6. Wikipedia
• Una scuola è un'istituzione
destinata all'educazione e
all'istruzione di studenti e
allievi sotto la guida di
varie tipologie di figure
professionali appartenenti
al settore dei lavoratori
della conoscenza.
7. Relazione
• Il lato più nascosto
dell’insegnamento, quello
che chi sta fuori dalla classe
non può percepire né
valutare, quello che viene
sommerso dalle incombenze
burocratiche, dalle verifiche
da correggere: la relazione
umana tra alunno e
insegnante.
9. Times they are a changin’
• Popolazione
• Economia
• Pressione ecologica
• Complessità
• Nuove Sfie
10. Lavoro sicuro?
• La scuola nasce per offrire a tutti
possibilità immediate di un
lavoro.
• I titoli di studio sono una forma di
valuta e, come tutte le valute,
hanno un valore che sale e
scende a seconda delle
condizioni del mercato.
• In un mondo pieno di laureati,
una laurea non è più un elemento
di distinzione com’era una volta.
11. Nel 1999, la Cina ha dato inizio
a un’enorme espansione delle
università e delle scuole
superiori universitarie. Da
allora, la disoccupazione fra i
laureati è diventata un
problema sempre più grave.
Nel 1999, in Cina gli studenti
universitari erano 840.000. Nel
2013, si sono laureati quasi
sette milioni di studenti cinesi.
12. I mestieri del futuro non esistono
ancora: il 65 per cento dei ragazzi che
sono oggi a scuola, infatti, farà un
mestiere che non è stato ancora
inventato.
David Tuffley, specialista alla Griffith
University, ha offerto qualche consiglio
sul «Washington Post»: l’approccio
seguito finora non regge più, non solo
perché bisogna introdurre nelle classi
la tecnologia e il digitale. E’
necessario cambiare il modo di
affrontare i problemi e risolverli,
puntare sul lavoro di gruppo, sulla
capacità di pensare fuori dagli schemi.
14. 1. Lo studente al centro
Il “potere dell’aula” passa dal
docente agli studenti, che sono
coinvolti nei processi decisionali
della classe.
L’insegnante diventa più un
facilitatore che un istruttore,
conservando la responsabilità dei
risultati, ma allo stesso tempo
trattando il discente come co-
creatore nel processo
d’insegnamento e d’apprendimento.
15. 2. La scuola comunità
La scuola genera una relazione
forte, intessuta di linguaggi
affettivi ed emotivi, ed è anche in
grado di promuovere la
condivisione di quei valori che
fanno sentire i membri della società
come parte di una comunità vera e
viva.
La scuola affianca al compito
dell’insegnare ad apprendere
quello dell’insegnare ad essere.
17. La negazione del corpo
• Il corpo diventa ingombro da
gestire, dimensione da
anestetizzare, non il modo del
conoscere
• Metafore dominanti: «Queste
cose non vi entrano proprio nella
testa!», «Avete la testa dura!»,
«Che mente lucida,
complimenti!»
• Eccesso di fiducia nella carta.
18. Dipendenza
• Idea che l’apprendimento possa
essere conseguito solo come risultato
di secondo livello: prima di tutto
deve regnare l’ordine, devono
essere ristabiliti il controllo e l’autorità
• L’allievo tenderà a concentrarsi
sulle richieste dell’insegnante e
adotterà strategie per riuscire a
prendere buoni voti, cercando di
soddisfare anche le attese dei
propri genitori e degli insegnanti (i
celebri «compromessi delle risposte
corrette» di Gardner)
19. Il modello della dipendenza
• Sfiducia nei confronti degli allievi, che sono portati per
natura a disturbare, a essere disinteressati.
• L’insegnante mantiene l’ordine.
• Richiesta di ascolto, silenzio, obbedienza.
• L’accentuazione è dell’insegnamento rispetto
all’apprendimento .
• Le regole sono imposte dall’esterno mentre le
procedure sono solo apparentemente democratiche.
21. Robinson e le 4 competenze chiave
1. la creatività, vista come la capacità di
avere idee originali che hanno valore: è
l'immaginazione applicata al mondo
2. l'empatia (compassion), cioè la
capacità di vedere il mondo con gli
occhi degli altri
3. la padronanza di sé (composure), la
capacità di essere persone equilibrate.
Se ascoltiamo l'Organizzazione
Mondiale della Sanità, la depressione
nel 2020 sarà la seconda causa di
disabilità sul pianeta.
4. la collaborazione.
22. Grinta e motivazione
• Grinta come passione e perseveranza
nel raggiungere risultati a lungo termine
• La scienza purtroppo conosce ancora
poco della grinta: non è in relazione o
addirittura è inversamente
proporzionale al talento.
• La migliore soluzione per costruire la
grinta negli studenti è il concetto di
"growth mindset" (metalità di crescita)
elaborato da Carol Dweck della
Stanford University: è il credere che la
capacità di imparare non è fissa, ma
può cambiare con i nostri sforzi.
23. Goleman/Senge, A scuola di futuro
1. Concentrarsi su se stessi: il
bambino consapevole è connesso
col proprio mondo interiore ed è
capace di focalizzarsi su ciò che
conta.
2. Sintonizzarsi sugli altri,
comprenderne le realtà e i punti di
vista (empatia).
3. Capire il mondo nel suo insieme:
decodificare le interazioni tra reti e
sistemi, ossia sviluppare
l'intelligenza sistemica.
25. Trovare il genio
Angela Maiers è
un'insegnante che da anni
lavora (con la sua
associazione Choose2Matter)
per scoprire il talento negli
studenti.
Dobbiamo cambiare punto di
vista e cominciare a cercare il
genio intorno a noi.
26. La capacità degli studenti di prendere in mano le loro vite
dipende dalla nostra capacità di:
• apprezzare e onorare il loro genio
• dare valore e rispettare il loro contributo
• dire loro che valgono e che sono essenziali per noi e per il
mondo
You are a genius and the world needs your contribution
(Tu vali ed il mondo ha bisogno del tuo contributo).
32. VR (Realtà Virtuale)
Google ha creato un vero e
proprio settore dedicato
interamente alla Realtà Virtuale.
Dotandomi degli occhiali
Daydream o dei più economici
Google Cardboard, posso
viaggiare ovunque restando
comodamente a casa.
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36. BYOD
BYOD (Bring Your Own Device,
porta il tuo dispositivo) è una
pratica didattica nella quale lo
studente porta a scuola la
tecnologia che possiede (tablet,
smartphone, notebook, netbook,
etc.) e lavora in maniera
collaborativa con i compagni ad
attività digitali proposte e
coordinate dal docente.
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38. Pensiero computazionale
Ogni giorno i computer, gli smartphone e i
tablet ci aiutano a risolvere «problemi»
piccoli e grandi.
Tuttavia, è necessario che prima qualcuno
abbia definito questi problemi e le strade
più efficaci per poterli risolvere.
Il pensiero computazionale permette di
definire che tipo di problema abbiamo di
fronte e quindi di sviluppare possibili
strategie di risoluzione, presentandole in
modalità comprensibili sia dall'uomo che
dai calcolatori elettronici.