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Italia nel 1600
Come tutti i paesi cattolici, incapaci di reggere la concorrenza
economica dei nuovi paesi protestanti (Olanda e Inghilterra), anche
l'Italia, divisa in principati e dominata dalla Spagna, vede il suo declino
economico.
„Viva il re di Spagna, mora il malgoverno! (grido di rivolta)
Masaniello - rivoluzionario italiano 1620 – 1647
L'Europa cattolica del XVII secolo comincia a vivere una situazione
socialmente ed economicamente molto drammatica: CAUSE
Generale aumento delle sommosse: Milano, Palermo e Messina (1628-1647, Napoli 1647-49.
Nello Stato della Chiesa è forte il banditismo e il brigantaggio; ovunque dilaga il pauperismo
(povertà).
Decremento demografico dovuto a carestie ed epidemie di peste (1576 e 1630);
Rifeudalizzazione dei rapporti agrari con l'introduzione della mezzadria; ma anche fuga dalle
campagne verso le città;
Calo sensibile dell'importazione di metalli pregiati dalle colonie americane;
Diminuzione delle attività artigianali, industriali e commerciali: gli elementi economici più
intraprendenti tendono a emigrare verso i paesi protestanti e anche verso l'America del nord;
Guerra dei Trent'anni tra gli Asburgo e i francesi (1618-48): entrambi sono cattolici, ma gli
Asburgo d'Austria non hanno rinunciato a imporre a tutta Europa la Controriforma;
In maniera diretta o indiretta gli spagnoli controllavano quasi tutta
la penisola, ad eccezione del ducato di Savoia e della Repubblica
veneta. E i loro metodi erano ovunque gli stessi:
enormi tasse e tributi per sostenere le guerre e una vita di
lusso
favoritismi per i ceti nobiliari, laici e soprattutto ecclesiastici,
cui venivano venduti a prezzi di favore o addirittura ceduti
gratuitamente titoli nobiliari, feudi, uffici, senza considerare
che essi erano totalmente esentati dal pagamento delle
imposte.
Alla metà del secolo, conclusa la guerra
europea dei Trent’anni, la presenza
spagnola in Italia è ancora forte, anche
se indebolita.
Milano e Napoli sono inglobati nel sistema
spagnolo.
Venezia e Roma hanno ormai finito di esercitare
un ruolo politico significativo.
La Toscana sta tentando disperatamente di
mantenere una difficile indipendenza.
Il Ducato di Savoia – pur devastato dalle guerre
civili - si sta affermando come l’unico Stato
capace di sottrarsi al ricatto di Madrid e capace di
una politica estera autonoma.
Le necessità della guerra dei Trent’anni aumentano la pressione fiscale sull’Italia
Scoppiano le prime rivolte antispagnole:
• 1628: fallita congiura antioligarchica a Genova
• 1628: a Milano tumulti annonari
antispagnoli (assalto ai forni)
• 1630: devastante epidemia di peste nell’Italia centro-settentrionale: due milioni di
morti (=27% della popolazione)
• 1635-40: guerra civile in Piemonte
La prima crisi del sistema spagnolo
in Italia (1628-44)
I congiurati furono scoperti il 31 marzo
1628 e giustiziati il 31 maggio dello
stesso anno. Il principale esponente della
rivolta, il Vachero, ebbe la casa rasa al
suolo e al suo posto fu eretta la
"Colonna infame".
È la sommossa popolare che si
scatena a Milano nei giorni 11 e 12
novembre 1628, per questo detta
"tumulto di S. Martino" o anche
"rivolta del pane"
Il tumulto di S. Martino
Piazza San Babila a Milano
• 1647-48: rivolte popolari di Palermo
(Giuseppe Alesi) e Catania
• 1647: rivolta popolare di Napoli contro
• la nuova tassa sulla frutta (Masaniello)
• 1648–1649 Napoli; fallita rivolta popolare);
dura repressione di massa 1648-49
Seconda crisi del sistema spagnolo in
Italia (1647-1649):
“La rivolta del pane a
Palermo”
Un venditore di pesce, Tommaso
Aniello, detto Masaniello, diventa il
capo riconosciuto della rivolta
popolare del 1647 a Napoli
Resa di Napoli a Don
Giovanni d’Austria
Fruisce di una relativa autonomia, essendo al potere i Medici, al punto
che può proteggere la libertà di pensiero e di ricerca di vari letterati
artisti scienziati (tra cui spicca Galilei).
La Spagna lo controlla attraverso la repubblica di Lucca e soprattutto
attraverso lo Stato dei Presìdi (isola d'Elba, Piombino, alcuni porti
litoranei della Toscana). Estinta la famiglia dei Medici, i fiorentini furono
costretti ad accettare un duca di Lorena, scelto dalle potenze europee
(1738).
Il granducato di Toscana
CosimoI, primo Granduca
Stemma del Granducato
dal 1562 al 1737
Era uno degli Stati italiani più poveri in assoluto, non avendo alcuna
iniziativa economica in campo industriale e commerciale. Nel 1542 a Roma
viene riorganizzata l’Inquisizione, che ben presto comincia a infierire in
tutto il paese, ad eccezione di Venezia. Nel 1559 papa Paolo IV pubblica per
la prima volta un Indice di libri proibiti, la cui lettura veniva punita con la
morte, mentre numerose grandi opere della letteratura e della scienza
vengono date alle fiamme. Nessun libro poteva essere stampato senza la
speciale autorizzazione degli inquisitori.
Nel 1600 il papato mette al rogo Giordano Bruno.
Stato pontificio
Urbano VIII
Palazzo pontificio – Castel Gandolfo
Governata dai banchieri e dai grandi
mercanti, sfrutta la presenza spagnola
in Italia, concedendole numerosi prestiti
finanziari e facendo del proprio porto
uno scalo per i traffici spagnoli col
ducato di Milano e i territori tedeschi.
La Spagna precipita in seguito a una
serie di catastrofiche bancarotte
coinvolgendo la città italiana.
Genova
Il bombardamento della flotta francese nel 1684
Genova nel XVI secolo
Conserva una certa libertà di manovra. Ha
un’amministrazione centralizzata e un piccolo esercito
permanente.
Nella seconda metà del Cinquecento prende la decisione
di espandersi non più in Francia bensì in Italia: da qui il
trasferimento della capitale da Chambéry a Torino.
Grazie al trattato di Lione (1601), Carlo Emanuele I può
annettersi il marchesato di Saluzzo, cedendo ai francesi
alcune terre della Savoia.
Ducato di Savoia
L'altro Stato indipendente è la Repubblica di
Venezia, che, di fronte all'avanzata turca nel
Mediterraneo, preferisce limitarsi a curare i
propri interessi nell'Adriatico e
nell'entroterra. L’espansione territoriale,
realizzata in questo periodo, resterà
immutata sino all'arrivo delle truppe
napoleoniche nel 1797.
L’indipendenza di Venezia, che dava rifugio ai
liberi pensatori, refrattari alla Controriforma,
non piaceva affatto al Papato, che arrivò
addirittura a scomunicarla. Fu solo
attraverso la mediazione del re francese
Enrico IV che il papa si convinse a togliere
l'interdetto.
Repubblica di Venezia
La peste del Seicento
Tra il 1628 e il 1629 una terribile pestilenza imperversa per il Nord Italia.
Le città vengono prese d'assalto da vagabondi e mendicanti, in cerca di condizioni di vita
migliori rispetto a quelle della campagna;
Scoppiano tumulti ed agitazioni.
Con la discesa dei Lanzichenecchi, l’epidemia scoppia in tutto il Nord.
Per evitare che il contagio dilaghi, le autorità sanitarie impongono l'isolamento dei paesi
dove si registrano i primi casi di peste, mediante la chiusura delle strade.
A fine maggio 1630 sembra che l'epidemia si sia dissipata, ma a giugno il morbo si
ripresenta, mietendo innumerevoli vittime.
La peste di questi anni è descritta anche dal Manzoni ne «I promessi sposi» e nel suo
saggio storico «Storia della colonna infame».
L'intera economia manifatturiera italiana ne risultò danneggiata, ed impiegò molti anni
per rigenerarsi, proprio in un momento cruciale di competizione con l'Olanda e l'Europa
settentrionale che ne uscirono avvantaggiate notevolmente.
Tra il 1630 e il 1631 la terribile
epidemia si scatenò, decimando la
popolazione e infuriando con
particolare virulenza nella città
di Milano. L’avvenimento è descritto
nelle pagine finali del romanzo, in
particolare nei capp. XXXI e XXXII.
Manzoni ricostruisce la diffusione del
morbo e le sue drammatiche
conseguenze. L'epidemia si propagò
facilmente anche grazie allo stato di
estrema povertà e privazione in cui il
popolo si trovava dopo due anni di
terribile carestia, e in seguito a
movimenti di truppe e saccheggi
avvenuti nell'ambito della guerra per
la successione di Mantova, che
vedeva la Spagna opposta alla
Francia.
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Italia nel 1600

  • 1. Italia nel 1600 Come tutti i paesi cattolici, incapaci di reggere la concorrenza economica dei nuovi paesi protestanti (Olanda e Inghilterra), anche l'Italia, divisa in principati e dominata dalla Spagna, vede il suo declino economico. „Viva il re di Spagna, mora il malgoverno! (grido di rivolta) Masaniello - rivoluzionario italiano 1620 – 1647
  • 2. L'Europa cattolica del XVII secolo comincia a vivere una situazione socialmente ed economicamente molto drammatica: CAUSE Generale aumento delle sommosse: Milano, Palermo e Messina (1628-1647, Napoli 1647-49. Nello Stato della Chiesa è forte il banditismo e il brigantaggio; ovunque dilaga il pauperismo (povertà). Decremento demografico dovuto a carestie ed epidemie di peste (1576 e 1630); Rifeudalizzazione dei rapporti agrari con l'introduzione della mezzadria; ma anche fuga dalle campagne verso le città; Calo sensibile dell'importazione di metalli pregiati dalle colonie americane; Diminuzione delle attività artigianali, industriali e commerciali: gli elementi economici più intraprendenti tendono a emigrare verso i paesi protestanti e anche verso l'America del nord; Guerra dei Trent'anni tra gli Asburgo e i francesi (1618-48): entrambi sono cattolici, ma gli Asburgo d'Austria non hanno rinunciato a imporre a tutta Europa la Controriforma;
  • 3. In maniera diretta o indiretta gli spagnoli controllavano quasi tutta la penisola, ad eccezione del ducato di Savoia e della Repubblica veneta. E i loro metodi erano ovunque gli stessi: enormi tasse e tributi per sostenere le guerre e una vita di lusso favoritismi per i ceti nobiliari, laici e soprattutto ecclesiastici, cui venivano venduti a prezzi di favore o addirittura ceduti gratuitamente titoli nobiliari, feudi, uffici, senza considerare che essi erano totalmente esentati dal pagamento delle imposte.
  • 4. Alla metà del secolo, conclusa la guerra europea dei Trent’anni, la presenza spagnola in Italia è ancora forte, anche se indebolita. Milano e Napoli sono inglobati nel sistema spagnolo. Venezia e Roma hanno ormai finito di esercitare un ruolo politico significativo. La Toscana sta tentando disperatamente di mantenere una difficile indipendenza. Il Ducato di Savoia – pur devastato dalle guerre civili - si sta affermando come l’unico Stato capace di sottrarsi al ricatto di Madrid e capace di una politica estera autonoma.
  • 5. Le necessità della guerra dei Trent’anni aumentano la pressione fiscale sull’Italia Scoppiano le prime rivolte antispagnole: • 1628: fallita congiura antioligarchica a Genova • 1628: a Milano tumulti annonari antispagnoli (assalto ai forni) • 1630: devastante epidemia di peste nell’Italia centro-settentrionale: due milioni di morti (=27% della popolazione) • 1635-40: guerra civile in Piemonte La prima crisi del sistema spagnolo in Italia (1628-44) I congiurati furono scoperti il 31 marzo 1628 e giustiziati il 31 maggio dello stesso anno. Il principale esponente della rivolta, il Vachero, ebbe la casa rasa al suolo e al suo posto fu eretta la "Colonna infame". È la sommossa popolare che si scatena a Milano nei giorni 11 e 12 novembre 1628, per questo detta "tumulto di S. Martino" o anche "rivolta del pane" Il tumulto di S. Martino Piazza San Babila a Milano
  • 6. • 1647-48: rivolte popolari di Palermo (Giuseppe Alesi) e Catania • 1647: rivolta popolare di Napoli contro • la nuova tassa sulla frutta (Masaniello) • 1648–1649 Napoli; fallita rivolta popolare); dura repressione di massa 1648-49 Seconda crisi del sistema spagnolo in Italia (1647-1649): “La rivolta del pane a Palermo” Un venditore di pesce, Tommaso Aniello, detto Masaniello, diventa il capo riconosciuto della rivolta popolare del 1647 a Napoli Resa di Napoli a Don Giovanni d’Austria
  • 7. Fruisce di una relativa autonomia, essendo al potere i Medici, al punto che può proteggere la libertà di pensiero e di ricerca di vari letterati artisti scienziati (tra cui spicca Galilei). La Spagna lo controlla attraverso la repubblica di Lucca e soprattutto attraverso lo Stato dei Presìdi (isola d'Elba, Piombino, alcuni porti litoranei della Toscana). Estinta la famiglia dei Medici, i fiorentini furono costretti ad accettare un duca di Lorena, scelto dalle potenze europee (1738). Il granducato di Toscana CosimoI, primo Granduca Stemma del Granducato dal 1562 al 1737
  • 8. Era uno degli Stati italiani più poveri in assoluto, non avendo alcuna iniziativa economica in campo industriale e commerciale. Nel 1542 a Roma viene riorganizzata l’Inquisizione, che ben presto comincia a infierire in tutto il paese, ad eccezione di Venezia. Nel 1559 papa Paolo IV pubblica per la prima volta un Indice di libri proibiti, la cui lettura veniva punita con la morte, mentre numerose grandi opere della letteratura e della scienza vengono date alle fiamme. Nessun libro poteva essere stampato senza la speciale autorizzazione degli inquisitori. Nel 1600 il papato mette al rogo Giordano Bruno. Stato pontificio Urbano VIII Palazzo pontificio – Castel Gandolfo
  • 9. Governata dai banchieri e dai grandi mercanti, sfrutta la presenza spagnola in Italia, concedendole numerosi prestiti finanziari e facendo del proprio porto uno scalo per i traffici spagnoli col ducato di Milano e i territori tedeschi. La Spagna precipita in seguito a una serie di catastrofiche bancarotte coinvolgendo la città italiana. Genova Il bombardamento della flotta francese nel 1684 Genova nel XVI secolo
  • 10. Conserva una certa libertà di manovra. Ha un’amministrazione centralizzata e un piccolo esercito permanente. Nella seconda metà del Cinquecento prende la decisione di espandersi non più in Francia bensì in Italia: da qui il trasferimento della capitale da Chambéry a Torino. Grazie al trattato di Lione (1601), Carlo Emanuele I può annettersi il marchesato di Saluzzo, cedendo ai francesi alcune terre della Savoia. Ducato di Savoia
  • 11. L'altro Stato indipendente è la Repubblica di Venezia, che, di fronte all'avanzata turca nel Mediterraneo, preferisce limitarsi a curare i propri interessi nell'Adriatico e nell'entroterra. L’espansione territoriale, realizzata in questo periodo, resterà immutata sino all'arrivo delle truppe napoleoniche nel 1797. L’indipendenza di Venezia, che dava rifugio ai liberi pensatori, refrattari alla Controriforma, non piaceva affatto al Papato, che arrivò addirittura a scomunicarla. Fu solo attraverso la mediazione del re francese Enrico IV che il papa si convinse a togliere l'interdetto. Repubblica di Venezia
  • 12. La peste del Seicento Tra il 1628 e il 1629 una terribile pestilenza imperversa per il Nord Italia. Le città vengono prese d'assalto da vagabondi e mendicanti, in cerca di condizioni di vita migliori rispetto a quelle della campagna; Scoppiano tumulti ed agitazioni. Con la discesa dei Lanzichenecchi, l’epidemia scoppia in tutto il Nord. Per evitare che il contagio dilaghi, le autorità sanitarie impongono l'isolamento dei paesi dove si registrano i primi casi di peste, mediante la chiusura delle strade. A fine maggio 1630 sembra che l'epidemia si sia dissipata, ma a giugno il morbo si ripresenta, mietendo innumerevoli vittime. La peste di questi anni è descritta anche dal Manzoni ne «I promessi sposi» e nel suo saggio storico «Storia della colonna infame». L'intera economia manifatturiera italiana ne risultò danneggiata, ed impiegò molti anni per rigenerarsi, proprio in un momento cruciale di competizione con l'Olanda e l'Europa settentrionale che ne uscirono avvantaggiate notevolmente.
  • 13. Tra il 1630 e il 1631 la terribile epidemia si scatenò, decimando la popolazione e infuriando con particolare virulenza nella città di Milano. L’avvenimento è descritto nelle pagine finali del romanzo, in particolare nei capp. XXXI e XXXII. Manzoni ricostruisce la diffusione del morbo e le sue drammatiche conseguenze. L'epidemia si propagò facilmente anche grazie allo stato di estrema povertà e privazione in cui il popolo si trovava dopo due anni di terribile carestia, e in seguito a movimenti di truppe e saccheggi avvenuti nell'ambito della guerra per la successione di Mantova, che vedeva la Spagna opposta alla Francia. La peste a Milano