La Dirigente scolastica Maria Caccagni ha tenuto un incontro con i docenti della scuola primaria e secondaria di primo grado per la formazione del personale.
Il passaggio dalla società delle conoscenze alla società delle competenze stimola un progressivo superamento della didattica di tipo trasmissivo a verso esperienze di apprendimento di tipo collaborativo ed esperienziale.
Anche per la formazione la valutazione ex post è una delle sfide più difficili: il modello di curricolo verticale elaborato dal gruppo di lavoro di Caivano fornisce un chiaro riscontro degli impatti positivi, a breve a lungo termine, che la formazione può e deve garantire per potersi definire di qualità.
La Dirigente scolastica Maria Caccagni ha tenuto un incontro con i docenti della scuola primaria e secondaria di primo grado per la formazione del personale.
Il passaggio dalla società delle conoscenze alla società delle competenze stimola un progressivo superamento della didattica di tipo trasmissivo a verso esperienze di apprendimento di tipo collaborativo ed esperienziale.
Anche per la formazione la valutazione ex post è una delle sfide più difficili: il modello di curricolo verticale elaborato dal gruppo di lavoro di Caivano fornisce un chiaro riscontro degli impatti positivi, a breve a lungo termine, che la formazione può e deve garantire per potersi definire di qualità.
IL MANAGER DELLA FORMAZIONE Quest’articolo analizza brevemente quella figura professionale interna all’azienda che ha il delicato compito di coordinare le attività didattiche e gestire l’impatto organizzativo del progetto e-learning. Si fa riferimento al cosiddetto manager della formazione Per una buona riuscita di un progetto e-learning è fondamentale sia la presenza di figure professionali dedicate alla progettazione e gestione del processo formativo - tra cui quella del manager della formazione; che il dichiarato impegno, da parte del management, di promuovere il progetto. L’azienda, infatti, può essere considerato come un vero e proprio sistema costituito da persone, tecnologie e servizi, ovvero l’insieme dei processi e dei prodotti realizzati attraverso una sinergia tra le risorse umane dell’ente e la tecnologia utilizzata a supporto dell’organizzazione. L’interconnessione tra persone, processi e prodotti offre una rappresentazione sistemica dei processi formativi innovativi per gestire i quali sono necessari diversi modelli organizzativi, l’elaborazione di soluzioni differenziate per i singoli aspetti dell’attività didattica, la messa a punto di sistemi di gestione affidabili ed efficienti, l’individuazione di soluzioni tecniche che assicurino rapidità di comunicazione, l’adozione di sistemi automatizzati per il trattamento delle informazioni e la specializzazione di specifiche funzioni didattiche. La necessità di introdurre nell’impianto formativo un organo di integrazione, ossia una figura professionale che coordini il processo didattico e ne faciliti il corso all’insegna del miglioramento dei servizi offerti in termini di efficacia ed efficienza, ha portato all’affermarsi del manager della formazione
Formazione tradizionale e e-learning I processi di apprendimento sono diventati più complessi a causa del sorgere di nuove tecnologie, in particolare Internet. Le possibilità di apprendimento collaborativo aperto e flessibile ha risvegliato l'interesse dei docenti e ricercatori a indagare e comprendere le condizioni e le caratteristiche che i nuovi metodi di apprendimento possono contribuire. Se come docenti possiamo essere soddisfatti circa le possibilità di un cambiamento pedagogico che l'e-learning può portare, non dobbiamo smettere di interrogarci sulla qualità di questi processi di istruzione e di apprendimento. Questo documento analizza i processi di comunicazione e didattica innovativa. Abbiamo pensato a un sistema di categorie che consente l'analisi dell'interazione didattica. E' importante sapere che gli elementi di comunicazione sociale, cognitiva e didattica saranno il nuovo sviluppo dell'apprendimento in ambienti virtuali in modo sempre più efficace. Le nuove forme di comunicazione che coinvolgono la telematica sono una grande sfida, quando concettualizzare ciò che è stato tradizionalmente inteso come comunicazione in materia di istruzione. Uno dei temi più prolifici nella letteratura recente sulla comunicazione del contesto educativo, riguarda l'uso didattico delle nuove tecnologie e quindi non sorprende che una revisione della bibliografia specializzata, rivela molti riferimenti alla concetto di Computer Mediated Communication. Nella progettazione del formato didattico, assumono grande rilevanza le decisioni relative alla definizione degli obiettivi didattici e dei relativi approcci metodologici, alla progettazione delle attività, dei contenuti e delle attività di valutazione. Sono da includere in questa categoria l’organizzazione dei discenti e la definizione delle figure professionali coinvolte nell’erogazione.
Gli obiettivi didattici devono essere specificati chiaramente e resi noti a tutto il gruppo di progetto. Il formato didattico viene progettato, di conseguenza, grazie ai dati raccolti durante lo studio di fattibilità, alle caratteristiche degli utenti e ai vincoli definiti a priori, descritti nel documento di avvio del progetto.
Gli obiettivi possono essere descritti a seconda della modalità più appropriata al contesto.
Una modalità molto diffusa è relativa alla tipica tassonomia “sapere, saper fare, saper essere”.
Un’altra modalità, invece, è legata all’identificazione degli obiettivi generali complessivi del corso, quindi degli obiettivi specifici dei singoli insegnamenti e, infine, degli obiettivi trasversali. Tale classificazione è basata, quindi, sulla tipologia di competenze da acquisire:
Cambiare il modo in cui si insegna rafforzando la propria leadership educativa significa diventare PARTNER degli studenti.
Active learning, collaborative learning, student-centered learning, learning by doing sono solo alcune delle strategie che i docenti possono attuare.
Soprattutto, però, è importante adottare un diverso modo di vedere se stessi come insegnanti in rapporto agli allievi, lasciandoli liberi di fare ciò che fanno bene: usare le tecnologie, ricercare e individuare contenuti, ideare e creare.
Lezione di aggiornamento sulla valutazione degli apprendimenti . nuovo sistema scolastico – INVALSI – indagine OCSE –PISA” tenuta il 13 Novembre 2009 all'ISIS O.Romero di Albino dal prof. Damiano Previtali.
Conclusione - Tesi sperimentale IL PROCESSO FORMATIVO E IL BILANCIO SOCIALECorrado Izzo
per sviluppare le prospettive del Bilancio sociale occorre innanzitutto innalzare i livelli di consapevolezza individuale e di gruppo circa la valorizzazione del capitale umano e la rendicontazione sociale.
Sarà necessario stimolare e verificare la capacità da parte dell’intero sistema educazione/istruzione di promuovere, sostenere e controllare (in ottica formativa) i connessi e propedeutici processi di crescita umana e professionale, soprattutto dei dirigenti scolastici, che così come ricordato da J. Delors, esercitano un ruolo fondamentale per ottenere importanti miglioramenti nella qualità della scuola.
Nell’ambito di tale processo bisognerà, infine, interrogarsi su alcune criticità emerse nel corso della ricerca che investono i livelli decisionali superiori.
I nodi problematici, secondo chi scrive, sono i seguenti:
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INDIRE - Antonella Turchi, Il miglioramento: verso una progettazione condivisa
1.
2. Il miglioramento:
verso una progettazione condivisa
“Creatività e culture per il miglioramento delle
comunità scolastiche"Palermo, 30 maggio 2018
3. Il quadro di riferimento della
(ri-)progettazione del modello
La scuola come organizzazione che apprende e
come organizzazione per l’apprendimento
«A school as a learning organization has the capacity
to change and adapt routinely to new environments
and circumstances as its members, individually and
together,
learn their way to realising their vision» (Kools Stoll,
2016)
4. «What makes a school a learning
organisation?»(OECD, 2016)
5. La scuola come organizzazione che apprende si
caratterizza per la capacità di:
1) sviluppare e condividere una vision focalizzata sull’apprendimento di
tutti e di ciascuno (equità ed eccellenza);
2) creare e sostenere opportunità di formazione continua per tutto il
personale scolastico;
3) promuovere occasioni di apprendimento e collaborazione tra il
personale scolastico
4) promuovere una cultura della ricerca, dell’innovazione e del sapere
scientifico
5) creare un sistema integrato di knowledge management
6) creare collegamenti e sinergie con il territorio e con
7) il più ampio sistema educativo
8) identificare e sostenere un modello di leadership
condivisa per l’apprendimento
6. Sviluppare e condividere
una vision focalizzata
sull’apprendimento
di tutti e di ciascuno
(qualità ed equità)
Il fine ultimo della scuola è quello di migliorare l’esperienza
di apprendimento e gli esiti di tutti gli studenti,
considerando un ampio range di esiti non solo cognitivi ma
anche sociali ed emotivi. Questa vision orienta
l’insegnamento e l’apprendimento ed è condivisa da tutto
il personale scolastico.
7. Promuovere una cultura
della ricerca e
dell’innovazione
La scuola sostiene iniziative di sperimentazione e
innovazione delle pratiche didattiche considerando
problematiche ed errori come occasioni di apprendimento.
La riflessione sulle pratiche professionali è alla base di
ogni percorso di miglioramento, sia individuale che collettivo e il
docente non è più isolato nella propria classe ma partecipa con
regolarità a momenti di confronto, condivisione e scambio di
esperienze.
La scuola diventa laboratorio permanente di ricerca-
azione
8. Creare e sostenere
opportunità di formazione
continua per tutto
il personale
Tutto il personale scolastico – docenti, dirigenti, personale tecnico e
amministrativo – è regolarmente coinvolto in percorsi di sviluppo
professionale.
Forme di accompagnamento da parte dei colleghi esperti
(mentoring/coaching) sono previste anche oltre la formazione iniziale
dei neoassunti. La formazione deve connettere fortemente il lavoro in
classe con la formazione accademica o extra-scuola e deve essere
monitorata prevedendo regolari momenti di valutazione e feedback.
La scuola promuove e supporta lo sviluppo professionale assicurando
tempo e risorse adeguate.
9. Promuovere occasioni di
apprendimento e
collaborazione
tra il personale scolastico
Tutto Il personale scolastico lavora insieme come una squadra,
vengono dedicati tempo e risorse adeguate per supportare il
lavoro collaborativo e l’apprendimento collettivo e lo scambio
di consigli o consulenze è prassi regolare.
La fiducia ed il rispetto reciproco sono valori centrali, il
personale riflette insieme sui risultati del proprio processo di
apprendimento, si incontra regolarmente per condividere
difficoltà e problematiche e trovare, attraverso il confronto, le
strategie risolutive più efficaci.
10. Creare un sistema integrato
di knowledge management
Il piano di miglioramento della scuola è basato sulla lettura e l’analisi di
dati e su percorsi condivisi di autovalutazione e viene regolarmente
aggiornato.
Le buone pratiche (ma anche le esperienze negative) vengono raccolte e
rese disponibili per l’analisi e lo studio da parte di tutto il personale.
Vengono utilizzati strumenti e risorse per garantire il dialogo e lo
scambio di informazioni, vengono raccolti e analizzati dati da più fonti
e la scuola con regolarità verifica l’andamento dello sviluppo
professionale del personale e l’impatto delle azioni di miglioramento
intraprese, riprogettandole ove necessario.
11. Creare collegamenti e
sinergie con il territorio e
con il più ampio sistema
educativo
La scuola cura i rapporti con il territorio in modo da essere in grado di
rispondere prontamente e in maniera adeguata alle esigenze della
comunità in cui è inserita.
La scuola è un sistema aperto che favorisce e gestisce le
collaborazioni con l’esterno in modo che diventino occasioni reciproche
di scambio e apprendimento, con le famiglie in quanto partner
essenziale nel processo educativo, con altre scuole e con i livelli
superiori del sistema educativo (università, enti locali) in modo da
garantire uno sviluppo coerente di conoscenze e competenze su temi e
ed emergenze educative.
Pensare olisticamente al benessere degli studenti significa coordinare
gli sforzi e gli interventi per il raggiungimento di obiettivi comuni.
12. Identificare e sostenere
un modello di leadership
condivisa
per l’apprendimento
La scuola sostiene un modello di leadership per l’apprendimento
e la distribuzione della leadership a vari livelli; il dirigente e i
diversi responsabili intermedi sono agenti proattivi di
cambiamento e devono assicurare il ciclo virtuoso di
apprendimento, cambiamento, innovazione.
Il Dirigente e lo staff agiscono in modo che la vision, gli obiettivi ed i
valori della scuola siano condivisi a tutti i livelli e che le azioni di
miglioramento si sviluppino in maniera coerente, in quanto figure
responsabili di tradurre la vision in strategie operative.
13. Cosa caratterizza un buon
processo di miglioramento?
1) Condivisione progettuale/capacità di motivare/
coinvolgimento
• punto di partenza (criticità/punti di forza/
«causa radice»)
• processo
• comunicazione dello stato di avanzamento del
processo
• diffusione dei risultati in itinere e finali tra tutti
gli stakeholder
2) Chiarezza e semplicità
14. Cosa caratterizza un buon
processo di miglioramento?
3) Coerenza tra linee strategiche e azioni
programmate
4) Fattibilità dell’obiettivo di processo individuato e
risorse umane e finanziarie disponibili
5) Innovazione metodologica
6) Presenza di indicatori di risultato misurabili
7) Monitoraggio
8) Gradualità/ciclo continuo della misurazione e degli
eventuali correttivi
9) Sistematicità della verifica dell’impatto sulla scuola
15. Cosa caratterizza un buon
Piano di Miglioramento?
1) Stesura di Linee guida per la condivisione della
struttura e del lessico del PdM
2) Presenza di un quadro sinottico/mappa «ponte» tra
RAV-PTOF-PdM
3) Individuazione e definizione della priorità
strategiche
4) Individuazione e definizione di obiettivi di processo
congruenti con le priorità
5) Riflessione sulla «causa radice» per rivolgere
l’attenzione non solo agli esiti, ma anche ai processi
che portano al miglioramento degli esiti
6) Analisi di fattibilità degli obiettivi di processo
individuati in termini di risorse umane e finanziarie
16. Cosa caratterizza un buon
Piano di Miglioramento?
7) Declinazione delle priorità e degli obiettivi in azioni
coerenti e fattibili
6) Osservabilità e misurabilità degli effetti delle azioni
previste (indicatori di processo)
7) Monitoraggio periodico delle azioni, con indicazioni
di metodo (questionari, focus group, raccolta dati,…),
che favorisca la riflessione, la valutazione e
l’eventuale riprogettazione
17. Cosa caratterizza un buon
Piano di Miglioramento?
8) Pianificazione articolata
- GANTT
- definizione dei tempi di
attuazione/Cronoprogramma
- matrice di responsabilità (chi fa cosa)
9) Monitoraggio e valutazione annuale e triennale del
PdM, in termini di risultati attesi, attraverso
l’esplicitazione di indicatori e di modalità di
rilevazione (tempi, strumenti,…)
10) Riflessione sul consolidamento/mantenimento
11) Piattaforma agile