2. LA VITA
Aristotele è il più grande allievo di Platone, la sua filosofia parte
dalla critica del mondo Platonico delle idee.
Aristotele nasce nel 354 a Stagira (Grecia), suo padre era medico
del re Aminta di Macedonia, rimane alla sua corte fino ai 18 anni
quando andrà ad Atene dove incontrerà Platone e frequenterà la
sua accademia. Quando Platone muore nel 347 Aristotele va via
da Atene e viene chiamato dal re Filippo di Macedonia per
educare suo figlio, il futuro Alessandro Magno, starà con lui fino
alla sua salita al trono per poi tornare ad Atene. Ad Atene
Aristotele prenderà in affitto alcuni edifici posti vicino al tempio
di Apollo Licio, da qui il nome della sua scuola: Liceo. Quando
Alessandro Magno muore nel 323 ad Atene scoppia una reazione
antimacedone, Aristotele viene accusato di essere il suo maestro
e successivamente esiliato. Morirà nel 322 in Turchia. Alla guida
del Liceo lascerà un suo allievo, Teofrasto.
3. LE OPERE
Tutte le opere di Aristotele si dividono in due gruppi:
• ESSOTERICHE: opere dialogate destinate al grosso
pubblico (andate perdute).
• ESOTERICHE: opere non destinate al pubblico, ed erano la
base della sua attività didattica (raggruppate e pubblicate
da Andronico di Rodi).
Metafisica: Andronico aveva trovato su di uno scaffale, di
fianco a quelli di fisica, degli scritti di Aristotele sulla realtà
soprasensibile; da qui il nome di METAFISICA.
4. Tutte le opere di Aristotele hanno un senso unitario in cui sono
presenti punti di accordo e disaccordo fra lui e Platone:
Aristotele nega l'esistenza del mondo delle idee e il principio
dell'Uno, è d'accordo sull'esistenza di una realtà soprasensibile
ma non è quella in quando le idee di Platone sono trascendenti e
soprasensibili, non possono essere la causa nè dell'esistenza nè
della conoscenza del sensibile. Secondo lui la causa della cose è
nelle cose stesse.
Aristotele non parla di una componente religiosa nelle sue opere.
Aristotele fa discorsi settoriali non come Platone che nella sua
filosofia fa una ricerca continua.
5. LA METAFISICA
Aristotele afferma che l'uomo a differenza degli animali e
capace di stupirsi delle cose domandandosene il
motivo. Chiedersi il perché delle cose e cercarne le
cause della scienza. Ci sono 3 tipo di scienza:
Scienze poietiche, ovvero le scienze che ricerca lil
sapere al fine di produrre oggetti.
Scienze pratiche, etica e morale, le scienze che
ricercano il bene della comunità.
Scienze teoretiche, le scienze che ricercano il sapere
fine a se stesso. Sono scienze più alte Quest'ultime
sono infinite e finiranno solo quando non ci saranno
più domande. Per parlare di metafisica, Aristotele
parlava di filosofia prima per poi arrivare alla filosofia
seconda.
6. Aristotele dà 4 definizioni della metafisica:
è una eziologia, ovvero la ricerca delle cause ultime e
dei principi primi della realtà
è una ontologia, cioè è la scienza dell'essere e dei
significati fondamentali;
è una usiologia, cioè la scienza della sostanza;
è una teologia, cioè la scienza che indaga Dio.
7. PERCHE' E' UN'EZIOLOGIA: Aristotele pensava che esistessero due gruppi
di cause prossime (cioè vicine a noi) che spiegano tutta la realtà e cioè:
cause materiali (struttura delle cose) e cause formali (la forma delle cose);
cause efficienti (da dove vengono le cose) e cause finali (perchè le cose
sono e divengono).
PERCHE' E' UN'ONTOLOGIA: secondo Aristotele esistevano vari modi di
intendere una parola:
• univoca, cioè con un solo significato;
• polivoca, cioè con tanti significati ma con un denominatore comune
• equivoca, cioè con tanti significati diversi
Aristotele intendeva la parola ESSERE in senso polivoco (a differenza di
Platone che la intendeva in modo equivoco), infatti i significati di essere
hanno come denominatore comune la parola ''sostanza''
8. La parola ESSERE quindi ha tanti significati:
1. ESSERE DELLE CATEGORIE. Le categorie sono i modi con cui noi
pensiamo e che costituiscono tutta la realtà; sono 9+1 perché la
''sostanza'' è una categoria a parte da cui derivano le altre nove. Le nove
categorie sono: qualità, quantità, modo, relazione, dove, quando, agire,
patire, avere.
2. ESSERE ACCIDENTALE. Cioè che potrebbe essere ma che potrebbe
anche non essere. Esempio: un corpo deve occupare uno spazio, quale è
accidentale
3. ESSERE COME VERO E COME FALSO. E' un tipo di essere legato al
linguaggio
4. ESSERE COME ATTO E COME POTENZA. ''Atto'' e ''potenza'' sono due
modi opposti di essere, infatti ciò che è in potenza non può essere in atto
allo stesso momento. Esempio: un seme di grano in atto è un seme di
grano, ma in potenza è una spiga
Gli ultimi 3 i significati della parola essere si rifanno al primo, cioè
ESSERE DELLE CATEGORIE, e a loro volta tutte le categorie si rifanno
alla sostanza: la sostanza è l'origine di tutte le cose.
9. PERCHÉ È UN’USIOLOGIA: Aristotele si chiede se “sostanza”
è materia, forma o sinolo delle cose.
SINOLO: unione di forma e materia
Aristotele dice che:
La sostanza è ciò che sussiste indipendentemente da
altro;
La sostanza è qualcosa di determinato, mai astratto;
La sostanza è qualcosa di intrinsecamente unitario,
non un insieme di parti.
Quindi, la materia per lui non è sostanza (perché non è
unitaria), ma lui chiama “sostanza” la forma e il
sinolo.
10. FORMA: la struttura interna delle cose.
Per Aristotele la causa dell’esistenza delle cose non sono le
Idee di Platone (trascendenti), ma le forme immanenti delle
cose.
MATERIA: potenza, cioè capacità di ricevere qualunque
forma.
Aristotele dice che forma= atto perché l’atto è il fine o la
condizione di qualsiasi ente attualmente esistente. La
teoria dell’atto e della potenza gli serve per spiegare il
divenire e il rapporto tra sensibile e soprasensibile.
11. PERCHÉ È UNA TEOLOGIA: Aristotele si chiede se esistono le
sostanze soprasensibili. Lui dice che in generale ci sono 3 tipi di
sostanze:
Sostanze sensibili e corruttibili, cioè le cose materiali;
Sostanze sensibili non corruttibili, cioè cielo, pianeti, stelle fatte
di etere (materia incorruttibile), tempo e movimento nello spazio.
Per lui il tempo riguarda l’esperienza, ma è eterno, quindi
incorruttibile;
Sostanze né sensibili né corruttibili, cioè le sostanze
soprasensibili (Dio).
12. ESISTENZA DI DIO
Essa viene dimostrata con la considerazione del tempo e del divenire.
Aristotele, quando dice che il tempo è eterno, presuppone che il
tempo abbia una causa prima eterno, e questa causa è Dio.
Aristotele dice inoltre che il divenire è fatto da atto e potenza,
quindi ci deve essere qualcosa di immobile che fermi i passaggi di
atto e potenza e causi il movimento di tutte le cose (Dio).
Dio quindi è il primo motore immobile e atto puro. Tutto l’universo,
per Aristotele, si muove perché è attratto da Dio (che è la causa
finale); secondo il filosofo non è stato Dio ad aver creato il mondo
perché entrambi sono eterni, Dio è pensiero di pensiero, cioè è la
suprema intelligenza contemplativa che pensa solo a se stessa
(pensa da sola).
Aristotele quindi dice che esistono le sostanze soprasensibili, che
sono:
• Dio;
• Cielo delle stelle fisse, il primo che muove direttamente Dio;
• Motori intelligenti, che muovono tutti i 55 cieli dell’universo. Essi
sono 55, eterni e non creati da Dio.
13. LA LOGICA DI ARISTOTELE
Il terzo significato di essere è "essere come vero e come
falso" ma le cose non sono vere i false, mentre il
linguaggio si. La logica studia le regole di trasformazione
del linguaggio dimostrativo, cioè come il nostro pensiero
si manifesta nel linguaggio.
Aristotele chiama la sua logica analitica, cioè la dottrina
del sillogismo: noi ragioniamo commettendo tra di loro
sei giudizi, e il sillogismo è il ragionamento perfetto in
cui vengono dati tre giudizi delle quali le prime due sono
chiamate premesse con una terza conclusione.
14. ESEMPIO PERFETTO
- Se tutti gli uomini sono mortali
- E se Socrate è un uomo
- Allora Socrate è mortale
Il termine che compare in tutte le due frasi viene chiamato
termine medio.
Oppure...
- Se ogni animale è mortale
- E se ogni uomo è animale
- Allora ogni uomo è mortale.
15. SILLOGISMO NON FUNZIONANTE
Il sillogismo in forma negativa funziona solo se la premessa
maggiore è negativa, se lo è quella minore il sillogismo
non funzionerebbe
1. Ogni uomo è mortale
2. Nessun cavallo è un uomo
3. Nessun cavallo è mortale
Un sillogismo è perfetto solo se il termine medio compare
una volta come soggetto e una volta come predicato.
16. I sillogismi imperfetti sono di due tipi:
a) di seconda figura: il termine medio compare due volte
come predicato;
b) di terza figura: il termine medio compare in entrambe le
premesse come soggetto;
Esiste anche un altro tipo di sillogismo che è vero
relativamente al contenuto, quindi parte da premesse vere
e arriva a vere conclusioni: queste sono le vere
dimostrazioni scientifiche.
17. Il sillogismo quindi è una deduzione che parte da verità
universali e arriva a verità particolari. Ma Aristotele si
chiede come si fa a cogliere le prime verità universali,
queste verità sono volte per intuizione e non hanno
bisogno di dimostrazioni. In particolare esiste un primo
principio alla base del ragionamento che si chiama
principio di non contraddizione.
Aristotele dice che è impossibile dimostrare il principio di
non contraddizione perché se lo potesse dimostrare non
sarebbe il primo. Anche chi afferma l'invalidità di questo
principio lo sta usando perché afferma una negazione.
18. Al principio di non contraddizione è legato il principio del terzo
escluso che dice che tra due termini contrari non ce ne può essere
uno in mezzo.
Per Aristotele pensiero e realtà sono la stessa cosa, tra le due c'è una
piena identità: se spezzettiamo una frase nei suoi singoli elementi
ogni elemento della frase è riconducibile a una delle categorie della
metafisica.
Categorie: i generi (o leggi) supremi della metafisica e in quanto tali
governano la realtà; inoltre le categorie sono le leggi supreme della
logica e in quanto tali ciò che governa il nostro pensiero .
Verità: perfetta corrispondenza del linguaggio alla realtà delle cose.
Per Aristotele le categorie sono indefinibili perché troppo generali.
Definire: riportare un soggetto ad alcune classi che lo spieghino:
per definire qualcosa lo si deve riportare al suo genere prossimo e
la sua differenza specifica.
19. Secondo Aristotele né le definizioni né i singoli termini di
una frase non sono veri o falsi perché, la verità e la
falsità nascono solo dai giudizi. Un giudizio è vero
quando in esso si uniscono due termini che nella nostra
realtà sono uniti o si dividono due termini davvero divisi.
Aristotele fa una classificazione dei giudizi sulla base
dell'estensione del soggetto di una frase, cioè quanto un
termine è generale cioè tutti i dati dell'esperienza che un
certo termine comprende.
20. Ci sono quattro giudizi secondo l'estensione:
1) Giudizi universali affermativi.
Es. Tutti gli uomini sono bianchi.
2) Giudizi universali negativi.
Es. Nessun uomo è bianco.
3) Giudizio particolare negativo.
Es. Qualche uomo non è bianco.
4) Giudizio particolare affermativo.
Es. Qualche uomo è bianco.
21. LA PSICOLOGIA
Con questa Aristotele rileva la differenza tra gli esseri animati e
inanimati. Gli esseri animati sono caratterizzati dall'anima (che lui
definisce la forma che fa essere il corpo ciò che deve essere).
Aristotele trova tre parti dell'anima osservando gli esseri animati:
di carattere vegetativo, cioè nascita, crescita e riproduzione. Carattere
tipico delle piante.
di carattere sensitivo-motorio, cioè le sensazioni e i movimenti. Gli
animali possiedono entrambi i caratteri appena descritti.
di carattere razionale, cioè il pensiero. Gli uomini sono gli unici ad
avere tutte e tre le caratteristiche.
Per spiegarsi come funziona l'intelletto umano, Aristotele, si rifà alla
teoria di atto e potenza, cioè l'uomo è potenzialmente capace di
conoscere tutto (soprattutto la forma delle cose), egli chiama questa
capacità dell'uomo INTELLETTO POSSIBILE.
22. L’ETICA
Dopo le scienze teoretiche (psicologia) c'erano le
scienze pratiche: la politica e l'etica. Secondo
Aristotele ciò che muove il nostro agire è il
desiderio di essere felici.
FELICITÀ: non è nè il bene nè l'onore come
pensano gli uomini, ma per Aristotele la felicità
è la razionalità.
23. Secondo Aristotele c'erano diverse forme di virtù:
Etiche, proprie della nostra parte sensitiva, e
sono quelle che ci indicano come comportarci
nella vita. La virtù etica per eccellenza è la
giustizia, cioè saper scegliere il giusto mezzo tra
due comportamenti eccessivi.
Dianoetiche, proprie della nostra ragione. La
sapienza è la virtù dianoetica per eccellenza; per
Aristotele l'uomo sapiente è l'uomo metafisico,
cioè che conosce tutte le cose.
24. L’ARTE
La riflessione del filosofo sull'arte è contenuta in
un'opera chiamata "La Poetica". Aristotele dice
che l'arte è imitazione, ma che non si limita solo
a quello, bensì la rappresenta dandole una
nuova dimensione. Il filosofo esalta soprattutto
l'aspetto catartico (purificatore) dell'arte,
prendendo in esempio la tragedia e la
commedia, dicendo che sono catartiche perchè
gli spettatori si immedesimano nei personaggi e
così liberano tutte le loro passioni più forti, e
quindi si sfogano.