Dr.ssa Valentina Pontello. Endometriosi e medicina alternativa: dati preliminari della tesi di Master in Medicina Naturale a indirizzo Fitoterapia (Università di Firenze, 2012).
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Intervento della D.ssa Marina E. Cazzaniga, Referente UOC Centro di Fase I Resp. UOS DH Oncologico ASST Monza al Convegno dell'Associazione Italiana Pazienti Leucemia Mieloide Cronica del 20 Maggio 2017 presso Triuggio (Mb)
Parte anche in Puglia la campagna di vaccinazione antinfluenzale 2015/2016 ma con rinnovata e più incisiva motivazione vista la scarsa copertura dello scorso anno a motivo della dissuasione mediatica che ha portato ad un incremento consistente dei casi gravi e dei decessi.
XVIII Congresso CSeRMEG 21-22 ottobre 2005 DETERMINANTI DELLA SALUTE, DISUGUAGLIANZA, DISCRIMINAZIONE lo sguardo della Medicina Generale - www.csermeg.it
Roma 20 giugno 2017, Senato della Repubblica - A che punto sono la prevenzione e la ricerca sui tumori femminili nel nostro Paese? Ne parlano oggi alcuni dei principali attori del sistema Salute italiano nella tavola rotonda “Futuro in Rosa”, tenutasi in Senato con il sostegno non condizionato di Daiichi Sankyo. Un incontro più che mai necessario poiché, se è vero che la ricerca scientifica ha consentito negli ultimi anni un aumento della sopravvivenza, restano indispensabili il confronto e la stretta collaborazione tra Istituzioni, Classe Medica, Industria e Associazioni di Pazienti, o il tumore continuerà ad avere l’ultima parola.
Verso una definizione operativa di anziano fragile (Mario Saugo) csermeg
Seminario di Primavera CSeRMEG 16 aprile 2005 SPECIAL INTERESTS Le passioni disciplinari in Medicina Generale, idee ed esperienze a confronto - www.csermeg.it
XIV Congresso CSeRMEG 16-18 novembre 2001 INFORMAZIONE VUOL DIRE... FIDUCIA La comunicazione professionale medica, le informazioni e le scelte di salute dei cittadini - www.csermeg.it
XVIII Congresso CSeRMEG 21-22 ottobre 2005 DETERMINANTI DELLA SALUTE, DISUGUAGLIANZA, DISCRIMINAZIONE lo sguardo della Medicina Generale - www.csermeg.it
20160219 - E. Pompilii - Linee guida e Consulenza genetica nei tumori eredita...Roberto Scarafia
Eva Pompilii
Laboratorio Toma
Gynepro Medical Bologna
UO Genetica Medica
Policlinico S.Orsola-Malpighi
Bologna
LA CONSULENZA GENETICA ONCOLOGICA
La consulenza genetica oncologica CGO è una prestazione specialistica finalizzata all’inquadramento diagnostico di patologie oncologiche ereditarie. E’ lo strumento con cui il paziente o i familiari affrontano e vengono informati sul rischio di occorrenza e ricorrenza della malattia oncologica, sulle opzioni di prevenzione, la presa in carico, gli interventi terapeutico-assistenziali disponibili. E’ un processo articolato che include aspetti genetici-medici-biologici-etici e psicologici ,che coinvolgono l’individuo e la sua famiglia
Intervento della D.ssa Marina E. Cazzaniga, Referente UOC Centro di Fase I Resp. UOS DH Oncologico ASST Monza al Convegno dell'Associazione Italiana Pazienti Leucemia Mieloide Cronica del 20 Maggio 2017 presso Triuggio (Mb)
Parte anche in Puglia la campagna di vaccinazione antinfluenzale 2015/2016 ma con rinnovata e più incisiva motivazione vista la scarsa copertura dello scorso anno a motivo della dissuasione mediatica che ha portato ad un incremento consistente dei casi gravi e dei decessi.
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Bologna
LA CONSULENZA GENETICA ONCOLOGICA
La consulenza genetica oncologica CGO è una prestazione specialistica finalizzata all’inquadramento diagnostico di patologie oncologiche ereditarie. E’ lo strumento con cui il paziente o i familiari affrontano e vengono informati sul rischio di occorrenza e ricorrenza della malattia oncologica, sulle opzioni di prevenzione, la presa in carico, gli interventi terapeutico-assistenziali disponibili. E’ un processo articolato che include aspetti genetici-medici-biologici-etici e psicologici ,che coinvolgono l’individuo e la sua famiglia
Slow medicine, fare di più non significa fare meglio, amortali, disease mongering, adolescenza, ferrando, ferrandoalberto, fimp, Piacenza, medicalizzazione, Nativity
"Non ho nulla da perdere a provarlo" è la versione italiana ufficiale, realizzata dall'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) di un vademecum, curato dalla non profit inglese Sense About Science, che affronta il tema, molto complesso, delle cosiddette “cure miracolose”, ovvero di quei rimedi, al di fuori dei canali della scienza medica, a cui vengono attribuite virtù eccezionali senza che vi sia alcuna evidenza scientifica a supporto.
Presentazione del Prof. Vincent Castronovo su "Gestione nutrizionale dell'Infertilità femminile" al Corso di medicina metabolica e funzionale di Bologna - 3-4 Luglio 2015
Presentazione Gruppo 2B
Presentazione della ricerca: “Going against the Herd: Psychological and Cultural Factors Underlying the ‘’Vaccination Confidence Gap’’ di Matthew Browne, Patricia Thomson, Matthew Justus Rocklof, Gordon Pennycook.
Attività del Laboratorio di Comunicazione Pubblica online - Docenti Daniela Canoro e Mauro Bertolotti - Corso di Psicologia sociale (Prof.ssa Patrizia Catellani) dell'Università Cattolica - Laurea Triennale in Comunicazione e Società.
Studenti del Gruppo 2B: Aurora Coltraro - Giulia Cigognetti - Elena Cova - Francesca Greco - Susanna Costa - Chiara Bassi
www.psicologiapolitica.it
Nei decenni numerosi farmaci e vaccini sono stati introdotti e ritirati a seguito delle avversioni riscontrate; molte volte la dimostrazione della loro dannosità è avvenuta dopo anni di lotte e di preconcetti istituzionali.
Per questo motivo esistono dei dubbi sui vaccini infantili che meritano un'attenta ed approfondita valutazione.
Se i casi di gravi reazioni ai vaccini sono presenti in Italia come in tutto il mondo, perché le aziende che li producono non ci avvisano dei possibili rischi attraverso i foglietti illustrativi o informando i pediatri?
Se sono necessari, perché risultano obbligatori solo in Italia a differenza degli altri paesi nel mondo?
Perché le aziende ASL toscane mettono pressioni con numerosi solleciti affinchè si eseguano le vaccinazioni, mancando di informare che non sono più obbligatorie?
Perchè le aziende farmaceutiche hanno declinato ogni responsabilità penale sui vaccini prodotti, scaricandola di fatto sullo Stato?
1. La scoperta del gene responsabile della fibrosi cistica ha permesso la messa a punto di un test
genetico per identificare il portatore sano del gene della malattia. Si è aperto quindi un importante
dibattito sull’opportunità di offrire questo test alla popolazione, cioè di organizzare uno screening
genetico di popolazione.
Per coinvolgere in questa scelta non solo le autorità e gli operatori sanitari ma anche i cittadini, La
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Per coinvolgere in questa scelta non solo le autorità e gli operatori sanitari ma anche i cittadini, La
invitiamo a partecipare in prima persona a questo dibattito.
Legga le informazioni che seguono per capirne di più e poi risponda alla domanda:
Il Servizio Sanitario deve o no organizzare uno screening nella popolazione
con lo scopo di individuare persone sane che potrebbero avere
figli malati di fibrosi cistica?
Il progetto Giurie dei cittadini è promosso dall’ IRCCS-Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, Milano, Zadig
Agenzia di Editoria Scientifica, Milano e il Centro Fibrosi Cistica, Ospedale Borgo Trento, Verona.
Il progetto è sostenuto dalla Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica - Onlus
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2. E’ una malattia cronica causata da un difetto genetico: nasce malato chi ha ereditato il gene
«difettoso» da entrambi i genitori. Chi ha ereditato il difetto genetico da un solo genitore non
è malato ed è definito portatore sano della malattia. Nella popolazione generale, una persona
su 30 è portatore sano. Esiste un test genetico per la ricerca del portatore sano.
È una malattia rara e in Italia vengono diagnosticati circa 200 nuovi casi all'anno. Ogni 3.500
bambini nati sani ne nasce uno malato di fibrosi cistica.
La malattia consiste nell’assenza o nel malfunzionamento di una proteina e la sua gravità ed
evoluzione possono essere diverse da una persona all’altra.
I disturbi più frequenti sono tosse cronica, infezioni respiratorie, malnutrizione, scarsa
Che cos’è la fibrosi cistica
I disturbi più frequenti sono tosse cronica, infezioni respiratorie, malnutrizione, scarsa
crescita e infertilità maschile.
L’aspettativa di vita media è superiore ai 40 anni. Le cure consistono in farmaci, che vanno
presi più volte al giorno, e terapie fisioterapiche quotidiane per mantenere la pulizia polmonare.
Quando i sintomi peggiorano sono necessari ricoveri ospedalieri e farmaci per via endovenosa.
Non esiste allo stato attuale una cura che possa guarire dalla fibrosi cistica.
L’insieme delle cure e la nascita di centri specializzati hanno negli anni molto migliorato
l’aspettativa di vita e consentono in genere uno stile di vita non troppo diverso da quello dei
coetanei, con l’eccezione delle fasi terminali della malattia. Pazienti e familiari esprimono
preoccupazione, senso di incertezza sul futuro, rabbia, frustrazione per il tempo e le
attenzioni da dedicare alle terapie, senso di inadeguatezza.
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3. Che cos’è il test del portatore sano
Il portatore sano è una persona che ha ereditato il difetto genetico da un solo genitore; non è
malato ma potrebbe avere figli malati di fibrosi cistica.
Sono state individuate quasi 2.000 mutazioni nel gene responsabile della fibrosi cistica, delle
quali 150 circa sono riconosciute come causa di malattia e solo poche decine sono
responsabili della maggior parte dei casi di fibrosi cistica.
Il test genetico che individua la condizione di «portatore di fibrosi cistica» si esegue
analizzando il DNA estratto da un campione di sangue sulla base di standard condivisi a
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analizzando il DNA estratto da un campione di sangue sulla base di standard condivisi a
livello europeo. Come tutti i test è imperfetto, perché non individua il 100% dei portatori.
Questo test, anche se negativo, non è in grado di escludere completamente che una persona possa
essere portatore sano di fibrosi cistica: la probabilità di essere portatori può essere molto
diminuita, ma non completamente esclusa.
Circa 4 portatori su 5 possono essere identificati dal test, ma uno su 5 non verrà individuato.
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4. risulta positiva al test, significa che è portatore sano di fibrosi cistica
risulta negativa al test, significa che non è portatore sano di fibrosi cistica rispetto alle
mutazioni che il test è in grado di trovare, ma non per le altre mutazioni. Quindi la
probabilità di essere portatore, anche dopo il test, non è da escludere completamente.
SE UNA PERSONA…
E allora…
IN UNA COPPIA, IL RISCHIO DI AVERE UN FIGLIO CON FIBROSI CISTICA È...
SE ENTRAMBI NEGATIVI AL TEST meno di 1 su 50.000
1 su 4
1 su 500 o 700
SE ENTRAMBI POSITIVI AL TEST
SE UNO POSITIVO
E UNO NEGATIVO AL TEST
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5. Quali sono le possibili scelte per una coppia
in cui entrambi sono portatori sani?
Se il test è fatto…
… prima di una gravidanza: scegliere di avere figli correndo il rischio di avere un figlio
malato, scegliere di non avere figli, adozione, cambiare partner, usare gameti di donatore, fare
diagnosi pre-impianto.
… dopo l’inizio di una gravidanza: non fare comunque diagnosi prenatale, fare diagnosi
prenatale e interrompere la gravidanza se il feto è malato di fibrosi cistica, fare diagnosi
prenatale e non interrompere la gravidanza.
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6. Il test del portatore sano può essere offerto
AI FAMILIARI DI MALATI, cioè alle persone con un rischio più elevato rispetto alla popolazione
generale, come succede in Italia.
ALLA POPOLAZIONE GENERALE, cioè anche a coloro che non hanno casi di fibrosi cistica in
famiglia. Una persona della popolazione generale ha 1 probabilità su 30 di essere portatore del gene
della fibrosi cistica. Attualmente il test è offerto a tutti solo in alcune aree geografiche su iniziativa
spontanea da parte di ginecologi e/o genetisti.
Il test del portatore sano comporta dei rischi di ordine psicologico, legale, sociale ed esistenziale:
falsa rassicurazione in coloro che ricevono un risultato negativo
[la mutazione potrebbe non essere stata individuata dal test ma essere presente];
informazione non voluta da parte di chi avrebbe preferito non sapere di essere o meno portatore;
individuazione di un’eventuale falsa paternità.
Come detto in precedenza, essere portatore di una mutazione del gene non causa nessun problema di
salute però comporta - se anche il partner è portatore - il rischio di avere figli malati. La conoscenza
dello stato di portatore sano può quindi permettere di fare scelte riproduttive consapevoli.
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7. Che cosa è uno screening genetico di popolazione
Un programma di screening è un intervento organizzato di sanità pubblica rivolto a una popolazione
considerata a rischio. Negli screening genetici la popolazione viene sottoposta a un test per la ricerca di
mutazioni del DNA per individuare soggetti malati o portatori sani di una malattia ereditaria.
Quali condizioni sono necessarie per decidere se intraprendere uno screening genetico?
che la malattia sia grave e molto frequente nella popolazione;
siano disponibili metodi semplici, efficienti e di basso costo per l'individuazione
di chi è malato o portatore;
esista una terapia specifica per la fase precoce dalla malattia, che ne cambi il decorso.
Quali altri aspetti vanno considerati?
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Quali altri aspetti vanno considerati?
la tempistica, cioè in quale momento della vita delle persone offrire il test;
il contesto, cioè in quale situazione e da chi è offerto il test.
Quali offerte di screening sono possibili?
offerta pre-concezionale a individui o coppie prima della gravidanza;
offerta pre-natale alle donne in gravidanza o alle coppie, nell’ambito dei test pre-natale;
offerta del test in ambito non sanitario, per esempio in scuole o ambienti lavorativi.
Allo stato attuale non è chiaro se il costo dello screening del portatore sano della fibrosi cistica
sarebbe coperto dal risparmio dei costi relativo alla diminuzione del numero di malati.
Lo screening genetico per la fibrosi cistica può avere implicazioni etiche da prendere in considerazione.
8. Potenziali vantaggi
Le coppie a rischio sono messe nella condizione di fare una scelta riproduttiva consapevole
Lo screening ha l’obiettivo di raggiungere la popolazione interessata indipendentemente da area
geografica, scolarità e condizioni socio-economiche nell’ottica dell’equità di accesso
I programmi di screening offrono garanzia di qualità
Un risultato negativo del test può ridurre l'ansia di avere un bambino malato di fibrosi cistica
Il test permette di fornire informazioni sul rischio di essere portatore ad altri membri della famiglia
I programmi di screening favoriscono in generale la conoscenza della malattia
Potenziali svantaggi
Essere identificati come portatore sano può causare ansia, anche nella ricerca di un partner e avereEssere identificati come portatore sano può causare ansia, anche nella ricerca di un partner e avere
conseguenze nella stipulazione di un’assicurazione sanitaria e sulla vita
Potrebbe cambiare l'atteggiamento degli altri: i portatori sani possono sentirsi discriminati
Esiste la possibilità che il risultato del test venga interpretato in modo non corretto
I parenti che non hanno scelto di fare il test possono ricevere informazioni indesiderate
Il test trova solo alcuni geni: anche se è negativo rimane un grado di incertezza sulla probabilità di
avere figli malati. Questo rende difficile la scelta e riduce le opzioni possibili. Per esempio, se un
partner risulta positivo e l’altro negativo, la coppia non può fare diagnosi pre-impianto
Allo stato attuale non è chiaro se il costo dello screening del portatore sano della fibrosi cistica
sarebbe coperto dal risparmio dei costi relativo alla diminuzione del numero di malati
Per esprimere la sua opinione chiuda la presentazione e risponda al questionario.8