Introduzione agli Episodi di Apprendimento Situato (EAS)Serena Triacca
Lezione seminariale sul tema degli Episodi di Apprendimento Situato (EAS) tenuta presso l'IIS Mantegna (Brescia) in occasione della chiusura del percorso formativo sul PNSD promosso dal Team digitale dell'IIS Lunardi (Brescia).
Introduzione agli Episodi di Apprendimento Situato (EAS)Serena Triacca
Lezione seminariale sul tema degli Episodi di Apprendimento Situato (EAS) tenuta presso l'IIS Mantegna (Brescia) in occasione della chiusura del percorso formativo sul PNSD promosso dal Team digitale dell'IIS Lunardi (Brescia).
Disponibili le slide dell'incontro tenuto dal dott. Turrini del Centro Studi Erickson, dedicato alla BIA, la batteria italiana per la valutazione dell'ADHD, uno degli strumenti più utilizzati in Italia.
Disponibili le slide dell'incontro tenuto dal dott. Turrini del Centro Studi Erickson, dedicato alla BIA, la batteria italiana per la valutazione dell'ADHD, uno degli strumenti più utilizzati in Italia.
Poichè il ritardo di linguaggio è il maggior predittore della dislessia ecco come è possibile potenziare il linguaggio nel bambino piccolo per prevenire il disturbo di apprendimento.
La sordità e le tappe dello sviluppo-1Chayn Italia
1° blocco di slides
LIS (LINGUA DEI SEGNI ITALIANA): UN PERCORSO DI INCLUSIONE SOCIALE
Il laboratorio mira a sensibilizzare la collettività ad una realtà ancora poco conosciuta: la cultura della comunità sorda o non udente ed acquisire le competenze tecniche e strutturali di primo livello, della comunicazione visivo - gestuale attraverso un'adeguata formazione. Esso basandosi su una learning organization mira al cambiamento, allo sviluppo ed alla realizzazione di una Knowledge society (società della conoscenza). Il laboratorio prevede una prima parte Teorica, che fornirà le nozioni essenziali, fisiologiche e neurologiche sulla sordità e di conseguenza le malattie correlate, le cause e la psicologia del non udente. Necessario è un accenno alla storia che ha comportato la “nascita” della Lingua dei Segni Italiana/LIS e della cultura sorda. Si proseguirà con un percorso prevalentemente Pratico, ricco di esercitazioni in cooperative learning, dialoghi assistiti, comprensione e riproduzione. La ricca praticità di cui sono caratterizzate le attività è al fine di consentire un reale e facile apprendimento della Lingua di Segni Italiana/LIS.
1. Corso di Psicologia dello Sviluppo 2012-2013, prof.ssa Viola Macchi Cassia
Lo Sviluppo del Linguaggio
(e della Comunicazione)
2. Corso di Psicologia dello Sviluppo 2012-2013, prof.ssa Viola Macchi Cassia
GLI AMBITI CLASSICI DELLO SVILUPPO
SV. FISICO-CEREBRALE SV. SENSORIALE-PERCETTIVO SV. MOTORIO
SVILUPPO COGNITIVO
SV. EMOTIVO-RELAZIONALE SV. SOCIALE SV. MORALE
SVILUPPO COMUNICATIVO E LINGUISTICO
3. Corso di Psicologia dello Sviluppo 2012-2013, prof.ssa Viola Macchi Cassia
Il linguaggio è un sistema comunicativo molto
complesso, e di conseguenza è complesso il suo studio,
e in particolare lo studio del suo sviluppo.
Molteplicità
dei livelli di
analisi
Molteplicità di
proprietà e
funzioni
LA COMPLESSITA’ DEL LINGUAGGIO
4. Corso di Psicologia dello Sviluppo 2012-2013, prof.ssa Viola Macchi Cassia
>>> Pragmatica!
>>> Semantica!
>>> Fonologia!Suono!
Significato!
Contesto!
Lessico (le categorie di parole)!
Morfologia!
!
Sintassi!
Grammatica!
(forma + combinazione delle parole)
Conversazione!
Funzioni comunicative!
Discorso!
I LIVELLI DI ANALISI DEL LINGUAGGIO!
La composizione e le funzioni del linguaggio!
5. Corso di Psicologia dello Sviluppo 2012-2013, prof.ssa Viola Macchi Cassia
Creatività/Produttività!
Chi parla una lingua può produrre un numero infinito di messaggi
combinando tra loro un numero finito di unità base di quella lingua.!
Arbitrarietà!
La relazione tra suoni e significati è arbitraria: il significato non può
essere ricavato dalla forma del suono, pertanto deve essere
appreso e trasmesso culturalmente.!
LE PROPRIETA’ DEL LINGUAGGIO!
Referenzialità!
I segni linguistici si riferiscono ad oggetti ed eventi esterni al
linguaggio stesso. !
Autoreferenzialità!
Il linguaggio è un codice (sistema di segni) che rimanda a se
stesso, è autonomo e autosufficiente (può spiegare i propri
significati attraverso espressioni linguistiche complesse).!
6. Corso di Psicologia dello Sviluppo 2012-2013, prof.ssa Viola Macchi Cassia
Lo sviluppo del linguaggio !
Il linguaggio è una capacità unicamente umana che corrisponde alla più
straordinaria conquista del bambino nei primi anni di vita.!
Le domande: !
• Quando e come i bambini imparano a segmentare il flusso continuo di
suoni e a produrre correttamente i suoni corrispondenti alle parole?!
• Come fanno a capire che i suoni si riferiscono ad aspetti della realtà!
• Quando e come imparano le parole e i modi per combinarle in
sequenze per poter generare frasi nuove !
Ø Complessità!
Ø Precocità dell’acquisizione!
Ø Spontaneità dell’acquisizione!
Ø Il fatto che è presente solo!
nell’uomo !
Rendono lo sv. linguistico un ambito
privilegiato per la controversia natura/
cultura!
Gli approcci allo studio dello sv. del linguaggio!
7. Corso di Psicologia dello Sviluppo 2012-2013, prof.ssa Viola Macchi Cassia
Lo sviluppo del linguaggio !
Lo sviluppo fonologico >>> produzione dei suoni linguistici
Pianto >> vocalizzazioni >> parole!
Lo sviluppo lessicale >>> produzione delle parole e costruzione
! ! ! del vocabolario
Protoparole >> parole >> esplosione del vocabolario !
Lo sviluppo morfosintattico >>> costruzione delle frasi
Uso dei suffissi e prefissi (singolare/plurale, maschile/femminile, coniugazione
verbi)
Combinazioni di parole secondo le regole della propria lingua!
8. Corso di Psicologia dello Sviluppo 2012-2013, prof.ssa Viola Macchi Cassia
Lo sviluppo del linguaggio !
La competenza linguistica:
!La capacità di trasmettere contenuti di conoscenza
sufficientemente differenziati e articolati, di produrre messaggi in
funzione dei propri scopi comunicativi!
La competenza comunicativa:
!La capacità di utilizzare le modalità comunicative e linguistiche
più appropriate agli obiettivi del parlante, alle caratteristiche
dell’interlocutore, al contesto sociale e al contenuto della
comunicazione per realizzare i propri intenti conoscitivi e sociali.!
si sviluppa prima di!
Capacità
comunicativa
Linguaggio
9. Corso di Psicologia dello Sviluppo 2012-2013, prof.ssa Viola Macchi Cassia
Dipende dallo
sviluppo cognitivo
Dipende dallo
sviluppo sociale
Acquisizione
del linguaggio
Dipende da
predisposizioni
biologiche
Dipende
dall’acquisizione
di conoscenze
condivise dalla
cultura di
appartenenza
Acquisizione
del linguaggio
Le questioni centrali per lo sviluppo del linguaggio (1) !
10. Corso di Psicologia dello Sviluppo 2012-2013, prof.ssa Viola Macchi Cassia
Ø Quali sono i prerequisiti cognitivi che consentono
l’apprendimento del linguaggio?
Cognizione >> Linguaggio!
Ø In che modo il linguaggio influisce sul pensiero, sulle
capacità cognitive e comunicative? Il linguaggio consente
la formazione di livelli di conoscenza e di adattamento
all’ambiente specifici?
Linguaggio >> Cognizione!
Il rapporto tra linguaggio e pensiero è bidirezionale:!
Le questioni centrali per lo sviluppo del linguaggio (2) !
11. Corso di Psicologia dello Sviluppo 2012-2013, prof.ssa Viola Macchi Cassia
Le questioni centrali per lo sviluppo del linguaggio (3) !
Ø Complessità!
Ø Precocità dell’acquisizione!
Ø Spontaneità dell’acquisizione!
Ø Il fatto che è presente solo!
nell’uomo !
Rendono lo sv. linguistico un ambito
privilegiato per la controversia
natura/cultura!
!
Nell’architettura neuro-cognitiva dell’essere umano esiste
un’intrinseca capacità di produrre e di comprendere il codice
linguistico?!
!
Approccio associazionista! Approccio innatista!
Approccio costruttivista!
12. Corso di Psicologia dello Sviluppo 2012-2013, prof.ssa Viola Macchi Cassia
Le posizioni classiche sullo sviluppo del linguaggio!
v Approccio associazionista (Skinner, anni ‘50).!
!Il linguaggio è appreso grazie ai medesimi meccanismi che presiedono
!ad ogni altra forma di apprendimento (imitazione, rinforzo).!
v Approccio innatista (Noam Chomsky, posizione attuale).!
!Tutti i linguaggi umani sono caratterizzati da regole specifiche e comuni
!(verbo, oggetto, soggetto; parole costruite combinando i suoni e parole
!combinate in frasi).!
!Principi universali innati che diventano attivi quando maturano i circuiti
!cerebrali ad essi corrispondenti!
!+!
!Parametri con range di valori possibili prefissati tra cui il bambino sceglie.!
!
!E’ la Teoria della modularità >> il linguaggio viene acquisito e mantenuto
!grazie ad una speciale “facoltà” che è indipendente dalle altre !facoltà !
!della mente e del cervello.!
!
!>> Discontinuità filogenetica: il linguaggio è il risultato di un’improvvisa
!mutazione che ha portato all’emergere di una nuova abilità complessa.!
13. Corso di Psicologia dello Sviluppo 2012-2013, prof.ssa Viola Macchi Cassia
ü Perché si impara a parlare in maniera rapida
ü Perché le tappe dello sviluppo linguistico sono le stesse in
tutte le culture e le classi sociali
ü Perché il bambino è in grado di produrre e capire espressioni
mai sentite in precedenza (creatività)
ü Perché il linguaggio che il bambino produce è più ricco di
quello a cui è stato esposto
La teoria di Chomsky spiega
Le posizioni classiche sullo sviluppo del linguaggio!
14. Corso di Psicologia dello Sviluppo 2012-2013, prof.ssa Viola Macchi Cassia
Le posizioni classiche sullo sviluppo del linguaggio!
Approccio costruttivista (cognitivo-funzionalista) (Elisabeth Bates, anni
‘90, oggi).!
Le abilità e le conoscenze linguistiche si sviluppano grazie
all’integrazione e ricombinazione di sistemi neurali e mentali diversi, che
esistono anche in altre specie e che svolgono anche funzioni non
linguistiche. !
!
Il linguaggio è acquisito e mantenuto attraverso processi mentali/neurali
che condivide con altri domini percettivi, cognitivi e affettivi.!
!
>> continuità filogenetica: il linguaggio si è evoluto gradualmente da abilità
preesistenti. Le componenti del linguaggio sono presenti nei primati non
umani.!
15. Corso di Psicologia dello Sviluppo 2012-2013, prof.ssa Viola Macchi Cassia
Le fasi dello sviluppo comunicativo e linguistico!
1° anno >> COMUNICAZIONE prelinguistica --> linguistica
2° anno >> comprensione e produzione delle prime PAROLE
3°-4° anno >> dalle parole alle FRASI: l’acquisizione della
GRAMMATICA e la competenza linguistica
Età scolare >>la consapevolezza METALINGUISTICA e la
competenza comunicativa
16. Corso di Psicologia dello Sviluppo 2012-2013, prof.ssa Viola Macchi Cassia
Non si può parlare di sviluppo del linguaggio senza
inserirlo all’interno di una più ampia
CAPACITA’ COMUNICATIVA
Lo sviluppo comunicativo pre-linguistico precede e
prepara la comparsa del linguaggio, attraverso
l’evoluzione dei suoni che
il bambino produce
spontaneamente in suoni
dotati di significati =
parole
l’evoluzione di
espressioni e gesti
comunicativi
Dalla comunicazione prelinguistica alle parole!
17. Corso di Psicologia dello Sviluppo 2012-2013, prof.ssa Viola Macchi Cassia
l primi mezzi di comunicazione non verbale!
L’espressione facciale delle
emozioni: il SORRISO! I suoni non-comunicativi:!
il PIANTO,!
le VOCALIZZAZIONI!
I gesti:!
INDICAZIONE e SGUARDO!
18. Corso di Psicologia dello Sviluppo 2012-2013, prof.ssa Viola Macchi Cassia
Il sorriso
Endogeno
(riflesso)
Esogeno Selettivo,
Strumentale
l primi mezzi di comunicazione non verbale: le
espressioni emotive!
tempo!nascita! 2 mesi! 3 mesi!
19. Corso di Psicologia dello Sviluppo 2012-2013, prof.ssa Viola Macchi Cassia
0-1 mese
Suoni di
natura
vegetativa
• Pianto (emissione vocale inarticolata;
di fame, di dolore, di irritazione)
• Sbadigli, ruttini, gorgoglii
2-6 mesi Vocalizzazioni
Si inseriscono tra i turni verbali del
genitore (proto-conversazioni)
6-7 mesi
Lallazione
canonica
Il bambino produce sequenze consonante-
vocale con le stesse caratteristiche delle
sillabe, ripetute più volte (i.e. baba gaga)
Prime emissioni vocali articolate.
NESSUNA
INTENZIONALITA’
COMUNICATIVA
L’intenzionalità comunicativa si verifica
quando l’emissione di un messaggio è
finallizzato al raggiungimento di un
obiettivo, e controllato.
l primi mezzi di comunicazione non verbale: i suoni
non linguistici!
Le tappe dello sviluppo fonologico!
20. Corso di Psicologia dello Sviluppo 2012-2013, prof.ssa Viola Macchi Cassia
2287 ms!
507 ms!
l primi mezzi di comunicazione non verbale: lo
sguardo e l’attenzione condivisa!
Dalla nascita e nei primi
mesi di vita gli OCCHI sono
la porzione del volto che
attrae maggiormente
l’attenzione dei bambini.!
Grazie a questa sensibilità si
costruiscono le interazioni
DIADICHE (interazioni faccia-a-
faccia): il comune oggetto
d’attenzione è l’altro.!
21. Corso di Psicologia dello Sviluppo 2012-2013, prof.ssa Viola Macchi Cassia
Successivamente (5 mesi) il gesto dell’indicazione (pointing) viene usato
insieme allo sguardo per dirigere l’attenzione dell’interlocutore verso
un oggetto di interesse comune.
--> nascono le interazioni triadiche (adulto + bambino + oggetto): il
focus dell’attenzione congiunta è il mondo esterno
l primi mezzi di comunicazione non verbale:
l’indicazione e l’attenzione condivisa!
Nasce
l’intenzionalità
comunicativa
22. Corso di Psicologia dello Sviluppo 2012-2013, prof.ssa Viola Macchi Cassia
Rispetto ad altre azioni i gesti comunicativi vengono prodotti
a distanza e non implicano nessun contatto con il
destinatario della comunicazione.
Sono sempre accompagnati dallo sguardo che viene rivolto
alternativamente verso il bersaglio e verso il destinatario.
l gesti e l’emergere dell’ intenzionalità comunicativa!
Manifestano un’intenzionalità comunicativa.
Ne esistono di diversi tipi, di complessità crescente
23. Corso di Psicologia dello Sviluppo 2012-2013, prof.ssa Viola Macchi Cassia
I gesti comunicativi (+ sguardo)!
Gesti DEITTICI, o performativi (dai 6.8 mesi)
Esprimono un’intenzione comunicativa e si riferiscono ad un
oggetto-evento che si può individuare osservando il contesto
(es.: stendere le braccia in alto; aprire e chiudere ritmicamente il palmo
della mano; indicare)
Sono utilizzati con finalità comunicative di complessità
crescente:
Gesti RICHIESTIVI Gesti DICHIARATIVI
8-9 mesi
Il b. chiede l’intervento
dell’adulto per
raggiungere uno scopo
10-12 mesi
Il b. chiede l’attenzione
dell’adulto per condividere
l’interesse per un aspetto della
realtà (indicazione + vocalizzazione/
espressione facciale che fa da
commento)
24. Corso di Psicologia dello Sviluppo 2012-2013, prof.ssa Viola Macchi Cassia
I gesti comunicativi (+ sguardo)!
Forme di comunicazione
RICHIESTIVE
Mirano a influenzare il
COMPORTAMENTO degli altri
(l’adulto deve fare qualcosa)
Forme di comunicazione
DICHIARATIVE
Mirano a influenzare gli STATI
MENTALI degli altri (l’adulto
deve condividere con il bambino
l’interesse per qualcosa)
L’uso delle forme richiestive è
possibile, oltre che nell’infante
umano, anche in altre specie
animali e nei bambini autistici.
L’uso delle forme dichiarative
richiede una prospettiva
RAPPRESENTAZIONALE
25. Corso di Psicologia dello Sviluppo 2012-2013, prof.ssa Viola Macchi Cassia
I gesti comunicativi (+ sguardo)!
Gesti REFERENZIALI, o rappresentativi
Esprimono un’intenzione comunicativa e rappresentano un
referente specifico. Il loro significato cioè non varia in funzione
del contesto.
(es.: salutare con la mano, fare no con la testa, nominare un oggetto
attraverso i gesti)
• Hanno origine sociale, nascono all’interno di routine sociali
o di giochi con l’adulto e vengono appresi per imitazione.!
• Fanno da ponte per l’apprendimento del linguaggio perché
hanno natura convenzionale, ma hanno portata esplicativa
limitata per la loro natura iconica.!
26. Corso di Psicologia dello Sviluppo 2012-2013, prof.ssa Viola Macchi Cassia
La nascita dell’INTENZIONALITA’ COMUNICATIVA!
L’intenzionalità comunicativa si verifica quando
l’emissione di un messaggio è finalizzato e controllato.
Come si sviluppa l’intenzionalità
comunicativa?
0-8 mesi Preintenzionale
Il bambino cerca di afferrare un
oggetto senza mai guardare la
mamma
8-12 mesi Intenzionale
Il bambino indica un oggetto
guardando il padre ed emettendo dei
suoni
12+ Linguistica
La bambini dice ripetutamente “cotto”,
per ottenere dalla mamma un biscotto
27. Corso di Psicologia dello Sviluppo 2012-2013, prof.ssa Viola Macchi Cassia
La nascita dell’INTENZIONALITA’ COMUNICATIVA!
L’intenzionalità comunicativa è resa possibile da:
Abilità cognitive
(Piaget)
Distinzione mezzi-fini
(sviluppo sell’intelligenza
sensomotoria, 8-12 mesi)
Dalle forme richiestive alle
forme dichiarative.
Abilità sociali
(Bates)
Consapevolezza dell’efficacia
dei propri segnali comunicativi.
Ruolo dell’adulto che interpreta i
segnali (“come se”) e attribuisce
loro un significato condiviso.
28. Corso di Psicologia dello Sviluppo 2012-2013, prof.ssa Viola Macchi Cassia
Dai gesti comunicativi alle prime parole!
I gesti vengono progressivamente sostituiti dalle
parole.
All’aumentare del vocabolario diminuisce il numero di
gesti prodotti, fino a quasi scomparire quando il bambino
possiede un vocabolario di circa 50 parole.
Relazione tra
repertorio
gestuale e
vocale nello
sviluppo
Periodo in cui il
bambino usa gesti
referenziali
Comparsa delle
prime parole
Periodo in cui il
vocabolario raggiunge le
50 parole
Diminuzione dell’uso di
gesti referenziali
29. Corso di Psicologia dello Sviluppo 2012-2013, prof.ssa Viola Macchi Cassia
0-1 mese
Suoni di
natura
vegetativa
• Pianto (emissione vocale inarticolata;
di fame, di dolore, di irritazione)
• Sbadigli, ruttini, gorgoglii
2-6 mesi Vocalizzazioni
Si inseriscono tra i turni verbali del
genitore (proto-conversazioni)
6-7 mesi
Lallazione
canonica
Il bambino produce sequenze consonante-
vocale con le stesse caratteristiche delle
sillabe, ripetute più volte (baba, gaga)
Prime emissioni vocali articolate.
10-12 mesi
Lallazione
variata
Il bambino produce sequenze sillabiche
complesse, variate (i.e. baga). Primi
suoni con caratteristiche analoghe a
quelle della lingua di appartenenza.
Le tappe dello sviluppo fonologico!
Dai suoni non linguistici alle prime parole!
30. Corso di Psicologia dello Sviluppo 2012-2013, prof.ssa Viola Macchi Cassia
lallazione
tatata
parola
tata = bambino
Dai suoni non linguistici alle prime parole!
Le ricerche più recenti evidenziano come il bambino !utilizzi,
nel formare le prime parole, le sequenze!fonetiche già
sperimentate nella lallazione, e sottolineano una
CONTINUITA’ tra la produzione dei primi suoni!
e le prime “vere” parole.!
am am = quando la mamma
porta da mangiare
PROTOPAROLE
(12 mesi)
31. Corso di Psicologia dello Sviluppo 2012-2013, prof.ssa Viola Macchi Cassia
Lo sviluppo lessicale!
Compaiono in media tra gli 11 e i 13 mesi !
(circa 10 parole a 12 mesi).!
Fase del
lessico
emergente
12-16
mesi
circa
L’ampiezza del vocabolario si attesta in
media sulle 50 parole
17-24
mesi
circa
Brusca impennata nell’accrescimento di
nuove parole: 5-40 parole alla
settimana.
Compaiono le parole-contenuto (verbi,
aggettivi), parole-funzione
(pronomi,articoli…)
Fase della!
esplosione!
del
vocabolario!
32. Corso di Psicologia dello Sviluppo 2012-2013, prof.ssa Viola Macchi Cassia
Le prime parole: la fase del LESSICO EMERGENTE!
!
Ø Le prime 50 parole si riferiscono a persone e oggetti familiari,
azioni abituali, servono a interagire con le altre persone (ciao, no,
bravo).!
Ø Sono NOMI concreti, riferiti ad elementi dell’ambiente di facile
individuazione (no articoli, pronomi).!
Ø Sono legate a specifici contesti e sono parte integrante delle
azioni in corso. Riferite a oggetti specifici e usate per commentare o
descrivere quello che sta succedendo.!
Hanno carattere NON-REFERENZIALE.!
33. Corso di Psicologia dello Sviluppo 2012-2013, prof.ssa Viola Macchi Cassia
Le prime parole: la fase del LESSICO EMERGENTE!
Ø Le prime parole vengono apprese in contesti interattivi, in cui
l’adulto fornisce indizi contestuali che aiutano il bambino a
individuare le corrispondenze tra elementi linguistici e non linguistici
(ARBITRARIETA’ del linguaggio).!
Ø Vengono apprese in modo indiretto, attraverso la semplice
esposizione a interazioni comunicative tra parlanti attraverso le quali il
bambino inferisce la relazione tra nome e oggetto. !
!
34. Corso di Psicologia dello Sviluppo 2012-2013, prof.ssa Viola Macchi Cassia
Il significato delle prime parole!
Il bambino costruisce il significato delle
parole sulla base delle somiglianze
percettive tra gli oggetti o eventi
Clark
1973
Nelson
1974
Il bambino categorizza all’inizio le
somiglianze funzionali, cioè l’uso degli
oggetti e le loro proprietà dinamiche.
Ipotesi del NUCLEO FUNZIONALE
Due diverse teorie sulla costruzione del significato delle prime
parole:
35. Corso di Psicologia dello Sviluppo 2012-2013, prof.ssa Viola Macchi Cassia
Il significato delle prime parole!
Le prime parole denotano un livello di categorizzazione DI BASE!
“gatto”!
“animale”!
“siamese”!
“cane”!
“bassoto”!
E’ il livello che corrisponde alle differenze percettive più evidenti!
36. Corso di Psicologia dello Sviluppo 2012-2013, prof.ssa Viola Macchi Cassia
Errore di
sottoestensione
Il bambino chiama “bambola”
esclusivamente la sua bambola
preferita
Errore di
sovraestensione
Il bambino chiama “cane”
qualsiasi animale a quattro
zampe
Errore di
sovrapposizione
Il bambino usa “aprire” per
riferirsi non soltanto all’azione
di aprire una porta, ma anche
all’azione di accendere la luce
Errori tipici nelle prime fasi dello sviluppo lessicale
Si verifica più spesso nella produzione: espediente per compensare la
limitatezza del lessico.
Legato ad un uso non-referenziale, contestualizzato delle parole.
37. Corso di Psicologia dello Sviluppo 2012-2013, prof.ssa Viola Macchi Cassia
Nella fase dell’esplosione del vocabolario (18 mesi) compare
l’uso referenziale delle parole: vengono estese ad esemplari
diversi di una stessa categoria.!
!
Il linguaggio si DECONTESTUALIZZA: si sgancia dal contesto
extra-linguistico da cui ha avuto origine. !
Viene raggiunta la proprietà della arbitrarietà.!
!
In parallelo gli ambiti di attribuzione categoriale di una parola si
restringono progressivamente ai referenti adeguati!
!
Es: “cane” per tutti quadrupedi --> “cane” solo per i cani.!
!
L’esplosione del vocabolario!
38. Corso di Psicologia dello Sviluppo 2012-2013, prof.ssa Viola Macchi Cassia
Lo sviluppo della grammatica!
Grammatica= morfologia + sintassi!
Morfologia:
studia l’acquisizione dei suffissi e dei prefissi che servono a:!
- formare il singolare/plurale oppure il maschile/femminile dei nomi,
aggettivi;!
- coniugare i verbi oppure gli articoli;!
- derivare un nome dall’altro (forno- fornaio)
studia in che modo il bambino apprende a costruire combinazioni di
parole che rispettino le regole della propria lingua (es. la posizione degli
aggettivi nella lingua inglese vs italiana)!
Sintassi:
39. Corso di Psicologia dello Sviluppo 2012-2013, prof.ssa Viola Macchi Cassia
Lo sviluppo della grammatica!
Verso i 18 mesi, quando il repertorio lessicale ha raggiunto
le 100 parole, compaiono le prime combinazioni di due-tre
parole.!
Linguaggio telegrafico; fase presintattica: !
inizialmente sono parole-contenuto giustapposte, senza
intonazione comune e prive di parole-funzione. !
Sono guidate da relazioni semantiche (es: i componenti
dell’azione: agente-azione-oggetto)!
!
40. Corso di Psicologia dello Sviluppo 2012-2013, prof.ssa Viola Macchi Cassia
Lo sviluppo della grammatica!
Esempi di linguaggio telegrafico!
Relazione! Enunciato! Situazione!
Agente-azione!
Azione-oggetto!
Azione-recipiente!
Agente-oggetto!
Rifiuto!
Richiesta!
Non-esistenza!
Uomo-piange! Un omino giocattolo è appena
caduto dal tavolo!
Dà-palla! La mamma dà al bambino la
palla che tiene in mano!
Dà-mamma! Il b. dà la palla alla m.!
Mamma-palla! Il b. dà la palla alla m.!
No-sapone!
Dà-palla!
Più-papà!
Il b. rifiuta di lavarsi!
Il b. indica una palla!
Il p. è appena uscito!
41. Corso di Psicologia dello Sviluppo 2012-2013, prof.ssa Viola Macchi Cassia
Morfologia
verbale
Morfologia
nominale
3 anni
in produzione
7 anni in
comprensione
3 anni
Accordo tra soggetto e verbo
(persona e numero)
es.: il gatto insegue i cani
La mela mangia la bambina
Forme del genere (m/f) e del
numero (singolare/plurale)
relative ai nomi
Morfologia
pronominale
3-4 anni
Pronomi personali (io/tu,me/
te-->noi/voi/essi)
Es. di errori: mangio io?
Il cacciavite di me
Lo sviluppo morfo-sintattico!
Lo sviluppo della grammatica!
42. Corso di Psicologia dello Sviluppo 2012-2013, prof.ssa Viola Macchi Cassia
L’età prescolare: il linguaggio narrativo!
In età prescolare il linguaggio è usato a scopo narrativo:
linguaggio narrativo.!
• Prolungamento dell’intersoggettività basato sulla condivisione
mentale, anziché fisica.!
!
• Consente la formazione di unità rappresentazionali più ampie di
quelle possibili in precedenza attraverso i sensi.!
!
• Obbliga il pensiero ad una scansione più analitica
dell’esperienza. Da una rappresentazione parallela a una
rappresentazione seriale.!
!
• LIMITE: è ancora un linguaggio soggettivistico, psicologico,
non logico.!
43. Corso di Psicologia dello Sviluppo 2012-2013, prof.ssa Viola Macchi Cassia
L’età scolare: lo sviluppo della pragmatica!
La pragmatica si riferisce alla capacità di comunicare in modo
efficace: adattare lo stile della conversazione in funzione
dell’interlocutore, e di tenere conto del punto di vista
dell’interlocutore e dei suoi bisogni comunicativi.!
!
Si sviluppa pienamente in età scolare (entro gli 8-9 anni).!
!
!
44. Corso di Psicologia dello Sviluppo 2012-2013, prof.ssa Viola Macchi Cassia
Gli usi del linguaggio: lo sviluppo della pragmatica!
Piaget: tra i 2 e i 7 anni il linguaggio è egocentrico: i bambini non
compiono sforzi per comprendere ed essere compresi, per spiegare
il proprio punto di vista e comprendere quello degli altri.!
Già a 3 anni adattano il proprio stile conversazionale in funzione
dell’età dell’interlocutore:!
Disconferme, dimostrazioni --> verso i + piccoli!
Conferme, chiarificazioni --> verso i coetanei!
In realtà… !
45. Corso di Psicologia dello Sviluppo 2012-2013, prof.ssa Viola Macchi Cassia
In età prescolare, fino a circa 8 anni, i bambini comunicano
efficacemente quando il referente da descrivere è semplice o
familiare ma falliscono quando il referente è complesso, insolito,
ambiguo:!
Es: descrizione ad un adulto/coetaneo di una figura che l’interlocutore non
può vedere!
Gli usi del linguaggio: lo sviluppo della pragmatica!
Figure senza senso che
differiscono per un dettaglio!
Oggetti ambigui!
46. Corso di Psicologia dello Sviluppo 2012-2013, prof.ssa Viola Macchi Cassia
Nell’età scolare il bambino diventa capace di trattare le forme
del linguaggio come oggetto di analisi, considerarle per se
stesse piuttosto che come veicolo di significati.
!
Verbi che si riferiscono a
stati mentali
3 anni termini emotivi
4 anni termini cognitivi
Triste, contento, buono,cattivo
Credere,pensare,immaginare,fare finta
Pregare, maledire,
promettere, ordinare
Parole, frasi, sillabe,
lettere
Verbi che si riferiscono ad
atti linguistici
Termini con cui ci si riferisce
a parti o unità del codice
linguistico
La consapevolezza meta-linguistica!
47. Corso di Psicologia dello Sviluppo 2012-2013, prof.ssa Viola Macchi Cassia
Le differenze individuali nello sviluppo linguistico!
Differenze nel RITMO di ACQUISIZIONE!
Tutti i bambini condividono medesime “tappe evolutive”, ma le
raggiungono attraverso un ritmo e strategie differenti.!
Media
Età di comparsa delle prime
parole
13
mesi
8
mesi
Ampiezza del vocabolario
a 20 mesi
18
mesi
Minimo Massimo
50
parole
22
parole
628
parole
Comprensione di parole a
8 -10 mesi
Comprensione di parole a
17 - 18 mesi
Età di comparsa delle prime
frasi
30
parole
215
20
mesi
nessuna
22
14
mesi
200
398
24
mesi
48. Corso di Psicologia dello Sviluppo 2012-2013, prof.ssa Viola Macchi Cassia
Le differenze individuali nello sviluppo linguistico!
Differenze nello STILE DI ACQUISIZIONE!
Esistono diversi stili individuali attraverso i quali i bambini imparano a
parlare. !
Referenziale
Vocabolario composto in
maggioranza da nomi
A 2,5 anni: Sviluppo lessicale
più rapidoKatherine
Nelson (1973)
ha analizzato le
prime 50 parole
Espressivo
Vocabolario composto in
maggioranza da pronomi,
nomi propri,formule per
regolare l’interazione sociale
(non si tocca, vai via, cosa fai?)
A 2,5 anni: Sviluppo sintattico
più rapido
49. Corso di Psicologia dello Sviluppo 2012-2013, prof.ssa Viola Macchi Cassia
Le differenze individuali nello sviluppo linguistico!
Differenze nello STILE DI ACQUISIZIONE!
Gli stili referenziale ed espressivo sono manifestazione di diversi
“Stili Cognitivi”, che si riflettono in un diverso modo di usare il
linguaggio ---> stili nella pragmatica del linguaggio.!
STILE referenziale STILE espressivo
• Orientamento verso gli oggetti
• Uso prevalente di intenzione
dichiarativa
• Scarsa varietà di atti linguistici
• Approccio riflessivo alla
soluzione di problemi
• Orientamento verso le persone
• Uso prevalente di intenzione
richiestiva
• Alta varietà di atti linguistici
• Approccio impulsivo alla
soluzione di problemi
50. Corso di Psicologia dello Sviluppo 2012-2013, prof.ssa Viola Macchi Cassia
Le differenze individuali nello sviluppo linguistico!
Diversi fattori concorrono a determinare le differenze individuali
nell’acquisizione del linguaggio:!
Interazione madre-bambino (var. contestuali)!
!
STILE referenziale STILE espressivo
Le madri fanno commenti
nominano gli oggetti e li
commentano !
Le mamme coinvolgono i bambini in
giochi e routine!
Variabili socio-demografiche (var. contestuali)!
!
• Genere femminile!
• Primogenito!
• Livello socioeconomico elevato !
Caratteristiche temperamentali (var. individuali)!
Riflessivi! Impulsivi!
• Genere maschile
• Secondogenito
• Livello socio-economico