1. agata gueli - profagatagueli@alice.it1
2015
TERZA PARTE
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DAL CURRICOLO
http://www.indicazioninazionali.it/J/
AL
CROSSCURRICOLO
3. La disciplina è una categoria
organizzatrice in seno alla conoscenza
scientifica: vi istituisce la divisione e la
specializzazione del lavoro e risponde
alla diversità dei domini delle scienze.
(…)
(E. Morin, La testa ben fatta, Cortina 2000,)
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Sul terreno pratico e operativo, come sviluppare
competenze a scuola?
Quale rapporto tra le discipline?
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Quali saperi disciplinari e quali i criteri per selezionarli
sono le questioni cruciali che il docente di ogni disciplina deve
sciogliere perché il Consiglio di classe possa costruire il Progetto
didattico per competenze, un vero e proprio Curricolo
trasversale
Le azioni da compiere potrebbero essere le seguenti:
1. Il docente riconosce le aree di competenza e seleziona
allo scopo i saperi essenziali della disciplina,
rispettandone i vincoli di scientificità
2. Il docente identifica i processi cognitivi, le abilità che quei
saperi essenziali mobilitano
3. Il docente costruisce esperienze didattiche (compito)
che consentano di andare oltre l’ambito disciplinare in
senso stretto
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Valore aggiunto formativo delle discipline
È il risultato che si ottiene quando una
disciplina sedimenta in chi apprende
competenze che può spendere per risolvere
problemi che esulano dalla disciplina stessa.
Questo, e solo questo, se esplicitato nel
Curricolo trasversale (crosscurricolo) e
documentato dai docenti, carica di senso il
lavoro del Consiglio di Classe
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Crosscurricolo
complesso di conoscenze, abilità e atteggiamenti
non direttamente esplicitati nei curricoli formali, che
la scuola contribuisce comunque a formare e
promuovere.
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Crosscurricolo
Implica una
relazione con
Competenze
chiave
riguarda
Il Consiglio di classe,
luogo di incontro di
tutti i gruppi
disciplinari
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L’architettura della
progettazione
didattica
10. Preparare uno schema obbliga ad una riflessione
sulla classe oggetto dell’intervento, sui contenuti da
porgere e sulle motivazioni della scelta, sulle
modalità dell’insegnamento di quella frazione di
disciplina che si andrà ad incasellare tra un prima
acquisito e un dopo da costruire, anche alla luce
delle risultanze del frammento dell’oggi
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Perché progettare
una unità didattica
di apprendimento
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11. Non si può ignorare tutto ciò che è
propedeutico alla lezione, alla sua
preparazione, poiché essa non è che l’ultimo
anello di una catena che parte dalla
conoscenza innanzitutto della disciplina, della
sua epistemologia, dalle indicazioni nazionali
ad essa relative, dal numero di ore a
disposizione nelle diverse tipologie di scuola.
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12. Solo una ragionata costruzione di unità
didattiche rende possibile agire il curricolo in
classe e monitorare gli apprendimenti,
obiettivo dopo obiettivo.
Monitorare è valutare gli obiettivi di
apprendimento all’interno del processo di
apprendimento, allo scopo di rendere
possibile ogni azione volta a condurre tutti gli
studenti dentro la competenza
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“… chi era senza basi, lento o svogliato si sentiva il
preferito. Veniva accolto come voi accogliete il primo
della classe. Sembrava che la scuola fosse tutta solo
per lui. Finché non aveva capito, gli altri non
andavano avanti. “
“… se si perde loro (i lenti, gli svogliati n.d.r.)
la scuola non è più scuola. È un ospedale
che cura i sani e respinge i malati . “
da
SCUOLA DI BARBIANA
LETTERA A UNA PROFESSORESSA
1967
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Rileggere alcune pagine della Scuola di Barbiana,
oggi, significa immettersi in uno scenario nel quale la
scuola deve essere considerata un presidio di
democrazia autentica.
Come tale deve garantire a tutti (NON UNO DI MENO)
pari opportunità di crescita formativa, di acquisizione di
competenza di cittadinanza attiva.
Deve rendere tutti “sovrani” , come scrivono ancora i
ragazzi di Barbiana, capaci cioè di esprimere in piena
autonomia la propria volontà nella società.
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Una scuola presidio
di democrazia
Una scuola presidio di equità, che
si esprime nel passaggio dalla
Quantità
alla
Qualità
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SCUOLA
EQUA
INSEGNAMENTO
EFFICACE
LIVELLI DI APPRENDIMENTO DI
MISURA, ALMENO, PARI AI LIVELLI
BASE DELLE COMPETENZE
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Progettare e valutare il curricolo:
due aspetti fortemente interconnessi, perché valutare
vuol dire controllare gli apprendimenti che gli studenti
acquisiscono per riflettere sulle modalità d’insegnamento e
sulla validità dei materiali proposti.
“La valutazione precede, accompagna e segue i percorsi
curriculari” ( Indicazioni 2007 e 2012)
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Valutare e
certificare le
competenze
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Il profilo atteso di
competenza
Progetto didattico
del curricolo per
competenze
orienta
determina
ed è determinato
dalla
Valutazione di
processo
Verifiche finali di
ogni UDA
generata da
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UN ESEMPIO di
VALUTAZIONE DI
PROCESSO
IL DIARIO DEGLI
APPRENDIMENTI
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VALUTAZIONE DEGLI
APPRENDIMENTI
ricerca di informazioni su tutte le componenti della
Educazione, guidata dalla necessità di assumere decisioni
educative finalizzate a ben calibrare le ulteriori
esperienze degli alunni e a promuovere conoscenze,
competenze e atteggiamenti indicati dai curriculi.
(Costa e Visalberghi, 1995)
COME
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PER
FORNIRE AGLI STUDENTI UN FEEDBACK DEI PROGRESSI
MISURARE GLI APPRENDIMENTI
FORNIRE INDICATORI DI EFFICACIA DELL’INSEGNAMENTO
REGOLARE E ADEGUARE I PROCESSI DIDATTICI
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SOMMATIVO
interviene alla fine di un
percorso didattico e ha il
compito di offrire un bilancio
consuntivo dei processi di
insegnamento/apprendimento
•Documenta in itinere le eventuali
difficoltà di apprendimento e i punti di
forza e di debolezza del nostro
intervento didattico
• Svolge una funzione regolativa su
tutte le variabili che incidono sui
processi di apprendimento
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Valutazione
formativa
Valuta il
processo, non il
prodotto
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Gli aspetti della Valutazione formativa
È organica e intrinseca all’insegnamento e
apprendimento
Tiene conto del sapere, del saper fare, degli
atteggiamenti, della disposizione ad apprendere, della
capacità di lavorare con gli altri
Si basa su dati di processo
Pone l’accento sui punti di forza
Fa dell’errore una risorsa
Interagisce con l’alunno
Ricade sulla pratica didattica e la rimodula, se
necessario
È controllata dall’interno: dall’insegnante e dagli alunni
(dal Dossier di Insegnare, a cura di M. Ambel e F. Fabiani, Quando la valutazione è ricerca, 2008)
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Le dimensioni della
Valutazione formativa
AUTENTICA
DINAMICA
QUALITATIVA
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VALUTARE
OSSERVARE
VERIFICARE
CERTIFICARE
PRODOTTO MISURAZIONE
PROCESSO DOCUMENTAZIONE
PROFILO DI
COMPETENZA
AUTOVALUTAZIONE
SOGGETTO
RIFLESSIONE
METACOGNITIVA
M. Ambel, CIDI 2009
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VALUTARE GLI APPRENDIMENTI
Diverse ricerche hanno accentuato l'importanza del ruolo
dell'insegnante nella valutazione scolastica quotidiana e
l'impatto positivamente formativo che un feedback
dell'insegnante di buona qualità può avere
sull'apprendimento degli alunni. La tesi è che le insegnanti si
trovano nella posizione più adatta sia per raccogliere
informazioni sui loro studenti nel lungo periodo sia per farne
un buon uso nel fornire feedback. Di conseguenza, i nuovi
metodi di valutazione possono essere usati non solo per
misurare i risultati dell'apprendimento con maggiore validità,
ma anche per promuovere l'apprendimento .
(Torrance e Pryor 1998 – Materiali Poseidon).
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Un vero viaggio di scoperta non è
cercare nuove terre, ma avere un
occhio nuovo
Marcel Proust