Presentazione del convegno dedicato al family business e al passaggio generazionale, coordinato da Università Cattolica (Cerif), Confartigianato APA Gruppo Giovani Milano, Città di Meda, Provincia di Milano, Regione Lombardia DG Artigianato, Banca di Credito Cooperatovo di Barlassina, presso il cfp Terragni di Meda il 21 Novembre 2008
Presentazione del convegno dedicato al family business e al passaggio generazionale, coordinato da Università Cattolica (Cerif), Confartigianato APA Gruppo Giovani Milano, Città di Meda, Provincia di Milano, Regione Lombardia DG Artigianato, Banca di Credito Cooperatovo di Barlassina, presso il cfp Terragni di Meda il 21 Novembre 2008
Anteprima Corso di Formazione Online di Budget e Controllo di Gestione, promosso da Accademia Formalia - Ente Leader nella progettazione ed erogazione Corsi di Formazione Professionali Online - www.formalia.it
Trovarsi alla guida di un’organizzazione oggi è un esercizio piuttosto impegnativo. La portata delle
sfide e la velocità con cui queste si susseguono, obbliga a non attendere l’accadere degli eventi, ma ad
anticiparli, percependone i segnali deboli, seguirne lo sviluppo e prepararsi a trarne vantaggio nel
momento della loro piena maturazione. Mai come oggi, ad un leader, sono richieste capacità fuori
dalla norma per condurre la propria organizzazione con successo nel viaggio verso innovazione e
agilità aziendale, un insieme di veri e propri superpoteri: Disegno organizzativo agile, Cambiamento
continuo accelerato, Sviluppo incessante delle persone, Processo decisionale flessibile, Strategia
adattiva aperta.
Business agility come cavalcare onda della discontinuita dei mercati leader...Emiliano Soldi
L’agilità aziendale è la capacità di realizzare e sostenere il pieno potenziale di un’organizzazione, sia in termini di profitti che di persone, indipendentemente dai cambiamenti del contesto circostante.
Oggi ogni azienda dovrebbe immaginare se stessa come in un viaggio verso il continuo sviluppo di resilienza, adattabilità, empatia e agilità, al fine di meglio adattarsi alle incertezze e alle repentine discontinuità dei mercati.
Manager non abbiate paura. Agile non sottrae potere, lo moltiplicaEmiliano Soldi
Gli approcci tradizionali, ormai arcaici, di management per il governo e la gestione delle aziende, sono ancora oggi molto in voga ispirarsi, per favorire il necessario cambiamento
culturale.
Tali questioni obbligano i manager di oggi a ripensare sé stessi e il loro ruolo, al fine di preparare le aziende in cui abitano, ad affrontare l’importante cambiamento che la Business Agility richiede.
About Agile and that intersection between sustainable growth and people engag...Emiliano Soldi
After almost twenty years of life of the Agile Manifesto, we can confidently say that such a document marked a radical change in many areas of the world of work. Thanks to its founding values and principles, a cultural re/evolution started and it is now at its highest peaks on the implementation perspective. However, can we say that all the promises of the Agile Manifesto have been achieved?
La mappa strategica: la creazione delle strategie di crescita e il loro monit...CentoCinquanta srl
Nessun vento è favorevole per il marinaio che non sa a quale porto vuol approdare. Questa citazione attribuita a Seneca sintetizza il momento economico, manageriale e cognitivo in cui si trovano ad operare i manager oggi, sia pubblici che privati.
La crisi mette a dura prova la capacità di cambiamento degli imprenditori anche per la difficoltà di intravedere percorsi nuovi, nuovi obiettivi, nuovi scenari, a fronte di un cambiamento esogeno, radicale e illeggibile come quello che stiamo vivendo.
Lo strumento inventato da Kaplan e Norton nel 2001, per supportare la costruzione della Balanced Scorecard, può essere uno strumento potente per uscire da questo guado mentale. Per rimanere nella metafora di Seneca, il vento è scarso, a volte vi è bonaccia, ma qualora sia presente, finchè non c’è una meta verso la quale rivolgersi, rimane comunque un vento inutilizzabile ai nostri fini.
Tesina Comunicazione d'Impresa e Approcci MordbidiJacopo Espera
Ecco un breve tesina sulla comunicazione d'impresa che riassume al suo interno diversi concetti e teorie che fanno riferimento ai cosiddetti approcci morbidi della comunicazione interna e del management delle risorse umane.
IMPORTANTE! il caso che viene analizzato porta il nome di un'azienda realmente esiste: ma è assolutamente inventato. Ogni riferimento a persone, cose o fatti realmente esistenti è puramente casuale. Nessuna richiesta di analisi è stata realmente presentate a noi studenti, nessun reale analisi è stata quindi eseguita sull'azienda o sui suoi clima e ambiente o quant'altro. L'intero caso è stato inventato come anche tutti i risultati dell'analisi ed il fatto stesso che un'analisi da parte nostra sia stata fatta, al solo caso di riportare, se pur in maniera fittizia, un esempio pratico di quanto si stava esponendo nella teoria.
CoopUP Bologna 2018: valutazione d'impatto, piano dei conti e benchmarkKilowatt
Le slide del terzo incontro di CoopUP Bologna, il percorso di formazione e networking di Confcooperative e Kilowatt, con Emil Banca e Irecoop, su valutazione di impatto, piano dei conti, community organising e analisi benchmark .
Project work a cura dei partecipanti del master ISTUD in Risorse Umane e Organizzazione 2019-2020: Giuseppe Canonico Federico Fenech Maria Francesca Mafrica Eva Palumbo Andrea Parodi Giulia Rinaudo
Il funzionamento delle organizzazioni si basa su una miriade di micro interazioni, fra pari o fra capo e collaboratore. A questo livello si annidano le cause radice di molti inconvenienti che si rivelano a livelli più macro: processi, prestazione di gruppi, reparti, funzioni.
Il tentativo di questo progetto di studio è quello di individuare le dinamiche disfunzionali più frequenti, per predisporre interventi correttivi e preventivi.
Proattivo è il leader che ha la capacità di reagire agli eventi in modo consapevole e responsabile, che non si lascia condizionare dalle proprie impulsive esitazioni psicologiche e dalle circostanze ambientali esterne.
Un approccio alla gestione delle persone sulla base del ciclo di vita professionale, alla ricerca di possibili soluzioni di comune interesse sia per l'azienda che per i collaboratori.
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sfide e la velocità con cui queste si susseguono, obbliga a non attendere l’accadere degli eventi, ma ad
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Staffetta generazionale e sviluppo delle imprese familiari - Apertura di P. Gubitta
1. Progettazione e gestione del
passaggio generazionale
Parte 1 – Il modello di riferimento
Paolo Gubitta
(Università di Padova e Fondazione CUOA)
Riflessioni, 1/2012, marzo
2. Il passaggio generazionale come fenomeno multiforme ........................................................... 1
I protagonisti e le fasi del passaggio generazionale ................................................................... 2
Come gestire il passaggio generazionale ................................................................................... 3
Autore ......................................................................................................................................... 6
Il passaggio generazionale come fenomeno multiforme 1
Il passaggio generazionale coinvolge vari aspetti della gestione e richiede di modificare
decisioni e comportamenti.
Sul piano strategico, l’avvicendamento al vertice impatta sempre sull’orientamento di fondo
dell’impresa. A volte, la successione è l’occasione per un vero e proprio riposizionamento sul
mercato; altre volte, è il presupposto per esplorare nuove opportunità. E anche quando
l’impresa si muove in un ambiente competitivo placido oppure occupa posizioni dominanti, è 1
verosimile che il nuovo leader introduca qualche “innovazione nella continuità”, se non altro
per marcare la differenza rispetto a chi lo ha preceduto.
Il cambio di leadership si manifesta in modo evidente e in tempi brevi nella gestione
operativa. Soprattutto nelle realtà di piccola dimensione, i comportamenti, le decisioni e le
azioni sono spesso basati su prassi e consuetudini che ruotano attorno alla figura del leader.
Quando questa persona passa il testimone, è inevitabile che tali regole non scritte perdano in
parte o in toto la loro efficacia, per venire rimpiazzate da procedure operative. Il risultato
della sostituzione non è un aumento della burocratizzazione. Introdurre le routine
formalizzate significa svincolare l’impresa dalla figura del leader e renderla più autonoma,
avviando un percorso che conduce la gestione ad essere più ordinata e regolare. In tal modo,
si creano i presupposti per lo sviluppo di un team di vertice che affianca il nuovo leader,
composto sia da componenti della famiglia che da persone esterne al nucleo familiare.
Il passaggio generazionale, infine, altera in modo irreversibile il complesso sistema di
relazioni professionali e familiari dentro l’impresa. Un esempio aiuta a chiarire il concetto. Se
1
Questo draft inquadra il tema della successione generazionale, proponendo un modello di analisi che verrà
sviluppato in ogni sua parte con brevi interventi.
P. Gubitta, 2012, Progettazione e gestione del passaggio generazionale: il modello di riferimento
3. al leader uscente era riconosciuto un innato carisma (fenomeno alquanto diffuso tra i
fondatori), che permetteva di guidare a vista e di ottenere impegno e partecipazione su base
fiduciaria, al nuovo leader è probabile che non basti l’investitura formale per ottenere gli
stessi atteggiamenti da parte del team, ma che si debba guadagnare la fiducia dimostrando di
avere le competenze per condurre l’impresa con successo. Per analogia, si modifica anche il
modo di rapportarsi con i familiari, siano essi coinvolti o meno nella gestione. Si pensi alle
decisioni strategiche di sviluppo o di ridimensionamento. Se per il leader uscente era possibile
far leva sui successi raggiunti nel corso del tempo per ottenere il consenso dei familiari-soci e
sul proprio ruolo all’interno del network familiare per superare eventuali pareri discordanti,
per il successore il supporto convinto della famiglia è presumibilmente basato sulla
condivisione di piani strutturati e formalizzati dai quali emergano in modo chiaro i risultati
attesi dalle decisioni suggerite.
I protagonisti e le fasi del passaggio generazionale
Alla luce delle considerazioni appena compiute, per affrontare in modo adeguato il passaggio
generazionale è bene tenere in mente che si tratta di un fenomeno che:
2
si verifica una volta tanto: pertanto, non è possibile fare tesoro dell’esperienza
acquisita e degli errori compiuti nella gestione del processo per migliorare il
successivo, ma bisogna farlo bene alla prima volta; in più, è praticamente impossibile
che le condizioni (di business, di mercato, istituzionali) in cui avviene il passaggio
generazionale rimangano inalterate fino alla generazione successiva, e quindi anche le
cose che hanno funzionato bene non si possono replicare con facilità;
coinvolge contemporaneamente le dinamiche dell’azienda e della famiglia, ma tali
dinamiche devono essere affrontate in tempi e con strumenti diversi, perché le logiche
che stanno alla base delle decisioni in ambito familiare non sono sempre in linea con
quelle che guidano le decisioni aziendali.
In definitiva, è bene tenere distinti tre diversi protagonisti della successione:
la generazione uscente, e in particolare l’imprenditore leader e i suoi familiari più
stretti;
la generazione entrante, ovvero il nuovo leader designato, e con lui/lei anche le attese e
i desideri degli eventuali altri potenziali candidati al vertice;
P. Gubitta, 2012, Progettazione e gestione del passaggio generazionale: il modello di riferimento
4. gli stakeholder interni ed esterni ovvero tutti gli altri interlocutori coinvolti nelle
relazioni dell’impresa con ruoli ben definiti e che possono essere modificati per effetto
delle dinamiche della successione: dai collaboratori interni con le rispettive posizioni
organizzative, ai principali clienti e fornitori; dalle istituzioni finanziarie alle altre
imprese del contesto competitivo di riferimento
Il passaggio generazionale può essere scomposto in cinque fasi:
percezione della rilevanza del fenomeno: è l’insieme di eventi o fenomeni che portano
la generazione al comando a prendere coscienza del fatto che ci sono le condizioni per
pensare al trasferimento della funzione imprenditoriale; fa storia a se, naturalmente, il
caso degli eventi inattesi, non pianificabili e traumatici da cui si manifesta la
percezione della rilevanza; questa fase ha risvolti sul piano psicologico, personale e di
identità;
definizione di un piano di azione: è l’insieme delle decisioni che indicano come
procedere sul piano familiare, giuridico, patrimoniale e finanziario per individuare il
nuovo leader, scegliere gli strumenti e organizzare gli interventi per concretizzare il
3
passaggio, tenendo conto anche delle attese degli stakeholder interni ed esterni;
intervento sulle variabili chiave: è l’insieme delle azioni in applicazione del piano
definito, inclusa la gestione dei rapporti con i familiari e con gli stakeholder;
passaggio delle consegne: identifica le decisioni che formalizzano il trasferimento della
funzione imprenditoriale, dal punto sia giuridico e patrimoniale (con relativo impatto
sugli equilibri della famiglia), sia organizzativo (con conseguenze sugli assetti
manageriali e sui ruoli), sia di business (con le “reazioni” più o meno favorevoli di
clienti, fornitori e altri stakeholder);
consolidamento della nuova struttura imprenditoriale: è il complesso delle decisioni,
dei comportamenti e delle azioni che la nuova leadership (il successore e il suo team di
vertice) mette in atto per condurre l’impresa.
Come gestire il passaggio generazionale
La complessità nella gestione del passaggio generazionale è legata all’intreccio di relazioni,
decisioni, azioni e comportamenti coinvolti nel fenomeno, che riguardano soggetti diversi.
Il carico emotivo, relazionale e professionale di ciascuno di questi soggetti, però, si presenta
in momenti diversi del processo.
P. Gubitta, 2012, Progettazione e gestione del passaggio generazionale: il modello di riferimento
5. Le parti più impegnative per il leader e la generazione uscente sono la percezione del
problema e la definizione del piano di azione, perché si richiede loro uno sforzo rilevante sul
piano sia personale (fare un passo indietro e ripensare al proprio ruolo), sia familiare (definire
le regole per identificare il leader), sia di business (pianificare i cambiamenti
nell’organizzazione) (Figura 1).
Per gli stakeholder, invece, le fasi più critiche sono l’intervento sulle variabili chiave e il
passaggio delle consegne, perché è in questi momenti che si ridefiniscono i giochi e si
pongono le basi per il futuro dell’impresa (Figura 2).
Infine, la generazione entrante (il nuovo leader e il suo team) entra concretamente in campo a
partire dal passaggio delle consegne. Anche nel caso in cui il successore abbia maturato una
significativa esperienza nell’azienda di famiglia, infatti, l’investitura formale nel ruolo di
leader rappresenta un nuovo inizio con tutte le implicazioni del caso in termini di impegno
(Figura 3).
Figura 1 La generazione che lascia: dinamica dell’impegno richiesto all’imprenditore in uscita
4
P. Gubitta, 2012, Progettazione e gestione del passaggio generazionale: il modello di riferimento
6. Figura 2 La dinamica dell’impegno richiesto agli stakeholder
Figura 3 La dinamica dell’impegno richiesto al nuovo leader a al suo team
5
Nel quadro appena delineato, la successione se pianificata per tempo può non essere
particolarmente difficile da gestire, perché i soggetti non sono tutti coinvolti nello stesso
momento e con la stessa intensità (Figura 4). La situazione diventa invece potenzialmente
esplosiva quando tutte le dinamiche indicate si sviluppano in un arco di tempo molto limitato
(Figura 5).
P. Gubitta, 2012, Progettazione e gestione del passaggio generazionale: il modello di riferimento
7. Figura 4 La successione gestita per tempo
Figura 5 La successione gestita in fretta
6
Autore
Paolo Gubitta. Paolo Gubitta è Professore straordinario di Organizzazione aziendale e
Imprenditorialità all’Università di Padova e Direttore scientifico dell’Area Imprenditorialità della
Fondazione CUOA.
P. Gubitta, 2012, Progettazione e gestione del passaggio generazionale: il modello di riferimento