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1
Formare le «abitudini mentali»:
apprendimenti che permangono1
Arthur Costa
Professore emerito
Università Statale della California, Sacramenta
ABSTRACT
Le attitudini sono modi di pensare e di comportarsi in maniera «intelligente» e consentono di affrontare —
e risolvere — le complessità e le ambiguità della vita. Obiettivo dell’educazione dovrebbe essere quello di
promuovere il loro pieno sviluppo.
«Habits of mind» are way of thinking and way of behaving in intelligent way. They help people to tackle and
to solve problems. Is essential— in educative filed— to promote the development of these habits of mind.
The paper explain sixteen habits of minds: teachers and principals can design school organization around
this new paradigm of learning.
L’eccellenza è un’arte ottenuta attraverso l’esercizio e l’abitudine. Non agiamo correttamente perché abbiamo
virtù ed eccellenza, ma piuttosto le possediamo perché abbiamo agito correttamente. Siamo quello che facciamo
ripetutamente. L’eccellenza, allora, non è un atto ma un’abitudine.
Aristotele
Una caratteristica distintiva degli esseri umani è che essi, non solo posseggono
informazioni, ma sanno anche come agire con le informazioni che hanno. Sanno cioè come
utilizzarle efficacemente in situazioni sfidanti che richiedono ragionamenti strategici, intuito,
perseveranza, creatività e padronanza nel risolvere un problema complesso. Inoltre, mentre
possono essere considerati «intelligenti»2
perché posseggono molte risposte, sanno anche come
comportarsi intelligentemente quando non conoscono le risposte. Come educatori, pertanto,
dovremmo concentrarci sull’insegnare agli studenti come produrre conoscenza, piuttosto che
come riprodurla solamente.
Per definizione un problema è qualunque stimolo, domanda, compito, fenomeno o
discrepanza, la cui spiegazione non è immediatamente conosciuta. Quali comportamenti sono
indicativi di un soggetto capace di risolvere problemi in modo efficiente ed efficace? Cosa fanno
gli esseri umani quando affrontano e risolvono problemi in modo intelligente? Ricerche
significative e considerevoli di Ames (1997), Briggs (1999), Ennis (2001), Feuerstein et al. (1980),
Glatthorne Baron (1985), Goleman (1995), Perkins (1985), Sternberg (1984), indicano che
esistono alcune caratteristiche identificative dei pensatori efficaci. Questi non sono
necessariamente «geni» oppure esseri più dotati che dimostrano questi attributi. Queste
caratteristiche sono state identificate in diverse figure professionali, come gli artisti di
1
Traduzione a cura di Piergiuseppe Ellerani (materiale fornito nel corso degli incontri di formazione tenuti a
Bressanone il 4-5 febbraio 2009).
2
«We came to call these disposition «habits of mind», indicating that the behaviors require a discipline of the mind that
is practiced so it becomes a habitual way of working toward more thoughtful action, intelligent action». Abbiamo
riportato la definizione di Costa, poiché indica che la traduzione più corretta del termine «habit of mind» è «disposi-
zione» o «attitudine». In realtà nella lingua italiana i due termini potrebbero assumere connotazioni negative e
fuorvianti rispetto alla prospettiva formativa di «buone abitudini» della mente che l’autore attribuisce al suo progetto.
Infatti assumono prevalentemente il significato di «già posseduto», «innato», «già determinato» piuttosto che
modificabile. Il continuo riandare di Costa al pensiero di Dewey nello specifico riferimento alla formazione di
«abitudini» per educare la mente e il pensare intelligente, così come il richiamo e la continuità culturale proposta da
M. Baldacci nel numero precedente della rivista, ci inducono altresì a sottolineare l’importanza del termine
«abitudini della mente». Da intendere nella prospettiva pedagogica di formare «buone abitudini mentali» che tutti
possono costruire e che richiede la progettazione intenzionale di un ambiente nel quale acquisirle.
2
successo, i fisici, gli ingegneri, gli insegnanti, i genitori, gli imprenditori — persone attive in
tutti i campi della vita.
Abbiamo definito queste caratteristiche «abitudini mentali». Sono modi di pensare e di
comportarsi in maniera intelligente e sono attivati quando ci viene chiesto di confrontarci con
le complessità e le ambiguità della vita.
Descrivere le «abitudini mentali»
Un’«attitudine mentale» significa quindi avere una disposizione verso il comportamento
intelligente nelle occasioni di confronto con i problemi. Quando le dicotomiche complesse
esperienze umane pongono dilemmi oppure si presentano con incertezze, la nostra azione più
efficace richiede di provocare i modelli sicuri e consolidati di comportamento intellettuale.
Quando ricorriamo a queste risorse intellettuali (attitudini), i risultati prodotti sono più
potenti, di più alta qualità e di maggiore significatività anche se il loro utilizzo nelle situazioni
non ci porta al successo desiderato.
Impiegare le «abitudini mentali» richiede un insieme di diverse abilità: disposizioni,
regolazioni e capacità di recupero di passate esperienze. Possedere l’attitudine a usare uno o
più di questi modelli significa:
 Valutare - scegliere cioè di impiegare un modello di comportamento intellettuale,
piuttosto che altri meno produttivi; significa che valutiamo un modello di pensiero
migliore di altri e questo implica operare delle scelte consapevoli su quali modelli
potrebbero essere impiegati nel momento richiesto;
 Avere propensione all’uso — sentire cioè la tendenza o propensione personale all’uso
attraverso l’impiego di un modello di comportamento intellettuale; quando infatti il
soggetto impiega comportamenti adeguati, egli percepisce maggiore soddisfazione e un
sentimento di efficacia, potere e controllo;
 Rimanere vigili nelle situazioni — essere cioè sensibili, percepire opportunità e proprietà
nell’impiego dei modelli di pensiero; il soggetto possiede una sensibilità che gli segnala
il contesto o la situazione come un momento e una circostanza appropriata nella quale
l’impiego dei modelli dovrebbe essere facilitato;
 Applicare capacità — possedere cioè le abilità di base e, al contempo, la capacità di
affinarle con i comportamenti; per impiegare ed eseguire efficacemente i
comportamenti nel tempo è richiesto infatti sia il possesso delle abilità di base che la
capacità di padroneggiarle;
 Impegnarsi — sforzarsi costantemente di riflettere e migliorare le prestazioni dei modelli
di comportamenti intelligenti; ogni esperienza nella quale sono stati impiegati tali
comportamenti dovrebbe essere accompagnata dalla riflessione sul loro uso, dalla
valutazione, dall’eventuale modifica e dalla pratica per un riutilizzo in applicazioni
future.
Sedici «abitudini mentali» da formare
Di seguito presentiamo un elenco di sedici «abitudini mentali». È l’esito di ricerche e
descrizioni di come agiscono efficacemente gli esseri umani quando si comportano in modo
intelligente. Questo elenco non ha la pretesa di essere esaustivo, ma piuttosto serve come un
punto di partenza per ulteriori elaborazioni e descrizioni.
1. Persistere: perseverare su un compito fino al suo completamento, rimanere focalizzati su
di esso. Stai sul compito!
2. Gestire l’impulsività: pensare prima di agire; essere riflessivi, mantenersi calmi e pronti.
Prenditi tempo!
3
3. Ascoltare gli altri con comprensione ed empatia: dedicare energie mentali alle idee e ai
pensieri di altre persone; tenere in sospeso i propri pensieri in modo da percepire il
punto di vista e le emozioni dell’altro. Comprendi gli altri!
4. Pensare flessibilmente: essere capaci di cambiare prospettiva, generare alternative,
considerare opzioni. Guarda in altro modo!
5. Essere metacognitivi: essere consapevoli dei propri pensieri, strategie, emozioni e azioni e
dei loro effetti sugli altri. Conosci la tua conoscenza!
6. Impegnare energie per ottenere accuratezza e precisione: avere desiderio per l’esattezza, la
precisione e la maestria. Controlla ancora!
7. Porre domande o problemi: avere attitudine a porre domande; conoscere quali dati sono
necessari e sviluppare strategie di domande per produrre questi dati. Trovare problemi
da risolvere. Cosa conosci?
8. Attingere alle conoscenze passate e applicarle alla nuova situazione: accedere a conoscenza
pregressa; trasferire la conoscenza oltre il momento nel quale è stata appresa. Usa cosa
studi!
9. Pensare e comunicare con chiarezza e precisione: sforzarsi per comunicare in modo accurato,
sia nella forma scritta che orale; evitare generalizzazioni, distorsioni e imprecisioni.
Essere chiari!
10. Raccogliere informazioni utilizzando tutti i sensi: raccogliere informazioni attraverso tutti i
percorsi sensoriali-gustativi, olfattivi, tattili, cinestesici, uditivi e visuali. Usa il tuo
percorso naturale!
11. Creare, immaginare e innovare: generare nuove idee fluenti e originali. Cerca un modo
differente!
12. Rispondere con meraviglia e stupore: trovare il mondo fantastico e misterioso ed essere
incuriositi dai fenomeni e dalla bellezza. Divertiti fantasticando!
13. Prendere rischi responsabili: essere avventurosi; vivere al limite della propria competenza.
Rischia!
14. Ricercare umorismo: cercare la stravaganza, l’incongruenza e l’inatteso: essere capaci di ridere
di se stessi. Ridi un poco!
15. Pensare in modo interdipendente: essere abili a lavorare e apprendere dagli altri in
situazioni di reciprocità e collaborazione. Lavora/studia insieme!
16. Rimanere aperti all’apprendimento continuo: essere umili e orgogliosi quando ammettiamo
di non conoscere. Resistere al desiderio di compiacenza. Apprendere dall’esperienza!
Queste «abitudini mentali» raramente sono agite isolatamente. Piuttosto, insiemi di tali
attitudini sono attivate e impiegate in varie situazioni. Quando ascoltiamo intenzionalmente,
per esempio, impieghiamo flessibilità, metacognizione, precisione di linguaggio e capacità di
porre domande.
Perché insegnare attraverso le «abitudini mentali»?
Numerose scuole nel mondo hanno adottato l’insegnamento-apprendimento attraverso le
«abitudini mentali» con risultati positivi. Dirigenti e insegnanti riferiscono un incremento nei
risultati positivi degli studenti, una diminuzione nei problemi di disciplina, una maggiore
consapevolezza, autocontrollo, fiducia, un approccio al curricolo più unitario e coerente, un
maggiore coinvolgimento dei genitori e una cultura della scuola più centrata sulle finalità
educative. Alcune delle ragioni di questi risultati sono state riscontrate nei seguenti aspetti:
a) Visione condivisa
Senge et al. (1994) suggeriscono che la cultura è la gente cha pensa insieme: in quanto individui
condividono significati, negoziano e costruiscono una cultura. In quanto gruppi di persone
diventano più abili nell’impiego di «abitudini mentali», le abitudini iniziano a pervadere il
4
sistema di valore provocando il cambiamento delle pratiche e delle credenze dell’intera
organizzazione. Attraverso l’uso delle «abitudini mentali», il gruppo costruisce un’atmosfera di
fiducia nelle relazioni umane, fiducia nei processi di interazione e fiducia profonda
nell’organizzazione. L’impiego delle «abitudini mentali» facilita la creazione di una visione
condivisa.
b) Transdisciplinarità
Una visione condivisa trascende i gradi scolastici e le discipline. Le «abitudini mentali» sono
applicate a tutti i gradi scolastici e a tutte le discipline. Tutti gli insegnanti possono convenire
su queste qualità e considerarle come desiderabili. La persistenza è valutata positivamente sia
nelle scienze sociali che nella musica e nell’educazione fisica. Il pensiero creativo è una
componente di base nelle scienze come in letteratura e nelle arti. Impegnarsi per ottenere
accuratezza e precisione è importante sia per la formazione professionale che per la
matematica. Gli studenti raggiungono probabilmente più risultati e abitudini perché,
attraverso la scuola, le «abitudini mentali» sono rinforzate, trasferite e rivisitate, a casa e nel
territorio.
Lavorando insieme, gli insegnanti dovrebbero decidere:
 Quali «abitudini mentali» desiderano sviluppare e attivare negli studenti?
 Come accompagniamo il loro sviluppo?
 Come dovremmo operare collaborativamente per determinare se gli studenti stanno
diventando capaci di applicare le «abitudini mentali» nel tempo?
 Cosa vedremo o sentiremo nei comportamenti degli studenti come evidenza della loro
crescita?
 Come dovremmo praticare e valutare la nostra crescita per queste «abitudini mentali»
attraverso il nostro lavoro insieme?
e) Apprendimento continuo
Inoltre le «abitudini mentali» sono applicabili sia dagli adulti per sviluppare competenze nel
risolvere efficacemente problemi e nell’apprendere continuamente, sia dagli studenti. Tutti i
componenti delle organizzazioni che apprendono continuamente divengono maggiormente
capaci di pensare. I risultati per gli studenti e la cultura del lavoro della scuola divengono
congruenti e sinonimi. Nessuno «raggiunge padronanza» piena nelle «abitudini mentali». Tutti
possono continuare a perfezionare i propri risultati, a sviluppare le proprie capacità, per essere
più attenti alle opportunità nel loro uso e a un impiego intenzionale delle «abitudini mentali»
lungo tutta la vita. Quanto rende l’«attitudine» un «valor aggiunto» per lo sviluppo
dell’intelligenza umana è che essa diviene desiderabile da possedere sia dagli adulti — nelle
scuole e nel territorio — sia dagli studenti. Ognuno di noi può quindi divenire un «apprendente
continuo» delle «abitudini mentali» lungo tutto l’arco della vita.
d) Apprendimenti essenziali e durevoli
La moderna società riconosce un crescente bisogno di cittadini informati, competenti e
appassionati, che danno valore alla verità, all’apertura, alla creatività, all’interdipendenza,
all’equilibrio e all’amorevolezza, così come cercano libertà personale e spirituale in tutte le
aree della vita.
Come educatori competenti, potremmo essere pressati per ottenere risultati immediati e
misurabili su prestazioni standardizzate. Per esempio, questo significa assumere il principio
che gli studenti diventeranno il tipo di persona che vogliamo siano se chiediamo loro di
ripetere quanto gli insegnanti hanno insegnato loro attraverso i contenuti delle discipline e se
gli studenti verranno valutati su quanto bene hanno studiato contenuti e microabilità in ogni
area disciplinare (Seiger-Eherenberg, 1991, p. 6). Il nostro desiderio è di far divenire più
riflessivo l’apprendimento, più complesso e più rilevante per la società, così come per gli
studenti con bisogni e interessi diversi.
5
Vogliamo che i nostri bambini e le nostre bambine sviluppino queste «abitudini mentali» che li
conducono a divenire capaci di apprendere lungo tutto l’arco della vita, solutori efficaci di
problemi, capaci di prendere decisioni adeguate alle situazioni, capaci di comunicare con
culture e popoli differenti e comprendere come vivere con benessere e successo in un mondo
tecnologico cha cambia rapidamente.
Conclusioni
Sono state identificate sedici «abitudini mentali» che derivano dalla ricerca sull’efficacia
umana, dalla descrizione di eccellenze virtuose e dall’analisi delle caratteristiche di persone
competenti. Queste «abitudini mentali» potrebbero servire come discipline mentali. Quando si
confrontano con situazioni problematiche, gli studenti, i genitori e gli insegnanti dovrebbero
impiegare abitualmente una o più «abitudini mentali» chiedendosi:
 Cos’è la cosa più intelligente che posso fare correttamente ora?
 Cosa posso apprendere da questa esperienza? Quali sono le mie risorse? Come posso
recuperare i miei successi passati nel risolvere problemi come questo? Cosa conosco già
su questo problema? Quali risorse ho a disposizione e quali ho invece bisogno di
generare?
 Come posso affrontare questo problema flessibilmente? Come potrei guardare alla
situazione in un altro modo? Come posso riutilizzare il mio repertorio di strategie per la
soluzione di problemi? Come posso guardare al problema con una prospettiva nuova?
 Come posso illuminare questo problema per renderlo più chiaro e più preciso? Ho
bisogno di controllare le mie risorse? Come potrei scomporre il problema nelle parti che
lo formano e sviluppare una strategia per comprendere e portare a termine ogni fase?
 Cosa conosco e non conosco? Quali domande ho bisogno di porrai? Quali strategie ho in
mente ora, quali sono le mie consapevolezze circa le mie credenze, i valori e gli obiettivi
collegati con questo problema? Di quali sentimenti o emozioni sono consapevole che
potrebbero condizionare i miei progressi?
 A chi potrei rivolgermi per ricevere aiuto? In che modo il problema coinvolge anche
altri? Come possiamo risolverlo insieme e cosa posso apprendere dagli altri che
potrebbe aiutarmi a divenire un migliore risolutore di problemi?
Come abbiamo notato, queste «abitudini mentali» trascendono tutti i contenuti disciplinari
e le discipline stesse comunemente insegnate nelle scuole. Esse sono caratteristiche di spicco
dei performer ovunque nella vita domestica, nelle scuole, nello sport, nelle organizzazioni, nella
politica, nelle chiese o nelle associazioni. Sono quindi il cosa permette di apprendere
continuamente, di rendere un posto di lavoro produttivo, di rendere durevole la democrazia.
L’obiettivo dell’educazione, quindi, dovrebbe essere di sostenere ognuno nel liberare,
sviluppare e allenare pienamente queste «abitudini mentali». Esse, considerate tutte insieme,
sono una forza che ci dirige attraverso un comportamento in continuo incremento, congruente,
etico, di integrità. Sono gli strumenti per operare scelte disciplinate e durevoli in tutti i campi
della vita. Sono il principale veicolo nel viaggio lungo la vita attraverso l’inclusione delle
differenze individuali e sociali. Sono la «cosa giusta» che rende l’essere umano affascinante.
Bibliografia
Ames J. E. (1997), Mastery: interviews with 30 remarkable people, Portland, OR, Rudra Press.
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6
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Costa, formare le «abitudini mentali» apprendimenti che permangono

  • 1. 1 Formare le «abitudini mentali»: apprendimenti che permangono1 Arthur Costa Professore emerito Università Statale della California, Sacramenta ABSTRACT Le attitudini sono modi di pensare e di comportarsi in maniera «intelligente» e consentono di affrontare — e risolvere — le complessità e le ambiguità della vita. Obiettivo dell’educazione dovrebbe essere quello di promuovere il loro pieno sviluppo. «Habits of mind» are way of thinking and way of behaving in intelligent way. They help people to tackle and to solve problems. Is essential— in educative filed— to promote the development of these habits of mind. The paper explain sixteen habits of minds: teachers and principals can design school organization around this new paradigm of learning. L’eccellenza è un’arte ottenuta attraverso l’esercizio e l’abitudine. Non agiamo correttamente perché abbiamo virtù ed eccellenza, ma piuttosto le possediamo perché abbiamo agito correttamente. Siamo quello che facciamo ripetutamente. L’eccellenza, allora, non è un atto ma un’abitudine. Aristotele Una caratteristica distintiva degli esseri umani è che essi, non solo posseggono informazioni, ma sanno anche come agire con le informazioni che hanno. Sanno cioè come utilizzarle efficacemente in situazioni sfidanti che richiedono ragionamenti strategici, intuito, perseveranza, creatività e padronanza nel risolvere un problema complesso. Inoltre, mentre possono essere considerati «intelligenti»2 perché posseggono molte risposte, sanno anche come comportarsi intelligentemente quando non conoscono le risposte. Come educatori, pertanto, dovremmo concentrarci sull’insegnare agli studenti come produrre conoscenza, piuttosto che come riprodurla solamente. Per definizione un problema è qualunque stimolo, domanda, compito, fenomeno o discrepanza, la cui spiegazione non è immediatamente conosciuta. Quali comportamenti sono indicativi di un soggetto capace di risolvere problemi in modo efficiente ed efficace? Cosa fanno gli esseri umani quando affrontano e risolvono problemi in modo intelligente? Ricerche significative e considerevoli di Ames (1997), Briggs (1999), Ennis (2001), Feuerstein et al. (1980), Glatthorne Baron (1985), Goleman (1995), Perkins (1985), Sternberg (1984), indicano che esistono alcune caratteristiche identificative dei pensatori efficaci. Questi non sono necessariamente «geni» oppure esseri più dotati che dimostrano questi attributi. Queste caratteristiche sono state identificate in diverse figure professionali, come gli artisti di 1 Traduzione a cura di Piergiuseppe Ellerani (materiale fornito nel corso degli incontri di formazione tenuti a Bressanone il 4-5 febbraio 2009). 2 «We came to call these disposition «habits of mind», indicating that the behaviors require a discipline of the mind that is practiced so it becomes a habitual way of working toward more thoughtful action, intelligent action». Abbiamo riportato la definizione di Costa, poiché indica che la traduzione più corretta del termine «habit of mind» è «disposi- zione» o «attitudine». In realtà nella lingua italiana i due termini potrebbero assumere connotazioni negative e fuorvianti rispetto alla prospettiva formativa di «buone abitudini» della mente che l’autore attribuisce al suo progetto. Infatti assumono prevalentemente il significato di «già posseduto», «innato», «già determinato» piuttosto che modificabile. Il continuo riandare di Costa al pensiero di Dewey nello specifico riferimento alla formazione di «abitudini» per educare la mente e il pensare intelligente, così come il richiamo e la continuità culturale proposta da M. Baldacci nel numero precedente della rivista, ci inducono altresì a sottolineare l’importanza del termine «abitudini della mente». Da intendere nella prospettiva pedagogica di formare «buone abitudini mentali» che tutti possono costruire e che richiede la progettazione intenzionale di un ambiente nel quale acquisirle.
  • 2. 2 successo, i fisici, gli ingegneri, gli insegnanti, i genitori, gli imprenditori — persone attive in tutti i campi della vita. Abbiamo definito queste caratteristiche «abitudini mentali». Sono modi di pensare e di comportarsi in maniera intelligente e sono attivati quando ci viene chiesto di confrontarci con le complessità e le ambiguità della vita. Descrivere le «abitudini mentali» Un’«attitudine mentale» significa quindi avere una disposizione verso il comportamento intelligente nelle occasioni di confronto con i problemi. Quando le dicotomiche complesse esperienze umane pongono dilemmi oppure si presentano con incertezze, la nostra azione più efficace richiede di provocare i modelli sicuri e consolidati di comportamento intellettuale. Quando ricorriamo a queste risorse intellettuali (attitudini), i risultati prodotti sono più potenti, di più alta qualità e di maggiore significatività anche se il loro utilizzo nelle situazioni non ci porta al successo desiderato. Impiegare le «abitudini mentali» richiede un insieme di diverse abilità: disposizioni, regolazioni e capacità di recupero di passate esperienze. Possedere l’attitudine a usare uno o più di questi modelli significa:  Valutare - scegliere cioè di impiegare un modello di comportamento intellettuale, piuttosto che altri meno produttivi; significa che valutiamo un modello di pensiero migliore di altri e questo implica operare delle scelte consapevoli su quali modelli potrebbero essere impiegati nel momento richiesto;  Avere propensione all’uso — sentire cioè la tendenza o propensione personale all’uso attraverso l’impiego di un modello di comportamento intellettuale; quando infatti il soggetto impiega comportamenti adeguati, egli percepisce maggiore soddisfazione e un sentimento di efficacia, potere e controllo;  Rimanere vigili nelle situazioni — essere cioè sensibili, percepire opportunità e proprietà nell’impiego dei modelli di pensiero; il soggetto possiede una sensibilità che gli segnala il contesto o la situazione come un momento e una circostanza appropriata nella quale l’impiego dei modelli dovrebbe essere facilitato;  Applicare capacità — possedere cioè le abilità di base e, al contempo, la capacità di affinarle con i comportamenti; per impiegare ed eseguire efficacemente i comportamenti nel tempo è richiesto infatti sia il possesso delle abilità di base che la capacità di padroneggiarle;  Impegnarsi — sforzarsi costantemente di riflettere e migliorare le prestazioni dei modelli di comportamenti intelligenti; ogni esperienza nella quale sono stati impiegati tali comportamenti dovrebbe essere accompagnata dalla riflessione sul loro uso, dalla valutazione, dall’eventuale modifica e dalla pratica per un riutilizzo in applicazioni future. Sedici «abitudini mentali» da formare Di seguito presentiamo un elenco di sedici «abitudini mentali». È l’esito di ricerche e descrizioni di come agiscono efficacemente gli esseri umani quando si comportano in modo intelligente. Questo elenco non ha la pretesa di essere esaustivo, ma piuttosto serve come un punto di partenza per ulteriori elaborazioni e descrizioni. 1. Persistere: perseverare su un compito fino al suo completamento, rimanere focalizzati su di esso. Stai sul compito! 2. Gestire l’impulsività: pensare prima di agire; essere riflessivi, mantenersi calmi e pronti. Prenditi tempo!
  • 3. 3 3. Ascoltare gli altri con comprensione ed empatia: dedicare energie mentali alle idee e ai pensieri di altre persone; tenere in sospeso i propri pensieri in modo da percepire il punto di vista e le emozioni dell’altro. Comprendi gli altri! 4. Pensare flessibilmente: essere capaci di cambiare prospettiva, generare alternative, considerare opzioni. Guarda in altro modo! 5. Essere metacognitivi: essere consapevoli dei propri pensieri, strategie, emozioni e azioni e dei loro effetti sugli altri. Conosci la tua conoscenza! 6. Impegnare energie per ottenere accuratezza e precisione: avere desiderio per l’esattezza, la precisione e la maestria. Controlla ancora! 7. Porre domande o problemi: avere attitudine a porre domande; conoscere quali dati sono necessari e sviluppare strategie di domande per produrre questi dati. Trovare problemi da risolvere. Cosa conosci? 8. Attingere alle conoscenze passate e applicarle alla nuova situazione: accedere a conoscenza pregressa; trasferire la conoscenza oltre il momento nel quale è stata appresa. Usa cosa studi! 9. Pensare e comunicare con chiarezza e precisione: sforzarsi per comunicare in modo accurato, sia nella forma scritta che orale; evitare generalizzazioni, distorsioni e imprecisioni. Essere chiari! 10. Raccogliere informazioni utilizzando tutti i sensi: raccogliere informazioni attraverso tutti i percorsi sensoriali-gustativi, olfattivi, tattili, cinestesici, uditivi e visuali. Usa il tuo percorso naturale! 11. Creare, immaginare e innovare: generare nuove idee fluenti e originali. Cerca un modo differente! 12. Rispondere con meraviglia e stupore: trovare il mondo fantastico e misterioso ed essere incuriositi dai fenomeni e dalla bellezza. Divertiti fantasticando! 13. Prendere rischi responsabili: essere avventurosi; vivere al limite della propria competenza. Rischia! 14. Ricercare umorismo: cercare la stravaganza, l’incongruenza e l’inatteso: essere capaci di ridere di se stessi. Ridi un poco! 15. Pensare in modo interdipendente: essere abili a lavorare e apprendere dagli altri in situazioni di reciprocità e collaborazione. Lavora/studia insieme! 16. Rimanere aperti all’apprendimento continuo: essere umili e orgogliosi quando ammettiamo di non conoscere. Resistere al desiderio di compiacenza. Apprendere dall’esperienza! Queste «abitudini mentali» raramente sono agite isolatamente. Piuttosto, insiemi di tali attitudini sono attivate e impiegate in varie situazioni. Quando ascoltiamo intenzionalmente, per esempio, impieghiamo flessibilità, metacognizione, precisione di linguaggio e capacità di porre domande. Perché insegnare attraverso le «abitudini mentali»? Numerose scuole nel mondo hanno adottato l’insegnamento-apprendimento attraverso le «abitudini mentali» con risultati positivi. Dirigenti e insegnanti riferiscono un incremento nei risultati positivi degli studenti, una diminuzione nei problemi di disciplina, una maggiore consapevolezza, autocontrollo, fiducia, un approccio al curricolo più unitario e coerente, un maggiore coinvolgimento dei genitori e una cultura della scuola più centrata sulle finalità educative. Alcune delle ragioni di questi risultati sono state riscontrate nei seguenti aspetti: a) Visione condivisa Senge et al. (1994) suggeriscono che la cultura è la gente cha pensa insieme: in quanto individui condividono significati, negoziano e costruiscono una cultura. In quanto gruppi di persone diventano più abili nell’impiego di «abitudini mentali», le abitudini iniziano a pervadere il
  • 4. 4 sistema di valore provocando il cambiamento delle pratiche e delle credenze dell’intera organizzazione. Attraverso l’uso delle «abitudini mentali», il gruppo costruisce un’atmosfera di fiducia nelle relazioni umane, fiducia nei processi di interazione e fiducia profonda nell’organizzazione. L’impiego delle «abitudini mentali» facilita la creazione di una visione condivisa. b) Transdisciplinarità Una visione condivisa trascende i gradi scolastici e le discipline. Le «abitudini mentali» sono applicate a tutti i gradi scolastici e a tutte le discipline. Tutti gli insegnanti possono convenire su queste qualità e considerarle come desiderabili. La persistenza è valutata positivamente sia nelle scienze sociali che nella musica e nell’educazione fisica. Il pensiero creativo è una componente di base nelle scienze come in letteratura e nelle arti. Impegnarsi per ottenere accuratezza e precisione è importante sia per la formazione professionale che per la matematica. Gli studenti raggiungono probabilmente più risultati e abitudini perché, attraverso la scuola, le «abitudini mentali» sono rinforzate, trasferite e rivisitate, a casa e nel territorio. Lavorando insieme, gli insegnanti dovrebbero decidere:  Quali «abitudini mentali» desiderano sviluppare e attivare negli studenti?  Come accompagniamo il loro sviluppo?  Come dovremmo operare collaborativamente per determinare se gli studenti stanno diventando capaci di applicare le «abitudini mentali» nel tempo?  Cosa vedremo o sentiremo nei comportamenti degli studenti come evidenza della loro crescita?  Come dovremmo praticare e valutare la nostra crescita per queste «abitudini mentali» attraverso il nostro lavoro insieme? e) Apprendimento continuo Inoltre le «abitudini mentali» sono applicabili sia dagli adulti per sviluppare competenze nel risolvere efficacemente problemi e nell’apprendere continuamente, sia dagli studenti. Tutti i componenti delle organizzazioni che apprendono continuamente divengono maggiormente capaci di pensare. I risultati per gli studenti e la cultura del lavoro della scuola divengono congruenti e sinonimi. Nessuno «raggiunge padronanza» piena nelle «abitudini mentali». Tutti possono continuare a perfezionare i propri risultati, a sviluppare le proprie capacità, per essere più attenti alle opportunità nel loro uso e a un impiego intenzionale delle «abitudini mentali» lungo tutta la vita. Quanto rende l’«attitudine» un «valor aggiunto» per lo sviluppo dell’intelligenza umana è che essa diviene desiderabile da possedere sia dagli adulti — nelle scuole e nel territorio — sia dagli studenti. Ognuno di noi può quindi divenire un «apprendente continuo» delle «abitudini mentali» lungo tutto l’arco della vita. d) Apprendimenti essenziali e durevoli La moderna società riconosce un crescente bisogno di cittadini informati, competenti e appassionati, che danno valore alla verità, all’apertura, alla creatività, all’interdipendenza, all’equilibrio e all’amorevolezza, così come cercano libertà personale e spirituale in tutte le aree della vita. Come educatori competenti, potremmo essere pressati per ottenere risultati immediati e misurabili su prestazioni standardizzate. Per esempio, questo significa assumere il principio che gli studenti diventeranno il tipo di persona che vogliamo siano se chiediamo loro di ripetere quanto gli insegnanti hanno insegnato loro attraverso i contenuti delle discipline e se gli studenti verranno valutati su quanto bene hanno studiato contenuti e microabilità in ogni area disciplinare (Seiger-Eherenberg, 1991, p. 6). Il nostro desiderio è di far divenire più riflessivo l’apprendimento, più complesso e più rilevante per la società, così come per gli studenti con bisogni e interessi diversi.
  • 5. 5 Vogliamo che i nostri bambini e le nostre bambine sviluppino queste «abitudini mentali» che li conducono a divenire capaci di apprendere lungo tutto l’arco della vita, solutori efficaci di problemi, capaci di prendere decisioni adeguate alle situazioni, capaci di comunicare con culture e popoli differenti e comprendere come vivere con benessere e successo in un mondo tecnologico cha cambia rapidamente. Conclusioni Sono state identificate sedici «abitudini mentali» che derivano dalla ricerca sull’efficacia umana, dalla descrizione di eccellenze virtuose e dall’analisi delle caratteristiche di persone competenti. Queste «abitudini mentali» potrebbero servire come discipline mentali. Quando si confrontano con situazioni problematiche, gli studenti, i genitori e gli insegnanti dovrebbero impiegare abitualmente una o più «abitudini mentali» chiedendosi:  Cos’è la cosa più intelligente che posso fare correttamente ora?  Cosa posso apprendere da questa esperienza? Quali sono le mie risorse? Come posso recuperare i miei successi passati nel risolvere problemi come questo? Cosa conosco già su questo problema? Quali risorse ho a disposizione e quali ho invece bisogno di generare?  Come posso affrontare questo problema flessibilmente? Come potrei guardare alla situazione in un altro modo? Come posso riutilizzare il mio repertorio di strategie per la soluzione di problemi? Come posso guardare al problema con una prospettiva nuova?  Come posso illuminare questo problema per renderlo più chiaro e più preciso? Ho bisogno di controllare le mie risorse? Come potrei scomporre il problema nelle parti che lo formano e sviluppare una strategia per comprendere e portare a termine ogni fase?  Cosa conosco e non conosco? Quali domande ho bisogno di porrai? Quali strategie ho in mente ora, quali sono le mie consapevolezze circa le mie credenze, i valori e gli obiettivi collegati con questo problema? Di quali sentimenti o emozioni sono consapevole che potrebbero condizionare i miei progressi?  A chi potrei rivolgermi per ricevere aiuto? In che modo il problema coinvolge anche altri? Come possiamo risolverlo insieme e cosa posso apprendere dagli altri che potrebbe aiutarmi a divenire un migliore risolutore di problemi? Come abbiamo notato, queste «abitudini mentali» trascendono tutti i contenuti disciplinari e le discipline stesse comunemente insegnate nelle scuole. Esse sono caratteristiche di spicco dei performer ovunque nella vita domestica, nelle scuole, nello sport, nelle organizzazioni, nella politica, nelle chiese o nelle associazioni. Sono quindi il cosa permette di apprendere continuamente, di rendere un posto di lavoro produttivo, di rendere durevole la democrazia. L’obiettivo dell’educazione, quindi, dovrebbe essere di sostenere ognuno nel liberare, sviluppare e allenare pienamente queste «abitudini mentali». Esse, considerate tutte insieme, sono una forza che ci dirige attraverso un comportamento in continuo incremento, congruente, etico, di integrità. Sono gli strumenti per operare scelte disciplinate e durevoli in tutti i campi della vita. Sono il principale veicolo nel viaggio lungo la vita attraverso l’inclusione delle differenze individuali e sociali. Sono la «cosa giusta» che rende l’essere umano affascinante. Bibliografia Ames J. E. (1997), Mastery: interviews with 30 remarkable people, Portland, OR, Rudra Press. Briggs Tracey W. (1999), Passion for what they do keeps alumni on first team, «U.S.A. Today», vol. 17, n. 115, pp. 1A-2A. Chiabetta E. L. A., Review Of Piagetian Studies Relevant to Science Instruction at the Secondary and College Levels, «Science Education», vol. 60, pp. 253-261.
  • 6. 6 Covey S. (1989), The seven habits of highly effective people, New York, Simon and Schuster. Dyer J. (1997), Humor as process, in A. Costa e R. Liebmann, Envisioning Process as Content: Toward a Renaissance Curriculum, pp. 211-229, Thousand Oaks, CA, Corwin Press. Ennis R. (2001), Coach for a critical thinking curriculum and its assessment, in A.L. Costa (a cura di), Developing minds: a resource hook for teaching thinking, 3rd Edition, Alexandria, VA, Association for Supervision and Curriculum Development, pp. 44-46. Feuerstein R., Rand Y.M., Hoffman M.B. e Miller R. (1980), Instrumental enrichment: an intervention program for cognitive modifiability, Baltimore, University Park Press. Glatthorn A. e Baron J. (1985), The good thinker, in A.L. Costa (a cura di), Developing minds: a resource hook for teaching thinking, Alexandria, VA, Association for Supervision and Curriculum Development. Goleman D. (1995), Emotional intelligence: why it can matter more than LQ, New York, Bantam Books. Perkins D. (1985), What creative thinking is, in A.L. Costa, Developing minds: A resource hook for teaching thinking, pp. 85-88, Alexandria, VA, Association for Supervision and Curriculum Development. Resnick L. (2001), Making America smarter: the real goal of school reform, in A. Costa, Developing minds: a resource hook for teaching thinking, Alexandria, VA, Association for Supervision and Curriculum Development. Perkins D. (1995), Outsmarting IQ: the emerging science of learnable intelligence, New York, The Free Press. Seiger-Eherenberg S. (1991), Educational outcomes for a K-12 Curriculum, in A. Costa, Developing minds: a resource hook for teaching thinking, Alexandria, VA, Association for Supervision and Curriculum Development. Senge R, Ross R., Smith B., Roberts C. e Kleiner A. (1994), The fifth discipline fieldbook, strategies and tools for building a learning organization, New York, Doubleday/Currency. Sternberg R. e Wagner R., Understanding intelligence: What’s in it for education?, Paper submitted to the National Commission on Excellence in Education. Sternberg R. (1984), Beyond IQ: a triarchic theory of human intelligence, New York Cambridge University Press. Sternberg R. (1983), How can we teach intelligence?, Philadelphia, PA, Research for Better Schools. Whimbey A. e Whimbey L. S. (1975), Intelligence can be taught, New York, Lawrence Erlbaum Associates.