[Autore: Andrea Bassanini].
Lo psicodramma trae origine dalla concezione
psicologica e dal metodo psicoterapeutico e
formativo elaborati da Moreno in quasi
sessant'anni di attività nel campo clinico, sociale,
educativo, dapprima in Vienna e poi - a partire
dal 1925 - negli USA.
presentazione nell' ambito del modulo di psicologia generale della formazione per psicoterapeuti organizzata dalla Scuola Romana di Terapia Familiare di Crotone
Slide della lezione sulle tecniche di creatività a cura di Mario Musiano, corso "Open Lecture 2009", LM Communication Design, Facoltà del Design - Politecnico di Milano
Gli stereotipi vengono trasmessi e accolti spesso in modo inconsapevole: è quindi importante capire come funziona il meccanismo di trasmissione e renderlo visibile, per poter cambiare i contenuti dei messaggi.
L’Apprendimento Cooperativo (=AC) è un metodo di insegnamento/apprendimento che nasce dalle teorizzazioni sull’interdipendenza sociale e si propone, principalmente, di migliorare l’apprendimento sfruttando tutte le risorse presenti nella classe.
Lavoro di gruppo e gruppi di lavoro: strategie di efficacia e gestione dei co...GAL Sole Grano Terra
Le slide di Carlo Duò sul lavoro di gruppo e i gruppi di lavoro (strategie di efficacia e gestione dei conflitti), presentate il 27/11/2014 a Villaputzu e il 28/11/2014 a San Basilio in occasione del seminario interattivo organizzato dal GAL SGT - Sole Grano Terra.
Le tecniche di brainstorming più note ed efficaci per:
- produrre idee, affrontare creativamente le criticità e creare soluzioni
- aumentare l'efficacia delle riunioni e delle sessioni creative
- aiutare il team ad affrontare le sfide dell'innovazione
- creare cruscotti snelli per misurare le performance e i processi
- migliorare i processi organizzativi
- sviluppare nuove idee di business.
Riva, Psicologia dei Nuovi Media, 2012 - Capitolo 1Riva Giuseppe
Riva, Psicologia dei Nuovi Media, 2012 - Capitolo 1. Punto di incontro tra scienze umane e nuove tecnologie, questa disciplina ha come oggetto la comprensione, la previsione e l'attivazione dei processi di cambiamento individuali e sociali che scaturiscono dall'interazione con i media digitali. Proposto qui in una nuova edizione riveduta e aggiornata, il volume risulta essere un utile strumento che interseca diversi corsi formativi: dalla psicologia alle scienze della formazione alle scienze della comunicazione, fino al commercio elettronico e all'area dell'informatica applicata.
presentazione nell' ambito del modulo di psicologia generale della formazione per psicoterapeuti organizzata dalla Scuola Romana di Terapia Familiare di Crotone
Slide della lezione sulle tecniche di creatività a cura di Mario Musiano, corso "Open Lecture 2009", LM Communication Design, Facoltà del Design - Politecnico di Milano
Gli stereotipi vengono trasmessi e accolti spesso in modo inconsapevole: è quindi importante capire come funziona il meccanismo di trasmissione e renderlo visibile, per poter cambiare i contenuti dei messaggi.
L’Apprendimento Cooperativo (=AC) è un metodo di insegnamento/apprendimento che nasce dalle teorizzazioni sull’interdipendenza sociale e si propone, principalmente, di migliorare l’apprendimento sfruttando tutte le risorse presenti nella classe.
Lavoro di gruppo e gruppi di lavoro: strategie di efficacia e gestione dei co...GAL Sole Grano Terra
Le slide di Carlo Duò sul lavoro di gruppo e i gruppi di lavoro (strategie di efficacia e gestione dei conflitti), presentate il 27/11/2014 a Villaputzu e il 28/11/2014 a San Basilio in occasione del seminario interattivo organizzato dal GAL SGT - Sole Grano Terra.
Le tecniche di brainstorming più note ed efficaci per:
- produrre idee, affrontare creativamente le criticità e creare soluzioni
- aumentare l'efficacia delle riunioni e delle sessioni creative
- aiutare il team ad affrontare le sfide dell'innovazione
- creare cruscotti snelli per misurare le performance e i processi
- migliorare i processi organizzativi
- sviluppare nuove idee di business.
Riva, Psicologia dei Nuovi Media, 2012 - Capitolo 1Riva Giuseppe
Riva, Psicologia dei Nuovi Media, 2012 - Capitolo 1. Punto di incontro tra scienze umane e nuove tecnologie, questa disciplina ha come oggetto la comprensione, la previsione e l'attivazione dei processi di cambiamento individuali e sociali che scaturiscono dall'interazione con i media digitali. Proposto qui in una nuova edizione riveduta e aggiornata, il volume risulta essere un utile strumento che interseca diversi corsi formativi: dalla psicologia alle scienze della formazione alle scienze della comunicazione, fino al commercio elettronico e all'area dell'informatica applicata.
Il teatro come capacità di sperimentare linguaggi diversi coinvolgendo profondamente le persone che partecipano al lavoro, come lavoro pedagogico che aiuta a diventare più consapevoli dei vissuti psicologici interni e che aiuta a rafforzare l’autostima .
Litigare fa bene! Seminario con metodologia psicodrammatica Luisa Ghianda
I conflitti sono eventi inevitabili tra esseri umani, momenti fisiologici della vita sociale e lavorativa. Nei conflitti si scatenano emozioni di vario tipo, che possono essere benefiche e produttive, oppure rappresentare un ostacolo alla relazione. Gestire i conflitti significa apprendere come districarsi tra gli aspetti emotivi e relazionali che questi sollecitano, separando le persone dal problema ed utilizzando criteri oggettivi per inventare soluzioni vantaggiose per tutti. In tal modo è possibile cogliere gli elementi costruttivi che il conflitto comporta, trasformandolo in un'occasione di conoscenza di sé e di incontro con gli altri.
Laboratorio di Comunicazione creativa realizzato da Giovanni Lacetera per i corsi biennali residenziali del Centro Elis
Roma, ottobre 2009 - febbraio 2010
3. Lo psicodramma trae origine dalla concezione
psicologica e dal metodo psicoterapeutico e
formativo elaborati da Moreno in quasi
sessant'anni di attività nel campo clinico, sociale,
educativo, dapprima in Vienna e poi - a partire
dal 1925 - negli USA.
Fin dal 1922 Moreno iniziò ad elaborare lo
psicodramma come modalità di intervento
mirante ad intervenire sul sistema di relazioni
interpersonali dei singoli o dei gruppi. Con lo
psicodramma entrano nella psicologia
contemporanea i cosiddetti 'metodi attivi',
diversificatisi col tempo in numerose scuole a 3
vario orientamento.
4. ¢ Definizione:
rappresentazione, mediante il gioco teatrale improvvisato,
di scene avvenute e rivissute, o immaginarie e proiettive
drammatizzazione centrata sul gruppo o sull’individuo,
con una conduzione attenta soprattutto all’hic et nunc
¢ Scopo:
facilitare lo scambio tra gli individui e fra i gruppi,
attraverso lo sviluppo di nuove percezioni interpersonali o
la riorganizzazione di vecchi patterns cognitivi e delle
relative condotte comportamentali
4
5. ¢ Larappresentazione teatrale, oltre al
divertimento estetico, dispone di grandi
possibilità di mobilitazione emozionale e aiuta
l’individuo ad accedere ad una conoscenza di sé
(e del mondo circostante) che è più profonda e
articolata
¢ Lamessa in scena di vissuti particolarmente
significativi per l’individuo permette una
riattualizzazione dei processi emotivi e una loro
ulteriore elaborazione 5
8. I – SPONTANEITÀ CREATIVA
All’interno del processo di acculturamento e di
socializzazione, nel ciclo di vita dell’individuo,
è presente una costante di apprendimento delle
relazioni che è destinata a ripetersi più o meno
stereotipicamente nelle esperienze successive.
8
9. Conserve culturali
Comportamenti che continuano a riprodursi
meccanicamente, nonostante siano lontane nel
tempo le circostanze che li hanno provocati la
prima volta
¢ Vs.
Spontaneità
Capacità di agire comportamenti funzionali alle
esigenze reali dell’individuo e ai bisogni legati
al momento presente 9
10. ¢ 4 forme della spontaneità:
1. Slancio spontaneo, “impulso primitivo”
dell’individuo
2. Acquisizione culturale (innovazioni a livello
organizzativo o istituzionale, nel campo dell’arte o
nell’ambiente)
3. Creazione di un’espressione libera della personalità
10
4. Risposta adeguata e originale a situazioni nuove
11. “la spontaneità non è una virtù dell’infanzia che
sarebbe sufficiente rispettare perché la si possa poi
veder sbocciare completamente. Se anche si tratta di
una disposizione presente nel bambino, tutto concorre
a che essa disparisca, lasciando posto all’imitazione
dell’adulto o a un più o meno rigido conformismo,
rispetto a modalità comportamentali stereotipate. Per
sviluppare la spontaneità bisogna farla passare dal
suo stato naturale anarchico a una forma adatta ai
compiti ai quali il bambino deve far fronte. Bisogna
che il bambino scopra nella spontaneità sufficienti
vantaggi per rinunciare, almeno parzialmente, al
conformismo stereotipo. Bisogna che la spontaneità
diventi creativa”.
11
(Moreno, 1947)
12. II – IL RUOLO
¢ Modo di essere reale e percettibile che assume
l’Io
¢ Diversi ruoli:
¢ Emergenti
¢ Latenti (che divengono operativi nel corso della vita)
¢ Superati
¢ Attuali
¢ Psicosomatici – stabiliti dalla nascita nell’interazione
con la madre (ad es: mangiare, bere, dormire, gridare…)
¢ Sociali – padre, madre, figlio, insegnante…
¢ Psicodrammatici – i ruoli sociali “giocati” nel setting
psicodrammatico
¢ Individuali 12
¢ Collettivi
13. III – IL GRUPPO
¢ Lo
psicodramma è un’esperienza vissuta in
gruppo:
¢ DI gruppo
¢ ATTRAVERSO il gruppo
¢ CON il gruppo
13
14. ¢ Consente all’individuo di rendersi conto di non
essere da solo in una situazione unica, difficile e
traumatizzante, bensì di trovarsi, sebbene nella
specificità dei suoi vissuti individuali, in una
condizione comune ad altri e ad altri partecipa
— Il problema del singolo individuo viene vissuto come
problema del gruppo
— Integrazione dinamica tra in funzionamento
individuale e quello collettivo
— Partecipazione di ogni membro ai problemi degli altri
membri 14
16. Secondo Moreno, affinché sia possibile la sessione
psicodrammatica (2 - 2 ½ ore ciascuna), devono
essere presenti 5 elementi:
¢ La scena
¢ Il protagonista
¢ Lo psicodrammatista (o conduttore)
¢ Gli ego-ausiliari
¢ Il pubblico
16
18. LA SCENA
¢ Èlo spazio vitale multidimensionale dove si gioca
(e si agisce) la situazione o il problema di
qualcuno o del gruppo
¢ Direcente, si cerca di semplificare il più possibile
lo spazio
— Spazio convenzionale, senza decorazioni, senza
costumi e senza arredi particolari
— Un tavolo e sedie necessarie, a seconda del numero
dei partecipanti
18
19. IL PROTAGONISTA
¢ È
l’eroe principale dell’azione. Attraverso varie
tecniche viene messo nella condizione di liberare
completamente la propria spontaneità e ciò gli
permette di rendere concreto e di riattualizzare il
proprio vissuto
¢ In
questo modo, al protagonista, risulta possibile
“dare corpo”:
¢ A elementi dell’Io
¢ A tutte le altre persone connesse con il proprio conflitto
psichico
¢ A
lui/lei è legato il problema della scelta del tema 19
da drammatizzare
20. IL CONDUTTORE
¢ Svolge il ruolo di “direttore di scena”
¢ Funzioni:
¢ Apre e chiude la seduta;
¢ Introduce nell’azione drammatica gli spunti offerti dai
soggetti
¢ Considera costantemente i membri come “gruppo”
¢ Interagisce con i soggetti in maniera diretta/indiretta
¢ Si confronta con le interpretazioni e le valutazioni degli ego-
ausiliari
20
21. GLI EGO-AUSILIARI
¢ Terapeuti ausiliari che contribuiscono a far scoprire ai
soggetti i propri ruoli, inducendoli ad una presa di
coscienza attraverso il ruolo drammatico
¢ Interpretano i ruoli collaterali alla scena
drammatizzata (padre, madre, nonno…)
¢ Svolgono anche la funzione di doppi – aiutano il
protagonista a esprimere, parlando in sua vece, ciò
che in lui è ancora a livello inconsapevole ma
particolarmente rilevante
¢ Solitamente, variano da uno a tre 21
22. IL PUBBLICO
Svolge due funzioni fondamentali:
1. Aiuta il protagonista, funzionando da “cassa di
risonanza”, attraverso reazioni e osservazioni
spontanee durante la drammatizzazione
2. Si identifica con il protagonista e con la
situazione da lui giocata – vede rappresentata
sulla scena una “sindrome collettiva”
22
23. PRINCIPI DI SVOLGIMENTO DI UNA
SEDUTA
3 fasi:
1. Preparazione e riscaldamento del gruppo e dei
protagonisti – warm up
2. Azione – il gioco drammatico o psicodramma vero
e proprio
3. Partecipazione terapeutica del pubblico e del
gruppo
23
24. PRINCIPI DI SVOLGIMENTO DI UNA
SEDUTA:
1. IL WARM UP
Preparazione del gruppo
¢ Stabilire una relazione emotiva tra gruppo, tema
giocato e protagonisti
¢ Promuovere (anche indirettamente) l’idea che sia
necessario che l’azione venga vissuta dall’intero
gruppo
¢ Portare il gruppo a scegliere l’area “da
esplorare” in quel momento
¢ Portare il gruppo a scegliere di incarnare la
situazione scelta in un individuo, che diventa il
protagonista
¢ Non avere fretta di passare all’azione e quindi di 24
“giocare tanto per giocare” (Weiner, Sacks, 1969)
25. PRINCIPI DI SVOLGIMENTO DI UNA
SEDUTA:
1. IL WARM UP
Preparazione del protagonista
¢ Far concentrare il protagonista nell’azione
drammatica e proiettarlo nelle circostanze che
verranno esplorate
¢ Nello stesso momento, vengono scelti gli altri
personaggi della scena:
— Co-protagonisti scelti all’interno del gruppo
— Ego-ausiliari – membri del gruppo e/o terapeuti
ausiliari
¢ Fardescrivere al protagonista le caratteristiche
fisiche dell’ambiente immaginato, le
caratteristiche personali dei personaggi e tutti gli 25
aspetti utili a ricreare “il reale
nell’immaginario”
26. PRINCIPI DI SVOLGIMENTO DI UNA
SEDUTA:
2. L’AZIONE
¢ Entrate in azione vera e propria e svolgimento dell’azione
drammatica
¢ Alcune tecniche:
— Role reversal – inversione dei ruoli.
es: il figlio gioca il ruolo della madre e la madre quello del
figlio;
— Double – il doppio. Un membro del gruppo esprime i
sentimenti che un altro membro non sa (o non vuole
esprimere);
— Soliloquio. Il protagonista esprime emozioni che vengono
suscitate in lui dallo svolgimento dell’azione drammatica;
— Numerose tecniche in letteratura (Moreno Z.T., 1965; Leveton
E., 1983; Boria G., 1983; Moreno J.L., Moreno Z.T., 1987)
26
— Importanza fondamentale della creatività dello
psicodrammatista nell’hic et nunc
27. PRINCIPI DI SVOLGIMENTO DI UNA
SEDUTA:
3. PARTECIPAZIONE TERAPEUTICA DEL
GRUPPO
¢ Sharing o closure:
— Il pubblico e gli altri membri del gruppo partecipano
attivamente e discutono la scena drammatizzata
appena conclusa
— Ciascuno esprime i propri sentimenti e le proprie
riflessioni sulla scena
¢ Self disclosure e dialogo:
— gli attori integrano le proprie riflessioni e i propri
vissuti emotivi con quelli degli spettatori
¢ Summary:
— Lo psicodrammatista riassume criticamente ciò che è
27
avvenuto durante la sessione
28. MODELLI TEORICI SUCCESSIVI A
MORENO
1. Psicodramma analitico:
— Lemoine, 1972 – rilettura dei principi di tecnica
psicodrammatica secondo gli approcci di Freud e
Lacan;
— Boria, 1983 – psicodramma classico in Italia;
— Gasca, Gasseau, 1991 – lo psicodramma junghiano;
— Lo Verso, Raia, 1998 – integrazione tra
gruppoanalisi e psicodramma analitico.
2. Psicodramma analitico con i bambini:
— Anzieu, 1956;
— Lebovici, Diatkine e Kestemberg, 1958. 28
29. APPLICAZIONI CLINICHE
¢ Diverse popolazioni psichiatriche;
¢ Alcolisti;
¢ Tossicodipendenti;
¢ Non-vedenti;
¢ Non-udenti;
¢ Pazienti terminali;
¢ All’interno di programmi di prevenzione;
¢ Strumento di training per acquisire le social
skills adeguate;
¢ Programmi comportamentali di
desensibilizzazione dei sintomi
29
¢ Bambini e adolescenti
30. INDICAZIONI E
CONTROINDICAZIONI CLINICHE
Indicazioni:
¢ Le terapie verbali si rivelano difficili o
insufficienti;
¢ Affiancamento ad una psicoterapia individuale;
¢ Bambini e adolescenti (Lebovici et al., 1958);
¢ Pazienti
che presentano una struttura di
personalità di tipo nevrotico
¢ Applicazioninon-cliniche, come i gruppi di
sensibilizzazione (studenti di psicologia,
insegnanti, operatori psicosociali), formazione e
attività di supervisione 30
31. INDICAZIONI E
CONTROINDICAZIONI CLINICHE
Controindicazioni:
¢ Non-capacità da parte del paziente di partecipare
a una esperienza di gruppo;
¢ Il paziente non riuscirebbe, presumibilmente, a
trarre beneficio dalla condivisione e dal confronto
dei propri problemi e delle proprie difficoltà con
la altre persone e dall’aumento di capacità
comunicative e relazionali che possono derivarne
(Corbella, 2003);
¢ Generalmente, soggetti cerebropatici,
gravemente paranoidi, con tendenze suicidarie in
atto, psicotici acuti o sociopatici (Corbella, 2003);
¢ Pazienti che assumono in modo accentuato la
31
difesa della negazione (Corbella, 2003).
32. BIBLIOGRAFIA
Boria G. (1983), Tele. Manuale di psicodramma classico. Franco Angeli.
Corbella S. (2003), Storie e luoghi del gruppo. Raffaello Cortina Editore.
Del Corno F., Lang M. (a cura di) (2004), Trattamenti in setting di gruppo. Franco
Angeli.
Di Maria F., Falgares G. (2005), Elementi di psicologia dei gruppi. Modelli teorici e
ambiti applicativi. McGraw-Hill.
Gasseu M, Gasca G. (1991), Lo psicodramma junghiano. Bollati Boringhieri.
Kaes R. (1994), Il gruppo e il soggetto del gruppo. Borla.
Lebovici S. (1980), Teoria psicoanalitica di gruppo. Feltrinelli.
Lemoine P., Lemoine G. (1973), Lo psicodramma. Feltrinelli.
Leveton E. (1983), Psicodramma. Armando.
Miglietta D, (2002), Lo psicodramma analitico, in Di Maria F., Lo Verso G. (a cura di),
Gruppi. Raffaello Cortina Editore.
Moreno J.L. (1947), The theatre of spontaneity. Beacon House.
Moreno J.L. (1965), Psychotérapie de group et psychodrame. PUF
Moreno J.L. (1985), Manuale di psicodramma. Il teatro come terapia. Astrolabio.
Moreno Z.T. (1987), Manuale di psicodramma. Tecniche di regia psicodrammatica.
Astrolabio.
Quaglino G.P., Casagrande S., Castellano A. (1992), Gruppo di lavoro, lavoro di gruppo.
Raffaello Cortina Editore.
Rouchy J.C. (2000), Il gruppo, spazio analitico, Borla.
Scategni W. (1996), Psicodramma e terapia di gruppo, Red Edizioni.
Weiner H.B., Sacks J.M. (1969), Warm-up and sum-up. Group Psychoterapy, 22, pp. 32
85-102.