Presentazione@Obesity week, Parma, 2012.
Scarsità idrica e uso sostenibile dell'acqua: come possiamo contribuire in maniera positiva attraverso la nostra alimentazione?
Presentazione@Obesity week, Parma, 2012.
Scarsità idrica e uso sostenibile dell'acqua: come possiamo contribuire in maniera positiva attraverso la nostra alimentazione?
Presentazione di Paolo Rizzi nell'ambito del seminario sulle "Buone pratiche amministrative" organizzato dal Coordinamento Provinciale per la Pace di Novara il 6 maggio 2006
WWF Italia : Quanta natura sprechiamo: ottobre 2013WWF ITALIA
Lo spreco alimentare non è solo un problema di alimenti: per produrre tutto il cibo che sprechiamo, ogni anno in Italia buttiamo nel cestino fino a 1.226 milioni di metri cubi di acqua, 24,5 milioni di tonnellate di CO2e e il 36% dell’azoto da fertilizzanti, utilizzati inutilmente con tutti gli impatti e i costi ambientali che ne conseguono. La responsabilità è dei consumatori, che spendono in media 316 € euro l’anno in cibo che per disattenzione o negligenza viene buttato senza essere consumato, ma anche di un sistema produttivo che troppo spesso perde cibo e risorse lungo la filiera, fino al 50% delle perdite totali, prima ancora che arrivino in tavola.
E’ il quadro che emerge dal rapporto WWF “Quanta natura sprechiamo” e dall’indagine realizzata da GfK Eurisko con la collaborazione di Auchan e Simply, presentati oggi all’evento WWF “Ridurre lo spreco alimentare: una ricetta per salvare il pianeta”, che insieme a esperti italiani e internazionali.
Presentazione di Paolo Rizzi nell'ambito del seminario sulle "Buone pratiche amministrative" organizzato dal Coordinamento Provinciale per la Pace di Novara il 6 maggio 2006
WWF Italia : Quanta natura sprechiamo: ottobre 2013WWF ITALIA
Lo spreco alimentare non è solo un problema di alimenti: per produrre tutto il cibo che sprechiamo, ogni anno in Italia buttiamo nel cestino fino a 1.226 milioni di metri cubi di acqua, 24,5 milioni di tonnellate di CO2e e il 36% dell’azoto da fertilizzanti, utilizzati inutilmente con tutti gli impatti e i costi ambientali che ne conseguono. La responsabilità è dei consumatori, che spendono in media 316 € euro l’anno in cibo che per disattenzione o negligenza viene buttato senza essere consumato, ma anche di un sistema produttivo che troppo spesso perde cibo e risorse lungo la filiera, fino al 50% delle perdite totali, prima ancora che arrivino in tavola.
E’ il quadro che emerge dal rapporto WWF “Quanta natura sprechiamo” e dall’indagine realizzata da GfK Eurisko con la collaborazione di Auchan e Simply, presentati oggi all’evento WWF “Ridurre lo spreco alimentare: una ricetta per salvare il pianeta”, che insieme a esperti italiani e internazionali.
Poster presentato al VI congresso ICAR (Italian Conference on AIDS and retrovirus), 25-27 maggio 2014, Roma
Lo scopo dello studio "emotions of people living with HIV" è quello di determinare, attraverso l'utilizzo di un approccio narrativo, le emozioni prevalenti delle persone che vivono con l'HIV per comprendere cosa hanno provato in alcune aree critiche del percorso di cura.
Comprendere quali sono le emozioni è un obiettivo importante per contribuire a sviluppare una maggiore consapevolezza nelle persone con HIV e permettere agli operatori sanitari di attivare un'assistenza più attenta all'individuo.
LEN Tec risponde a una precisa esigenza del mercato: la formazione in FAD (formazione a distanza).
Le caratteristiche:
- Scelta della Suite di Office Automation e dei Sistemi Operativi più performanti e diffusi
- Corsi tracciabili con test finale documentabile
- Livelli Base, Intermedio, Avanzato, in modo le complessità possano essere affrontate per gradi
- Lezioni in «pillole» di alcuni minuti che raggruppano argomenti, svolte le quali si procede a una verifica ad ogni step affrontato
CoderDojo è un movimento a livello globale nato nel 2011 in Irlanda, che si impegna nell'organizzare incontri gratuiti per insegnare ai giovani a programmare e prendere dimestichezza con i computer, con quei dispositivi con cui giocano abitualmente o dai quali stanno lontani perchè non sanno come usare.
A CoderDojo i giovani imparano a programmare, sviluppare siti web, applicazioni, programmi, giochi e altro ancora.
Bilancio Consolidato 2011 del “Gruppo Comune di Udine”Comune Udine
Il Bilancio Consolidato è lo strumento che consente di rappresentare la realtà economica, patrimoniale e finanziaria di un gruppo ed è volto a valorizzare le dinamiche del gruppo inteso come un complesso economico costituito da più enti o aziende, dotate ciascuna di una propria autonomia giuridica.
Abbiamo ideato e gestito la comunicazione web e social per due clienti differenti:
• Professionista, il Dott. Bruno Agnetti
• Ente di formazione, For.P.In Piacenza
Entrambi i clienti con l’obiettivo di raggiungere il proprio target: medici, pazienti, personale sanitario, professori universitari e tutto il pubblico interessato al tema nello specifico della medicina di gruppo nel primo caso e corsisti e potenziali tali nel secondo caso.
I canali web sui quali si è lavorato sono stati principalmente:
• Sito web (con sviluppo e inserimento dei contenuti)
• Slideshare
• Youtube
• LinkedIn (in particolare nel caso del Dott. Agnetti)
Risultati: diffusione delle informazioni e contenuti mirati al target di riferimento in modo organico e funzionale.
Seguiamo la raccolta dei materiali fin dall’inizio, la produzione,
la pubblicazione su vari supporti (LMS, DVD) e la divulgazione sul web (Social network).
Lezione del 24 maggio 2013 Gestione delle risorse umane Università degli studi di Brescia. Dipartimento Economia e Management.
Argomenti trattati: Bilancio sociale e Responsabilità sociale delle imprese
Trasformare la cultura aziendale in valore 3 maggio 2013Epistema
Comprendere e considerare la cultura aziendale nei suoi costituenti elementari può risultare di estremo vantaggio per il mantenimento di una posizione nel mercato o per modificare la propria strategia o per poter intraprendere un cambiamento, piccolo o grande, e mantenere la sopravvivenza e la successione storica nel contesto in cui si opera.
La narrazione come strumento di conoscenza della persona affetta da PsoriasiISTUD Business School
Io e la mia psoriasi: la narrazione come strumento di conoscenza della persona affetta da Psoriasi. A cura di Anna Graziella Burroni, Tito Agnusdei, Serena Pezzetta, Ilaria Proietti – MNEMOS – Master in Medicina Narrativa Applicata alle Organizzazioni Sanitarie, I edizione
Le Ville Bellajo sono situate nell’Agrigentino, nel cuore di una delle regioni vitivinicole più famose d’Italia, vicino alla Valle dei Templi e alle spiagge del litorale di S. Leone. L’azienda turistica è gestita dalla famiglia Bellavia che ha antiche tradizioni agricole. Ville Bellajo offre la possibilità di soggiorno in villette dotate di ogni comfort, realizzate direttamente nel corpo centrale di un rustico perfettamente ristrutturato in mezzo alla macchia mediterranea. Le Ville Bellajo sono disponibili ad accogliere nuovi ospiti, italiani e stranieri, per far loro rivivere un’ulteriore occasione di evasione e di riscoperta di un mondo rurale ormai dimenticato.
Remo Gandolfi ha degli amici con cui condivide lo stesso hobby, il Subbuteo. Tra questi amici c’é Renzo Frignani, che gentilmente accetta l’idea di Remo, fare un corso on-line sul Subbuteo. Un po’ di telefonate, qualche riunione, decine di e-mail e la macchina si mette in moto, si prepara lo storyboard, si scrivono i testi, si filmano le situazioni.
Dalla collaborazione tra lo staff Trainingweb, Remo e gli amici del Subbuteo nasce in pochi mesi il corso on-line “Renzo Frignani:il mio Subbuteo”. Un corso nuovo, che attraversa il Subbuteo in maniera orizzontale parlando di tecniche, tattiche e regole (regole ufficiali Old Subbuteo 2013) con circa due ore di video sulle situazioni di gioco che a volte generano incomprensioni. Ci sono poi i ricordi di Renzo Frignani, quei ricordi che hanno portato il nome di Renzo in giro per il mondo, campionati Nazionali ed internazionali.
Sintesi: azione di comunicazione integrata per la promozione di eventi attraverso la gestione dell’ufficio stampa, piano editoriale sui social media, produzione di materiali promozionali e diretta social.
Obiettivi: Far conoscere a livello locale ed oltre un evento. Far vivere inoltre l’evento rendendo i fruitori dell’evento dei prosumer (creatori di contenuti) dell’evento stesso.
Il rapporto WWF “L’impronta idrica dell’Italia”, realizzato da Marta Antonelli e Francesca Greco del King’s College London, si inserisce all’interno della roadmap WWF di avvicinamento ad EXPO Milano 2015, che vedrà l’associazione impegnata - in qualità di “Civil Society Participant”- in una serie di iniziative per portare il tema dell’alimentazione sostenibile all’attenzione di istituzioni, imprese e cittadini coinvolti nell’evento, nell’ambito del programma WWF One planet food. Il report distingue due componenti: l’impronta idrica della produzione e quella del consumo. http://bit.ly/1fOGdyr
Campagna di sensibilizzazione per un corretto utilizzo della risorsa idricaISEA ODV
Il 22.03.2021 in occasione della Giornata mondiale dell'acqua i soci ISEA ODV lanciano una campagna di sensibilizzazione per un corretto utilizzo della risorsa idrica.
Presentazione bidone racolta vegetali e raccolta differenziata mantova ambienteSanGiorgioMN
Comune di San Giorgio Bigarello, presentazione illustrata durante le serate con la cittadinanza informative per le nuove modalità di raccolta sfalci e ramaglie dal 1 aprile 2019.
Consigli utili per fare meno rifiuti ed una miglior raccolta differenziata
Cibo sostenibile e healthy come nuova forma di approccio ad ambiente e beness...Free Your Talent
Project Work a cura dei partecipanti del Master ISTUD in Food & Beverage management Francesco Agresti, Ilaria Campanella, Riccardo Dispinseri, Tommaso Maria Foggetti
Appunti sulla Legge regionale del Veneto 14/2017 sul consumo di suolo. Contenuti e aspetti critici. Presentazione al corso di Diritto Europeo dell'Ambiente. Padova, Palazzo del Bo - 16 maggio 2018
''The global virtual water network'' is a FIRB project funded by MIUR which aims at studying the main characteristics and implications of the virtual water flows associated to the international trade of food.
The project has the following main goals:
understanding the global dynamics of virtual water flows;
investigating the international water (and food) trade network;
evaluating impacts and feedbacks for food security;
assessing the vulnerability of the system to crises.
We aim at investigating the complex relationships between climatic, agronomic and socio-economic factors and how they shape the evolution of the worldwide trade of virtual water.
Questo è solamente uno dei primi POWERPOINT che pubblicherò quì! Per altri bellissimi Powerpoint vi invito a seguirvi sulla mia pagina Instangram SchoolP.
Project Work Alternanza scuola lavoro a cura di Martina Fiore, Carlo Melis, Teodora Rossi e Francesca Spadaro, studenti del Master in Risorse Umane ISTUD
Project Work Master in Risorse Umane: Intervista a Barbara Spangaro - SEA Aer...ISTUD Business School
Intervista a Barbara Spangaro, Responsabile Gestione HR Staff, Sviluppo e Welfare - SEA Aeroporti di Milano
Intervista a cura di Alberto Barbella, Germana Barlocco, Cristina Gallina, Alessandro Nocera, Debora Sinatra - Master in Risorse Umane e Organizzazione 2015-2016
Lead3.0 Academy: primi risultati progetto europeo su E-leadership skillsISTUD Business School
Presentati da Simonetta Manzini, ricercatrice di ISTUD, i primi risultati del progetto europeo "Lead3.0 Academy" sulle competenze di E-leadership dei manager e sui bisogni formativi.
Il progetto mira a creare un’Alleanza per la Conoscenza tra il mondo delle università e quello delle imprese con il fine di diffondere tra i formatori l’uso dei MOOCs (Massive Open Online Courses) e delle OER- (Open Educational Resources) per sviluppare le competenze trasversali di e-leadership richieste dal mercato del lavoro nell’era digitale.
Gli obiettivi operativi del progetto sono:
Identificare le competenze trasversali dei nuovi leader sia a livello individuale che a livello organizzativo/strategico;
Identificare le competenze mancanti dei formatori e svolgere un’analisi dei gap esistenti per sviluppare un programma formativo e degli approcci didattici, basati sul Web 3.0 e sulle OER, finalizzati a migliorare le competenze trasversali;
Creare, mettere in atto e testate un ambiente virtuale e un kit di strumenti per i formatori, che permetta processi formativi finalizzati alla formazione delle competenze trasversali di e-leadership;
Predisporre una Comunità di Pratica di formatori finalizzata all’utilizzo del Web 3.0 e delle Risorse didattiche aperte nell’educazione sulle competenze trasversali di e-leadership.
Il progetto ha come capofila la Fondazione Istud e include un consorzio di alto livello formato da 9 partner di 7 paesi diversi (2 università – Università di Coventry e Università delle Scienze Applicate di Münster; 2 grandi gruppi aziendali – Gruppo Auchan e Unicredit; 2 Business school- Fondazione ISTUD e Fondazione OIC Polonia; un network internazionale per l’educazione d’impresa – La Fondazione europea per il management e lo sviluppo EFMD; 2 imprese – Gruppo Pragma e Advancis Business Services) e due partner associati.
Il progetto Le@d3.0 Academy creerà e testerà, in sinergia con iniziative già in atto, metodi di formazione innovativi basati sui MOOC e sulle OER e meccanismi di cooperazione tra il mondo delle università e quello delle imprese, che facilitino lo scambio, il flusso e la co-creazione di conoscenza tra i formatori di contesti e settori differenti per lo sviluppo delle “competenze trasversali di e-leadership”.
Presentazione a Milano il 3 novembre 2015.
manager sono sotto pressione come mai prima, coinvolti nel loro lavoro quotidiano in sfide enormi: la globalizzazione, la costante tensione allo sviluppo personale, un business sempre più aggressivo H24 e 24/7, l’incertezza crescente nei processi decisionali. Il mondo sta cambiando alla velocità della luce. Siamo nell’era del digitale, della sharing economy e dell’Internet of things; della open innovation e dello smart working. Un vero “brave new world”, citando Shakespeare e Huxley. Le organizzazioni e le persone che si trovano a gestire questa complessità non possono permettersi di rimanere in attesa, ma devono riuscire ad anticipare il futuro e il mondo che sarà. E’ necessario un adeguamento nel mindset dei leader, e di conseguenza nelle skill manageriali e professionali, nei modelli di gestione. Così anche la management education dovrà dare una risposta forte, anche attraverso nuove modalità come i MOOC (Massive Open Online Courses), all’utilizzo di metodologie esperienziali e blended, applicando anche teorie innovative come quelle del connettivismo del Professor George Siemens, che studia l’apprendimento di individui e organizzazioni basandosi sul paradigma delle reti. Per avere un ruolo strategico – quasi disruptive – nell’accompagnamento e nella crescita delle persone in questa trasformazione profonda, e aiutare il business e il successo dell’impresa.
Quali sono dunque le competenze chiave per i nuovi e-Leader dell’era digitale e quali nuove forme prenderà la formazione manageriale? Sempre più i manager dovranno promuovere collaborazione e networking, incentivare l’innovazione collaborativa (co-innovation), sviluppare e consolidare la fiducia tra network e gruppi di lavoro, vivere l’apprendimento continuo. Il tutto mediato e filtrato dalle grandiose opportunità legate all’utilizzo delle nuove tecnologie, per diffondere e far crescere una vera e propria cultura dell’innovazione e del digitale in tutti i processi di lavoro e ambiti dell’organizzazione.
Verso un benessere intelligente nelle organizzazioni di lavoro in ItaliaISTUD Business School
Risultati della ricerca “Benessere e stato di salute nel mondo dei servizi in Italia: una prospettiva di genere”, sviluppata da Fondazione ISTUD per il Ministero del Lavoro presentati a Milano il 9 marzo 2015 da Maria Giulia Marini
Crowdfunding applicato alla ricerca scientifica: il caso mitilo dorato ISTUD Business School
Crowdfunding applicato alla ricerca scientifica: Il sequenziamento del genoma del mitilo dorato (Limnoperna fortunei) presentato da Francesco Dondero, Università del Piemonte Orientale "Amedeo Avogadro", alla tavola rotonda ISTUD e TIM4Expo sul Crowdfunding del 26/01/2015
Medicina della Narrazione applicata alla Fibromialgia: un nuovo possibile approccio gestionale e terapeutico per un difficile rapporto medico-paziente. A cura di Davide De Nardo – MNEMOS – Master in Medicina Narrativa Applicata alle Organizzazioni Sanitarie, I edizione
Narrazioni del personale infermieristico senior dedicato all’OncologiaISTUD Business School
Narrazioni del personale infermieristico senior dedicato all’Oncologia raccolte da Gabriella Gorzegno, Monia Lunghi, Micaela Pagliano – MNEMOS – Master in Medicina Narrativa Applicata alle Organizzazioni Sanitarie, I edizione
Risultati della ricerca dell'Osservatorio Giovani e Lavoro e alcuni consigli di personal branding per il ciclo di incontri ISTUD DAYS 2014 (Bari, Roma, Napoli)
Osservatorio Giovani e lavoro: Generation Y Ready for work around the world?ISTUD Business School
I risultati della ricerca dell'Osservatorio internazionale 2013 di Fondazione ISTUD su giovani e lavoro. Presentazione del 15 aprile 2014 presso Assolombarda.
La Medicina Narrativa è professionalizzante, ed è una competenza di base legata al patrimonio delle scienze sociali che contribuisce a migliorare il modo di lavorare, fornendo gli strumenti concreti per un approccio di cura basato sull’ascolto di cui beneficia l’intero sistema delle cure.
Strategie di internazionalizzazione dei brand: primo Project Work, Master in Marketing Management
Obiettivo: Definire le strategie e gli strumenti attraverso cui un'azienda avvia un processo di internazionalizzazione del proprio brand, con particolare riferimento alle differenze socio-culturali presenti nei mercati internazionali. Un focus è stato infine posto sui trend di comportamento dei consumatori del lusso nel mercato cinese e sull'analisi del caso Salvatore Ferragamo.
A cura di Beatrice Baà, Chiara Sangiorgio, Roberta Novembre, Cristiana Basso.
Il progetto completo è disponibile su http://freeyourtalent.eu/gruppi/pw01-MKT-internazionalizzazione-del-brand
Processi Produttivi e gestione aziendale. Dove il sistema fa acqua
1. Project work Green Management Programme 2012/2013
“Processi produttivi e gestione aziendale.
Dove il sistema fa acqua?”
“Nascita di venere” di Sandro Botticelli
Frederico Ascenzi
Alessia Capoccia
Laura Francesca Marangoni
Nicolò Santonastaso
2. Abstract.
“L'uomo è costituito all'80% di acqua. Prima di misurarsi bisogna informarsi sull'ora delle
maree.” - Pierre Légaré, Mots de tête incurables.
Ogni mattina, prima di andare al lavoro o a scuola, ci vestiamo e facciamo colazione, magari con
un buon caffè latte e biscotti alla marmellata. Per vestirci, invece, possiamo scegliere abiti firmati e
alla moda oppure scegliere un look più sportivo.
Tutto ciò che facciamo appena svegli ci accomuna: nessuno di noi ha idea di quanta acqua sia
necessaria per produrre alimenti e cibo!
Fornendo una stima, per produrre il nostro caffè latte sono stati consumati e/o inquinati 200 litri
d’acqua, e per ridurre la t-shirt e i jeans che indossiamo oggi sono stati consumati e/o inquinati
9500 litri d’acqua.
Lo scopo di questo project work è quello di fornire uno scorcio delle problematiche legate al
consumo idrico nella produzione; abbiamo cercato di capire cosa stanno cercando di fare le
aziende da questo punto di vista e quali sono le sensibilità e le esigenze dei consumatori.
Secondo il report redatto dal WWF nel 2011 “I bisogni idrici e le modalità con cui le imprese
dispongono e gestiscono l’acqua ed i propri impianti sarà sempre più sotto i riflettori e all’esame
della società, delle comunità, dei governi, dei media e sempre più, degli investitori”.
“Spendiamo milioni e milioni per cercare acqua su Marte e non facciamo niente per conservarla
qui e per cercarne di più per quelli che hanno sete.” - José Luis Sampedro, La senda del drago.
I cambiamenti climatici hanno determinato una parziale alterazione del ciclo naturale dell’acqua.
Inoltre la crescente pressione demografica, l’evoluzione degli stili di consumo, l’inquinamento e
l’incremento del fabbisogno di energia sono tra i principali acceleratori della crisi delle risorse
idriche. Oggi un miliardo e 200 milioni di persone non hanno accesso all’acqua potabile e altri due
miliardi di esseri umani sono privi dei servizi igienici. L’acqua sta diventando una risorsa sempre
più scarsa, preziosa, e sempre più al centro di conflitti e tensioni sociali.
Negli ultimi anni, il problema dell’utilizzo idrico e della sua gestione sono diventati temi sempre
più centrali nel dibattito sulla sostenibilità globale, tutto questo alla luce della crescente carenza
idrica planetaria.
L’impronta idrica (water footprint) che viene definita come il volume totale annuo di acqua dolce
utilizzata per produrre beni e servizi, è l’elemento protagonista del nostro lavoro. L’impronta idrica
è un indicatore del consumo di acqua dolce che include sia l’uso diretto che indiretto di acqua da
parte di un consumatore o di un produttore. L’impronta idrica di un singolo, una comunità o di
un’azienda è definita come il volume totale di acqua dolce utilizzata per produrre beni e servizi,
misurata in termini di volumi d’acqua consumati (evaporati o incorporati in un prodotto) e
inquinati per unità di tempo.
3. “Lo sapevi che il mal di testa dopo sbronza è dato dal fatto di non avere abbastanza acqua in
corpo per attivare il ciclo di Krebs? Il che è esattamente quello che succede quando muori di sete.
Quindi morire di sete deve essere più o meno come una sbornia fatale che alla fine ti uccide” -
Citazione dal film A Beautiful Mind.
Se si analizza il consumo idrico di tutti gli individui, si nota che una grossa percentuale è associata
al cibo, l’85% della water footprint umana è dovuto all’attività agricola mentre il 10% all’attività
industriale. In Europa, all’attività agricola è destinato il 46% dell’acqua disponibile, in Italia si
raggiunge il 60% della risorsa idrica del paese. Bisogna tener conto anche del fatto che gli alimenti
di derivazione animale consumano maggiori quantità di acqua, questo è dovuto al fatto che nel
computo dell’impronta idrica rientrano l’acqua utilizzata per produrre il foraggio e l’acqua per
l’abbeveraggio, entrambi essenziali per il sostentamento dell’allevamento. Solo negli Stati Uniti il
68% dei cereali consumati è stato destinato al foraggio per il bestiame.
Inoltre, nei paesi ad alto reddito, al settore agricolo e a quello della produzione di alimenti, è
imputabile il 40% dell’inquinamento dell’acqua dolce disponibile mentre si parla di un 54% nei
paesi a basso reddito.
In quest’ottica si rende necessario analizzare nel dettaglio tutto il ciclo produttivo per poter
identificare i punti di intervento. Accanto all’introduzione di tecnologie specifiche che permettano,
attraverso un controllo automatizzato, di ottimizzare l’utilizzo di acqua; si collocano studi per
poter riutilizzare questo bene o poterlo riciclare in modo da utilizzare l’acqua sempre per lo stesso
processo.
Nel processo industriale alimentare sono moltissimi i punti di intervento per il risparmio idrico.
L’acqua è l’attore principale in tutte le fasi della trasformazione alimentare, viene infatti integrata
nell’alimento o nella bevanda, ma è fondamentale anche per il lavaggio sia della materia prima che
dell’imballo primario, viene utilizzata anche indirettamente per la sterilizzazione e la
pastorizzazione, per il trasporto, e non ultimo anche per il riscaldamento o raffreddamento dei
prodotti durante tutto il ciclo produttivo.
“Più ci saranno gocce d'acqua pulita, più il mondo risplenderà di bellezza.” - Madre Teresa di
Calcutta
L’articolo 25 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani stabilisce che “Ogni persona ha diritto
ad un livello di vita sufficiente ad assicurare la salute e il benessere suo e della sua famiglia,
specialmente per quanto concerne l'alimentazione, l'abbigliamento[…]”.
Il modo in cui l’industria del tessile si è sviluppata è specchio di come si è evoluto il mercato
mondiale, e anzi rappresenta meglio di altri settori il nostro modo di vivere consumista. Il mercato
detta le mode, presentando ogni anno dei prodotti nuovi e differenti dall’anno precedente, e
considerando la divisione dell’anno in stagioni si fa presto a immaginare la dinamicità di questo
ambiente. Di conseguenza il prodotto dell’industria dell’abbigliamento ha un ciclo di vita molto
breve, si stima che un indumento abbia durata commerciale di circa tre mesi (durata delle
collezioni stagionale). E’ stato calcolato che, ogni anno, solamente in Gran Bretagna vengono
gettati in discarica 1,2 milioni di tonnellate di abiti. Dati come questi possono portare a due
4. riflessioni, una sull’etica e una sull’ambiente. Anzitutto, se anche una piccola parte di quella
montagna di vestiti fosse ancora “buona da indossare”, sarebbe comunque tanto per chi non può
permettersi di acquistare vestiti, inoltre si può anche obiettare che la maggior parte di quei vestiti
potrebbero essere riciclati per crearne di nuovi, risparmiando cosi molti impatti negativi, sia
ambientali che etici, che riguardano la produzione dei vestiti.
I processi produttivi nel settore dell’abbigliamento riguardano molto da vicino l’ambiente, ed in
particolar modo l’acqua, lungo tutta la catena produttiva (dalla coltivazione allo smaltimento dei
prodotti industriali).
L’aspetto più importante di questo mercato, che incontreremo spesso nelle successive analisi, è
quello dei materiali utilizzati per la produzione ed il trattamento dei vestiti. Questi materiali,
direttamente o indirettamente, a causa del loro processo di produzione o del loro modo di essere
smaltiti, incidono profondamente sull’impatto ambientale del prodotto, la cosiddetta footprint, e
in particolar modo sulla water footprint, quella che appunto riguarda l’utilizzo dell’acqua. Com’è
noto uno dei materiali più utilizzati nell’industria tessile è il cotone. La pianta del cotone presenta
due caratteristiche importanti: è una specie particolarmente soggetta all’attacco di numerose
varietà di insetti, e, cosa più importante, ha bisogno di una quantità d’acqua elevatissima per
poter crescere. Per quanto riguarda il primo aspetto, la conseguenza è stata un utilizzo smisurato
di pesticidi ed insetticidi, quantificato nel 22,5% di tutti gli insetticidi e nel 10% di tutti i pesticidi
utilizzati nelle coltivazioni mondiali. Questo tipo di sostanze chimiche, chi più chi meno, sono
molto dannose per l’ambiente e per la salute umana, soprattutto quelle più aggressive, che
entrano nell’ecosistema, arrivando ad inquinare le falde acquifere, alterandolo per decenni se non
di più. L’organizzazione mondiale della sanità ha stimato essere 13000 i morti, ogni anno, causati
dall’utilizzo di sostanze chimiche nella coltivazione del cotone.
“Un porto è un luogo affascinante per quelli che partono e quelli che ritornano, che hanno la
forza di volere, il desiderio di viaggiare e di arricchirsi.”- Charles Baudelaire.
BUONA LETTURA!
Per informazioni sul Green Management Programme http://www.istud.it/greenmng