Intervento a Umanisti 2.0. Come ideare e gestire un progetto di ricerca nell’era digitale
Il 16 dicembre 2021 - 14:30 a Roma Tre Dip. di Studi Umanistici
Giovedì 16 dicembre 2021, 14.30-18.00, Aula Radiciotti e in streaming
Seminario di Cultura Digitale - 19 aprile 2017 - Aula Seminari EST - Dip. di Informatica - Pisa
Federico Meschini (UniTUS)
Informatica umanistica, edizioni digitali e pensiero computazionale.
"Young man, in mathematics you don't understand things. You just get used to them." Questa frase, attribuita a John Von Neumann, e dal forte sapore pragmatico, così come l'approccio ingegneristico della macchina omonima, contrapposto alla natura astratta della macchina di Turing, ben si adatta ai numerosi tentativi di definizione dell'edizione digitale. In questo seminario si vuole proporre un approccio particolare, che includa nei vari tentativi di analisi il cosiddetto "Computational thinking", così come è stato definito da Jeannette Wing ben dieci anni fa, e ricollegandosi, ad un livello più generale, all'Informatica Teorica e agli studi sulla computabilità; l'importanza di questo approccio inizia ad essere presa in considerazione anche nel settore delle Digital Humanities, e, più in generale, nell'ottica del superamento della divisione tra le due culture o, andando a ritroso, della separazione gutenberghiana dei saperi tra scienze umane e scienze esatte.
Le edizioni critiche digitali sono da sempre uno degli aspetti più rilevanti dell'informatica umanistica, per la loro storia, diffusione, e combinazione di riflessioni teoriche e applicazioni pratiche. Quale può essere quindi l'interazione tra questi due aspetti: da un lato gli strumenti che il pensiero computazionale mette a disposizione per una migliore comprensione della natura delle edizioni digitali, e dall'altro come possono queste ultime aiutare a diffondere questa attitudine, giudicata come una delle componenti essenziali per gli "abitanti" del 21° secolo, nelle scienze umane e non solo? Da un punto di vista ontologico un'edizione digitale ha lo stesso status di un distributore automatico, dato che entrambi possono essere ridotti ad automi a stati finiti, anche se dal punto di vista epistemologico sono totalmente diversi e rispondo ad esigenze opposte, conoscitive da un lato e di sussistenza dall'altro.
Nonostante la necessità di un approccio astratto sia stata più volte sottolineata in diverse riflessioni teoriche, l'uso degli strumenti messi a disposizione dall'informatica teorica è stato fino ad ora pressoché nullo, probabilmente più per una mancanza di familiarità che per effettivi dubbi riguardo a un vantaggio competitivo dal punto di vista scientifico. D'altro canto, data l'importanza strategica dell'edizione digitale, sia nel mondo accademico e culturale sia in quello editoriale, una migliore comprensione e divulgazione dei suoi aspetti computazionali potrebbe aiutare a ridurre lo spessore del muro che attualmente divide le discipline umanistiche da quelle esatte, aiutandole così ad uscire dalla nicchia sempre più stretta in cui vengono al momento collocate, e recuperando quindi il ruolo di primo piano cui hanno diritto.
Intervento a Umanisti 2.0. Come ideare e gestire un progetto di ricerca nell’era digitale
Il 16 dicembre 2021 - 14:30 a Roma Tre Dip. di Studi Umanistici
Giovedì 16 dicembre 2021, 14.30-18.00, Aula Radiciotti e in streaming
Seminario di Cultura Digitale - 19 aprile 2017 - Aula Seminari EST - Dip. di Informatica - Pisa
Federico Meschini (UniTUS)
Informatica umanistica, edizioni digitali e pensiero computazionale.
"Young man, in mathematics you don't understand things. You just get used to them." Questa frase, attribuita a John Von Neumann, e dal forte sapore pragmatico, così come l'approccio ingegneristico della macchina omonima, contrapposto alla natura astratta della macchina di Turing, ben si adatta ai numerosi tentativi di definizione dell'edizione digitale. In questo seminario si vuole proporre un approccio particolare, che includa nei vari tentativi di analisi il cosiddetto "Computational thinking", così come è stato definito da Jeannette Wing ben dieci anni fa, e ricollegandosi, ad un livello più generale, all'Informatica Teorica e agli studi sulla computabilità; l'importanza di questo approccio inizia ad essere presa in considerazione anche nel settore delle Digital Humanities, e, più in generale, nell'ottica del superamento della divisione tra le due culture o, andando a ritroso, della separazione gutenberghiana dei saperi tra scienze umane e scienze esatte.
Le edizioni critiche digitali sono da sempre uno degli aspetti più rilevanti dell'informatica umanistica, per la loro storia, diffusione, e combinazione di riflessioni teoriche e applicazioni pratiche. Quale può essere quindi l'interazione tra questi due aspetti: da un lato gli strumenti che il pensiero computazionale mette a disposizione per una migliore comprensione della natura delle edizioni digitali, e dall'altro come possono queste ultime aiutare a diffondere questa attitudine, giudicata come una delle componenti essenziali per gli "abitanti" del 21° secolo, nelle scienze umane e non solo? Da un punto di vista ontologico un'edizione digitale ha lo stesso status di un distributore automatico, dato che entrambi possono essere ridotti ad automi a stati finiti, anche se dal punto di vista epistemologico sono totalmente diversi e rispondo ad esigenze opposte, conoscitive da un lato e di sussistenza dall'altro.
Nonostante la necessità di un approccio astratto sia stata più volte sottolineata in diverse riflessioni teoriche, l'uso degli strumenti messi a disposizione dall'informatica teorica è stato fino ad ora pressoché nullo, probabilmente più per una mancanza di familiarità che per effettivi dubbi riguardo a un vantaggio competitivo dal punto di vista scientifico. D'altro canto, data l'importanza strategica dell'edizione digitale, sia nel mondo accademico e culturale sia in quello editoriale, una migliore comprensione e divulgazione dei suoi aspetti computazionali potrebbe aiutare a ridurre lo spessore del muro che attualmente divide le discipline umanistiche da quelle esatte, aiutandole così ad uscire dalla nicchia sempre più stretta in cui vengono al momento collocate, e recuperando quindi il ruolo di primo piano cui hanno diritto.
Il modello didattico EAS (Episodi di Apprendimento Situati) - messo a punto da Pier Cesare Rivoltella in tre volumi usciti per la casa editrice La Scuola di Brescia (2013, 2015, 2016) - costituisce una possibile risposta alla crisi della lezione frontale nella scuola e all'università e, più in generale, alla difficoltà diffusa tra i docenti di entrare in contatto “culturale” con una generazione costantemente connessa, con le sue abitudini e i suoi consumi.
L’EAS è un dispositivo professionale molto efficace nell’organizzare l’attività didattica in ambienti che, a ritmi diversi, stanno diventando sempre più digitali. Dal punto di vista metodologico, l’Eas si fonda sull'idea che lo studente abbia parte attiva nell'apprendimento, sviluppi le competenze necessarie per abitare la società attuale e si formi dal punto di vista disciplinare e interdisciplinare.
Essential Books and Journals dealing with Digital History - updated version August 15, 2015 - The original list has been prepared for the Digital History Day - http://instruhist.hypotheses.org/ - Université de Toulouse II - Le Mirail - Laboratoire FRAMESPA - Jeudi 13 Juin 2013
Keynote inaugurale dei Seminari SISSCO Nuove frontiere della Public and Digital History (martedì 23 novembre 2021)
Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali - UniMoRe - Modena
Ragionamento sull'informatica umanistica e la cultura ditale tra lavoro, ricerca e disciplina anche alla luce dell'esperienza del corso di laurea di Informatica Umanistica a Pisa
(Information) literacy. Cosa insegnare nella biblioteca pubblica?Sara Chiessi
Presentazione dell'intervento tenuto al salone del libro di Torino il 16 maggio 2016: http://www.editricebibliografica.it/evento-la-biblioteca-come-laboratorio-di-information-literacy-2948.html
@MappaProject: un approccio computazionale innovativo per l’archeologia itali...Progetto Mappa
Il progetto MAPPA, conclusosi a fine giugno 2013, ha visto lavorare assieme un team di archeologi, geologi, matematici. La finalità principale del progetto è stata quella di studiare strumenti di calcolo predittivo applicabili al potenziale archeologico di un’area urbana e di creare un prodotto funzionale alla tutela, alla ricerca e alla governance della città e del suo patrimonio sepolto.
La strategia del Progetto si è basata su due capisaldi:
- apertura dei prodotti della ricerca attraverso una politica open access, apertura dei dati della ricerca attraverso la realizzazione del primo archivio open data dell’archeologia italiana;
- realizzazione della carta di potenziale archeologico dell’area urbana di Pisa sviluppata attraverso un modello predittivo, con l’ambizione di diventare un modello replicabile per la tutela del patrimonio sepolto e per la ricerca archeologica.
Per fare Open Data siamo partiti dallo studio legale degli aspetti connessi all’apertura dei dati e dalla necessità di garantire chi produce i dati archeologici: questi derivano sempre e comunque da un’attività di ricerca (essendo dati non replicabili) e quindi ne deve essere rispettata la paternità intellettuale attraverso l’apposizione di DOI e l’uso di licenze appropriate (CC-BY; CC-BY-SA). Per quanto riguarda la carta di potenziale siamo partiti dalla disamina dei principali modelli predittivi conosciuti in letteratura, legati sia alla pianificazione territoriale, sia alla ricerca. I modelli predittivi attualmente si basano su modelli statistici e/o geostatistici. La nostra idea è stata quella di utilizzare un modello predittivo matematico. Un modello statistico evidenzia, infatti, la maggiore o minore probabilità dell’avverarsi di un determinato fenomeno, mentre un modello matematico cerca di ricostruire, formalizzandone le regole di base, le modalità del verificarsi o meno di un certo fenomeno. Nel nostro caso il calcolo del Potenziale archeologico di un’area urbana. Il modello realizzato dal Progetto MAPPA è basato su sull’algoritmo di PageRank adeguatamente modificato fino a trasformarlo nell’algoritmo MAPPA. Tutte le fasi del progetto sono state caratterizzate da una capillare azione di comunicazione sia scientifica, sia sociale. Accanto alla pubblicazione di tutti i prodotti scientifici in modo aperto attraverso politiche open access sia tradizionali, sia interattive, come il webGIS, e alla partecipazione a convegni nazionali e internazionali, è stata fatta una forte comunicazione via web tramite il nostro sito (www.mappaproject.org) e sui social network, promuovendo forme di racconto meno convenzionali come i video di Opening the Past e più tradizionale con la presenza a convegni e incontri non strettamente scientifici. Attualmente, il Laboratorio MAPPA porta avanti e sviluppa le tematiche del progetto indirizzandosi verso l’analisi computazionale automatizzata di grandi quantità di dati, i cosiddetti Big Data, e verso i Linked Open Data.
Il modello didattico EAS (Episodi di Apprendimento Situati) - messo a punto da Pier Cesare Rivoltella in tre volumi usciti per la casa editrice La Scuola di Brescia (2013, 2015, 2016) - costituisce una possibile risposta alla crisi della lezione frontale nella scuola e all'università e, più in generale, alla difficoltà diffusa tra i docenti di entrare in contatto “culturale” con una generazione costantemente connessa, con le sue abitudini e i suoi consumi.
L’EAS è un dispositivo professionale molto efficace nell’organizzare l’attività didattica in ambienti che, a ritmi diversi, stanno diventando sempre più digitali. Dal punto di vista metodologico, l’Eas si fonda sull'idea che lo studente abbia parte attiva nell'apprendimento, sviluppi le competenze necessarie per abitare la società attuale e si formi dal punto di vista disciplinare e interdisciplinare.
Essential Books and Journals dealing with Digital History - updated version August 15, 2015 - The original list has been prepared for the Digital History Day - http://instruhist.hypotheses.org/ - Université de Toulouse II - Le Mirail - Laboratoire FRAMESPA - Jeudi 13 Juin 2013
Keynote inaugurale dei Seminari SISSCO Nuove frontiere della Public and Digital History (martedì 23 novembre 2021)
Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali - UniMoRe - Modena
Ragionamento sull'informatica umanistica e la cultura ditale tra lavoro, ricerca e disciplina anche alla luce dell'esperienza del corso di laurea di Informatica Umanistica a Pisa
(Information) literacy. Cosa insegnare nella biblioteca pubblica?Sara Chiessi
Presentazione dell'intervento tenuto al salone del libro di Torino il 16 maggio 2016: http://www.editricebibliografica.it/evento-la-biblioteca-come-laboratorio-di-information-literacy-2948.html
@MappaProject: un approccio computazionale innovativo per l’archeologia itali...Progetto Mappa
Il progetto MAPPA, conclusosi a fine giugno 2013, ha visto lavorare assieme un team di archeologi, geologi, matematici. La finalità principale del progetto è stata quella di studiare strumenti di calcolo predittivo applicabili al potenziale archeologico di un’area urbana e di creare un prodotto funzionale alla tutela, alla ricerca e alla governance della città e del suo patrimonio sepolto.
La strategia del Progetto si è basata su due capisaldi:
- apertura dei prodotti della ricerca attraverso una politica open access, apertura dei dati della ricerca attraverso la realizzazione del primo archivio open data dell’archeologia italiana;
- realizzazione della carta di potenziale archeologico dell’area urbana di Pisa sviluppata attraverso un modello predittivo, con l’ambizione di diventare un modello replicabile per la tutela del patrimonio sepolto e per la ricerca archeologica.
Per fare Open Data siamo partiti dallo studio legale degli aspetti connessi all’apertura dei dati e dalla necessità di garantire chi produce i dati archeologici: questi derivano sempre e comunque da un’attività di ricerca (essendo dati non replicabili) e quindi ne deve essere rispettata la paternità intellettuale attraverso l’apposizione di DOI e l’uso di licenze appropriate (CC-BY; CC-BY-SA). Per quanto riguarda la carta di potenziale siamo partiti dalla disamina dei principali modelli predittivi conosciuti in letteratura, legati sia alla pianificazione territoriale, sia alla ricerca. I modelli predittivi attualmente si basano su modelli statistici e/o geostatistici. La nostra idea è stata quella di utilizzare un modello predittivo matematico. Un modello statistico evidenzia, infatti, la maggiore o minore probabilità dell’avverarsi di un determinato fenomeno, mentre un modello matematico cerca di ricostruire, formalizzandone le regole di base, le modalità del verificarsi o meno di un certo fenomeno. Nel nostro caso il calcolo del Potenziale archeologico di un’area urbana. Il modello realizzato dal Progetto MAPPA è basato su sull’algoritmo di PageRank adeguatamente modificato fino a trasformarlo nell’algoritmo MAPPA. Tutte le fasi del progetto sono state caratterizzate da una capillare azione di comunicazione sia scientifica, sia sociale. Accanto alla pubblicazione di tutti i prodotti scientifici in modo aperto attraverso politiche open access sia tradizionali, sia interattive, come il webGIS, e alla partecipazione a convegni nazionali e internazionali, è stata fatta una forte comunicazione via web tramite il nostro sito (www.mappaproject.org) e sui social network, promuovendo forme di racconto meno convenzionali come i video di Opening the Past e più tradizionale con la presenza a convegni e incontri non strettamente scientifici. Attualmente, il Laboratorio MAPPA porta avanti e sviluppa le tematiche del progetto indirizzandosi verso l’analisi computazionale automatizzata di grandi quantità di dati, i cosiddetti Big Data, e verso i Linked Open Data.
Certificazione formale delle competenze computational thinking e problem solving, che AICA sta valutando con il Politecnico di Torino e la commissione ministeriale del progetto PP&S.
Linux Board. Corso di prototipazione rapidaMultiverso
Il corso si svolgerà Domenica 11 Maggio presso Multiverso a Firenze Via Campo D'Arrigo 42/r. Si propone, hardware alla mano, di dare dei concetti di base sulla programmazione GNU/Linux embedded volti alla prototipazione rapida.
Per info e iscrizioni: http://bit.ly/1tYABWp
All'interno delle slide vedremo alcune informazioni circa il programma MSP (Microsoft Student Partners), Microsoft Azure, Microsoft Imagine (ex DreamSpark), Interent of Things (IoT) e Arduino. Utilizzeremo questi strumenti per realizzare un grafico della temperatura rilevata da Arduino per inviare i dati in cloud (SQL Database di Azure) e li elaboreremo per realizzare un grafico circa l'andamento della temperatura.
Esperienze di robotica creativa - RospinoPaolo Tosato
Presentazione corsi animatori digitali veneto 2016
Presentano: Paolo Tosato e Monica Banzato
Gruppo di Lavoro TIRE: P. Tosato, M. Banzato, F. Coin e G. Riello
Backdoor Coding: Analisi di una semplice backdoor e prime applicazioniSalvatore Lentini
In questo talk viene analizzata una semplice backdoor realizzata in Python. Il talk procede con l'explotation di una macchina Windows 7 tramite un attacco di Pishing e subito dopo con l'installazione di una backdoor persistence facendo vedere alcune delle funzionalità offerte. Il talk si conclude invitando l'utente a nascondere la propria webcam sensibilizzandolo sull'argomento. Il motivo per cui ho scelto di parlare di questo argomento, ha a che fare con le differenze che sorgono tra software open e software close, dato che nel primo è possibile tramite la lettura e comprensione del codice capire se il sistema ha routine di codice che si comportano come backdoor mentre nel secondo non sappiamo se ne esistono (data l'impossibilità di leggere il codice sorgente) e quindi dal momento che la sicurezza non si è mai basata sulla fiducia del produttore, è importante prevenire (mettendo delle etichette di plastica sulle nostre webcam).
Lie to me - Riconoscimento delle espressioni by G. MannoGabriele Manno
Presentazione del lavoro di tesi, che ha come obiettivo il riconoscimento delle espressioni tramite software.
Partendo dagli studi antropomorfi di Charles Darwin fino a Paul Ekman, questo elaborato schematizza i concetti cardine utilizzati nell'individuazione delle espressioni in real-time tramite software, determinandone la veridicità o la mistificazione.
Consigli su come sviluppare e rilasciare App di Qualità:
1 portare utenti finali nel progetto di sviluppo, 2 elementi da considerare in fase di testing, 3 progettare un'interaction design di successo, 4 dall'idea all'app di successo, 5 azzerare il tasso di abbandono.
Introduzione all’Iot e alle schede elettronicheEnrico La Sala
Una breve introduzione all'IOT e delle risorse che possono essere utili a cominciare con i primi progetti con schede elettroniche come Arduino, Raspberry, ecc.
La programmazione e' il linguaggio delle cose.
Queste slide introducono i concetti che stanno alla base della programmazione e spiegano l'importanza del pensiero computazionale.
Sono state create contestualmente alle prime iniziative di alfabetizzazione lanciate nel 2013 in America e in Europa da Code.org e dalla Commissione Europea, in occasione della creazione della comunità di apprendimento denominata "Code's cool" (http://codescool.net/).
Possono essere usate come breve introduzione motivazionale a corsi e seminari di avvicinamento alla programmazione. Sono adatte a qualsiasi pubblico dalle elementari in su.
E' possibile ascoltare i miei commenti su YouTube a questo indirizzo: http://youtu.be/AEXF33EgH0w
Il complesso lavoro fatto dal Progetto MAPPA dall'Open Access del suo webGIS (MAPPAgis) alla realizzazione dell'archivio Open Data dell'archeologia italiana, alla realizzazione della carta di Potenziale Archeologica di un'area urbana elaborata grazie ad un apposito modello matematico (l'algoritmo MAPPA).
Aprire la professione: Open Data e modelli predittivi al servizio dell'archeo...Progetto Mappa
La professione archeologica non può limitarsi ad essere ancella dell'edilizia e dei lavori pubblici, come la crisi di questi anni sta dimostrando. Deve invece inventare nuove forme professionali innovative. Lo sviluppo degli open data può favorire la nascita di queste nuove professionalità archeologiche? Noi pensiamo di si: nel futuro si parlerà di Open Data Archaeologists, cioè di archeologi specializzati nella gestione e nell'analisi dei dati aperti, nell'applicazione del paradigma dei Big Data all'archeologia e di archeologi specializzati in modelli predittivi, ossia in forme di tutela diagnostica atte a meglio preservare e comprendere il patrimonio archeologico sepolto.
Open Science for Arts, Design & Music - Dialoghi DACDIolanda Pensa
Iolanda Pensa, Open Science for Arts, Design & Music, Dialoghi DACD, SUPSI, 27/10/2022
Entro il 2024 la ricerca in Svizzera deve essere Open Access. Ma come si crea una pubblicazione o un report in Open Access? Nella pratica cosa significa pubblicare open? Se la mia ricerca include immagini di un archivio storico posso pubblicarle in Open Access? Devo anche archiviare i dati? Anche video e information design possono essere risultati di ricerca open? Che immagini, testi e audio posso usare liberamente per creare nuove opere? Come chiedo un’autorizzazione?
Il progetto Open Science for Arts, Design & Music nasce per rispondere a queste e altre domande su Open Access e Open Science e affiancare in particolare le scuole di arte e design del nostro paese. L’attenzione per arte, design e musica risponde ad una serie di necessità specifiche di questi settori, come per esempio l’ampio uso nelle ricerche di documentazione di terzi (es. materiale d’archivio, immagini di artisti e designer, suoni e opere musicali...), la creazione di opere multimediali e la produzione di ricerca-azione e practice- based research.
Open Science for Arts, Design & Music è un progetto guidato dall’Istituto design del Dipartimento ambiente costruzioni design della SUPSI, in partneriato con tutte le scuole di arte e design – FHNW, HES-SO (ECAL, EDHEA, HEAD), HKB, HSLU e ZHdK, in collaborazione con DARIAH-EU Digital Research Infrastructure for the Arts and Humanities, CCDigitalLaw dell’USI, Creative Commons e le case editrici Triest verlag, Metis Presses e Edizioni Casagrande e realizzato con il sostegno di swissuniversities.
Audizione in Senato - Wikimedia Italia e Creative Commons ItaliaIolanda Pensa
Iolanda Pensa, Deborah De Angelis in collaborazione con Maurizio Codogno e Federico Leva. Osservazioni sullo schema di decreto legislativo in attuazione della Direttiva (UE) 2019/790 del Parlamento europeo e del Consiglio sul diritto d’autore e sui diritti connessi nel mercato unico digitale - A.G. 295, Audizione in Senato, 12/10/2021 https://doi.org/10.5281/zenodo.5682621
Progetto NUR_WAY - Stato di avanzamento del progetto a febbraio 2019Sardegna Ricerche
Stato di avanzamento del progetto NUR_WAY a febbraio 2019.
NUR_WAY è un progetto cluster finanziato da Sardegna Ricerche grazie ai fondi del POR FESR Sardegna 2014-2020. Mira a trasmettere le conoscenze scientifiche agli operatori del territorio per valorizzare e accrescere l'attrattività turistica dei complessi archeologici.
Pensa-Open Access e comunicazione istituzionale.pdfIolanda Pensa
Iolanda Pensa. (2023, May 17). Open access e comunicazione istituzionale. Open Science for Arts Design and Music (OS-ADM), SUPSI Mendrisio. Zenodo. https://doi.org/10.5281/zenodo.7944427
Pensa-Open Access e comunicazione istituzionale.pdfIolanda Pensa
Iolanda Pensa. (2023, May 17). Open access e comunicazione istituzionale. Open Science for Arts Design and Music (OS-ADM), SUPSI Mendrisio. Zenodo. https://doi.org/10.5281/zenodo.7944427
Quello che si presenta è l'applicazione del progetto MAPPA al medioevo, ma potrebbe essere ugualmente applicato ad altri periodi storici, e ne dimostra l'efficacia. Nell’ultimo decennio sono stati prodotti una grande mole di dati archeologici, spesso in formato digitale, che sono andati ad aggiungersi alle sterminate documentazioni analogiche di scavo prodotte negli ultimi 40 anni, spesso al solo scopo di giacere inutilizzati negli archivi. Assistiamo al paradosso di possedere potenti strumenti di calcolo informatico, ma pochi dati da processare, di produrre con costi molto elevati nuovi dati, per farne un uso limitato nel migliore dei casi a pochi o pochissimi riutilizzi. È uno spreco sia in termini economici, sia per la ricerca, sia per la tutela. In questo intervento cercherò di dimostrare come un approccio collaborativo tra tutti gli operatori archeologici (professionisti, funzionari, ricercatori) che porti alla condivisione di grandi quantità di dati aperti (big data), da poter riutilizzare liberamente attraverso l’uso di analisi spaziali, analisi statistiche e modelli predittivi, possa portare l’archeologia medievale verso nuovi modelli interpretativi e filoni di ricerca, basati sempre più sulla fonte archeologica, e verso un approccio più scientifico che consenta di verificare compiutamente le ipotesi prodotte. Per dimostrarlo mi servirò del caso studio di Pisa, dove il progetto Mappa (www.mappaproject.org) ha dapprima reso disponibili sia alla semplice consultazione (tramite il webGIS MappaGIS), sia al riuso come open data (tramite il MOD, Mappa Open Data) una grande quantità di dati, quindi ha realizzato un modello matematico per il calcolo predittivo del potenziale archeologico che fosse pensato da e per gli archeologi e servisse sia per la tutela, sia per la ricerca. Proprio attraverso il processamento di grandi quantità di dati e l’applicazione dei modelli predittivi è stata possibile una nuova lettura archeologica della città medievale.
Presentazione del progetto "mappadeimontipisani.org" presso il congresso nazionale della Struttura Operativa Sentieristica e Cartografia del Club Alpino Italiano a Rimini il 7 e l'8 Maggio 2016.
Iolanda Pensa, Wikipedia e l’Africa in La rivoluzione digitale vista dall’Africa a cura di Cecilia Pennacini e Giovanna Santanera, VI Convegno biennale ASAI Associazione per gli Studi Africani in Italia: Afriche del terzo millennio nel mondo globale: sfide, riconfigurazioni e opportunità, Università degli studi di Urbino, 01/07/2022.
Introduzione a OpenStreetMap e agli open data geografici in occasione del LinuxDay2015 tenutosi a Messina presso l'Istituto Tecnico Economico Statale "Antonio Maria Jaci"
9 giugno 2017, Sala Seminari est Dipartimento di Informatica, Univsersità di Pisa.
Introduzione al ciclo di eventi Road to Wordpress del Laboratorio di Cultura Digitale,
a cura di Maria Simi
Saper presentare la propria ricerca
Perché la slide "grazie per l'attenzione" non sia la più apprezzata.
Seminario di Cultura Digitale
Claudio Benedetti - TOWEL Publishing
Saper presentare la propria attività di ricerca, in qualunque ambito essa si svolga, è un elemento fondamentale per sostenere e divulgare il proprio lavoro. La disseminazione a tutti i livelli sta assumendo infatti una crescente rilevanza ed è sempre più richiesto, a chi si occupa di ricerca, di presentare i proprio progetti e i relativi risultati a soggetti differenti dal mondo dell'accademia.
La comunicazione scientifica è stata però spesso relegata in ambiti settoriali o specialistici, concentrando la quasi totalità dell'attenzione sui contenuti a discapito dell'aspetto grafico. Tuttavia, la completa noncuranza di aspetti come l'impaginazione, la grafica o la scelta narrativa hanno impoverito l'immagine delle presentazioni, rendendole spesso simili nell'aspetto e accomunate da alcuni elementi negativi.
Seminario di Cultura Digitale - Mercoledì 10 maggio - ore 14:15 - Aula Seminari EST - Dip. di Informatica - Pisa
Giuseppe L’Abbate (Unipi)
S-cultura digitale
Il seminario intende offrire un percorso articolato che osserva da diverse angolazioni le relazioni che intercorrono e sono intercorse fra arte, tecnologia e comunicazione. Utilizzando la scultura quale interessante e pretestuoso filo conduttore si affrontano alcune questioni legate al nostro rapporto con le così dette “nuove” tecnologie. Tecnologie, queste, che in ampia misura sono legate alla cultura digitale e alle sue applicazioni. Immaginare una diffusione delle stampanti 3D quale oggetto da ufficio o da casa non solo rievoca le note questioni relative alla “riproducibilità tecnica” dell’arte ma apre uno spazio per ripensare i rapporti fra 2D e 3D. Nel mondo “superficiale” di internet potrebbe svilupparsi una nuova “profondità” in ambito visuale.
“… avendo ad essere di tondo rilievo e che girando intorno si abbino a vedere per ogni verso, è di necessità che a volerle chiamar perfette ell'abbino di molte parti.”
(G. Vasari, Le vite de’ più eccellenti architetti, pittori, et scultori italiani da Cimabue, insino a’ tempi nostri)
Osvaldo Manuel Silvestre (Coimbra University, Portugal)
Constructing a digital archive of Fernando Pessoa’s Livro do Desassossego [LdoD]: an impossible project?
14 ottobre - 14:15 - 16:00 . Aula Seminari EST – Dip. di Informatica, Pisa, Italia
Simone Testa (Istituto Universitario Europeo)
Visualizzare la storia sociale e la storia intellettuale: il Database Italian Academies 1525-1700
Il seminario si basa su una ricerca pluriennale condotta come post-doc presso la School of Modern Languages di Royal Holloway - University of London. La relazione riflette sull'importanza della visualizzazione dei rapporti sociali attraverso la dimostrazione del Database Italian Academies 1525-1700, un progetto di collaborazione tra Royal Holloway, British Library e University of Reading, diretto dalla professoressa Jane Everson.
Il Database contiene adesso circa 10.000 voci, ed è diviso in tre aree: 1) Il paratesto del libro, 2) i dati essenziali relativi all'Accademia; 3) la prosopografia della persona, sia essa un accademico, oppure un contributore, autore, censore, stampatore, illustratore, dedicatario, ecc. di una pubblicazione. Queste tre aree sono collegate dall'ipertesto.
La presentazione non si occupa del software – che è stato realizzato in base alle nostre esigenze dal team del dipartimento di e-IS della British Library – bensì dell' importanza del suo design per interpretare i dati accumulati.
Tale strumento digitale ha permesso la rivalutazione di un fenomeno sociale quale il movimento accademico in Italia nel Cinque e Seicento e ne ha rivelato la sostanziale natura di network, attraverso tutta la penisola. La novità dell'approccio ha dimostrato ciò che sarebbe stato impossibile realizzare su carta stampata. Di conseguenza, il Database interattivo Italian academies ha aperto una nuova frontiera nell'interpretazione di un fenomeno sociale fino ad ora impossibile da affrontare con i tradizionali mezzi di stampa. Consente inoltre di aprire il discorso sulle banche dati interattive e la loro importanza come strumenti per la ricerca storica.
Il seminario scaturisce da una monografia in corso di pubblicazione con l'editore Palgrave McMillan (New York). La monografia contestualizza la banca dati nell’ambito delle interpretazioni del movimento accademico a partire dal sedicesimo secolo; propone la lettura di specifici discorsi culturali nell’ambito di varie generazioni di accademie cittadine; lo scambio culturale tra diverse città attraverso le accademie e l’importanza del network per gli individui; e propone di vedere il movimento accademico italiano come un antecedente della più tarda Repubblica delle lettere.
Link: http://www.bl.uk/catalogues/ItalianAcademies/About.aspx
1. @MappaProject: un approccio computazionale
innovativo per l’archeologia italiana #opendata
#matematica
Gabriele Gattiglia
Seminario di Cultura Digitale, Pisa 6 novembre 2013
2. Carta Predittiva del Potenziale
Archeologico
Carta Archeologica
Carta geomorfologica
Modello matematico Open digital archaeological archive
Open Data
Collaborazione
Trasparenza
Geologi
Archeologi
Matematici
Pisa, Italy
2 / 59@MappaProject: un approccio computazionale innovativo per l’archeologia italiana #opendata #matematica
3. 3 / 59@MappaProject: un approccio computazionale innovativo per l’archeologia italiana #opendata #matematica
Perché essere Open?
4. i beni culturali sono pubblici
4 / 59@MappaProject: un approccio computazionale innovativo per l’archeologia italiana #opendata #matematica
5. E deve conoscere i risultati
la collettività paga
5 / 59@MappaProject: un approccio computazionale innovativo per l’archeologia italiana #opendata #matematica
6. i dati invecchiano
6 / 59@MappaProject: un approccio computazionale innovativo per l’archeologia italiana #opendata #matematica
7. Nell’ultimo decennio sono stati prodotti una grande mole di
dati archeologici, spesso in formato digitale, che sono andati
ad aggiungersi alle sterminate documentazioni analogiche di
scavo prodotte negli ultimi 40 anni, spesso al solo scopo di
giacere inutilizzati negli archivi. Assistiamo al paradosso di
possedere potenti strumenti di calcolo informatico, ma pochi
dati da processare, di produrre con costi molto elevati nuovi
dati, per farne un uso limitato nel migliore dei casi a pochi o
pochissimi riutilizzi.
Ricicliamoli!
7 / 59@MappaProject: un approccio computazionale innovativo per l’archeologia italiana #opendata #matematica
8. Come essere Open?
8 / 59@MappaProject: un approccio computazionale innovativo per l’archeologia italiana #opendata #matematica
9. 9 / 59@MappaProject: un approccio computazionale innovativo per l’archeologia italiana #opendata #matematica
10. Viene utilizzato principalmente per indicare l'accesso libero e
senza restrizione degli articoli pubblicati in riviste accademiche;
inoltre, l'open access copre non soltanto articoli di riviste, ma
anche capitoli di libri e monografie, ed in generale ogni prodotto
della ricerca.
Esistono due strategie principali per garantire pubblicazioni ad
accesso aperto, con numerose sfumature:
• Viene definita «via verde» ("green road") la pratica dell'auto-
archiviazione ("self-archiving"), da parte degli autori, di copie
dei loro articoli in archivi istituzionali o disciplinari, o ancora nei
loro siti personali.
• Viene definita «via d'oro» ("gold road") la pubblicazione di
riviste in cui gli articoli sono direttamente ed immediatamente
accessibili ad accesso aperto.
Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Open_access
10 / 59@MappaProject: un approccio computazionale innovativo per l’archeologia italiana #opendata #matematica
13. motore webGIS
database server
scripting
web server
Open….source
Fonte: Noti V.: Il webGIS del progetto MAPPA: architettura del sistema e sviluppi futuri
13 / 59@MappaProject: un approccio computazionale innovativo per l’archeologia italiana #opendata #matematica
15. More info
Anichini F., Gattiglia G.: A qualcuno piace
‘webGIS’: indicazioni pratiche per un utilizzo
archeologico consapevole
Kansa E.: Open access in archaeology
Noti V.: Il webGIS del progetto MAPPA:
architettura del sistema e sviluppi futuri
ll webGIS del progetto MAPPA
Video
15 di 59
16. Secondo la Open Knowledge Foundation (http://it.okfn.org/) «un
contenuto o un dato si definisce aperto se chiunque è in grado di
utilizzarlo, ri-utilizzarlo e ridistribuirlo, soggetto, al massimo, alla
richiesta di attribuzione e condivisione allo stesso modo»
…e in archeologia?
16 / 59@MappaProject: un approccio computazionale innovativo per l’archeologia italiana #opendata #matematica
17. Qualche dato
Per capirci meglio
17 / 59@MappaProject: un approccio computazionale innovativo per l’archeologia italiana #opendata #matematica
18. Ricercatori 83%
Professionisti 78%
Addetti alla tutela 74%
di chi lavora in archeologia è d’accordo
sulla creazione di un archivio Open Data
archeologico
di chi lavora in archeologia pensa che
siano uno strumento di pianificazione e
tutela per il MiBAC
di chi lavora in archeologia pensa che
siano uno stimolo per migliorare la qualità
dei dati prodotti
Fonte: Sondaggio Mappa http://mappaproject.arch.unipi.it/wp-content/uploads/2011/08/2013_05_31_csv.csv
90%
93%
64%
61%
di chi lavora in archeologia
pensa che gli Open Data
rappresentino il futuro della
ricerca archeologica
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19. Accessibili, Tempestivi, Riutilizzabili
Tutelandone la «Paternità intellettuale»
L’archeologia è sempre e comunque un’attività di
ricerca (dal momento che produce dati unici e
irripetibili) e non vi è ricerca finché non vi è
pubblicazione del dato
I Dati sono considerati una pubblicazione scientifica
Tramite
• Attribuzione codice DOI (Digital Object Identifier), un
«ISBN» digitale
• Licenza CC BY / CC BY SA
OPEN
Quindi?
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20. Doc. grafica
Doc. fotografica
Doc. compilativa
Relazioni
Apparato
archeografico
(dataset)
Letteratura grigia
DATA
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21. Aspetti legali
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22. Legge 633/1941
Protezione del diritto d'autore e di altri diritti
connessi al suo esercizio
• Diritto d'autore
• Diritto su banche di dati (art. 102-bis e seg)
• Diritto su semplici fotografie (artt- 87-92)
Quali diritti?
Fonte: Anichini F., Ciurcina M. Noti V.: MOD (Mappa Archaeological Open Data Archive): new ideas for new minds
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23. • Quando l'opera è creativa?
• Chi è l'autore?
• Chi è titolare dei diritti?
Problemi
Soluzioni
Liberatoria
D. Lgs. 42/2004 Codice dei
beni culturali e del paesaggio
• Diritto di riproduzione (artt.
106 e seg.)
Autorizzazione
dall'ente preposto
D. Lgs. 196/2003 Codice in
materia di
protezione dei dati personali
• Dati relativi a persone fisiche
identificate o identificabili
(nomi e cognomi di persone fisiche,
fotografie e documentazione grafica, di
immobili di persone fisiche)
Richiesta di diffusione
dei dati
(o anonimizzazione)
Fonte: Anichini F., Ciurcina M. Noti V.: MOD (Mappa Archaeological Open Data Archive): new ideas for new minds
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24. Fonte: Anichini F., Ciurcina M. Noti V.: MOD (Mappa Archaeological Open Data Archive): new ideas for new minds
Attribuzione
Attribuzione Condividi allo stesso modo
compatibili con diritto di riproduzione art. 106 e
seg. D. Lgs. 42/2004
Licenze
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25. Nella lista dei repositories consigliati dal Journal of Open
Archaeological Data http://openarchaeologydata.metajnl.com/
MOD
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26. More info
Anichini F., L’analisi dei dati: un’archeologia
senza aggettivi
Anichini F., MAPPA survey. Gli Open Data
nell’archeologia italiana
Anichini F., Ciurcina M., Noti V, Il MOD: l’archivio
Open Data dell’archeologia italiana
Ciurcina M., Parere legale sul portale Mappa
Open Data
MAPPAproject, L’Open Data e l’archeologia
italiana. Risultati del sondaggio on-line 2013
Video
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27. Modelli predittivi
A cosa servono?
• Pianificazione
• Tutele
• Ricerca
Cosa sono?
Servono a stimare la
presenza/consistenza dei
depositi archeologici
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28. Alla pianificazione
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29. Alla tutela
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30. Map Algebra
Cost Surface Analysis
Alla ricerca
Land use evaluation
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31. •Dati urbani
•Cartografia storica
•Dati geografici/
geomorfologici
•Dati archeologici
PRIMARY DATA
•Dati derivati
SECONDARY DATA
Data model
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33. • Tipologia insediativa
• Densità insediativa
• Pluristratificazione dei depositi
• Rimovibilità non rimovibilità del
deposito
• Grado di conservazione del
deposito
Potenziale archeologico
Parametri
• Il potenziale archeologico di un’area rappresenta la probabilità, più o
meno alta, che vi sia conservata una stratificazione archeologica di
minore o maggiore rilevanza.
• Si calcola attraverso l’analisi e lo studio di una serie di dati storico-
archeologici e paleoambientali ricavati da fonti diverse, con un grado di
approssimazione che varia a seconda della quantità e della qualità dei
dati a disposizione e delle loro relazioni spaziali e contestuali.
• Il potenziale archeologico di un’area è di per sé un fattore indipendente da
qualsiasi tipo di successivo intervento si vada a realizzare, che deve
essere inteso come fattore di rischio contingente.
• La cartografia di potenziale archeologico è un modello predittivo e come
tale è consapevolmente creata come strumento decisionale.
33 / 59@MappaProject: un approccio computazionale innovativo per l’archeologia italiana #opendata #matematica
34. Con un modello matematico
Come?
Perché?
I modelli matematici possono essere applicati ad altri centri urbani
generalità
• I modelli matematici sono utili nelle predizioni
• La matematica può avere un impatto sulla pratica archeologica
e sulla pianificazione territoriale
34 / 59@MappaProject: un approccio computazionale innovativo per l’archeologia italiana #opendata #matematica
35. 7. Report,
explain,
predict
1. Real-world
problem
3. Formulate
the abstract
problem
4. Solve the
abstract problem
5. Interpret
the
solution
6. Verify
the model
TESTING
2. Make assumptions
BASIC RULES governing the system
PROBABILITY DISTRIBUTIONS
MATHEMATICAL
MODELS
STATISTICAL
MODELS
35 / 59@MappaProject: un approccio computazionale innovativo per l’archeologia italiana #opendata #matematica
36. • Ipotesi: se si avesse una conoscenza perfetta del
sottosuolo, allora l’archeologo dovrebbe essere in
grado di assegnare il potenziale in ogni punto
• Un modello matematico è dunque un modo per
stimare il potenziale ogni qualvolta i dati non sono
noti (sempre)
Formalizzazione
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37. Da un punto di vista astratto
• Un punto chiave è l’identificazione delle
relazioni tra ritrovamenti
• Tali relazioni possono essere spaziali o
funzionali
• Queste relazioni possono rafforzare o indebolire
la probabilità della presenza di una struttura più
complessa rafforzano o indeboliscono il
potenziale archeologico di un’area
Principi
37 / 59@MappaProject: un approccio computazionale innovativo per l’archeologia italiana #opendata #matematica
38. • Analogia tra i criteri per attribuire il potenziale
archeologico e quelli per assegnare l’importanza
delle pagine web nei motori di ricerca
• Negli algoritmi page rank le pagine web
- attribuiscono importanza alle pagine web a cui
puntano (mediante un link)
- ricevono importanza dalle pagine web dalle
quali ricevono link
Page Rank
=
+=
=
13
312
21
2/1
2/1
ww
www
ww
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39. Come funzione intuitivamente?
39 / 59@MappaProject: un approccio computazionale innovativo per l’archeologia italiana #opendata #matematica
40. …e in archeologia?
40 / 59@MappaProject: un approccio computazionale innovativo per l’archeologia italiana #opendata #matematica
41. WORKFLOW
Categorizzazione dei
ritrovamenti archeologici
Dare forma ai ritrovamenti
Entrambi influiscono sulla diffusione del potenziale
Creazione aree funzionali:
• urbana
• suburbana
• agricola
Relazioni tra i ritrovamenti
archeologici all’interno dello
stesso periodo
Creazione delle carte
paleogeografiche
Assegnazione del valore del
potenziale informativo
Relazioni tra i ritrovamenti
archeologici di differenti
periodi
Livello sincronico
Livello diacronico
[*]
[**]
[***]
[****]
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42. • Organizazione del territorio
• Attività e tecniche produttive
• Tecniche costruttive
• Strategie e tecniche militari
• Igienico-sanitario
• Sistemi idrici
• Viabilità/trasporti
• Commerci
• Coltivazione/allevamento
• Alimentazione
• Gestione rifiuti
• Antropologia
• Culto/pratiche funerarie
• Aspetti politico-istituzionali
• Indicatori sociali e di genere
• Tempo libero
• Costume
• Fauna/flora
• Ambiente (geomorologia)
Ogni categoria di ritrovamento
archeologico può dare
informazioni su:
A ciascuno è stato
assegnato un valore
binario.
La somma dei valori dà il
potenziale archeologico di
ogni categoria.
[*] Assegnazione del valore del potenziale informativo
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43. Casa-torre
bottega
vicolo
strada
corte
Relazioni tra i ritrovamenti archeologici all’interno dello stesso periodo
[**]
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44. [***] Creazione delle aree funzionali
Ritrovamenti
archeologici
Aree funzionali
Partendo dal presupposto che ogni centro urbano,
in ogni periodo, risulti circondato da una zona di
suburbana e, più esternamente, da una zona
agricola, l'algoritmo utilizza le aree funzionali, vale
a dire i suddetti livelli di organizzazione spaziale, e i
loro valori di potenziale assoluto, per diffondere il
potenziale.
L'individuazione delle aree funzionali avviene
sulla base di numerosi elementi, in quanto dipende
dalle tipologie di ritrovamento, dalle relazioni tra
esse e dal contesto ambientale.
Per limitare la soggettività, nel definire le aree funzionali è
stata utilizzata una procedura automatica.
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45. I dati geomorfologici, stratigrafici e archeologici sono stati
processati attraverso analisi geostatistiche per ottenere i DEM
storici e per realizzare la mappe paleogeografiche dei 7 periodi
analizzati.
Creazione delle carte paleogeografiche[***]
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46. L’algoritmo MAPPA
Per il funziamento dell’algoritmo ogni DEM di periodo (ca 26 km2) è
stato diviso in un griglia di celle di 10 x 10 m per un totale di
1.850.000 celle complessive
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47. Il valore dei links è ottenuto
pesando il valore dell’area funzionale
con il dato paleogeografico
L’ area di influenza è
proporzionale al valore
dell’area funzionale a cui
appartiene una cella
Il “peso” totale dei links distribuiti da ogni cella
contenente ritrovamenti archeologici varia sulla base
della probabilità stimata della presenza di un
determinato ritrovamento vicino ad un’altro
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48. Età contemporanea
Età moderna
Basso medioevo
Alto medioevo
Periodo romano
Periodo etrusco
Protostoria
Il risultato finale
è stata la
creazione di 7
carte di
potenziale
archeologico:
una per ogni
periodo preso
in
considerazione.
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49. Periodo romano
Basso medioevo
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50. Il risultato ottenuto è stato verificato con una
campagna di 14 carotaggi.
Sono stati confrontati il potenziale assoluto dei
carotaggi con il potenziale stimato nella cella.
Il potenziale stimato è risultato:
• corretto in 9 casi su 13 pari al 69,2%;
• l’errore medio - in uno scala di potenziale
compresa tra 1 e 5 - è stato pari a 0.3077
(6,15 %).
Validazione
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51. La carta del potenziale archeologico totale è data
dalla somma pesata delle singole carta di
potenziale di periodo, nella quale i periodi con
minori informazioni acquisiscono maggiore
importanza.
La carta di Potenziale
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52. More info
Anichini F., Dubbini N., Fabiani F., Gattiglia G.,
Gualandi M.L.: MAPPA. Metodologie Applicate
alla Predittività del Potenziale Archeologico
vol.2
Gattiglia G.: MAPPA. Pisa medievale:
archeologia, analisi spaziali e modelli predittivi
Kamermans H. : Predictive Modeling: a view
from the Ivory tower
Video
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55. …..e il futuro?
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56. 1. Il modello sembra lavorare meglio con quei dati che si
concentrano in un’area piuttosto che con dati di tipo
“policentrico”. Questo è dovuto principalmente al modo in
cui vengono definite le aree funzionali. Prevediamo di
implementare l’algoitmo con modelli differenti in modo da
poterlo utilizzare su scala territoriale;
2. È necessario valutare la bontà della stima fornita dal nostro
modello, attraverso un metodo generale che identifichi un
valore minimo per la quantità dei dati e/o di relazioni che
siano rappresentativi e che permetta di decidere quando
l’applicazione del modello sia appropriata;
3. Abbiamo lavorato solo sui dati “positivi”. Per i futuri sviluppi
sarebbe importante avere anche i dati “negativi”, in modo
che partecipino alla stima del potenziale.
Algoritmo MAPPA
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57. Linked Open Data
Big Data
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58. Tendenze nel data storage
- digitalization processamento dati attraverso i computer
- usability disponibilità di dati in luoghi diversi e su
dispositivi diversi
Benché il processo sia più evidente in altri campi, anche in
archeologia queste tendenze incoraggiano la produzione di grandi
quantità di dati e lo sviluppo di archivi open data
Il solo metodo per analizzare grandi quantità di dati digitali (ed
eterogenei) è utilizzare metodi automatici
Qui entra in gioco la matematica: il modo per migliorare le
analisi è passare da avere i dati migliori ad avere il miglior modo
di analizzare I dati.
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