Il complesso lavoro fatto dal Progetto MAPPA dall'Open Access del suo webGIS (MAPPAgis) alla realizzazione dell'archivio Open Data dell'archeologia italiana, alla realizzazione della carta di Potenziale Archeologica di un'area urbana elaborata grazie ad un apposito modello matematico (l'algoritmo MAPPA).
Aprire la professione: Open Data e modelli predittivi al servizio dell'archeo...Progetto Mappa
La professione archeologica non può limitarsi ad essere ancella dell'edilizia e dei lavori pubblici, come la crisi di questi anni sta dimostrando. Deve invece inventare nuove forme professionali innovative. Lo sviluppo degli open data può favorire la nascita di queste nuove professionalità archeologiche? Noi pensiamo di si: nel futuro si parlerà di Open Data Archaeologists, cioè di archeologi specializzati nella gestione e nell'analisi dei dati aperti, nell'applicazione del paradigma dei Big Data all'archeologia e di archeologi specializzati in modelli predittivi, ossia in forme di tutela diagnostica atte a meglio preservare e comprendere il patrimonio archeologico sepolto.
@MappaProject: un approccio computazionale innovativo per l’archeologia itali...Progetto Mappa
Il progetto MAPPA, conclusosi a fine giugno 2013, ha visto lavorare assieme un team di archeologi, geologi, matematici. La finalità principale del progetto è stata quella di studiare strumenti di calcolo predittivo applicabili al potenziale archeologico di un’area urbana e di creare un prodotto funzionale alla tutela, alla ricerca e alla governance della città e del suo patrimonio sepolto.
La strategia del Progetto si è basata su due capisaldi:
- apertura dei prodotti della ricerca attraverso una politica open access, apertura dei dati della ricerca attraverso la realizzazione del primo archivio open data dell’archeologia italiana;
- realizzazione della carta di potenziale archeologico dell’area urbana di Pisa sviluppata attraverso un modello predittivo, con l’ambizione di diventare un modello replicabile per la tutela del patrimonio sepolto e per la ricerca archeologica.
Per fare Open Data siamo partiti dallo studio legale degli aspetti connessi all’apertura dei dati e dalla necessità di garantire chi produce i dati archeologici: questi derivano sempre e comunque da un’attività di ricerca (essendo dati non replicabili) e quindi ne deve essere rispettata la paternità intellettuale attraverso l’apposizione di DOI e l’uso di licenze appropriate (CC-BY; CC-BY-SA). Per quanto riguarda la carta di potenziale siamo partiti dalla disamina dei principali modelli predittivi conosciuti in letteratura, legati sia alla pianificazione territoriale, sia alla ricerca. I modelli predittivi attualmente si basano su modelli statistici e/o geostatistici. La nostra idea è stata quella di utilizzare un modello predittivo matematico. Un modello statistico evidenzia, infatti, la maggiore o minore probabilità dell’avverarsi di un determinato fenomeno, mentre un modello matematico cerca di ricostruire, formalizzandone le regole di base, le modalità del verificarsi o meno di un certo fenomeno. Nel nostro caso il calcolo del Potenziale archeologico di un’area urbana. Il modello realizzato dal Progetto MAPPA è basato su sull’algoritmo di PageRank adeguatamente modificato fino a trasformarlo nell’algoritmo MAPPA. Tutte le fasi del progetto sono state caratterizzate da una capillare azione di comunicazione sia scientifica, sia sociale. Accanto alla pubblicazione di tutti i prodotti scientifici in modo aperto attraverso politiche open access sia tradizionali, sia interattive, come il webGIS, e alla partecipazione a convegni nazionali e internazionali, è stata fatta una forte comunicazione via web tramite il nostro sito (www.mappaproject.org) e sui social network, promuovendo forme di racconto meno convenzionali come i video di Opening the Past e più tradizionale con la presenza a convegni e incontri non strettamente scientifici. Attualmente, il Laboratorio MAPPA porta avanti e sviluppa le tematiche del progetto indirizzandosi verso l’analisi computazionale automatizzata di grandi quantità di dati, i cosiddetti Big Data, e verso i Linked Open Data.
Open Science for Arts, Design & Music - Dialoghi DACDIolanda Pensa
Iolanda Pensa, Open Science for Arts, Design & Music, Dialoghi DACD, SUPSI, 27/10/2022
Entro il 2024 la ricerca in Svizzera deve essere Open Access. Ma come si crea una pubblicazione o un report in Open Access? Nella pratica cosa significa pubblicare open? Se la mia ricerca include immagini di un archivio storico posso pubblicarle in Open Access? Devo anche archiviare i dati? Anche video e information design possono essere risultati di ricerca open? Che immagini, testi e audio posso usare liberamente per creare nuove opere? Come chiedo un’autorizzazione?
Il progetto Open Science for Arts, Design & Music nasce per rispondere a queste e altre domande su Open Access e Open Science e affiancare in particolare le scuole di arte e design del nostro paese. L’attenzione per arte, design e musica risponde ad una serie di necessità specifiche di questi settori, come per esempio l’ampio uso nelle ricerche di documentazione di terzi (es. materiale d’archivio, immagini di artisti e designer, suoni e opere musicali...), la creazione di opere multimediali e la produzione di ricerca-azione e practice- based research.
Open Science for Arts, Design & Music è un progetto guidato dall’Istituto design del Dipartimento ambiente costruzioni design della SUPSI, in partneriato con tutte le scuole di arte e design – FHNW, HES-SO (ECAL, EDHEA, HEAD), HKB, HSLU e ZHdK, in collaborazione con DARIAH-EU Digital Research Infrastructure for the Arts and Humanities, CCDigitalLaw dell’USI, Creative Commons e le case editrici Triest verlag, Metis Presses e Edizioni Casagrande e realizzato con il sostegno di swissuniversities.
Il complesso lavoro fatto dal Progetto MAPPA dall'Open Access del suo webGIS (MAPPAgis) alla realizzazione dell'archivio Open Data dell'archeologia italiana, alla realizzazione della carta di Potenziale Archeologica di un'area urbana elaborata grazie ad un apposito modello matematico (l'algoritmo MAPPA).
Aprire la professione: Open Data e modelli predittivi al servizio dell'archeo...Progetto Mappa
La professione archeologica non può limitarsi ad essere ancella dell'edilizia e dei lavori pubblici, come la crisi di questi anni sta dimostrando. Deve invece inventare nuove forme professionali innovative. Lo sviluppo degli open data può favorire la nascita di queste nuove professionalità archeologiche? Noi pensiamo di si: nel futuro si parlerà di Open Data Archaeologists, cioè di archeologi specializzati nella gestione e nell'analisi dei dati aperti, nell'applicazione del paradigma dei Big Data all'archeologia e di archeologi specializzati in modelli predittivi, ossia in forme di tutela diagnostica atte a meglio preservare e comprendere il patrimonio archeologico sepolto.
@MappaProject: un approccio computazionale innovativo per l’archeologia itali...Progetto Mappa
Il progetto MAPPA, conclusosi a fine giugno 2013, ha visto lavorare assieme un team di archeologi, geologi, matematici. La finalità principale del progetto è stata quella di studiare strumenti di calcolo predittivo applicabili al potenziale archeologico di un’area urbana e di creare un prodotto funzionale alla tutela, alla ricerca e alla governance della città e del suo patrimonio sepolto.
La strategia del Progetto si è basata su due capisaldi:
- apertura dei prodotti della ricerca attraverso una politica open access, apertura dei dati della ricerca attraverso la realizzazione del primo archivio open data dell’archeologia italiana;
- realizzazione della carta di potenziale archeologico dell’area urbana di Pisa sviluppata attraverso un modello predittivo, con l’ambizione di diventare un modello replicabile per la tutela del patrimonio sepolto e per la ricerca archeologica.
Per fare Open Data siamo partiti dallo studio legale degli aspetti connessi all’apertura dei dati e dalla necessità di garantire chi produce i dati archeologici: questi derivano sempre e comunque da un’attività di ricerca (essendo dati non replicabili) e quindi ne deve essere rispettata la paternità intellettuale attraverso l’apposizione di DOI e l’uso di licenze appropriate (CC-BY; CC-BY-SA). Per quanto riguarda la carta di potenziale siamo partiti dalla disamina dei principali modelli predittivi conosciuti in letteratura, legati sia alla pianificazione territoriale, sia alla ricerca. I modelli predittivi attualmente si basano su modelli statistici e/o geostatistici. La nostra idea è stata quella di utilizzare un modello predittivo matematico. Un modello statistico evidenzia, infatti, la maggiore o minore probabilità dell’avverarsi di un determinato fenomeno, mentre un modello matematico cerca di ricostruire, formalizzandone le regole di base, le modalità del verificarsi o meno di un certo fenomeno. Nel nostro caso il calcolo del Potenziale archeologico di un’area urbana. Il modello realizzato dal Progetto MAPPA è basato su sull’algoritmo di PageRank adeguatamente modificato fino a trasformarlo nell’algoritmo MAPPA. Tutte le fasi del progetto sono state caratterizzate da una capillare azione di comunicazione sia scientifica, sia sociale. Accanto alla pubblicazione di tutti i prodotti scientifici in modo aperto attraverso politiche open access sia tradizionali, sia interattive, come il webGIS, e alla partecipazione a convegni nazionali e internazionali, è stata fatta una forte comunicazione via web tramite il nostro sito (www.mappaproject.org) e sui social network, promuovendo forme di racconto meno convenzionali come i video di Opening the Past e più tradizionale con la presenza a convegni e incontri non strettamente scientifici. Attualmente, il Laboratorio MAPPA porta avanti e sviluppa le tematiche del progetto indirizzandosi verso l’analisi computazionale automatizzata di grandi quantità di dati, i cosiddetti Big Data, e verso i Linked Open Data.
Open Science for Arts, Design & Music - Dialoghi DACDIolanda Pensa
Iolanda Pensa, Open Science for Arts, Design & Music, Dialoghi DACD, SUPSI, 27/10/2022
Entro il 2024 la ricerca in Svizzera deve essere Open Access. Ma come si crea una pubblicazione o un report in Open Access? Nella pratica cosa significa pubblicare open? Se la mia ricerca include immagini di un archivio storico posso pubblicarle in Open Access? Devo anche archiviare i dati? Anche video e information design possono essere risultati di ricerca open? Che immagini, testi e audio posso usare liberamente per creare nuove opere? Come chiedo un’autorizzazione?
Il progetto Open Science for Arts, Design & Music nasce per rispondere a queste e altre domande su Open Access e Open Science e affiancare in particolare le scuole di arte e design del nostro paese. L’attenzione per arte, design e musica risponde ad una serie di necessità specifiche di questi settori, come per esempio l’ampio uso nelle ricerche di documentazione di terzi (es. materiale d’archivio, immagini di artisti e designer, suoni e opere musicali...), la creazione di opere multimediali e la produzione di ricerca-azione e practice- based research.
Open Science for Arts, Design & Music è un progetto guidato dall’Istituto design del Dipartimento ambiente costruzioni design della SUPSI, in partneriato con tutte le scuole di arte e design – FHNW, HES-SO (ECAL, EDHEA, HEAD), HKB, HSLU e ZHdK, in collaborazione con DARIAH-EU Digital Research Infrastructure for the Arts and Humanities, CCDigitalLaw dell’USI, Creative Commons e le case editrici Triest verlag, Metis Presses e Edizioni Casagrande e realizzato con il sostegno di swissuniversities.
Slide del Progetto ArCo- Architettura della Conoscenza - che ha l'obiettivo di creare una rete di ontologie per la strutturazione delle conoscenza per i beni culturali.
Licenza CC BY 4.0
Iolanda Pensa, Wikipedia e l’Africa in La rivoluzione digitale vista dall’Africa a cura di Cecilia Pennacini e Giovanna Santanera, VI Convegno biennale ASAI Associazione per gli Studi Africani in Italia: Afriche del terzo millennio nel mondo globale: sfide, riconfigurazioni e opportunità, Università degli studi di Urbino, 01/07/2022.
Pensa-Open Access e comunicazione istituzionale.pdfIolanda Pensa
Iolanda Pensa. (2023, May 17). Open access e comunicazione istituzionale. Open Science for Arts Design and Music (OS-ADM), SUPSI Mendrisio. Zenodo. https://doi.org/10.5281/zenodo.7944427
Pensa-Open Access e comunicazione istituzionale.pdfIolanda Pensa
Iolanda Pensa. (2023, May 17). Open access e comunicazione istituzionale. Open Science for Arts Design and Music (OS-ADM), SUPSI Mendrisio. Zenodo. https://doi.org/10.5281/zenodo.7944427
This document compares four open data platforms: Open-DAI, Socrata OD Portal, CKAN, and ENGAGE. It analyzes their publication features, the types of data they can handle, their basic architectures, and any additional capabilities through add-ons or extensions. The document appears to be evaluating these platforms to determine the best open data solution.
Slide del Progetto ArCo- Architettura della Conoscenza - che ha l'obiettivo di creare una rete di ontologie per la strutturazione delle conoscenza per i beni culturali.
Licenza CC BY 4.0
Iolanda Pensa, Wikipedia e l’Africa in La rivoluzione digitale vista dall’Africa a cura di Cecilia Pennacini e Giovanna Santanera, VI Convegno biennale ASAI Associazione per gli Studi Africani in Italia: Afriche del terzo millennio nel mondo globale: sfide, riconfigurazioni e opportunità, Università degli studi di Urbino, 01/07/2022.
Pensa-Open Access e comunicazione istituzionale.pdfIolanda Pensa
Iolanda Pensa. (2023, May 17). Open access e comunicazione istituzionale. Open Science for Arts Design and Music (OS-ADM), SUPSI Mendrisio. Zenodo. https://doi.org/10.5281/zenodo.7944427
Pensa-Open Access e comunicazione istituzionale.pdfIolanda Pensa
Iolanda Pensa. (2023, May 17). Open access e comunicazione istituzionale. Open Science for Arts Design and Music (OS-ADM), SUPSI Mendrisio. Zenodo. https://doi.org/10.5281/zenodo.7944427
This document compares four open data platforms: Open-DAI, Socrata OD Portal, CKAN, and ENGAGE. It analyzes their publication features, the types of data they can handle, their basic architectures, and any additional capabilities through add-ons or extensions. The document appears to be evaluating these platforms to determine the best open data solution.
Stefano Penge - Open labor, opendata for visible and trasparent European job ...
Gabriele Gattiglia Mappa Project
1. Open data e archeologia italiana: un anno dopo!
International Open Data Day, Roma 22 febbraio 2014
2. C’eravamo lasciati così….
ora abbiamo i risultati e ovviamente sono
OPEN!
http://mappaproject.arch.unipi.it/wp-content/uploads/2011/08/2013_05_31_csv.csv
3. 93%
90%
64%
61%
di chi lavora in archeologia è d’accordo
sulla creazione di un archivio Open Data
archeologico
Ricercatori
83%
Professionisti
78%
Addetti alla tutela
74%
di chi lavora in archeologia
pensa che gli Open Data
rappresentino il futuro della
ricerca archeologica
di chi lavora in archeologia pensa che
siano uno strumento di pianificazione e
tutela per il MiBAC
di chi lavora in archeologia pensa che
siano uno stimolo per migliorare la qualità
dei dati prodotti
Fonte: Sondaggio Mappa http://mappaproject.arch.unipi.it/wp-content/uploads/2011/08/2013_05_31_csv.csv
4. 80%
del campione ritiene che non è sufficiente avere
solo un set minimo di dati (posizione,
cronologia, tipologia di reperti archeologici) o solo
pubblicazioni scientifiche senza dati grezzi
(compresa la documentazione fotografica)
6. Quali diritti?
Legge 633/1941
Protezione del diritto d'autore e di altri diritti
connessi al suo esercizio
• Diritto d'autore
• Diritto su banche di dati (art. 102-bis e seg)
• Diritto su semplici fotografie (artt- 87-92)
Fonte: Anichini F., Ciurcina M. Noti V.: MOD (Mappa Archaeological Open Data Archive): new ideas for new minds
7. Problemi
•
•
•
Quando l'opera è creativa?
Chi è l'autore?
Chi è titolare dei diritti?
D. Lgs. 42/2004 Codice dei
beni culturali e del paesaggio
• Diritto di riproduzione (artt.
106 e seg.)
D. Lgs. 196/2003 Codice in
materia di
protezione dei dati personali
• Dati relativi a persone fisiche
identificate o identificabili
(nomi e cognomi di persone fisiche,
fotografie e documentazione grafica, di
immobili di persone fisiche)
Soluzioni
Liberatoria
Autorizzazione
dall'ente preposto
Richiesta di diffusione
dei dati
(o anonimizzazione)
Fonte: Anichini F., Ciurcina M. Noti V.: MOD (Mappa Archaeological Open Data Archive): new ideas for new minds
10. Licenze
Attribuzione
Attribuzione Condividi allo stesso modo
Per chi decide di pubblicare tramite
Journal of Open Archaeological Data
Fonte: Anichini F., Ciurcina M. Noti V.: MOD (Mappa Archaeological Open Data Archive): new ideas for new minds
11. Ci vediamo (di persona) il prossimo anno
Seguiteci.
www.mappaproject.org
@MappaProject
https://www.facebook.com/progetto.mappa