo nuovo spazio è stato impostato un progetto
strategico capace di intensificare le attività urbane, la presenza di
servizi, spazi pubblici e aree verdi, e la costruzione di una nuova rete
di strade e percorsi ciclo-pedonali.
Partendo da Nord, dall’incrocio tra viale De Chirico e la via Collatina,
questa nuova fascia urbana ospiterà un sistema di edifici che
sommato ai servizi presenti costituirà una sequenza di funzioni
diverse capace di costituire una parte di città viva e attiva nell’arco
dell’intera giornata.
I nuovi interventi comprendono: un sistema di case a schiera con
giardino privato, un edificio residenziale in linea, uno di uffici, uno
con tipologia case-laboratorio, una palestra, un nuovo mercato con
attività commerciali e un nuovo accesso al parco di Tor Sapenza.
Tutti questi edifici sono intesi come un sistema di servizi quali: servizi
alle persone (servizi assistenziali, culturali, fitness, sanitari, culturali),
pubblici esercizi (bar, ristoranti, pub, locali), artigianato di servizio
(studi d’artista), direzionale privato (uffici, studi professionali, servizi
alle imprese).
Un ulteriore intervento è di garantire attraverso una rete continua
di percorsi ciclo-pedonali la possibilità di una mobilità alternativa.
La fascia di verde a posta Nord-Ovest dell’area d’intervento che
costeggia via Massimo Campigli e viale Giorgio Morandi sarà
adibita a orti urbani e attraversato da un percorso ciclo pedonale
che connetterà il Morandi alla via Collatina attraverso un percor-
so immerso nel verde.
UNA IPOTESI DI DENSIFICAZIONE
2A+P/A studio associato
36. 36
Nuova edificazione su ex ambito stradale
Nuova edificazione su aree di risulta
Demolizione e ricostruzione
Risistemazione aree
DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI
37. 37
Residenziale
Attività
Spazi pubblici
Verde
DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI
RESIDENZE
(densità bassa)
RESIDENZE
(densità media)
RESIDENZE
(densità alta)
RESIDENZE
CONVENZIONATE
(densità media)
ORTI
GIARDINO
PARCO
URBANO
ARTIGIANATO
case-laboratorio
TERZIARIO
COMMERCIALE
(uffici e negozi)
SERVIZIO
(palestra)
NUOVO MERCATO
COPERTO
CENTRO CULTURALE
(centro anziani e asilo nido)
39. 39
INTERVENTI SULLA MOBILITà
Conformazione attuale via de Chirico
39.000 mq
Superfici stradali a verde (aiuole)
23.800 mq
Tracciati stradali da demolire
13.000 mq
Tracciati stradali di nuova costruzione
Nuove aree verdi Superfici pedonali
21.400 mq
Percorsi ciclabili
3.500 ml
Percorsi carrabili
19.000 mq (-50%)
INTERVENTI SULLA MOBILITÀ
48. 48
Sezione schiere
A
case a schiera
edilizia convenzionata – bassa densità
superficie coperta 2300 mq
2 piani
184 abitanti
4600 mq
A1
monofamiliare
superficie coperta 90 mq
2 piani
180 mq
L0
L1
L0
L1
A2
bifamiliare
superficie coperta 90 mq
2 piani
90 mq
s k b l
b lll
s k
k
b b r
ll
s
b b r
ll
49. 49
Sezione linea
L0
L1-5
B
case in linea
edilizia convenzionata – alta densità
superficie coperta 900 mq
5 piani
180 abitanti
4500 mq
B1
monofamiliare
superficie coperta 105 mq
1 piani
105 mq
B3
commerciale
superficie coperta 35-50 mq
1 piani
35-50 mq
B2
monofamiliare
superficie coperta 87 mq
1 piani
87 mq
s s
k kb bb
l llll
51. 51
Sezione case-laboratori
D
case + laboratori
nuovo intervento
superficie coperta 1802 mq
3+1
43 abitanti
1080 mq + 1802 mq
D1
monofamiliari
superficie 85 mq
1 piano
85 mq
D2
monofamiliari
superficie 65 mq
1 piano
65 mq
D3
laboratori
superficie coperta 1802 mq
1 piano
50-80-100 mq L0
L1
s s
lab.
magazzino
wc
wc
locale tecnico
lab. lab. lab.
lab.
lab.
lab. lab. lab.
lab.
lab.
lab.
lab. lab.
k k
b b b
l l
l
53. 53
Sezione mercato
M
mercato + servizi
nuovo intervento
superficie coperta 1960 mq
1 piano
1220 mq + 740 mq
M1
mercato
superficie coperta 1220 mq
1 piano
30 box
20-35 mq
M2
servizi
superficie coperta 740 mq
1 piano
16 box
20-35 mq
L0
54. 54
Sezione residenze giovani
C
case a ballatoio
residenze socio assistenziali – media densità
superficie coperta 2060 mq
3-4 piani
288 abitanti
7189 mq
C1
monofamiliari - anziani
superficie coperta 50 mq
1 piani
50 mq
C1
monofamiliari - anziani
superficie coperta 50 mq
1 piani
50 mq
C1
monofamiliari - anziani
superficie coperta 50 mq
1 piani
50 mq
C1
monofamiliari - anziani
superficie coperta 50 mq
1 piani
50 mq
C2
monofamiliari - giovani
superficie coperta 50 mq
1 piani
50 mq
C2
monofamiliari - giovani
superficie coperta 50 mq
1 piani
50 mq
C2
monofamiliari - giovani
superficie coperta 50 mq
1 piani
50 mq
C2
monofamiliari - giovani
superficie coperta 50 mq
1 piani
50 mq
C2
monofamiliari - giovani
superficie coperta 50 mq
1 piani
50 mq
C2
monofamiliari - giovani
superficie coperta 50 mq
1 piani
50 mq
C2
monofamiliari - giovani
superficie coperta 50 mq
1 piani
50 mq
k/s
b
l
L0-3
L0-4
55. 55
A
case a schiera
bassa densità
superficie coperta 2300 mq
2 piani
65 alloggi
184 abitanti
4600 mq
B
case in linea
alta densità
superficie coperta 900 mq
5 piani
64 alloggi
180 abitanti
4500 mq
C
case a ballatoio
residenze socio assistenziali
media densità
superficie coperta 2060 mq
3-4 piani
100 alloggi
288 abitanti
7189 mq
SUPERFICI DEI NUOVI INTERVENTI, NUMERO DI ALLOGGI E NUOVI ABITANTI IPOTIZZATO
E
Terziaro e commerciale
nuovo intervento
superficie coperta 1050 mq
2 piani
2100 mq
AREE PARCHEGGIO SU VIA DE CHIRICO
1800 mq
AREA PARCHEGGIO SU VIA COLLATINA
1000 mq
PARCHEGGI IN LINEA SU STRADA
4062 mq
ORTI URBANI
5800 mq
GIARDINI URBANI
3960 mq
D
case + laboratori
nuovo intervento
superficie coperta 1802 mq
3+1
43 abitanti
1080 mq + 1802 mq
M
mercato + servizi
nuovo intervento
superficie coperta 1960 mq
1 piano
1220 mq + 740 mq
C
palestra
nuovo intervento
superficie coperta 576 mq
2 piani
1152 mq
RESIDENZE
16289 mq - 248 alloggi - 652 abitanti
RIQUALIFICAZIONE VIA DE CHIRICO
SERVIZI
8816 mq
STANDARD minimi
5868 mq verde
1630 mq parcheggi
4238 mq servizi
57. 57
una MOBILITà sostenibile
Massimo Ciuffini
In linea generale la strategia d’intervento nel campo della mobilità
sostenibile si articola su tre linee d’azione integrate tra loro:
• ridurre il fabbisogno di mobilità (Avoid/reduce);
• favorire l’utilizzo delle modalità di trasporto più sostenibili (Shift);
• migliorare senza sosta i mezzi di trasporto perché siano sempre
più efficienti (Improve);
Nel caso della progettazione di un nuovo insediamento urbano
ad entrare in gioco sono fondamentalmente le due linee di azione
Avoid/Reduce e Shift.
La linea di intervento Avoid/Reduce è finalizzata alla riduzione della
domanda di trasporto e molte delle misure in questo ambito rica-
dono nella categoria della pianificazione territoriale ed urbanistica.
In questo campo i fattori chiave per ridurre la domanda di trasporto
sono: la densità territoriale, la compattezza dell’edificato, la strut-
tura insediativa, la posizione baricentrica delle principali funzioni
urbane, la distribuzione delle funzioni di prossimità, la progettazione
degli spazi pubblici e la progettazione delle infrastrutture. La linea di
intervento Shift si propone invece di ridurre gli impatti della mobi-
lità, promuovendo l’utilizzo di mezzi di trasporto con minori impatti
specifici. Per questo è necessario che quando si progetta un nuo-
vo quartiere sia prevista un’offerta di trasporto multimodale che
comporti l’esistenza di adeguati servizi di trasporto pubblico, una
rete ciclistica e pedonale ma anche il restringimento in alcuni ambiti
dell’uso dell’auto, per esempio realizzando zone pedonali o zone
dove il traffico sia moderato o limitato.
Complessivamente e in varia misura, tutti gli interventi affrontati dal
laboratorio hanno le caratteristiche fondamentali per essere consi-
derati sostenibili dal punto di vista della mobilità visto come siano
tutti localizzati nella cosiddetta città consolidata, a ridosso di alcu-
ni dei più importanti corridoi di trasporto collettivo della città ed in
adiacenza ad altri quartieri esistenti in modo da innalzarne la densità
funzionale, edilizia ed abitativa.
L’intervento a Tor Sapienza è localizzato in una zona già servita dal
servizio di trasporto pubblico attraverso due linee di autobus Ur-
bane con una frequenza media che oscilla tra i 20 ed i 30 minuti
(a seconda delle diverse fasce orarie e delle diverse giornate della
settimana) e dalla ferrovia metropolitana FM 2. Dalla stazione di Tor
Sapienza che dista circa 800 m dal baricentro dell’insediamento è
possibile raggiungere la Stazione Tiburtina in circa 15 minuti con un
treno ogni 30 minuti. Il progetto prevede il completo aggiornamento
dello schema stradale esistente che è quello tipico di molti interventi
del primo PEEP di Roma. All’epoca l’impostazione progettuale era
quella di “qualificare” gli interventi residenziali pubblici con una rete
stradale dagli alti livelli di servizio e dalle sezioni esuberanti. Una
strategia non diversa da quella relativa alla dotazione di aree pub-
bliche che eccedevano sempre rispetto agli standard minimi, per
“compensare” le scarse dotazioni di servizi ed infrastrutture dell’edi-
ficazione privata, sia legale che abusiva. Questa impostazione, spe-
cie per la dotazione di strade e di aree a parcheggio pubblico, nel
tempo si è rivelata controproducente: ha incentivato l’uso dell’auto-
mobile e, nell’ottica di rendere i nuovi quartieri più accessibili (all’au-
to però), ha contribuito invece ad isolarli. Attualmente tanto Viale De
Chirico che Viale De Pisis, che le è perpendicolare, dispongono di
sezioni stradali con capacità molto superiori a tutta la rete circostan-
te, in particolare le consolari Collatina e Prenestina. Il quartiere di
Tor Sapienza è separato dai quartieri circostanti non solo dalle aree
verdi in cui sono immersi i grandi edifici in linea ma anche da strade
a quattro corsie (e relative fasce di rispetto) che sboccano su assi
stradali funzionalmente di gerarchia superiore ma con sezioni stra-
dali inferiori, tra l’altro con intersezioni pericolose e poco funzionali.
Il progetto tende a ribaltare questa impostazione attraverso:
- Il generale ridimensionamento della rete stradale interna al PdZ
esistente, per avvicinarla a quella delle strade immediatamente
circostanti con la trasformazione di Viale De Chirico in una strada ad
unica carreggiata con una corsia per senso di marcia;
- la prosecuzione dell’asse di Via De Pisis ad intersecare Viale De
Chirico e proseguire sino ad attraversare la corte esistente;
- l’inserimento di chicane e di vari accorgimenti nella progettazione
del sedime stradale per moderare la velocità delle auto, indurre la
deviazione del traffico di attraversamento indirizzandolo su percorsi
alternativi serviti dalle strade urbane di scorrimento;
- la realizzazione di una rete pedonale e ciclistica che, con continui-
tà, collega tutte le polarità del quartiere estendendosi e ramificando-
si verso l’intorno specie verso la fermata della ferrovia metropolitana
di Tor Sapienza e verso la linea tranviaria (incrocio Palmiro Togliatti
Via Prenestina) ;
- la realizzazione di una ridotta dotazione di spazi per parcheggi
pubblici a raso e la realizzazione di parcheggi privati e pertinenziali
interrati.
59. 59
VALUTAZIONE
indicatore 23-lug-14
Prereq. 1 Localizzazione intelligente Riduzione vkm
Intervento interno alla c.d. città consolidata, adiacente a zone residenziali e produttive esistenti, adiacente
stazione ferrovia metropolitana e dotato di una fitta rete di servizi di autobus. VEDI "ANALISI TOR SAPIENZA"
pag.49. Soddisfatte tutte le opzioni sia 1, 2, 3 che 4.
Credito 1 Localizzazione preferenziale riduzione sprawl
Rispettata opzione 1 (interveno in prossimità in un’area interclusa o un sito da completare che sia anche
un’area precedentemente edificata), 2 (connessioni tra 50 ed 80 al km2) e 3 (intervento che prevede la
realizzazione di edilizia agevolata)
Credito 3
Localizzazione con ridotta dipendenza
dall'uso dell'automobile
accessibilità con vari
sistemi di trasporto
Opzione 1 linee di autobus 543 e 437 frequenza 30 minuti e Ferrovia Metropolitana FM 2 frequenza 30
minuti Opzione 2 L'intervento non è collocato in un’area governata dall’Amministrazione locale come zona a
bassa intensità di traffico
Credito 4
Rete ciclabile e infrastrutture per la sosta
delle biciclette
infrastrutture ciclabili
Depositi previsti, Rete ciclabile di progetto che collega stazione di Ferrovia metropolitana FM2 e Linea
tranviaria 14 e che è situata entro 30 m da almeno il 50% degli ingressi delle unità abitative e degli ingressi
degli edifici non residenziali
Credito 5
Prossimità delle residenze ai luoghi di
lavoro
mix funzionale
Vedi Mix funzionale presente nel progetto. L'intervento in generale rispetta i criteri di equilibrio funzionale
sia al suo interno che in relazione all'esistente.
Prereq. 1
Caratteristiche minime per la fruibilità
pedonale delle strade
vari L'intervento rispetta i requisiti a, b, c e d
Prereq. 2 Sviluppo compatto - densità minima densità minima
L'intervento è inserito nella prossimità di un corridoio di trasporto collettivo (FM2), controbuisce alla
densificazione di un quartiere esistente, promuove la compattezza dell'area nel suo complesso occupando
parte dell'aree aperte tra la Borgata di Tor Sapienza e il Piano di Zona
Prereq. 3 Comunità connesse e aperte densità di connessioni L'intervento ruota attorno a questo obiettivo di fondo
Credito 1 Fruibilità pedonale delle strade
Facciate ed entrate: successiva approfondimento progettuale - Destinazione d’uso piano terra e parcheggi:
soddisfatti i requisiti: successiva approfondimento progettuale Definizione dei limiti di velocità per la
sicurezza dei pedoni e degli spostamenti in bicicletta: Requisiti soddisfatti Interruzione marciapiedi: requisito
soddisfatto
Credito 3 Centri di quartiere ad uso misto
L'intervento prevde che almeno il 50% delle unità residenziali siano ad una distanza a piedi massima di 400 m
da un numero minimo di servizi di base ubicati lungo l'asse di viale De Chirico e nella Corte.
Credito 5 Riduzione delle aree di parcheggio Rispettato sia il requisito sulla dotazione minima di parcheggi a raso e sulla presenza di depositi per biciclette
Credito 6 Rete stradale Il progetto realizza alti livelli di connessione interna e collegamenti tra PdZ e Borgata Tor Sapienza.
Credito 7 Promozione dei trasporti collettivi A questo stadio del processo nessuna accordo con ATAC è possibile
Credito 8 Gestione della domanda di trasporto
A questo stadio del processo non è possibile affrontare le questioni legate alle fasi d'esercizio del nuovo
quartiere
Credito 9 Accesso agli spazi pubblici
Requisito soddisfatto anche se l'intervento riduce quantitativamente gli spazi pubblici del PdZ. Il nuovo
Cardo e Decumano su viale De Pisisi De Chirico, rappresenta un grande spazio pubblico in grado di servire
l'edificato esistente e di progetto.
Credito 10 Accesso alle attività ricreative
Requisito soddisfatto. Nel nuovo Cardo e Decumano su viale De Pisisi De Chirico, che è già uno spazio verde,
è localizzata una palesta di 10.000 mq ed il preesistente parco pubblico
Credito 14 Viali alberati e strade ombreggiate
Requisito soddisfatto. Viale De Pisis e Viale De Chirico dispongono di alberi su entrambi i lati per almeno il
60% della lunghezza dell’isolato lungo la rete viaria cui si aggiungono altre obreggiature diffuse e la messa a
dimora di nuovi alberi
Sistema di valutazione GBC - Tor Sapienza
Localizzazione e Collegamenti del Sito
Organizzazione e Programmazione del Quartiere (Max 43)
A queste valutazioni generali che tendono ad inquadrare l’intervento
nel quadro delle linee generali d’azione ASI, la progettazione dell’in-
tervento a Tor Sapienza si è avvalsa del sistema di valutazione GBC
che, attraverso l’individuazione di un sistema di requisiti, di indicatori
e standard minimi, consente di stimare quantitativamente l’efficacia
del progetto e dunque di orientarne i risultati drante la fase di con-
cezione.
Dal punto di vista della mobilità sostenibile, gli ambiti indagati signifi-
cativi sono:
- Localizzazione e Collegamenti del Sito (LCS)
- Organizzazione e Programmazione di Quartiere (OPQ)
Sopra una tabella riassuntiva in cui, per ciascun requisito significa-
tivo, vengono elencate le considerazioni sul rispetto degli standard
minimi individuati da GBC. Non tutti i requisiti hanno potuto trovare
una valutazione sia per motivi legati all’approfondimento progettuale
raggiunto sia per il carattere ancora teorico dell’intervento.
62. 62
ASSONOMETRIA DEL PROGETTO DELLA CORTE DI VIA GIORGIO MORANDI
Courtesy Arch. Wallach
Anno realizzazione: 1975
Progettisti:
dott. ing. Aldo Ferri, prof. arch. Alberto Gatti, prof. arch. Sara Rossi, dott. ing. Ettore Sebasti
prof. arch. Pier Luigi Carci, dott. arch. Riccardo Wallach
COMPLESSO A.T.E.R.
Analisi comparativa della CORTE
63
63. 63
T ra il ’75 e il ’79, L’Istituto Autonomo Case Popolari realizza un
insediamento abitativo il cui assetto è caratterizzato da alti edifici
residenziali in linea con una forma planimetrica ad “L” disposti a
chiudere una grande corte di 400x80 m.
All’interno, sull’asse longitudinale, è situata una spina di servizi con
tipologia a schiera che accoglie attrezzature di interesse collettivo.
L’accesso alla corte è prevalentemente pedonale con l’eccezione di
alcuni spazi ben definiti per le auto dei residenti. La superficie totale
è di 97200 m2.
Edifici residenziali
Uguali a due a due, sono formati da quattro corpi di diversa
lunghezza con doppio sfalsamento per articolare maggiormente la
piazza centrale. Sono costituiti da sette piani di abitazioni su di un
primo livello porticato ed un seminterrato per i parcheggi. Con i loro
504 alloggi, si intendeva dare accoglienza a 2776 abitanti.
Gli edifici sono caratterizzati dall’alternarsi di due profondità
diverse per i quattro diversi tipi di alloggi, dalle finestre a nastro,
dalle regolari campate strutturali di 5,10 m scandite da setti in
calcestruzzo e intervallate a gruppi di quattro da corpi scala larghi
esattamente la metà che permettono l’accesso dalla corte interna.
A rompere la serialità svettano a nord-ovest e a sud-est scale
esterne dalla forte connotazione plastica. A ravvivare il grigio del
cemento a vista brillano il rosso (edilizia sovvenzionata), l’azzurro
(edilizia convenzionata) e il verde di cui sono verniciati gli infissi
in acciaio. La sezione dell’edificio presenta due tipi di profondità
diverse, di cui quella minore è dotata o meno di loggiato continuo
a seconda del piano. Gli edifici presentano un evidente stato di
degrado che interessa sia l’involucro che la struttura stessa dovuto
a una mancata manutenzione.
Gli abitanti, inoltre, lamentano fenomeni di infiltrazione d’acqua e
di umidità soprattutto nei piani superiori, presenza di ponti termici
che provocano la formazione di condensa superficiale e mancato
comfort termico causato dall’assenza di isolante nei diversi
pacchetti strutturali.
Per quanto riguarda la situazione impiantistica, abbiamo la presenza
di sistemi autonomi a caldaia per il riscaldamento degli ambienti (e
in taluni casi split per il raffrescamento); e data la scarsa efficienza
dell’involucro, le relative spese sono piuttosto onerose.
La spina centrale
È posizionata in asse con gli edifici a corte ed è composta da
due volumi identici e ruotati di 180° fra di loro. Al centro di essi si
trova una cavea che doveva costituire il luogo di relazione sociale
principale del complesso.
Analizzando il singolo volume, si nota la presenza di due elementi
differenti: un primo di forma rettangolare avente il passo strutturale
allineato con quello della parte residenziale destinato al commerciale
ed un secondo più articolato di forma triangolare destinato ad
attività sociali/culturali. Questi sono collegati da un elemento che
funge da spazio di incontro. Alla parte rettangolare si accede sia
longitudinalmente che trasversalmente con un dislivello di circa 90
cm. La sezione dell’edificio è costituita da un piano interrato, un
piano terra e solo in parte si presenta il primo piano.
Il sistema distributivo è costituito da due rampe esterne, due scale
esterne e due interne per l’accesso al piano interrato ed altre due
interne per raggiungere il primo piano. In ogni livello è presente un
loggiato con fioriera che presenta tracce di amianto. Inizialmente
il Piano di Zona preveda l’insediamento di esercizi commerciali
che nel tempo hanno cessato la loro attività portando all’attuale
occupazione abusiva di questi spazi.
Il secondo elemento accoglie nella parte settentrionale il centro
culturale Giorgio Morandi e nella parte meridionale il centro anziani.
E’ costituito da un piano fuori terra al quale si accede attraverso
un sistema di rampe e un piano interrato che si collega a quello
dell’elemento rettangolare.
All’interno della corte vi è un disegno ben definito di aiuole verdi con
la presenza di varie essenze ed arbusti in buono stato.
IL COMPLESSO ATER
64. 64
Y
X
Y
X
X
Y
X
Edificio tipo 2Edificio tipo 1
Edificio tipo 1
Edificio tipo 2
piano Y
piano X
EDIFICIO TIPO 1
tipologia B : n° 185
tipologia C : n° 32
tipologia D : n° 64
totale alloggi per edificio tipo 1 = 280
EDIFICIO TIPO 2
tipologia A : n° 48
tipologia B : n° 32
tipologia C : n° 144
totale alloggi per edificio tipo 2 = 224
totale alloggi comparto = 504
TIPOLOGIA ALLOGGI VANI %
A n.48 192 9
B n.216 1080 43
C n.176 1056 35
D n.64 448 13
tot n.504 2776 100
Tipologia alloggi
Distribuzione alloggi
superficie abitativa totale 60921 mq
n° abitanti 2776
densità abitativa attuale 21,94 mq/ab
tipologia A : 64 mq, 4 vani
tipologia B : 80 mq, 5 vani
tipologia C : 96 mq, 6 vani
tipologia D : 112 mq, 7 vani
Y X
Y
Y
X
X
Y
X
Y
Fonte: elaborazione XV Master Inarch su disegni originali progettisti
*Elaborazioni a cura del XV Master In/Arch Architettura Sostenibile
65. 65
Piano X
appartamento B = 80 mq
appartamento C = 96 mq
appartamento A = 64 mq
Piano Y
appartamento C = 96 mq
appartamento D = 112 mq
appartamento B = 80 mq
I tagli degli alloggi variano da una metratura minima di circa 64 mq
fino ad un massimo di 112 mq. Ogni alloggio è dotato di doppio
affaccio. La ripartizione degli alloggi si divide in: 11,11% di tipo “A”
con 64 mq e n°4 vani, 41,27% di tipo “B” con 80 mq e n°5 vani,
33,33% di tipo “C” con 96 mq e n°6 vani, 14,29% di tipo “D” con
112 mq e n°7 vani.
*Elaborazioni a cura del XV Master In/Arch Architettura Sostenibile
*Elaborazioni a cura del XV Master In/Arch Architettura Sostenibile
68. 68
ANALISI DELL’EDIFICIO
Fattore di forma
72
ANALISI DELL’EDIFICIO
Fattore di forma
73
ANALISI DELL’EDIFICIO
Fattore di forma
74*Elaborazioni a cura del XV Master In/Arch Architettura Sostenibile
69. 69
RIGENERARE L’EDILIZIA
RESIDENZIALE PUBBLICA
2A+P/A studio associato
Una seconda parte del progetto si focalizza sulla riqualificazione
dell’edificio di edilizia economica e popolare di via Giorgio Mo-
randi.
Il progetto affronta tre tematiche principali di rigenerazione: la
stecca di servizi all’interno della corte, il frazionamento deglli
alloggi sottoutilizzati, l’efficientamento energetico degli edifici in
linea.
La stecca centrale che ospitava i servizi alla residenza, oggi gia-
ce in uno stato di degrado.
Il progetto ipotizza di sostituire i due corpi con due nuove volu-
metrie che ospiteranno rispettivamente nuove abitazioni, e un
asilo nido con un centro culturale. Le nuove volumetrie sono
state studiate per mantenere l’aspetto unitario della corte, ma a
contempo garantire una maggiore attraversabilità e visibilità degli
spazi, in modo da aumentarne anche la sicurezza.
Il progetto presenta diverse ipotesi di ottimizzazione delle dimen-
sioni degli appartamenti, frazionando quelli che hanno dimen-
sioni molto ampie e risultato sottoutilizzati. Non essendoci ad
oggi un reale censimento di queste situazioni, le ipotesi studiate
cercando di immaginare procedure di frazionamento localizzabili
in punti specifici
degli edifici, in modo da rendere le operazioni di frazionamen-
to gestibili nelle singole casistiche, senza dover affrontare la
problematica nella sua interezza. Le soluzioni ipotizzano quindi
l’individuazione di disimpegni distributivi dei due nuovi alloggi
direttamente dal pianerottolo. In alternativa attraverso la tra-
sformazione dei balconi dei piani X, è possibile individuare dei
ballatoi distributivi localizzati, senza andar ad intaccare l’aspetto
architettonico dell’edificio.
L’efficientamento energetico degli edifici residenziali pone l’ac-
cento sulle soluzioni necessarie per rendere anzitutto a norma i
fabbricati.
La sostituzione degli infissi, e la sostituzione delle tamponatu-
re esterne risultano necessari per raggiungere i livelli minimi di
trasmittanza richiesti. Così come la dotazione di pannelli foto-
voltaici e solari in copertura. Lo stato di degrado e la probabilità
che contengano eternit, portano infine a ipotizzare la sostituzione
delle fiorieire che caratterizzano le architetture.
Per garantire una maggiore continuità con il resto del quartiere
l’idea è di modificare il tratto di la strada di via Carlo Carrà che
connette il Morandi con viale de Chirico prolungando l’asse di
viale De Pisis, andando a costituire un incrocio tra i due flussi di
percorrenza, impostando la nuova viabilità in modo più diretto.
70. 70
H
case in linea
edilizia convenzionata – bassa densità
superficie coperta 1500 mq
4 piani
240 abitanti
6000 mq
Q
centro di quartiere
nuovo intervento
superficie coperta 600 mq
2 piani
1200 mq
P
baby park
nuovo intervento
superficie coperta 1000 mq
1 piano
1000 mq
Sezione ATER
H
case in linea
edilizia convenzionata – bassa densità
superficie coperta 1500 mq
4 piani
240 abitanti
6000 mq
Q
centro di quartiere
nuovo intervento
superficie coperta 600 mq
2 piani
1200 mq
P
baby park
nuovo intervento
superficie coperta 1000 mq
1 piano
1000 mq
71. 71
Sezione ATER
Q
centro di quartiere
nuovo intervento
superficie coperta 600 mq
2 piani
1200 mq
P
baby park
nuovo intervento
superficie coperta 1000 mq
1 piano
1000 mq
Sezione ATER
Q
centro di quartiere
nuovo intervento
superficie coperta 600 mq
2 piani
1200 mq
P
baby park
nuovo intervento
superficie coperta 1000 mq
1 piano
1000 mq
Sezione ATER
H
case in linea
edilizia convenzionata – bassa densità
superficie coperta 1500 mq
4 piani
240 abitanti
6000 mq
Q
centro di quartiere
nuovo intervento
superficie coperta 600 mq
2 piani
1200 mq
P
baby park
nuovo intervento
superficie coperta 1000 mq
1 piano
1000 mq
74. 74
stategie di efficientamento ipotizzate
Sostituzione degli infissi
Dotazione di pannelli fotovoltaici e di pannelli solari
in copertura
Sostituzione delle fioriere
Isolamento interno delle tamponature
78. 78
SCHEDA SOLUZIONI BIOCLIMATICHE
INVOLUCRIORIENTAMENTO E FATTORE DI FORMA - CAPACITA’ TECNICHE
DC
H
TIPOLOGIA PROPOSTATIPOLOGIA STANDARD RISPARMIO ENERGETICO %
rispetto al convenzionale
Orientamento corretto
Orientamento casuale
B
A
- 10%
FE
Isolamento maggiorato
U=0,2 W/m2 °K
Isolamento standard
U=0,3 W/m2 °K
E
F
- 15%
- 30%
Capacità termica massima
Capacità termica standard
D
- 20%
C
G
Finestre a Sud al 40%
Finestre a Sud al 10%
H
G
- NUOVI EDIFICI
- EDIFICI ESISTENTI
A
2
1
1
B
Frontiere ventilate se irraggiate
Orientamento
Capacità termica e sfasamento
Coibentazione
Superfici vetrate
Incremento coibentazione
Frontiere con trasmittanza pari al
massimo al 65% del valore di norma
Frontiere con valori minimi di attenuazione
pari al massimo al 65% del valore di norma
Frontiere con valori minimi di sfasamento
pari al massimo al 65% del valore di norma
Vetri bassoemissivi
Misure passive
N
S N
DD
DD
Frontiere più coibentate
se non irraggiate
- 25 +25
?
Atri bioclimatici
Buffer spaces
DD
Sud
Sud Sud
S N
Serre solari Muri di Trombe
DD
S N
A B
LABORATORIO ROMA_CASO STUDIO TOR SAPIENZA
SISTEMA INVOLUCRI
FRONTIERE
VENTILATE
SERRE SOLARI
/ MURI DI TROMBE
SUPERFICI
VETRATE
DOPPIO VETRO
CON GAS
ATRI BIOCLIMATICI
/ BUFFER SPACE
1
2
3
4
kWh/p. anno % kg/p. anno %
kg/p. anno %kWh/p. anno %
kg/p. anno %kWh/p. anno %
kg/p. anno %kWh/p. anno %
RESIDENZIALE 1-2 piani
RESIDENZIALE 3-4 piani
COMMERCIALE + UFFICI
TERZIARIO
ASILO NIDO
Legenda
Energia Emissioni di CO₂
- 500,2 - 10,3 - 27,6 - 3,5
- 56,3 - 1,2 - 10,4 - 1,3
- 93,8 - 1,9 - 9,2 - 1,2
- 75,1 - 1,5 - 9,2 - 1,2
79. 79
IL SISTEMA DELLE ENERGIE
Franco Cipriani e Andrea Marcucci
Premessa
Lo scopo che ci si è posti in questa parte del lavoro dedicata
agli aspetti energetici e nei limiti delle risorse disponibili per
svolgerlo è quello di delineare un modus operandi, tracciandone
una chiara sistema-tizzazione e ponendo degli obiettivi dei quali
si è verificata la tendenziale raggiungibilità. Una valutazione più
accurata sarà possibile solamente in una fase più avanzata della
progettazione, procedendo edificio per edificio e area per area.
Non è un caso, d’altro canto, che anche nel protocollo LEED
Quartieri la parte ener-getica ha un peso relativo, mentre diviene
preponderante (i crediti ad essa riconducibili sono circa il 60%) a
livello di edificio.
Una rilevanza fondamentale nell’ambito della sostenibilità
ha l’aspetto legato all’energia nelle sue varie forme. Una sua
particolare forma è quella costituita dall’acqua che nel presente
lavoro viene trattata a parte, sebbene sia interrelata alle altre
forme come viene esemplificato nello schema apposito.
In questa specifica parte del lavoro le forme di energia
analizzate sono le seguenti:
- Energia termica (caldo)
- Energia termica (freddo)
- Energia elettrica.
Tuttavia all’analisi del sistema delle energie è necessario
premettere l’aspetto che costituisce la ba-se necessaria e
irrinunciabile per qualsiasi ragionamento successivo e cioè
il confort. Il benessere degli utenti, specie in un ambito di
sostenibilità, è e deve essere tanto il requisito di partenza,
quanto il risultato finale dell’insieme di operazioni che partendo
dall’ideazione e passando dalla progettazione, arriva alla rea-
lizzazione degli interventi di configurazione degli ambienti di vita
artificiali.
Il concetto di confort ha connotazioni estremamente varie, ma
quelle di interesse nello specifico campo di analisi di questa
parte di lavoro sono essenzialmente legate a quattro aspetti:
- Il benessere termoigrometrico
- Il benessere acustico
- Il benessere visivo
- Il benessere elettromagnetico.
Sebbene questi campi riguardino tanto gli ambienti confinati,
quanto quelli aperti, si riporta nel paragrafo 1.1. qualche breve
nota circa obiettivi e alcune possibili soluzioni inerenti solamente
gli ambienti aperti, la-sciando gli ambienti confinati ai protocolli
di certificazione della sostenibilità (tipicamente moltissimo atten-ti
a questo argomento). Uno schema di principio è contenuto nella
prima tavola.
Un aspetto rilevante è che, con una eccezione, non ci
sono quantità di energia direttamente asso-ciate al confort degli
ambienti esterni e pertanto il risultato non è economicamente
valutabile in tale ma-niera. Si può ipotizzare un qualche ritorno
economico di natura sociale legato alla maggiore salubrità
delle aree interessate, ma certamente ciò è lontano dalle nostre
competenze e capacità.
Il confort degli ambienti aperti
Aspetti termoigrometrici. Il controllo dei parametri
termoigrometrici negli ambienti esterni è ov-viamente relativo
al controllo parziale di alcuni fenomeni naturali quali il sole,
i venti e l’umidità. Non è pos-sibile fissare obiettivi precisi e
quantificabili, tuttavia il ricorso alla vegetazione a foglie caduche
(che con-sente di fruire dell’irraggiamento solare nella stagione
fredda, ombreggiando invece in quella calda) può costituire una
possibile soluzione senza ricorrere ad elementi artificiali.
Aspetti acustici. Dal punto di vista acustico il parametro da
controllare è quello definibile come “clima acustico”. Da questo
punto di vista il Comune di Roma ha predisposto, da anni,
una suddivisione del territorio comunale in zone conformi alla
normativa vigenti (D.P.C.M. 14 novembre 1997 - Determinazione
dei valori limite delle sorgenti sonore). Un obiettivo proponibile
pertanto potrebbe essere costituito dalla creazione di aree
“protette” destinate al relax e allo svago nelle quali il clima
acustico (definito dalla classe di destinazione d’uso del territorio
tramite i valori limite di immissione) è di almeno 2 classi migliore
di quello generalmente presente nell’area, ciò che in altri
termini è esprimibile come una diminuzione di 10 dB(A) dei
livelli di riferimento nei periodi diurno e notturno. La soluzione
che più facilmente può essere adottata si basa sull’opportuna
disposizione di schermi acustici, che potrebbero essere costituiti
dagli stessi edifici da progettare.
Aspetti visivi. Questo ambito, a differenza dei precedenti,
non concerne il controllo di parametri fisico-tecnici presenti
nell’ambiente. La luce naturale c’è finché il sole la produce,
dopodiché deve interve-nire un sistema artificiale. In questo
senso si ritengono senz’altro adeguati i livelli di illuminamento
indicati nelle norme tecniche vigenti e le soluzioni correlate sono
quelle basate sull’inserimento di apparecchi di il-luminazione
adatti alle varie situazioni. Tuttavia, poiché questo è l’unico
aspetto che si basa sull’impiego diretto di energia (elettrica), è
possibile indicare alcune soluzioni che riducano tale impiego,
quali ad esem-pio:
• l’impiego di sensori di illuminazione
• l’impiego di sensori di presenza
• l’impiego di temporizzatori
• l’impiego di attenuatori.
L’obiettivo proposto è la riduzione di almeno il 25% dell’impiego
di energia correlata agli impianti di illumi-nazione pubblica e
comuni.
Aspetti elettromagnetici. Si tratta dell’ambito più complesso,
in quanto esiste una domanda sociale di connessione (radio
e televisione, telefoni cellulari, WI-FI, ecc.) basata sull’impiego
di antenne e ripetitori, tipicamente assai inquinanti. L’unica
soluzione che si è immaginata è la localizzazione studiata
di tali dispo-sitivi in punti dell’area di intervento nei quali non
sia prevista, entro un certo raggio di distanza, la presenza di
persone per periodi di tempo prolungati.
Si rileva che in massima parte le misure proposte sono a costo
nullo, richiedono solamente una adeguata preparazione e
attenzione da parte dei progettisti. Di fatto solamente l’utilizzo
di sorgenti lumi-nose ad alta efficienza e dei connessi sistemi di
controllo può comportare (anche se non necessariamente) dei
limitati sovra-costi.
I fabbisogni
Il primo elemento di analisi è relativo ai fabbisogni energetici. Tali
fabbisogni saranno espressi in un indice parametrico espresso
in kWh/persona·anno. Una prima base di valutazione può essere
costituita da indici medi nazionali il cui calcolo è esplicitato nella
tabella sotto riportata.
TAB.
1
-‐
CONSUMI
DI
ENERGIA
ELETTRICA
E
GAS
NATURALE
–
MEDIA
NAZIONALE
PER
PERSONA
Anno
Popolazione
Elettricità
Gas
naturale
Terziario
Domestico
Consumo
pro
capite
Terz.
+
Dom.
Consumo
pro
capite
(n°
pers.)
(GWh)
(GWh)
(kWh/pers.
anno)
(m3
x
106
)
(m3
/pers.
anno)
2012
59.685.227
101.038
69.457
2.856,570
33.880
567,64
2011
59.394.207
97.705
70.140
2.825,949
30.823
518,95
2010
60.626.442
96.284
69.550
2.735,341
33.907
559,28
2009
60.340.328
94.284
68.924
2.704,791
31.597
523,64
2008
60.045.068
93.612
68.389
2.697,990
30.178
502,59
2007
59.619.290
90.269
67.220
2.641,578
28.179
472,65
2006
59.131.287
88.277
67.603
2.636,168
30.166
510,15
2005
58.751.711
83.793
66.933
2.565,474
32.151
547,24
2004
58.462.375
79.557
66.592
2.499,881
29.663
507,38
2003
57.888.245
76.890
65.016
2.451,379
28.697
495,73
Consumo
pro
capite
medio
2.661,512
520,53
Elettricità:
Elaborazione
su
dati
TERNA
e
ISTAT
Gas:
Elaborazione
su
dati
Min.
Sviluppo
Economico
e
ISTAT
Unità
di
misura
gas:
m3
=
Standard
m3
a
38,1
MJ/m3
80. 80
Come si può dedurre dalla tabella tale indice è pari, mediamente
per ogni residente in Italia, a circa 2.261,5 kWh/anno, a cui vanno
aggiunti altri 5.508,8 kWh/anno impiegati sotto forma di gas.
Il valore degli indici sopra riportati è relativo all’insieme dei
consumi dei settori terziario e domestico, i set-tori di attività
umana tipicamente presenti nelle aree di intervento, per questo
motivo essi risultano supe-riori ai dati normalmente reperibili dei
consumi per famiglia.
Tuttavia per quanto riguarda il sistema delle energie il
Laboratorio Roma ritiene più ragionevole as-sumere come
consumi di riferimento relativi alla climatizzazione degli edifici e
alla produzione di acqua cal-da ad uso sanitario da assegnarsi
alle nuove costruzioni quelli risultanti dai limiti superiori definiti
dalle normative in vigore. Per quanto riguarda una stima dei
consumi elettrici, per i quali le normative non esi-stono, si
assumeranno valori statistici basati sull’ipotesi di utilizzo di
dispositivi elettrici mediamente effi-cienti.
Fabbisogno energia termica (caldo)
L’energia termica intesa come calore serve fondamentalmente
al riscaldamento degli ambienti nel-la stagione fredda e alla
produzione di acqua calda sanitaria, oltre che alla cottura dei
cibi. Tali funzioni so-no alla base del consumo di gas.
Considerando che la funzione cottura richiede circa 300 kWh/
persona·anno (uso domestico), si può stimare che circa 5.200
kWh/persona·anno (corrispondenti a circa 492 m3/persona·anno)
sono legati al ri-scaldamento e alla produzione di ACS, oltre che
ad altre funzioni del settore terziario.
Va anche considerato che una parte non trascurabile di energia
termica calda viene prodotta trami-te macchine funzionanti
ad elettricità (pompe di calore, scaldabagni elettrici, stufe e
termoventilatori).
Complessivamente considerando una nuova abitazione, a Roma,
con rapporto di forma S/V = 0,55 m-1, costruita a norma di
legge , si dovrebbe ottenere un indice di fabbisogno minore di
1.125 kWht/persona·anno per il riscaldamento degli ambienti. Un
analogo edificio costruito per il terziario, con rapporto di forma
S/V = 0,55 m-1, dovrebbe fornire un indice di fabbisogno minore
di 877,5 kWht/ perso-na·anno. A tali dati si deve aggiungere per
le abitazioni un indice di fabbisogno pari a circa 682,5 kWht/
persona·anno per la preparazione dell’acqua calda ad uso
sanitario .
Fabbisogno energia termica (freddo).
L’energia termica sotto forma di “freddo” viene utilizzata
principalmente per due funzioni costituite da conservazione di
derrate alimentari e raffrescamento degli ambienti nella stagione
calda.
La produzione di energia termica fredda avviene quasi
totalmente impiegando energia elettrica (so-lo una piccolissima
parte viene prodotta per mezzo di macchine ad assorbimento
che richiedono anche energia termica calda).
Tuttavia complessivamente una nuova abitazione, a Roma,
costruita a norma di legge , dovrebbe avere un indice
di fabbisogno minore di 750 kWhf/persona·anno per il
raffrescamento degli ambienti, men-tre una analoga struttura
costruita per il terziario dovrebbe avere un indice di fabbisogno
minore di 1.000 kWhf/ persona·anno).
Fabbisogno energia elettrica
L’energia elettrica viene impiegata per una grande varietà di
funzioni che comprendono l’illuminazione, il funzionamento
di macchinari e dispositivi (di uso comune tanto nel settore
domestico, quanto in quello terziario), comprendendo tra essi le
macchine per la produzione dell’energia termica cal-da/fredda.
Per quanto riguarda una stima dei consumi elettrici, per i quali
le normative non esistono, assu-miamo che all’interno dei nuovi
spazi costruiti verranno utilizzati dispositivi elettrici mediamente
efficienti. Facendo riferimento a quanto pubblicato dall’Autorità
per l’energia elettrica e il gas la famiglia media italia-na utilizza
2.700 kWhe/anno. Escludendo l’uso dell’elettricità per cucinare,
per climatizzare gli ambienti e per preparare l’acqua calda
ad uso sanitario e utilizzando elettrodomestici a consumo
mediamente basso possiamo valutare un indice di fabbisogno
pari a circa 450 kWhe/persona·anno per la nuova abitazione
di cui sopra costruita ad uso residenziale. Per quanto riguarda
gli spazi ad uso non residenziale saranno neces-sari studi
specifici essendo caratterizzati da una grande variabilità, basti
considerare la differenza tra im-pianti sportivi, uffici e negozi
di vario genere. Tuttavia ai fini del presente lavoro si adotta un
valore pari a 675 kWhe/persona·anno determinato sulla base del
rapporto tra consumi domestici e del terziario dedotto dalla tab.
1.
Quadro riepilogativo dei fabbisogni
Nella tabella si riportano i valori degli indici di fabbisogno
determinati come sopra descritto, espres-si in kWh/
persona·anno.
GLI OBIETTIVI
Vengono qui definiti i valori minimi complessivi di riduzione
del fabbisogno energetico e delle emis-sioni da ottenere. La
metodologia di intervento prevede l’adozione delle misure
progettuali, oggetto del successivo capitolo, per le quali
verranno indicati obiettivi specifici che nel loro insieme
garantiscono il rag-giungimento e il superamento di quelli
complessivi qui determinati.
Riduzione del fabbisogno di energia
I valori stimati di energia richiesta per raggiungere il comfort
all’interno dei nuovi volumi costruiti sono da interpretarsi quindi
come il massimo consumo raggiungibile anche se tuttora la
maggior parte delle nuove edificazioni consuma ben al di sopra
dei valori indicati come dimostrano i dati relativi ai consumi. Di
fatto è possibile ridurre significativamente tali consumi energetici
intervenendo con soluzioni mirate sia per quanto riguarda il
fabbisogno termico invernale che quello estivo da introdursi
in fase progettuale. In gene-rale la soluzione adottata è quella
di creare un sistema delle energie (uno schema del quale è
contenuto nella tavola allegata a questo testo) nel quale i flussi
energetici di produzione e di consumo tendono ad un bilancio
nullo.
Un quadro delle soluzioni possibili nelle specifiche aree di
intervento è delineato sia nelle tabelle fi-nali (più dettagliate
anche se non totalmente esaustive e più indirizzate a chi si
occuperà della progettazio-ne nelle successive fasi), sia negli
schemi (semplificati, ma più leggibili e facilmente interpretabili).
Di fatto la metodologia di analisi, ma anche progettuale, prevede:
1. una serie di soluzioni sul sistema degli involucri integrati
da misure passive
2. una serie di soluzioni basate sull’incremento di efficienza
dei vari sistemi impiantistici
3. una serie di soluzioni relative all’installazione delle fonti
rinnovabili.
L’adozione integrata delle soluzioni sopra indicate consente
di porsi l’obiettivo minimo di ridurre l’indice di fabbisogno
energetico (con energia fornita da fonti esterne) nelle nuove
edificazioni ponendo un limite massimo pari a circa il 25-26% dei
valori indicati nella precedente tab. 2, così come riportato nella
tab. 3 seguente (valori in kWh/persona·anno).
Tale riduzione comporta tre conseguenze positive principali:
- riduzione del fabbisogno di energie da fonti non rinnovabili
e fossili
- risparmio economico nella gestione degli immobili
TAB.
2
–
FABBISOGNI
BASE
Abitazioni
Terziario
Energia
termica
(caldo)
1.125,0
877,5
Energia
termica
(freddo)
750,0
1.000,0
Energia
elettrica
450,0
675,0
TAB.
3
–
FABBISOGNI
RIDOTTI
Abitazioni
Terziario
Energia
termica
(caldo)
285,0
220,0
Energia
termica
(freddo)
187,5
250,0
Energia
elettrica
112,5
170,0