Seminario teorico ed esperienziale sulla Mindfulness e le Tradizioni Meditative per le classi II e III della Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Cognitiva Post-Razionalista, nelle sedi di Roma e Bari.
Quando la vita finisce?
"La fine" e "il fine" della vita: una sfida per l'antropologia, la scienza e la fede.
- Relazione di P. Gianfranco Lunardon alla Famiglia Camilliana Laica di Verona. 2013
Comunità CTA Sant'Antonio, un modello di Comunita Terapeutica DemocraticaRaffaele Barone
Durate il corso di Formazione ECM dal titolo "Le violenze collettive nelle comunità contemporanee. Il Dialogo come metodo terapeutico" di Piazza Armerina Convegno Ferdinando Troina ci ha parlato di della comunità terapeutica Sant'Antonio, un organizzazione che si reinventa ogni giorno.
La Comunità Terapeutica Democratica come pratica non violenta.Raffaele Barone
Durate il corso di Formazione ECM dal titolo "Le violenze collettive nelle comunità contemporanee. Il Dialogo come metodo terapeutico" di Piazza Armerina Convegno Angela Volpe ci ha parlato di pratiche non violente nelle comunità terapeutiche.
Seminario teorico ed esperienziale sulla Mindfulness e le Tradizioni Meditative per le classi II e III della Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Cognitiva Post-Razionalista, nelle sedi di Roma e Bari.
Quando la vita finisce?
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Comunità CTA Sant'Antonio, un modello di Comunita Terapeutica DemocraticaRaffaele Barone
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La Comunità Terapeutica Democratica come pratica non violenta.Raffaele Barone
Durate il corso di Formazione ECM dal titolo "Le violenze collettive nelle comunità contemporanee. Il Dialogo come metodo terapeutico" di Piazza Armerina Convegno Angela Volpe ci ha parlato di pratiche non violente nelle comunità terapeutiche.
Il protocollo per la riduzione dello stress basato sulla mindfulness nasce nel 1979 dal lavoro di un'equipe coordinata da Jon Kabat Zinn. Deve il suo straordinario successo alla sua efficacia scientificamente dimostrata che, nel breve arco di otto settimane, offre una prospettiva radicalmente diversa rispetto a come affrontare le proprie difficoltà e come utilizzare le proprie risorse
Slide dell'intervento della Prof.ssa Anna Contardi durante la Giornata di Studio "La Psicologia positiva nella clinica, nella scuola e nell'azienda", tenuta il 12 ottobre 2012 all'Università Europea di Roma.
Una presentazione sintetica dell'MBSR: cosa è, chi lo ha sviluppato, quali benefici sono stati provati dalla ricerca scientifica, tempi e modalità di erogazione
Mindfulness Training in TBWA_ presentazione del corsoCinzia Franchi
The TBWA Milan office has provided the first Mindfulness Training classes to a group of selected employees . Here is the presentation given to the employees to explain the training goals and contents and recruit volunteer participants.
Mindfulness - Il contributo della mindfulness nella pratica clinicaEleonora Lombardi
Secondo Kabat-Zinn (1999), la Mindfulness non può avere altro significato se non quello di porre attenzione al momento presente in modo consapevole e non giudicante. La consapevolezza emerge dall’essere desti e vigili, nella comprensione del proprio comportamento qui ed ora. La tendenza dell’essere umano è quella di creare delle profezie o fantasie su un momento futuro ed eventuale, tuttavia non rientra nelle capacità umane il poter predire l’andamento reale delle cose. In questa azione di previsione del futuro, ciò che è presente diventa passato e di conseguenza non viene vissuto. Le persone possono arrivare a farsi scorrere la vita davanti, cullandosi e costringendosi nel passato o sperando che giungano determinate variabili a cambiargli il destino fantasticato. Il momento è difficile da cogliere, ma è indispensabile all’individuo affinché comprenda di essere immerso in un continuo cambiamento, in balia di cause e condizioni, e che il vivere è legato all’attimo (Kabat-Zinn, 2005).
Secondo Kabat-Zinn (2005) questa consapevolezza, non è altro che attenzione intenzionale, rivolta ad oggetti che diversamente nemmeno noteremmo.
La mindfulness, sostanzialmente, è l’insegnamento all’essere vigili, che si può acquisire grazie alla pratica della stessa. Tale tecnica attraverso un meccanismo sistematico, ha la capacità di poter far affiorare nel praticante, uno stato di chiara consapevolezza. Ciò può avvenire sia grazie a pratiche formali di mindfulness come: il body scan, la meditazione seduta, la meditazione mindful; che informali, nell’attenzione quotidiana al presente (Crane, 2012). La consapevolezza è il prodotto di quello che è concentrazione ed attitudine; ovvero l’esercizio alla presenza.
La pratica meditativa mindful concerne quella dinamicità grazie alla quale il risultato nell’operante sia una quieta attenzione discernente e non reattiva, centrata sull’assenza di giudizio e nell’osservazione di ciò che si presenta momento per momento.
La profondità dell’attenzione è nella sua durevolezza, differentemente dall’attenzione abituale che viene continuamente spostata da stimolo a stimolo (Shapiro, Carlson, 2013).
Tuttavia nella pratica della mindfulness non basta essere capaci di porre attenzione, ma è essenziale la qualità della concentrazione che viene prestata. Di fronte ad un evento, anche portatore di dolore, il soggetto deve essere chiamato a viverlo con curiosità, nell’ascolto di ciò che in lui provoca; sia da un punto di vista psichico che fisico. L’apertura è determinata come quella capacità di comprendere i propri movimenti interni e per questo accettarli. Infine, l’ultima capacità richiesta è quella dell’amore nei propri riguardi. La gentilezza nei propri confronti è il passo che dà l’energia necessaria a superare quei pattern lesivi che si innescano nelle condizioni di difficoltà, (Siegel, 2009).
Intervento di Valeria Degiovanni - istruttrice Senior di protocolli Mindfulness based del Centro Italiano Studi Mindfulness - al XII Congresso Nazionale SITAB - Tabagismo, l'altra faccia dell'addiction
3 novembre 2016
Stato di maggiore attivazione dell'organismo rispetto alla norma, come risposta di adattamento a situazioni e contesti percepiti come problematici o pericolosi. A livello fisico è sostenuto principalmente dagli ormoni adrenalina e cortisolo prodotti dalle ghiandole surrenali. Lo stress può essere acuto o cronico, e il suo perdurare nel tempo può portare a sintomi psicofisici e predisporre all'insorgenza di alcune malattie, tra cui in particolare quelle gastroenteriche e cardiovascolari. Quali sono le soluzioni olistiche più efficaci per ritrovare il benessere? La Medicina quantistica può aiutarti? Come funziona?
Esistenze borderline e mondo tossicomane: modelli relazionali nella comunità ...Nicolò Terminio
In una comunità terapeutica per tossicodipendenti la questione clinica del borderline si pone innanzitutto come una questione pratica che deve essere gestita soprattutto dagli operatori. Gli operatori sperimentano quotidianamente, nel corso delle varie attività psicoeducative, la possibilità di fare una cosiddetta “diagnosi doubleface” (Rossi Monti, Foresti). Se prendiamo infatti come vertice di osservazione la relazione tra operatori e pazienti di una comunità possiamo facilmente catalogare i vissuti degli uni e degli altri seguendo passo per passo i criteri della diagnosi del disturbo borderline di personalità. Quindi possiamo notare, prendendo come riferimento la quarta versione del DSM, come a ogni caratteristica clinica del paziente borderline risponda un particolare vissuto dell’operatore. E non è detto tale vissuto sia riconducibile essenzialmente a dinamiche o contenuti controtransferali. Nella mia esperienza tali vissuti emergono piuttosto come effetto della psicopatologia dei pazienti tossicomani sugli operatori. Per tal motivo mi sembra opportuno recuperare la riflessione di Foresti e Rossi Monti su una diagnosi doubleface al fine di contestualizzare alcuni snodi relazionali tipici e ricorrenti nella clinica del borderline così come la sperimentiamo in una comunità terapeutica per tossicodipendenti.
Il corso si focalizza sui seguenti argomenti:
1. Il colloquio clinico di consultazione e il processo diagnostico. 2. Dalla domanda di trattamento al trattamento della domanda. 3. La riformulazione della domanda attraverso l’alleanza diagnostica e la restituzione al/ai paziente/i. 4. Dalla diagnosi alla pianificazione del trattamento. 5. Alleanza terapeutica e “clinica-sotto-transfert”. 6. Ragionamento clinico e variabilità del setting. 7. Progetto terapeutico individuale, di coppia, familiare e/o istituzionale. 8. La costruzione di un intervento singolo o in parallelo, di un progetto terapeutico individuale, di gruppo, familiare o integrato. 9. La ricerca qualitativa sui percorsi terapeutici.
Nicolò Terminio - Lezione su Generazione borderline e mondo tossicomane - Cor...Nicolò Terminio
“I pazienti borderline sono costantemente in crisi. I pazienti borderline ci mettono costantemente in crisi”. Queste due frasi riassumono i temi e i problemi che ci troviamo ad affrontare nel trattamento dei pazienti borderline.
Parlo di generazione borderline per dare maggiore evidenza alle trame del “famigliare” (Scabini e Cigoli, 2000) nella storia dei pazienti borderline. Il riferimento ai legami familiari ci consente di prestare attenzione alla radice evolutiva della compromissione “relazionale-simbolica” tipica del funzionamento del borderline.
Quando mi riferisco al mondo tossicomane intendo allora considerare la complessità psicopatologica della tossicodipendenza, per non ridurre la clinica degli stati tossicomanici all’esperienza dello sballo (Di Petta, 2004), rintracciando piuttosto le caratteristiche salienti della struttura psicopatologica nella relazione con l’Altro.
La partecipazione e l’empowerment del paziente, Paola Mosconi 24 maggio 2016 ...Eugenio Santoro
Intervento di Paola Mosconi al convegno Comunicare e promuovere la Salute ai Tempi dei Social Media #salutesocial, IRCCS - Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, 24 maggio 2016 http://www.marionegri.it/it_IT/home/archivio_news_focus/archivio_news/News_2016/Comunicare+e+promuovere+la+salute+ai+tempi+dei+social+media/135852,News.html
Il protocollo per la riduzione dello stress basato sulla mindfulness nasce nel 1979 dal lavoro di un'equipe coordinata da Jon Kabat Zinn. Deve il suo straordinario successo alla sua efficacia scientificamente dimostrata che, nel breve arco di otto settimane, offre una prospettiva radicalmente diversa rispetto a come affrontare le proprie difficoltà e come utilizzare le proprie risorse
Slide dell'intervento della Prof.ssa Anna Contardi durante la Giornata di Studio "La Psicologia positiva nella clinica, nella scuola e nell'azienda", tenuta il 12 ottobre 2012 all'Università Europea di Roma.
Una presentazione sintetica dell'MBSR: cosa è, chi lo ha sviluppato, quali benefici sono stati provati dalla ricerca scientifica, tempi e modalità di erogazione
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The TBWA Milan office has provided the first Mindfulness Training classes to a group of selected employees . Here is the presentation given to the employees to explain the training goals and contents and recruit volunteer participants.
Mindfulness - Il contributo della mindfulness nella pratica clinicaEleonora Lombardi
Secondo Kabat-Zinn (1999), la Mindfulness non può avere altro significato se non quello di porre attenzione al momento presente in modo consapevole e non giudicante. La consapevolezza emerge dall’essere desti e vigili, nella comprensione del proprio comportamento qui ed ora. La tendenza dell’essere umano è quella di creare delle profezie o fantasie su un momento futuro ed eventuale, tuttavia non rientra nelle capacità umane il poter predire l’andamento reale delle cose. In questa azione di previsione del futuro, ciò che è presente diventa passato e di conseguenza non viene vissuto. Le persone possono arrivare a farsi scorrere la vita davanti, cullandosi e costringendosi nel passato o sperando che giungano determinate variabili a cambiargli il destino fantasticato. Il momento è difficile da cogliere, ma è indispensabile all’individuo affinché comprenda di essere immerso in un continuo cambiamento, in balia di cause e condizioni, e che il vivere è legato all’attimo (Kabat-Zinn, 2005).
Secondo Kabat-Zinn (2005) questa consapevolezza, non è altro che attenzione intenzionale, rivolta ad oggetti che diversamente nemmeno noteremmo.
La mindfulness, sostanzialmente, è l’insegnamento all’essere vigili, che si può acquisire grazie alla pratica della stessa. Tale tecnica attraverso un meccanismo sistematico, ha la capacità di poter far affiorare nel praticante, uno stato di chiara consapevolezza. Ciò può avvenire sia grazie a pratiche formali di mindfulness come: il body scan, la meditazione seduta, la meditazione mindful; che informali, nell’attenzione quotidiana al presente (Crane, 2012). La consapevolezza è il prodotto di quello che è concentrazione ed attitudine; ovvero l’esercizio alla presenza.
La pratica meditativa mindful concerne quella dinamicità grazie alla quale il risultato nell’operante sia una quieta attenzione discernente e non reattiva, centrata sull’assenza di giudizio e nell’osservazione di ciò che si presenta momento per momento.
La profondità dell’attenzione è nella sua durevolezza, differentemente dall’attenzione abituale che viene continuamente spostata da stimolo a stimolo (Shapiro, Carlson, 2013).
Tuttavia nella pratica della mindfulness non basta essere capaci di porre attenzione, ma è essenziale la qualità della concentrazione che viene prestata. Di fronte ad un evento, anche portatore di dolore, il soggetto deve essere chiamato a viverlo con curiosità, nell’ascolto di ciò che in lui provoca; sia da un punto di vista psichico che fisico. L’apertura è determinata come quella capacità di comprendere i propri movimenti interni e per questo accettarli. Infine, l’ultima capacità richiesta è quella dell’amore nei propri riguardi. La gentilezza nei propri confronti è il passo che dà l’energia necessaria a superare quei pattern lesivi che si innescano nelle condizioni di difficoltà, (Siegel, 2009).
Intervento di Valeria Degiovanni - istruttrice Senior di protocolli Mindfulness based del Centro Italiano Studi Mindfulness - al XII Congresso Nazionale SITAB - Tabagismo, l'altra faccia dell'addiction
3 novembre 2016
Stato di maggiore attivazione dell'organismo rispetto alla norma, come risposta di adattamento a situazioni e contesti percepiti come problematici o pericolosi. A livello fisico è sostenuto principalmente dagli ormoni adrenalina e cortisolo prodotti dalle ghiandole surrenali. Lo stress può essere acuto o cronico, e il suo perdurare nel tempo può portare a sintomi psicofisici e predisporre all'insorgenza di alcune malattie, tra cui in particolare quelle gastroenteriche e cardiovascolari. Quali sono le soluzioni olistiche più efficaci per ritrovare il benessere? La Medicina quantistica può aiutarti? Come funziona?
Esistenze borderline e mondo tossicomane: modelli relazionali nella comunità ...Nicolò Terminio
In una comunità terapeutica per tossicodipendenti la questione clinica del borderline si pone innanzitutto come una questione pratica che deve essere gestita soprattutto dagli operatori. Gli operatori sperimentano quotidianamente, nel corso delle varie attività psicoeducative, la possibilità di fare una cosiddetta “diagnosi doubleface” (Rossi Monti, Foresti). Se prendiamo infatti come vertice di osservazione la relazione tra operatori e pazienti di una comunità possiamo facilmente catalogare i vissuti degli uni e degli altri seguendo passo per passo i criteri della diagnosi del disturbo borderline di personalità. Quindi possiamo notare, prendendo come riferimento la quarta versione del DSM, come a ogni caratteristica clinica del paziente borderline risponda un particolare vissuto dell’operatore. E non è detto tale vissuto sia riconducibile essenzialmente a dinamiche o contenuti controtransferali. Nella mia esperienza tali vissuti emergono piuttosto come effetto della psicopatologia dei pazienti tossicomani sugli operatori. Per tal motivo mi sembra opportuno recuperare la riflessione di Foresti e Rossi Monti su una diagnosi doubleface al fine di contestualizzare alcuni snodi relazionali tipici e ricorrenti nella clinica del borderline così come la sperimentiamo in una comunità terapeutica per tossicodipendenti.
Il corso si focalizza sui seguenti argomenti:
1. Il colloquio clinico di consultazione e il processo diagnostico. 2. Dalla domanda di trattamento al trattamento della domanda. 3. La riformulazione della domanda attraverso l’alleanza diagnostica e la restituzione al/ai paziente/i. 4. Dalla diagnosi alla pianificazione del trattamento. 5. Alleanza terapeutica e “clinica-sotto-transfert”. 6. Ragionamento clinico e variabilità del setting. 7. Progetto terapeutico individuale, di coppia, familiare e/o istituzionale. 8. La costruzione di un intervento singolo o in parallelo, di un progetto terapeutico individuale, di gruppo, familiare o integrato. 9. La ricerca qualitativa sui percorsi terapeutici.
Nicolò Terminio - Lezione su Generazione borderline e mondo tossicomane - Cor...Nicolò Terminio
“I pazienti borderline sono costantemente in crisi. I pazienti borderline ci mettono costantemente in crisi”. Queste due frasi riassumono i temi e i problemi che ci troviamo ad affrontare nel trattamento dei pazienti borderline.
Parlo di generazione borderline per dare maggiore evidenza alle trame del “famigliare” (Scabini e Cigoli, 2000) nella storia dei pazienti borderline. Il riferimento ai legami familiari ci consente di prestare attenzione alla radice evolutiva della compromissione “relazionale-simbolica” tipica del funzionamento del borderline.
Quando mi riferisco al mondo tossicomane intendo allora considerare la complessità psicopatologica della tossicodipendenza, per non ridurre la clinica degli stati tossicomanici all’esperienza dello sballo (Di Petta, 2004), rintracciando piuttosto le caratteristiche salienti della struttura psicopatologica nella relazione con l’Altro.
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La miglior cura possibile – Cura integrata e psichiatria di precisione – Imparare, di nuovo, a stare bene – Video consulenza online è unascelta mirata – L’ADHD negli adulti, il coaching, intervento di cruciale importanza.
Luciano Orsi: comunicare la fine tra speranza e verità ottobre 2013 sintesiFino alla Fine
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Approccio psico-pedagogico alla malattia oncologica terminaleSerena_Berton4060
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Panoramica della materia - Olismologia: la Disciplina della Sintesi | 19 nove...Lorenzo Capello
Conferenza interattiva dimostrativa presso la Parafarmacia La Fenice, Via Riviera 105 - Pavial nell’ambito del ciclo: "Incontri consapevoli di cultura, scienza, alimentazione e benessere per saperne di più sulla propria salute"
tema: OLISMOLOGIA, LA DISCIPLINA DELLA SINTESI: PANORAMICA DELLA MATERIA
Presentazione del webinar "Ecoterapia - migliorare il proprio benessere in connessione con la natura", in diretta web il 20-9-16 con Diana Tedoldi, formatrice e facilitatrice, danzamovimentoterapeuta ed ecoterapeuta.
Similar to La psicosomatica, la psiconcologia e lecure palliative: il prendersi cura nella totalità (20)
Pensando nella vita: riflessioni di uno spirito curioso (tascabile)Marian de Souza
Piccoli testi e riflessioni riguardo a diversi temi, diviso in 3 cattegorie: cambiamenti; momenti di riflessioni e, per ultimo, testi riguardo al mio lavoro, o sia, la Psico-oncologia, la Psicosomatica e le Cure Palliative.
Pensando na vida/ Pensando nella vita (Bilingue)Marian de Souza
Este livro não tem nenhuma pretensão, a não ser aquela de reunir alguns pensamentos, idéais e reflexões que fiz (e sigo fazendo) em muitos momentos da minha vida. São artigos, pensamentos, textos que parecem mágicos e outros que parecem sem sentido. Alguns de fácil entendimento; outros, peço que sejam lidos, mais do que com a razão, com o coração. Porque muito daquilo que eu escrevo, não é para ser compreendido com os sentidos da razão, mas é para ser sentido com o coração.
Questo libro non ha alcuna pretesa, se non quella di raccogliere alcuni pensieri, idee e riflessioni che ho fatto (e continuo a fare) molte volte nella mia vita. Sono articoli, pensieri, testi che sembrano magici e altri che sembrano privi di senso. Alcuni facile da capire, altri, vi chiedo che siano letti col cuore, piuttosto che con la ragione. Perché molto di ciò che scrivo, non è da intendersi nel senso della ragione, ma deve essere sentito col cuore.
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Recebi, e compartilho. Porque acredito em uma visao integral do Mundo e da Humanidade... Acredito que ciencia e espiritualidade sao complementares, e nao opostas... e porque acredito que todos somos seres bio-spico-sociais espirituais, em constante processo de evoluçao.
La psicosomatica, la psiconcologia e lecure palliative: il prendersi cura nella totalità
1. La Psiconcologia, la Psicosomatica e le Cure Palliative:
il prendersi cura nella totalità
A cura di MARIAN DE SOUZA
Psicologa, psiconcologa
Milano, 2010
2. La mia traiettoria:
La Psiconcologia, la psicosomatica e le cure palliative:
Cosa hanno in comune?
TANTO!!
Il più importante:
Tutte e tre hanno una visione dell’uomo
come un essere totale, e considerano
tutti gli aspetti che lo circondano,
siano di carattere fisico, emozionale,
sociale, culturale e spirituale.
In tutte e tre la dimensione della cura del
paziente si caratterizza per la
preponderanza del prendersi cura
sopra il guarire
3. O sia, tutte e tre hanno una visione olistica della salute.
E qui entro nella questione della “cura nella totalità”.
Cosa deve essere preso in considerazione quando si parla
di cura “totale”?
4. La prima cosa: Prendersi cura di se stesso!!
“Quello che ha l’intenzione di
prendersi cura degli altri e guidarli,
innanzitutto ha bisogno di
dimostrare che sa guidare se
stesso, che conosce i limiti del suo
fare, che rispetta l’altro come un
essere diverso da sé”. (Lunardi et.
al, 2004)
“Chi si prende cura di se
“Se il professionista della salute non stesso in maniera adeguata, si
riesce a entrare in contatto con i trova nelle condizioni di
propri desideri, farà fatica a entrare relazionarsi adeguatamente
in sintonia con i bisogni degli altri” con gli altri” (Foucault, 1987)
(Bonato, 2008.)
5. Come?
Non c’è una risposta unica, non ci
sono “ricette” su come prendersi
cura di sé. Ognuno, d’accordo con le
sue risorse, interne ed esterne, dovrà
trovare un modo di farlo.
Il tempo libero: “Il tempo libero è
uno dei mezzi di cui si dispone per Conoscendo me stessa,
affrontare le contraddizioni del sono maggiormente in
quotidiano, un modo di prendersi grado di capire il miglior
cura di sé per riunire le condizioni modo di prendere cura di
essenziali per prendersi cura me.
dell’altro.” (BEUTER et. al, 2005).
6. Prendendosi cura dell’altro
“La grande sfida dei professionisti della sanità è prendersi
cura dell’essere umano nella sua totalità, esercitando
un’azione preferenziale riguardo al suo dolore e alla sua
sofferenza nelle dimensioni fisiche, psichiche, sociali e
spirituali, con competenze tecno scientifica e umana”.
(Bettinelli et al.,2006)
7. La cura del corpo
Fisioterapia:
“Migliorare la qualità della vita residua, in
modo che la vita dei pazienti possa essere
il più possibile confortevole e
soddisfacente, con il minor livello di
dipendenza possibile indipendentemente
dalla loro aspettativa di vita”.
Nutrizione:
•Offrire sostegno emotivo, piacere, aiutare
nella diminuzione dell’ansietà, aumentare
l’auto estima e l’indipendenza, e
permettere una maggiore integrazione e
comunicazione tra il malato e i suoi
familiari.
8. La cura della mente
Ci sono vari studi che comprovano
la relazione tra mente e corpo, e
l’influenza che uno può esercire
sull’ altro.
Le tecniche MENTE/ CORPO
migliorano la qualità della vita e
sono considerate come un
approccio complementare ai
trattamenti. •ricerche
nordamericane hanno
•la mente, attraverso i pensieri, gli dimostrato che la mente
immagini, le credenze, le memorie non sa distinguere tra
e gli emozioni, può alterare la un’immagine reale e quella
struttura biochimica e il sistema immaginata.
nervoso.
9. ALCUNE TECNICHE MENTE/ CORPO:
Il rilassamento e la visualizzazione:
La musicoterapia:
Il reiki:
•Tutti queste tecniche possono essere utilizzate come complementari
nel trattamento di sintomi e situazioni molteplici, quali: dolore,
nausea e vomito, disfagia, dispnea, insonnia, ansia, agitazione, stati
confusionali, afasia, depressione, collera …
•Sono tecniche che influiscono positivamente sia come
aiuto psicologico, sia come supporto integrativo alle
terapie e possono anche aiutare il soggetto a morire in
maniera più serena e tranquilla.
Altre tecniche di cura mente/corpo che possono portare benefici ai pazienti in
fase terminale sono la cromoterapia, la bioenergetica, la meditazione, l’arte
terapia, ecc.
10. La cura dell’anima/ dello spirito
“Il benessere spirituale fornisce una protezione contro la disperazione a
fine vita, portando pace e un senso per chi è in imminenza della morte”.
(McClain et. al, 2003, apud Liberato e Macieira, 2008)
“L’uomo non è distrutto dalla sofferenza; egli è distrutto dalla sofferenza
senza senso” (Victor Frankl, 1987)
A Practical Guide to The Spiritual Care of the Dying Person (2010):
domande aperte per che il paziente possa parlare di spiritualità:
•Raccontami un po’ di te?
•Come ti trovi in te stesso?
•In che modo questa malattia ha influenzato voi o la
vostra famiglia?
•Ci sono cose in particolare nella sua mente in
questo momento?
•C’è qualcosa o qualcuno che secondo te può esserti
di aiuto nei momenti di difficoltà?
•C'è qualcosa che rende più difficile far fronte con
(il dolore,a dormire) in questo momento?
11. Gli aspetti sociali e culturali del prendersi cura
•Conoscere chi è il paziente del punto di vista biografico, come egli
vive e quali sono le condizioni per che egli possa essere assistito
•Per Ariés (2003), l’’elaborazione
culturale dell’idea della morte è
strettamente collegata all’ambiente
socioculturale in cui si è inseriti;
ogni società trasmette una cultura
della vita che inevitabilmente si
riflette sul modo di rappresentare la
morte .
•Considerare gli aspetti culturali individuali di ogni pazienti, che
possono cambiare a seconda dei suoi vissuti, della sua origine, del
modo in cui è cresciuto, ecc.
12. GLI ASPETTI ETICI DEL PRENDERSI CURA
•Durante la pratica clinica in Cure Palliative,
intensifichiamo esattamente il re-significare
la vita mentre la vita c’è, come principio
etico. Non si tratta di cosa ci aspettiamo
della vita, ma di cosa la vita si attende da
noi nei diversi momenti della nostra
esistenza.
•Un’etica della cura e delle virtù, dove l’’etica non riguarda solo la
procedura di decidere, ma coinvolge anche la qualità dei rapporti, come
continuità, apertura e fiducia.
•La conoscenza tecnico-scientifica, basata sui pilastri della bioetica dei
principi (beneficenza, non-maleficenza, autonomia e giustizia), applicata
nella pratica clinica come guida delle decisioni, deve essere considerata a
favore della qualità dell’assistenza al paziente.
13. La buona morte: Klüber-Ross (1998), pioniere nell’abbordaggio con pazienti
nel processo di morire, sostiene l'idea che tutti dovrebbero avere una ' buona
morte '.
“Una buona morte significa non soffrire e
neanche passare attraverso intense sofferenze
che rendono il paziente in lotta contro il mondo.
Una buona morte significa che si può scegliere
dove morire: se si vuole morire a casa, si può
morire a casa. Una buona morte significa che si
ha accanto qualcuno che ci ascolta e non si è
lasciati nell’infermeria dell’ultimo reparto
dell'ospedale, lontano da tutti, da soli. Una
buona morte significa che nessuno mi darà una
dose eccessiva di qualcosa per togliermi la vita
prematuramente: questo è una cosa che è
contraria a una legge universale. Morire con
dignità significa che io ho il permesso di morire
con il mio carattere, con la mia personalità, con
il mio stile” (Kubler- Ross)
14. CONSIDERAZIONI FINALI
Prendersi cura nella totalità quindi, è, innanzitutto, prendersi cura di se
stesso; riconoscersi come umano e, su tale base, riconoscere i suoi propri
limiti. È affrontare le proprie paure, essere in contatto con la propria
terminalità. Inoltre tale approccio consiste nel considerare l’essere
umano come un insieme, prendendo in considerazioni tutti gli aspetti,
fisici, emozionali, sociali, spirituali, culturali ed etici, e cercare di fare del
nostro meglio, per gli altri e anche per noi stessi.
“Quando la vita è ridotta ai minimi
termini e tutto appare ormai perduto,
rimane ancora una libertà
fondamentale: quella di scegliere con
quale atteggiamento affrontare il
proprio destino. Tale scelta forse non
cambia il destino, ma certamente la
persona”. (Victor Frankl, APUD
Danza, s/anno)