Ogni anno, in Italia, più di 120 donne vengono uccise da uomini che conoscevano e che spesso dicevano di amarle. Per definire queste morti oggi si parla di femminicidio; nel 2013 è stata approvata una legge nazionale che porta questo nome. Ma quanto il quadro normativo italiano è efficace nel contrastare il fenomeno? Come ha risposto il nostro legislatore ai numerosi obblighi imposti a livello internazionale?
Ogni anno, in Italia, più di 120 donne vengono uccise da uomini che conoscevano e che spesso dicevano di amarle. Per definire queste morti oggi si parla di femminicidio; nel 2013 è stata approvata una legge nazionale che porta questo nome. Ma quanto il quadro normativo italiano è efficace nel contrastare il fenomeno? Come ha risposto il nostro legislatore ai numerosi obblighi imposti a livello internazionale?
2° blocco di slides
LIS (LINGUA DEI SEGNI ITALIANA): UN PERCORSO DI INCLUSIONE SOCIALE
Il laboratorio mira a sensibilizzare la collettività ad una realtà ancora poco conosciuta: la cultura della comunità sorda o non udente ed acquisire le competenze tecniche e strutturali di primo livello, della comunicazione visivo - gestuale attraverso un'adeguata formazione. Esso basandosi su una learning organization mira al cambiamento, allo sviluppo ed alla realizzazione di una Knowledge society (società della conoscenza). Il laboratorio prevede una prima parte Teorica, che fornirà le nozioni essenziali, fisiologiche e neurologiche sulla sordità e di conseguenza le malattie correlate, le cause e la psicologia del non udente. Necessario è un accenno alla storia che ha comportato la “nascita” della Lingua dei Segni Italiana/LIS e della cultura sorda. Si proseguirà con un percorso prevalentemente Pratico, ricco di esercitazioni in cooperative learning, dialoghi assistiti, comprensione e riproduzione. La ricca praticità di cui sono caratterizzate le attività è al fine di consentire un reale e facile apprendimento della Lingua di Segni Italiana/LIS.
Liceo Scientifico “G. Vailati”
Attività di approfondimento
nell'ambito del corso di Filosofia
della Prof.ssa P. Nunnari
Anno Scolastico : 2010/2011
Classe : 3° C
Le slide e gli approfondimenti sono a cura di F. M. Pepe e F. Pianigiani
Strategie Non Farmacologiche nel trattamento delle DemenzeGabriele Carbone
Given the current lack of therapies that can change the presumed pathogenesis
of Alzheimer’s disease (AD), the scientific community has been stimulated to explore the effectiveness of non pharmacological interventions for manage the manifestations of the demential syndromes in order to delay cognitive and functional decline, reduce mental and behavioral disorders, and thus improve the quality of life of a patient and his or her family. It seems clear that the goal of non pharmacological interventions for an Alzheimer’s patient (or the other demential forms) cannot be that of “fully recovered,” due to the progressive degenerative nature of the disease, but it is definitely to maximize the ability of maintaining the functional autonomy of the patient in one’s environment within the limits imposed by the disease, from the functional damage and resources available. The conceptual basis in support of rehabilitative interventions is supported by two peculiarities of the nervous tissue: neuroplasticity and cell redundancy (cognitive reserve).
Presentazione sulla medicina narrativa di Maria Giulia Marini al Convegno organizzato da ISTUD "Incontro tra storie ed evidenze per una sanità da trasformare" il 28 ottobre 2011 a Milano
Intervento sulla medicina narrativa di Maria Giulia Marini, ISTUD, al convegno "Incontro tra storie ed evidenze per una sanità da trasformare". Milano 28 ottobre 2011
2° blocco di slides
LIS (LINGUA DEI SEGNI ITALIANA): UN PERCORSO DI INCLUSIONE SOCIALE
Il laboratorio mira a sensibilizzare la collettività ad una realtà ancora poco conosciuta: la cultura della comunità sorda o non udente ed acquisire le competenze tecniche e strutturali di primo livello, della comunicazione visivo - gestuale attraverso un'adeguata formazione. Esso basandosi su una learning organization mira al cambiamento, allo sviluppo ed alla realizzazione di una Knowledge society (società della conoscenza). Il laboratorio prevede una prima parte Teorica, che fornirà le nozioni essenziali, fisiologiche e neurologiche sulla sordità e di conseguenza le malattie correlate, le cause e la psicologia del non udente. Necessario è un accenno alla storia che ha comportato la “nascita” della Lingua dei Segni Italiana/LIS e della cultura sorda. Si proseguirà con un percorso prevalentemente Pratico, ricco di esercitazioni in cooperative learning, dialoghi assistiti, comprensione e riproduzione. La ricca praticità di cui sono caratterizzate le attività è al fine di consentire un reale e facile apprendimento della Lingua di Segni Italiana/LIS.
Liceo Scientifico “G. Vailati”
Attività di approfondimento
nell'ambito del corso di Filosofia
della Prof.ssa P. Nunnari
Anno Scolastico : 2010/2011
Classe : 3° C
Le slide e gli approfondimenti sono a cura di F. M. Pepe e F. Pianigiani
Strategie Non Farmacologiche nel trattamento delle DemenzeGabriele Carbone
Given the current lack of therapies that can change the presumed pathogenesis
of Alzheimer’s disease (AD), the scientific community has been stimulated to explore the effectiveness of non pharmacological interventions for manage the manifestations of the demential syndromes in order to delay cognitive and functional decline, reduce mental and behavioral disorders, and thus improve the quality of life of a patient and his or her family. It seems clear that the goal of non pharmacological interventions for an Alzheimer’s patient (or the other demential forms) cannot be that of “fully recovered,” due to the progressive degenerative nature of the disease, but it is definitely to maximize the ability of maintaining the functional autonomy of the patient in one’s environment within the limits imposed by the disease, from the functional damage and resources available. The conceptual basis in support of rehabilitative interventions is supported by two peculiarities of the nervous tissue: neuroplasticity and cell redundancy (cognitive reserve).
Presentazione sulla medicina narrativa di Maria Giulia Marini al Convegno organizzato da ISTUD "Incontro tra storie ed evidenze per una sanità da trasformare" il 28 ottobre 2011 a Milano
Intervento sulla medicina narrativa di Maria Giulia Marini, ISTUD, al convegno "Incontro tra storie ed evidenze per una sanità da trasformare". Milano 28 ottobre 2011
La Medicina Narrativa è professionalizzante, ed è una competenza di base legata al patrimonio delle scienze sociali che contribuisce a migliorare il modo di lavorare, fornendo gli strumenti concreti per un approccio di cura basato sull’ascolto di cui beneficia l’intero sistema delle cure.
Luciano Orsi: comunicare la fine tra speranza e verità ottobre 2013 sintesiFino alla Fine
Presentazione del Dottor Luciano Orsi sulla comunicazione in fine vita, per l'intervento che ha fatto durante la tavola rotonda del festival del saper vivere Fino alla Fine, presso il Castello della Rancia - Tolentino MC
Presentazione di Delia Duccoli all'incontro ISTUD sulla Medicina Narrativa "Incontro tra narrazioni e evidenze per una sanità da trasformare" svoltosi a Milano il 28 ottobre 2011
La Comunicazione: base e strumento della relazione medico-paziente.Interazione Clinica
Vorrei Iniziare parlando del Dott. Gregory House. Per chi non lo conoscesse [...] protagonista di una serie televisiva che ha riscosso notevole sucesso ...
Liberamente a caltagirone.40 anniversario della legge basagliaRaffaele Barone
La salute mentale comunità indica il livello di benessere relazionale, di sviluppo culturale, i sentimenti dicoes ione, di appartenenza e di libertà dei suoi membri; rappresenta quindi un fattore di sostegno allosviluppo del sentimento identitario individuale e al superamento delle crisi esistenziali evolutive.
Il Budget di Salute alla luce del nuovo “Servizio Socio Sanitario Regionale” Raffaele Barone
Convegno Economia e Salute Mentale - Torino 13 Ottobre 2017
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Per contrastare e prevenire gli esiti invalidanti delle malattie, alcuni dei quali possono essere imputati a metodi e protocolli di cura inappropriati (si consideri, in proposito, l'ampia letteratura sulle conseguenze invalidanti dell'istituzionalizzazione protratta), è necessario implementare azioni e strumenti, non solo inerenti alla malattia (“prestazioni di cura”) ma attivare interventi ricostruttivi e di valorizzazione dei contesti ambientali, sociali e relazionali.
Piano socio sanitario regione sicilia 2017. salute mentale, anziani non autos...Raffaele Barone
“Il Servizio socio-sanitario
regionale: Piano delle azioni e dei servizi socio-sanitari e del
Sistema unico di accreditamento dei soggetti che erogano prestazioni
socio-sanitarie”
Il Servizio Socio Sanitario - Regione Sicilia 2017Raffaele Barone
Slides riepilogative del primo piano delle Azioni e dei Servizi Socio-Sanitari e del Sistema unico di accreditamento dei soggetti che erogano prestazioni socio-sanitarie della Regione Siciliana dell'anno 2017.
Potete approfondire la conoscenza dei contenuti del Piano scaricando la versione integrale e guardando il video-guida alla lettura appositamente preparato. E' possibile approfondire l'argomento andando su --> www.RaffaeleBarone.com/piano-socio-sanitario-regione-sicilia
Vademecum Operativo Amministrazione di SostegnoRaffaele Barone
L'amministrazione di sostegno è uno strumento di tutela della persona introdotto dalla legge n. 6 del 2004: permette "di tutelare, con la minore limitazione possibile della capacità di agire, le persone prive, in tutto o in parte, di autonomia nell'espletamento delle funzioni della vita quotidiana, mediante interventi di sostegno temporaneo o permanente".
Linee guida per la costruzione di percorsi clinici ed assistenziali per i dis...Raffaele Barone
I Disturbi del comportamento Alimentare ((Disturbi della nutrizione e dell'alimentazione DSM 5 2014) “sono caratterizzati da persistente disturbo dell'alimentazione oppure da comportamenti inerenti l'alimentazione che hanno come risultato un alterato consumo o assorbimento di cibo che compromette significativamente la salute fisica o il funzionamento psicosociale” (DSM5).
Tali disturbi includono quadri clinici, di interesse psichiatrico ed internistico, adeguatamente codificati.
Comunità CTA Sant'Antonio, un modello di Comunita Terapeutica DemocraticaRaffaele Barone
Durate il corso di Formazione ECM dal titolo "Le violenze collettive nelle comunità contemporanee. Il Dialogo come metodo terapeutico" di Piazza Armerina Convegno Ferdinando Troina ci ha parlato di della comunità terapeutica Sant'Antonio, un organizzazione che si reinventa ogni giorno.
La Comunità Terapeutica Democratica come pratica non violenta.Raffaele Barone
Durate il corso di Formazione ECM dal titolo "Le violenze collettive nelle comunità contemporanee. Il Dialogo come metodo terapeutico" di Piazza Armerina Convegno Angela Volpe ci ha parlato di pratiche non violente nelle comunità terapeutiche.
Psicopatologia: Empatia Zero e Crudeltà di Raffaele BaroneRaffaele Barone
La costruzione di una persona non richiede solamente dati biologici, culturali, sociali, professionali. La costruzione di una persona passa necessariamente dal sentire l'altro, dal pensare l'altro, dall'essere con l'altro. Da qui era iniziato il discorso sull'empatia continuato poi con l'approfondimento della tesi sulla funzione riflessiva. La cura è il paradigma che ha come cardini empatia e mentalizzazione/riflessività che, infatti, è possibile ritrovare come atti centrali in ogni pratica di cura e disposizione etica alla cura. Alcuni sentimenti morali sono particolarmente importanti per questo percorso: la fiducia, la speranza, la tenerezza, l'accettazione, la serenità.
GPMF e Open Dialogue, Strumenti di una PsicoTerapia di ComunitàRaffaele Barone
Slide di Raffaele Barone e Angela Volpe durante il secondo Convegno Nazionale del Laboratorio di Psicoanalisi MultiFamiliare tenuto a Roma 2016.
L'Open Dialogue e il Gruppo di Psicoanalisi MultiFamiliare (GPMF) vengono da tempo applicati nella distretto Calatino Sud-Simeto come strumenti di Psicoterapia di Comunità nella Salute Mentale più Umana.
Un esempio unico ed un esperienza da replicare nei Dipartimenti di Salute Mentale (DSM) Italiani e nel Mondo.
Visita il sito ---> www.RaffaeleBarone.com <--->argomento.
2. Medicina narrativa
La Medicina Narrativa, o “Narrative Based Medicine”, nasce
con il tentativo di colmare la mancanza della Medicina Basata
sull’Evidenza di prendere in considerazione per la cura gli
aspetti personali del malato. Si rivolge sia al paziente che al
personale medico. Oggi la medicina è presente nella nostra
vita quotidiana, e tutti abbiamo ormai familiarità con le
strutture del sistema sanitario. Tuttavia, anche a causa della
concezione aziendale sempre più adottata dagli ospedali,
il rapporto tra medico e paziente sta andando affievolendosi
e raffreddandosi. Il paziente viene visto più come un insieme
di dati oggettivi, e non come un individuo unico con bisogni e
necessità.
5. Medicina narrativa
Questa Medicina Narrativa (NBM, Narrative Based Medicine)
si riferisce non solo al vissuto del paziente ma anche ai vissuti
del medico ed alla loro relazione.
Nella vita di tutti i giorni utilizziamo la nostra capacità
narrativa per raccontarci agli altri, per dire qualcosa di noi,
del nostro passato ma anche delle nostre aspettative future.
Allo stesso modo il paziente racconta al medico la propria
“storia di malattia”, e questa è la descrizione più vera e
completa del suo malessere.
Ed è proprio in questa ottica che nasce la medicina narrativa,
con l’intento di promuovere lo sviluppo della capacità
narrativa in chi soffre, ma anche in chi lavora giornalmente
con tale sofferenza, favorendo il reciproco incontro.
6. Medicina narrativa Migliora le relazioni tra paziente, famiglia, medici e personale sanitario
(Fins J, Guest Rs, Acres Ca., 2000)
Favorisce una diagnosi più approfondita (Byron J.Good, 1999)
Migliora la strategia curativa (Zannini Lucia, 2008)
Riduce la sofferenza (Cepeda Ms, Chapman Cr, Miranda N, Sanchez R,
Rodriguez Ch, Restrepo Ae, Ferrer Lm, Linares Ra, Carr Db., 2008)
Favorisce una migliore aderenza alla terapia (Vermeire E., Hearnshaw H.,
Van Royen P, 2001)
Verifica e permette un feedback ampio sull'aderenza e la funzionalità della
terapia (Greenhalgh T, Chowdhury M, Wood Gw., 2006)
Migliora la qualità del servizio, reale e percepita (Giarelli Guido, 2005)
Aiuta e consolida le scelte (Gordon D, Peruselli C., 2001)
Fornisce materiale utile da analizzare per nuove strategie di cura (Engblom
M, Alexanderson K, Rudebeck Ce., 2009)
Favorisce la formazione di comunità che aiutano il paziente a livello sociale,
psicologico, etc. (Greenhalgh T., 2009)
Offre benefici per i malati cronici (Greenhalgh T., 2009)
7. Valore terapeutico della narrazione
La malattia non è semplicemente uno stato fisiologico. Ammalarsi non
significa solo soffrire fisicamente e vedere il proprio corpo trasformarsi
fino a non riconoscerlo più, ma significa anche vedere completamente
scombussolate le proprie abitudini, il proprio lavoro e le proprie priorità,
le amicizie, gli affetti. In sintesi, la propria vita e la propria identità. La
malattia grave e invalidante è una "rottura biografica", un vero e proprio
punto di frattura nella trama esistenziale. Si tratta, infatti, di un evento
inatteso, che rompe la quotidianità e a cui, chi ne è colpito, fatica a dare
un senso.
La narrazione, in forma orale o scritta, può offrire uno strumento prezioso
al malato per risignificare questa esperienza traumatica ed aiutarlo a
ricostruire la nuova identità che ne scaturisce. Narrare l’esperienza di
malattia è una strategia che può aiutare il paziente a rimettere insieme "i
suoi pezzi", le parti di quel sé che la malattia ha spesso prepotentemente
frammentato.
8. Costruzionismo sociale
L’orizzonte teorico nel quale si colloca l’approccio
narrativo è rappresentato dal costruttivismo, secondo il
quale i processi narrativi sono da intendersi sia come
percorsi individuali d’attribuzione di senso, sia come
pratiche collettive, socio-culturali o sistematiche di
costruzione consensuale o co-costruzione di mondi
esperenziali; esso si basa sulla capacità che gli individui
hanno di “costruire” e trasformare il proprio mondo e se
stessi e di tradurre queste esperienze in termini
narrativi.
9. Psicologia popolareElemento cardine di una cultura è la
cosiddetta psicologia popolare o senso
comune, ossia un insieme organizzato di
rappresentazioni degli eventi e di teorie
intuitive circa l’essere umano, il
funzionamento della mente, l’agire. Essa è
funzionale al mantenimento della
coesione tra i membri di una cultura e
fornisce possibili modelli di vita.
10. Psicologia popolare
Uno dei presupposti della psicologia popolare è che la
gente abbia credenze e desideri caratterizzati da una
certa coerenza. Essa è organizzata su base narrativa
piuttosto che concettuale ed ha come oggetto degli
individui che agiscono sulla base delle loro credenze e
dei loro desideri, che sono volti al conseguimento di
particolari fini e che incontrano difficoltà ed ostacoli
risolvibili o insormontabili, il tutto nell’arco di un certo
intervallo di tempo.
11. Psicologia popolareE’ strutturata sulla base delle proprietà della narrazione:
La sequenzialità: ogni narrazione è composta da una sequenza di avvenimenti e
di stati mentali; ogni componente acquista significato in ragione della sua
collocazione all’interno della sequenza complessiva, ossia la trama.
L’indifferenza ai fatti: la narrazione può essere reale o immaginaria, vi è una
relazione anomala tra il senso ed il riferimento esterno; la trama generale è
determinata dalla sequenza delle frasi piuttosto che dalla verità o falsità di esse.
La gestione dell’eccezionale in rapporto all’ordinario: ogni narrazione possiede
strumenti per rendere comprensibile lo straordinario e l’insolito.
“La funzione del racconto è quella di trovare uno stato intenzionale che mitighi o
almeno renda comprensibile una deviazione rispetto a un modello di cultura
canonico” (Bruner).
12. Contesti terapeutici
Gli atteggiamenti e le aspettative da parte dei contesti di vita, di
cura e di lavoro, rispetto alla malattia e allo stesso paziente, sono
fondamentali fattori clinico-sociali, che influenzano attivamente il
processo di guarigione, soprattutto in salute mentale.
In tali contesti, se i pazienti sono sostenuti da un atteggiamento di
fiducia e da una aspettativa di speranza, potranno allora sempre
meglio narrare e narrarsi al fine di costruire rappresentazioni di se
e del mondo che siano convenzionalmente condivise e contrattabili
dai molteplici soggetti che con i quali intrecciano relazioni sociali.
13. Dispositivi di narrazione
autobiografica
Permettono ai pazienti di affrontare la contrattazione
contestuale sulle rappresentazioni di sé e del mondo, anche
attraverso pratiche concrete come l’espressione artistica.
Permettono a tutti soggetti coinvolti di sostenere un livello di
comunicazione fondato sul linguaggio della realtà. Gli “atti
parlanti” che gli attori di tali pratiche si scambiano, potranno
così veicolare molti più significati di quelli che a prima vista,
noi quotidiani fruitori di linguaggio simbolico, siamo abituati
a leggervi
14. Raccontare la guarigione
La guarigione è molto più frequente di quanto siamo,
comunemente, disposti a credere. Gli studi sull’evoluzione a
lungo termine dei disturbi schizofrenici che sono stati
condotti a livello internazionale negli ultimi 20 anni, hanno
mostrato che le percentuali di guarigione superano il 50%,
nel caso in cui il periodo di valutazione sia sufficientemente
lungo. Ciò significa che la guarigione, anche se lentamente,
arriva molto più spesso di quanto sono propensi a credere gli
stessi professionisti della salute mentale.
15. Storie dei sopravvissutiOltre ai risultati delle ricerche scientifiche, si sono andate
accumulando, negli ultimi decenni, centinaia di testimonianze
personali di persone che hanno attraversato e superato l’esperienza
schizofrenica.
E’ stato proprio per facilitare la moltiplicazione dei racconti
autobiografici di coloro che sono “sopravvissuti” all’esperienza
psicotica che è nata una letteratura popolare e di auto-aiuto.
Essa racconta le modalità personali di affrontare la malattia, il
lento e faticoso processo di guarigione da essa e soprattutto la vita
dei pazienti, le loro storie familiari, nei cui intrecci spesso si
intravede un nuovo senso alla propria ed altrui sofferenza mentale.
16. Il movimento della Recovery
Alcune riviste scientifiche internazionali ne hanno promosso
la conoscenza e la diffusione. Si sono moltiplicati i libri scritti
da persone che hanno saputo attraversare e superare queste
esperienze.
Essi ci consentono di restituire significato, comprensibilità,
spessore esistenziale ad elementi che la medicina, la
psichiatria ha ridotto a sintomi, a segni incomprensibili di
una malattia che avrebbe soltanto una qualche remota causa
biologica.
18. «Quando ripensiamo a ciò che abbiamo vissuto, creiamo
un altro da noi. Lo vediamo agire, sbagliare, amare,
soffrire, godere, mentire, ammalarsi e gioire: ci
sdoppiamo, ci bilochiamo, ci moltiplichiamo. Assistiamo
allo spettacolo della nostra vita come spettatori: talora
indulgenti, talaltra severi e carichi di sensi di colpa,
oppure, sazi di quel poco che abbiamo cercato di vivere
fino in fondo».
Non occorre essere né scrittori né filosofi di professione,
per iniziare la propria autobiografia; è un esercizio
naturale, perché «ciascuno, in fondo, non fa altro che
raccontare agli altri se stesso». Il desiderio di parlare della
propria esperienza nasce come un istinto, una necessità, o
meglio, matura nella nostra esistenza come una vera e
propria passione dell’anima. Aspiriamo tutti a una forma
unitaria, coerente, da riempire con le nostre discordanze e
variazioni.
19. Psicoterapia transgenerazionale: guarire le ferite
familiari e ritrovare se stessi trai legami nascosti
nell'albero genealogico
La psicogenealogia é una tecnica, sistemica, familiare
e transgenerazionale con delle forti connotazioni
psicanalitiche, che si é sviluppata negli anni '80 grazie
alle ricerche di Anne Ancelin Schützenberger. Essa
chiama psicogenealogia il lavoro con il
genosociogramma.
Secondo questo approccio, i traumi, i segreti, i
conflitti vissuti in modo drammatico, possono
condizionare, per trasmissione transgenerazionale
inconscia, i discendenti che possono diventare
portatori di disturbi e malattie come di
comportamenti bizzarri e inesplicabili.
Riappropriarsi della propria storia personale e
familiare, inserirsi meglio in una discendenza e in una
leggenda e mettere ordine nel "cantiere" lasciato dai