Le bocce uno sport per tutte le abilità e tutte le cultureBocceinToscana
Dott. Maria Claudia Cavaliere intervento al corso "Le bocce uno sport per tutte le abilità e tutte le culture" di FIB Toscana, Assessorato allo Sport del Comune di Prato e UST Educazione Fisica di Prato.
Didattica inclusiva nel gioco delle bocce
Dinamiche di gruppo
Strumenti per lavorare con le diverse abilità e le diverse culture (la classe che gioca tutta insieme)
Cosa serve per raggiungere una buona performance sportiva?
Sempre più spesso l'esigenza delle organizzazioni sportive (Federazioni, Società, Associazioni) è quella di affinare i metodi di allenamento per raggiungere dei risultati in gara. Ma, a volte, questa necessità si scontra con i bisogni e i diritti degli atleti. Conoscere la motivazione delle persone è di sicuro il primo passo per impostare un programma di Mental Training adeguato e corretto.
Definire gli obiettivi (goal setting), regolare l'attenzione e ristrutturare le cognizioni (self talk) sono alcune delle tecniche dirette a innescare un circolo virtuoso in favore della self efficacy dell'atleta.
Customizzare la preparazione mentale sulla base delle caratteristiche e delle necessità dell'atleta o dell'intera squadra è una delle azioni essenziali che un professionista deve garantire sul campo.
Cosa intendiamo quando parliamo di competenza sportiva? È così rilevante, oggi, creare comunità sportive competenti? Che differenza c'è tra attitudini, capacità e abilità?
Da quale profilo possiamo partire per individuare la qualità della prestazione di un allenatore?
L'Intervento del Coach Motivazionale Giancarlo Fornei al Corso organizzato da...Giancarlo Fornei
L'allenamento mentale nello sport - queste sono le slide relative all'intervento del Coach Motivazionale Giancarlo Fornei al Corso organizzato dal Coni Massa Carrara il 29 Novembre 2014 (mental coaching sportivo)....
Insegnare il minibasket
Maurizio Cremonini - Lucio Bortolussi - Roberta Regis
ANNO EDIZIONE: 2016
GENERE: Libro
CATEGORIE: Basket
ISBN: 9788860284624
PAGINE: 392
http://www.calzetti-mariucci.it/shop/prodotti/insegnare-il-minibasket-libro-cremonini-bertolussi-regis
L’offerta didattica che sta alla base di questo lavoro - realizzato dallo Staff Nazionale Minibasket e Scuola della Federazione Italiana Pallacanestro – è imperniata su un modello che ha nella programmazione delle conoscenze, delle abilità e delle competenze, il proprio quadro culturale di riferimento, ed è con tale prospettiva che sono state definite le linee guida, gli ambiti di riferimento e i quadri di attività dei bambini nelle diverse fasce di età o di esperienza, cercando di declinare per ciascun elemento le attenzioni dovute in termini di gradualità e progressività.
Il manuale si suddivide in una parte teorica (capitoli 1-8), in cui sono definiti i diversi ambiti della proposta didattica, con mappe concettuali di riepilogo e una sezione di verifica per l’istruttore) e una parte pratica (capitoli 9-12), all’interno della quale vengono proposti numerosi giochi ed esercitazioni pratiche in cui sono specificati: fascia d’età dei bambini, caratteristiche del gioco/esercitazione, obiettivi per ciascun ambito di riferimento, varianti esecutive, attenzioni didattiche per l’istruttore. Ogni esercizio è corredato da uno schema grafico che ne rende agevole la comprensione e per alcuni di essi è previsto il rimando a video esemplificativi della sequenza allenante proposta, tramite codice QR Code.
Le bocce uno sport per tutte le abilità e tutte le cultureBocceinToscana
Dott. Maria Claudia Cavaliere intervento al corso "Le bocce uno sport per tutte le abilità e tutte le culture" di FIB Toscana, Assessorato allo Sport del Comune di Prato e UST Educazione Fisica di Prato.
Didattica inclusiva nel gioco delle bocce
Dinamiche di gruppo
Strumenti per lavorare con le diverse abilità e le diverse culture (la classe che gioca tutta insieme)
Cosa serve per raggiungere una buona performance sportiva?
Sempre più spesso l'esigenza delle organizzazioni sportive (Federazioni, Società, Associazioni) è quella di affinare i metodi di allenamento per raggiungere dei risultati in gara. Ma, a volte, questa necessità si scontra con i bisogni e i diritti degli atleti. Conoscere la motivazione delle persone è di sicuro il primo passo per impostare un programma di Mental Training adeguato e corretto.
Definire gli obiettivi (goal setting), regolare l'attenzione e ristrutturare le cognizioni (self talk) sono alcune delle tecniche dirette a innescare un circolo virtuoso in favore della self efficacy dell'atleta.
Customizzare la preparazione mentale sulla base delle caratteristiche e delle necessità dell'atleta o dell'intera squadra è una delle azioni essenziali che un professionista deve garantire sul campo.
Cosa intendiamo quando parliamo di competenza sportiva? È così rilevante, oggi, creare comunità sportive competenti? Che differenza c'è tra attitudini, capacità e abilità?
Da quale profilo possiamo partire per individuare la qualità della prestazione di un allenatore?
L'Intervento del Coach Motivazionale Giancarlo Fornei al Corso organizzato da...Giancarlo Fornei
L'allenamento mentale nello sport - queste sono le slide relative all'intervento del Coach Motivazionale Giancarlo Fornei al Corso organizzato dal Coni Massa Carrara il 29 Novembre 2014 (mental coaching sportivo)....
Insegnare il minibasket
Maurizio Cremonini - Lucio Bortolussi - Roberta Regis
ANNO EDIZIONE: 2016
GENERE: Libro
CATEGORIE: Basket
ISBN: 9788860284624
PAGINE: 392
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L’offerta didattica che sta alla base di questo lavoro - realizzato dallo Staff Nazionale Minibasket e Scuola della Federazione Italiana Pallacanestro – è imperniata su un modello che ha nella programmazione delle conoscenze, delle abilità e delle competenze, il proprio quadro culturale di riferimento, ed è con tale prospettiva che sono state definite le linee guida, gli ambiti di riferimento e i quadri di attività dei bambini nelle diverse fasce di età o di esperienza, cercando di declinare per ciascun elemento le attenzioni dovute in termini di gradualità e progressività.
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Il web offre un mondo di opportunità ai nostri clienti per essere informati su un prodotto, servizio.
Tutti i buyer, che siano aziende o consumatori, tendono però a fidarsi solo di poche “voci” che conoscono e di cui si fidano
Queste voci che si sentono in piccole piazze digitali stanno sostituendo lentamente i nostri venditori, consulenti, agenti…
Se vuoi ricevere una copia della presentazione scrivici http://cream.icribis.com/supporto
Febbraio 2011
Materiale didattico utilizzato durante il corso "Mappe mentali e concettuali" realizzato nell'Isola Imparafacile da Imparafacile Runo (aka Giovanni Dalla Bona)
Imparare le strutture base della comunicazione efficace e dell'ascolto attivo per capire e conoscere meglio se stessi e gli altri.
• Principi base della comunicazione:
• Modello di Jakobson
• Assiomi della comunicazione
• Imparare a capire e a conoscere se stessi e gli interlocutori per facilitare la comunicazione:
• Riconoscere i principali sistemi rappresentazionali (VAKog) con cui le persone percepiscono il mondo esterno
• La comunicazione paraverbale: saper gestire la respirazione, il tono, il ritmo, il volume, le pause
• La comunicazione non verbale: la postura che favorisce la
comunicazione
• La lettura dei segnali oculari d'accesso (LEM)
• Il rapport e le modalità che facilitano una buona comunicazione:
• Il ricalco, la calibrazione e la guida
Tecniche di comunicazione efficace: saper comunicare in modo adeguato ci consente di migliorare le relazioni interpersonali e di ottenere risultati di successo.
“ Creare consapevolezza e responsabilità è l’essenza di un buon Coaching.” (John Whitmore)
L’obiettivo di questa guida è farti entrare nel mondo del Coaching per conoscere le potenzialità della metodologia di crescita personale più potente al mondo.
In questo documento trovi:
* cosa è il Coaching, origini, storia e fondamenta teoriche;
* informazioni riguardo a come lavora un Coach;
* chiarimenti riguardo al processo di Coaching;
* dettagli sulle tipologie di Coaching esistenti;
* FAQ e terminologia del Coaching.
Benvenuti al prossimo percorso di "Coaching Trasformazionale" con Arthur A. Sackrule.
Il workshop inizierà il 17 Ottobre a Milano.
Saranno 8 giornate, ricche di apprendimenti, stimoli intellettuali, spunti motivazionali e confronti.
Il percorso "Coaching Trasformazionale" è aperto a chiunque desideri iniziare o migliorare le proprie competenze da coach, nella sfera professionale (capo come coach), a livello sportivo (allenatore/coach), nell'ambito educativo e in quello personale (un genitore).
Il 17 Ottobre inizierà questo percorso (unica edizione dell'anno!), interamente condotta da Arthur A. Sackrule.
Maggiori info: http://www.educserv.com/menutop/05e.php
oppure chiamare Alex allo 0331-421496 o 335-6901222
Ti aspettiamo per darti il benvenuto.
A presto.
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Febbraio 2011
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comunicazione
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Allenare il Minirugby è un libro per tutte le persone che si impegnano per avvicinare i bambini e le bambine al gioco del rugby.
Allenare il Mini Rugby non propone delle ricette che gli educatori devono seguire per risolvere situazioni specifiche, ma spera di fornire dei consigli utili e degli strumenti concreti e semplici che favoriscano un approccio educativo positivo per la crescita dei bambini, aiutandoli e stimolandoli a raggiungere il loro pieno potenziale.
L’augurio è che “Allenare il Mini Rugby” possa fornire un contributo positivo e motivi per ulteriori approfondimenti agli educatori impegnati nella ricerca di un personale cammino di crescita su come formare i bambini e le bambine che si approcciano al rugby.
ISBN 978-88-940701-4-9
Disponibile su ibs.it e amazon.it
Contenuti
Definizione del Coaching Professionale
Origini e Teorie Scientifiche
La Relazione di Coaching
Percorso e Strumenti del Coaching
Disciplina del Coaching
Per maggiori informazioni
www.lorenzonicoletti.com
Benvenuti al prossimo percorso "Coaching Trasformazione - Arte e Scienza".
Questo workshop, 2 giorni al mese per 4 moduli, si svolgerà a Milano con inizio 17 Ottobre (zona centrale).
Nessun prerequisito necessario!
Partecipa anche tu ad un percorso pratico e ispirazionale con la guida di Arthur A. Sackrule
Cos'è il Coaching? A chi può essere utile? Come si sviluppa un percorso di coaching? Si può fare coaching on line? Queste alcune delle domande a cui troverete risposta in questa guida pratica al coaching.
Un corso di 12 ore per incidere sulla motivazione intrinseca del corpo docenti, ovvero la categoria più importante per la crescita e il futuro dei nostri figli
Come combattere senza alcuna repressione, ma attraverso una strategia di coinvolgimento, i migliori Writers cittadini e renderli protagonisti di un murales che evoca la storia della città di Potenza
La città complessa: introduzione al dibattitoDino De Angelis
due appuntamenti per affrontare il tema: Potenza: dalla città complessa alla città desiderata. Analisi e proposte dei cittadini". Il 2 dicembre le analisi, l'8 gennaio le proposte. @com13ott.
Una breve scheda su come ci piacerebbe che il centro storico riviva, attraverso una semplice analisi non già delle fasce di entrata e uscita dalla ZTL, ma delle fasce di utilizzo dei suoi fruitori primari. Conoscere chi frequenta il centro e quali servizi richiede, in dipendenza anche della relativa velocità di fruizione, determina le precondizioni per pensare a successivi processi di sviluppo basati non più su infrastrutture, ma sulle esigenze delle PERSONE.
Primo esempio lucano con varie società che si consorziano con finalità di miglioramento del settore giovanile e ottimizzazione delle risorse disponibili.
rassegna stampa definitiva del Progetto "Quartier generale" che ha previsto ipotesi di riqualificazione progettuale di alcuni quartieri della città di Potenza
2. Definizione
• Deriva dal francese COCHE, termine del XVI secolo, una grande
vettura trainata da cavalli e condotta da un cocchiere. Quest’ultimo,
di fatto, è una persona che accompagna dei viaggiatori da un punto
a un altro. Ciò evoca bene l’aspetto di “traghettatore”, “guida”, che
riveste la funzione del coach.
• Aziende:Il coaching in si caratterizza come un servizio di
consulenza esclusivo per le persone che operano in posizioni
importanti per una organizzazione
• Esso è caratterizzato da un insieme di tecniche finalizzate ad
aiutare la persona a migliorare la propria prestazione, a motivarsi
all’impegno, a sviluppare competenze professionali o personali e a
potenziare la consapevolezza di possederle.
• ll coaching si contraddistingue come un processo di tutoraggio
destinato a favorire un ambiente di crescita e di ottimizzazione del
potenziale di un individuo o di un gruppo di persone. Questo
intervento crea uno spazio dove la persona può “ottimizzare le
proprie carte”, superare gli ostacoli per il raggiungimento di un
obiettivo, far emergere o acquisire nuove abilità ed attuare un piano
di miglioramento della propria performance.
6. Coach attività giovanile:
Le MOTIVAZIONI alla pratica sportiva
• Teoria dei bisogni;
• Perchè si sceglie di praticare uno sport;
• Perchè si abbandona uno sport;
• Come variano le motivazioni a seconda
dell'età o a seconda del sesso (maschi -
femmine);
• Come il giocatore vive la gara.
7. Teoria dei bisogni
• Il comportamento umano è determinato dai bisogni ed ogni
individuo è motivato a soddisfare i propri, da quelli primari
fino ad arrivare all'autorealizzazione
AUTOREALIZZAZIONE
STIMA E CONSIDERAZIONE
APPARTENENZA
SICUREZZA DEL PROPRIO CORPO
FISIOLOGICI PER LA SOPRAVVIVENZA
DELL‘IO
SOCIALI
SOCIALI
FISICI
FISICI
10. Basic Motivations
• Divertirsi;
• Acquisire o sviluppare abilità sportive;
• Fare amicizia;
• Mantenere un efficiente stato di forma fisica.
11. Motivazioni all'abbandono
di una disciplina sportiva
• Incomprensione con l'allenatore / istruttore
• Incomprensione con i compagni
• Infortuni
• Noia degli allenamenti
• Mancanza di valorizzazione
• Emergere di nuovi interessi
14. Fattori di
tensione di un
giocatore
Prestazione,
Esito della gara
Genitori, fidanzato/a,
amici, ecc
Rapporto con i
compagni
Come un ATLETA vive la GARA
Il coach deve riuscire a togliere la maggior
parte delle pressioni
Pubblico
(casa /
trasferta)
Infortuni
Rapporto con
Istruttore, staff
15. Compiti di un coach
di livello giovanile
• Sviluppare le sue competenze, dall’allenamento fisico alla
preparazione mentale, alla gestione dello stress e delle emozioni;
• stimolare la sua motivazione;
• predisporsi al meglio per la gara, cercando di prevedere anche
situazioni particolari;
• Tenere un rendiconto di ciò che fa attraverso un taccuino-appunti
che riassuma il suo programma e ciò che si è realizzato
settimanalmente
Questo per essere credibile come allenatore e come persona
16. Farsi delle domande
Ogni squadra è per l'allenatore un insieme di giocatori, ciascuno con una sua
specifica individualità.
Nessun giocatore risulta uguale ad un altro, né per la sua
apparenza esteriore, né per il suo modo di comportarsi, né per il suo
rendimento.
A tale proposito propongo delle domande che possono fungere da “punto di
partenza” per ciascun coach che si prepara a gestire un gruppo
1. Come descriverei il clima che creo con e nella squadra?
2. Come mi comporto con i giocatori che ritengo meno portati o meno capaci di
apprendere?
3. Che tipo di rapporti interpersonali incoraggio nella mia squadra sia
formalmente che informalmente?
4. Come descriverei il mio modo di insegnare ed allenare?
5. Quanto di me stesso/a apro ai miei giocatori?
Quanto sono in grado di accogliere le loro emozioni?
6. Come affronto avvenimenti relazionali nella mia squadra?
20. LA CRESCITA ED IL MIGLIORAMENTO DELLA SQUADRA
passando attraverso LO SVILUPPO
delle CAPACITA' INDIVIDUALI
OBJECTIVE
21.
Negli sport di squadra viene esaltato il concetto di gruppo: è
uno di quei chiari esempi di sport in cui le probabilità di vittoria
sono direttamente proporzionali all’altruismo dei giocatori in
campo.
L’identità di una squadra è data dalla sommatoria delle diverse
componenti e da come loro si combinano.
La coesione è definibile come il grado con il quale i membri del
gruppo desiderano rimanere nel gruppo stesso continuando a
voler dare il proprio contributo
Creare coesione
22. IL COACH è un mestiere complesso
Le diverse funzioni a cui deve assolvere un allenatore sono:
il professionista (idee, programmi, progetti) +
l’insegnante (come trasmettere le conoscenze = metodologia!!!) +
l’educatore (come trasmettere lezioni di sport e di vita ai giocatori) +
lo psicologo (come dare lo stimolo giusto per ogni situazione)
=
l’allenatore
(deve saper integrare queste diverse funzioni assemblandole con le
competenze e le conoscenze specialistiche).
27. DIDATTICA
La classica fase didattica usata normalmente per giocatori
evoluti prevede le seguenti percentuali :
• SPIEGAZIONE 20%
• DIMOSTRAZIONE 20%
• CORREZIONE 20%
• USO DELLA VOCE 20%
• POSIZ. in CAMPO 20%
28. TEACHING METHODOLOGY
Il metodo di insegnamento è diverso per ogni coach
“La squadra rispecchia sempre il carattere e il tipo di
persona che è l’allenatore" -> Istruttori diversi danno
giocatori diversi
Il vero insegnamento deve essere fatto di idee chiare,
spiegazioni semplici (avere padronanza della materia da
insegnare, la conoscenza tecnica) e giusta modalità di
approcio
*****rischio di overcoaching.*****
Sequenza: Spiegazione - Dimostrazione -
Osservazione – Correzione
Uso della voce: durante l'allenamento l'istruttore deve
avere autorità senza essere autoritario. Se la voce è
troppo bassa o troppo alta non l’ascolta nessuno:
modulare la voce SOTTOLINEANDO LE COSE IMPORTANTI
USARE LA VOCE
COME SE FOSSE
UN
EVIDENZIATORE
36. "E' più facile guidare le persone che comandarle"
(David Harold Fink, coach)
Migliorare la comunicazione per ottenere
migliori risultati
37. Gli assiomi della comunicazione
1. Non si può non comunicare
2. il contenuto classifica la relazione Ad esempio, la mamma che ordina al
bambino di andare a fare il bagno esprime, oltre al contenuto (la volontà che
il bambino si lavi), anche la relazione che intercorre tra chi comunica e chi è
oggetto della comunicazione, nel caso particolare quella di
superiore/subordinato.
3. Gli uomini comunicano sia verbalmente che analogicamente (non
verbalmente).
4. tutti gli scambi comunicativi si fondano o sull' uguaglianza o sulla differenza
e quindi possono essere simmetrici o complementari. Si dicono
complementari gli scambi comunicativi in cui i comunicanti non sono sullo
stesso piano ( mamma/bambino, dipendente/datore di lavoro). Sono
simmetrici gli scambi in cui gli interlocutori si considerano sullo stesso piano:
è questo il caso di comunicazioni tra pari grado(marito/moglie, compagni di
classe, fratelli, amici)
5. Nel coaching la comunicazione è assolutamente un mix tra uguaglianza e
differenza, dipende da vari casi che cercheremo di esaminare. SAREBBE UN
GUAIO SE LA COMUNICAZIONE FOSSE SEMPRE UNIVOCA
38. La comunicazione tra un allenatore ed i suoi atleti riguarda un
ambito relazionale di primaria importanza;
è in questo spazio che si colloca la contrattazione tra le due
volontà: quella dell’atleta e quella del suo istruttore.
In questo spazio si delinea il profilo di un rapporto che può andare
dal totale affidamento alla pregiudiziale sfiducia.
COMUNICAZIONE COACH - GIOCATORE
40. CREARE UN CLIMA POSITIVO
• Imparare sempre i nomi propri dei giocatori;
• Trovare il tempo e l’attenzione per ciascun giocatore;
• Cercare di personalizzare degli esercizi per evidenziare
le capacità di ognuno;
• Provare a recepire i messaggi che provengono dai
giocatori più che
dare importanza solo ai propri;
• Considerare l’emotività di ognuno e cercare di gestirla
per renderla
motore trainante e non freno dell’attività di
apprendimento.
=
CONTRIBUIRE ALLA COSTRUZIONE
DELL’AUTOSTIMA DEGLI ATLETI
42. Chi è che comanda qui?
• Un giorno al giocatore hanno detto: “Da domani quello è il tuo
allenatore”
• Tutti gli atleti del mondo (piccoli o grandi) presto o tardi
VERIFICANO la efficienza di questo LEADER IMPOSTO attraverso
vari TEST che ne determinano la consistenza reale ed il rispetto
• Se il test viene superato allora il giocatore consegna la propria
fiducia nelle mani del capobranco e sa che da lui potrà imparare
qualcosa e si potrà fidare:
•Quando accade tutto questo? QUANDO SI VINCE!!!!!
• E' un contratto vero e prorio (non scritto)
43. LEARNING to COMMUNICATE
Nessun allenatore è istituzionalmente allenato a comunicare bene.
La comunicazione è un’abilità e così come le capacità motorie sono
allenabili, lo è anche la comunicazione.
Così come un giocatore lavora sulla forza esplosiva o sulla
velocità, ecc., anche l'istruttore può apprendere stili comunicativi
più funzionali nella trasmissione di informazioni ai giocatori.
44. LEARNING TO COACH
• Anche il coach deve allenarsi, non solo da un punto di vista
tecnico-tattico, ma sul ritmo e la gestione di situazioni
difficilmente riproducibili in allenamento:
– Gestione pre-partita;
– Gestione risorse umane (cambi);
– Rapporto collaboratori (staff);
– Gestione situazioni tattiche particolari;
– Gestione time out;
– Gestione situazioni speciali;
– Gestione post partita.
45. Coaching & Leadership
• Il leader Non è il PIU' BRAVO, ma è colui che aiuta gli altri a DIVENTARE PIU' BRAVI
• Stili di leadership:
– 1 Autoritario-minaccioso Il coach prende in maniera autonoma ed indipendente
tutte le decisioni, egli decide cosa fare, come farlo e quali sono i tempi necessari per
farlo. In questa modalità la comunicazione è unidirezionale, dall’alto al basso, in
quanto il leader non ascolta il parere del gruppo, ma interagisce con esso solo per
comunicare le decisioni prese.
– 2 Autoritario-benevolente La comunicazione con il gruppo, in questa modalità, è
presente in misura maggiore rispetto allo stile precedente, ma la maggior parte delle
decisioni viene comunque presa in autonomia
– 3 Consultativo La comunicazione con il gruppo di lavoro è bidirezionale, in questo
modo è maggiore il contributo dei collaboratori e dello staff al processo decisionale, in
maniera da collaborare con più efficacia al processo.
– 4 Partecipativo L’enfasi qui è sulla costruzione di una rete di comunicazione
efficace. Lo staff e i giocatori sono psicologicamente vicini e collaborano in maniera
costruttiva per risolvere un problema che riguarda l’intera organizzazione. Le
decisioni sono prese in maniera democratica, il parere di tutti viene ascoltato e
tenuto in considerazione per la soluzione del problema
46. SETTE CRITERI UTILI per UNA
COMUNICAZIONE EFFICACE
1. CAPIRE COMEINSEGNARE QUALCOSA AL GIOCATORE
2. CONTRIBUIRE ALLA COSTRUZIONE DELL’AUTOSTIMA
3. CONSIDERARE I BISOGNI INDIVIDUALI MA SOPRATTUTTODEL GRUPPO
4. CAPIRE QUALI SONO GLI STIMOLI GIUSTI DA FORNIRE AI GIOCATORI
5. COMPRENDERE LE RELAZIONI INTERPERSONALI TRA I GIOCATORI
6. PORSI IN RELAZIONE D’AIUTO DI TIPORESPONSABILE
7. UTILIZZARE I FEED-BACK
47. STILI di COMUNICAZIONE
Linguaggio Verbale/paraverbale -> ciò che esprimiamo con
le parole, devono essere concetti chiari, precisi, comprensibili,
possibilmente SEMPLICI e non necessariamente dotati di un esasperato
GERGO TECNICO
Linguaggio Non verbale -> ciò che esprime il nostro corpo,
attraverso gli atteggiamenti.
MA Ciò CHE SI COGLIE CON MAGGIORE ENFASI DA PARTE DELL'ATLETA E'
IL LINGUAGGIO EMOTIVO E CORPOREO
Congruenza tra i due livelli
comunicativi (verbale e non
verbale) onde evitare distorsioni
nella comunicazione
48. Messaggi sbagliati
“Tira bene!”
“Fai canestro!”
“Giochiamo meglio!”
“Non perdere la palla!”
“Non sbagliare!”
Che tipo di comunicazione è?
Evitare di fornire informazioni di natura
GENERICA e INDISTINTA
49. STRATEGIE INCORAGGIANTI
• Saper ascoltare efficacemente;
• Sapersi concentrare sugli aspetti positivi;
• Saper accettare gli altri;
• Stimolare la cooperazione e i rapporti nella squadra;
• Saper stimolare il “gusto” e la gioia per il lavoro;
• Saper sdrammatizzare le tensioni.
51. La conduzione dell'allenamento e della partita sono due momenti
completamente differenti nell'attività dell'allenatore.
• L'ALLENAMENTO La conduzione dell’allenamento migliora se l’istruttore
ricorda i tre motivi che portano il ragazzo a praticare sport: divertirsi,
giocare, imparare. Più lui riuscirà a realizzare questi tre principi più
successo avrà come insegnante e allenatore.
• LA PARTITA Una volta iniziata la gara il coach, oltre a assistere i suoi
giocatori ed il collettivo nell’esecuzione dei compiti tecnici e tattici
assegnati in precedenza, cercherà di mantenere ottimale l’equilibrio
nervoso tra tensione e tranquillità, elevando una o l’altra componente a
seconda delle fasi che si stanno attraversando nella gara
UNA PERSONA – DUE RUOLI
52. STILI di CONDUZIONE
l'allenamento mira essenzialmente allo sviluppo della
prestazione e delle capacità psicologiche, tecniche e
tattiche;
in partita un buon allenatore dovrebbe permettere
l'ottima estrinsecazione delle dinamiche di squadra
sviluppate in allenamento: -> il raggiungimento ed il
mantenimento nell’atleta in gara di un equilibrio
emotivo costante che massimizzi il rendimento delle
abilità dell’atleta stesso.
Gestione degli errori:
In allenamento c'è la possibilità di correggere l'errore ponendo
maggiore enfasi sullo stesso e utilizzando il meccanismo delle
ripetizioni/correzioni;
in partita mantenere un atteggiamento il più possibile di
tranquillità e rinforzi positivi nei confronti dei giocatori (tecnica
dell'annullamento della memoria breve)
53. Linguaggio
• Non si può parlare ai GIOCATORI CON UN
GERGO ESASPERATAMENTE TECNICO
• Usare termini comprensibili che accompagnino
il giocatore alla comprensione del gioco
• Non serve sempre DARE ORDINI in cambio di
comportamenti esecutivi, i giocatori danno di
più se COINVOLTI (spiegando loro il perchè di
un certo movimento, di una certa azione)
• Il COINVOLGIMENTO, l'ATTENZIONE, si
ottengono attraverso sistemi diversi dal
semplice linguaggio verbale
• E' qualcosa che ha a che fare con l'intrinseca
credibilità dell'istruttore di saper farsi
ascoltare
54. Durante la gara e l'allenamento:
3 principi ispiratori
1. SOTTOLINEARE IL POSITIVO = mostrare apprezzamenti
per le cose buone anziché sottolineare quelli negativi
2. RIDIMENSIONARE = sdrammatizzare gli insuccessi
3. RESPONSABILIZZARE = non telecomandare
56. Perchè si chiama un Time out?
• Per “spegnere un fuoco”;
• Per imbastire un'azione decisiva;
• Per fare la rimessa da centrocampo;
• Per “spezzare il ritmo” a un tiratore (“farlo pensare”);
• Per preparare una difesa speciale (un pressing);
• Per “richiamare” qualcosa che non funziona
Perchè NON si deve chiamare un Time out?
• Per far riposare la squadra (abbiamo i cambi);
• Prima di TL a favore (spezza il ritmo);
• Per scrivere sulla lavagnetta cose mai provate;
• Per colmare una nostra ansia;
• Per far vedere che “prendiamo qualche decisione”
• Ricordarsi che un time out NON serve a prendere decisioni
NUOVE, ma solo a ribadire COSE Già VISTE E PROVATE
COME GESTIRE UN MINUTO IMPORTANTE
57. RESPECT
“Sicuramente non sono l'allenatore più preparato,
ma una cosa ho imparato nella mia carriera: se
non mancherai mai di rispetto a nessuno, i
giocatori crederanno nella causa comune e
profonderanno un impegno ancora maggiore”
58. TALENTO
• Se seguiamo un clichè preordinato e preconfezionato;
• se osserviamo scrupolosamente la teoria e la didattica;
• se non ci sforziamo anche un po' di pensare con la nostra
testa e - nei limiti del possibile - di sperimentare,
• Saremo certamente degli ottimi istruttori, seri e preparati,
MA NON AVREMO MAI TALENTO
CHE COSA E' IL TALENTO?
E' CREATIVITA', SPERIMENTAZIONE, CORAGGIO