Sveglia!1!!1 - Dieci lezioni di comunicazione politica da parte di Beppe Gril...Dino Amenduni
Le dieci leve del successo comunicativo del Movimento5Stelle
- Posizionamento politico
- Ragionamento estensivo sulla “casta”
- Frame-cappello (destruens) basato sulle debolezze degli avversari
- Sotto-frame (costruens) per coprire un vasto elettorato
- Il meglio dagli opposti: par condicio e disintermediazione
- Il capitano copre la squadra: Grillo come Mourinho
- Primi per investimento sul web
- Logica televisiva di palinsesto
- Logica redazionale di comitato
- Blog polifonico
ELEZIONI REGIONALI 2015 IL PARTITO VINCENTE ? PERDEMOStramerper
Tra non votanti e schede bianche e nulle, metà del corpo elettorale non ha votato per le liste presentate alle elezioni regionali 2015.
Se si continua così …. PERDEMOS
Cinque cose da sapere se vuoi fare politica nel 2014Dino Amenduni
1. Fiducia nelle istituzioni:
partiti e Parlamento (restano) ai minimi storici 2. Equità fiscale: meglio meno tasse che più servizi 3. Presidenzialismo: l’opinione pubblica italiana è pronta 4. Autoritarismo: per tre italiani su dieci è una possibilità percorribile
5. Una riserva di determinazione:
aumentano gli indici di partecipazione politica e sociale
L'analisi dei dati DEMOS, tratti dalla ricerca "I Cittadini e lo Stato 2013"
Comunicare la politica - ottava edizioneDino Amenduni
Raccolta di presentazioni per le mie docenze del primo semestre del 2014.
I moduli nel dettaglio:
- Cinque cose da sapere se vuoi fare politica in Italia nel 2014;
- Web 2.0: modelli teorici di riferimento;
- Campagne elettorali: dieci cose che ho imparato (fino a ora);
- Cinque domande che gli studenti ci fanno durante le docenze;
- L’evoluzione digitale della specie - la dieta mediatica degli italiani;
- Dove sono i voti degli italiani?
- Cinque buone idee di comunicazione per chi ha appena vinto le elezioni;
- Scrivere (per) la politica;
- Un'esercitazione
Claudia Porchietto, candidata del centrodestra alla presidenza della provincia di Torino, si è fatta promotrice di due inchieste riguardanti la distanza tra politica e cittadini e la creatività di Torino; la testimonianze del web sono state raccolte in un e-book scaricabile dal suo sito
Sveglia!1!!1 - Dieci lezioni di comunicazione politica da parte di Beppe Gril...Dino Amenduni
Le dieci leve del successo comunicativo del Movimento5Stelle
- Posizionamento politico
- Ragionamento estensivo sulla “casta”
- Frame-cappello (destruens) basato sulle debolezze degli avversari
- Sotto-frame (costruens) per coprire un vasto elettorato
- Il meglio dagli opposti: par condicio e disintermediazione
- Il capitano copre la squadra: Grillo come Mourinho
- Primi per investimento sul web
- Logica televisiva di palinsesto
- Logica redazionale di comitato
- Blog polifonico
ELEZIONI REGIONALI 2015 IL PARTITO VINCENTE ? PERDEMOStramerper
Tra non votanti e schede bianche e nulle, metà del corpo elettorale non ha votato per le liste presentate alle elezioni regionali 2015.
Se si continua così …. PERDEMOS
Cinque cose da sapere se vuoi fare politica nel 2014Dino Amenduni
1. Fiducia nelle istituzioni:
partiti e Parlamento (restano) ai minimi storici 2. Equità fiscale: meglio meno tasse che più servizi 3. Presidenzialismo: l’opinione pubblica italiana è pronta 4. Autoritarismo: per tre italiani su dieci è una possibilità percorribile
5. Una riserva di determinazione:
aumentano gli indici di partecipazione politica e sociale
L'analisi dei dati DEMOS, tratti dalla ricerca "I Cittadini e lo Stato 2013"
Comunicare la politica - ottava edizioneDino Amenduni
Raccolta di presentazioni per le mie docenze del primo semestre del 2014.
I moduli nel dettaglio:
- Cinque cose da sapere se vuoi fare politica in Italia nel 2014;
- Web 2.0: modelli teorici di riferimento;
- Campagne elettorali: dieci cose che ho imparato (fino a ora);
- Cinque domande che gli studenti ci fanno durante le docenze;
- L’evoluzione digitale della specie - la dieta mediatica degli italiani;
- Dove sono i voti degli italiani?
- Cinque buone idee di comunicazione per chi ha appena vinto le elezioni;
- Scrivere (per) la politica;
- Un'esercitazione
Claudia Porchietto, candidata del centrodestra alla presidenza della provincia di Torino, si è fatta promotrice di due inchieste riguardanti la distanza tra politica e cittadini e la creatività di Torino; la testimonianze del web sono state raccolte in un e-book scaricabile dal suo sito
Nuovo libro gratuito sugli strumenti di partecipazione e democrazia diretta da introdurre nei comuni.
Dal blog di Paolo Michelotto: http://www.paolomichelotto.it/blog/2014/11/21/nuovo-libro-gratuito-sugli-strumenti-di-partecipazione-e-democrazia-diretta-da-introdurre-nei-comuni-piu-democrazia-nella-politica-comunale/
I partitici politici preferiti per categoria sociale. Da chi sono attratti giovani, internauti, poveri, millennials (nati a cavallo del 2000), informati, casalinghe, pensionati, operai, twitteristi e managers? (Sondaggio SWG-Labs).
SECONDO VOI, QUAL'E' IL LEADER POLITICO CHE RACCONTA PIU' BALLE?
Mario Monti
Silvio Berlusconi
Gianfranco Fini
Pierferdinando Casini
Antonio Di Pietro
Pierluigi Bersani
Roberto Maroni
Altri
Sessions aufzeichnen mit möglichst wenig Aufwand - Stand Oktober 2016frankstaude
Beim WordPress Meetup Nürnberg wollten wir vor einiger Zeit die Vorträge auf Video aufnehmen um diese anschliessend auch auf WordPress.TV hochzuladen. Ich erzähle ein bisschen über die Probleme und welchen Weg wir gegangen sind um die Nachbearbeitung weitestgehend zu eliminieren, so das im Idealfall das Video bereits direkt nach der Session hochgeladen werden kann. Und das ganze ab Null Euro (Laptop mit Kamera vorausgesetzt) und welche zusätzliche Hardware ggf. sinnvoll ist.
Folien des Vortrag beim WordCamp Köln 2016 vom 29.10.2016 mit dem Hardware Stand von Oktober 2016.
Nuovo libro gratuito sugli strumenti di partecipazione e democrazia diretta da introdurre nei comuni.
Dal blog di Paolo Michelotto: http://www.paolomichelotto.it/blog/2014/11/21/nuovo-libro-gratuito-sugli-strumenti-di-partecipazione-e-democrazia-diretta-da-introdurre-nei-comuni-piu-democrazia-nella-politica-comunale/
I partitici politici preferiti per categoria sociale. Da chi sono attratti giovani, internauti, poveri, millennials (nati a cavallo del 2000), informati, casalinghe, pensionati, operai, twitteristi e managers? (Sondaggio SWG-Labs).
SECONDO VOI, QUAL'E' IL LEADER POLITICO CHE RACCONTA PIU' BALLE?
Mario Monti
Silvio Berlusconi
Gianfranco Fini
Pierferdinando Casini
Antonio Di Pietro
Pierluigi Bersani
Roberto Maroni
Altri
Sessions aufzeichnen mit möglichst wenig Aufwand - Stand Oktober 2016frankstaude
Beim WordPress Meetup Nürnberg wollten wir vor einiger Zeit die Vorträge auf Video aufnehmen um diese anschliessend auch auf WordPress.TV hochzuladen. Ich erzähle ein bisschen über die Probleme und welchen Weg wir gegangen sind um die Nachbearbeitung weitestgehend zu eliminieren, so das im Idealfall das Video bereits direkt nach der Session hochgeladen werden kann. Und das ganze ab Null Euro (Laptop mit Kamera vorausgesetzt) und welche zusätzliche Hardware ggf. sinnvoll ist.
Folien des Vortrag beim WordCamp Köln 2016 vom 29.10.2016 mit dem Hardware Stand von Oktober 2016.
Designing sustainable content using correlation coefficientMainak Roy
Search crawlers are getting advanced and the indexing is moving towards key phrases than keywords. How do you design the best headings for the contact by applying correlation coefficient?
Uma ajudinha para te inspirar em suas campanhas de SMS, seja para divulgar eventos, ações comemorativas ou manter clientes informados sobre o seu negócio.
Mais em www.facilitamovel.com.br
In occasione di 'Web e democrazia' (http://mondo2ilfuturochevogliamo.it/scuole/roma/liceo-classico-t-tasso), 6 aprile 2013.
Fonte: ilnichilista.com
Autore: Fabio Chiusi
Vi racconto perchè ho votato FARE-FiD alla Camera e M5S al Sento.
Me lo chiedono in tanti.
A tutti rispondo con queste poche righe, mano alla coscienza.
Non è stato un voto facile.
Che viva l'Italia! nicola
Nel 2005 Forza Italia e il Governo di Centrodestra approvarono la legge di revisione costituzionale, che riduceva il numero dei deputati, abbassava l'età minima per essere eletti a 21 anni, istituiva il Senato Federale con 252 membri eletti in ciascuna Regione insieme ai Consigli Regionali.
Il concetto di Agenda in Hyperpolitics, dizionario interattivo di scienza politica di Mauro Calise e Theodore J. Lowi. Lezioni per il corso di Scienza Politica alla Sapienza (prof. Marco Cilento).
Dal self-branding all’Open Gov - nuovi paradigmi per la comunicazione politic...Dino Amenduni
Fiducia nelle istituzioni politiche: molto bassa +
Popolarità sui social media dei politici italiani: alta
=
La comunicazione politica online attuale non raggiunge i suoi obiettivi qualitativi. Serve un nuovo paradigma.
I MOVIMENTI INVECE DEI PARTITI: LA FALLIMENTARE ILLUSIONE DELLA SINISTRAtramerper
Alle elezioni europee la lista “L'altra Europa con Tsipras” è stata votata solo dal 2,24% del complesso delle/degli elettrici/ori (il risultato peggiore di questo secolo).
In questa fase l’elettorato italiano ha bisogno di un riferimento unificante e credibile, sia esso rappresentato da un partito e/o da un leader e di un programma credibile.
Per questo l’idea di presentarsi alle elezioni come un insieme dei movimenti di opposizione è dunque e comunque perdente.
Anche se la sinistra, almeno ancora per molti anni, non potrà essere egemone, è comunque necessaria una forma organizzativa dove ci si confronta, ma poi si decide, tutte/i insieme, e dove si elegge una/un leader che rappresenta non se stessa/o, ma tutte/i.
Centralismo democratico ? No: semplicemente democrazia.
Elettorato attivo. Media, strategie e risultati delle campagne della società ...Marco Binotto
Articolo pubblicato sul numero monografico di Mediascape Journal dedicato al tema "Comunicazione è politica" (3/2014, pp. 65-96, ISSN 2282-2542). L'articolo presenta nuove elaborazioni e dati della ricerca sulle iniziative del Terzo Settore per le ultime elezioni politiche nazionali..
Mediaset, unicredit e la sconfitta del capitalismo italiano il foglio
Chi ha trasformato l’appello al popolo in una mozione di sfiducia alla democrazia rappresentativa
1. A
1
Il disordine italiano tra ingovernabilità
assoluta e magistratura politica
Il vuoto della politica. Chi ha trasformato l’appello al popolo in una mozione di sfiducia
alla democrazia rappresentativa
di Redazione 21 Marzo 2017 alle 06:17
" Foto LaPresse
Professor Cassese, parliamo del sistema politico italiano. A che punto siamo, secondo lei? E’
troppo dire all’anno zero? Ci dobbiamo chiedere dove sia finita la politica, quella fatta di
idealità, ideologie, programmi, indirizzi. Il dibattito tra le parti si è elementarizzato, si fa per
slogan. Ma questi non riguardano tanto le cose da fare, le politiche, quanto le condotte e lo
stile delle persone. L’agenda e le “piattaforme” – come dicono gli inglesi – finiscono per
essere dettate dalle procure invece che dalla classe dirigente del paese. Lei ha capito perché
si è verificata una “itio in partes” nel Pd? Solo perché non piace lo stile decisionista di Renzi?
O perché quest’ultimo non ha fatto qualche telefonata?
Dove ha origine questo vuoto?
Andiamo per ordine. Cominciamo dall’elettorato. Questo è divenuto “disponibile”, fa
contratti di breve durata con i partiti, preferisce non dare appoggi pluriennali. A questo
orientamento corrispondono i “cambiamenti di casacca” in Parlamento. I partiti erano i
canali di trasmissione della domanda politica dalla società civile allo Stato. Erano le scuole
dove si formava la classe politica e si selezionavano i governanti. Ora sono diventati
movimenti, reti che cavalcano o formano gli umori della società civile, senza guidarla verso
2. obiettivi di medio o lungo termine. Una volta la base dei partiti era amplissima: i tre maggiori
partiti nell’immediato secondo Dopoguerra avevano circa 10 milioni di iscritti. Molti di
questi si riunivano nelle sedi locali per discutere. Ora gli iscritti, la base dei partiti esistenti,
si è rarefatta (sembra che il Pd non abbia più di 400 mila iscritti). Non c’è lavoro collettivo. Le
persone sono “volti nella folla”, per ripetere il titolo di un famoso libro americano di
sociologia. La rete permette di comunicare, ma è la rivincita dell’individuo. Quello che una
volta era un discorso da bar, ora può avere una diffusione generale. La radio e i giornali
aprono “sportelli di dialogo” con ascoltatori e lettori, dando spazio alla voce dell’individuo,
non al dibattito collettivo. Tutti si fanno sentire, nessuno discute, mette a confronto le
proprie idee, cerca di convincere ed è pronto a farsi convincere.
Da dove ha origine questo “sfarinamento”?
Dai partiti, che si sono sfaldati. Dopo il 1992, quel che restava dei partiti ha visto un numero
impressionante di cambiamenti di denominazione. Oggi le maggiori forze politiche rifiutano
anche di usare il termine partito nella loro denominazione. All’interno, manca democrazia,
spesso l’opposizione è nella stessa maggioranza. I partiti debbono essere strumento della
democrazia della Repubblica, ma non sono essi stessi democratici al loro interno. Pensi alla
incertezza sulle regole interne di partito: Grillo che cambia le carte in tavola sulla
candidatura genovese o il dibattito su quando tenere il congresso e le primarie nel Pd. Come
può esserci democrazia interna se le poche regole interne sono “malleabili”?
Sì, ma i partiti hanno la loro rappresentanza in Parlamento.
Mette il dito su un’altra piaga. Perché oggi è questa rappresentanza che viene posta in
dubbio. La rappresentanza dovrebbe essere la rappresentazione del paese, che però rifiuta di
farsi rappresentare, o ha dubbi su chi lo rappresenta. E non è fenomeno soltanto italiano,
anzi è scoppiato nel Regno Unito, come ha osservato acutamente Gina Miller, la capofila del
ricorso alla Corte suprema britannica sulla Brexit: “Il Regno Unito non è una democrazia
diretta. Quando alzi le aspettative delle persone, chiamandole al voto in questo modo [il
referendum sull’uscita dall’Unione europea], alimenti la sfiducia nel sistema politico”
(Corriere della Sera del 14 marzo scorso). Insomma, l’appello al popolo funziona come
mozione di sfiducia nella democrazia rappresentativa, rompe l’equilibrio governanti-
governati. Nel desiderio di avere un plebiscito sul suo nome, Renzi, concentrando tanta
attenzione sul referendum costituzionale, non si è reso conto di aver messo una trave sulla
strada della democrazia rappresentativa. Questo ha conseguenze sul lavoro parlamentare.
Quali?
3. Distacco Parlamento-governo. Decine di proposte parlamentari giacciono nelle commissioni,
mentre i disegni di legge del governo sono votati con maxi-emendamenti e mozioni di
fiducia. Non ci sono inchieste, “white papers”, “green papers”, che analizzano problemi,
enunciano linee politiche, preparano l’opinione pubblica. Il Parlamento ha rinunciato a uno
dei suoi compiti fondamentali, quello di controllo del governo e della Pubblica
amministrazione. Se ci sono dibattiti, riguardano l’immunità del parlamentare, il vitalizio (o
quello che di esso rimane), comportamenti, stili, umori di bottega, non problemi, politiche,
strumenti di azione. Un piccolo esempio di questa crisi della politica. Il Pd ha tenuto una
assemblea a Torino. Pare che vi abbiano lavorato una decina di commissioni tematiche.
Quanto di questo lavoro è divenuto parte del discorso dei leaders, penetrando nell’opinione
pubblica? L’agenda delle ultime settimane è stata dettata non dalla politica, ma dal desiderio
di rivincita di un sindacato, la Cgil, che si è sentito escluso da tre anni di governo, dopo
essere stato abituato a decenni di cogestione, e ha tentato l’appello al popolo. Così la politica
si svolge su due piani.
E questo non è tutto: c’è ancora il governo.
Non solo il governo, ma anche la magistratura. Cominciamo dal primo. Ci avviamo su una
strada chiarissima, riassunta dal titolo di un articolo di D’Alimonte: “Ingovernabilità
assicurata” (Il Sole 24 Ore, 24 febbraio 2017). Sul più breve periodo, da qui alle elezioni, non
ci si può aspettare molto, anche se siamo di fronte a un obbligo comunitario, quello di una
manovra di qualche miliardo. Finora il governo ha fatto marce indietro, limato, attenuato. La
composizione del governo attuale – si disse – è fotocopia di quello precedente. Non lo sono
gli indirizzi. Pensi soltanto alla scuola, ai “precari storici”, ai “voucher”. O alle nomine nel
“parastato”, dove, invece di assicurare continuità, si cambiano gli amministratori senza che
venga spiegata la ragione che ha guidato nelle scelte dei vertici.
Resta da parlare della magistratura
Una volta il solo parlarne come parte del sistema politico avrebbe stupito. Ora la
magistratura è divenuta protagonista del sistema politico. Essa è troppo e troppo poco
presente. Troppo, per la corsa delle procure a far la parte di Robin Hood, a mettere in piazza
immoralità, reati, disfunzioni. Troppo poco perché spesso si ferma all’accusa, sottraendo la
giustizia al giudice naturale, che è il tribunale, e portandola nelle mani dell’opinione
pubblica, in quel meccanismo che si chiama “naming and shaming”. Si potrebbe dire: i
magistrati (l’accusa) contro i magistrati (le corti). Senza contare che non esiste un obbligo di
decidere entro termini brevi e certi.