Dal convegno "Doppia Piramide: alimentazione sana per le persone, sostenibile per il pianeta" - 29 giugno 2010, Milano. Doppia Piramide: alimentazione sana per te, sostenibile per il pianeta - Barbara Buchner
Un' indagine COMIECO - Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica tra mille famiglie italiane sulle loro abitudini d'acquisto.
Dal convegno "Doppia Piramide: alimentazione sana per le persone, sostenibile per il pianeta" - 29 giugno 2010, Milano. Doppia Piramide: alimentazione sana per te, sostenibile per il pianeta - Barbara Buchner
Un' indagine COMIECO - Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica tra mille famiglie italiane sulle loro abitudini d'acquisto.
WWF Italia : Quanta natura sprechiamo: ottobre 2013WWF ITALIA
Lo spreco alimentare non è solo un problema di alimenti: per produrre tutto il cibo che sprechiamo, ogni anno in Italia buttiamo nel cestino fino a 1.226 milioni di metri cubi di acqua, 24,5 milioni di tonnellate di CO2e e il 36% dell’azoto da fertilizzanti, utilizzati inutilmente con tutti gli impatti e i costi ambientali che ne conseguono. La responsabilità è dei consumatori, che spendono in media 316 € euro l’anno in cibo che per disattenzione o negligenza viene buttato senza essere consumato, ma anche di un sistema produttivo che troppo spesso perde cibo e risorse lungo la filiera, fino al 50% delle perdite totali, prima ancora che arrivino in tavola.
E’ il quadro che emerge dal rapporto WWF “Quanta natura sprechiamo” e dall’indagine realizzata da GfK Eurisko con la collaborazione di Auchan e Simply, presentati oggi all’evento WWF “Ridurre lo spreco alimentare: una ricetta per salvare il pianeta”, che insieme a esperti italiani e internazionali.
Buone azioni per rispettare la Terra. Energia, effetto serra, cambiamenti climatici, innalzamento dei mari e ispessimento delle foglie: effetti sulla vita!
Luigi Scordamaglia- Lo spreco alimentare: convertire un paradosso in ricchezz...Nexo Corporation Srl
Philip Kotler Marketing Forum 2017 - sessione best practices food, intervento di Luigi Scordamaglia, Amministratore Delegato Inalca S.p.A. e Presidente Federalimentare
Cibo sostenibile e healthy come nuova forma di approccio ad ambiente e beness...Free Your Talent
Project Work a cura dei partecipanti del Master ISTUD in Food & Beverage management Francesco Agresti, Ilaria Campanella, Riccardo Dispinseri, Tommaso Maria Foggetti
Estratto rassegna stampa della giornata mondiale dell'Ambiente, celebrata il 05 giugno 2016. Il focus sul progetto Pasto Buono, il progetto solidale di QUI Foundation, nato da un'idea di Gregorio Fogliani, che combatte gli sprechi alimentari.
Traditional agriculture is an economically advantageous cultivation and breeding method used in advanced countries like the United States, Australia, and Western Europe that relies on low costs and reduced manual labor through the use of machinery, pesticides, and fertilizers to increase productivity. However, this practice can negatively impact the environment through soil and water pollution, insect death, and reduced biodiversity, leading many to adopt integrated agriculture that still uses chemicals but tries to reduce harmful and toxic substances and machinery.
WWF Italia : Quanta natura sprechiamo: ottobre 2013WWF ITALIA
Lo spreco alimentare non è solo un problema di alimenti: per produrre tutto il cibo che sprechiamo, ogni anno in Italia buttiamo nel cestino fino a 1.226 milioni di metri cubi di acqua, 24,5 milioni di tonnellate di CO2e e il 36% dell’azoto da fertilizzanti, utilizzati inutilmente con tutti gli impatti e i costi ambientali che ne conseguono. La responsabilità è dei consumatori, che spendono in media 316 € euro l’anno in cibo che per disattenzione o negligenza viene buttato senza essere consumato, ma anche di un sistema produttivo che troppo spesso perde cibo e risorse lungo la filiera, fino al 50% delle perdite totali, prima ancora che arrivino in tavola.
E’ il quadro che emerge dal rapporto WWF “Quanta natura sprechiamo” e dall’indagine realizzata da GfK Eurisko con la collaborazione di Auchan e Simply, presentati oggi all’evento WWF “Ridurre lo spreco alimentare: una ricetta per salvare il pianeta”, che insieme a esperti italiani e internazionali.
Buone azioni per rispettare la Terra. Energia, effetto serra, cambiamenti climatici, innalzamento dei mari e ispessimento delle foglie: effetti sulla vita!
Luigi Scordamaglia- Lo spreco alimentare: convertire un paradosso in ricchezz...Nexo Corporation Srl
Philip Kotler Marketing Forum 2017 - sessione best practices food, intervento di Luigi Scordamaglia, Amministratore Delegato Inalca S.p.A. e Presidente Federalimentare
Cibo sostenibile e healthy come nuova forma di approccio ad ambiente e beness...Free Your Talent
Project Work a cura dei partecipanti del Master ISTUD in Food & Beverage management Francesco Agresti, Ilaria Campanella, Riccardo Dispinseri, Tommaso Maria Foggetti
Estratto rassegna stampa della giornata mondiale dell'Ambiente, celebrata il 05 giugno 2016. Il focus sul progetto Pasto Buono, il progetto solidale di QUI Foundation, nato da un'idea di Gregorio Fogliani, che combatte gli sprechi alimentari.
Traditional agriculture is an economically advantageous cultivation and breeding method used in advanced countries like the United States, Australia, and Western Europe that relies on low costs and reduced manual labor through the use of machinery, pesticides, and fertilizers to increase productivity. However, this practice can negatively impact the environment through soil and water pollution, insect death, and reduced biodiversity, leading many to adopt integrated agriculture that still uses chemicals but tries to reduce harmful and toxic substances and machinery.
El documento argumenta que los consumidores obtienen principalmente beneficios económicos y de calidad de las cadenas cortas de suministro. Económicamente, los precios son más bajos debido a menores costos de distribución, embalaje y transporte; y cualitativamente, los consumidores pueden comprar productos frescos y típicos de la región, conocer la historia de los alimentos y al productor, y tener más oportunidades de comprar productos orgánicos.
El documento describe las ventajas del comercio directo entre productores y consumidores. Esto permite que los productores obtengan un precio justo por sus productos y que los consumidores compren alimentos frescos y típicos de la región sin largos transportes. El encuentro directo entre ambos grupos tiene resultados positivos, tanto para los productores que pueden ganar lo suficiente como para los consumidores que adquieren productos de calidad.
Este documento describe las ventajas de la cadena corta de suministro de alimentos en comparación con los grandes supermercados. La cadena corta permite comprar productos estacionales, frescos y genuinos directamente de los productores sin pesticidas ni tratamientos especiales, respetando los ciclos naturales y garantizando una mayor calidad.
La cadena larga y corta se refiere a dos aspectos: el número de operadores involucrados en la producción y la distancia en kilómetros que recorren las materias primas y productos a lo largo de la cadena de suministro. Una cadena se considera larga cuando hay un gran número de operadores o cuando la suma total de los kilómetros recorridos es grande, mientras que una cadena corta tiene menos operadores o una distancia total más pequeña.
La cadena corta es una cadena caracterizada por un número limitado de pasos entre el productor y el consumidor, lo que permite el contacto directo y reduce los costos para el consumidor. Este tipo de cadena es más común en la agricultura para productos que no requieren procesamiento y tiene como objetivo principal contener los costos para el consumidor final.
La cadena controlada certifica que un producto tiene trazabilidad absoluta que indica todos los pasos en la cadena de producción, quién los realizó y cómo, así como estrictos estándares higiénicos definidos por HACCP. Esto permite la trazabilidad de la cadena y que el consumidor reconozca a todas las empresas involucradas en la producción, comercialización y transporte de un artículo alimenticio.
Una cadena (agroalimentaria, industrial o tecnológica) se refiere al sistema articulado de principales actividades, tecnologías, recursos y organizaciones que contribuyen a la creación, transformación, distribución, comercialización y suministro de un producto terminado, incluyendo el conjunto de empresas que participan en la cadena de distribución.
1. I dati resi noti nel rapporto “Food wastage footprint. Impacts on natural resources”
realizzato dal dipartimento di gestione ambientale e delle risorse naturali della FAO nel
2013, segnalano infatti che l’impronta di carbonio del cibo prodotto ma non mangiato e quindi
sprecato ogni anno, viene stimata in 3.3 miliardi di tonnellate di CO2, una cifra complessiva
che inserisce questo sconcertante dato di emissioni di prodotti che non vengono neanche
utilizzati, al terzo posto nella classifica dei maggiori emettitori di CO2 a livello mondiale
dopo Cina e Stati Uniti.
E' un circolo vizioso perché, secondo studi recenti, il cambiamento climatico a sua volta
potrebbe ridurre la produttività agricola, diminuendo le disponibilità alimentari globali e
danneggiando le popolazioni più povere e le famiglie che basano il proprio reddito sulle
colture, l'allevamento del bestiame e la pesca.
Gli effetti che il fenomeno dello spreco alimentare produce, i possono dividere in tre
grandi categorie:
- IMPATTOAMBIENTALE: vengono utilizzate delle sostanze naturali che verranno buttate
in seguito. Tutto il lavoro che è dietro a un prodotto che non viene consumato, produce
emissioni e rifiuti. Per stimare l'impatto ambientale che possiede ogni singolo prodotto,
si deve tener conto di tre indicatori:
Carbon footprint: emissioni di gas, che incrementano l'effetto serra, durante i
vari processi. Sono emessi soprattutto anidride carbonica proveniente dall'utilizzo
di combustibili fossili, e protossido di azoto proveniente dai fertilizzanti;
Ecological footprint: parametro che permette di calcolare l'impatto dei consumi di
una popolazione su un determinato ambiente;
water footprint: questo indicatore permette di calcolare quanta acqua viene
utilizzata all'interno del processo. Inoltre tiene conto anche delle modalità di
utilizzo (es: irrigazione, produzione industriale,…)
Grazie a questi 3 parametri, si è potuto calcolare l'impatto ambientale di alcuni alimenti
anche in Italia, grazie ad Andrea Segrè. Dai dati da egli raccolti, si evince che lo spreco
di frutta e verdura, consuma circa 73 milioni di m³ di acqua e produce circa 8 milioni di
Kg di CO2.
2. -IMPATTO ECONOMICO: I soldi “buttati” a causa dello spreco alimentare. Per fare una
stima della quantità di denaro che si perde con questo fenomeno, si deve tener conto di
vari parametri:
valore che si perde con lo spreco: il valore del bene deve essere proporzionale al
valore delle risorse di produzione;
prezzo di mercato di ciascun bene in base alla sua utilità;
impatto sull'utilità della società: non si tiene conto soltanto del prezzo di mercato
ma anche degli effetti negativi che vengono riscontrati dalla società (emissioni);
superficie agricola: guardare quanto terreno viene utilizzato per produrre alimenti
che vengono sprecati.
-IMPATTO SOCIALE: esso può essere diviso in due:
sicurezza alimentare: disponibilità di alimenti necessari a sfamare un certo Paese,
in quantità tale da soddisfare le richieste di energia di ciascuna persona (2700
Kcal/giorno);
accessibilità agli alimenti: nonostante i cibi siano molto abbondanti, esistono zone
del pianeta in cui si registrano casi di denutrizione (mancanza di cibo), e zone in cui
si registrano casi di sovranutrizione. Nelle zone più povere l'accessibilità è molto
scarsa mentre nei Paesi industrializzati l'accesso al cibo è semplice, ed è proprio in
questi Paesi che si verifica il fenomeno dello spreco (obesità).