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Organigrammi,
procedure, flussi
Antonello Podda
Matteo Maxia
CHE COS’E’ UN
ORGANIGRAMMA?
Rappresentazione grafica di una struttura
organizzativa
Col termine organigramma si indica uno
schema o rappresentazione grafico-
descrittiva della struttura dell’azienda e
degli aspetti organizzativamente rilevanti
delle funzioni e delle attività aziendali,
inquadrati nelle loro reciproche
correlazioni.
Scopo dell’organigramma
Scopo dell’organigramma è quello di fornire
una specie di mappa dell’organizzazione di
riferimento.
Tale mappa non ha le pretesa di cogliere
tutti gli aspetti di funzionamento
dell’organizzazione ma di evidenziarne
alcuni fondamentali, quali:
a) la suddivisione delle varie funzioni-attività
aziendali tra le varie posizioni che compongono
l’organizzazione;
b) i collegamenti-relazioni organizzative che si
instaurano tra le diverse posizioni titolari delle
funzioni-attività assegnate;
c) il livello-importanza delle varie posizioni
organizzative;
d) la rete fondamentale degli itinerari di carriera
L’organigramma può essere utile
per:
1. Fare un analisi della struttura
organizzativa esistente (evidenziare punti
di forza eo debolezza, disfunzioni eo
anomalie);
2. Esplorare possibili alternative
organizzative (progettare la struttura
organizzativa per poterne apprezzare i
vantaggi e gli svantaggi);
3. Utilizzarlo come strumento di
comunicazione in ogni occasione in cui si
debbano migliorare le conoscenze dei
membri dell’organizzazione o di terzi
relativamente alle strutture e al loro
funzionamento (visibilità con neoassunti o
terzi esterni);
4. Programmare e valutare le posizioni
organizzative (espansione in termini di
organico e la loro posizione);
Concezione classica dell’organigramma ed
elementi di criticità:
“Organigramma: rigor mortis. Serve: per l’annuale
revisione degli stipendi, per far sapere agli
investitori come funziona l’organizzazione, quali
sono i compiti di ciascuno e chi li assolve”.
Struttura gerarchicamente vincolante e verticistica che
non tiene in debito conto delle relazioni
interpersonali e delle risorse umane, ma solo del
loro ruolo all’interno dello “scacchiere”.
Da troppa enfasi alla struttura e troppo poca ai
processi.
Ulteriori limiti degli organigrammi:
1) Non danno un’esatta misura del livello di
importanza delle varie posizioni (a meno
che non si tratti dei livellogrammi)
2)Non vengono evidenziate le reti di
relazioni (soprattutto quelle informali
fondamentali nelle moderne organizzazioni)
…segue
3) Favoriscono la tendenza alla rigidità e
all’immobilismo, il diffondersi di una
mentalità settoriale e la conseguente
creazione di compartimenti stagni in seno
all’organizzazione, la tendenza ad attenersi
puntigliosamente ai rapporti e ai canali di
comunicazione indicati formalmente e
scoraggiano la collaborazione non
favorevole tra le varie unità, anche se…
…molto spesso la rigidità nelle
relazioni è data più dalla cultura
organizzativa che
dall’organigramma.
…segue
4) Manca un’accurata descrizione
delle mansioni
5) L’organigramma va aggiornato
periodicamente
Cambiano le organizzazioni e
cambiano gli organigrammi, le
vecchie rappresentazioni grafiche
sono obsolete.
Nonostante questo………
……miglioramenti possibili grazie
all’utilizzo degli organigrammi:
- Raggruppamento e scorporo di unità;
- Soppressione di unitàposizioni;
- Creazioni di nuove unitàposizioni;
……miglioramenti
- Ridefinizione di funzioni;
- Cambiamenti delle aree di
responsabilità;
- Riduzioneampliamento del numero
di dipendenze dirette;
……miglioramenti
- Incrementoriduzione del livello di autorità;
- Ricollocazione delle unità di staff e miglior
definizione dei loro interventi;
- Individuazione delle aree implicanti
codecisioni e corresponsabilità;
……miglioramenti
- Creazione di nuove modalità di coordinamento
(comitati, task force etc etc);
- Ridefinizione delle linee di riporto (verso chi l’unità
e chiamata a render conto);
- Ridefinizione della rete delle relazioni
organizzative.
Organigrammi
Nel grafico precedente è illustrato
un organigramma “classico”
caratterizzato da un vertice e da
una marcata gerarchia (top-down)
Organigrammi
E’ identico a quello
precedentemente illustrato ma più
facilmente schematizzabile. Le linee
di autorità vanno da sinistra verso
destra.
Organigrammi
Fornisce una migliore
rappresentazione degli aspetti
dinamici delle relazioni personali;
elimina il concetto delle posizioni
“alte” e “basse”; ciascun individuo è
rappresentato come elemento di
sostegno della struttura
Organigrammi
E’ verticale ma “ripiegato” per
rappresentazioni grafiche di
organizzazioni complesse e
consente quindi di recuperare
spazio. Il suo utilizzo va però a
scapito della leggibilità e della
chiarezza.
Organigrammi
Organigrammi
Organigrammi
Re Sole
Il livello delle posizioni è
gerarchicamente ascritto nei cerchi.
Nel centro è individuato la posizione
organizzativa più rilevante
Organigrammi
Organigrammi
Mansione
Organigrammi
Mansione
Organico
Organigrammi
Mansione
Centro di costo
Organico
IL grafico illustrato è stato costruito secondo le
norme AFNOR, che riguardano oltre le dimensione
generali del grafico anche la collocazione e ela
dimensione delle caselle.
Per costruirlo si tiene conto di:
- Le funzioni svolte
- L’importanza relativa
- La dipendenza gerarchica
- Le posizioni dipendenti
Tipi di organizzazioni
Tipi di organizzazioni
Tipi di organizzazioni
Principali vantaggi e svantaggi dei tre
tipi di organizzazione:
VANTAGGI
1. Organizzazione gerarchica o
di “linea”
- Il coordinamento e l’unità di
indirizzo sono semplificati e
vi è una netta
corrispondenza fra ambito
di autorità e responsailità
- E’ stabile e permette
rapidità di decisione
- La disciplina viene
mantenuta facilmente
SVANTAGGI
- L’organizzazione è rigida e
inflessibile
- Rende difficili gli apporti degli
esperti mentre i quadri
operativi sono oberati di
lavoro
- La perdita di alcune persone
può far crollare l’intero
sistema
Principali vantaggi e svantaggi dei tre
tipi di organizzazione:
VANTAGGI
2. Organizzazione
funzionale di Taylor:
- Favorisce l’apporto degli
esperti
- Richiama l’attenzione
costante sulle varie
funzioni
- Sviluppa l’autorità
funzionale
SVANTAGGI
- Le responsabilità per i
risultati sono confuse
- Le linee di autorità non sono
definite (operai)
- Il coordinamento è difficile
Principali vantaggi e svantaggi dei tre
tipi di organizzazione:
VANTAGGI
3. Organizzazione gerarchica-
funzionale o di “linea-staff”
- Cerca di integrare le
competenze specialistiche e
quelle operative
- Rende disponibile il
contributo della conoscenza
degli esperti nelle varie
funzioni
- Vi è una maggiore varietà di
posti e di responsabilità
SVANTAGGI
- Crea un difficile rapporto tra
lo “staff” e la “linea”
- Lo “staff” può essere pèoco
efficiente per mancanza di
autorità nel fare applicare i
propri suggerimenti
- La “linea” può risentirsi
dell’attività dello “staff”
perché il prestigio e
l’influenza della linea può
diminuire per la presenza di
specialisti (“non siete pagati
per pensare”)
Evidenzia il rapporto gerarchico
(line) e quello relativo alle funzioni
svolte all’interno dell’organizzazione
(staff)
Tipi di organizzazioni
Tipi di organizzazioni
LINE
Tipi di organizzazioni
Tipi di organizzazioni
STAFF
L’organizzazione gerarchico-funzionale
La tradizionale organizzazione di tipo
gerarchico-funzionale, in settori e
sezioni
Poiché il lavoro è suddiviso sulla base dei compiti, i
processi si muovono attraverso più unità
organizzative. Inoltre, la presenza di procedure
rigide e più livelli gerarchici intermedi allunga
esponenzialmente i tempi decisionali ed allontana
la decisione dal livello operativo, che gestisce la
relazione con il cittadino-utente. I risultati sono la
natura ripetitiva delle mansioni degli operatori, la
ridondanza delle verifiche e degli interventi
correttivi di natura formale sul medesimo oggetto,
il moltiplicarsi dei flussi cartacei e delle attese per
le firme, il sovraccarico cognitivo dei vertici, la
poca trasparenza delle responsabilità e,
nell’insieme, la scarsa capacità di risposta e di
c o m u n i c a z i o n e d e l l a s t r u t t u r a .
Alternative e sviluppi
Alternative e sviluppi
funzionale
Alternative e sviluppi
funzionale
Per progetto
Organizzazione per progetti
Mantiene la struttura gerarchico-
funzionale in modo permanente per
alcuni settori chiave (vedi quelli
dirigenziali) ma al contempo rende
flessibile la produzione
demandandola a progetti variabili e
perciò facilmente adattabili alle
mutevoli esigenze dell’ambiente
esterno. (Es.:realizzazione di
prototipi).
Alternative e sviluppi
Alternative e sviluppi (modello fordista)
Alternative e sviluppi
Alternative e sviluppi
LINE
Alternative e sviluppi
LINE STAFF
Esempio: alternative di collocamento della
funzione personale in una struttura organizzativa
articolata su tre livelli
La rappresentazione grafica tramite
l’organigramma può aiutare nella
valutazione delle alternative,
mettendo in luce pregi e difetti delle
diverse soluzioni in funzione delle
diverse reti di relazione
(gerarchiche e non) e delle diverse
possibilità di
coordinamento/composizione dei
conflitti
Esempio: alternative di collocamento della
funzione personale in una struttura organizzativa
articolata su tre livelli
Dall’organigramma, alle procedure e ai flussi
Organigramma di un azienda tessile
italiana: benché complesso non ci
dice niente sul livello di importanza
relativa alle varie posizioni
organizzative esistenti.
Dall’organigramma, alle procedure e ai
flussi: il livellogramma
Livellogramma
Serve per determinare
accuratamente le posizioni ed il loro
livello
Dall’organigramma, alle procedure e ai flussi
Dall’organigramma, alle procedure e ai flussi
Procedure e flussi
Nella figura precedente è raffigurato uno schema
procedurale sovrapposto all’organigramma
relativo all’organizzazione generale di un cantiere
in un impresa di costruzioni.
Può essere utile per definire meglio i legami
funzionali esistenti fra le varie unità organizzative,
dando un idea di tipo dinamico del funzionamento
reale dell’organizzazione.
Può servire anche a livello progettuale per
rappresentare il funzionamento ideale di un
organizzazione.
L’organizzazione a matrice e progetto
Organizzazione a matrice
Si ha l’organizzazione per matrice
quando le strutture funzionano
permanentemente attraverso i
raggruppamenti per progetto.
Il nome matrice deriva dal reticolo
che viene a formarsi nel tracciato,
dove, ogni rettangolo rappresenta
una o più persone.
…segue
Lo schema può essere letto nei due sensi:
orizzontalmente, ogni riga forma i gruppi di
specializzazioni diverse e interfunzionali (composti
da ricercatori, tecnici della produzione, del
marketing, dei controlli tecnici e finanziari);
verticalmente, ogni colonna rappresenta, invece,
le persone che fanno capo a un determinato
settore funzionale o specialistico. Questi tipi di
organizzazioni forniscono una notevole flessibilità
nell’impiego delle risorse professionali,
consentendo di utilizzare le persone a seconda
delle necessità, suddividendo, quando opportuno
o necessario, l’attenzione tra un progetto e l’altro
L’organizzazione a matrice e progetto
L’organizzazione per processi
L’organizzazione per processi
L’organizzazione per processi, su due soli livelli gerarchici,
quello generale e quello operativo. I processi sono
gestiti integralmente all’interno di ciascuna unità del
livello operativo, il cui dirigente adotta autonomamente
le decisioni e ne assume la relativa responsabilità. Gli
operatori di processo lavorano in un’ottica di
polifunzionalità, detenendo le competenze dell’intero
processo, e gestiscono direttamente i rapporti con
l’utenza, dalla quale recepiscono indicazioni utili al
miglioramento del servizio. In tal modo si accrescono al
massimo tanto l’efficienza, quanto la capacità di
risposta e di comunicazione della struttura. Il livello di
management generale può concentrarsi principalmente
sulla pianificazione strategica (determinazione degli
obiettivi e conseguente allocazione delle risorse) e
l’analisi degli scostamenti tra obiettivi e risultati, che
vengono rilevati tramite il controllo di gestione.
L’organizzazione per processi
L’organizzazione per processi
risponde ai seguenti principi:
1) Principio di semplicità
2) Principio di autonomia
3) Principio di flessibilità
4) Principio della direzione attraverso
la cultura
Principio di semplicità…….
La migliore risposta alla
complessità dell'ambiente
esterno e dei rapporti umani
all'interno dell'organizzazione
è la semplicità della struttura
organizzativa, con la
riduzione al minimo dei livelli
gerarchici e la semplificazione
di norme e regole: strutture e
procedure non permettono di
rispondere alla complessità,
ma tendono a cristallizzarla in
complicazione.
…..principio di semplicità
La rigidità della struttura organizzativa, infatti, ne
diminuisce la capacità di risposta, senza offrire
corrispondenti vantaggi. La gerarchia ha inoltre un costo
considerevole: assorbe un consistente numero di risorse
qualificate (quelle destinate ai ruoli di “capi intermedi”),
sottraendole ai compiti operativi, moltiplica le attese,
allunga i tempi decisionali, allontana la responsabilità di
trovare le soluzioni da chi effettivamente detiene le
competenze e conosce meglio i processi, aumenta a
dismisura il carico cognitivo del vertice della struttura,
che, impegnato in una continua supervisione formale
dell’operato dei livelli inferiori, non può efficacemente
concentrarsi sulla funzione di pianificazione strategica.
Rischia così, anziché di aumentare, di compromettere
irrimediabilmente, oltre che la tempestività, anche la
qualità stessa delle decisioni.
L’organizzazione per processi è pertanto, innanzi tutto una
lean organization, un’organizzazione piatta.
Principio di autonomia
Per fare in modo che sia l'operatore a rispondere
al problema, è necessario che egli abbia la
possibilità di agire, e di assumersi in prima
persona la responsabilità della decisione. Uno
dei modi migliori per ridurre la complessità è il
dare la libertà totale di decisione a unità
operative forti, soggette alla verifica ed alla
valutazione del vertice nei soli termini della
rispondenza dei risultati conseguiti agli
obiettivi assegnati in sede di pianificazione
strategica. Il potere decisionale deve essere
portato al livello più vicino al cittadino-utente
e affidato a chi effettivamente conosce e
gestisce i processi. Le stesse unità
organizzative vanno costruite non in relazione
ai compiti (es. archivio, ufficio copia, ecc.),
bensì intorno ai processi, la responsabilità
della cui gestione deve essere attribuita in
modo integrale, diretto e trasparente ad un
unico process owner ed alla sua squadra di
collaboratori polifunzionali, gli operatori di
processo. Nell’organizzazione per processi le
unità di line sono pertanto costituite da gruppi
di processo, ciascuno dei quali ha la
responsabilità di uno o più processi, che
gestisce dall’inizio alla fine.
Principio di flessibilità
Coinvolge simultaneamente più aspetti:
a)flessibilità strategica, intesa come
capacità di adattamento delle strategie
dell’organizzazione al sistema di
opportunità e di vincoli presenti
nell’ambiente in cui opera; la stessa
norma giuridica non deve più essere
considerata l’unico presupposto e l’unica
motivazione delle iniziative
dell’amministrazione, bensì come un
vincolo e insieme come una risorsa di cui
tenere conto nel costruire un percorso
verso il risultato che meglio soddisfi in
concreto le esigenze della società civile;
dall’altro, fattore critico di successo è
senz’altro la capacità di cogliere le
opportunità ed i contributi che l’ambiente
sociale di volta in volta può offrire, anche
in termini di progettualità (project
financing, volontariato, terzo settore,
ecc.);
Principio di flessibilità
Coinvolge simultaneamente più
aspetti:
b) flessibilità strutturale, intesa
come sviluppo di caratteristiche
organizzative tali da non richiedere
continui processi di ristrutturazione
al variare delle condizioni
ambientali; nell’ organizzazione per
processi il cambiamento
organizzativo non è un evento
eccezionale e delimitato nel tempo,
ma un flusso adattativo
ininterrotto, che si attua, con tempi
e modalità diverse, attraverso gli
strumenti del kaizen o
miglioramento continuo, del
business process reeningering
(B.P.R.) o reingegnerizzazione dei
processi e del management by
objectives (M.B.O.) o direzione per
obiettivi;
Principio di flessibilità
Coinvolge simultaneamente più aspetti:
c) flessibilità operativa e gestionale,
intesa come capacità di dare,
attraverso i processi operativi, risposte
appropriate, tempestive e specifiche ai
bisogni della società civile; il porsi
all’ascolto di realtà pubbliche e private,
oltre che di cittadini, associazioni,
imprese, ed altri soggetti portatori di
interessi socialmente rilevanti ed il
saperli coinvolgere in strategie dirette
al raggiungimento di obiettivi comuni è
un fattore critico di successo: i gruppi
di processo devono quindi essere anche
gruppi di rete, capaci di attivare la
cooperazione di segmenti qualificati
dell’ambiente esterno.
Principio della direzione attraverso la
cultura
Un'organizzazione fondata sull'autonomia
delle persone e dei gruppi di processo
non può essere governata da norme
procedurali e ordini gerarchici, che di
per sé tendono a diminuire l’efficacia,
l’efficienza e la capacità di risposta:
quelle convergenze e quel
coordinamento indispensabili ad una
cooperazione efficace devono essere
invece assicurati da una cultura
organizzativa forte, diffusa e condivisa.
Per questo motivo nell’organizzazione
per processi grande rilievo assume la
funzione di formazione e sviluppo delle
risorse umane, che costituisce uno
strumento, oltre che di ampliamento
delle conoscenze e delle competenze
individuali e di team, anche di
orientamento culturale e
socializzazione di assetti valoriali
coerenti con la mission, e funzionali
agli obiettivi ed alle strategie
dell’organizzazione.
Analisi e progettazione dei flussi
(procedure)
Cosa si fa?
Perché si fa quel lavoro?
Dove viene eseguito?
Quando viene eseguito?
Chi esegue il lavoro?
Come viene eseguito il lavoro?
Analisi e progettazione dei flussi
(procedure)
Come si interviene? Cosa si fa?
La eliminazione, se il movimento o
l’operazione non sono necessari, in base
al principio di eliminare ogni lavoro che
non risulti strettamente necessario;
La combinazione, se è possibile
combinare più operazioni in modo da
ridurre i movimenti;
La modifica della sequenza, se è
possibile ridurre il lavoro modificando la
sequenza delle operazioni;
Analisi e progettazione dei flussi
(procedure)
Come si interviene? Cosa si fa?
La semplificazione, se è possibile
semplificare l’operazione modificando
moduli, stampati, procedura e posizione
degli operatori;
Il miglioramento tecnico, se si ravvisa
la convenienza ad utilizzare macchine
(calcolatrici, fatturatrici, fotocopiatrici,
ecc.) in luogo di lavoro svolto
direttamente dall’uomo
Analisi e progettazione dei flussi
(procedure)
Analisi e progettazione dei flussi
(procedure)
Analisi e progettazione dei flussi
(procedure)
Analisi e progettazione dei flussi
(procedure)
Funzionigramma
Funzionigramma
Programma reticolare (PERT)
Programma reticolare (PERT)
Programma reticolare (PERT)
Diagrammi di flusso (flow chart)
Diagrammi di flusso (flow chart)
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Tavola di decisione
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Organigrammi 2

  • 2. CHE COS’E’ UN ORGANIGRAMMA? Rappresentazione grafica di una struttura organizzativa Col termine organigramma si indica uno schema o rappresentazione grafico- descrittiva della struttura dell’azienda e degli aspetti organizzativamente rilevanti delle funzioni e delle attività aziendali, inquadrati nelle loro reciproche correlazioni.
  • 3. Scopo dell’organigramma Scopo dell’organigramma è quello di fornire una specie di mappa dell’organizzazione di riferimento. Tale mappa non ha le pretesa di cogliere tutti gli aspetti di funzionamento dell’organizzazione ma di evidenziarne alcuni fondamentali, quali:
  • 4. a) la suddivisione delle varie funzioni-attività aziendali tra le varie posizioni che compongono l’organizzazione; b) i collegamenti-relazioni organizzative che si instaurano tra le diverse posizioni titolari delle funzioni-attività assegnate; c) il livello-importanza delle varie posizioni organizzative; d) la rete fondamentale degli itinerari di carriera
  • 5. L’organigramma può essere utile per: 1. Fare un analisi della struttura organizzativa esistente (evidenziare punti di forza eo debolezza, disfunzioni eo anomalie); 2. Esplorare possibili alternative organizzative (progettare la struttura organizzativa per poterne apprezzare i vantaggi e gli svantaggi);
  • 6. 3. Utilizzarlo come strumento di comunicazione in ogni occasione in cui si debbano migliorare le conoscenze dei membri dell’organizzazione o di terzi relativamente alle strutture e al loro funzionamento (visibilità con neoassunti o terzi esterni); 4. Programmare e valutare le posizioni organizzative (espansione in termini di organico e la loro posizione);
  • 7. Concezione classica dell’organigramma ed elementi di criticità: “Organigramma: rigor mortis. Serve: per l’annuale revisione degli stipendi, per far sapere agli investitori come funziona l’organizzazione, quali sono i compiti di ciascuno e chi li assolve”. Struttura gerarchicamente vincolante e verticistica che non tiene in debito conto delle relazioni interpersonali e delle risorse umane, ma solo del loro ruolo all’interno dello “scacchiere”. Da troppa enfasi alla struttura e troppo poca ai processi.
  • 8. Ulteriori limiti degli organigrammi: 1) Non danno un’esatta misura del livello di importanza delle varie posizioni (a meno che non si tratti dei livellogrammi) 2)Non vengono evidenziate le reti di relazioni (soprattutto quelle informali fondamentali nelle moderne organizzazioni)
  • 9. …segue 3) Favoriscono la tendenza alla rigidità e all’immobilismo, il diffondersi di una mentalità settoriale e la conseguente creazione di compartimenti stagni in seno all’organizzazione, la tendenza ad attenersi puntigliosamente ai rapporti e ai canali di comunicazione indicati formalmente e scoraggiano la collaborazione non favorevole tra le varie unità, anche se…
  • 10. …molto spesso la rigidità nelle relazioni è data più dalla cultura organizzativa che dall’organigramma.
  • 11. …segue 4) Manca un’accurata descrizione delle mansioni 5) L’organigramma va aggiornato periodicamente
  • 12. Cambiano le organizzazioni e cambiano gli organigrammi, le vecchie rappresentazioni grafiche sono obsolete. Nonostante questo………
  • 13. ……miglioramenti possibili grazie all’utilizzo degli organigrammi: - Raggruppamento e scorporo di unità; - Soppressione di unitàposizioni; - Creazioni di nuove unitàposizioni;
  • 14. ……miglioramenti - Ridefinizione di funzioni; - Cambiamenti delle aree di responsabilità; - Riduzioneampliamento del numero di dipendenze dirette;
  • 15. ……miglioramenti - Incrementoriduzione del livello di autorità; - Ricollocazione delle unità di staff e miglior definizione dei loro interventi; - Individuazione delle aree implicanti codecisioni e corresponsabilità;
  • 16. ……miglioramenti - Creazione di nuove modalità di coordinamento (comitati, task force etc etc); - Ridefinizione delle linee di riporto (verso chi l’unità e chiamata a render conto); - Ridefinizione della rete delle relazioni organizzative.
  • 18. Nel grafico precedente è illustrato un organigramma “classico” caratterizzato da un vertice e da una marcata gerarchia (top-down)
  • 20. E’ identico a quello precedentemente illustrato ma più facilmente schematizzabile. Le linee di autorità vanno da sinistra verso destra.
  • 22. Fornisce una migliore rappresentazione degli aspetti dinamici delle relazioni personali; elimina il concetto delle posizioni “alte” e “basse”; ciascun individuo è rappresentato come elemento di sostegno della struttura
  • 24. E’ verticale ma “ripiegato” per rappresentazioni grafiche di organizzazioni complesse e consente quindi di recuperare spazio. Il suo utilizzo va però a scapito della leggibilità e della chiarezza.
  • 28. Il livello delle posizioni è gerarchicamente ascritto nei cerchi. Nel centro è individuato la posizione organizzativa più rilevante
  • 33. IL grafico illustrato è stato costruito secondo le norme AFNOR, che riguardano oltre le dimensione generali del grafico anche la collocazione e ela dimensione delle caselle. Per costruirlo si tiene conto di: - Le funzioni svolte - L’importanza relativa - La dipendenza gerarchica - Le posizioni dipendenti
  • 37.
  • 38. Principali vantaggi e svantaggi dei tre tipi di organizzazione: VANTAGGI 1. Organizzazione gerarchica o di “linea” - Il coordinamento e l’unità di indirizzo sono semplificati e vi è una netta corrispondenza fra ambito di autorità e responsailità - E’ stabile e permette rapidità di decisione - La disciplina viene mantenuta facilmente SVANTAGGI - L’organizzazione è rigida e inflessibile - Rende difficili gli apporti degli esperti mentre i quadri operativi sono oberati di lavoro - La perdita di alcune persone può far crollare l’intero sistema
  • 39.
  • 40. Principali vantaggi e svantaggi dei tre tipi di organizzazione: VANTAGGI 2. Organizzazione funzionale di Taylor: - Favorisce l’apporto degli esperti - Richiama l’attenzione costante sulle varie funzioni - Sviluppa l’autorità funzionale SVANTAGGI - Le responsabilità per i risultati sono confuse - Le linee di autorità non sono definite (operai) - Il coordinamento è difficile
  • 41.
  • 42. Principali vantaggi e svantaggi dei tre tipi di organizzazione: VANTAGGI 3. Organizzazione gerarchica- funzionale o di “linea-staff” - Cerca di integrare le competenze specialistiche e quelle operative - Rende disponibile il contributo della conoscenza degli esperti nelle varie funzioni - Vi è una maggiore varietà di posti e di responsabilità SVANTAGGI - Crea un difficile rapporto tra lo “staff” e la “linea” - Lo “staff” può essere pèoco efficiente per mancanza di autorità nel fare applicare i propri suggerimenti - La “linea” può risentirsi dell’attività dello “staff” perché il prestigio e l’influenza della linea può diminuire per la presenza di specialisti (“non siete pagati per pensare”)
  • 43. Evidenzia il rapporto gerarchico (line) e quello relativo alle funzioni svolte all’interno dell’organizzazione (staff)
  • 49. La tradizionale organizzazione di tipo gerarchico-funzionale, in settori e sezioni Poiché il lavoro è suddiviso sulla base dei compiti, i processi si muovono attraverso più unità organizzative. Inoltre, la presenza di procedure rigide e più livelli gerarchici intermedi allunga esponenzialmente i tempi decisionali ed allontana la decisione dal livello operativo, che gestisce la relazione con il cittadino-utente. I risultati sono la natura ripetitiva delle mansioni degli operatori, la ridondanza delle verifiche e degli interventi correttivi di natura formale sul medesimo oggetto, il moltiplicarsi dei flussi cartacei e delle attese per le firme, il sovraccarico cognitivo dei vertici, la poca trasparenza delle responsabilità e, nell’insieme, la scarsa capacità di risposta e di c o m u n i c a z i o n e d e l l a s t r u t t u r a .
  • 53. Organizzazione per progetti Mantiene la struttura gerarchico- funzionale in modo permanente per alcuni settori chiave (vedi quelli dirigenziali) ma al contempo rende flessibile la produzione demandandola a progetti variabili e perciò facilmente adattabili alle mutevoli esigenze dell’ambiente esterno. (Es.:realizzazione di prototipi).
  • 55. Alternative e sviluppi (modello fordista)
  • 59. Esempio: alternative di collocamento della funzione personale in una struttura organizzativa articolata su tre livelli
  • 60. La rappresentazione grafica tramite l’organigramma può aiutare nella valutazione delle alternative, mettendo in luce pregi e difetti delle diverse soluzioni in funzione delle diverse reti di relazione (gerarchiche e non) e delle diverse possibilità di coordinamento/composizione dei conflitti
  • 61. Esempio: alternative di collocamento della funzione personale in una struttura organizzativa articolata su tre livelli
  • 63. Organigramma di un azienda tessile italiana: benché complesso non ci dice niente sul livello di importanza relativa alle varie posizioni organizzative esistenti.
  • 64. Dall’organigramma, alle procedure e ai flussi: il livellogramma
  • 65. Livellogramma Serve per determinare accuratamente le posizioni ed il loro livello
  • 68. Procedure e flussi Nella figura precedente è raffigurato uno schema procedurale sovrapposto all’organigramma relativo all’organizzazione generale di un cantiere in un impresa di costruzioni. Può essere utile per definire meglio i legami funzionali esistenti fra le varie unità organizzative, dando un idea di tipo dinamico del funzionamento reale dell’organizzazione. Può servire anche a livello progettuale per rappresentare il funzionamento ideale di un organizzazione.
  • 70. Organizzazione a matrice Si ha l’organizzazione per matrice quando le strutture funzionano permanentemente attraverso i raggruppamenti per progetto. Il nome matrice deriva dal reticolo che viene a formarsi nel tracciato, dove, ogni rettangolo rappresenta una o più persone.
  • 71. …segue Lo schema può essere letto nei due sensi: orizzontalmente, ogni riga forma i gruppi di specializzazioni diverse e interfunzionali (composti da ricercatori, tecnici della produzione, del marketing, dei controlli tecnici e finanziari); verticalmente, ogni colonna rappresenta, invece, le persone che fanno capo a un determinato settore funzionale o specialistico. Questi tipi di organizzazioni forniscono una notevole flessibilità nell’impiego delle risorse professionali, consentendo di utilizzare le persone a seconda delle necessità, suddividendo, quando opportuno o necessario, l’attenzione tra un progetto e l’altro
  • 74. L’organizzazione per processi L’organizzazione per processi, su due soli livelli gerarchici, quello generale e quello operativo. I processi sono gestiti integralmente all’interno di ciascuna unità del livello operativo, il cui dirigente adotta autonomamente le decisioni e ne assume la relativa responsabilità. Gli operatori di processo lavorano in un’ottica di polifunzionalità, detenendo le competenze dell’intero processo, e gestiscono direttamente i rapporti con l’utenza, dalla quale recepiscono indicazioni utili al miglioramento del servizio. In tal modo si accrescono al massimo tanto l’efficienza, quanto la capacità di risposta e di comunicazione della struttura. Il livello di management generale può concentrarsi principalmente sulla pianificazione strategica (determinazione degli obiettivi e conseguente allocazione delle risorse) e l’analisi degli scostamenti tra obiettivi e risultati, che vengono rilevati tramite il controllo di gestione.
  • 75. L’organizzazione per processi L’organizzazione per processi risponde ai seguenti principi: 1) Principio di semplicità 2) Principio di autonomia 3) Principio di flessibilità 4) Principio della direzione attraverso la cultura
  • 76. Principio di semplicità……. La migliore risposta alla complessità dell'ambiente esterno e dei rapporti umani all'interno dell'organizzazione è la semplicità della struttura organizzativa, con la riduzione al minimo dei livelli gerarchici e la semplificazione di norme e regole: strutture e procedure non permettono di rispondere alla complessità, ma tendono a cristallizzarla in complicazione.
  • 77. …..principio di semplicità La rigidità della struttura organizzativa, infatti, ne diminuisce la capacità di risposta, senza offrire corrispondenti vantaggi. La gerarchia ha inoltre un costo considerevole: assorbe un consistente numero di risorse qualificate (quelle destinate ai ruoli di “capi intermedi”), sottraendole ai compiti operativi, moltiplica le attese, allunga i tempi decisionali, allontana la responsabilità di trovare le soluzioni da chi effettivamente detiene le competenze e conosce meglio i processi, aumenta a dismisura il carico cognitivo del vertice della struttura, che, impegnato in una continua supervisione formale dell’operato dei livelli inferiori, non può efficacemente concentrarsi sulla funzione di pianificazione strategica. Rischia così, anziché di aumentare, di compromettere irrimediabilmente, oltre che la tempestività, anche la qualità stessa delle decisioni. L’organizzazione per processi è pertanto, innanzi tutto una lean organization, un’organizzazione piatta.
  • 78. Principio di autonomia Per fare in modo che sia l'operatore a rispondere al problema, è necessario che egli abbia la possibilità di agire, e di assumersi in prima persona la responsabilità della decisione. Uno dei modi migliori per ridurre la complessità è il dare la libertà totale di decisione a unità operative forti, soggette alla verifica ed alla valutazione del vertice nei soli termini della rispondenza dei risultati conseguiti agli obiettivi assegnati in sede di pianificazione strategica. Il potere decisionale deve essere portato al livello più vicino al cittadino-utente e affidato a chi effettivamente conosce e gestisce i processi. Le stesse unità organizzative vanno costruite non in relazione ai compiti (es. archivio, ufficio copia, ecc.), bensì intorno ai processi, la responsabilità della cui gestione deve essere attribuita in modo integrale, diretto e trasparente ad un unico process owner ed alla sua squadra di collaboratori polifunzionali, gli operatori di processo. Nell’organizzazione per processi le unità di line sono pertanto costituite da gruppi di processo, ciascuno dei quali ha la responsabilità di uno o più processi, che gestisce dall’inizio alla fine.
  • 79. Principio di flessibilità Coinvolge simultaneamente più aspetti: a)flessibilità strategica, intesa come capacità di adattamento delle strategie dell’organizzazione al sistema di opportunità e di vincoli presenti nell’ambiente in cui opera; la stessa norma giuridica non deve più essere considerata l’unico presupposto e l’unica motivazione delle iniziative dell’amministrazione, bensì come un vincolo e insieme come una risorsa di cui tenere conto nel costruire un percorso verso il risultato che meglio soddisfi in concreto le esigenze della società civile; dall’altro, fattore critico di successo è senz’altro la capacità di cogliere le opportunità ed i contributi che l’ambiente sociale di volta in volta può offrire, anche in termini di progettualità (project financing, volontariato, terzo settore, ecc.);
  • 80. Principio di flessibilità Coinvolge simultaneamente più aspetti: b) flessibilità strutturale, intesa come sviluppo di caratteristiche organizzative tali da non richiedere continui processi di ristrutturazione al variare delle condizioni ambientali; nell’ organizzazione per processi il cambiamento organizzativo non è un evento eccezionale e delimitato nel tempo, ma un flusso adattativo ininterrotto, che si attua, con tempi e modalità diverse, attraverso gli strumenti del kaizen o miglioramento continuo, del business process reeningering (B.P.R.) o reingegnerizzazione dei processi e del management by objectives (M.B.O.) o direzione per obiettivi;
  • 81. Principio di flessibilità Coinvolge simultaneamente più aspetti: c) flessibilità operativa e gestionale, intesa come capacità di dare, attraverso i processi operativi, risposte appropriate, tempestive e specifiche ai bisogni della società civile; il porsi all’ascolto di realtà pubbliche e private, oltre che di cittadini, associazioni, imprese, ed altri soggetti portatori di interessi socialmente rilevanti ed il saperli coinvolgere in strategie dirette al raggiungimento di obiettivi comuni è un fattore critico di successo: i gruppi di processo devono quindi essere anche gruppi di rete, capaci di attivare la cooperazione di segmenti qualificati dell’ambiente esterno.
  • 82. Principio della direzione attraverso la cultura Un'organizzazione fondata sull'autonomia delle persone e dei gruppi di processo non può essere governata da norme procedurali e ordini gerarchici, che di per sé tendono a diminuire l’efficacia, l’efficienza e la capacità di risposta: quelle convergenze e quel coordinamento indispensabili ad una cooperazione efficace devono essere invece assicurati da una cultura organizzativa forte, diffusa e condivisa. Per questo motivo nell’organizzazione per processi grande rilievo assume la funzione di formazione e sviluppo delle risorse umane, che costituisce uno strumento, oltre che di ampliamento delle conoscenze e delle competenze individuali e di team, anche di orientamento culturale e socializzazione di assetti valoriali coerenti con la mission, e funzionali agli obiettivi ed alle strategie dell’organizzazione.
  • 83. Analisi e progettazione dei flussi (procedure) Cosa si fa? Perché si fa quel lavoro? Dove viene eseguito? Quando viene eseguito? Chi esegue il lavoro? Come viene eseguito il lavoro?
  • 84. Analisi e progettazione dei flussi (procedure) Come si interviene? Cosa si fa? La eliminazione, se il movimento o l’operazione non sono necessari, in base al principio di eliminare ogni lavoro che non risulti strettamente necessario; La combinazione, se è possibile combinare più operazioni in modo da ridurre i movimenti; La modifica della sequenza, se è possibile ridurre il lavoro modificando la sequenza delle operazioni;
  • 85. Analisi e progettazione dei flussi (procedure) Come si interviene? Cosa si fa? La semplificazione, se è possibile semplificare l’operazione modificando moduli, stampati, procedura e posizione degli operatori; Il miglioramento tecnico, se si ravvisa la convenienza ad utilizzare macchine (calcolatrici, fatturatrici, fotocopiatrici, ecc.) in luogo di lavoro svolto direttamente dall’uomo
  • 86. Analisi e progettazione dei flussi (procedure)
  • 87. Analisi e progettazione dei flussi (procedure)
  • 88. Analisi e progettazione dei flussi (procedure)
  • 89. Analisi e progettazione dei flussi (procedure)
  • 95. Diagrammi di flusso (flow chart)
  • 96. Diagrammi di flusso (flow chart)
  • 97. Diagrammi di flusso (flow chart)
  • 98. Diagrammi di flusso (flow chart)
  • 101. Tavola di decisione (completa)
  • 102. Tavola di decisione (completa)