XIII Lezione - Arabo G.Rammo @ Libera Accademia Romana
La relazione educativa
1. E poi ho sempre incoraggiato i miei amici
e i miei allievi a diventare insegnanti.
Ho sempre pensato che la scuola fosse fatta
prima di tutto dagli insegnanti.
In fondo, chi mi ha salvato dalla scuola
se non tre o quattro insegnanti?
Daniel Pennac, Diario di scuola
Seguire e interpretare il Riordino
Liceo ‘Rosmini’ Rete dei licei della Toscana
Grosseto 23 Aprile 2012
La relazione educativa
Lucia Marchetti
2. Dagli Anni ’70 agli Anni ‘90
• 60-70 La psicologia dell’apprendimento, il cognitivismo, le teorie del
curricolo Le abilità di studio – Gli aspetti cognitivi. Modello di pensiero
attivo e costruttivo
• Bruner e Bloom
70-80 La soggettività dello/a studente e il metodo di studio
• Rogers e Maslow
• Anni 90 la soggettività dell’insegnante e il contesto
• Gardner e Pontecorvo
Lucia Marchetti, La relazione educativa
3. Fattori in gioco
• Il contesto
• Saperi e discipline
• La didattica
Lucia Marchetti, La relazione educativa
4. Il contesto
• cultura generale
• il mondo esterno alla
scuola
• la scuola come
ambiente fisico e umano
• la classe
• la progettazione
Sorolla, Maria vestita da contadina valenciana
Lucia Marchetti, La relazione educativa
5. Come valutare il contesto
Lucia Marchetti, La relazione educativa
• Difficoltà e strategie
• Coniugare i risultati desiderati, i temi e i problemi su cui
lavorare, e le risorse disponibili
• Le risorse
• interne, esterne, materiali, immateriali
• Sincerità e trasparenza
• Formalizzare una mappa di vincoli reciproci
• Claudia Petrucci, Contesti di apprendimento: le risorse dell’ empowerment
6. Condizioni organizzative
• Un compito di realtà, un problema sentito come
importante
• Saperi e insegnamenti diversi
• Presa in carico da un gruppo stabile e legittimato – studenti
e insegnanti
• Riconosciuto come parte integrante del curricolo formale
• Riconosciuto anche da interlocutori esterni
Claudia Petrucci, Contesti di apprendimento: le risorse dell’ empowerment
•
Lucia Marchetti, La relazione educativa
7. Buone pratiche sul contesto
cosa dicono gli studenti…..
• SCUOLA APERTA FINO A SERA / USO LIBERO DELLA SCUOLA DA PARTE DEGLI
STUDENTI Questo permette agli studenti di sentire la scuola come un
punto di incontro, dove sei il benvenuto anche dopo le ore di lezione. Gli
alunni possono gestire la scuola in modo libero (pur osservando le
regole prefissate) e incontrarsi con compagni per approfondire interessi
o svolgere compiti scolastici. Specialmente per gli studenti che abitano
distanti da Ferrara questa è una magnifica opportunità.
• - AMBIENTI, ARREDAMENTO. Gli ambienti e l’arredamento sono
fondamentali per stare bene. Più l’ambiente è confortevole più è
piacevole “abitarlo”;
Lucia Marchetti, La relazione educativa
8. • DISPONIBILITA’ DEGLI INSEGNANTI. Se le lezioni si svolgono in un
clima tranquillo e rilassato, improntate al dialogo ed al confronto,
con insegnanti che prestano attenzione agli studenti come
persone, i ragazzi acquistano più fiducia in se stessi, capiscono
l’importanza della guida dei docenti e sono più disponibili alla
collaborazione.
•
• INCONTRO TRA PARI. Gli studenti della scuola hanno la possibilità
di svolgere incontri con ragazzi di età maggiore o inferiore
rispetto alla propria. Questi incontri permettono agli allievi di
confrontarsi con persone quasi coetanee per far luce su dubbi e
perplessità e affrontare i problemi di apprendimento o di crescita.
Questo dà la possibilità agli alunni più giovani di sentire come dei
fratelli maggiori gli alunni più esperti, accogliendone i consigli e il
sostegno nel percorso scolastico
Lucia Marchetti, La relazione educativa
9. . DON’T WORRY. Il “don’t worry” è un progetto di inizio d’anno
che dà la possibilità agli studenti (specialmente di prima) di
porre domande che normalmente non si farebbero ad un
professore, a ragazzi quasi coetanei. Questa attività
permette ai nuovi studenti di potersi inserire meglio nella
scuola, di chiarirsi le idee e di essere meno intimiditi. Fa
capire ai ragazzi che per qualunque dubbio possono
rivolgersi agli stessi compagni che guidano l’attività o ai
coordinatori scolastici.
ATTIVITA’ AUTOGESTITE DAGLI STUDENTI. Queste attività sono
fondamentali in quanto favoriscono l’interazione tra gli
studenti. Esse vengono proposte dai rappresentanti e dai
delegati di istituto eletti da noi studenti. Durante queste
attività gli alunni hanno la possibilità di approfondire i propri
interessi rimanendo all’interno della scuola ma senza essere
costantemente controllati da un insegnante
Lucia Marchetti, La relazione educativa
10. • SETTIMANA SCIENTIFICA con LABORATORI APERTI A SCUOLE ESTERNE.
Questo progetto è gestito dagli studenti che frequentano gli indirizzi
scientifico e scientifico tecnologico. In quest’ occasione gli allievi delle
varie classi possono andare ad ascoltare lezioni tenute da ragazzi quasi
coetanei sviluppando tematiche scientifiche con collegamenti ad altri
campi culturali. A questo evento partecipano anche studenti delle
scuole elementari e medie per favorire l’orientamento.
L’approfondimento delle tematiche avviene in un clima distensivo e di
dialogo e ciò aumenta l’interesse dei partecipanti.
• -STAGE. Gli stage permettono allo studente di mettere in pratica quello
che ha imparato sui banchi di scuola. In particolare danno la possibilità
all’allievo di allontanarsi dall’ambiente scolastico e di essere nello stesso
tempo “ambasciatore” della propria scuola. Ciò permette all’alunno di
entrare in contatto con il mondo del lavoro e di essere investito di
maggiori responsabilità
• EXTRA SCUOLA ED ATTIVITA’ OPZIONALI. Ogni studente ha la certezza
che dopo la scuola siano tenuti corsi extracurricolari che riguardano vari
ambiti come la musica, l’archeologia, lo sport, ecc… Questo dà la
sicurezza all’alunno che i suoi interessi vengono realmente presi in
considerazione e sviluppati al di fuori delle cinque ore ordinarie.
Lucia Marchetti, La relazione educativa
11. Lucia Marchetti, La relazione educativa
• POSSIBILITA’ DI AVERE UN TUTOR MOLTO GIOVANE. La scuola offre la
possibilità agli studenti (che hanno maggior bisogno di aiuto) di essere
sostenuti da un tutor pagato dalla scuola. Questa è una grande aiuto che
la scuola offre a molti studenti. Va sottolineato inoltre che il tutor non è
come un insegnante che ti dà ripetizioni ma è una persona molto
giovane che ti segue passo - passo e ti supporta nella costruzione del
metodo di studio
• PRESIDE PRESENTE NELLA SCUOLA, LA PORTA DELL’UFFICIO È SEMPRE
APERTA
• Per avere un buon clima all’interno della scuola è importante
l’attenzione alle relazioni interpersonali di qualsiasi tipo: tra gli studenti,
tra gli studenti e gli insegnanti e i collaboratori scolastici, tra gli stessi
docenti…. . In questo campo è importante avere come figura di
riferimento lo stesso Preside, disponibile all’ascolto e all’incontro, quindi
presente nella scuola, con la porta dell’ufficio “sempre aperta”.
12. Lucia Marchetti, La relazione educativa
• FESTA DELLA DIDATTICA La festa è un momento di incontro a scuola tra
genitori, studenti, parenti, amici e insegnanti. In questa occasione gli
studenti hanno la possibilità di mostrare il lavoro svolto durante l’anno
scolastico in tutte le discipline. È in occasioni come queste che un
genitore si rende conto dell’attività costante del proprio figlio, del lavoro
costruito giorno per giorno. La festa è anche un momento in cui la classe
collabora per creare un’atmosfera piacevole, che coinvolga e sorprenda
tutti i suoi partecipanti.
• Parafrasando E. Vittorini ( ….. e la gente è bella nelle belle città..)
• “gli studenti vivono bene nelle BUONE SCUOLE”.
• Giulia Bresciani e Caterina Villani classe 2R
• Ferrara, 23 Dicembre 2006
13. Saperi e discipline
La necessità di progettare il quinquennio
• .per collocare ogni segmento formativo in una cornice di senso
( culturale, cognitivo, didattico) Criterio della GRADUALITA’
• . Per dare continuità alle conoscenze e rafforzare le abilità
• . Per aprirsi con maggiore solidità ai contributi di altre discipline
• . Per offrire a studenti e famiglie una mappa si cui orientarsi
(più sicura e articolata rispetto agli incontri orientativi)
• . Per potersi allontanare dalla pista segnata senza il timore di
perdersi
• . Per analizzare lo statuto disciplinare e decidere dove collocare
i contenuti (e non far decidere all’indice del manuale)
• . Per costruire una base di confronto con i colleghi dentro e fuori la
scuola
• . Per individuare le opportunità formative che offre il territorio anche
oltre l’a.s. in corso
Lucia Marchetti, La relazione educativa
14. Saperi e discipline
• Il sapere è, come dice Bruner, la struttura logica di una disciplina, cioè
fondamentalmente la sua metodologia, i suoi concetti e i suoi principi
fondamentali e generali, il suo modo di leggere e di ordinare il mondo.
• Questo occorre trasmettere, o meglio, occorre aiutare i nostri studenti a
scoprire e trovare i modi adeguati ad ogni età.
• La fisica, la poesia, l’arte, la biologia, la filosofia, la matematica sono modi
diversi di spiegare e di ordinare il mondo: è questa diversità che l’allievo
deve imparare a cogliere a poco a poco.
• Questo approccio alle discipline/saperi è più impegnativo, richiede
elaborazione, ma può essere facilitato se si parte dai problemi e non dalle
discipline o dai saperi.
Lucia Marchetti, La relazione educativa
15. Il biennio
• Ha il compito di avviare la costruzione di abiti mentali
adeguati attraverso conoscenze proprie della
disciplina. Metodo di studio e alfabeti di base.
• Ha un approccio alle discipline attraverso percorsi
che correlino la dimensione personale a quella
sociale, il micro al macro, la linea diacronica a quella
sincronica e che intreccino le diverse prospettive di
analisi.
Lucia Marchetti, La relazione educativa
16. Il secondo biennio e ultimo anno
• “Per il triennio, e in particolare per il primo anno, si tratta di costruire una
progettazione che da un lato mantenga la continuità con il biennio e,
dall’altro, apra a forme più sistematiche e formali nell’approccio alle
discipline. Non solo, ma al triennio si affida l’obiettivo di ricostruire in
forma più articolata e approfondita la tradizione culturale e di orientare
verso scelte più definite di studio e di lavoro.
• Così ogni disciplina potrà muoversi su tre livelli:
• quello del proprio statuto
• quello dell’integrazione con gli altri saperi
• e quello dell’orientamento su temi o esperienze (es. lo stage) più
collegate alla pratica o alla realtà esterna.
• Si conferma quindi la necessità di un approccio integrato ai problemi
culturali e sociali e di una cura specifica per la costruzione di un abito
mentale attento alla relazione con se stessi e con l’altro.”
Lucia Marchetti, La relazione educativa
17. Come articolare la disciplina nel 2° biennio e ultimo anno
DISCIPLINA
Interrelazioni con le scienze
umane e con altri saperi
Orientamento su temi
o esperienze (es. lo stage)
più collegate alla pratica
o alla realtà esterna
Lo Statuto
Oggetto e
campo di indagine
Origini e condizioni al contorno;
momenti cronologici fondamentali
(snodi e autori)
Metodologia e
strumenti di indagine;
concetti-chiave
Applicazioni della disciplina
all’interpretazione di
fenomeni sociali e culturali
Approfondimento su temi
oggetto dell’indagine
nell’anno in corso
Lucia Marchetti, La relazione educativa
Approfondimento su temi
oggetto dell’indagine
nell’anno in corso
18. Jean-Baptiste Chardin: The Diligent Mother
Le buone pratiche
“Gli insegnanti hanno un ruolo molto importante: sono la
cornice, il contenitore che aiuta o intralcia lo sviluppo
mentale ed emotivo”
( Pontecorvo e Pontecorvo, 1986)
Lucia Marchetti, La relazione educativa
19. Alcune pratiche modificano la relazione
educativa
• L’insegnante e la classe:
la progettazione
curricolare
• L’insegnante e i gruppi
• L’insegnante e i
singoli:metariflessione,
tutoraggio, ricerca e
stage formativo.
Lucia Marchetti, La relazione educativa
20. La progettazione curricolare
….orientarsi tra le discipline…
• Una prima via per creare condizioni di scambio tra docente e classe è quella di
consegnare dall’inizio da progettazione come una mappa di un percorso che si
dovrà fare assieme
• Sarebbe auspicabile che ci fosse una progettazione a maglie larghe del Consiglio
di classe, perché qui ogni disciplina potrebbe trovare almeno un motivo per
integrarsi con qualche altra o con il tema conduttore che dovrebbe essere
collegato con le questioni fondamentali dell’indirizzo di studi a cui l’allievo si è
iscritto
• La mappa è il punto di riferimento di ognuno, si potrà sostare di più o di meno in
qualche parte, ma l’importante è sapere la via, per ritrovarla, ma anche per
saltare qualche luogo se ci si è troppo attardati. La mappa non è la realtà e magari
qualcuno potrà fare qualche scoperta e l’arricchirà, l’importante è non perdersi e
condividere il percorso, ma anche prevedere che qualcuno possa fare un pezzetto
da solo
• La progettazione va condivisa fin dalle prime riunioni con i genitori e su di essa
sarà bene ritornare alla fine dell’anno, magari in una festa della didattica
organizzata negli ultimi giorni di scuola nella quale i genitori possono vedere il
lavoro svolto durante l’anno e condividere con i loro figli e gli insegnanti il piacere
dei risultati.
Lucia Marchetti, La relazione educativa
21. Cosa dicono gli/le studenti
sulla consegna preventiva del programma
• Eleonora C. Per me la consegna del programma significa
che i professori ci considerano davvero parte integrante
del lavoro, vogliono renderci più partecipi e io mi sento
pù presente e pù valorizzata.
• Annalisa B. Cambia perché mi posso rendere conto di ciò
che si farà nel corso dell'anno, posso fare un confronto
fra quello che era scritto e quello che è stato fatto.
Consente di discutere con l'insegnante sul percorso da
fare.
• Alessandra R. Posso misurare la mia crescita sia culturale
sia personale.
• Giulia M. Per me il Programma è una finestra sullo
studio, ti fa entrare dentro.
• Caterina M. E' un mezzo per rassicurare lo studente.
Lucia Marchetti, La relazione educativa
22. L’insegnante e i gruppi. L’apprendimento cooperativo
Virginia Dall’O, La dinamica nelle
comunità di apprendimento
Lucia Marchetti, La relazione educativa
23. Tutoraggio
… l’aiuto di una sponda adulta…
• L’esperienza che mi è parsa più funzionante rispetto a questa pratica, ormai abbastanza
diffusa nelle scuole, è quella per cui l’allievo sceglie un insegnante fra tutti i professori del
Consiglio di classe, perché tutto il Consiglio è a disposizione e l’organizzazione è affidata al
coordinatore di classe
• Al tutor l’allievo si rivolge quando ha problemi che si riflettono sull’apprendimento, quando
ha da chiedere consigli, quando ha dubbi che non vuol dire a tutta la classe, ma può anche
non servirsi mai di questa opportunità
. In questi colloqui si parla in modo più tranquillo, ci si conosce di più e soprattutto l’allievo
verifica di avere a disposizione una figura che può costituire un riferimento adulto che va ad
integrare quella dei genitori
• Nel procedere dell’iter formativo il tutor si trasforma in consulente di ricerca, di
orientamento, il rapporto diventa più simile a quello di tipo universitario, un rapporto tra
adulti, pur con ruoli diversi.
Lucia Marchetti, La relazione educativa
24. …l’aiuto di un compagno più grande
• Don’t worry
• Incontri con ragazzi
delle ultime classi
del proprio indirizzo
• Tutor universitari
Lucia Marchetti, La relazione educativa
25. Metariflessione
…orientarsi rispetto al proprio apprendimento…
• Un’altra via che può migliorare la relazione educativa è quella che la psicologia dell’apprendimento
chiama di metariflessione in cui si chiedono alla classe pareri sull’andamento del percorso o
semplicemente si chiede di analizzare cosa è avvenuto nella loro mente nell’affrontare un problema
o cosa è successo nel loro apprendimento .
• . E’ un esercizio molto utile perché aiuta l’allievo a ripercorrere i propri processi e coniuga aspetti
meramente cognitivi e quelli emotivi.
• Discussioni o giudizi scritti rispetto a un percorso di lavoro
• Rispetto a una prova scritta o orale
• Rispetto al progetto iniziale
• Chi vuole può condividere con la classe l’analisi che ha fatto su di sé e in questa circolarità si rafforza
il gruppo-classe che può diventare in modo sempre più consapevole, un gruppo ‘reggente’, come
dice Mauro, un mio allievo.
• Lo scopo è rendere lo/la studente più capace di dominare il proprio apprendimento e di stare con
più sicurezza in classe e con i suoi insegnanti.
•
Lucia Marchetti, La relazione educativa
26. Ricerca
…orientarsi fra i libri…
Rappresenta una ulteriore modalità di individualizzazione
dell’apprendimento, ma si sa che a scuola è molto difficile realizzarla in
modo corretto
. In un progetto di ricerca l’allievo o alcuni allievi dovrebbero essere
protagonisti, dovrebbero potersi scontrare con le difficoltà di una ricerca
bibliografica, e l’insegnante dovrebbe fungere da supporto e dovrebbe
aiutarli a comprendere cosa stanno veramente cercando
.
Ma si dovrebbe imparare facendo, altrimenti si ricopia e si perde molto
tempo prezioso. In queste occasioni il singolo ha modo di misurarsi con i
propri limiti, ma anche di mettere in luce capacità creative, di risoluzione
di problemi, di assunzione di responsabilità
Lucia Marchetti, La relazione educativa
27. Lucia Marchetti, La relazione educativa
Bibliografia e sitografia
.
AA.VV., La scuola deve cambiare, l’àncora del Mediterraneo, Napoli 2002
Bronfenbrenner U., Ecologia dello sviluppo umano, il Mulino, Bologna 2002
J.Bruner, Un corso di studi sull’uomo in Verso una teoria dell’istruzione, Armando, Roma 1967 e La cultura
dell’educazione, Feltrinelli, Milano 1997
Dall’O’ V., La comunità di apprendimento nel blended learning degli insegnanti: epicentro dei flussi di sapere in
www.formare.erikson.itmare.erikson.it
. Dalle Carbonare E., Ghittoni E., Rosson S., Peer educator. Istruzioni per l'uso , Franco Angeli, 2004
Dewey J., Esperienza ed educazione, 1963, La Nuova Italia Firenze
Gardner H., Sapere per comprendere. Discipline di studio e disciplina della mente, Feltrinelli, Milano 1999
Gopnik A., La mente imperfetta degli adolescenti in ‘Internazionale’, 13/19 Aprile 2012
Marchetti L.,Uno sguardo alle spalle. Pensieri e valutazioni di studentesse e studenti sul biennio di scienze
sociali, Scuola, famiglia e territori e con Stefanini S. (a cura di) Scheda-guida per la progettazione del Consiglio di
classe in www.scienzesocialiweb.itit
Morin E., La testa ben fatta, 1999, Cortina Milano , Educare gli educatori, 2002, EDUP, Roma Le vie della
complessità in AA.VV. (a cura di G.Bocchi e M.Ceruti) La sfida della complessità, Feltrinelli, Milano 1986
Pellerey M. , L’approccio per competenze è un pericolo per l’educazione scolastica? Di prossima
pubblicazione sulla rivista ‘Scuola Democratica’
. Pennac D., Diario di scuola, Feltrinelli, Milano 2008
Petrucci C., Contesti di apprendimento: le risorse dell’ empowerment , di prossima pubblicazione
Pontecorvo C., Ajello A.M., Zucchermaglio C. (a cura di) I contesti sociali dell’apprendimento, Led, Milano 1995
Tagliagambe S., Alla ricerca dei confini, ITER, Maggio-Agosto 1999, n°5
• I dipinti sono di Chardin, Folon, Renoir, Sorolla