Vi racconto perchè ho votato FARE-FiD alla Camera e M5S al Sento.
Me lo chiedono in tanti.
A tutti rispondo con queste poche righe, mano alla coscienza.
Non è stato un voto facile.
Che viva l'Italia! nicola
DigitalDem la nascita del movimento politico e tecnologicoEnrico Filippucci
Democrazia Digitale, abbreviato DigitalDe, è un nuovo movimento politico e il progetto di un innovativa piattaforma web per partiti e movimenti politici.
"Uomini e imprese. Energie per lo sviluppo" - relazione del Presidente Andrea Bolla alla 66a Assemblea di Confindustria Verona.
Fiera di Verona, 27 giugno 2011
Giornale il Portico n. 274 gennaio 2011 mensile novellarese, cronaca, politica, sport, notizie, comunicati, pubblicità, foto, personaggi novellaresi, tutto quello che volete sapere sul Portico di Novellara
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Fiera di Verona, 27 giugno 2011
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il Portico n.297 febbraio 2013
IL PORTICO raggiungere con minor sforzo
un numero di persone molto maggiore....
…la svolta che fa l'enorme differenza! Pensaci.
Ti auguro una splendida giornata
Ci&Wi computer graphics 0522/652131
L'articolo a colonna sul lato destro, con titolo evidenziato in verde, riporta alcuni commenti degli esperti. Tra questi, anche il mio (Nicola Salerno, CeRM), riguardante il contributo applicabile alle pensioni per riassorbire, almeno in parte, i generosi vantaggi elargiti dalle regole di calcolo retributive.
La comunicazione (politica): una professione tra sartoria e data analysisProforma
Avere dei dati scientifici che aiutano nella analisi e nella elaborazione di strategie è fondamentale e, nonostante possa sembrare scontato che si proceda in questo modo, non sempre lo è.
Contemporaneamente, per chi fa il nostro mestiere esiste una quota di artigianato, di lavoro fatto a mano, di intuito, a volte di azzardo che, condiviso con il committente, comporta il rischio dell'errore.
il Portico n.297 febbraio 2013
IL PORTICO raggiungere con minor sforzo
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L'articolo a colonna sul lato destro, con titolo evidenziato in verde, riporta alcuni commenti degli esperti. Tra questi, anche il mio (Nicola Salerno, CeRM), riguardante il contributo applicabile alle pensioni per riassorbire, almeno in parte, i generosi vantaggi elargiti dalle regole di calcolo retributive.
La comunicazione (politica): una professione tra sartoria e data analysisProforma
Avere dei dati scientifici che aiutano nella analisi e nella elaborazione di strategie è fondamentale e, nonostante possa sembrare scontato che si proceda in questo modo, non sempre lo è.
Contemporaneamente, per chi fa il nostro mestiere esiste una quota di artigianato, di lavoro fatto a mano, di intuito, a volte di azzardo che, condiviso con il committente, comporta il rischio dell'errore.
In occasione di 'Web e democrazia' (http://mondo2ilfuturochevogliamo.it/scuole/roma/liceo-classico-t-tasso), 6 aprile 2013.
Fonte: ilnichilista.com
Autore: Fabio Chiusi
Comunicare la politica - ottava edizioneDino Amenduni
Raccolta di presentazioni per le mie docenze del primo semestre del 2014.
I moduli nel dettaglio:
- Cinque cose da sapere se vuoi fare politica in Italia nel 2014;
- Web 2.0: modelli teorici di riferimento;
- Campagne elettorali: dieci cose che ho imparato (fino a ora);
- Cinque domande che gli studenti ci fanno durante le docenze;
- L’evoluzione digitale della specie - la dieta mediatica degli italiani;
- Dove sono i voti degli italiani?
- Cinque buone idee di comunicazione per chi ha appena vinto le elezioni;
- Scrivere (per) la politica;
- Un'esercitazione
Oggi è IL PORTICO, ad aver bisogno
del vostro aiuto e della vostra solidarietà
Sostenete il Portico versando sul C/C 1412105 Banca Popolare Emilia Romagna agenzia di Novellara
o presso la nostra sede in viale Montegrappa, 54.
IBAN - IT45M0538766400000001412105
Devo a Pierluigi Battista e alla sua stroncatura di oggi sul Corriera della Sera http://bit.ly/111OSzV la lettura di questo documento
P. Battista è infatti uno dei miei punti di riferimento. Una sua stroncatura vale oro e anche questa volta non mi ha deluso.
Il documento di Barca merita infatti molta attenzione.
Provate a leggerlo, mi farebbe piacere discuterne con gli amici.
VOLETE IL NOSTRO (MIO) VOTO) ? ALLORA DITECI …tramerper
Una richiesta omnicomprensiva: volete (mi rivolgo alle formazioni politiche, esistenti e in formazione) dire chiaramente cosa vorreste fare, tenendo conto ovviamente della situazione nazionale, comunitaria ed internazionale ?
L’ELETTORATO ITALIANO E … L’IMPERFETTA TRINITÀtramerper
Nonostante tutto quello che è successo e sta succedendo, dopo le elezioni politiche di febbraio 2013, a guardare i sondaggi non cambia molto: il centrodestra ed il centrosinistra intorno al 30-35%, il M5S intorno al 20% (ma, attenzione, fino al 50% dell’elettorato è incerto o deciso a non votare).
Questo significa che, a meno di un “pesante” intervento su indecisi/non votanti, con qualunque legge elettorale si vada a votare, probabilmente né centrodestra, né centrosinistra, né M5S saranno in grado di governare da soli.
Cioè, appunto, una “imperfetta” trinità.
Similar to Perchè così votai nel Febbraio 2013 (20)
Tra il Gennaio 2001 e il Settembre 2012, sono poste a confronto le seguenti tre serie:
1) Commercio al dettaglio a valori nominali;
2)Prezzi al consumo (indice armonizzato Europa, HICP);
3) Commercio al dettaglio in termini reali (depurato dalla dinamica dei prezzi).
Ne emerge una forbice impressionante, con in mezzo le famiglie.
Le serie sono quelle Istat destagionalizzate. Valori del Gennaio 2011 normalizzati all\'unita\'.
::: IL VIAGGIO ::: Una versione moderna dell\'ippogrifo. Un po\' vascello un po\' lampara, un po\' macchina fuoristrada un po\' pullman a più piani, un po\' casa semovente un po\' Carro della Bruna. Ce n\'è per tutti i gusti. Sembra lì lì per collassare su di sè, ma poi dura finchè va. Più o meno è così la mia valigia quando parto. Un grazie all\'immaginazione e alla mano di Paolo Freuli.
Ipotesi di riduzione dei contributi pensionistici al primo pilastro. Una prim...Nicola_C_Salerno
La prima quantificazione di una ipotesi di riduzione dei contributi pensionistici obbligatori per gli under 40 lavoratori dipendenti regolari (pubblici e privati, full time e part time).
Le elaborazioni sono descritte passo passo.
CeRM, Settembre 2012
Delega al Governo per la riforma del sistema pensionistico e principi di racc...Nicola_C_Salerno
PROPOSTA CERM DI <<Delega al Governo per la riforma del sistema pensionistico e principi di raccordo con il mercato del lavoro e il welfare system>>
Articolo per ALTROCONSUMO - Tassare gli alimenti dannosi per la salute e per ...Nicola_C_Salerno
Tassare o non tassare le bibite analcoliche zuccherine e i superalcolici? La domanda è parte della più generale questione se ricorrere o meno alla leva fiscale per correggere abitudini alimentari dannose per il singolo e, attraverso le esternalità e le interconnessioni economiche tra singolo e società, dannose per tutti i cittadini.
Se il discorso resta su un piano teorico-filosofico, la contrapposizione tra sovranità del consumatore nelle sue scelte quotidiane e principi di “raccordo” con equilibri collettivi è condannata a rimanere insoluta. È quanto ha dimostrato il rapido e incompleto dibattito che si è svolto in Italia nel mese di Agosto 2012, dopo la proposta, poi abbandonata, di adottare una “tassa pro salute”.
Bisogna cambiare prospettiva, e contestualizzare il più possibile per tenere conto della complessità dei mercati (potere del marketing, sollecitazioni multimediali, mode globalizzate, etc.), delle proporzioni macroeconomiche che le singole azioni di consumo possono raggiungere quando sono diffuse e frequenti (in primis sui conti della sanità e del welfare), e soprattutto delle interdipendenze sempre più forti che legano tra loro i comportamenti dei cittadini nelle società moderne, anche al di là dei confini nazionali.
Se così si procede, la tassa sugli alimenti dannosi smette di far paura e di apparire un residuato di qualche passato illiberale, e può trovare le sue fondamenta economiche e giuridiche. Bisogna, però, saperla disegnare e utilizzare bene, magari impostandola nella forma di una rimodulazione delle aliquote Iva e, visto che la materia Iva è da tempo oggetto di tentativi di convergenza europea, dandole da subito un respiro europeo.
Federalismo o Iperlocalismo nelle rifome italiane?Nicola_C_Salerno
Sono passati quasi dodici anni dal D. Lgs. n. 56-2000, il primo atto normativo che ha tentato di reimpostare il finanziamento e la governance della sanità su basi federaliste. Da allora, il Legislatore è intervenuto più volte sul tema, dalla riforma costituzionale del 2001 sino alla Legge n. 42-2009 e alla sua scia attuativa, passando per varie ipotesi di realizzazione del federalismo, alcune rimaste in bozza, altre arenatesi nella discussione parlamentare, una anche respinta con referendum costituzionale nel 2006. Quasi dodici anni di “cantiere” federalista, senza riuscire ad approdare ad un rinnovato modello di governance, completo in tutte le sue parti, economico-finanziarie, istituzionali, di regolazione, di rappresentanza e responsabilizzazione politica.
L’attestazione dell’incapacità a chiudere la trasformazione federalista è arrivata adesso. L’urgenza della crisi ha obbligato a cambiare prospettiva. Da un approccio sistemico e strutturale si è passati, con la spending review “Monti-Giarda”, a focalizzare l’attenzione su poche significative poste di bilancio, fissando per loro dei livelli standard. La ricerca di risparmi rapidi ha reso necessario ripiegare su strumenti di governance già sperimentati in passato, come i target su singole voci di spesa, in contraddizione con tutto il processo legislativo condotto almeno dal 2009 ad oggi, che aveva scelto di impostare la standardizzazione a livello macro e secondo una logica top-down. Il livello macro per lasciare alle Regioni una sufficiente sfera di autonomia organizzativa nell’allocazione delle risorse tra funzioni e capitoli di spesa. La logica top-down per inserire il finanziamento all’interno di un andamenti sostenibili delle finanze pubbliche.
È stata proprio quella sfera di autonomia organizzativa a costituire uno dei punti deboli della via italiana al federalismo. Non perché di principio essa non sia corretta e anzi auspicabile, ma perché è rimasta solo a livello di disegno del meccanismo di finanziamento, e non si è approfondita sul piano operativo, non è stata sorretta da un sufficiente disegno delle Istituzioni e delle relazioni tra livelli di governo e amministrazione.
Utile portare un esempio concreto di questa incompletezza del federalismo che, a fronte di un tentativo di costruire un finanziamento in prospettiva strutturale e sistemica, ha sottovalutato l’esigenza di un parallelo approccio sistemico anche per quanto riguarda lo svolgimento operativo delle varie funzioni (Il famoso “chi fa che cosa?”). Questo punto di debolezza ha sinora esposto al rischio di iperlocalismo, che è una delle degenerazioni del federalismo.
Tempo fa ho ricevuto in CeRM questa mail di una cittadina che mi chiedeva lumi sulla disorganizzazione che pervade i rapporti tra Regioni e tra Regioni e Enti Locali. Suggerisco di leggerla per intero questa mail, perché porta un riscontro concreto della frammentazione e sistemica e delle sovraspese evitabili.
Su Rivista Welfare OGGI (Maggioli Ed.).
Un giro di interviste per sentire diversi punti di vista.
Inserisco solo la prima pagina e le pagine con il mio breve commento, non conoscendo le preferenze degli altri autori.
Rivista bimestrale, non tecnica ma di buon livello di approfondimento. Tutta dedicata al welfare.
1. M5S è la nostra coscienza sporca
Ora il Pd è faccia a faccia con il Paese reale
Una risposta franca e semplice, direi anche molto banale, per spiegare il mio voto
Mi chiedono in tanti come sia possibile che un economista (o uno con studi di economia
sulle spalle) possa votare M5S / Grillo. Come è possibile essere a favore della fuoriuscita
dell’Euro? Come è possibile spalleggiare un populista che vuol regalare a tutti il reddito di
cittadinanza senza preoccuparsi di come finanziarlo? Come è possibile essere d’accordo
sulla riforma delle pensioni di Grillo (introdurre forchetta pensione minima/massima per
tutti… quoque tu, Salerno, che scrivi di pensioni da una vita)? Come è possibile credere a chi
vuol radere al suolo attuali vertici e governance di Eni, Enel, Telecom, Cddpp, etc., senza far
differenza tra assetti proprietari (privati e pubblici) e soprattutto senza proporre nulla di
chiaro a riempire i vuoti. L’elenco è lungo, e potrei continuarlo da solo senza essere aiutato:
cancellare i sindacati con un articolo di legge, impedire i controlli sui redditi, fare marcia
indietro sulle riforme dei servizi pubblici locali, etc. etc..
Niente di tutto ciò. Il mio voto non si regge su nessuno, o quasi nessuno, dei punti del
programma economico del M5S. Quasi tutte le proposte di politica economica di Grillo sono
impraticabili, utopistiche o addirittura dannose. Il miglior programma economico era, a mio
modo di valutare, quello di Fare x Fermare il Declino: dettagliato, trasparente, totalmente
scevro da populismi, responsabile nel considerare le compatibilità finanziarie, con impegni
inequivocabili, una proposta concreta per ognuno degli snodi strutturali aperti da venti anni
e più. Avessero potuto raggiungere una soglia sufficiente per portare avanti il programma e
far percolare le loro idee, avrei votato FiD sia alla Camera che al Senato. L’ho fatto solo alla
Camera, il mio è stato un voto disgiunto. Al Senato ho preferito dare il voto a chi, in
mancanza di correttivi precisi e praticabili alla linea di politica economica, poteva portare
una scossa. Il senso della mia croce sul simbolo di Grillo è questo. Un voto “muscolare”,
come quello a FiD è stato un voto col “cervello”, per le idee.
Io ritengo M5S la coscienza sporca del Pd (PdL essendo fuori concorso quanto a coscienza,
un outsider). Doversi confrontare con loro sarà, per il Pd, come andare in terapia dall’analista.
Bisogna solo capire se terapia freudiana, per portare alla luce i venti anni di “amore e sesso
clandestino e contro natura” con il PdL. Oppure se terapia junghiana, per fare i conti con
tante “esperienze di gioventù” non ancora sufficientemente elaborate, e con molti aspetti
irrisolti della natura politica e partitica.
M5S rappresenta la pancia e le budella del Paese, in subbuglio dopo venti anni di non
governo, di perdite di tempo, di mezze misure. Adesso pancia e budella ce le abbiamo
davanti tutti, non è più necessario fare ipotesi su quanti sono, fin dove vorranno arrivare,
quale livello di esasperazione e di irrazionalità si trascinano dietro. Il burrone è lì, visibile a
tutti, anche al più miope, anche al più ottimista attivista del Pd.
Chiedo a voi: Era preferibile che queste sacche di insofferenza e di malcontento, diffuse
dappertutto senza steccati geografici e trasversali alle età ma con forte componente
giovanile, rimanessero sommerse a covare? Era preferibile che lo sfogo avvenisse nelle
piazze, con possibili degenerazioni ed escalation di durezza? Io l’ho pensata diversamente:
Meglio che tutto venga fuori, e che tutto si incanali democraticamente nel percorso
2. parlamentare. Meglio tenere il Parlamento al centro. La società civile e i movimenti che
entrano nelle Istituzioni è una novità assoluta in Italia. Il Paese e il suo modo di far politica
non saranno più gli stessi da ora in poi.
Tanti, quasi tutti, mi stigmatizzano per non aver pensato col mio voto alla stabilità del Paese.
Secondo me è stabilità anche includere la protesta nei canali istituzionali e dialogarci. E a
coloro che da anni chiedono che non si pensi solo alla stabilità finanziaria e il rigore non sia
cura più dannosa del male, dico anche che questa è una occasione di gettare presupposti di
stabilità, stabilità politica e sociale. Una occasione, non un fatto già automaticamente
acquisito. Bisogna saperla capire, gestire e mettere a frutto. È un compito difficilissimo.
Molto più comodo sarebbe stato per il Pd avere carta bianca e vincere facile come alle sue
primarie interne. Troppo facili, quelle, per essere vere. Non ho voluto, col mio voto, che
questo accadesse. Non c’è niente di facile nei tempi che stiamo vivendo.
Ma torniamo al programma di Grillo, da cui ho già preso le distanze (non è questa la cifra,
non è questa la forza che mi interessa in M5S). Se si analizzano i punti, di là dai toni radicali,
minacciosi, da giudizio universale michelangiolesco con resa dei conti, se i punti si
analizzano alla radice, appaiono (così almeno a me) come tentativi convulsi, primitivi,
semplicistici e anche spacconi di dare risposte rapide a problemi ormai endemici dell’Italia.
La politica non ha svolto, per tanti troppi anni, il suo ruolo di mediazione tra la gente, le
Istituzioni e le scelte, e questo è il risultato: le richieste stanno sfondando dal basso, stanche
di aspettare qualcuno che le capisca, le raccolga rapidamente (adesso il rapidamente
significa subito), e prospetti per loro una soluzione praticabile e sostenibile. Il raccordo tra i
bisogni e le Istituzioni, tra le aspirazioni della gente e la scrittura delle riforme, non ha
funzionato. E senza una discontinuità politica non vedevo, io, presupposti perché
improvvisamente la separazione tra Paese partitico e Paese dei cittadini si risolvesse.
Gli esempi possono esser tanti. Prendiamo le pensioni. L’idea primitiva di Grillo va
necessariamente tradotta. La sua “pensione minima per tutti” non è sostenibile, mentre la
pensione massima (di fatto un taglio dei benefici rispetto alla storia contributiva)
genererebbe presto effetti negativi sull’offerta di lavoro, sulla produttività,
sull’evasione/elusione contributiva. A Grillo andrebbe spiegato che lo stesso obiettivo va
perseguito estendendo a tutti e velocizzando il criterio di calcolo contributivo nozionale
delle pensioni, e allungando l’età di pensionamento in maniera flessibile. Gli andrebbe detto
che la pensione minima per tutti è di fatto un reddito di cittadinanza (non a caso altro punto
del programma M5S) che, per essere sostenibile, deve possedere necessariamente un’elevata
selettività, altrimenti vendiamo fumo. Gli andrebbe spiegato che è tutto il nostro welfare ad
avere bisogno di selettività, strumento indispensabile per coordinare nel tempo la domanda
di prestazioni con i vincoli di bilancio. Perché porto questo esempio? Perché per il Pd
sistemazione del capitolo delle pensioni e selettività a tutto tondo del welfare restano due
argomenti indigesti. Si chiarisca le idee adesso che non ha monopolio autoreferenziale in
Parlamento.
Sul mercato del lavoro. Tra il Pd trattenuto sulle posizioni della Cgil e il M5S che chiede
assegno triennale per tutti i disoccupati (dove mai andremmo a recuperare risorse, bho!),
forse le riforme alla Ichino o alla Boeri cominceranno a sembrare un buona via di mezzo,
magari coordinate con la ristrutturazione selettiva del welfare.
Cassa Depositi e Prestiti e fondazioni bancarie. Vuoi vedere che adesso si muove qualcosa
anche su quest’altro chimerico fronte? Pd finora con troppo contrasto di interessi (udite
udite!) sul tema per puntare a riforme vere.
3. Gli esempi possono continuare. In venti anni non ho mai visto il Pd sbracciarsi più di tanto
per la riforma del sistema di finanziamento pubblico dei partiti, o per la riforma del
finanziamento dell’editoria. Vediamo adesso che cosa fa. Per non parlare della legge del
conflitto di interessi, che al Pd è piaciuto rimandare alla calende greche. Vediamo se è ancora
possibile posticipare, sotto gli occhi del M5S.
Questi punti, uniti alla nuova legge elettorale e alla riduzione del numero dei politici e degli
amministratori a Roma e negli Enti Locali, possono essere una base di partenza per una
agenda delle riforme Pd-‐‑M5S. Magari riuscissero in qualche mese a darci una legge
elettorale nuova. È il punto di avvio del processo democratico. Se è falsata la legge elettorale,
tuto il resto si complica a catena.
Io ho votato per dare una scossa al Pd. Per far sentire al Pd il fiato della gente sul collo. Ho
votato per concorrere a spostare l’asse del Pd e per avere un Parlamento più capace di
specchiare la realtà del Paese. Ho votato per portare concorrenza in politica, concorrenza tra
coloro che poi devono decidere sulla concorrenza in economia. È troppo comodo legiferare
sul mercato e sulle riforme stando in posizione protetta e indisturbata. È lecito utilizzare il
voto in questa maniera? È lecito per un cittadino che conta un vota “sognare” di incidere?
Volevo mettere il Pd in questa situazione, esattamente nella situazione in cui si trova.
Mettergli addosso, in Parlamento, gli occhi di Deputati e Senatori sino a ieri cittadini
qualunque come me; mettergli addosso un campione fedele delle difficoltà del Paese.
Concludo con una domanda: Avete la certezza che, in assenza di M5S, il PdL non avrebbe
acquistato più consenso e più voti? Se ha fatto presa il populismo di Grillo, questo ci ha
anche salvato dalla seconda edizione del “populismo dell’Imu”. Il Pd che preferisce?
Misurarsi con le complicazioni del nuovo, o continuare ad avere Berlusconi e il PdL su cui
costruire facili e ormai scontate campagne elettorali, che tra l’altro non hanno mai sfondato?
Parola d’ordine: non demonizzare i Grillini, parlarci e guardare avanti!
Noi speriamo che ce la caviamo, nicola