Lo sviluppo storico e la definizione del concetto di mole. L'applicazione del concetto di mole nella stechiometria e per esprimere la concentrazione delle soluzioni.
Lo sviluppo storico e la definizione del concetto di mole. L'applicazione del concetto di mole nella stechiometria e per esprimere la concentrazione delle soluzioni.
2. L'amicizia inseparabile di
Samia e Alì
Samia e Alì hanno otto anni, vivono a Mogadiscio, capitale della Somalia,
e da quando sono nati condividono tutto.
Fanno parte di due famiglie diverse una Abgal e una Darod, due clan
somali rivali, ma dalla nascita condividono la stessa casa, lo stesso
giardino, la stessa passione per la corsa, e i loro genitori gli hanno
insegnato ad amare la pace, anche se nel loro paese ce n'è ben poca.
3. Nonostante la corsa sia la più grande passione
di entrambi, dopo un po' però Alì decide di
rinunciare e a correre e di dedicarsi ad
allenare Samia che grazie al suo aiuto riesce a
vincere la sua prima gara.
Dopo la prima vittoria così Samia inizia a
vincere tutte le gare a cui partecipa
diventando una delle ragazze più giovani e più
veloci del paese.
La corsa
4. La guerra
Nel frattempo però la guerra inizia ad avere ripercussioni anche
nella vita di Samia che da un giorno all'altro si ritrova obbligata a
coltivare la sua passione in segreto.
A causa di ciò inoltre Samia perde il suo allenatore e più grande
amico Alì che da un giorno all'altro parte con la sua famiglia
senza lasciare tempo per i saluti, per non tornare più.
Poco dopo perde anche suo padre, una delle persone più
importanti per lei che muore in una sparatoria durante una
normale giornata di lavoro e dopo la partenza di sua sorella
Hodan per l'Europa si ritrova a vivere da sola con sua madre e i
suoi fratelli.
5. Una promessa infrangibile
Nonostante tutto però Samia mantiene la sua determinazione e si pone
l'obbiettivo di mantenere la promessa fatta a suo padre anni prima, di
arrivare alle olimpiadi del 2008 in Cina e di guidare la liberazione delle
donne somale.
Come promesso così si impegna il più possibile con il suo nuovo
allenatore per migliorare i suoi tempi e viene convocata alle olimpiadi
del 2008 di Pechino per rappresentare a Somalia.
Alla fine Samia perde la gara ma non prova alcuna vergogna, anzi, prova
un grandissimo orgoglio per il suo paese e promette che un giorno
avrebbe vinto le olimpiadi come donna somala musulmana.
6. La decisione
Un giorno Samia torna dopo essere uscita di nascosto per andare allo stadio, ormai in
rovina, della città, come faceva quasi ogni notte , trova nel suo giardino un hijab pieno
di banconote e controllando dentro la casa trova un uomo dal volto familiare nascosto
nella stanza.
Quell'uomo è Alì che è tornato da Samia per lasciargli quei soldi ma in preda alle lacrime
decide di raccontarle tutta la verità su ciò che era accaduto in quegli anni.
Le racconta che poco dopo dopo essere partito, era entrato in Al-Shabaab, un gruppo
terroristico di cui faceva parte anche suo fratello, e quel giorno, al mercato dove
lavorava il padre di Samia, era stato obbligato a sparargli per evitare che molte altre
persone morissero.
Perciò Samia capisce che non ha più senso lottare per un paese che la disprezza e
decide di partire per l'Europa anche lei come sua sorella Hodan.
7. Il viaggio
Il 15 luglio 2011 quindi Samia parte per il tanto temuto quanto bramato
viaggio.
Fin dalla sua partenza però il viaggio è estenuante, obbligata a
passare intere giornate rinchiusa nel cassone di un van con altre
mille persone e a malapena lo spazio per respirare, ma la parte
peggiore arriva con l'attraversamento del deserto che le fa perdere le
speranze di sopravvivere numerose volte.
Finito l'attraversamento più difficile però si ritrova comunque a
passare da una prigione all'altra attendendo che sua madre le
spedisca i soldi per pagare le guardie e continuare il viaggio e
durante gli interminabili periodi di tempo di attesa tra un viaggio e
l'altro incontra molte altre ragazze come lei con storie altrettanto
atroci alle loro spalle.
8. Alla fine però, dopo lunghissimi mesi di viaggio, il 2 aprile 2012,
Samia viene imbarcata su una nave diretta in Italia.
Arrivati quasi a terra però una nave italiana li ferma, e in preda
alla disperazione mette insieme le sue ultime forze e si butta nel
mare cercando di raggiungere l'altra nave.
Sorprendentemente però riesce ad aggrapparsi ad una corda
lanciata dalla nave italiana e sale a bordo, dove viene salvata e
curata al meglio.
Poco dopo riesce poi a qualificarsi per le olimpiadi di Londra del
2012 e a quel punto è il suo momento di tornare a fare ciò che
ha sempre amato e per cui ha sofferto tanto, correre.
L'arrivo
9. La storia di Samia è tutt'altro che d'invenzione, l'autore
del libro infatti, con l'aiuto di Hodan e altri conoscenti
di Samia, è riuscito a ricostruire la storia della vita della
ragazza che avrebbe potuto vincere le olimpiadi di
Londra del 2012.
L'unica parte di invenzione infatti è il finale, poiché
nella storia reale purtroppo, Samia Yusuf Omar è morta
annegata nel tentativo di prendere la corda lanciata
dalla nave italiana il 2 aprile 2012.
"Tratto da una storia vera"