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Crescere peer
educator: crescono
i giovani, cresce il
territorio
Premessa


L’adolescenza con i contrasti, le tensioni, le contraddizioni, gli
atteggiamenti radicali, gli scontri e incontri, la ricerca di nuovi
riferimenti che la caratterizzano vede nella «peer pressure» una
causa di cambiamento rilevante.



La letteratura scientifica si arricchisce di sempre nuove osservazioni
al riguardo. Judith Harris ha individuato, ormai molti decenni fa, i
pari come agenti di mutamento e influenzamento.



Oggi sappiamo che ci lasciamo persuadere prima sul piano
emotivo, che razionale, soprattutto da coloro con cui ci
identifichiamo.
La peer education


Come spesso accade, anche la peer education ha diverse possibili
storie, più lontane o più attuali, tutte che si possono riassumere in
una frase: students helping students, studenti che aiutano altri
studenti; o, più in generale, giovani che aiutano altri giovani.



Cosa rende questa forma di aiuto efficace? La vicinanza di
linguaggio, la comunanza dei problemi, la condivisione dei punti di
vista, condizioni, queste, che favoriscono la comprensione
reciproca e l'empatia. Negli Stati Uniti non c'è scuola secondaria o
università che non abbiano il proprio progetto di peer education
La peer education in italia


Dopo le fasi sperimentali, la peer education, anche in Italia, pare
essere stata scelta come modello attraverso il quale avviare
interventi di prevenzione primaria, counseling, sviluppo della
coesione sociale, del rispetto per l'altro e di comportamenti etici.



Realizzare progetti che fanno della peer education la modalità di
intervento principale richiede la consapevolezza che si tratta di
progettare interventi complessi, che necessitano di supporto e
sostegno, chiarezza degli obiettivi.
Punti di forza e criticità


Il punto di forza, che poi rappresenta il cuore della peer education, è certo
rappresentato dalle potenzialità di persuasività dei messaggi veicolati
attraverso i pari.



I peer educator inoltre devono acquisire competenze relazionali,
comunicative e di ascolto, capacità di progettazione e di lavorare in
gruppo. Queste competenze rientrano in quell'ambito di competenze meglio
definito dai modelli della Intelligenza Emotiva e Intelligenza Sociale.



Si possono, così, identificare obiettivi diretti e indiretti. Gli obiettivi diretti sono
quelli esplicitamente definiti nel progetto: prevenzione delle malattie
sessualmente trasmesse, del bullismo, sviluppo di comportamenti prosociali.



Gli obiettivi indiretti sono quelli che si realizzano per attuare il progetto stesso.
Le fasi del progetto


La costituzione del gruppo di lavoro rappresenta la fase iniziale.
Questo è definito di volta in volta dall'ambito di attività.



Potrà essere formato dagli insegnanti che si occupano dei temi
della salute e del benessere, per i progetti che si realizzano nelle
scuole; da altri operatori per i programmi che si realizzano a cura
delle ASL, o dei servizi sociali o di altre agenzie del territorio.



Il gruppo di lavoro opera ai fini di avviare l'attività, individuare e
motivare i ragazzi che aderiscono all'intervento come peer
educator, monitorare lo sviluppo e le criticità del progetto
1° step
Intervento formativo di avvio


L’intervento di avvio avrà le seguenti finalità:



Costituire il gruppo di lavoro
(operatori delle diverse agenzie del territorio)



Condividere e accrescere le conoscenze relative ai progetti di
peer education



Fare esperienza delle modalità di lavoro e degli strumenti formativi
utilizzati con i ragazzi



Condividere i modelli teorici di riferimento



Individuare e motivare i peer educator
2° Step
Individuazione dei peer educator in
formazione


Presentazione dell’iniziativa



Strategie di coinvolgimento



Esiste un profilo ideale?
3° Step
Intervento formativo con i peer
educator


Familiarizzare i ragazzi con i progetti di peer education



Sviluppo competenze relazionali e comunicative
Esercitazioni analogiche, simulazioni e role-play
Intelligenza Emotiva e empatia



Impariamo a lavorare in gruppo
Esercitazioni di team building



Competenze di progettazione



Esercizi di creatività
Brainstorming, Metaplan



Creazione corsi FAD
4° Step
Interventi di supervisione


Gli interventi di peer education sono complessi, richiedono un
monitoraggio continuo, così come un rivalutazione costante.



E’ anche molto importante creare uno spazio di discussione e
condivisione delle esperienze vissute dai ragazzi coinvolti nel
progetto. Le esperienze dei peer educator saranno inoltre molto
significative al fine di definire e individuare i diversi bisogni dei loro
coetanei.



Sono previsti anche interventi di supervisione del gruppo di lavoro
5° Step
Valutazione efficacia dell’intervento


Vista la natura dell’intervento, esteso sul territorio, è prevista una
valutazione di tipo qualitativo; nel caso venissero coinvolte scuole si
potranno realizzare questionari on line.



Focus group peer edutator



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Crescere peer educator il progetto

  • 1. Crescere peer educator: crescono i giovani, cresce il territorio
  • 2. Premessa  L’adolescenza con i contrasti, le tensioni, le contraddizioni, gli atteggiamenti radicali, gli scontri e incontri, la ricerca di nuovi riferimenti che la caratterizzano vede nella «peer pressure» una causa di cambiamento rilevante.  La letteratura scientifica si arricchisce di sempre nuove osservazioni al riguardo. Judith Harris ha individuato, ormai molti decenni fa, i pari come agenti di mutamento e influenzamento.  Oggi sappiamo che ci lasciamo persuadere prima sul piano emotivo, che razionale, soprattutto da coloro con cui ci identifichiamo.
  • 3. La peer education  Come spesso accade, anche la peer education ha diverse possibili storie, più lontane o più attuali, tutte che si possono riassumere in una frase: students helping students, studenti che aiutano altri studenti; o, più in generale, giovani che aiutano altri giovani.  Cosa rende questa forma di aiuto efficace? La vicinanza di linguaggio, la comunanza dei problemi, la condivisione dei punti di vista, condizioni, queste, che favoriscono la comprensione reciproca e l'empatia. Negli Stati Uniti non c'è scuola secondaria o università che non abbiano il proprio progetto di peer education
  • 4. La peer education in italia  Dopo le fasi sperimentali, la peer education, anche in Italia, pare essere stata scelta come modello attraverso il quale avviare interventi di prevenzione primaria, counseling, sviluppo della coesione sociale, del rispetto per l'altro e di comportamenti etici.  Realizzare progetti che fanno della peer education la modalità di intervento principale richiede la consapevolezza che si tratta di progettare interventi complessi, che necessitano di supporto e sostegno, chiarezza degli obiettivi.
  • 5. Punti di forza e criticità  Il punto di forza, che poi rappresenta il cuore della peer education, è certo rappresentato dalle potenzialità di persuasività dei messaggi veicolati attraverso i pari.  I peer educator inoltre devono acquisire competenze relazionali, comunicative e di ascolto, capacità di progettazione e di lavorare in gruppo. Queste competenze rientrano in quell'ambito di competenze meglio definito dai modelli della Intelligenza Emotiva e Intelligenza Sociale.  Si possono, così, identificare obiettivi diretti e indiretti. Gli obiettivi diretti sono quelli esplicitamente definiti nel progetto: prevenzione delle malattie sessualmente trasmesse, del bullismo, sviluppo di comportamenti prosociali.  Gli obiettivi indiretti sono quelli che si realizzano per attuare il progetto stesso.
  • 6. Le fasi del progetto  La costituzione del gruppo di lavoro rappresenta la fase iniziale. Questo è definito di volta in volta dall'ambito di attività.  Potrà essere formato dagli insegnanti che si occupano dei temi della salute e del benessere, per i progetti che si realizzano nelle scuole; da altri operatori per i programmi che si realizzano a cura delle ASL, o dei servizi sociali o di altre agenzie del territorio.  Il gruppo di lavoro opera ai fini di avviare l'attività, individuare e motivare i ragazzi che aderiscono all'intervento come peer educator, monitorare lo sviluppo e le criticità del progetto
  • 7. 1° step Intervento formativo di avvio  L’intervento di avvio avrà le seguenti finalità:  Costituire il gruppo di lavoro (operatori delle diverse agenzie del territorio)  Condividere e accrescere le conoscenze relative ai progetti di peer education  Fare esperienza delle modalità di lavoro e degli strumenti formativi utilizzati con i ragazzi  Condividere i modelli teorici di riferimento  Individuare e motivare i peer educator
  • 8. 2° Step Individuazione dei peer educator in formazione  Presentazione dell’iniziativa  Strategie di coinvolgimento  Esiste un profilo ideale?
  • 9. 3° Step Intervento formativo con i peer educator  Familiarizzare i ragazzi con i progetti di peer education  Sviluppo competenze relazionali e comunicative Esercitazioni analogiche, simulazioni e role-play Intelligenza Emotiva e empatia  Impariamo a lavorare in gruppo Esercitazioni di team building  Competenze di progettazione  Esercizi di creatività Brainstorming, Metaplan  Creazione corsi FAD
  • 10. 4° Step Interventi di supervisione  Gli interventi di peer education sono complessi, richiedono un monitoraggio continuo, così come un rivalutazione costante.  E’ anche molto importante creare uno spazio di discussione e condivisione delle esperienze vissute dai ragazzi coinvolti nel progetto. Le esperienze dei peer educator saranno inoltre molto significative al fine di definire e individuare i diversi bisogni dei loro coetanei.  Sono previsti anche interventi di supervisione del gruppo di lavoro
  • 11. 5° Step Valutazione efficacia dell’intervento  Vista la natura dell’intervento, esteso sul territorio, è prevista una valutazione di tipo qualitativo; nel caso venissero coinvolte scuole si potranno realizzare questionari on line.  Focus group peer edutator  Focus group fruitori degli interventi