Relazione corso aggiornamento/UNESCO-Heritage 2016Chayn Italia
la relazione qui presentata tratta il tema della volorizzazione del patrimonio identitario delle donne vittime di duplice discriminazione, etnica e di genere.
Come educare alla non violenza?
Il distacco tra società e scuola può essere colmato attraverso l'applicazione didattica del costruttivismo e l'apprendimento in ambiente tecnologico web 2.0
Come vediamo noi il mondo non è l’assioma assoluto,Siamo semplicemente cresciuti e siamo stati educati a ‘vederlo così e altri a vederlo in altri modi.La varietà e il confronto è ricchezza.FAI IL TEST
Cultural Competence: il valore aggiunto per organizzare un evento interculturaleMice in Campania
Meetings, Incentives, Conferences e Exibitions sono sempre più spesso eventi multiculturali in cui individui e professionisti di nazionalità diversa condividono le proprie esperienze e cercano di apprendere insieme. Comportamenti diversi possono però, creare fraintendimenti, malintesi e aumentare il livello di stress riducendo l’efficacia dell’interazione.
Chi si occupa di pianificazione e gestione di un evento non può ignorare l’impatto che hanno le differenze culturali.
Mettersi in proprio: Talento, Perseveranza e ResilienzaAdalberto Geradini
Alcune competenze chiave dello sviluppo professionale individuale: talento, perseveranza e resilienza. La relazione tra di loro e le indicazioni per svilupparle
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Come vediamo noi il mondo non è l’assioma assoluto,Siamo semplicemente cresciuti e siamo stati educati a ‘vederlo così e altri a vederlo in altri modi.La varietà e il confronto è ricchezza.FAI IL TEST
Cultural Competence: il valore aggiunto per organizzare un evento interculturaleMice in Campania
Meetings, Incentives, Conferences e Exibitions sono sempre più spesso eventi multiculturali in cui individui e professionisti di nazionalità diversa condividono le proprie esperienze e cercano di apprendere insieme. Comportamenti diversi possono però, creare fraintendimenti, malintesi e aumentare il livello di stress riducendo l’efficacia dell’interazione.
Chi si occupa di pianificazione e gestione di un evento non può ignorare l’impatto che hanno le differenze culturali.
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La relazione presentata al Workshop Job Trainer a Pinzolo 2013 contenente gli ultimi dati sull'andamento del mercato del lavoro e alcune delle possibilità offerte da internet, social business media, info products ecc
La presentazione al Workshop YES novembre 2013, "Perchè qualcuno dovrebbe darti un lavoro" a Storo e in videoconferenza a Tione, con alcune considerazioni sulla Open Talen Economy
un abstract della presentazione ad un workshop sui temi delle nuove competenze tra cui resilienza e perseveranza e di un loro comune nemico: procrastinazione
This document summarizes the key findings of a comparative study between young entrepreneurs in Egypt and Italy. 6 entrepreneurs were interviewed in each country about starting their businesses. Both groups struggled with marketing themselves when new, and diversifying their clients, services, and suppliers early on. Access to financing was also a major challenge. The entrepreneurs emphasized the importance of quality and building networks to support their businesses. Formal management training was seen as inadequate for SME needs.
Italia ed Egitto: un caso di Business Plan strategico
La formazione in Biopolitica
1. Biopolitica dell'alterità
facciamo la differenza !
Un progetto, realizzato dalle associazioni Luigi Grillo e In
Flusso, sostenuto dal Comune di Alba nell’ambito del bando per
il volontariato 2014, per favorire l'integrazione degli ospiti
stranieri di Casa Pina e per fornire ai volontari una formazione
mirata sui temi del supporto all''interculturalità e trans-
nazionalità.
2015
Alba (CN) Aprile – Ottobre 2015
2. INDICE
Il progetto in sintesi
Biopolitica dell'alterità, i fenomeni trans-nazionali
• seminari di formazione a cura di M. Grazia Ciofani
Qual'è il luogo in cui l'interculturalità si fa “evento “ ?
• seminari di formazione a cura di Adalberto Geradini
Consapevolezza degli schemi corporei e autopercezione di sforzo e
stress
seminari di formazione a cura di Fabrizia Frigerio
“I conti tornano...se integriamo la diversità”
somministrazione e analisi dei questionari a cura di Emil Eirale
Spunti di riflessione
• a cura di M. Grazia Ciofanih.
1
3. QUAL'E' IL LUOGO IN CUI L'INTERCULTURALITA' SI FA “EVENTO” ?
a cura di Adalberto Geradini
IPOTESI E PRESUPPOSTI
L'obiettivo formativo, “sviluppare e consolidare la competenza interculturale”, dei
due moduli “Comunicazione, Interculturalità e Lavorare in Gruppo” e le modalità adottate
per conseguirlo, partono dalla considerazione che l'interculturalità prima che nella società,
diventa elemento concreto nel sistema cognitivo delle persone quando in essi si realizza un
"vissuto sintetico-reinterpretativo di più culture" (Duccio Demetrio). L'interculturalità come
esperienza accade nel momento in cui percepisco che nel racconto e nella
rappresentazione dell'altra cultura c'è un pensiero divergente rispetto al mio, che io posso
accogliere o rifiutare.
Interculturalità non significa quindi necessariamente condividere il punto di visto
dell'altro, è sufficiente che lo identifichi come diverso dal mio; poi posso interiorizzarlo
oppure posso mantenerlo esterno, ma diventa e rappresenta comunque un arricchimento,
a patto che lo rispetti poiché riconosco che serve ad altri popoli per dare significato alla
loro storia, alla loro vita.
La competenza interculturale è un insieme di competenze cognitive, affettive,
comportamentali e di attitudini personali che permettono di comprendere i vari significati
culturali e supportano un'interazione comunicativa efficiente ed appropriata in una varietà
di contesti culturali diversi, riconoscendo le identità multiple degli interlocutori in un
contesto specifico.
Comprende quattro componenti:
• consapevolezza della propria visione del mondo
• rispetto per le differenze culturali
• conoscenza delle diverse pratiche culturali
• capacità comportamentali (comunicative, flessibilità, apertura ecc)
adattato da Guo-Ming & William J. Starosta e J.M Bennet (traduzione di A. Geradini)
1
4. “L’acquisizione delle abilità di comunicazione interculturale passa attraverso tre fasi:
consapevolezza, conoscenza e abilità. Tutto comincia con la consapevolezza: il riconoscere
che ciascuno porta con sé un particolare software mentale che deriva dal modo in cui è
cresciuto, e che coloro che sono cresciuti in altre condizioni hanno, per le stesse ottime
ragioni, un diverso software mentale. L’abilità di comunicare tra culture deriva dalla
consapevolezza, dalla conoscenza e dall’esperienza personale” (G. Hofstede 1991)
Questi approcci si sono declinati nei due moduli che si stanno illustrando, mediante
l'utilizzo formativo degli stessi quattro elementi strutturali che caratterizzano
l'interculturalità (Antonio Nanni):
a) l'interazione: ogni volta che siamo all'interno di un processo unidirezionale di
trasmissione del sapere, e non un viaggio con l'altro e con il suo punto di vista, non si fa
interculturalità. «L'interculturalità è un movimento di reciprocità» P. Bertolini
b) l'empatia: l'interculturalità è un investimento affettivo: proporre elementi di esostismo
o folklore o esterofilìa non è fare interculturalità. Empatia significa che rispetto a
quell'elemento di quella diversa cultura, si possono vivere forme di apprezzamento senza
dover necessariamente condividere gli aspetti profondi della cultura altra.
c) il decentramento: per non essere sempre autocentrati è necessario abituarsi ad
ascoltare i punti di vista esterni al nostro. Questo comporta il "decentramento narrativo"
(noi visti dagli altri). «Far percepire e sperimentare che una cosa può avere un valore per un
altro ma non per se stessi e che, viceversa, una cosa può avere valore per sé, ma non per un
altro» (Lucio Corradini).
d) la transitività cognitiva: la cultura "altra" ci provoca uno spiazzamento cognitivo: è un
pensiero alieno che non si assimila facilmente alle nostre idee. E' sufficiente far spazio al
punto di vista altrui e ne consegue che, nell'esperienza interculturale, avviene una
transitività cognitiva, uno spiazzamento del proprio orizzonte nei riguardi di un pensiero
divergente: l'altro entra in me anche se ciò non conduce necessariamente ad un processo
di assimilazione. «la formazione interculturale opera per la creazione di identità culturali
nuove. Potremmo dire polivalenti o transetniche>> (Duccio Demetrio – Graziella Favaro).
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5. METODOLOGIA
Partendo dal presupposto che l'apprendimento ha luogo su tre livelli, differenti ma
strettamente collegati: cognitivo, emozionale e comportamentale, i moduli formativi si
sono sviluppati su ciascuna di queste tre dimensioni e seguendo il ciclo di Kolb (esperienza,
riflessione, concettualizzazione, azione) in cui l'ultima fase si è realizzata sia in aula,
mediante esercitazioni attive, sia durante l'accompagnamento degli ospiti. Il che ha
consentito una ulteriore ultima fase di rielaborazione dell'esperienza e del vissuto
emozionale.
Primo modulo : la comunic-azione con se stessi e con l'altro
In particolare le simulazioni di colloquio, la comunicazione in gruppo le esercitazione di
analisi dei segnali non verbali hanno permesso ai partecipanti, volontari, di costruire una
micro-rete relazionale, apprendere tecniche e strumenti base del processo comunicativo e
sperimentare due degli elementi strutturali dell'interculturalità citati prima (interazione ed
empatia).
Secondo modulo : l'interculturalità e lavorare in gruppo
L'interazione e lo scambio di feedback a 360°, l'illustrazione e la discussione della
polivalenza culturale dei segnali non verbali, hanno fatto emergere l'importanza e la
criticità nelle relazioni interpersonali dei diversi sistemi di valori di cui ognuno è portatore ,
hanno dato concretezza comportamentale al modello di Geert Hofstede e hanno
consentito di sperimentare gli altri due caposaldi dell'interculturalità (decentramento e
transitività cognitiva).
BIBLIOGRAFIA
• L.Corradini “Educazione interculturale” 1992
• D. Demetrio-G.Favaro “Immigrazione e pedagogia interculturale” 1992
• G. Hofstede “Cultures and Organizations: Software of the Mind” (1991)
• A. Nanni “Come educarci all'interculturalità” 1999
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