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Roma dalla monarchia alla
repubblica
La conquista romana dell’Italia
Roma era un crocevia importante di traffici commerciali e scambi culturali
tra le due aree più sviluppate dell’Italia antica: l’Etruria e la Magna Grecia
Tra il V e il IV sec. a.C. Roma si consolidò
all’interno e si impose militarmente e
politicamente su tutta l’Italia centro-meridionale
Alla fine del VI sec. a.C. la monarchia fu
sostituita da un sistema di magistrature collegiali
e temporanee
Nata come città-stato, Roma adeguò le proprie istituzioni
politiche e militari al governo del territorio italico
Dal re ai consoli
Imperium
Due consoli eletti annualmente
I re etruschi avevano ridotto il potere dell’aristocrazia appoggiandosi alla plebe
Nel 509 a.C. un colpo di stato portò alla
creazione di una magistratura collegiale
Convocazione
del Senato
Presidenza
dei comizi Lucio Giunio Bruto
Ciascun console aveva diritto di
veto sulle decisioni del collega
Secondo la tradizione i
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Lucio Giunio Bruto e
Lucio Tarquinio Collatino
I consoli: re provvisori
I consoli erano re provvisori
Consoli romani
Pieni poteri, con gli unici
limiti della temporaneità
e della collegialità
I consoli (dal latino consulere, «provvedere») erano i custodi della legalità
repubblicana
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Poteri limitati e
sottoposti alle decisioni
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Littori (I sec. a.C.)
I consoli erano
accompagnati dai
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I questori amministravano le
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Le magistrature erano tutte
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Gli edili sovrintendevano agli
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pubblico; curavano strade ed edifici
Per amministrare uno Stato sempre più complesso, i consoli furono affiancati da
altri magistrati
Via Appia
Le magistrature maggiori
I pretori si occupavano della giurisdizione civile ed erano dotati di imperium
Nelle situazioni di emergenza i consoli consegnavano tutti i loro poteri a un
magistrato straordinario, il dittatore, scelto dal Senato, per la durata massima di sei
mesi
I censori ripartivano i cittadini in base al
censo e vigilavano sulla moralità pubblica
Il censimento aveva luogo ogni
cinque anni nel Campo Marzio
Adeguavano il diritto ai cambiamenti della società
Scena di censimento (110 a.C.)
Il Senato repubblicano
Al Senato erano ammessi gli ex-
magistrati, previa verifica dei censori
La carica senatoria era vitalizia
La funzione fondamentale del Senato era consultiva
Il Senato rappresentava l’unico organo politico
stabile e l’arbitro della politica interna ed estera
C. Maccari, Appio Claudio Cieco è condotto
in Senato, particolare (1880)
La deliberazione del Senato era il senatus consultum
L’espansione nel Lazio
La prima fase repubblicana è contraddistinta da contrasti con Etruschi e Latini
Il conflitto con i Latini culminò nella
battaglia del lago Regillo, vinta dai
Romani
Tra il 490 e il 430 a.C. Roma affrontò le popolazioni appenniniche degli Equi, dei
Volsci e dei Sabini
Il re di Chiusi, Porsenna, dominò su
Roma fino al 504 a.C., quando fu
sconfitto presso Ariccia
La Lega latina sancì l’alleanza
paritaria tra Romani e Latini
La conquista di Veio
Nel 396 a.C. il dittatore Furio Camillo conquistò e distrusse la città etrusca di
Veio, che contendeva a Roma il controllo del Tevere
Apollo di Veio (VI sec. a.C.)
Nel 390 a.C. una banda di Galli Senoni, guidata da Brenno,
sconfisse i Romani sul fiume Allia e saccheggiò Roma
I Galli lasciarono la città dopo aver
ricevuto un ingente riscatto
I Galli Senoni avevano varcato
le Alpi intorno al 400 a.C. e si
erano stabiliti nelle Marche
La conquista di Veio segnò
l’inizio della potenza romana
La sottomissione dei Latini
Cittadinanza senza
suffragio
Venuta meno la minaccia dei popoli appenninici, le città latine si sollevarono
ma furono sconfitte da Roma
Nel 338 a.C. la Lega latina fu sciolta e sostituita
da patti di alleanza con le singole città
Le città latine furono poste in condizione di inferiorità
Sottomissione a Roma
in politica estera
Rispetto ad altri alleati di
Roma, i Latini godevano
di alcuni privilegi
Mantenevano però il possesso dei loro territori
ed eleggevano le loro magistrature
Due guerrieri latini trasportano un
compagno ferito (IV sec. a.C.)
Le Guerre sannitiche
Tra la metà del IV e gli inizi del III sec. a.C. l’espansionismo romano si scontrò con
la popolazione appenninica dei Sanniti, che aveva sottomesso le colonie greche
campane
Prima guerra
sannitica
(343-341 a.C.)
Seconda guerra
sannitica
(326-304 a.C.)
Terza guerra
sannitica
(298-290 a.C.)
Guerrieri sanniti, Nola (IV sec. a.C.)
I Romani ottennero il dominio sull’Italia
centrale e sulla Campania
Nel 321 a.C. i Romani
subirono, a Caudio, una
delle sconfitte più cocenti
della loro storia
La guerra contro Pirro
L’ultimo avversario di Roma in Italia fu la colonia greca di Taranto, che
nel 280 a.C. chiamò in suo aiuto Pirro, re dell’Epiro
Pirro ottenne due vittorie non risolutive sui
Romani, ad Eraclea e ad Ascoli Satriano
Fu quindi sconfitto definitivamente dai
Romani presso Benevento nel 275 a.C.
Chiamato dalle città greche, Pirro sbarcò in
Sicilia per affrontare i Cartaginesi
Dopo la conquista di Taranto, nel 272 a.C., Roma sottomise la Puglia e la Calabria
Pirro, copia romana di un originale
greco dell’inizio del III sec. a.C.
La legione romana
Lo strumento che consentì a Roma di imporre il suo dominio fu la legione,
riformata dopo le Guerre sannitiche
Maggiore mobilità e versatilità
rispetto alla falange
Era costituita da cittadini armati a
proprie spese
Era divisa in 30 manipoli di 120 soldati
ciascuno
La legione era schierata su quattro file
diverse per armamento ed esperienza,
ed era affiancata da reparti di
cavalleria
Legionari romani
L’organizzazione delle conquiste
Roma stringeva accordi separati con ognuno dei centri conquistati
Centri autonomi che dovevano
fornire tributi e truppe
Le città alleate sottostavano a
pesanti obblighi militari e a
limitazioni politiche
Inizialmente adottò il sistema dei municipi
Successivamente optò per un sistema
federativo
Resti archeologici, Alba Fucens
(colonia fondata nel 303 a.C.)
I Romani fondarono
colonie in tutti i territori
conquistati: i coloni
erano cittadini romani a
tutti gli effetti
La concessione della cittadinanza
La concessione della cittadinanza, anche se
limitata, legava i popoli sottomessi a Roma
I vinti non erano del tutto esclusi e aspiravano
a diventare cittadini romani a pieno titolo
Strumento di coesione
politica e di propaganda
Il dominio romano sull’Italia si configurava come una rete di alleanze
Lisippo, Ares (320 a.C.), copia romana
I conflitti tra patrizi e plebei
I plebei reclamavano un ruolo nella vita politica di Roma
Sul piano interno la prima età repubblicana fu caratterizzata da una profonda
conflittualità sociale
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magistrature
Abolizione della
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dell’ager publicus
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leggi scritte
Togato barberini (I sec. a.C.)
Le leggi, tramandate
oralmente, erano patrimonio
dell’aristocrazia
L’ager publicus era
l’insieme delle terre
conquistate
La secessione dell’Aventino
Secessione dell’Aventino
Lo scontro tra patrizi e plebei raggiunse l’apice nel 494 a.C.
I plebei rifiutarono in massa
l’arruolamento nell’esercito e si
ritirarono sul colle Aventino
C. Miola, Uccisione di Virginia (1882)
La crisi fu risolta con l’istituzione della prima importante
magistratura plebea: il tribunato della plebe
Le conquiste della plebe
Diritto di veto sulle decisioni dei consoli
lesive per la plebe (intercessio)
Cerimonia nuziale (II sec. a.C.)
La loro persona era sacra
e inviolabile (immunitas)
Prerogative dei tribuni della plebe
Perché fosse valida, la decisione
dei tribuni doveva essere unanime
Strumento nelle mani del Senato
Nel 445 a.C. fu abolito il divieto dei matrimoni tra patrizi
e plebei (lex Canuleia)
Nel 367 a.C. le leggi Licinie Sestie aprirono il consolato
ai plebei
Un console plebeo
e uno patrizio
Le Leggi delle XII tavole
Nel 451-450 a.C. una commissione straordinaria di dieci membri (decemviri)
si occupò della stesura del primo codice scritto di leggi
Le norme, trascritte su dodici lastre di bronzo
esposte nel foro, riguardavano ogni aspetto del diritto
Resti archeologici, foro romano
I decemviri erano
una magistratura
mista composta da
cinque patrizi e
cinque plebei
Le Leggi delle XII tavole sottraevano il diritto
all’arbitrio dei giudici e alla conoscenza
esclusiva dei patrizi
Vittoria della plebe
Dall’aristocrazia all’oligarchia
Tra il V e il III sec. a.C. furono stabilite le forme della partecipazione politica
In origine il censo coincideva
con la proprietà terriera
Ciascuna classe doveva fornire soldati
La plebe era fortemente differenziata al suo interno
Nel 310 a.C. la popolazione fu
divisa in cinque classi in base al
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Busto di anziano (I
sec. a.C.-I sec. d.C.)
Al patriziato si sostituì la nobilitas
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avevano rivestito magistrature importanti
I comizi centuriati
Tra il V e il IV sec. a.C. l’assemblea più importante era quella dei
comizi centuriati
Su un totale di 193 centurie, 98 appartenevano alla
prima classe e 95 a tutte le altre
Poiché si votava per centuria, la prima classe aveva
sempre la maggioranza assoluta
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moneta di età imperiale
Coalizione tra patrizi e plebei ricchi
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magistrati maggiori
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guerra
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d’appello
Approvazione
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Comizi tributi e concili della plebe
I comizi tributi eleggevano i magistrati minori
La lex Hortensia del 287 a.C.
riconobbe ai plebisciti valore di
legge per l’intero corpo civico
La popolazione era suddivisa
in distretti territoriali (tribù)
Vendita del pane, Pompei (I sec. d.C.)
Le loro decisioni (plebis scita) erano
in origine vincolanti solo per i plebei
I concili tributi riunivano solo la plebe su
richiesta di un tribuno
Magistrature antiche e moderne
Nelle costituzioni moderne la Magistratura è l’organo che detiene il
potere giudiziario
Il magistrato che ha funzioni
giudicanti si chiama giudice
Il magistrato che ha funzioni
requirenti si chiama pubblico
ministero (P.M.)
L’organo supremo di governo dei
magistrati è il Consiglio superiore
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Nella Roma antica il termine “magistratura” indicava una carica politica

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  • 1. Roma dalla monarchia alla repubblica
  • 2. La conquista romana dell’Italia Roma era un crocevia importante di traffici commerciali e scambi culturali tra le due aree più sviluppate dell’Italia antica: l’Etruria e la Magna Grecia Tra il V e il IV sec. a.C. Roma si consolidò all’interno e si impose militarmente e politicamente su tutta l’Italia centro-meridionale Alla fine del VI sec. a.C. la monarchia fu sostituita da un sistema di magistrature collegiali e temporanee Nata come città-stato, Roma adeguò le proprie istituzioni politiche e militari al governo del territorio italico
  • 3. Dal re ai consoli Imperium Due consoli eletti annualmente I re etruschi avevano ridotto il potere dell’aristocrazia appoggiandosi alla plebe Nel 509 a.C. un colpo di stato portò alla creazione di una magistratura collegiale Convocazione del Senato Presidenza dei comizi Lucio Giunio Bruto Ciascun console aveva diritto di veto sulle decisioni del collega Secondo la tradizione i primi due consoli furono Lucio Giunio Bruto e Lucio Tarquinio Collatino
  • 4. I consoli: re provvisori I consoli erano re provvisori Consoli romani Pieni poteri, con gli unici limiti della temporaneità e della collegialità I consoli (dal latino consulere, «provvedere») erano i custodi della legalità repubblicana Arconti ateniesi Poteri limitati e sottoposti alle decisioni assembleari Littori (I sec. a.C.) I consoli erano accompagnati dai littori, 12 guardie del corpo
  • 5. Le magistrature minori I questori amministravano le finanze dello Stato Le magistrature erano tutte temporanee, elettive, collegiali e gratuite Gli edili sovrintendevano agli approvvigionamenti e all’ordine pubblico; curavano strade ed edifici Per amministrare uno Stato sempre più complesso, i consoli furono affiancati da altri magistrati Via Appia
  • 6. Le magistrature maggiori I pretori si occupavano della giurisdizione civile ed erano dotati di imperium Nelle situazioni di emergenza i consoli consegnavano tutti i loro poteri a un magistrato straordinario, il dittatore, scelto dal Senato, per la durata massima di sei mesi I censori ripartivano i cittadini in base al censo e vigilavano sulla moralità pubblica Il censimento aveva luogo ogni cinque anni nel Campo Marzio Adeguavano il diritto ai cambiamenti della società Scena di censimento (110 a.C.)
  • 7. Il Senato repubblicano Al Senato erano ammessi gli ex- magistrati, previa verifica dei censori La carica senatoria era vitalizia La funzione fondamentale del Senato era consultiva Il Senato rappresentava l’unico organo politico stabile e l’arbitro della politica interna ed estera C. Maccari, Appio Claudio Cieco è condotto in Senato, particolare (1880) La deliberazione del Senato era il senatus consultum
  • 8. L’espansione nel Lazio La prima fase repubblicana è contraddistinta da contrasti con Etruschi e Latini Il conflitto con i Latini culminò nella battaglia del lago Regillo, vinta dai Romani Tra il 490 e il 430 a.C. Roma affrontò le popolazioni appenniniche degli Equi, dei Volsci e dei Sabini Il re di Chiusi, Porsenna, dominò su Roma fino al 504 a.C., quando fu sconfitto presso Ariccia La Lega latina sancì l’alleanza paritaria tra Romani e Latini
  • 9. La conquista di Veio Nel 396 a.C. il dittatore Furio Camillo conquistò e distrusse la città etrusca di Veio, che contendeva a Roma il controllo del Tevere Apollo di Veio (VI sec. a.C.) Nel 390 a.C. una banda di Galli Senoni, guidata da Brenno, sconfisse i Romani sul fiume Allia e saccheggiò Roma I Galli lasciarono la città dopo aver ricevuto un ingente riscatto I Galli Senoni avevano varcato le Alpi intorno al 400 a.C. e si erano stabiliti nelle Marche La conquista di Veio segnò l’inizio della potenza romana
  • 10. La sottomissione dei Latini Cittadinanza senza suffragio Venuta meno la minaccia dei popoli appenninici, le città latine si sollevarono ma furono sconfitte da Roma Nel 338 a.C. la Lega latina fu sciolta e sostituita da patti di alleanza con le singole città Le città latine furono poste in condizione di inferiorità Sottomissione a Roma in politica estera Rispetto ad altri alleati di Roma, i Latini godevano di alcuni privilegi Mantenevano però il possesso dei loro territori ed eleggevano le loro magistrature Due guerrieri latini trasportano un compagno ferito (IV sec. a.C.)
  • 11. Le Guerre sannitiche Tra la metà del IV e gli inizi del III sec. a.C. l’espansionismo romano si scontrò con la popolazione appenninica dei Sanniti, che aveva sottomesso le colonie greche campane Prima guerra sannitica (343-341 a.C.) Seconda guerra sannitica (326-304 a.C.) Terza guerra sannitica (298-290 a.C.) Guerrieri sanniti, Nola (IV sec. a.C.) I Romani ottennero il dominio sull’Italia centrale e sulla Campania Nel 321 a.C. i Romani subirono, a Caudio, una delle sconfitte più cocenti della loro storia
  • 12. La guerra contro Pirro L’ultimo avversario di Roma in Italia fu la colonia greca di Taranto, che nel 280 a.C. chiamò in suo aiuto Pirro, re dell’Epiro Pirro ottenne due vittorie non risolutive sui Romani, ad Eraclea e ad Ascoli Satriano Fu quindi sconfitto definitivamente dai Romani presso Benevento nel 275 a.C. Chiamato dalle città greche, Pirro sbarcò in Sicilia per affrontare i Cartaginesi Dopo la conquista di Taranto, nel 272 a.C., Roma sottomise la Puglia e la Calabria Pirro, copia romana di un originale greco dell’inizio del III sec. a.C.
  • 13. La legione romana Lo strumento che consentì a Roma di imporre il suo dominio fu la legione, riformata dopo le Guerre sannitiche Maggiore mobilità e versatilità rispetto alla falange Era costituita da cittadini armati a proprie spese Era divisa in 30 manipoli di 120 soldati ciascuno La legione era schierata su quattro file diverse per armamento ed esperienza, ed era affiancata da reparti di cavalleria Legionari romani
  • 14. L’organizzazione delle conquiste Roma stringeva accordi separati con ognuno dei centri conquistati Centri autonomi che dovevano fornire tributi e truppe Le città alleate sottostavano a pesanti obblighi militari e a limitazioni politiche Inizialmente adottò il sistema dei municipi Successivamente optò per un sistema federativo Resti archeologici, Alba Fucens (colonia fondata nel 303 a.C.) I Romani fondarono colonie in tutti i territori conquistati: i coloni erano cittadini romani a tutti gli effetti
  • 15. La concessione della cittadinanza La concessione della cittadinanza, anche se limitata, legava i popoli sottomessi a Roma I vinti non erano del tutto esclusi e aspiravano a diventare cittadini romani a pieno titolo Strumento di coesione politica e di propaganda Il dominio romano sull’Italia si configurava come una rete di alleanze Lisippo, Ares (320 a.C.), copia romana
  • 16. I conflitti tra patrizi e plebei I plebei reclamavano un ruolo nella vita politica di Roma Sul piano interno la prima età repubblicana fu caratterizzata da una profonda conflittualità sociale Accesso alle magistrature Abolizione della schiavitù per debiti Redistribuzione dell’ager publicus Un codice di leggi scritte Togato barberini (I sec. a.C.) Le leggi, tramandate oralmente, erano patrimonio dell’aristocrazia L’ager publicus era l’insieme delle terre conquistate
  • 17. La secessione dell’Aventino Secessione dell’Aventino Lo scontro tra patrizi e plebei raggiunse l’apice nel 494 a.C. I plebei rifiutarono in massa l’arruolamento nell’esercito e si ritirarono sul colle Aventino C. Miola, Uccisione di Virginia (1882) La crisi fu risolta con l’istituzione della prima importante magistratura plebea: il tribunato della plebe
  • 18. Le conquiste della plebe Diritto di veto sulle decisioni dei consoli lesive per la plebe (intercessio) Cerimonia nuziale (II sec. a.C.) La loro persona era sacra e inviolabile (immunitas) Prerogative dei tribuni della plebe Perché fosse valida, la decisione dei tribuni doveva essere unanime Strumento nelle mani del Senato Nel 445 a.C. fu abolito il divieto dei matrimoni tra patrizi e plebei (lex Canuleia) Nel 367 a.C. le leggi Licinie Sestie aprirono il consolato ai plebei Un console plebeo e uno patrizio
  • 19. Le Leggi delle XII tavole Nel 451-450 a.C. una commissione straordinaria di dieci membri (decemviri) si occupò della stesura del primo codice scritto di leggi Le norme, trascritte su dodici lastre di bronzo esposte nel foro, riguardavano ogni aspetto del diritto Resti archeologici, foro romano I decemviri erano una magistratura mista composta da cinque patrizi e cinque plebei Le Leggi delle XII tavole sottraevano il diritto all’arbitrio dei giudici e alla conoscenza esclusiva dei patrizi Vittoria della plebe
  • 20. Dall’aristocrazia all’oligarchia Tra il V e il III sec. a.C. furono stabilite le forme della partecipazione politica In origine il censo coincideva con la proprietà terriera Ciascuna classe doveva fornire soldati La plebe era fortemente differenziata al suo interno Nel 310 a.C. la popolazione fu divisa in cinque classi in base al reddito in denaro Busto di anziano (I sec. a.C.-I sec. d.C.) Al patriziato si sostituì la nobilitas Élite di cui facevano parte le famiglie che avevano rivestito magistrature importanti
  • 21. I comizi centuriati Tra il V e il IV sec. a.C. l’assemblea più importante era quella dei comizi centuriati Su un totale di 193 centurie, 98 appartenevano alla prima classe e 95 a tutte le altre Poiché si votava per centuria, la prima classe aveva sempre la maggioranza assoluta Scena di votazione su una moneta di età imperiale Coalizione tra patrizi e plebei ricchi Elezione dei magistrati maggiori Dichiarazioni di guerra Tribunale d’appello Approvazione delle leggi
  • 22. Comizi tributi e concili della plebe I comizi tributi eleggevano i magistrati minori La lex Hortensia del 287 a.C. riconobbe ai plebisciti valore di legge per l’intero corpo civico La popolazione era suddivisa in distretti territoriali (tribù) Vendita del pane, Pompei (I sec. d.C.) Le loro decisioni (plebis scita) erano in origine vincolanti solo per i plebei I concili tributi riunivano solo la plebe su richiesta di un tribuno
  • 23. Magistrature antiche e moderne Nelle costituzioni moderne la Magistratura è l’organo che detiene il potere giudiziario Il magistrato che ha funzioni giudicanti si chiama giudice Il magistrato che ha funzioni requirenti si chiama pubblico ministero (P.M.) L’organo supremo di governo dei magistrati è il Consiglio superiore della Magistratura, presieduto dal Presidente della Repubblica Seduta del Consiglio superiore della Magistratura Nella Roma antica il termine “magistratura” indicava una carica politica