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Oltre il mare
IL COLONIALISMO NELLA STORIA DELL’ITALIA UNITA
DANIEL DEGLI ESPOSTI - ISTITUTO STORICO DI MODENA
Il colonialismo: un processo secolare…
Nel 1884 il Congresso di Berlino aprì la fase contemporanea del
colonialismo, che alcuni storici definiscono «imperialismo».
La colonizzazione è
un processo
caratteristico della
civiltà occidentale.
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Americhe aprì la fase
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coloniale, che portò le
potenze europee a
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stile di vita a quasi
tutti i popoli della
Terra e a distruggere
antiche civiltà.
DANIEL DEGLI ESPOSTI - ISTITUTO STORICO DI MODENA
Il Congresso di Berlino
1890: Mappa dell’Africa tratta dall’Enciclopedia Britannica.
Nel 1884 le potenze europee
si spartiscono i territori
dell’Africa al Congresso di
Berlino.
L’Impero Britannico e la
Francia ottengono vaste
estensioni territoriali, mentre
l’Italia e la Germania non
riescono a imporre le proprie
ragioni.
Il vero vincitore del Congresso
è Re Leopoldo II del Belgio,
che si vede riconoscere il
possedimento personale del
Congo. Il Katanga, una
regione piena di diamanti,
arricchisce l’economia belga:
le forze coloniali provocano la
morte di 10 milioni di
congolesi per lo sfruttamento
e i pestaggi.
DANIEL DEGLI ESPOSTI - ISTITUTO STORICO DI MODENA
La spartizione dell’Africa
DANIEL DEGLI ESPOSTI - ISTITUTO STORICO DI MODENA
Il modello britannico
Fin dal XVI secolo l’Impero
britannico incoraggia le
compagnie di navigazione a
prendere il controllo dei
commerci coloniali e a stabilire
teste di ponte in tutti i continenti.
Nell’Ottocento agli insediamenti
portuali si affianca il desiderio di
conquistare territori e di
affermare l’autorità britannica:
sotto il regno di Queen Victoria
(1837-1901) l’Impero britannico
raggiunge l’apogeo.
DANIEL DEGLI ESPOSTI - ISTITUTO STORICO DI MODENA
Il colonialismo britannico si basa
sulla convivenza distinta e,
talvolta, separata dei
conquistatori e degli indigeni. Il
sistema educativo di Sua Maestà
educa i sudditi e si propone di
portarli a una graduale
emancipazione sulla base della
cultura anglo-sassone.
L’economia delle colonie
dipende totalmente da quella
della madrepatria.
Il modello francese
La Francia si affaccia alle conquiste coloniali con
un regime repubblicano, ma non esita ad
affermare la propria autorità sulle popolazioni
dell’Africa e del Sud-Est asiatico.
I francesi non cercano di educare i sudditi in
modo subalterno, ma cercano di inserirli nella
comunità nazionale: la cultura francese è
imposta con la forza poiché il governo spera di
aumentare la popolazione concedendo la
cittadinanza alle genti delle colonie.
La ferita di Sedan brucia ancora sul tessuto
connettivo della nazione transalpina:
l’espansione territoriale e demografica
permette di abbozzare una nuova politica di
potenza.
DANIEL DEGLI ESPOSTI - ISTITUTO STORICO DI MODENA
L’Italia: «l’ultima delle grandi potenze»
DANIEL DEGLI ESPOSTI - ISTITUTO STORICO DI MODENA
L’Italia arriva tardi allo
scramble for Africa. Nel
1882 la Francia
stabilisce un
protettorato sulla
Tunisia e frustra le
speranze italiane.
Al Congresso di Berlino
il regno sabaudo non
ottiene possedimenti.
La Sinistra Storica tenta
di inserire l’Italia fra le
potenze europee, ma
non trova spazio:
restano territori poveri
come Libia ed Eritrea e il
grande Impero
d’Etiopia, faro della
Chiesa copta.
Questo dipinto di Quinto Cenni (1885)
raffigura un gruppo di ufficiali coloniali
italiani.
La Triplice Alleanza
DANIEL DEGLI ESPOSTI - ISTITUTO STORICO DI MODENA
Nel 1882 l’Italia sottoscrive la
Triplice Alleanza insieme
all’Impero Austro-Ungarico e al
Reich tedesco di Otto Von
Bismarck.
Lo smacco della Tunisia
convince la Sinistra storica ad
allontanarsi dalla Francia per
entrare nel campo degli imperi.
L’Italia mantiene rapporti
cordiali con l’Impero Britannico.
Italia, Austria-Ungheria e
Germania sono divise dalla
politica, ma accomunate dalla
mancanza di grandi colonie.
Anche se Roma non condivide
l’autoritarismo di Francesco
Giuseppe e Guglielmo II, la
ricerca di un «posto al sole» e di
domini balcanici la avvicinano a
Vienna e Berlino.
A sinistra, cartolina postale tedesca.
Le speranze nel Corno d’Africa
DANIEL DEGLI ESPOSTI - ISTITUTO STORICO DI MODENA
Fra il 1882 e il 1885 l’Italia ottiene
Assab e Massaua, due basi commerciali
nel Corno d’Africa.
I buoni rapporti con l’Impero britannico
e le difficoltà economiche che le
imprese di navigazione private
incontrano in un sistema dominato dalle
superpotenze consentono al governo di
consolidare i possedimenti e di
trasformarli nell’embrione della prima
colonia italiana.
I tentativi di penetrazione
nell’entroterra etiope si scontrano con
le difficoltà climatiche e con
l’opposizione dei popoli indigeni.
Crispi: dalla politica di potenza ad Adua
Nel 1893 il garibaldino Francesco Crispi torna
al governo e instaura un autoritarismo basato
sull’orgoglio nazionale.
L’esecutivo inaugura una politica di potenza
che cerca di presentare l’Italia al tavolo degli
imperi europei.
Le piccole conquiste territoriali nel Corno
d’Africa svanirono di fronte alla disfatta di
Adua: le truppe etiopi di Menelik distruggono
le armate italiane e provocano una ferita
all’autostima del giovane regno italiano.
DANIEL DEGLI ESPOSTI - ISTITUTO STORICO DI MODENA
L’emigrazione: un flusso drammatico
Fra il 1861 e il 1900 la povertà e la
disoccupazione convincono parecchi giovani
a lasciare l’Italia per cercare fortuna oltre il
mare.
Si calcola che ogni anno tra i 1.500 e i 2.000
modenesi lasciano la provincia con valigie di
legno e di cartone; molti di loro non fanno
più ritorno.
Nel primo quinquennio del Novecento
l’emigrazione prosegue con un ritmo
incalzante: la provincia di Modena fa
registrare il primato emiliano-romagnolo con
2.250 espatri l’anno ogni 100.000 abitanti,
mentre la media nazionale si arresta a 2.100.
DANIEL DEGLI ESPOSTI - ISTITUTO STORICO DI MODENA
Scoraggiare gli emigranti
All’inizio del Novecento l’emigrazione diventa
un fenomeno di massa e le autorità italiane
avvertono l’esigenza di regolare i flussi con
disposizioni e avvertimenti ufficiali.
Nel 1900 la Prefettura di Modena indirizza ai
“sig. Sindaci del circondario di Modena” le
“notizie concernenti l’emigrazione”: questi
documenti contengono informazioni, dati e
suggerimenti relativi ai viaggi della speranza che
gli italiani intraprendono verso l’estero.
Le parole del Prefetto mostrano la cruda realtà
dell’emigrazione e suonano come avvertimenti
tesi a dissuadere l’esodo di massa: dopo la crisi
di Adua e le repressioni del 1898 le autorità
dello Stato non vogliono perdere le energie dei
più giovani a vantaggio di potenze rivali.
DANIEL DEGLI ESPOSTI - ISTITUTO STORICO DI MODENA
La guerra italo-turca e la Libia
La disfatta di Adua, l’unica sconfitta di un’armata europea in
Africa, apre una fase di sfiducia coloniale, che si conclude
per l’intervento della grande industria e della finanza: nel
1911 l’Italia di Giovanni Giolitti invade la Libia e dichiara
guerra all’Impero ottomano.
Nell’anno successivo il Regio Esercito sconfigge agevolmente
i turchi, ma non ottiene il favore delle popolazioni indigene:
mentre gli italiani prendono il controllo delle coste, i berberi
e i senussi non si sottomettono ai conquistatori e difendono
l’entroterra. Il Fezzan e i territori della Cirenaica finiscono
sotto il controllo di Roma soltanto negli anni Venti, quando la
spietata controguerriglia di Rodolfo Graziani e alle
deportazioni in massa dei civili permettono al regime fascista
di sradicare la resistenza dei senussi.
DANIEL DEGLI ESPOSTI - ISTITUTO STORICO DI MODENA
Il primo bombardamento aereo
DANIEL DEGLI ESPOSTI - ISTITUTO STORICO DI MODENA
«E tu Gavotti, dal tuo lieve spalto
chinato nel pericolo dei venti
sul nemico che ignora il nuovo assalto!
Poi come il tessitor lancia la spola
o come il frombolier lancia la fromba
(gli attoniti la grande ala sorvola)
Anche la Morte or ha le sue sementi.
La bisogna con una mano sola
Tratti, e strappi la molla con i denti.
Di su l'ala tu scagli la tua bomba
alla subita strage; e par che t'arda
Il cuor vivo nel filo della romba...»
Gabriele D’Annunzio, Canzone alla Diana
Nel 1911 l’aviatore italiano Giulio
Gavotti effettuò il primo
bombardamento aereo della
storia: a bordo di un velivolo
farman simile a quello della foto si
alzò sopra un insediamento
nemico e sganciò alcune granate,
che esplosero senza effetti nella
sabbia del deserto.
Gabriele D’Annunzio esaltò l’eco
di questa missione bellica nella
Canzone alla Diana.
Una colonia lasciata al suo destino
Lo scoppio della Prima guerra mondiale indusse lo
Stato Maggiore a concentrarsi sul teatro europeo.
Il 24 maggio 1915 l’Italia entrò nel conflitto e
abbandonò i propositi coloniali per coltivare le
speranze degli irredentisti e le ambizioni dei
nazionalisti.
«La più grande Italia» non passava attraverso il
sole dell’Africa, ma nasceva sul confine orientale e
cresceva nei Balcani.
L’attenzione alle colonie tornò a farsi sentire
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DANIEL DEGLI ESPOSTI - ISTITUTO STORICO DI MODENA

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Oltre il mare: progetto didattico sul colonialismo italiano

  • 1. Oltre il mare IL COLONIALISMO NELLA STORIA DELL’ITALIA UNITA DANIEL DEGLI ESPOSTI - ISTITUTO STORICO DI MODENA
  • 2. Il colonialismo: un processo secolare… Nel 1884 il Congresso di Berlino aprì la fase contemporanea del colonialismo, che alcuni storici definiscono «imperialismo». La colonizzazione è un processo caratteristico della civiltà occidentale. Nell’antica Grecia il termine indicava la partenza di gruppi umani da una madrepatria e la fondazione di nuovi insediamenti in altri luoghi. La «scoperta» delle Americhe aprì la fase moderna del processo coloniale, che portò le potenze europee a imporre il proprio stile di vita a quasi tutti i popoli della Terra e a distruggere antiche civiltà. DANIEL DEGLI ESPOSTI - ISTITUTO STORICO DI MODENA
  • 3. Il Congresso di Berlino 1890: Mappa dell’Africa tratta dall’Enciclopedia Britannica. Nel 1884 le potenze europee si spartiscono i territori dell’Africa al Congresso di Berlino. L’Impero Britannico e la Francia ottengono vaste estensioni territoriali, mentre l’Italia e la Germania non riescono a imporre le proprie ragioni. Il vero vincitore del Congresso è Re Leopoldo II del Belgio, che si vede riconoscere il possedimento personale del Congo. Il Katanga, una regione piena di diamanti, arricchisce l’economia belga: le forze coloniali provocano la morte di 10 milioni di congolesi per lo sfruttamento e i pestaggi. DANIEL DEGLI ESPOSTI - ISTITUTO STORICO DI MODENA
  • 4. La spartizione dell’Africa DANIEL DEGLI ESPOSTI - ISTITUTO STORICO DI MODENA
  • 5. Il modello britannico Fin dal XVI secolo l’Impero britannico incoraggia le compagnie di navigazione a prendere il controllo dei commerci coloniali e a stabilire teste di ponte in tutti i continenti. Nell’Ottocento agli insediamenti portuali si affianca il desiderio di conquistare territori e di affermare l’autorità britannica: sotto il regno di Queen Victoria (1837-1901) l’Impero britannico raggiunge l’apogeo. DANIEL DEGLI ESPOSTI - ISTITUTO STORICO DI MODENA Il colonialismo britannico si basa sulla convivenza distinta e, talvolta, separata dei conquistatori e degli indigeni. Il sistema educativo di Sua Maestà educa i sudditi e si propone di portarli a una graduale emancipazione sulla base della cultura anglo-sassone. L’economia delle colonie dipende totalmente da quella della madrepatria.
  • 6. Il modello francese La Francia si affaccia alle conquiste coloniali con un regime repubblicano, ma non esita ad affermare la propria autorità sulle popolazioni dell’Africa e del Sud-Est asiatico. I francesi non cercano di educare i sudditi in modo subalterno, ma cercano di inserirli nella comunità nazionale: la cultura francese è imposta con la forza poiché il governo spera di aumentare la popolazione concedendo la cittadinanza alle genti delle colonie. La ferita di Sedan brucia ancora sul tessuto connettivo della nazione transalpina: l’espansione territoriale e demografica permette di abbozzare una nuova politica di potenza. DANIEL DEGLI ESPOSTI - ISTITUTO STORICO DI MODENA
  • 7. L’Italia: «l’ultima delle grandi potenze» DANIEL DEGLI ESPOSTI - ISTITUTO STORICO DI MODENA L’Italia arriva tardi allo scramble for Africa. Nel 1882 la Francia stabilisce un protettorato sulla Tunisia e frustra le speranze italiane. Al Congresso di Berlino il regno sabaudo non ottiene possedimenti. La Sinistra Storica tenta di inserire l’Italia fra le potenze europee, ma non trova spazio: restano territori poveri come Libia ed Eritrea e il grande Impero d’Etiopia, faro della Chiesa copta. Questo dipinto di Quinto Cenni (1885) raffigura un gruppo di ufficiali coloniali italiani.
  • 8. La Triplice Alleanza DANIEL DEGLI ESPOSTI - ISTITUTO STORICO DI MODENA Nel 1882 l’Italia sottoscrive la Triplice Alleanza insieme all’Impero Austro-Ungarico e al Reich tedesco di Otto Von Bismarck. Lo smacco della Tunisia convince la Sinistra storica ad allontanarsi dalla Francia per entrare nel campo degli imperi. L’Italia mantiene rapporti cordiali con l’Impero Britannico. Italia, Austria-Ungheria e Germania sono divise dalla politica, ma accomunate dalla mancanza di grandi colonie. Anche se Roma non condivide l’autoritarismo di Francesco Giuseppe e Guglielmo II, la ricerca di un «posto al sole» e di domini balcanici la avvicinano a Vienna e Berlino. A sinistra, cartolina postale tedesca.
  • 9. Le speranze nel Corno d’Africa DANIEL DEGLI ESPOSTI - ISTITUTO STORICO DI MODENA Fra il 1882 e il 1885 l’Italia ottiene Assab e Massaua, due basi commerciali nel Corno d’Africa. I buoni rapporti con l’Impero britannico e le difficoltà economiche che le imprese di navigazione private incontrano in un sistema dominato dalle superpotenze consentono al governo di consolidare i possedimenti e di trasformarli nell’embrione della prima colonia italiana. I tentativi di penetrazione nell’entroterra etiope si scontrano con le difficoltà climatiche e con l’opposizione dei popoli indigeni.
  • 10. Crispi: dalla politica di potenza ad Adua Nel 1893 il garibaldino Francesco Crispi torna al governo e instaura un autoritarismo basato sull’orgoglio nazionale. L’esecutivo inaugura una politica di potenza che cerca di presentare l’Italia al tavolo degli imperi europei. Le piccole conquiste territoriali nel Corno d’Africa svanirono di fronte alla disfatta di Adua: le truppe etiopi di Menelik distruggono le armate italiane e provocano una ferita all’autostima del giovane regno italiano. DANIEL DEGLI ESPOSTI - ISTITUTO STORICO DI MODENA
  • 11. L’emigrazione: un flusso drammatico Fra il 1861 e il 1900 la povertà e la disoccupazione convincono parecchi giovani a lasciare l’Italia per cercare fortuna oltre il mare. Si calcola che ogni anno tra i 1.500 e i 2.000 modenesi lasciano la provincia con valigie di legno e di cartone; molti di loro non fanno più ritorno. Nel primo quinquennio del Novecento l’emigrazione prosegue con un ritmo incalzante: la provincia di Modena fa registrare il primato emiliano-romagnolo con 2.250 espatri l’anno ogni 100.000 abitanti, mentre la media nazionale si arresta a 2.100. DANIEL DEGLI ESPOSTI - ISTITUTO STORICO DI MODENA
  • 12. Scoraggiare gli emigranti All’inizio del Novecento l’emigrazione diventa un fenomeno di massa e le autorità italiane avvertono l’esigenza di regolare i flussi con disposizioni e avvertimenti ufficiali. Nel 1900 la Prefettura di Modena indirizza ai “sig. Sindaci del circondario di Modena” le “notizie concernenti l’emigrazione”: questi documenti contengono informazioni, dati e suggerimenti relativi ai viaggi della speranza che gli italiani intraprendono verso l’estero. Le parole del Prefetto mostrano la cruda realtà dell’emigrazione e suonano come avvertimenti tesi a dissuadere l’esodo di massa: dopo la crisi di Adua e le repressioni del 1898 le autorità dello Stato non vogliono perdere le energie dei più giovani a vantaggio di potenze rivali. DANIEL DEGLI ESPOSTI - ISTITUTO STORICO DI MODENA
  • 13. La guerra italo-turca e la Libia La disfatta di Adua, l’unica sconfitta di un’armata europea in Africa, apre una fase di sfiducia coloniale, che si conclude per l’intervento della grande industria e della finanza: nel 1911 l’Italia di Giovanni Giolitti invade la Libia e dichiara guerra all’Impero ottomano. Nell’anno successivo il Regio Esercito sconfigge agevolmente i turchi, ma non ottiene il favore delle popolazioni indigene: mentre gli italiani prendono il controllo delle coste, i berberi e i senussi non si sottomettono ai conquistatori e difendono l’entroterra. Il Fezzan e i territori della Cirenaica finiscono sotto il controllo di Roma soltanto negli anni Venti, quando la spietata controguerriglia di Rodolfo Graziani e alle deportazioni in massa dei civili permettono al regime fascista di sradicare la resistenza dei senussi. DANIEL DEGLI ESPOSTI - ISTITUTO STORICO DI MODENA
  • 14. Il primo bombardamento aereo DANIEL DEGLI ESPOSTI - ISTITUTO STORICO DI MODENA «E tu Gavotti, dal tuo lieve spalto chinato nel pericolo dei venti sul nemico che ignora il nuovo assalto! Poi come il tessitor lancia la spola o come il frombolier lancia la fromba (gli attoniti la grande ala sorvola) Anche la Morte or ha le sue sementi. La bisogna con una mano sola Tratti, e strappi la molla con i denti. Di su l'ala tu scagli la tua bomba alla subita strage; e par che t'arda Il cuor vivo nel filo della romba...» Gabriele D’Annunzio, Canzone alla Diana Nel 1911 l’aviatore italiano Giulio Gavotti effettuò il primo bombardamento aereo della storia: a bordo di un velivolo farman simile a quello della foto si alzò sopra un insediamento nemico e sganciò alcune granate, che esplosero senza effetti nella sabbia del deserto. Gabriele D’Annunzio esaltò l’eco di questa missione bellica nella Canzone alla Diana.
  • 15. Una colonia lasciata al suo destino Lo scoppio della Prima guerra mondiale indusse lo Stato Maggiore a concentrarsi sul teatro europeo. Il 24 maggio 1915 l’Italia entrò nel conflitto e abbandonò i propositi coloniali per coltivare le speranze degli irredentisti e le ambizioni dei nazionalisti. «La più grande Italia» non passava attraverso il sole dell’Africa, ma nasceva sul confine orientale e cresceva nei Balcani. L’attenzione alle colonie tornò a farsi sentire soltanto nel dopoguerra. DANIEL DEGLI ESPOSTI - ISTITUTO STORICO DI MODENA

Editor's Notes

  1. Immagine tratta da http://www.accadevaoggi.it/26-ottobre/fondazione-della-the-football-association-inglese
  2. Immagine tratta da https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/b/b1/Atto_fondazione_Genoa.jpg
  3. Immagine tratta da http://www.storiedicalcio.altervista.org/football-prima-guerra-mondiale.html
  4. Immagine tratta da http://blog.futbologia.org/2013/12/due-a-tre-nella-terra-di-nessuno-christmas-truce-1914/
  5. Per saperne di più sulla tregua di Natale: http://www.repubblica.it/esteri/2014/11/14/news/natale_festa_della_condivisione_lo_short_movie_pubblicitario_un_capolavoro-100510013/
  6. Immagine tratta da http://www.storiedicalcio.altervista.org/football-prima-guerra-mondiale.html
  7. Immagine tratta da http://www.iltesorodisiena.net/2011/04/ida-nomi-pesciolini-il-basket-in-italia.html
  8. Immagine tratta da https://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/a/a9/Mens_Sana_1907.jpg
  9. Immagine tratta dalla tesi di laurea di Daniel Degli Esposti.
  10. Immagine tratta da http://www.leggilanotizia.it/notizia/6523/un-parco-storico-e-un-autodromo-vintage-belle-epoque-al-parco
  11. Immagine tratta da http://www.podiumcafe.com/book-corner/2014/5/6/5686434/Giro-dItalia-1914