Obiettivo: semplificare la procedura del processo, rappresentarlo graficamente (tutte le fasi), indentificare punti di controllo ed eventuali criticità nel flusso
garantire lo standard di qualità dei prodotti e migliorare il piano di campionamento
Presentazione Plannet - Kerakoll Global Logistics 2013 - Sistemi avanzati di ...logisticaefficiente
Kerakoll: l'impatto dell'introduzione di sistemi avanzati di schedulazione e MES sulla ottimizzazione congiunta delle risorse e dei tempi di attraversamento in produzione.
Presentazione Plannet - Kerakoll Global Logistics 2013 - Sistemi avanzati di ...logisticaefficiente
Kerakoll: l'impatto dell'introduzione di sistemi avanzati di schedulazione e MES sulla ottimizzazione congiunta delle risorse e dei tempi di attraversamento in produzione.
On-line the document for course Forema (NIUKO) in Confidustria Padova.
knowledge:
1. lean thinking and process improvement
2. supply of stocks
3. kanban system and its tools
skills:
1. pull production
2. visual management
3. just-in-time for supply materials
4. when to use the kanban
QUALIFICA degli IMPIANTI Capitolo 4: L’Installation Qualification Monica Mazzoni
Il parallelo fra DQ e IQ: parametri critici e criteri di accettazione
Nel capitolo dedicato alla DQ si è precisato quali sono i documenti di ingegneria che sono oggetto di qualificazione .
Si è altresì evidenziato che la fase di individuazione delle criticità (in ogni senso: in termini di produttività, di qualità, di sicurezza) è la progettazione, e che in fase di DQ, sulla scorta dei “desiderata” definiti nelle URS, si verifica che tali criticità siano state adeguatamente comprese in tale progettazione
MLS - Un software per la gestione del LEAN ManufacturingAngeloScordo
Un modo migliore di gestire la produzione e di controllare il magazzino. Una soluzione snella sia come requisiti hardware, sia come struttura software. Utilizza i concetti LEAN per ridurre o eliminare i magazzini di processo e per sostituire i metodi Pull al tradizionale Push. Può sostituire vantaggiosamente i tradizionali sistemi MRP II. Colla sua facilità di gestione prende per mano il personale di produzione ed elimina la carta dall'officina.
QUALIFICA degli IMPIANTI Capitolo 3: Pre-commissioning e commissioning Monica Mazzoni
Con pre-commissioning e commissioning, terminologia tipicamente usata nell’ambito del project management, si intendono le attività finalizzate ad assicurare che quanto previsto dal progetto sia realizzato conformemente ai requisiti progettuali e collaudato in modo da verificarne la corretta operatività.
QUALIFICA degli IMPIANTI Capitolo 5: L’ Operational QualificationMonica Mazzoni
Il parallelo fra URS/Functionality Specs e OQ: parametri critici
e criteri di accettazione. Nell’ambito delle URS sono incluse le “specifiche di funzionalità” (Functionality Specs) di alcune macchine e nelle relative specifiche tecniche tali “modalità di funzionamento” dovranno essere precisate.
Negli ultimi anni, attraverso interpretazioni di linee guida della Food & Drug Administration e dell’ ICH, nonché lo studio di lavori apparsi in specifiche pubblicazioni o presentati in conferenze e seminari, il tema della Qualifica degli impianti ha, via via, ricoperto un importante aspetto nell’ implementazione della qualità dei prodotti farmaceutici in tutto il loro complesso ciclo produttivo
Lo scopo di questa qualifica è quello di dimostrare che il sistema è in grado di operare, in modo continuo e riproducibile, in conformità alle specifiche previste dal processo.
Il webinar dell'iniziativa Grandi Città (http://goo.gl/j4cKiJ) è organizzato dal Dipartimento della Funzione pubblica, con la collaborazione di Formez.
Il webinar approfondisce le metodologie e le esperienze di selezione delle dimensioni per la misurazione e la valutazione della performance dei servizi, affrontando anche la progettazione delle carte dei servizi, la definizione degli standard di qualità e gli strumenti per l'ascolto degli utenti. Hanno partecipato al seminario on line, con le loro testimonianze, le città di Milano e Torino.
Il webinar fa parte del ciclo di webinar (http://goo.gl/kaVlsJ) del progetto Valutazione delle Performance.
Misurare le performance aziendali per creare valore nel tempoForema
Oggi come non mai le imprese si trovano ad operare in mercati competitivi e dinamici, caratterizzati da fenomeni di turbolenza difficilmente prevedibili, di rapida manifestazione e di elevata intensità. In tale contesto, i tradizionali sistemi di pianificazione e controllo di gestione non sono più sufficienti: è necessario introdurre sistemi di misurazione delle performance aziendali per interpretare e gestire il vantaggio competitivo indirizzando il comportamento dell’organizzazione in modo coerente con la strategia di sviluppo aziendale. I business sono per lo più maturi, il numero di concorrenti aumenta, i clienti sono sempre più esigenti e le imprese sono costantemente alla ricerca di nuove opportunità e di nuovi vantaggi competitivi.
In tale contesto, i tradizionali sistemi di pianificazione e controllo di gestione, che ruotano principalmente attorno ad indicatori economici e finanziari sviluppati secondo orizzonti di breve periodo, non sono più sufficienti in un’ottica di valutazione di creazione di valore e di capacità dell’azienda di competere in maniera duratura. È opportuno, pertanto, che le imprese ripensino il proprio sistema di pianificazione e controllo per renderlo idoneo a supportare i processi di pianificazione strategica nel tempo, sviluppandolo secondo logiche che prestino maggiore attenzione alle performance aziendali di medio-lungo termine, introducendo sistemi di misurazione delle stesse, atti a verificare e gestire la creazione di valore nel tempo. Obiettivo dell’incontro è illustrare gli indicatori di performance applicabili e valutarne l’efficacia nei diversi contesti aziendali.
Giovedì 4 giugno 2015, dalle 17 alle 19
Partecipazione Gratuita
Piove di Sacco – Sede di Confindustria – Via Carrarese 66
Bpr group - Case history: database tempi standard e preventivatoreBPR Group
Il caso ricostruisce il percorso sviluppato in un’azienda manifatturiera, a partire dalle criticità iniziali e dagli obiettivi, per arrivare a identificare un approccio di creazione dello strumento di preventivazione, con i conseguenti benefici in termini di costo del prodotto, analisi delle performance, preventivazione e pianificazione.
On-line the document for course Forema (NIUKO) in Confidustria Padova.
knowledge:
1. lean thinking and process improvement
2. supply of stocks
3. kanban system and its tools
skills:
1. pull production
2. visual management
3. just-in-time for supply materials
4. when to use the kanban
QUALIFICA degli IMPIANTI Capitolo 4: L’Installation Qualification Monica Mazzoni
Il parallelo fra DQ e IQ: parametri critici e criteri di accettazione
Nel capitolo dedicato alla DQ si è precisato quali sono i documenti di ingegneria che sono oggetto di qualificazione .
Si è altresì evidenziato che la fase di individuazione delle criticità (in ogni senso: in termini di produttività, di qualità, di sicurezza) è la progettazione, e che in fase di DQ, sulla scorta dei “desiderata” definiti nelle URS, si verifica che tali criticità siano state adeguatamente comprese in tale progettazione
MLS - Un software per la gestione del LEAN ManufacturingAngeloScordo
Un modo migliore di gestire la produzione e di controllare il magazzino. Una soluzione snella sia come requisiti hardware, sia come struttura software. Utilizza i concetti LEAN per ridurre o eliminare i magazzini di processo e per sostituire i metodi Pull al tradizionale Push. Può sostituire vantaggiosamente i tradizionali sistemi MRP II. Colla sua facilità di gestione prende per mano il personale di produzione ed elimina la carta dall'officina.
QUALIFICA degli IMPIANTI Capitolo 3: Pre-commissioning e commissioning Monica Mazzoni
Con pre-commissioning e commissioning, terminologia tipicamente usata nell’ambito del project management, si intendono le attività finalizzate ad assicurare che quanto previsto dal progetto sia realizzato conformemente ai requisiti progettuali e collaudato in modo da verificarne la corretta operatività.
QUALIFICA degli IMPIANTI Capitolo 5: L’ Operational QualificationMonica Mazzoni
Il parallelo fra URS/Functionality Specs e OQ: parametri critici
e criteri di accettazione. Nell’ambito delle URS sono incluse le “specifiche di funzionalità” (Functionality Specs) di alcune macchine e nelle relative specifiche tecniche tali “modalità di funzionamento” dovranno essere precisate.
Negli ultimi anni, attraverso interpretazioni di linee guida della Food & Drug Administration e dell’ ICH, nonché lo studio di lavori apparsi in specifiche pubblicazioni o presentati in conferenze e seminari, il tema della Qualifica degli impianti ha, via via, ricoperto un importante aspetto nell’ implementazione della qualità dei prodotti farmaceutici in tutto il loro complesso ciclo produttivo
Lo scopo di questa qualifica è quello di dimostrare che il sistema è in grado di operare, in modo continuo e riproducibile, in conformità alle specifiche previste dal processo.
Il webinar dell'iniziativa Grandi Città (http://goo.gl/j4cKiJ) è organizzato dal Dipartimento della Funzione pubblica, con la collaborazione di Formez.
Il webinar approfondisce le metodologie e le esperienze di selezione delle dimensioni per la misurazione e la valutazione della performance dei servizi, affrontando anche la progettazione delle carte dei servizi, la definizione degli standard di qualità e gli strumenti per l'ascolto degli utenti. Hanno partecipato al seminario on line, con le loro testimonianze, le città di Milano e Torino.
Il webinar fa parte del ciclo di webinar (http://goo.gl/kaVlsJ) del progetto Valutazione delle Performance.
Misurare le performance aziendali per creare valore nel tempoForema
Oggi come non mai le imprese si trovano ad operare in mercati competitivi e dinamici, caratterizzati da fenomeni di turbolenza difficilmente prevedibili, di rapida manifestazione e di elevata intensità. In tale contesto, i tradizionali sistemi di pianificazione e controllo di gestione non sono più sufficienti: è necessario introdurre sistemi di misurazione delle performance aziendali per interpretare e gestire il vantaggio competitivo indirizzando il comportamento dell’organizzazione in modo coerente con la strategia di sviluppo aziendale. I business sono per lo più maturi, il numero di concorrenti aumenta, i clienti sono sempre più esigenti e le imprese sono costantemente alla ricerca di nuove opportunità e di nuovi vantaggi competitivi.
In tale contesto, i tradizionali sistemi di pianificazione e controllo di gestione, che ruotano principalmente attorno ad indicatori economici e finanziari sviluppati secondo orizzonti di breve periodo, non sono più sufficienti in un’ottica di valutazione di creazione di valore e di capacità dell’azienda di competere in maniera duratura. È opportuno, pertanto, che le imprese ripensino il proprio sistema di pianificazione e controllo per renderlo idoneo a supportare i processi di pianificazione strategica nel tempo, sviluppandolo secondo logiche che prestino maggiore attenzione alle performance aziendali di medio-lungo termine, introducendo sistemi di misurazione delle stesse, atti a verificare e gestire la creazione di valore nel tempo. Obiettivo dell’incontro è illustrare gli indicatori di performance applicabili e valutarne l’efficacia nei diversi contesti aziendali.
Giovedì 4 giugno 2015, dalle 17 alle 19
Partecipazione Gratuita
Piove di Sacco – Sede di Confindustria – Via Carrarese 66
Bpr group - Case history: database tempi standard e preventivatoreBPR Group
Il caso ricostruisce il percorso sviluppato in un’azienda manifatturiera, a partire dalle criticità iniziali e dagli obiettivi, per arrivare a identificare un approccio di creazione dello strumento di preventivazione, con i conseguenti benefici in termini di costo del prodotto, analisi delle performance, preventivazione e pianificazione.
Brochure di Presentazione di MLS (Manufacturing Lean System)AngeloScordo
E' una presentazione breve del programma MLS un software manifatturiero per aziende dinamiche, con gestione della distinta base e dei cicli di lavoro, controllo del magazzino, previsioni e pianificazione, riduzione o eliminazione dei magazzini intermedi e dei documenti cartacei, a capacità finita.
Soluzioni software per la Lean ProductionTeamSystem
Per saperne di più collegati al Blog di ALYANTE: http://blog.teamsystem.com/alyante
Lean Production la metodologia a supporto del miglioramento continuo
Rinnovare orientando i propri processi alla creazione del Valore per il Cliente. L’organizzazione della fabbrica snella si fonda sulla riduzione o l’eliminazione delle inefficienze riconducendo i processi alla loro semplicità e, insieme, garantisce recuperi di efficienza, tramite l’impiego ottimale delle risorse, ed un miglior livello di servizio al Cliente.
L’applicazione delle logiche gestionali Lean, in un approccio orientato al Miglioramento Continuo, porta ad una riorganizzazione complessiva dei processi di produzione e di tutta l’organizzazione aziendale.
La presentazione descrive la metolodogia DDMRP e la RoadMap messa a punto dagli esperti di Advance Supply Chain Solutions per implementarla con successo. Advance SC Solutions è la divisione di consulenza di Advance Operations Management School, ASCM/APICS Premier ELITE Partner e Partner ufficiale del Demand Driven Institute.
Officina del 27 Febbraio 2014
The Association for Supply Chain&Operations Management
Le Aziende sono sempre più orientate al mercato in un'ottica di rapidità ed efficienza, e ciò sta evidenziando quanto sia strategica la gestione globale e condivisa della supply chain: dalla formazione - e successivi aggiornamenti - delle previsioni di vendita e dal completo coinvolgimento di Fornitori e sub-Fornitori, fino all’efficienza ed eccellenza operativa in ogni fase per arrivare infine al Cliente finale.
Gestire la supply chain significa focalizzare tutte le funzioni aziendali ai processi e alle decisioni che governano i flussi di materiali e informazioni tra l’impresa e il mondo esterno, andando oltre il modello tradizionale di vendita e produzione.
Relatore: Carlo Bonato
Laureato in Ingegneria Meccanica nel 1990 presso l’Università degli Studi di Padova, inizia la carriera nel settore automotive, prima in FIAT e poi in Ferrari. Dopo una significativa esperienza nel mondo della consulenza, nel 2001 fonda la società “Productility srl – Operational Performance Improvement” per offrire servizi integrati di consulenza, formazione e assistenza specialistica nel campo dell’ottimizzazione delle prestazioni globali d’impresa. Lavora in aziende nazionali e internazionali nell’area EMEA e USA, e collabora a progetti internazionali per la CE - Commissione Europea e l’EBRD - Banca Europea dello Sviluppo e della Ricostruzione.
Supply Chain Management: gestire la catena di distribuzioneForema
La gestione della catena di distribuzione riguarda diverse attività logistiche delle aziende, con l'obiettivo di controllare le prestazioni e migliorarne l'efficienza. Rappresenta un sistematico e strategico coordinamento delle tradizionali funzioni aziendali e delle tattiche prima all’interno di ogni azienda e poi lungo i vari membri della catena di distribuzione con l’obiettivo di migliorare le prestazioni di lungo periodo dei singoli membri e dell’intera catena.
La SCM riconosce che l'integrazione limitata all'interno della azienda non è più sufficiente: oggi è diventato necessario ed indispensabile il coinvolgimento anche della rete di imprese che si trovano a monte e a valle nei processi e nelle attività che producono valore in termini di prodotti e servizi al consumatore finale.
Le aziende non possono più essere viste come unità singole ma come configurazioni-costellazioni di imprese nella classica forma reticolare con nodi interrelati ad altri (rapporti tra imprese e clienti), nelle complesse operazioni di produzione e vendita con l'obiettivo di raggiungere il "focus" della attività aziendale che è quello di soddisfare le esigenze del cliente.
Obiettivo dell’incontro è approfondire la gestione operativa di un'azienda industriale (dagli ordini cliente fino alla spedizione del prodotto, passando per la produzione, la gestione dei magazzini, le politiche di acquisto e delle scorte), evidenziando come la gestione della catena di distribuzione miri a costruire ed ottimizzare i legami ed il coordinamento tra fornitori, clienti e distribuzione.
Supply Chain Management: gestire la catena di distribuzione
MANAGEMENT DELLA QUALITA'
1. Andrea Maria Mattiazzi Virginia Lattanzio
Federica D’Amico Simone Gaudenzi
Giulia Forconi Chi Sheng
Liu
Team 3
Referente: Forconi
Giulia
2. Indice:
- Miglioramento procedura
- Modifiche apportate
- SIPOC
- Analisi statistica dei dati
- Problematiche riscontrate
- Azioni di miglioramento
3. Il lavoro (1/2)
Per semplificare la procedura e renderla più comprensibile abbiamo:
● riscritto e semplificato la procedura per renderla più fluida;
● modificato il layout;
● semplificato il testo riducendo il linguaggio tecnico;
● raggruppato il più possibile le azioni che vengono svolte da ogni reparto per rendere più chiari i
compiti svolti da ognuno di loro;
● eliminato parti della procedura che si ripetevano;
● creato una tabella dove vengono raggruppate le sigle più utilizzate con il significato di fianco
per facilitare la lettura del testo;
● modificato la numerazione delle fasi per renderle più facilmente individuabili.
4. Il lavoro (2/2)
In modo particolare abbiamo operato:
• Nella fase 1: Abbiamo modificato l’ordine delle attività facendo sì che il reparto vendite fornisca le
informazioni in un unico momento, non in due momenti distinti come era nella procedura iniziale.
• Nella fase 3: Abbiamo raggruppato in un unico elenco tutte le attività svolte dal Process Engineering
perchè precedentemente erano scritte in modo confusionario e sparse lungo tutto il contenuto della fase
3; questo le rendeva difficilmente comprensibili ed inquadrabili.
• Nella fase 4: In questa fase abbiamo tolto lo sviluppo del MPS bastato sul diagramma di flusso perché
il project manager effettua questa azione anche nella fase 3, con esattezza al punto 3.2.
NB: Nel testo corrispondono alle modifiche apportate in blu
5. SIPOC (1/3)
Nella SIPOC abbiamo evidenziato tutte le relazioni tra i vari attori specificando da quali fasi provengono le info
necessarie per lo svolgimento della fase successiva; quando i fornitori delle info di una determinata fase
provengono direttamente dalla fase precedente non è stato specificato nulla.
Supplier Input Process Output Customer
Fase 1
Reparto vendite
Clienti
• Bisogni del cliente
• Specifiche del cliente
• Requisiti speciali del cliente
che possono essere contenuti
nella RFQ
• Domanda iniziale
• Velocità di produzione e
accelerazione
Acquisire richieste e/o
specifiche del cliente, requisiti
normativi e know how
aziendali, al fine di creare un
involucro del nuovo prodotto.
• Disegno preliminare
dell’assemblaggio (elemento
PPAP)
• Elenco parti preliminari
(elemento PPAP)
• Piano di sviluppo
• Matrice di conformità (se
necessaria)
• Tabella MS
Ufficio tecnico
Process
Engineering
Supplier Input Process Output Customer
Fase 2
PDR
Ufficio tecnico
Reparto vendite
• Disegno di montaggio
• Elenco delle parti
• Specifiche del cliente, se
disponibili
• verbale di riunione
• elenco delle azioni da
svolgere emerse dal PDR
Requisiti in una progettazione
del prodotto che deve essere
controllata,
verificata e convalidata.
• Disegni di dettaglio (elemento
PPAP)
• SFAR preliminare
• ATP preliminare
• TR preliminare e QTP, se
necessario
• DFMEA (elemento PPAP)
• Design KC
• CPM
• RPR preliminare
Process
Engineering
Project Manager
Ufficio Tecnico
6. SIPOC (2/3)
Supplier Input Process Output Customer
Fase 3
CDR
Process
Engineering
(fase 1 e fase 2)
Ufficio Tecnico
(fase 1 e fase 2)
• Disegno di montaggio
• Elenco delle parti
• Disegni di dettaglio
• Design KC
• Specifiche del cliente, se
necessario
• Tempi di riunione
• Elenco delle azioni da
svolgere emerse dal CDR
• ATP
• Numero di parti necessarie
per il primo lotto
• Velocità di produzione allo
stato stazionario
Progettare e sviluppare i
processi di produzione
• Diagramma di flusso di
produzione (elemento PPAP)
• Piani di produzione e SO
associati, DO
• Disegni di infissi e utensili, se
necessario
• PFMEA (elemento PPAP)
• Elaborare KC
• Piani di controllo (elemento
PPAP)
• Piano MSA
• Definizione dell’ imballaggio
(elemento PPAP)
Pianificazione
Process
Engineering
Supplier Input Process Output Customer
Fase 4
PRR
Ufficio Tecnico
(fase 1 e fase 2)
Process
Engineering
Test Department
(fase 2)
• Disegni
• Elenco delle parti
• Piani di produzione e SO
associati, DO
• Piano di controllo
• Piano MSA
• ATP
Verificare che il processo sia
in grado di produrre un
output che soddisfi le
esigenze del cliente
• Prodotto
• MSA (elemento PPAP)
• Studio della capacità di
processo iniziale (elemento
PPAP)
• Rapporto di ispezione del
primo articolo - FAIR
(elemento PPAP)
• Rapporto test di
accettazione
4.4 Gate Review – invio PPAP
• PPAP
Direttore
Programma
Project Manager
Cliente
7. SIPOC (3/3)
Supplier Input Process Output Customer
Fase 5
Project Manager
Process
Engineering
Ufficio Tecnico
• Pacchetto PPAP:
- Disegno preliminare di
assemblaggio
- DFMEA
- PFMEA
- Piano di controllo
- MSA
- Flow Chart
- Packaging
- FAIR
- Requisiti addizionali dei
clienti
Garantire che i requisiti dei
clienti siano costantemente
soddisfatti attraverso l'uso del
controllo dei processi, delle
conoscenze apprese e del
miglioramento continuo
NPI Project Manager
8. Controllo statistico della qualità (Numero 1)
Dopo aver confrontato i vari col,
abbiamo deciso di intraprendere
l’analisi del col 1 perchè
abbiamo individuato un certo tipo
di variabilità rispetto ai
macchinari.
9. Istogramma
Aumento
l’ampiezza
delle classi
Notiamo subito la possibile presenza di un outliers sulla coda destra della distribuzione .
Se andiamo ad inserire il limite di specifica minimo (val min= 3,563) e il limite di specifica massimo (val
max=3,593), notiamo la presenza di valori non conformi alle specifiche , che si trovano quindi
rispettivamente a sinistra e a destra della distribuzione. BISOGNA , QUINDI, INTERVENIRE SUL
PROCESSO.
PERCHE’ ABBIAMO QUESTO VALORE ANOMALO? Andiamo a studiare il BOX PLOT.
10. Studio del box plot -Variabilità elevata con riferimento al Range e
scarsa variabilità con riferimento allo scarto
interquartile.
Q3-Q1 è ridotta e questo potrebbe anche
indicare minore variabilità, ma allo stesso tempo il
Range (Val Max - Val Min) è molto ampio, il che
indica una grande variabilità.
La mediana si trova più vicina a Q1.
Questo indica la presenza di una lieve asimmetria
positiva.
Media = Mediana
Vi è forte presenza di Outlier, sia
al di sopra sia al di sotto della distribuzione.
11. L’operatore che fornisce una maggior variabilità è lo 073.
Al contrario gli operatori 015 e 081 forniscono una minor
variabilità. In particolare l’operatore 015, che avendo comunque
la presenza di outliers, presenta un range più ridotto e una
distanza interquartile non elevata. Con asimmetria negativa
→ Azioni di miglioramento sulla formazione degli operatori
il macchinario m07 presenta un range ampio. E’ un macchinario che presenta
una forte variabilità : azioni di miglioramento sul macchinario.
m15 e m16 rispetto agli altri macchinari presentano una minor variabilità, e
sono simmetrici. In particolare m15 ha una maggior variabilità in termini
di range ma minor variabilità in termini di distanza interquartile.
→ In ogni caso tutte le tipologie di macchinari sono
influenzati da una variabilità forte: servono azioni di miglioramento
Stratificazione per operatore e per macchina
12. Assunto per costruzione carta di controllo: normalità
I due Normal Probability Plot ci fanno capire se la distribuzione è normale o meno.
H0 : C’è normalità
H1 : La distribuzione non è normale
Sia se alpha = 0.01 o 005 , il p-value < alpha →rifiutiamo Ho e quindi LA DISTRIBUZIONE NON è
NORMALE.
13. Carta di controllo x e S
Dato che la numerosità dei campioni è fortemente diversa , usiamo la carta di controllo X-BAR S
Tutti i punti della carta S sono sotto controllo,
dobbiamo ora andare a vedere la carta X-BAR
che ha dei punti fuori controllo.
eliminazione punti fuori controllo carta S
step1: elimino campione 105
step2: elimino campione 122
step3: eliminato campione = 102
step 4: eliminato campione 101
step5: eliminato campione 124
step6: eliminato il campione 106
step7: elimino campione 107
14. ora abbiamo tutti i punti sotto controllo. possiamo
procedere con la fase 2 : monitoraggio
Procediamo con l’eliminazione dei punti fuori
controllo relativi alla carta X:
1. campione 98
2. campione 112
3. campione 114
4. campione 123
fase 2 :
monitoraggio
Abbiamo così trovato i limiti di controllo
da usare per la fase di monitoraggio.
Individuiamo i limiti di specifica :
val min e val max
il processo è centrato poichè Cpk= MIN
(Cpi e Cps)=1
i limiti di specifica sono esterni ai limiti di
controllo : Cp>1
questo significa che ci saranno molte
meno unità non conformi alle specifiche.
si consiglia quindi, nelle azioni di
miglioramento, di introdurre dei limiti di
specifica più stringenti per andare a
ridurre la variabilità.
15. Azioni di miglioramento
Indicatori e monitoraggio sono indispensabili per il Sistema di gestione della qualità.
cosa osservare?
AMBITO PRODUZIONE:
- numero di errori nel data entry
- costo difettosità
- numero processi fuori controllo
- resa qualitativa di una macchina e il rapporto tra il tempo in cui la macchina ha funzionato e il tempo tot in cui era
richiesto che funzionasse
- rapporto tra quantità ottenuta e quantità ottenibile
- Cpk per una caratteristica del processo/prodotto
- numero macchinari mantenuti tarati / totale macchinari da mantenere e tarare
- errori nella stima nel tempo occorrente per la manutenzione
- numero interventi di manutenzione straordinaria per macchinario / anno
- Numero difetti per lotto /numero tot lotto
- Numero difetti prodotto/numero tot dei prodotti
- Numero interventi manutenzione straordinaria
- Numero macchinari / apparecchiature danneggiate
- Tempo sprecato per errori progettazione
16. → MODELLO ORGANIZZATIVO LEAN in particolare six sigma (D.M.A.I.C)
Modello lean
EFFICIENZA-VELOCITA’-ZERO SPRECHI
Realizzare l’ engagement degli operatori attraverso la diffusione della cultura aziendale
Six Sigma è sinonimo di difettosità zero e si basa sulla riduzione sistematica della variabilità attraverso l’utilizzo di
strumenti statistici per sviluppare progetti e per monitorare i miglioramenti
Grazie a questa filosofia si auspica di:
-ridurre i costi
-ridurre il lead time
-eliminazione delle fasi prive di qualsivoglia valore aggiunto
-scarti e rilavorazioni vengono ridotti
-ridurre la variabilità dei processi
-migliorare l’apprendimento organizzativo
-migliorare i processi
Lo scopo finale è quello di organizzare in maniera più ordinata e sistematica la postazione di lavoro cosi da ridurre i tempi
di lavorazione,elaborare un metodo sistematico e standardizzato in grado di garantire il miglioramento delle performance
operative
Perchè lean e six sigma?
Perché attraverso il metodo six sigma si vuole andare a ridurre la variabilità portando i limiti di specifica
ad un valore pari a 6 sigma: vogliamo quindi avere dei limiti più stringenti.
Il progetto comprende fasi di eliminazione degli sprechi attraverso il lean e progetti del six sigma basato
sulle criticità delle caratteristiche qualitative.
Importante è anche il coinvolgimento /formazione dei dipendenti che , come abbiamo visto nella parte di controllo
statistico, soffrono di una grande variabilità dovuta probabilmente a mancanza di formazione per il nuovo prodotto.
17. In conclusione dalla nostra analisi abbiamo individuato una grande variabilità
sia per quanto riguarda gli operatori, sia per i macchinari.
Il problema è che stiamo lavorando un “nuovo cuscinetto” (nuovo prodotto per
l’organizzazione) producendolo con macchinari ormai obsoleti e probabilmente con una
formazione degli operatori non sufficiente; abbiamo quindi pensato di lavorare sulla
formazione degli operatori e su un’innovazione dei macchinari con l’obiettivo di andare
a ridurre la variabilità riscontrata in fase di controllo.
Relativamente alla qualità:
- Ridurre il numero dei reclami del cliente SUI
PRODOTTI VENDUTI
- Aumentare le azioni a seguito delle
verifiche ispettive rispetto a quanto
pianificato
- Ridurre il numero di progetti che non hanno
soddisfatto la qualità di programmazione
- Ridurre il tempo perso per mancanza di
istruzioni o per istruzioni errate
Relativamente al personale:
- Intervenire sulla formazione dei dipendenti
attraverso dei corsi di formazione
- Gestire al meglio il turnover delle
competenze per la gestione e lo sviluppo
delle risorse chiave
- Ridurre il numero di prodotti non conformi e
dei reclami da parte del cliente assegnati