La seconda guerra mondiale per licei e scuole medie
Lo sport in camicia nera (1a parte)
1. La storiavista con gli occhi dello sport Lo sport incamicia nera Lo sport in Italia tra i due conflitti mondiali Slide ad uso didattico realizzate dal Prof. Antonio Spoto
2. Introduzione Lo scoppio della Grande Guerra e la coscrizione di massa che si era resa necessaria aveva messo in luce la scarsa preparazione fisica dei soldati italiani, specialmente per quanto riguardava le classi meno abbienti che risentivano delle insalubri condizioni di vita e di un’alimentazione povera.
3. Una generazione sana Partendo da queste constatazioni il fascismo si spinse più in là, ritenendo la ricerca di un benessere diffuso per la popolazione non un semplice fine, ma il mezzo per pervenire ad un miglioramento generalizzato della genie italiana, il cui significato appariva evidentemente politico prima che salutistico.
4. Un ruolo sociale di rilievo Tra i due conflitti mondiali lo sport assume un ruolo sociale di rilievo Il “modello” fascista diventa un punto di riferimento sia per il Terzo Reich che per la Russia staliniana
5. Giovanni Gentile Giovanni Gentile nasce il 29 maggio 1875 a Castelvetrano (Trapani) da Giovanni, farmacista, e Teresa Curti, figlia di un notaio. Dopo aver compiuto gli studi in Sicilia, vince nel 1895 il concorso a interno della Scuola Normale Superiore di Pisa, per la Facoltà di Lettere e Filosofia.
7. La riforma Gentile Nel 1923 Gentile realizza la più organica riforma, dopo la legge Casati, della scuola italiana, a cui conferisce un chiaro impianto innovativo sia dal punto di vista didattico sia da quello scientifico.
8. L’ENEF Nel quadro della riforma scolastica Gentile, il 15 marzo del 1923 venne istituito l’Ente Nazionale per l’Educazione Fisica (ENEF), che invocò a sé gli oneri fino ad allora gravanti sullo stato, le province e i comuni. Con la nascita dell’ENEF gli insegnanti vennero cancellati dal ruolo, si soppressero gli istituti di magistero. L’ENEF, nato con sede a Milano e poi spostato nella capitale, costituì sezioni distaccate presso ogni scuola media, con l’intento di rendere più capillare la propria presenza sul territorio.
9. L’uomo nuovo Nel processo di formazione dell’“uomo nuovo” la scuola primaria, sia pur riformata da Giovanni Gentile nel 1923, non era ritenuta sufficiente a plasmare i giovani italiani secondo il modello fascista.
10. L’ONB Nel 1926 fu fondata l’Opera Nazionale Balilla (ONB), che ricadde sotto la giurisdizione del ministero dell’istruzione (dal 1929 ministero per l’educazione nazionale), dietro la competenza del sottosegretariato per l’educazione fisica e giovanile, la quale andò parzialmente a sostituirsi all’ENEF, che fu soppresso nel 1927.
11. Il monopolio del PNF Tra il 1927 e il 1928 si assisté allo scioglimento di ogni forma di associazionismo estranea all’ideologia del regime, nell’ottica di rendere totale il monopolio del PNF su tutte le sfaccettature dell’educazione giovanile. Così avvenne l’autoscioglimento della FASCI nell’aprile del 1927, la soppressione della Young Men’s Christian Association(YMCA), e la soppressione, l’anno successivo, dell’associazione Giovani Esploratori, con divieto di ricostituzione.
12. La scuola per l’Educazione Fisica Immediata conseguenza del passaggio delle competenze in materia di istruzione giovanile all’ONB fu la creazione di un corso di formazione per gli insegnanti, ai quali si riconosceva una considerevole responsabilità “… per l’ardua e nobile missione di vigilare lo sviluppo fisico della gioventù, temprandone le energie e la volontà … ”. Nacque così, nel 1928 a Roma, la scuola superiore fascista di magistero per l’educazione ginnico-sportiva, inserita sotto il controllo dell’ONB.
13. I compiti dell’ONB L’ONB aveva come compito quello di provvedere all’educazione fisica giovanile, impartendo ai giovani un’educazione premilitare, spirituale e culturale fondata sull’ordine, la disciplina, la gerarchia, attraverso una rigorosa attenzione all’uniforme e attraverso una rigida organizzazione di parate e sfilate.
14. La gestione dell’ONB Con una gestione relativamente autonoma, l’Opera doveva dedicarsi ai giovani dagli otto ai diciotto anni, ripartiti in gruppi: Figli della lupa (6 anni) Balilla e Piccole Italiane (8-14 anni) Avanguardisti e Giovani Italiane (14-18 anni)
15. L’attività dell’ONB L’attività dei giovani si svolgeva in reparti organizzati militarmente, ricalcando l’impostazione legionaria della milizia, prevedendo una unità di base (la squadra) e, a gruppi di tre, una serie di suddivisioni più ampia (tre squadre formavano un manipolo, tre manipoli una centuria, tre centurie una coorte, tre coorti una legione).