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Corretto e completato il giorno 22 aprile 2024
COME CONOSCERE BENE LA STORIA
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COME CONOSCERE BENE LA STORIA
Le vite o le imprese celebrate di molti dei re, imperatori e conquistatori del passato sono state tramandate, con maggiore
o minore verità storica (il che dovreste verificare leggendo introduzioni, note e fonti specificate e facendo i dovuti
confronti) in molte opere da memorialisti, storici e romanzieri di ogni tempo, perciò vi consiglio di integrare la lettura di
classici come quelli di Plutarco, Nepote, Saint-Simon e Chateaubriand con Wikipedia e romanzi del passato o recenti
(magari evitando il libro di Scott su Napoleone e sfogliando Tamerlano di Marlowe e l’opera su Attila di de Wohl, testi
che non ho però ancora letto): vite come quelle di Alessandro Magno, Cesare, Augusto, Tiberio, Nerone, Alarico, Attila,
Carlo Magno, Gengis Khan, Tamerlano, Luigi IX, Luigi XIV, Napoleone Bonaparte, Lenin, Stalin, Hitler, Franco e
Mussolini hanno ispirato molte opere letterarie oltre che impegnato archeologi e storici e sono ancora in tutto il mondo
così note che è impossibile non udire accenni ad esse qualsiasi sia il proprio livello culturale. Vi consiglio di cercare
sempre su Wikipedia notizie sui personaggi storici che non conoscete e che incontrate nelle vostre letture: ad esempio
non è inutile approfondire un po’ certe figure politiche notissime e sopra non citate che hanno portato alla formazione
dello Stato moderno, come sono i re franchi medievali Clodoveo e Ugo Capeto, il primo ministro francese di Luigi XIII
cardinale di Richelieu e in parte anche Bismarck. Memorie d'oltretomba di Chateaubriand (che peraltro è assente da
tutte le biblioteche della mia provincia!) è utile anche per conoscere gli imprigionamenti irragionevoli, i grandi
massacri del tutto assurdie l’attività di spionaggio e propaganda di Napoleone, dei quali a scuola si tace di solito (di
Napoleone nei manuali scolastici si “parla” poco e male elencando conquiste e date di battaglie, ecc.), come del resto si
fa anche in molti libri per ragazzi (perfino in quelli un po' bigotti come Piccole donne), dove l’imperatore viene
presentato come un eroe (già Simone Weil aveva messo in rilievo, inutilmente, l’assurdità di esaltare a scuola e altrove
figure come quelle di Napoleone e Cesare), mentre Chateaubriand lo accomuna a Nerone, Alarico e Attila e, quando lo
mette in relazione a Cesare, lo fa solo per definirli entrambi membri di una “razza della quale si farebbe volentieri a
meno”. È importante anche conoscere individui come Verre (le cui azioni vanno confrontate con quelle pubbliche e
private di Berlusconi) e Catilina (rimando alle orazioni Verrine e Catilinarie di Cicerone), i personaggi di spicco della
Rivoluzione francese, delle guerre di indipendenza e di secessione americane e a chi si dovette lo “Stato sociale”negli
USA, nonché sapere cosa s’intende per maccartismo. Per quanto riguarda le personalità importanti dell’attualità, credo
sia difficile per tutti consigliare poche letture affidabili ed esaurienti, perciò vi consiglio di tenervi informati con i mezzi
più vari. Comunque sono da considerare alcune delle pubblicazioni di Marco Travaglio, www-micromega.net e
www.linkiesta.it.
A scuola bisognerebbe far conoscere almeno il terzo libro di Storia delle guerre del Peloponneso di Tucidide - che
secondo me, del resto, andrebbe letto dai ragazzi interamente e molto presto - e il capitolo sull’oligarchia in Atene delle
Elleniche di Senofonte, proprio come le Filippiche di Demostene: i discorsi dei generali e degli ambasciatori contenuti
nel libro di Tucidide e le orazioni migliori di Demostene sono senz’altro utili e apprezzabili da molti ragazzi; il capitolo
di Senofonte serve a inquadrare il resto, ma in fondo non sono pochi i testi dove si possono leggere fatti simili a quelli
da lui descritti (ad esempio il lungo primo discorso di Capponi nel primo libro del Dialogo del reggimento di Firenze di
Guicciardini). E forse, tornando alla storia classica, bisognerebbe far conoscere anche Catilina di Sallustio, che
andrebbe messo dagli insegnanti in relazione con le Catilinarie di Cicerone e con quanto Plutarco e soprattutto
Quintiliano riportano su Cicerone ovviamente, così peraltro tutti sarebbero messi in condizione di stare all’erta per
quanto riguarda la moda del revisionismo attuale e di deridere assurdi libri recenti di giornalisti pazzoidi come quel
Massimo Fini che attribuisce a Catilina moralità profonda e a Cicerone inettitudine e bigotteria e che in nota rimanda a
fonti antiche che in realtà affermano, come ogni altra conosciuta, il contrario (ciò per dargli agio di inneggiare al
terrorismo come in altri suoi scritti) o come l'introduzione abbastanza recente alle Verrine di Bellardi che ha invitato a
rispettare Verre, dopo averlo definito una povera vittima dei tempi e del proprio meraviglioso e appassionato senso
estetico. C’è poi un insegnante che sappia parlare di Tacito e della ragione per cui oggi può essere utile leggere gli
Annali? Eppure non c’è libro con cui ci si possa confrontare meglio nell’analisi storica delle dittature del secolo scorso
in Europa e in Russia e della Guerra Fredda in America e ci deve pur essere un motivo se Tacito viene citato anche da
autori recenti (come il giornalista Travaglio) dopo essere stato commentato da molti celebri autori del passato (come De
Montaigne)! Andrebbero fatte leggere anche le pagine sulla storia dell’antica Roma di Tito Livio incentrate sui processi
per debiti e sugli abusi dei patrizi romani sulla plebe e sui soldati (più che quelle sulle nobildonne), ma dubito che ci sia
una scuola che lo faccia. Non so poi se abbia davvero senso conoscere bene la politica degli antichi imperatori romani,
ma di certo la scuola non aiuta a farlo, anche se basterebbe dare qualche indicazione e indirizzare a La vita dei Cesari di
Svetonio, al primo volume della Storia augusta e, oggi, anche a Wikipedia (almeno per Traiano, Diocleziano,
Giustiniano). Non so nemmeno se da parte di un insegnante sarebbe doveroso e non inutilmente morboso accennare alle
invasioni barbariche fornendo qualche particolare in più, che, per quanto macabro, può aiutare senz’altro a imprimersi a
fondo le caratteristiche della natura (immutabile) umana, come dettagli sul tipo di torture praticato da Attila e sul
numero delle sue vittime (almeno secondo le pagine online, numerose le morti di donne, le braccia tagliate ai prigionieri
e appese a ornare gli alberi in onore al Dio dai Goti,ecc.
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Non so se sia doveroso far conoscere episodi come quello della costruzione delle quattro elevate piramidi (una di teste
di bimbi, una di teste di donne, una di teste di vecchi e una di teste di uomini) innalzate, almeno secondo alcune pagine
online, in una città da Tamerlano, quell’imperatore mongolo alla cui dinastia si devono palazzi meravigliosi ancora oggi
meta del turismo mondiale… Ma forse non sarebbe sbagliato, dato che online c'è chi cerca di mitigare l'orrore delle
azioni di Tamerlano in nome delle conseguenze a lungo termine, ovvero la pace in zone estese creata dal terrore (così
come si tende a nobilitare le stragi e le rapine degli antichi Romani in nome dei ponti costruiti qua e là o il fascismo
italiano per via della bonifica di alcune paludi decisa da Mussolini e di altre iniziative utili di anche minore entità).
Comunque questi episodi di crudeltà andrebbero inquadrati dando agli studenti delle scuole dell’obbligo almeno un’idea
di ciò che sulle torture sui civili nelle guerre tra Stati poco lontane nel tempo scrissero almeno Voltaire (nel Dizionario
filosofico e nel Trattato sulla tolleranza), De Beauvoir (nell’autobiografia e in romanzi come I mandarini), Lessing (in
Il taccuino d’oro), Arendt (in La banalità del male) e Silone (in Uscita di sicurezza): Inglesi in Irlanda, Marocchini in
Italia, Tedeschi nell’ultima grande ritirata, Francesi nelle Colonie, Russi nei ghetti ebraici e Americani in Corea hanno
eguagliato – nel ricco catalogo degli orrori immagazzinato nel mio cervello – i Turchi descritti da Dostoevskij in I
Fratelli Karamazov e da Lawrence d’Arabia in I sette pilastri della saggezza (romanzo poco attendibile solo fino a un
certo punto). E si dovrebbe parlare molto e in dettaglio dei grandi e assurdi massacri ordinati da Napoleone, di cui io a
scuola non ho saputo proprio niente (la descrizione che Chateaubriand ha fatto della strage insensata in Egitto non è
cosa che si possa dimenticare una volta letta, come non la dimenticarono mai molti dei soldati che furono costretti a
uccidere tante migliaia di persone di ogni età e disarmate in una volta anche con armi da taglio). Mi sembra anzi che a
scuola su tutto ciò che è più interessante e che può essere ancora utile oggi sapere su Napoleone ci sia assoluto silenzio:
non è irrilevante conoscere il grande aumento dei soldati impiegati in guerre per sua iniziativa e la sua introduzione di
strategie militari che non permettevano più risparmio di vite, dato che è questo ad aver reso un evento epocale la prima
guerra mondiale, nella quale il massacro fu catastrofico e non furono più nemmeno immaginabili molte delle azioni
individuali o di pochi, rapide e sotto alcuni aspetti eroiche ancora possibili in epoca napoleonica; soprattutto, credo che
sarebbe importante informare e contestualizzare l'attività di spionaggio (confronta con La scuola dei dittatori di Silone,
oltre che con il saggio citato di Chateaubriand) e l'organo di stampa e propaganda (confronta con I persuasori occulti di
Packard) con cui Napoleone cercò di controllare, influenzare e manipolare l'opinione pubblica, iniziativa che oggi ogni
politico deve comprendere meglio di chiunque altro (rimando oltre che al citato libro di Packard, anche a Psicologia
politica e Psicologia della politica a cura di Catellani. Inoltre credo che si dovrebbe confrontare l’immagine della
Rivoluzione francese offerta dai libri liceali e anche universitari con quanto risulta leggendo anche solo Le due città di
Dickens e soprattutto il primo volume di Memorie d’oltretomba di Chateaubriand, con riguardo soprattutto ai gruppi di
persone che giravano con teste sulle picche o alla cesta sempre colma di teste di persone di ogni sesso e anche prive di
un ruolo attivo nella politica o non ricche (per quanto nobili) e facendo attenzione ai paragrafi dedicati a Robespierre,
Marat, Barère, Danton, Desmoulins, D’Eglantine, Pons di Verdun, Mirabeau, Ginguené e al cavaliere di Parny.
Particolari grotteschi come l'assassinio delle molte ragazze "vergini" deciso da un loro compaesano giunto al potere
grazie alla rivoluzione e l'"omaggio" reso al cadavere del re posto sul trono (confronta anche con L'uomo in rivolta di
Camus) fanno capire probabilmente cosa sia stata la Rivoluzione francese più della maggior parte delle pagine che i
testi di storia scolastici riservano ai suoi eventi principali, date e nomi. Soprattutto però ciò che si dovrebbe far notare a
scuola, secondo me, è la proliferazione delle carceri seguita alla famosa presa della Bastiglia (rimando ancora a
Chateaubriand) e quante persone innocenti (cioè al di fuori delle trame politiche) sono state denunciate come agenti dei
regnanti e poi di Napoleone da loro conoscenti per qualche interesse personale e quante di loro, sotto tutti coloro che in
Francia si sono alternati al potere dopo la Rivoluzione, sono stati incarcerati per anni o per tutta la vita senza alcuna
prova, senza processo e a volte persino senza indagini di sorta dal governo, noncurante e a volte interessato a creare
paura in tutti, o da magistrati e ispettori a caccia di prestigio e troppo ambiziosi e indifferenti per richiedere prove e per
ricercare dietro delazioni politiche ragioni private (fu giustamente reso celebre il caso riportato negli archivi della
polizia da cui Dumas trasse il suo Conte di Montecristo): né le delazioni e le sparizioni in carcere e in lager motivate
con grande fantasia sotto Stalin (confronta con Il buio a mezzogiorno di Koestler e Il primo cerchio di Solgenitsin, oltre
che con le notizie sullo stalinismo su Wikipedia, alle quali dovrebbe essere fatta risalire l'ispirazione per 1984 di Orwell,
un classico inquietante che può essere considerato solo in parte opera di fantasia), né le violazioni della privacy e
l'ostracismo economico del maccartismo (confronta con Wikipedia e magari con le pagine relative di Il taccuino d'oro
di Lessing) dovrebbero stupire nessuno per quanto giovane, e non si dovrebbe far troppo caso alle differenze tra epoche
e tra popoli (come invece si fa in molti ambienti parlando delle dittature del '900). A scuola si tace in genere di molte
cose! Di Luigi XIV a scuola si tace l’ampia e infame attività di spionaggio dei privati, funzionale a quella della
corruzione e del livellamento che contraddistinsero il suo regno preparando l’epoca attuale (rimando a Il Re Sole di L.
de Saint-Simon), eppure sono fatti storici rilevanti e non privi di conseguenze sull'attualità: ogni insegnante dovrebbe
mettere tutto ciò anzi in relazione almeno con le operazioni simili dei secoli successivi, come del resto con quelle di
Tiberio (confronta con gli Annali di Tacito, un testo molto utile per conoscere la natura della gente oltre che di certi
governi). Si dovrebbe ovviamente anche mettere in chiaro il rapporto tra spionaggio di ogni genere e pratica del
boicottaggio e dell’ostracismo, sui quali tanto ogni scuola dovrebbe informare, rimandando agli storici e ai narratori che
in ogni tempo ne hanno scritto: quando Saint-Simon descrive le iniziative più autoritarie del Re Sole, si sofferma sulle
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leggi sulla leva e sulla carriera militare e così arriva presto a parlare anche dell'ostracismo organizzato per chi non
obbediva, come ogni storico che descrive una dittatura finisce col fare e non c'è famiglia o paese piccolo abbastanza o
città troppo vasta perché quattro imbecilli non possano riuscire a fare altrettanto e non si sentano in diritto di farlo
quanto Luigi XIV. Sono questioni fondamentali in un’epoca in cui politici, stilisti, imprenditori e commercianti
dipendono tutti dagli stessi esperti del settore pubblicitario (psicologi specializzati e senza scrupoli nell’uso
indiscriminato di test, inganni e di gravi violazioni della privacy), mentre in ogni Paese le aziende conservano schede
illegali su dipendenti attuali e potenziali che fanno rabbrividire se si pensa al carattere personale dei dati che
contengono e a come essi devono essere stati raccolti (io ricordo l'eco dello scandalo delle schedature della azienda
italiana Fiat di qualche decennio fa) e soprattutto considerando che oggi sia psichiatri e medici che persone comuni
(parenti, coinquilini di appartamenti in affitto, artigiani, ospiti, ecc.) invadono più spesso di quanto non si creda spazi
privati (attraverso microspie con e senza telecamera che oggi si trovano a buon prezzo anche su Amazon) e Packard non
è l’unico a cui si dovrebbe rimandare gli alunni in proposito. Tenete presente che già nel 1998 alcuni benestanti
possedevano telefoni – credo - con auricolari senza fili e senza necessità di microfoni, quindi invisibili a un osservatore
e che con mezzi simili basta una normale telefonata perché ciò che si dice sia ascoltato e commentato da un estraneo
che sia in tale comunicazione con l'interlocutore. Anche la microspia più venduta oggi funziona in un modo simile.
Considerate inoltre quanti spazi all'aperto sono provvisti di telecamere con la scusa della sicurezza o di certi studi sulla
natura, proprio come negozi (con sistema CCTV e telecamere anche illegali cioè nei camerini), ospedali, ecc. E non è
detto che i mezzi per controllare ogni spostamento di un individuo particolare si limitino a questi e all'enorme numero
di persone disposte a osservare e ascoltare persino dalle proprie case per poi riferire per determinati interessi (chi scrive
gli articoli delle riviste più vendute conosce bene tutto ciò e non è difficile dimostrare che spunti e informazioni per
scriverli provengono anche da queste pratiche) o per abitudine, dato che il progetto disumano descritto negli ultimi
capitoli del libro di Packard non è nella fantasia dell'autore e che per documentare gli spostamenti degli animali oggi si
dispone di una tecnologia avanzata, mentre sulle cosiddette cimici e sui microchip che secondo alcune pagine online
sarebbero stati impiantati anni fa nelle braccia di alcuni impiegati nella sicurezza non mancano certo le pagine online o
i libri da leggere.
A tutti dovrebbero essere più note le guerre condotte in nome della religione insieme a fatti della storia della Chiesa
indispensabili per capire la natura di un’istituzione che ha ancora molto potere in alcune zone del mondo, come l'Italia e
l'America Latina. Invece alcuni ignorano non solo il presente (ad esempio libri recenti d’inchiesta quali Sua Santità di
G. Nuzzi) ma perfino quasi tutto sulle decime, sulla tassazione straordinaria per innalzare e dotare le immense
cattedrali, sulla simonia generalizzata e su quelle rapine tra stupri e violenze di ogni genere che furono le Crociate o la
guerra dei trent’anni e le altre guerre dell’epoca della Riforma… E per chi ha una conoscenza non proprio vaga di tutto
questo, le cose di solito non vanno tanto meglio: io stessa solo dopo i 30 anni ho saputo della “Notte di San
Bartolomeo” (dovetti attendere di conoscere Il trattato sulla tolleranza di Voltaire per avere notizia di questo celebre
massacro di un intero villaggio in una notte per la gloria del dio cattolico e del quale furono festeggiati anniversari e si
dipinsero noti affreschi in chiese di Roma…) e da poco ho saputo delle "Crociate dei bambini" (rimando a Il drago
come realtà di S. De Mari) e ho conosciuto i dettagli sulla revoca dell’editto di Nantes e sui Dragoni (questa specie di
squadre SS di cui lessi tardi, nelle Memorie di Saint-Simon) e saputo chi furono realmente le vittime dell’Inquisizione
(dovetti apprenderlo leggendo Wikipedia sui fatti riguardanti l’arianesimo e i concili del Vaticano successivi e poi gli
scritti di Voltaire e Lo straniero misterioso di Mark Twain, testi in cui le vittime del tribunale ecclesiastico sono ragazzi
o bambine, verità storica ribadita anche nel citato saggio della De Mari). E chissà quanti hanno conosciuto solo da adulti
o non sanno ancora quali particolari raccapriccianti sono legati al veto che la Chiesa ha sempre posto al diritto all’aborto
assistito (fu solo la De Beauvoir, in Il secondo sesso, a farmi conoscere cosa aspettava in ospedale le donne che avevano
tentato di abortire fino a pochi decenni fa) e quanti schiarimenti sulle ciniche motivazioni reali del clero al riguardo
sono pur stati dati da tempo (Fromm ne scrisse ad esempio in un libro accessibile a chiunque e pochi anni fa ne intesi un
accenno per radio, l’unico che abbia mai notato personalmente): la Chiesa in ogni tempo ha mantenuto il potere
appoggiando chi lo detiene a scapito dei singoli individui e soprattutto delle donne e non lo ha fatto solo a parole, tanto
che ancor oggi i medici che sostengono il diritto all'aborto e che lo praticano vengono esclusi da club e associazioni utili
alla loro carriera. E non è generalmente noto nemmeno quanto grande fu il ruolo della Chiesa nel perpetuarsi per quasi
due millenni della prassi legislativa di squartare o bollire vivi i criminali comuni (e coloro che così le leggi delle varie
epoche e regioni dichiararono tali) e quanto vescovi e cardinali si accanirono contro coloro ai quali tali torture e morti
ispiravano orrore e nausea di un governo irrazionale e crudele (io non ne seppi nulla finché non lessi le biografie di
Montaigne e Tolstoj contemporaneamente alle note a un saggio sulla giustizia scritto dal primo e a Resurrezione e ad
alcuni racconti del secondo): conoscere tutto ciò è importante perché occorre riflettere sull’assurdo e colpevole
permissivismo delle leggi attuali senza tirare in ballo lo stereotipo della compassione cristiana che bambini e persone
poco esperte o incolte attribuiscono alla Chiesa di ogni tempo, e poi perché bisogna ragionare con disincanto su quanto
della tortura praticata in tempi di pace scrissero bene Beccaria, Manzoni, Leopardi, Apuleio, Seneca, Cicerone o perfino
l’autore di un libro pubblicato da case editrici rivolte ai ragazzi qual è Quo vadis?. È poi odioso alcuni cattolici si
esprimono e si sono espressi sul fatto che la Chiesa ha incoraggiato o tollerato apertamente l’antisemitismo, i pogrom e
l’esistenza della schiavitù: Bernanos in Diario di un curato di campagna è arrivato a giustificarlo con la diffusione di
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pratiche crudeli anche sugli individui liberi meno abbienti o con meno risorse, come se nulla contassero né l’esistenza o
meno della possibilità di recidere un rapporto dannoso inizialmente accettato né tutti gli aspetti aggravanti dovuti al
fatto che alla schiavitù fossero destinati gruppi numerosi (per chi ha una coscienza sono indimenticabili le descrizioni
che Wilbur Smith ha fatto del rapimento e incatenamento in minuscoli luridi scomparti delle navi per mesi consecutivi
di masse di indigeni africani, in linea con i resoconti degli storici, e anche solo gli accenni che sulla schiavitù in
America fa Dickens in Martin Chuzzlewit). E i dettagli della manifestazioni dell’antisemitismo nel Medioevo (quando
la Chiesa era più forte) non sono dati dalle scuole e possono essere conosciuti solo attraverso letture fatte di propria
iniziativa (perfino un libro per ragazzi come Ivanhoe di Walter Scott ne spiega di più di quanto fanno gli insegnanti
delle scuole di ogni livello). E credo significativo che un’intera classe di un liceo scientifico del movimento
ufficialmente cattolico Comunione e liberazione (CL) poco più di 20 anni fa ha udito il preside e insegnante giustificare
l’indifferenza per le sofferenze e la morte per fame dei bambini africani con la candida osservazione che “tanto non
sono battezzati” con uno sragionare tipicamente medievale. Anche di sapere bene cosa ci sia alla radice dell’impegno e
dell’abitudine del clero nel creare o favorire gruppi religiosi, non c’è modo a scuola: io dovetti attendere di farne la
dolorosa e deleteria esperienza con il movimento Comunione e Liberazione (CL e i suoi cosiddetti ciellini e un suo
appena sorto sottogruppo) e di leggere ciò che sul narcisismo di gruppo e sul meccanismo distruttore dell’individuo
presente in ogni associazione scrissero Silone, Joyce, Pasternak, Stendhal, Packard, Doris Lessing, D’Holbach, Fromm,
Jung e altri. Conosco ragazzi che a 16 o 14 anni, se non meno, sono stati plagiati e manipolati e, a volte, isolati da ogni
vecchio conoscente e ambiente abituale, umiliati, diffamati, portati vicino al manicomio con intenzione o incoraggiati
esplicitamente a suicidarsi, e tutto ciò da adulti criminali presentatisi dapprima come guide altruiste per fede e materne
per natura o età, poi come veri e propri eletti ispirati da Dio e padroni… individui malati o borderline ma ben inseriti
(benestanti e quindi “protetti”) oppure cinici annoiati e in ogni caso tutti di un egoismo e di una freddezza estremi,
pericolosi e pronti a tutto pur di dirigere gruppi sempre più estesi di fanatici nel credo o nella forma ma pur sempre di
facciata cristiana (ciò per avere il favore della Chiesa e non allarmare subito le prede): tutti questi ragazzi, o molti di
loro, si sarebbero probabilmente ben difesi se dai loro insegnanti avessero saputo tutto ciò che ho riportato sopra e se
avessero avuto anche solo una vaga idea di quanto grande e più sicuro sia per i più giovani il sostegno offerto dai libri
giusti rispetto a quello che possono ragionevolmente sperare da estranei appartenenti al clero o magari con una laurea in
Psicologia o di belle parole (la cultura fu definita da Jung il miglior sostituto dei genitori che si allontanano dopo la
maggiore età dal figlio e anche di quei genitori e parenti che non vogliono comportarsi come tali quando l'infanzia e
l'adolescenza del figlio li rende più necessari – e ricordate anche il messaggio identico dei libri per ragazzi di Dahl, a
cominciare dal migliore, Matilda). Del resto nei libri a disposizione di tutti in biblioteca non mancano nemmeno quelli
dove personalità come quelli di questi “convertitori” e “leader” ora descritti vengono analizzate nei dettagli e in ambiti
anche non religiosi (i primi libri pertinenti che mi vengono in mente sono La signora Dalloway della Woolf, Tipi
psicologici, Psicologia dell'inconscio e Psicologia e religione di Jung e Psicanalisi dell’amore di Fromm, titoli dei quali
nessun insegnante nemmeno mi nominò i titoli). Avendo Silvana De Mari citato in proposito Il pifferaio di Hamelin, vi
ricordo l'Omino di burro di Pinocchio di Collodi, un personaggio affine come in parte la donna ricca di Scarpette rosse
(nella versione raccolta da Pinkola Estes nel suo saggio più celebre e venduto).
Nei libri di Storia delle scuole dell'obbligo o superiori e nei manuali universitari di storia contemporanea non si fa che
ripetere lo stesso programma, che può essere definito un’accozzaglia di inutili date di battaglie e nomi e un elenco di
fatti storici che non arriva all’attualità e inoltre edulcorato e quindi falso, con poche eccezioni rilevabili dove si
consigliano saggi e opere letterarie integrative (questa soluzione ha un carattere davvero d’eccezione e si dà a questi
testi un qualche inquadramento e rilievo generalmente solo all’Università); inoltre, almeno in Italia, solitamente non si
accenna a testi fondamentali (non solo per mia opinione, dato che fuori dall'Italia sono stati ritenuti tali fin dalla loro
prima pubblicazione) come Il fascismo, La scuola dei dittatori e Fontamara di Silone. In classe e nei libri di testo delle
scuole italiane, ad esempio, non si parla certo delle torture e degli stupri di gruppo in pubblico compiuti dai fascisti, ma
sono messi in rilievo gli occasionali confini e l’uso dell’olio di ricino (invece limitato) e peraltro tralasciando di
descrivere quei dati che rendevano anche questa pratiche distruttive, come del governo di Giolitti del resto si fa qualche
accenno all’indirizzo generale e se ne elencano alcune date e non si fa nessun riferimento alle violenze compiute dai
criminali da lui pagati e per le quali la gente lo considerava un capomafia; davvero poco spazio è dedicato ai motivi
reali del successo di individui ignoranti, falliti e con poche doti quali erano Mussolini e Hitler, ma spesso viene dedicato
quasi un intero capitolo a quell’episodio in realtà ridicolo che fu la Marcia su Roma; vengono dati molti dettagli sulle
bonifiche del governo fascista ma si fa solo qualche accenno alla povertà e disperazione delle masse soprattutto agricole
e nessun riferimento agli operai pestati per il semplice fatto di essere operai, ai furti dei gruppi fascisti nei negozi, alla
grande decadenza delle scuole di ogni livello, alla conseguenze anche economiche della guerra in africa nei dettagli (se
poi alcuni romanzi italiani prendono spunto da alcuni fatti reali e davvero aziende dove lavorare implicava il contatto
con materiali tossici venivano fatte funzionare senza il materiale di protezione per i dipendenti, di certo non lo veniamo
a sapere a scuola) e al peggioramento dell’intensità delle torture praticate nei manicomi (già con Giolitti erano
peggiorate, come ricorda Ferrario in Politica dei servizi sociali)… Riguardo alla guerra in Etiopia, nessun manuale
scolastico dà notizie di anche uno solo dei dettagli che fanno comprendere cosa sia stata per gli abitanti e perciò occorre
leggere testi specializzati oppure attendere di trovare casualmente informazioni in letture di altro tema (ad esempio in
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un saggio di S. De Mari – Il drago come realtà – si legge dell'uso di gas neurotossici contro villaggi e del massacro di
tutti i rifugiati del duomo di Addis Abeba, séguito assurdo e criminale dell'attentato a Graziani, maresciallo italiano tra i
peggiori in Etiopia e Libia). Nessun quadro preciso viene dato nemmeno degli estremi cui giunsero l’antisemitismo e la
polizia con l’ex sacerdote Preziosi e con il ministro Buffarini-Guidi e il regime poliziesco nella repubblica di Salò (al
riguardo consultate ad esempio la prima parte di L’illusione fascista di Hamilton). E al metodo di analisi storico non si
dedica una riga. Perfino sui lager si fa leggere poco e male almeno nelle scuole dell’obbligo e alle superiori e in molte
Università cosiddette umanistiche: poche riflessioni sul come e perché, nessuna sui legami dei fatti con l’attualità… E
poi da quale testo scolastico o insegnante veniamo a sapere che l’origine delle camere a gas nei lager è da ricercare
negli omicidi di malati “mentali” compiuti dagli psichiatri tedeschi? Io ne ho avuto notizia solo leggendo per conto mio
La banalità del male della Arendt. Non sia mai che qualche studente sia portato a indagare sugli omicidi e le torture
compiuti dagli psichiatri italiani in tempi recenti e anche oggi, torture medievali praticate dalle dittature del ‘900 e
classificate come qualcosa di poco diverso da crimini di guerra dalla convenzione di Ginevra (rimando al secondo e al
terzo volume di Millenium, uno dei più recenti bestseller mondiali, quello del giornalista Larsson). Ed è ovvio che non
si desidera fare riflettere sull’effettiva ragionevolezza della caccia agli emotivi o “stupidi” che sembra essere lo sport
preferito di studenti e lavoratori. In Italia alle scuole medie si dà come riferimento Se questo è un uomo, che traumatizza
o addolora e basta, e magari La tregua, che è inutile (entrambi di P. Levi), ma non si nomina nemmeno, appunto, La
banalità del male, cioè un testo noto in tutto il mondo e fondamentale, per quanto non del tutto corretto riguardo
all’antisemitismo italiano, I sommersi e i salvati (sempre di P. Levi) e la prefazione dell’autore del 1976 a Se questo è
un uomo, che sono testi che fanno riflettere e riportano informazioni relative a un periodo vicino a noi (gli anni ’80).
Nessun cenno viene fatto solitamente nemmeno a molti dei testi letterari di più grande valore morale e più ricchi di
lucide analisi di situazioni sociali, politiche e psicologiche ancora molto attuali, testi molto importanti anche per il
carattere indipendente dell’azione degli autori (chi parla mai di 1984 di Orwell, Vino e pane e Fontamara di Ignazio
Silone, da leggere meditando sul saggio dell'autore Uscita di sicurezza, Il contesto di Sciascia, I 49 racconti di
Hemingway, I Mandarini di Simone de Beauvoir, Il buio a mezzogiorno di Koestler, Le finestre di fronte di Simenon,
ecc.? Viene mai nominata Simone Weil? Perfino un classico come I demoni di Dostoevskij è snobbato da antologie e
insegnanti e di un romanzo straordinario e importante per l’analisi dell’età contemporanea qual è L’uomo senza qualità
di Musil non si introducono minimamente le riflessioni principali su razzismo, militarismo, politica, scienza,
giurisprudenza, psichiatria, psicanalisi, morale, religione e ordine né si ha cura di segnalare i capitoli dove esse sono
maggiormente raccolte per agevolarne la lettura. Leggere le pagine migliori del romanzo di Musil insieme a quelle del
citato saggio di Hamilton potrebbe essere un punto di partenza per riflettere su come il declamato condizionamento
mentale operato dal nazismo giunto al potere sulle masse e sui militari sia stato molto più scarso di quanto si crede e
quanto anche un vero e proprio antisemitismo abbia influito poco, rispetto alle ragioni opportunistiche, quando si
prepararono e si presero le peggiori misure contro gli ebrei in Austria e in Germania. Ricordare agli studenti che tutti
furono e restarono in gran parte responsabili delle loro decisioni non è inutile oggi che si attribuisce per comodità le
colpe di molti crimini commessi da giovani all'ignoranza, a Internet e ai mass media (io la penso come Silone riguardo
ai cosiddetti persuasori occulti). Questo andrebbe comunque connesso dagli insegnanti a quanto avvenne in Italia,
sottolineando la mancanza qui di una discriminazione degli ebrei residenti prima della decisione di Mussolini, e
ovviamente anche agli episodi più emblematici del montare dell'antisemitismo altrove quali il caso Dreyfus e quello dei
falsi Protocolli dei Savi di Sion: si darebbe risalto a questi eventi facendo conoscere anch'essi attraverso le pagine di
Hamilton dedicate alla Francia e raffrontandoli con i siti Internet in cui i nuovi fascisti pubblicano affermazioni che
dovrebbero sembrare alla radice del loro antisemitismo e che Umberto Eco e altri hanno smontato con impegno; questo
sarebbe utile quanto accennare per lo meno alla descrizione e al ritratto implicito che dei nuovi gruppi fascisti e nazisti
hanno dato alcuni romanzi di successo internazionale (ad esempio quelli di Larsson) e le riviste recenti di politica e
gossip. Anche Resurrezione di Tolstoj viene ignorato, nonostante sia ancora molto attuale, se analizzato con flessibilità
mentale (basterebbe che ci fosse una maggiore conoscenza delle condizioni familiari e delle possibilità economiche
attuali di molte ragazze e delle condizioni di vita inaccettabili in cui vengono costretti a vivere nei nostri manicomi gli
internati, che a volte sono persone pienamente coscienti e potenzialmente in grado, con un po' di aiuto – informazione
scritta e denaro soprattutto - di condurre una vita abbastanza normale e autonoma). Così si insegna la Storia e non c’è
allora da stupirsi che ragazzini girino nelle scuole facendosi indicare serenamente dagli altri come nuovi Fascisti, che
gruppi fascisti abbiano assaltato da poco la sede di un sindacato, che un telegiornale italiano abbia riportato
recentemente che un autista di autobus ha scritto “W W Mussolini” al posto dell’indicazione della fermata, che nei pub
ci si dilunghi sulle “grandi” bonifiche fasciste delle paludi, che in alcuni bar ancora si trovino calendari dedicati a quel
criminale bifolco che fu in realtà Mussolini (c’è un bar che ne aveva uno fino a pochissimo tempo fa anche nella mia
zona) e che mio padre abbia detto che vuole che ci sia la guerra per “fare igiene” (sono state le sue parole esatte e non
credo siano solo sue).
Le analisi contenute in I persuasori occulti fanno di questo libro molto letto di Packard un classico intramontabile,
come si nota subito leggendo la presentazione degli attuali manuali universitari di psicologia politica che ne riprendono
i concetti principali: molte delle "scelte" e azioni politiche della maggioranza dei cittadini non sono decisioni meditate
e nemmeno razionali, ma atti per lo più inconsci e condizionati dal vissuto personale in modo irriflessivo o derivanti
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dall'umore e dagli accorgimenti dell'equipe di esperti di pubblicità e spettacolo che circondano i politici da almeno la
metà del secolo scorso (un po' come avviene quasi a tutti per almeno alcuni tipi di acquisti più e meno superflui).
Sciascia con Il contesto dimostrò come una dittatura possa essere tale di fatto anche se non è conclamata, mentre Orwell
e Silone (colui che dal primo fu definito il suo “fratello italiano”) hanno ribadito in scritti di grande efficacia che i fatti
non contano se le parole sono usate abilmente per nasconderli, ma ciò deve indurre a temere, oltre alle mistificazioni
illusorie, anche le definizioni troppo negative: una dittatura della maggioranza (o di certi gruppi più forti e attivi suoi
padroni per la sua indifferenza, pigrizia o indotta disperazione) niente ha a che vedere con una democrazia (un regime
invece attento alle esigenze delle minoranze), ma se un governo che elabora e mette in atto spesso leggi che calpestano i
bisogni sociali e procedimenti a favore dei criminali e quindi tipicamente dittatoriali (come quelli che da tempo si
susseguono in Italia) viene spesso definito – a torto – una dittatura vera e propria, potrebbe essere trasformato in essa (in
passato in alcuni Paesi alcuni gruppi sediziosi hanno sfruttato proprio questo per crearla, come ci aveva ricordato
Ignazio Silone in uno dei suoi saggi a proposito di un episodio della storia polacca).
In molti hanno sottolineato che non c'è rivoluzione della quale violenti e criminali non abbiano approfittato e che inoltre
non sia degenerata in dittatura per una sorta di legge naturale (rimando soprattutto a I. Silone e A. Camus), ma anche
che non abbia contribuito all'affermazione di validi princìpi, sia pure anche attraverso una propaganda un po' rozza e la
violenza: forse oggi le leggi feroci sul mondo del lavoro che subiamo – e che anche alcuni validi film recenti hanno
messo in evidenza - ci rendono facile dimenticare che tra le conseguenze delle grandi rivoluzioni vi fu quella di
agevolare le conquiste dei sindacalisti e di contribuire anche in altri modi al miglioramento della mentalità generale e
quindi delle condizioni di vita delle categorie socialmente meno forti di persone. Ricordiamoci che vi sono stati
cambiamenti apprezzabili (più numerosi di quanto le scuole ci facciano pensare) e che erano razionali (i grandi valori
della coscienza non sono soggettivi e niente hanno a che vedere con i sogni e con i pregiudizi, dato che coincidono con i
risultati dell'analisi storica e che non mutano nel corso dei secoli): tali progressi sono però sempre del genere che non
può durare a lungo e sembrano aver periodicamente bisogno di essere ristabiliti con rinnovate "affermazioni" degli
stessi princìpi di giustizia, per quanto con tutte le concessioni implicate da una realistica accettazione di ciò che di ogni
attuale stato di cose non può purtroppo essere modificato (oggi sembra essere questo il caso del precariato): rileggiamo
l'opera di chiunque abbia scritto della sensibilità (sensibilità verso i dipendenti e verso le persone più bisognose della
beneficenza) dimostrata da alcuni politici al governo (pensiamo ad esempio a quanto è stato fatto a partire dagli anni '20
in Svezia e ricordiamo gli anni '30 in Francia e negli USA, gli anni '40 nel Regno Unito e gli anni '60 in Italia) e
soprattutto da alcune grandi aziende in passato, come in Italia da quella di Adriano Olivetti, le cui iniziative negli anni
'50 andrebbero ricordate proprio perché non possono non apparire poco verosimili oggi che la mentalità della maggior
parte degli imprenditori è tornata a essere indifferente alla vita umana (vi consiglio di sfogliare al riguardo, oltre a Il
costo umano della flessibilità di Gallino, anche Il taccuino d'oro di Doris Lessing e qualche pagina online sulle
politiche aziendali del passato).
Se oggi qualcuno raccogliesse le massime con cui i giudici italiani giustificano le loro sentenze, emergerebbero versioni
elaborate delle seguenti affermazioni probabilmente spesso ipocrite e sempre irragionevoli in modo evidente e celanti
con ogni probabilità direttive governative: la galera peggiora le persone (nel caso si discuta se imprigionare un
criminale); la galera migliora le persone (nel caso si discuta se liberare l'autore di un crimine particolarmente efferato
prima del termine previsto o se non dare l'ergastolo); gli immigrati criminali non sono cattive persone ma povere vittime
della loro cultura o di traumi e i giovani italiani violenti non sono che povere vittime di Internet, della televisione,
dell'età e dell'assenza di figure genitoriali autorevoli (gli immigrati e i giovani che si conformano alle regole nonostante
famiglie, vissuti e situazioni non ideali non spingono ad alcuna riflessione); non è giusto tenere i bambini lontani dai
genitori (i bambini uccisi da criminali o dagli stessi genitori e quelli rapiti anche a causa delle condizioni familiari dei
casi di cronaca su tutti i giornali non sono presi in considerazione); chi lavora è comunque utile alla società (il futuro
lavorativo delle vittime dei lavoratori violenti, disonesti e ladri non è contemplato); è troppo difficile giudicare quando
si tratta di coppie (allora sarebbero di conseguenza insensati i processi stessi che portano all'assoluzione di partner
estremamente violenti); le galere comportano una spesa ingente per lo Stato (sono considerati insignificanti i costi
economici, morali e sociali dell'assenza di punizioni – quindi di regole – e non sono nemmeno presi in esame lavori
forzati, pena di morte ed eliminazione delle poche ma costosissime carceri di lusso presenti in Italia); per i familiari
delle vittime nessuna pena è sufficiente (si sorvola sul fatto che non sono affatto solo i famigliari delle vittime ad aver
bisogno e volere che in uno Stato ci siano regole e che di conseguenza i criminali vengano puniti); la legge del taglione
non è giustizia perciò ergastolo e pena di morte non sono giusti (si finge di dimenticare che l'ergastolo è nato come
provvedimento mite rispetto alle torture fisiche di innumerevoli tipi tradizionalmente previste per i criminali e che la
pena di morte è un procedimento sia economico che giusto quando la violazione delle leggi della società è dimostrata e
grave o recidiva).
Nei processi un’esatta valutazione dei giudici è tuttavia inequivocabilmente ostacolata da molti fattori, tra i quali i
seguenti: la valutazione dell'attendibilità degli enunciati della scienza è aperta a vari pericoli: la mancanza di cultura
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scientifica dei giudici; gli interessi che talvolta stanno dietro le opinioni degli esperti; le negoziazioni informali o cculte
tra i membri di una comunità scientifica; il carattere distruttivo delle affermazioni scientifiche in particolare nel
processo accusatorio; la complessità e la drammaticità di alcuni grandi eventi e la conseguente difficoltà di uno sguardo
neutro; la provvisorietà delle opinioni scientifiche; la manipolazione dei dati; la presenza di psudoscienza; gli interessi
dei committenti delle ricerche; contrasto possibile tra le perizie svolte all'inizio di un'indagine e quelle svolte a livello
dibattimentale, tra quelle del perito d'ufficio e quelle del perito di parte e tra quelle del primo e del secondo grado; la
presenza nella psicologia di antinomie, diversi indirizzi e novità derivate dalla strumentazione (neuroimaging, ecc);
incertezza non rara su quale esperto di psicologia è più adatto a pronunciarsi (medico legale, psichiatra forense,
psicopatologo forense, ecc.).
A questo riguardo sono importanti le precisazioni di Sammicheli (La perizia psicologica) e altri sulle leggi che rendono
questi biases frequenti e l'ingiustizia diffusa, soprattutto non imponendo un linguaggio comune a periti, avvocati e
giudici, il massimo rilievo alle analisi e alle discussioni precedenti l'incontro in aula (partecipazione, filmati,
registrazioni scritte) e una precisa attribuzione di ruoli.
Su come gli appelli vengano a volte strumentalizzati per fare evitare – con la legge sulla prescrizione – il carcere a
manifesti colpevoli e per arricchire gli avvocati potete leggere, oltre al citato libro di Sammicheli, Il tribunale del
medico (IRFEA), utile anche per riflettere sui falsi dichiarati dai medici legali evidenti solo in appello.
Della querela penale e in generale dell'intervento giudiziario il mio manuale di cittadinanza attiva riporta che da solo
esso spesso non è efficace, che da decenni il sistema giurisdizionale italiano è caratterizzato da tempo infinito per
arrivare a una decisione, inadeguatezza delle risposte, difficoltà di vedere eseguite le sentenze e alti costi delle cause e
che solo in alcuni casi una pronuncia di un giudice riesce a evitare che non si ripetano disfunzioni organizzative,
conflitti tra categorie e violazioni di diritti. Riguardo all’esposto si deve considerare che esso è poco impegnativo
rispetto alla querela e che la sua archiviazione non è segnalata se in esso non si fa esplicita richiesta di esserne avvisati,
mentre della costituzione di parte civile si deve ricordare che spesso i giudici riconoscono solo il danno morale (lesioni
di valori e interessi difesi da un’organizzazione civica).
È doveroso conoscere tutti quei testi che hanno forse contribuito a rendere meno ingiusto il sistema carcerario in Europa
e in altre zone, a cominciare dai noti testi di narrativa o saggistica sulle terribili condizioni dei carcerati e dei sospettati
di Pellico, Stendhal, Tolstoj, Dumas, Leopardi, Manzoni, London, Lawrence d’Arabia, Camus, Capote, Salierno e Storr
(rimando a Wikipedia e alla citata guida online per gli utenti delle biblioteche); è anche importante che film come
Detenuto in attesa di giudizio e Changeling non vadano dimenticati. Tuttavia anche l’irrazionale e colpevole
permissivismo attuale andrebbe affrontato con senso critico e competenza o almeno riflettendo con l’aiuto di qualche
lettura, perciò, oltre che su alcuni passi dello Zibaldone di Leopardi o David Copperfield di Dickens, si dovrebbe
meditare almeno sul messaggio dei seguenti testi più recenti: le pagine di L’odore dei soldi in cui Marco Travaglio ha
commentato cause e conseguenze di alcune leggi italiane che favoriscono ladri, pedofili e altre categorie di criminali; le
pagine di Camilleri che discutono non poche leggi italiane che hanno favorito i mafiosi (es. alcune sugli appalti, che
pare abbiano perfino attirato criminali dall’estero), da confrontare con le analoghe discussioni di alcuni anni fa sulla
legge sulle intercettazioni e sulla ridicola pena prevista per i capimafia nei noti programmi televisivi di Fazio e Saviano
e con interventi più recenti nei vari media; notizie sul comodissimo carcere di Philadelphia dove morì Al Capone; le
pagine di Millenium (S. Larsson) in cui sono messi a confronto, esplicitamente o implicitamente, ingresso, trattamento e
tempi di permanenza nei manicomi attuali e quelli nelle carceri odierne; le pagine di Politica dei servizi sociali
(Ferrario) dedicate a illustrare le categorie numerose di persone colpevoli di reati con condanne di massimo tre o quattro
anni tenuti solo a lavorare nelle cooperative (dove coloro che hanno una diagnosi di malattia mentale giusta o sbagliata
non possono in genere trovare lavoro) e che quindi, anche se hanno commesso gravi violenze, non vanno in galera e ciò
per motivi di età, per l'avere figli piccoli e essere donne o per altre ragioni; informazioni online e sulle riviste su come
anche maschi sopra i 21 anni e sotto i 60, condannati a sei od otto anni di galera e per reati numerosi e gravissimi
(sequestro, minacce di morte, terribili e frequenti violenze fisiche) siano stati condannati in appello ai domiciliari
sebbene in libri e testi online sembra che ciò risulti contro la legge (anche per tentato omicidio in sede lavorativa e
violenze domestiche un uomo può avere i domiciliari con le conseguenze che si leggono sui giornali, es. omicidio);
articoli sulle riviste e online recenti sull'attuale carcere di Roma attrezzato come una casa famiglia scritti da benpensanti
simpatizzanti col crimine, "brave persone" che disdegnano di parlare dell'assenza più o meno totale di intervento dello
Stato per aiutare minori e giovani maltrattati o persone affette da malattie invalidanti, ma proclamano che tutte le galere
devono essere trasformate in altrettante carceri simili a pensioni con inoltre gelati e pony per accogliere i figli dei
carcerati in visita (tutte affermazioni così immorali da far impallidire le consuete lamentele sul fatto che assassini,
stupratori, violenti e rapinatori a mano armata non siano puniti in genere in Italia). Di recente nelle riviste non sono
mancate nemmeno odi al perdono dei criminali da parte della moglie di un uomo assassinato, che ha affermato che
perdonare dà serenità, come se questo egoistico risultato fosse un valido motivo per perdonare alla cieca, come se fosse
inoltre un risultato ottenibile da ogni persona di valore e facendo peraltro intendere che lei non perdonerebbe
probabilmente chi non vuole perdonare ed è sicuro che non lo farà in futuro… Il numero di vittime raggiunte da molti
serial killer e quello dei casi di sequestro durati, grazie alle tecnologie, anni in abitazioni comuni e per nulla isolate è
così sorprendente, i casi non risolti così numerosi e la pena detentiva per i colpevoli rintracciati così spesso ridicola o
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comunque non proporzionata, che dovrebbe ormai essere impossibile aver fede nella polizia e non arrendersi al fatto
che diffidare sempre a costo di apparire infantili o troppo timorosi e di alcune rinunce è necessario. Invece soprattutto
per una donna può essere controproducente informarsi sui dettagli dei crimini sulle donne: anche la conclusione di un
semplice racconto come L'albero di notte di Capote dovrebbe bastare per far comprendere cosa intendo con questa
osservazione forse non inutile, dato che le riviste abbondano di questo tipo di dettagli, che film in TV e scaricabili da
Internet e videogiochi sono sempre più violenti e perfino una serie su alcuni celebri serial killer è molto seguita. Non
serve – spero – che sia io a mettere in relazione l'empatia verso questo genere di criminali, espressa in non poche riviste
e film ecc. da qualche tempo, con l'attuale indulgente sistema giudiziario, con la negligenza delle forze dell'ordine, con
l'abolizione recente del diritto all'aborto in molti Stati (perfino in caso di stupro in Texas e forse altri Paesi), con l’invito
rivolto da molte riviste alle adolescenti di assumere la pillola anticoncezionale (pericolosa in particolare per loro), con
lo stile supersexy dei capi venduti nella maggior parte dei negozi di abbigliamento e con i disegnini con le posizioni
sessuali da assumere col partner occasionale e con i vibratori che la rivista Cosmopolitan pubblica "a beneficio" delle
adolescenti, peraltro accompagnandoli con spiegazioni dettagliate e consigli tra i più pericolosi per una donna e più
ignoranti delle esigenze femminili sia naturali sia create da una società come la nostra. Forse non è sbagliato mirare a
basare relazioni e anche matrimoni sull'amicizia. Un governo dovrebbe essere costretto a riconoscere che un individuo
non è sempre indifeso, anche se donna, e sarebbe costretto a farlo se molte donne fossero pronte a compiere scelte
radicali quando leggi ingiuste lo richiedono. Dubito anche che le donne stuprate nei Paesi dove l'aborto è negato anche
in caso di abuso porteranno tutte a termine la gravidanza (ci saranno suicidi e aborti illegali in condizioni cliniche
pericolosissime, a giudicare dal passato) e che molte donne adulte accetteranno di continuare a vivervi senza essersi
procurate una pillola per l'aborto altrove. Tra i film recenti, del resto, non mancano quelli che compatiscono perfino i
serial killer e film e libri che presentano il lato “umano” o le più comuni aspirazioni e debolezze di fascisti e nazisti,
anche mentendo sulla libertà di scelta e sulla fantasia sadica delle SS e di molti militari dell’epoca e sulla lucidità di
gran parte di coloro che sostennero senza armi tali regimi (anche un libro di testo liceale lo fa per bocca di uno
psichiatra o bugiardo o molto ignorante dei fatti storici). Riguardo alla raccolta delle "prove" legali e su attendibilità e
comprensibilità delle perizie a giudici e avvocati, è utile informarsi anche leggendo alcuni libri di Camilleri (quelli in
cui le prove sono fatte sparire e sostituite prima dell'analisi chimica) e forse di Sciascia, La perizia psicologica (L
Sammicheli), Il giudice emotivo (Forza-Menegoni-Rumiati), le contestazioni dell'uso dei test psicologici (in particolare
del Rohrschach) in tribunale in I test psicologici (Sanavio-Sica) e naturalmente pagine online e altro ancora. Alla
specialistica di Psicologia sociale, del lavoro e delle organizzazioni esiste un corso di Psicologia politica che forse ha
nel programma dei libri utili che invito a consultare (rimando ai due testi di Catellani). Se Il tribunale del medico
(IRFEA) può far temere falsi dichiarati in tribunale dai medici legali diventati evidenti solo in appello, il testo citato di
Sammicheli aiuta anche a inquadrare come gli appelli vengano a volte strumentalizzati per fare evitare – con la legge
sulla prescrizione – il carcere a manifesti colpevoli e per arricchire gli avvocati e inoltre a riflettere sul discutibile
articolo di legge attuale in cui si definisce la pena detentiva come riabilitazione e non come punizione, una legge che si
connette a molte altre che favoriscono i criminali, che ha portato a un grande aumento della criminalità negli ultimi
decenni (rimando al libro citato sui servizi sociali di Ferrario, al citato Sinossi di psichiatria, ecc.). Sulla “giustizia”
riparativa ci sono del resto state molte discussioni di recente a causa di un caso di cronaca caratterizzato da violenza
efferata nell’omicidio che si è concluso con questa farsa grazie alle mere scuse del colpevole e a causa della liberazione
di assassini condannati all’ergastolo. Vorrei che tutti mettessero in discussione questa ipocrita soluzione alla criminalità
anche con l'aiuto delle pagine di La banalità del male, in cui Arendt spiega come la giustizia punisca per affermare un
principio, per fare da deterrente e per ribadire e difendere la dignità delle vittime. I duri lavori forzati per i carcerati,
aboliti da non molto tempo, a vantaggio principalmente della società, e un trattamento un po' più coerente con la gravità
dei reati (il carcere di Philadelphia non è un modello, ma un abominio), possono ancora rendere leggero il peso
economico di costringere al rispetto delle regole sociali. Non c'è ragione di non credere che molti, anche se non tutti,
sceglierebbero di astenersi dalla violenza se le conseguenze fossero lunghe e tremende. Già Quintiliano, affrontando il
tema della giustizia convenzionale, in L’istituzione oratoria aveva scritto molto chiaramente che certamente non punire
i crimini danneggia gravemente chi non ne compie e da Cicerone a Cesare questo stesso messaggio è stato affermato
con forza e riportato anche colpevolizzando i “falsi buoni” che esaltano la clemenza, come se senza punizioni potessero
esistere regole. Anche per questo in Psicologia della politica a cura di Catellani l’origine del temperamento autoritario
(e del connesso desiderio di una legislazione che ammetta ergastolo e pena di morte) non viene riportata a mancanza di
sensibilità e ad aggressività smodata, bensì all’aver subìto violenza durante la crescita e in altre condizioni di inferiorità
inevitabile (da qui il senso di pericolo e il bisogno di regole che siano davvero tali).
Pinkola Estes, come psicologa, osservò che anzi la sensibilità rende difficile lasciare andare e impossibile, a volte,
perdonare un abuso intenzionale, specialmente se grave e ripetuto, e che “non si è cattivi se non si perdona, né santi se
lo si fa”; Fromm, fra altri psicologi, osservò che a volte non è possibile perdonare anche se la persona che ha nuociuto è
un genitore se il danno è stato volontario.
Invito anche a leggere in proposito uno dei capitoli finali di Psicologia della politica (di vari autori, a cura di Catellani-
Sensales) su come in epoca recente nell’ex Jugoslavia un piccolo numero di criminali liberati appositamente dal carcere
dal governo serbo abbia portato popolazioni decise a conservare la pace e i rapporti di parentela, amicizia o tolleranza
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tra esponenti di etnie e religioni diverse a una serie lunghissima di crescenti crudeltà. In ogni caso vorrei puntualizzare
che non è possibile ridurre il fenomeno della corruzione dei giudici italiani, dato che a favorirlo apertamente è una
legislazione che ha spesso permesso loro di assegnare per lo stesso reato dimostrato una pena di un numero alto di anni
di carcere o pochi anni di domiciliari (la giustizia si basa sullo scritto e sul principio che la legge è uguale per tutti e
questo è invece arbitrio) e che per di più impedisce di denunciare i giudici (ricordo in proposito anche le affermazioni di
Roberto Saviano nella vecchia trasmissione Vieni via con me).
Quanto alle leggi che attualmente regolano il delicato e importante rapporto tra genitori e figli dal punto di vista legale,
si dovrebbe approfittare di qualunque fonte d’informazione che chiarisca se davvero la legge permetta ai genitori, oltre
che di non mantenere un figlio anche appena maggiorenne se non studente né lavoratore, anche di diseredarlo del tutto,
dato che per aggirare la legge sulla percentuale dovuta (quota legittima) sembra che basti che il genitore, mentre è
ancora in vita, spenda o intesti ad altri quasi tutto ciò che possiede, dato che la parte danneggiata spesso non ha
abbastanza denaro per fare causa a lungo per furto della quota legittima (solo apposite leggi di tutela lo permetterebbero
a tutti e credo proprio che non ve ne siano, altrimenti questa pratica non sarebbe diffusa come di fatto è): il corollario è
quello implicito nei libri universitari sull’assistenza sociale e nei capitoli sulla malpractice dei manuali di medicina
stessi e che lo psicologo Boccia in un libro di testo per un concorso statale ha reso esplicito commentando questa
normativa affermando che oggi alla prima malattia seria spesso si è inermi e impossibilitati a risollevarsi.
Voglio soprattutto sottolineare il meccanismo distruttivo che si è creato con una serie di governi che hanno impedito
quasi a tutti di difendersi dai medici e dagli psicologi con l’istruzione e con le leggi e rifiutato soluzioni definitive sicure
al problema dell’abitazione e che soprattutto hanno giustificato sulla carta con l’avvento dell’assistenza sociale moderna
il ritiro e l’assenza d’intervento dello Stato nella questione degli obblighi all’assistenza reciproca un tempo esistenti per
tradizione e per legge tra parenti e poi hanno permesso agli operatori sociali di ignorare ogni dovere di prevenzione e
azione di sostegno concreta per dire a chi si rivolge loro di rivolgersi invece ai propri familiari (chi insiste nelle richieste
in genere non ottiene che di essere definito aggressivo se non paranoico). E a peggiorare la situazione ci sono i molti
limiti posti al volontariato da regole impossibili da applicare per gli alti costi che ciò comporterebbe, senza considerare
che ovviamente non sempre un volontario sa accettare pesanti imposizioni nella sua attività non retribuita.
Un tema correlato molto importante è quello sugli affitti impossibili con le conseguenze che coinvolgono anche italiani
e persone abituate al lavoro e delle quali si può leggere su giornali e riviste, se l'osservazione è resa difficile dal fatto
che in genere queste persone cercano a lungo di mascherare la loro condizione mantenendo aspetto e comportamento
nella norma: si legge non di rado di appartamenti occupati abusivamente da famiglie numerose, donne che subiscono
senza scampo violenze domestiche da parte del partner o dai genitori, suicidi di persone anche giovani o di mezza età,
barboni notati a causa di una loro fugace apparizione in TV quando ancora potevano pagare un affitto e altre simili
vicende di disperazione con soluzioni rare e non ortodosse. Raccogliete informazioni sulle seguenti leggi che rendono
problematico o impossibile trovare casa: quella che lascia libertà decisionale senza limiti nell’affittare o meno case
vuote e nello stabilire il canone invece di imporre stabilmente dall'alto di affittare e un tetto adeguato alle circostanze,
abolendo o dimezzando la tassa da versare quando si dà in affitto un appartamento o almeno di promuovere la
costruzione di numerosi bilocali ammobiliati solo con sanitari e lavello della cucina in modo da giustificare un affitto
dimezzato rispetto alla media (quindi con un massimo di 200 €; quella che lascia basso il numero di appartamenti
piccoli e grandi adibiti a case popolari con indifferenza verso le soluzioni di altre nazioni; quella che permette di
pretendere busta paga e garante e che non tiene conto del fenomeno irreversibile del precariato e degli altri fattori che
hanno mutato la situazione della maggioranza (in primis crisi economica e aumento dei flussi migratori); quella che
obbliga gli studenti a trovare un sostituto per lasciare un appartamento condiviso tra grandi disagi con altri studenti,
anche se non è raro che i coinquilini rendano la convivenza impossibile (se l'uso del bagno è reso molto problematico
per esempio), dato che di solito sono dapprima degli estranei; quella che rende irregolari i contratti a studenti con
lavoratori come coinquilini; quella che permette ai proprietari di affittare stanze doppie e triple, rendendo così troppo
affollati gli appartamenti e troppo costose le stanze singole (per molti le singole sono però indispensabili per motivi di
salute o per altre ragioni altrettanto valide e non mutabili); quelle che rendono alto il numero di chi cerca casa perché
pongono troppo poche limitazioni agli immigrati e in particolare a quelli di loro che dichiarano di volersi iscrivere al
DAMS per sfruttare il permesso di soggiorno da studente o strappare borse di studio (tutti loro sanno quanto siano scarsi
i controlli in tutta Italia).
Il reddito di cittadinanza comporta inevitabilmente abusi e furti ed è un'iniziativa del momento, perciò è troppo instabile
e criticata per ispirare fiducia o speranza.
Se potete, cercate di quantificare quanto sarebbe costoso per i proprietari mettere un termostato in ogni stanza negli
appartamenti da affittare e su altre proposte per risolvere in modo definitivo in problema degli affitti senza immaginare
invivibili alveari di singole stanze con gli altri spazi condivisi come le galere (raccogliete pure informazioni su queste
iniziative di città anche italiane, ma tenendo presente che per molte persone è insopportabile vivere in permanenza in
questo modo). Informatevi anche sul rapporto che queste leggi sugli affitti hanno con Jobs Act, articolo 18 e altre leggi
discusse nel mondo del lavoro e inoltre con le leggi che regolano il rapporto con i figli maggiorenni (mantenimento,
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eredità) o con le proprie conviventi sulla base dell'interesse del più forte e infine con la situazione degli anziani (costo
molto alto delle case di riposo, alto e crescente numero degli over 70, longevità, entità bassa delle pensioni, divieto di
eutanasia, molti limiti al suicidio assistito).
Considerate ciò che è stato fatto riguardo al problema dell'abitazione in altri Stati europei e qualche iniziativa presa nel
resto del mondo, come quella riguardante il piccolo credito di cui si è scritto in una postfazione recente al libro da cui è
stato tratto La vita è meravigliosa, il classico del cinema incentrato sul tema del diritto alla casa.
Riguardo alle leggi che regolano la possibilità di difendersi dagli abusi delle amministrazioni o dei privati posso
considerare solo il mio manuale di cittadinanza attiva, che è del 1998 e potrebbe non essere perfettamente aggiornato,
ma l'andamento del rispetto dei decreti legislativi italiani nel tempo è così caratteristico che dubito che ci siano stati
cambiamenti sostanziali nell'ultimo ventennio. Le pagine di questo manuale sono scoraggianti per i cittadini, nonostante
informi sul tanto tempo e denaro investiti in corsi e incontri. E i paragrafi sui tanti comitati di ogni genere per
organizzare varie attività che si leggono nei testi per concorsi statali o nei libri su problemi ricorrenti e di interesse
generale (ad esempio quelli sul mobbing) forse trasmettono non solo a me la stessa sensazione di essere presi in giro
senza rimedio e continuamente.
Per comprendere più in dettaglio ciò riguardo a campi diversi dalla malasanità, si dovrebbe considerare almeno quanto
segue: la normativa degli anni '90 sui piani di protezione civile è rimasta a lungo sulla carta e forse lo è ancora
(all'epoca quasi tutti i comuni colpiti da calamità non avevano questo piano e chi lo possedeva non lo aveva comunicato
al pubblico); le leggi sui servizi minimi in caso di sciopero non sono state rispettate nel settore trasporti in quegli anni e
le cose tuttora non sono cambiate; alla fine degli anni '90 la maggior parte dei Comuni non aveva ancora nominato un
difensore civico come avrebbe dovuto fare per legge e una legge successiva ha attribuito a esso una funzione che prima
era dei comitati di controllo regionali snaturandone così il ruolo di difensore dei diritti dei cittadini; l'"azione popolare"
di giudizio del sindaco (rappresentante dei cittadini) è stata poco utilizzata negli anni '90 perché poco conosciuta e
costosa; alcuni statuti di Comuni e Province ancora negli anni '90 non prevedevano le consulte previste per legge per la
tutela dei cittadini e dove erano previste spesso non sono state convocate per ignoranza di esse o dell'ufficio
responsabile o del mezzo per vincere l'inerzia delle amministrazioni; non tutti gli statuti prevedono i forum dei cittadini,
istituiti credo negli anni '90; nelle sedute aperte del Consiglio comunale nella maggior parte dei cittadini non possono
prendere la parola; ci sono regolamenti coperti dal segreto dell'amministrazione, anche se in teoria il cittadino può
prendere visione di qualsiasi atto amministrativo; l'amministrazione spesso non risponde alle richieste scritte di
partecipare a un procedimento amministrativo e non tutti i giudici hanno riconosciuto il diritto di parteciparvi alle
organizzazioni di cittadini, che del resto dovrebbero dimostrare di rappresentare la popolazione interessata e non si vede
come; tutte le forme di organizzazione di cittadini (compresi semplici comitati e associazioni) richiedono il notaio e ci
sono obblighi giuridici molto complessi per cooperative e fondazioni; la raccolta di firme è di per sé insufficiente se non
si tratta di referendum nazionale, ma è quasi impossibile organizzare quest'ultimo per le organizzazioni di cittadinanza
attiva; vengono privilegiati sindacati e partiti e i politici tendono a gestire i problemi tra loro e non con il cittadino; ci
sono a volte visioni negative e riduttive che ostacolano l'azione delle organizzazioni di cittadini; l'accesso ai fondi
europei (anche quello sociale) è difficile e richiede capacità di progettazione che mancano sia alle organizzazioni di
cittadini che alle amministrazioni pubbliche italiane e quando tali fondi sono concessi vanno integrati con altri e
comunque finiscono per essere gestiti con le modalità italiane, che sono tipicamente e, sembra, irrimediabilmente,
iperburocratiche; i contratti con le amministrazioni sono resi difficili da una regolazione iperdettagliata e molto
restrittiva (es. apertura al pubblico nelle ore del mattino, necessità di più visite e forse costi per il materiale fotocopiato
se ancora oggi sono richiesti i fogli bollati) e quindi dai protocolli detti a ragione "capestro"; non è molto chiaro come e
non è quindi molto facile far approvare ai Comuni quei regolamenti che stabiliscono quale ufficio debba occuparsi degli
istituti di tutela e come vanno convocati o spingerli a nominare le persone richieste; quando è l'amministrazione
pubblica a chiedere l'intervento di organizzazioni non profit nei servizi d'interesse generale c'è il rischio per l'autonomia,
per controlli e soprattutto per la qualità, soprattutto perché si rischia di affidare i servizi al massimo ribasso; ci sono
davvero molti termini per definire gli incontri tra personale delle amministrazioni, ad esempio tavoli di concertazione e
protocolli d'intesa (a tema od operativi), ma per lo più in essi si discute a favore dei cittadini e non con loro e con pochi
risultati visibili.
Riassumendo, sono innumerevoli gli ostacoli cognitivi, normativi, organizzativi, professionali e politici che limitano o
annullano le attività del cittadino che desidera agire anche direttamente senza farsi rappresentare da sindacati e partiti, la
cui indispensabilità era in passato più motivata da un livello generale d'istruzione più basso e da una possibilità più
limitata di ottenere informazioni sicure e precise da soli.
Se poi volete informarvi sul fenomeno dell'immigrazione in Italia, non dimenticate di raccogliere qualche notizia sui
diritti legali degli MSNA, sulla frequenza delle sanatorie, sulla facilità con cui in genere gli immigrati parlano di chi in
ogni nazione vende permessi falsi a un prezzo accessibile ai più, su come chi immigra illegalmente scelga di fare la/il
badante spesso soprattutto per restare in casa in modo da evitare le forze dell'ordine, sulla mancanza totale di apertura
mentale e rispetto di alcune leggi da parte di molti immigrati e sulla notorietà del ruolo giocato dal corso AMS di
11
Lettere e dalle scuole superiori serali per procurare permessi di soggiorno da studente più gestibili di quelli da
lavoratore e spesso ignorati nei fatti e per fare ottenere borse di studio non di rado non meritate a causa della mancanza
frequente di controllo sulle dichiarazioni sul reddito familiare (soprattutto se la famiglia è all'estero). In proposito si
deve considerare che i libri di testo delle scuole superiori italiane sono estremamente parziali e favorevoli
all'immigrazione al punto da selezionare appositamente i commenti offensivi e da trogloditi dei razzisti e tralasciare
tutte le argomentazioni posate e basate su dati (cifre, ecc.) di chi è sfavorevole invece, e ciò imitando chi fa da
moderatore in molti forum online (è il caso dei libri di testo del liceo delle scienze umane, l'unica scuola d'Italia che
raccoglie brani di saggi e articoli che affrontano temi utili a tutti nella vita) e in linea con la volontà di chi è al governo
(ridurre e controllare l'immigrazione è costoso).
Spesso si paragona la nostra civiltà di oggi a quella degli antichi Romani nella fase imperiale, e ciò a causa del flusso
migratorio da zone dove sono mancate le conquiste anche culturali conquistate per gradi e a prezzo di molto sangue e
sacrificio in occidente dopo la rivoluzione industriale e a causa della mediocrità soddisfatta immersa negli agi tra grandi
contrasti (il rapporto della Fao è chiaro al riguardo), ma chi ha letto la lettera 114 di Lettere a Lucilio di Seneca avrà
riconosciuto molti altri punti in comune tra le due epoche.
È doveroso informarsi sulle difficili condizioni di alcuni immigrati e si dovrebbe informarsi su orfani bianchi e
sindrome italiana delle badanti immigrate in Italia. È molto importante, però, per non farsi illusioni, anche riflettere con
obiettività sulle critiche al politically correct di Fabio Fossati nel suo Introduzione alla politica mondiale e considerare
le riflessioni di Lorenz sullo sfondo delle ricerche sul comportamento degli animali e le testimonianze di molte vittime
di guerra (soprattutto quelle di conflitti etnici) che fanno meditare sulla necessità di confini precisi, sul senso
dell'aggressività e sull'inadeguatezza degli ideali di convivenza e perdòno soprattutto, ma non solo, in assenza di
reciprocità. Spesso nei forum online si contrappongono generici e grandi ideali umanitari a precise prese di posizione
aggressive, ma sospetto che per trovare soluzioni appropriate si dovrebbe evitare accuratamente di prendere in
considerazione ogni ideale e invece accettare il fatto che la nostra natura in genere fa sì che ciò che è possibile a volte
nel rapportarsi al singolo individuo non lo è quando ci si relaziona a un gruppo o a una popolazione: con i diversi
considerati nell’insieme la maggioranza di noi non si sente bene e non sa superare alcune reazioni inconsce non del tutto
ragionevoli create dall’esperienza personale e da ciò che conosce della Storia. Inoltre, al contrario di quanto si blatera in
TV e sulle riviste, il perdono spesso non è affatto possibile né in relazione alle masse né in rapporto agli individui e
nemmeno può essere sempre definito rasserenante! È risaputo che un buon compromesso non soddisfa del tutto
nessuno, ma sembra che non se ne tenga mai conto quando è il momento di fare per tempo delle rinunce per rafforzare i
confini inevitabili creati dalla natura e dalla società, per quanto non altrimenti sanzionati. E a questo proposito si
dovrebbe considerare che un romanzo qual è L’ultima preda (W. Smith) fa riflettere sull’ingenuità del politically correct
sul tema colonialismo più di un qualunque libro di testo scolastico.
Riguardo al rapporto tra violenza e medici sempre sottolineato dai giornali oltre che da qualche coraggioso e recente
libro e incontro aperto al pubblico, sono molte conoscenze utili che dagli insegnanti di ogni scuola vengono taciute con
malafede o totale irresponsabilità, come quelle che riguardano il funzionamento degli ospedali europei prima
dell’avvento di una mentalità dominante meno propensa a identificare operai con mendicanti, donne con aborto
autoindotto con criminali, ragazzi come carne da macello per guerre di espansione e tutte queste categorie con rifiuti
(ancora intorno alla metà del ‘900 quindi): Come muoiono i poveri di Orwell (in Il ventre della balena e altri saggi),
alcuni capitoli di La valle della luna di London, il capitolo La madre in Il secondo sesso della De Beauvoir, Cristo si è
fermato a Eboli (C. Levi), La violenza, la crociata, il lutto (S. Audouin Rouzeau – A. Becker) e il racconto Piccola
storia naturale: i morti (E. Hemingway) e le varie descrizioni dell'elettroshock praticato in guerra su chi non poteva più
combattere (se ne trovano in testi di E. Fromm per esempio) dovrebbero bastare a chiarire cosa intendo, perché le
piscine di sale, il rifiuto totale di cure e attenzioni indispensabili e le operazioni chirurgiche inutili fatte senza anestesia
e senza farmaci per puro sadismo ben attestano quel settarismo ignorante e quella crudeltà alternata a indifferenza che
ancora oggi sono tanto frequenti in particolare tra medici, psichiatri, psicologi, assistenti sociali e legislatori in materia
di salute. Per quanto riguarda la mentalità e l'impreparazione dei medici del passato, ci sono molti altri libri da
considerare, se si ha tempo da dedicarvi, come i seguenti per esempio (scelti tra romanzi molto noti): il XV capitolo e
altre pagine sulla malasanità ottocentesca di Middlemarch (G. Eliot); il capitolo sula morte di Emma di Madame Bovary
(Flaubert); il capitolo dove si descrivono le varie "diagnosi" date in successione alla peste del '600 dai medici dell'epoca
in I promessi sposi (A.Manzoni); Storia di una colonna infame (A. Manzoni). Non è inutile nemmeno leggere libri
meno recenti e le pagine online sulla vivisezione sugli animali praticata dai medici fino a non molto tempo fa (negli
ultimi vent'anni molte cose sembrano essere cambiate e credo che sia stata resa illegale): in particolare è utile leggere
qualunque fonte di informazione circa la prassi di usarla per delle tesi di laurea (non per ricerche indispensabili
all’umanità!) e su quella di praticarla su animali molto sensibili e dal sistema nervoso complesso, animali quindi
passibili di enormi sofferenze fisiche e non fisiche (ad esempio, se non erro, i cani di razza Beagle). Le pagine sugli
esperimenti crudeli e inutili sugli animali (cani, gatti, scimmie, topi, ecc.) descritti in Sinossi di Psichiatria (Kaplan-
Sadock) sono molte e terribilmente pesanti da leggere. Quanto ai tempi recenti e attuali, considerate tanto i reati di
malasanità più diversi (il trapianto e il commercio di organi, descritto in Italia ad esempio da Camilleri in Gita a
12
Tindari, è solo una prassi eclatante tra innumerevoli altri crimini), quanto la chiusura rispetto all’aborto dei tanti medici
di questo paese sede del Papa e che fa pensare all’attuale falso moralismo americano che ha causato già tanti aborti
segreti in condizioni dal punto di vista medico molto rischiose e che è recentemente culminato con la nuova legge
texana nel rendere illegale l'aborto (perfino in caso di stupro) e che è stata in tutto o in parte già applicata altrove (es.
Polonia). Leggete il tema scritto da un bambino del Sud sull'ospedale della sua zona e raccolto in Io speriamo che me la
cavo dal suo maestro. Dovreste davvero raccogliere notizie online sul prezzo italiano ed estero di Pelvilen e Visanne,
sugli esiti letali o gravi o inutili di molte laparoscopie, laparotomie o resezioni intestinali, sulle visite mediche dei
componenti delle associazioni Lisclea e Ape, sui numerosi casi di donne (anche adolescenti) che hanno riportato danni
gravi o sono decedute a causa di infarti non riconosciuti, malattie pelviche e vulvari non diagnosticate o di farmaci (es.
la pillola anticoncezionale od ormonale o Esmya) e del vaccino AstraZeneca per il Covid oppure leggete almeno il
capitolo sul mercato dei farmaci contro l'aviaria in La scomparsa dei fatti (M. Travaglio). Da un diverso punto di vista,
una critica diffusa all’utilizzo di farmaci riguarda le scarse prescrizioni di antidolorifici: in un forum un utente ha scritto
che l’Italia è in ciò all’ultimo posto in Europa e che viene dopo 25 Paesi, con il risultato che il decorso post-operatorio
dopo interventi in zone sensibili (es. l’ano) comporta dolori atroci per un periodo piuttosto lungo, sebbene dei medici
italiani dispongano per sé di scatolette di morfina a lunga durata. Vi invito anche a leggere delle pagine online
sull’esperimento noto come “Thomas (1992)” sull'impreparazione dei medici nell’800 e sul sadismo e l'inutilità di molti
“esperimenti” attuali. Una curiosità: tra i libri più letti anche dalle persone meno colte, quelli di Camilleri raccontano
spesso di vizi e crimini di vario genere compiuti da medici, oltre che da insegnanti, nella vita privata (stupri, omicidi,
truffe e furti nel campo della produzione o promozione di farmaci, perversioni, ecc.).
Credo che in particolare sia importante sfogliare i seguenti testi: Politica dei servizi sociali (Ferrario) per un ampio
inquadramento di problemi scottanti, dall’insensata trasformazione in ASL delle USL ai limiti costituzionali delle
cooperative dell’economia detta sociale e della Psichiatria italiana; Leggi e salute mentale (Fioritti) per un confronto tra
psichiatria italiana e psichiatria europea in particolare pur tenendo presenti i decreti legislativi successivi a quelli
considerati da Fioritti e riassunti per esempio anche nei manuali per la preparazione ai concorsi per infermieri (infatti
non è del tutto irrilevante il passaggio recente al SSN della responsabilità del trattamento dei detenuti con malattie
mentali); pagine online sul PSN (Piano Sanitario Nazionale); Dossier volontariato, breve testo di Famiglia Cristiana di
circa una ventina d’anni fa e/o altri testi simili per le critiche alle leggi italiane in materia di assistenza sociale, per i
dettagli sulla persecuzione burocratica e per gli esempi di mentalità egoistica della maggioranza in parte riflessa dalle
decisioni dei governi; Psicopatologia dello sviluppo. Storie di bambini e psicoterapia (Celi) per le critiche implicite ed
esplicite alla legislazione italiana sulla scuola, all’uso indiscriminato di psicofarmaci e agli abusi frequenti degli
psicologi; gli ultimi capitoli (soprattutto 30 e 37) di Sinossi di psichiatria (Kaplan-Sadock) su malpractice e pregiudizi
negli ambienti della Sanità; il cap. 9 di Diversità, devianze e terapie (Salvini-Galieni) sui deliri del DSM riguardo al
disturbo di personalità; Il colloquio nell’assistenza sociale (Allegri-Palmieri-Zucca) sui limiti dell’assistenza sociale
italiana dovuti a finanziamenti molto scarsi e a abituale mancata aderenza ai testi universitari; il cap. 7 di Dialoghi
ininterrotti (Bastianoni) sull’abbandono degli anziani a violenze, umiliazioni e sofferenze prolungate; le pagine della
cronaca e quelle scritte anche da medici di forum e associazioni di malati sui ritardi di anni nelle diagnosi di malattie
anche per niente rare; La perizia psicologica (L. Sammicheli); Il tribunale del medico (a cura di IRFEA); pagine online
sul biotestamento, sull’amministratore di sostegno per fare applicare la propria decisione riguardo alle cure mediche e
soprattutto sui due casi di suicidio assistito in Italia e sull’associazione Luca Coscioni che lavora per ottenere il diritto
all’eutanasia anche in Italia; pagine online con la dichiarazione del dott. Costantino Benedetti sull’uso degli
antidolorifici e in particolare degli oppioidi in Italia, più aggiornata sulla situazione all’estero di Il dolce morire a cura
di De Santis e altri (da confrontare con il protocollo online d’uso clinico degli analgesici es. in Veneto e con le pagine
online della fondazione ISAL, di LICD - Lega Italiana Contro il Dolore - e del Manifesto di Venezia del 2006 e con
quelle sulla legge 38/2010 ignorata): sono davvero letture fondamentali secondo me. Si può trovarvi spunto di
riflessione o notizia su quanto segue: l’evoluzione della psichiatria nei secoli e quella della resistenza alla riforma
avviata con la legge 180 da Basaglia e la legge 833/1978 (riforma sanitaria) con un riepilogo dei decreti di legge che
negli anni ‘90 si sono susseguiti con insistenza perché mai applicati (Progetti Obiettivo e leggi regionali); notizie sulla
bassissima percentuale di pazienti psichiatrici ammessi nelle cooperative sociali di tipo B e in gruppi appartamento
ridotti; l’effetto che sui malati di mente, reali e non, ha il fatto che il governo abbia assegnato alle Regioni i servizi
sanitari e quelli delle grandi strutture residenziali (non quindi dei servizi sociali, comprese le iniziative di inserimento
lavorativo e sociale); rifiuto totale di qualsiasi riforma razionale e morale degli istituti psichiatrici per persone che
hanno compiuto reati (anche piccoli e motivati da disagio socio-economico oltre che personale) e obbligo in Italia per
tutti noi delle “cure” psichiatriche o di ciò che fu definito “supplizi terapeutici” contro le norme della commissione
europea e di altre nazioni (es. Inghilterra); durante il tipo peggiore dei TSO italiani mancanza abituale di rispetto delle
poche leggi esistenti; assenza delle molte norme di tutela di altri paesi dagli abusi e di protezione dagli effetti più
pesanti in tutti e tre i tipi di TSO italiani e in generale durante i contatti con psichiatri e psicologi; gli effetti
sull’affidamento familiare e sull’adozione della permanenza dei minori in grandi istituti; la prevalenza dei modelli
psichiatrici vecchio stampo forti solo in senso quantitativo e poveri tecnicamente (diagnosi e trattamento); il concetto di
razionamento nella sanità; gli effetti della trasformazione delle Usl in Asl e perché il modello di mercato e industria
13
imposto nella sanità sia tanto dannoso; gli effetti dello stigma sociale; rischi connessi all’uso di psicofarmaci (in
particolare dipendenza, dolore e danni fisici, prescrizioni insensate per ridurre fastidi di insegnanti e genitori e rischio
per i giovani ignari di avere dal loro miscuglio con gli alcolici gli stessi effetti dell’overdose da eroina) e loro
equivalenza alle droghe illegali quando esse corrispondano nella composizione a ciò che dice chi le spaccia); il
tecnicismo eccessivo delle prescrizioni ai volontari e le pretese del governo di assumere in queste attività laureati in
Psicologia e altre università attinenti al campo sociale, il tutto vissuto come una persecuzione burocratica (es. leggi sulle
mense gratuite, sulla trasformazione di spazi pubblici e condomini per favorire i disabili o sulle case per orfani);
l’accanimento dei medici nel tenere in vita bambini con gravissime lesioni cerebrali per poi abbandonarli ai genitori e
dare loro così la responsabilità di accudire eterni neonati esposti a rischi e abusi in ogni istante (tema affrontato anche in
Tv anni fa); gravi conseguenze del divieto dell’eutanasia; le leggi che obbligano all’accoglienza le scuole dell’obbligo,
ma danno l’insegnante di sostegno solo in caso di diagnosi adatta e che quindi impongono uno stigma sociale spesso
rivelantesi poi errato o comunque dannoso anche solo per offrire un po’ di aiuto nei compiti (non mi è chiaro cosa abbia
cambiato la recentissima legge sui BES); assenza di leggi di tutela dagli abusi delle normativa sul mantenimento di ex
mogli e figli minorenni con conseguenze anche gravi e con la scusa che tanto c’è un’assistenza sociale che di fatto
spesso manca del tutto; il fatto che la legislazione che impedisce di denunciare i medici per la maggior parte dei loro
abusi e il grande ritardo frequente e anzi tipico nelle diagnosi di molte malattie fisiche anche non rare comportano anche
che la legge che permette ai genitori, fratelli, ecc. di non mantenere un diciottenne né lavoratore né studente permette
nella pratica di uccidere persone anche giovanissime e peraltro perfino quando malate proprio a causa delle decisioni
dei familiari in merito alla loro alimentazione, a spiegazioni, esami e cure delle loro malattie e anomalie congenite e di
patologie conseguenti ad esse o all’incuria, alla loro protezione dai criminali e da eccessi di violenza anche in casa, ecc.;
i costi elevatissimi del fare figli anche quando non presentano malattie serie, costi aumentati molto soprattutto a causa
dell’entità degli affitti e dei lunghissimi anni di formazione scolastica imposti oggi; l’aumento del numero di stupri e
altre violenza su donne e minori e quello dei suicidi e dei crimini di adolescenti, anche a causa della legge assurda
sull’impunibilità dei minori di 14 anni sfruttata da mafie tradizionali e tali di fatto; la mentalità egoista della
maggioranza subodorata dal governo e sue conseguenze con esempi tratti dalla cronaca; tra le leggi regolanti i processi
e la preparazione universitaria dei giudici quelle che aumentano di più la probabilità degli errori e degli abusi dei periti
nelle questioni attinenti alla salute (soprattutto mentale) nei tribunali, soprattutto non imponendo un linguaggio comune
a periti, avvocati e giudici, il massimo rilievo alle analisi e alle discussioni precedenti l’incontro in aula (partecipazione,
filmati, registrazione scritta) e una precisa attribuzione di ruoli; la difficoltà di avere giustizia nei pochi processi in cui è
possibile almeno per alcuni procedere contro un medico per grave negligenza o incompetenza; la condanna a morte tra
dolori atroci per almeno 90.000 residenti in Italia ogni anno a causa della colpevole inerzia riguardo alla prescrizione di
oppioidi, oltre che riguardo al suicidio assistito e all’eutanasia, dei medici italiani.
Si deve tenere presente anche che un’azione legale può essere impossibile almeno o soprattutto se si vuole agire contro
un medico incontrato in regime privato se è vero ciò che un avvocato di recente mi ha detto sulla necessità e sul costo
elevatissimo di qualunque intervento del perito legale anche nelle controversie originate dall’abuso più semplice da
dimostrare.
Il tribunale dei diritti del malato suscita peraltro poca fiducia perché è situato negli ospedali e perché la grave situazione
della sanità italiana dimostra che poco ha ottenuto, nonostante tanti corsi, commissioni conciliative, il progetto di tutela
nato nel 1996 (PIT), tanti professionisti coinvolti, nonché rapporti e bollettini periodici e relazioni annuali (rimando a
un manuale di cittadinanza attiva, anche se probabilmente anche online si trovano informazioni precise). Esistono in
teoria (o esistevano, controllate) oltre agli URP e a tale tribunale dei diritti del malato, diversi istituti di tutela per il
campo sanitario, quali APQ (analisi partecipata della qualità), VRQ (società per l'analisi e la revisione della qualità),
Comitato permanente dell'azienda sanitaria per la qualità dei servizi e conferenza dei servizi, tavoli di concertazione (es.
quello denominato – credo – "Alleanza per la qualità"degli anni '90) e comitati per il buon uso del sangue: ovviamente
le persone coinvolte, alcune delle quali stipendiate, non sono poche, ma non si vedono risultati apprezzabili e inoltre
non è stato stabilito né sembra lo sarà mai come di un medico si possa stabilire se voglia davvero partecipare a corsi e
attività attinenti per la dichiarata "volontà inequivocabile" di agire per il rispetto dei diritti dei cittadini e non invece
solo per intrecciare relazioni utili alla carriera e inserire nel curriculum l'attestato di partecipazione a essi; il mio
manuale di cittadinanza attiva è solo del 1998 ma lo credo ancora valido (comunque controllate) e afferma che la
conferenza dei servizi è solo in teoria almeno annuale dato che l'amministrazione spesso si rifiuta di indirla o
parteciparvi anche dopo sollecito e ricorso all'autorità superiore e inoltre il mio manuale chiarisce che essa spesso è
stata strumentalizzata per soffocare proteste molto fondate dei cittadini; delle commissioni conciliative per i casi di
malasanità lo stesso manuale afferma che sono state poche quelle costituite, che inoltre non sempre esse si sono rivelate
efficaci, che il responsabile del danno ha a volte rifiutato di presentarsi e che con esse si mira comunque a ottenere al
massimo scuse oppure ammissione con pronuncia pubblica della commissione; alla costituzione dei comitati per il buon
uso del sangue previsti per ogni ospedale ci sono stati in pratica molti ostacoli; della querela penale in casi di malasanità
vale ciò che ho già riportato sulla crisi del sistema giurisdizionale italiano.
Quando si considera la malasanità italiana si deve riflettere soprattutto su quanto segue: i ginecologi attirano le critiche
online più aspre, rancorose e meritate in assoluto per gli anni di ritardo nelle diagnosi di malattie dolorose e/o serie per i
14
rischi che comportano (compresa la loro evoluzione in malattie sempre o potenzialmente letali o comunque gravi), per
la prescrizione di farmaci e di interventi chirurgici pericolosi senza la dovuta informazione e per l’esecuzione di esami
dolorosi senza anestetici o perfino brutale o di test-truffa come alcuni di quelli immediati per la candida non ospedalieri
o terapie costose prive di evidenza scientifica (es. Monnalisa, radiofrequenza, ecc.), senza contare che non sono pochi i
processi intentati per negligenza o imperizia nell’assistenza al parto con esiti molto gravi e permanenti su bambini fino
a quel momento sani (per anestesie e monitoraggi mal eseguiti, ecc.); i fisiatri (e i fisioterapisti) sono inutili e dannosi in
moltissimi casi, anche se spesso i dottori di base prescrivono visite fisiatriche quando non vogliono occuparsi di un
disturbo anche molto doloroso di un paziente (spiccano quelli delle prescrizioni di massaggi, busti o anche interventi
chirurgici per scoliosi, di pilates e manipolazioni per i fibromialgici e di agopuntura); i dermatologi a volte dicono di far
controllare dopo 6 mesi un neo normalissimo, spesso consigliano i prodotti in base a interessi economici personali nel
prescrivere un certo marchio e ancora più spesso prescrivono inefficaci e superflui interventi, integratori e creme senza
cercare le cause del problema prescrivendo esami del sangue e dell’intestino e informandosi sull’alimentazione del
paziente e sui prodotti da lui usati per pelle, capelli e denti; gli allergologi a volte non fanno test completi, non dicono
cosa evitare per curare o prevenire le allergie più comuni (senza avvertire lo fanno in una busta chiusa separata dai
referti contenenti i risultati dei test, così a volte le istruzioni non vengono lette dal paziente) oppure parlano a vanvera
per ragioni di mercato spingendo a spendere per alimenti senza glutine o lattosio e depuranti da tossine o da candidosi
intestinale o a fare un’inutile idrocolonterapia, proprio come fanno diversi naturopati; i dentisti sono pericolosi
soprattutto quando prescrivono apparecchi per denti (es. i bite), chirurgia per la mandibola ed estrazione di denti non
cariati (es. quelli del giudizio) senza specificare nè i rischi e la durata del trattamento né la necessità di un apparecchio
finale immobilizzatore a vita oppure dando a intendere che non esistono rimedi alternativi e che le ragioni per questi
interventi e apparecchi non sono di tipo meramente estetico; non pochi gastroenterologi non informano sui sintomi
delle infezioni intestinali batteriche coloro che, avendo stipsi cronica, rischiano di fraintenderli e soprattutto non
prescrivono adeguata terapia a pazienti con stipsi, colite e sindrome del reflusso gastroesofageo, nonostante la gravità
delle conseguenze a breve e lungo termine; se molti proctologi prescrivono la manometria senza alcuna motivazione
clinica (per interesse economico), alcuni di loro fanno la visita creando disagi in realtà evitabili, prescrivono una
preparazione con peretta in genere impossibile (le perette in commercio oggi sono fatte in modo da essere pressoché
inutilizzabili), non prescrivono terapie efficaci per la stipsi e a volte perfino per i disturbi anali visitati, non sono subito
precisi nella diagnosi solo per spingere a una seconda visita con loro e non informano sull'inefficacia degli antidolorifici
prescritti in Italia per trattare le conseguenze della chirurgia nella sensibile zona anale; gli endocrinologi non di rado
prescrivono l'Eutirox troppo facilmente provocando una dipendenza dalle conseguenze rilevanti e che si potrebbe
evitare quando i sintomi hanno cause diverse e non sono molto rilevanti; i neurologi prescrivono spesso esami e farmaci
inutili e molto dannosi e non informano sui metodi migliori per trattare il dolore cronico; i cardiologi vanno temuti se
prescrivono farmaci prima degli esami e se rinviano per un esame a un luogo diverso dall'ospedale; gli urologi sono
pericolosi soprattutto quando non si accorgono o non rilevano a voce e per iscritto che esame delle urine e urinocoltura
non sono tra loro coerenti (referto da annullare per errore di consegna), prescrivono tamponi uretrali alle donne e non
informano le donne con tenesmo e/o gonfiore e dolore in zona clitoride-uretra o vescica che questi sintomi sono propri
anche di malattie della pelle vulvare come il lichen sclerosus, infezioni vaginali, endometriosi o infiammazione pelvica
di competenza del ginecologo e del patologo vulvare (o dermatologo venereologo) e che chiunque lo ignori e stia
soffrendo può facilmente confondere piccole perdite ematiche vaginali con quelle che accompagnano la cistite
(soprattutto se non ne ha mai avute prima); qualunque medico prescriva antibiotici e raggi, psicofarmaci e psicoterapia
oppure consigli qualcosa su ciò che non riguarda la sua specializzazione o consigli o “prescriva” solo a voce esami e
terapie o insista nel proporre terapie sperimentali può fare e spesso fa danni notevoli e duraturi; in generale diversi
medici prescrivono interventi chirurgici inutili o in centri ospedalieri non adeguati (non specializzati) e probabilmente
ancora oggi non pochi non informano sui rischi maggiori di alcuni tipi di anestesia (impedendo così al paziente di
sceglierla quando possibile) e sul fatto che il testo da firmare per il consenso informato elenca solo i rischi più probabili;
la negligenza di un chirurgo può essere letale in ogni momento della sua attività, compreso quello delle dimissioni
dall’ospedale; i medici del Pronto Soccorso, come quelli delle case di cura e come gli psichiatri, attribuiscono molto
spesso a caso la diagnosi di somatizzazione da stress nonostante conseguenze gravi e letali con sistematico sprezzo delle
norme prescritte dai manuali di Medicina e spesso consegnano esami del sangue altrui approfittando dell’abitudine dei
pazienti di non leggere subito l’intestazione dei referti; tutti gli specialisti possono essere dannosi quando sfruttano la
raccolta dei dati che dovrebbe precedere la visita vera e propria (dati anagrafici, lavoro, dieta, interventi, malattie,
farmaci) per perdere tempo o aggredire o come test psicologico; i medici di base possono danneggiare chi richiede loro
un certificato medico necessario alla domanda di una pensione di invalidità anche solo mentendo su come va compilato;
gli internisti, come i medici di base, spesso non solo fingono di ignorare fibromialgia e sindrome della stanchezza
cronica, ma a volte non prescrivono né consigliano esami e non rimandano agli specialisti giusti in caso di sintomi
importanti di malattie serie e soprattutto non informano sulla dieta essenziale e sana per tutti, sull’importanza degli
integratori (quelli di vitamina D in inverno e quelli di B12 e acido folico servono a tutti), sulla prevenzione delle
allergie più comuni e sulle più gravi conseguenze di virus da MTS, alcolici e nicotina (in particolare sulle donne e sugli
under 18) e non curano le malattie comuni (anemia, stipsi cronica, colite, squilibrio della flora batterica, bruxismo,
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  • 1. Corretto e completato il giorno 22 aprile 2024 COME CONOSCERE BENE LA STORIA 1
  • 2. COME CONOSCERE BENE LA STORIA Le vite o le imprese celebrate di molti dei re, imperatori e conquistatori del passato sono state tramandate, con maggiore o minore verità storica (il che dovreste verificare leggendo introduzioni, note e fonti specificate e facendo i dovuti confronti) in molte opere da memorialisti, storici e romanzieri di ogni tempo, perciò vi consiglio di integrare la lettura di classici come quelli di Plutarco, Nepote, Saint-Simon e Chateaubriand con Wikipedia e romanzi del passato o recenti (magari evitando il libro di Scott su Napoleone e sfogliando Tamerlano di Marlowe e l’opera su Attila di de Wohl, testi che non ho però ancora letto): vite come quelle di Alessandro Magno, Cesare, Augusto, Tiberio, Nerone, Alarico, Attila, Carlo Magno, Gengis Khan, Tamerlano, Luigi IX, Luigi XIV, Napoleone Bonaparte, Lenin, Stalin, Hitler, Franco e Mussolini hanno ispirato molte opere letterarie oltre che impegnato archeologi e storici e sono ancora in tutto il mondo così note che è impossibile non udire accenni ad esse qualsiasi sia il proprio livello culturale. Vi consiglio di cercare sempre su Wikipedia notizie sui personaggi storici che non conoscete e che incontrate nelle vostre letture: ad esempio non è inutile approfondire un po’ certe figure politiche notissime e sopra non citate che hanno portato alla formazione dello Stato moderno, come sono i re franchi medievali Clodoveo e Ugo Capeto, il primo ministro francese di Luigi XIII cardinale di Richelieu e in parte anche Bismarck. Memorie d'oltretomba di Chateaubriand (che peraltro è assente da tutte le biblioteche della mia provincia!) è utile anche per conoscere gli imprigionamenti irragionevoli, i grandi massacri del tutto assurdie l’attività di spionaggio e propaganda di Napoleone, dei quali a scuola si tace di solito (di Napoleone nei manuali scolastici si “parla” poco e male elencando conquiste e date di battaglie, ecc.), come del resto si fa anche in molti libri per ragazzi (perfino in quelli un po' bigotti come Piccole donne), dove l’imperatore viene presentato come un eroe (già Simone Weil aveva messo in rilievo, inutilmente, l’assurdità di esaltare a scuola e altrove figure come quelle di Napoleone e Cesare), mentre Chateaubriand lo accomuna a Nerone, Alarico e Attila e, quando lo mette in relazione a Cesare, lo fa solo per definirli entrambi membri di una “razza della quale si farebbe volentieri a meno”. È importante anche conoscere individui come Verre (le cui azioni vanno confrontate con quelle pubbliche e private di Berlusconi) e Catilina (rimando alle orazioni Verrine e Catilinarie di Cicerone), i personaggi di spicco della Rivoluzione francese, delle guerre di indipendenza e di secessione americane e a chi si dovette lo “Stato sociale”negli USA, nonché sapere cosa s’intende per maccartismo. Per quanto riguarda le personalità importanti dell’attualità, credo sia difficile per tutti consigliare poche letture affidabili ed esaurienti, perciò vi consiglio di tenervi informati con i mezzi più vari. Comunque sono da considerare alcune delle pubblicazioni di Marco Travaglio, www-micromega.net e www.linkiesta.it. A scuola bisognerebbe far conoscere almeno il terzo libro di Storia delle guerre del Peloponneso di Tucidide - che secondo me, del resto, andrebbe letto dai ragazzi interamente e molto presto - e il capitolo sull’oligarchia in Atene delle Elleniche di Senofonte, proprio come le Filippiche di Demostene: i discorsi dei generali e degli ambasciatori contenuti nel libro di Tucidide e le orazioni migliori di Demostene sono senz’altro utili e apprezzabili da molti ragazzi; il capitolo di Senofonte serve a inquadrare il resto, ma in fondo non sono pochi i testi dove si possono leggere fatti simili a quelli da lui descritti (ad esempio il lungo primo discorso di Capponi nel primo libro del Dialogo del reggimento di Firenze di Guicciardini). E forse, tornando alla storia classica, bisognerebbe far conoscere anche Catilina di Sallustio, che andrebbe messo dagli insegnanti in relazione con le Catilinarie di Cicerone e con quanto Plutarco e soprattutto Quintiliano riportano su Cicerone ovviamente, così peraltro tutti sarebbero messi in condizione di stare all’erta per quanto riguarda la moda del revisionismo attuale e di deridere assurdi libri recenti di giornalisti pazzoidi come quel Massimo Fini che attribuisce a Catilina moralità profonda e a Cicerone inettitudine e bigotteria e che in nota rimanda a fonti antiche che in realtà affermano, come ogni altra conosciuta, il contrario (ciò per dargli agio di inneggiare al terrorismo come in altri suoi scritti) o come l'introduzione abbastanza recente alle Verrine di Bellardi che ha invitato a rispettare Verre, dopo averlo definito una povera vittima dei tempi e del proprio meraviglioso e appassionato senso estetico. C’è poi un insegnante che sappia parlare di Tacito e della ragione per cui oggi può essere utile leggere gli Annali? Eppure non c’è libro con cui ci si possa confrontare meglio nell’analisi storica delle dittature del secolo scorso in Europa e in Russia e della Guerra Fredda in America e ci deve pur essere un motivo se Tacito viene citato anche da autori recenti (come il giornalista Travaglio) dopo essere stato commentato da molti celebri autori del passato (come De Montaigne)! Andrebbero fatte leggere anche le pagine sulla storia dell’antica Roma di Tito Livio incentrate sui processi per debiti e sugli abusi dei patrizi romani sulla plebe e sui soldati (più che quelle sulle nobildonne), ma dubito che ci sia una scuola che lo faccia. Non so poi se abbia davvero senso conoscere bene la politica degli antichi imperatori romani, ma di certo la scuola non aiuta a farlo, anche se basterebbe dare qualche indicazione e indirizzare a La vita dei Cesari di Svetonio, al primo volume della Storia augusta e, oggi, anche a Wikipedia (almeno per Traiano, Diocleziano, Giustiniano). Non so nemmeno se da parte di un insegnante sarebbe doveroso e non inutilmente morboso accennare alle invasioni barbariche fornendo qualche particolare in più, che, per quanto macabro, può aiutare senz’altro a imprimersi a fondo le caratteristiche della natura (immutabile) umana, come dettagli sul tipo di torture praticato da Attila e sul numero delle sue vittime (almeno secondo le pagine online, numerose le morti di donne, le braccia tagliate ai prigionieri e appese a ornare gli alberi in onore al Dio dai Goti,ecc. 2
  • 3. Non so se sia doveroso far conoscere episodi come quello della costruzione delle quattro elevate piramidi (una di teste di bimbi, una di teste di donne, una di teste di vecchi e una di teste di uomini) innalzate, almeno secondo alcune pagine online, in una città da Tamerlano, quell’imperatore mongolo alla cui dinastia si devono palazzi meravigliosi ancora oggi meta del turismo mondiale… Ma forse non sarebbe sbagliato, dato che online c'è chi cerca di mitigare l'orrore delle azioni di Tamerlano in nome delle conseguenze a lungo termine, ovvero la pace in zone estese creata dal terrore (così come si tende a nobilitare le stragi e le rapine degli antichi Romani in nome dei ponti costruiti qua e là o il fascismo italiano per via della bonifica di alcune paludi decisa da Mussolini e di altre iniziative utili di anche minore entità). Comunque questi episodi di crudeltà andrebbero inquadrati dando agli studenti delle scuole dell’obbligo almeno un’idea di ciò che sulle torture sui civili nelle guerre tra Stati poco lontane nel tempo scrissero almeno Voltaire (nel Dizionario filosofico e nel Trattato sulla tolleranza), De Beauvoir (nell’autobiografia e in romanzi come I mandarini), Lessing (in Il taccuino d’oro), Arendt (in La banalità del male) e Silone (in Uscita di sicurezza): Inglesi in Irlanda, Marocchini in Italia, Tedeschi nell’ultima grande ritirata, Francesi nelle Colonie, Russi nei ghetti ebraici e Americani in Corea hanno eguagliato – nel ricco catalogo degli orrori immagazzinato nel mio cervello – i Turchi descritti da Dostoevskij in I Fratelli Karamazov e da Lawrence d’Arabia in I sette pilastri della saggezza (romanzo poco attendibile solo fino a un certo punto). E si dovrebbe parlare molto e in dettaglio dei grandi e assurdi massacri ordinati da Napoleone, di cui io a scuola non ho saputo proprio niente (la descrizione che Chateaubriand ha fatto della strage insensata in Egitto non è cosa che si possa dimenticare una volta letta, come non la dimenticarono mai molti dei soldati che furono costretti a uccidere tante migliaia di persone di ogni età e disarmate in una volta anche con armi da taglio). Mi sembra anzi che a scuola su tutto ciò che è più interessante e che può essere ancora utile oggi sapere su Napoleone ci sia assoluto silenzio: non è irrilevante conoscere il grande aumento dei soldati impiegati in guerre per sua iniziativa e la sua introduzione di strategie militari che non permettevano più risparmio di vite, dato che è questo ad aver reso un evento epocale la prima guerra mondiale, nella quale il massacro fu catastrofico e non furono più nemmeno immaginabili molte delle azioni individuali o di pochi, rapide e sotto alcuni aspetti eroiche ancora possibili in epoca napoleonica; soprattutto, credo che sarebbe importante informare e contestualizzare l'attività di spionaggio (confronta con La scuola dei dittatori di Silone, oltre che con il saggio citato di Chateaubriand) e l'organo di stampa e propaganda (confronta con I persuasori occulti di Packard) con cui Napoleone cercò di controllare, influenzare e manipolare l'opinione pubblica, iniziativa che oggi ogni politico deve comprendere meglio di chiunque altro (rimando oltre che al citato libro di Packard, anche a Psicologia politica e Psicologia della politica a cura di Catellani. Inoltre credo che si dovrebbe confrontare l’immagine della Rivoluzione francese offerta dai libri liceali e anche universitari con quanto risulta leggendo anche solo Le due città di Dickens e soprattutto il primo volume di Memorie d’oltretomba di Chateaubriand, con riguardo soprattutto ai gruppi di persone che giravano con teste sulle picche o alla cesta sempre colma di teste di persone di ogni sesso e anche prive di un ruolo attivo nella politica o non ricche (per quanto nobili) e facendo attenzione ai paragrafi dedicati a Robespierre, Marat, Barère, Danton, Desmoulins, D’Eglantine, Pons di Verdun, Mirabeau, Ginguené e al cavaliere di Parny. Particolari grotteschi come l'assassinio delle molte ragazze "vergini" deciso da un loro compaesano giunto al potere grazie alla rivoluzione e l'"omaggio" reso al cadavere del re posto sul trono (confronta anche con L'uomo in rivolta di Camus) fanno capire probabilmente cosa sia stata la Rivoluzione francese più della maggior parte delle pagine che i testi di storia scolastici riservano ai suoi eventi principali, date e nomi. Soprattutto però ciò che si dovrebbe far notare a scuola, secondo me, è la proliferazione delle carceri seguita alla famosa presa della Bastiglia (rimando ancora a Chateaubriand) e quante persone innocenti (cioè al di fuori delle trame politiche) sono state denunciate come agenti dei regnanti e poi di Napoleone da loro conoscenti per qualche interesse personale e quante di loro, sotto tutti coloro che in Francia si sono alternati al potere dopo la Rivoluzione, sono stati incarcerati per anni o per tutta la vita senza alcuna prova, senza processo e a volte persino senza indagini di sorta dal governo, noncurante e a volte interessato a creare paura in tutti, o da magistrati e ispettori a caccia di prestigio e troppo ambiziosi e indifferenti per richiedere prove e per ricercare dietro delazioni politiche ragioni private (fu giustamente reso celebre il caso riportato negli archivi della polizia da cui Dumas trasse il suo Conte di Montecristo): né le delazioni e le sparizioni in carcere e in lager motivate con grande fantasia sotto Stalin (confronta con Il buio a mezzogiorno di Koestler e Il primo cerchio di Solgenitsin, oltre che con le notizie sullo stalinismo su Wikipedia, alle quali dovrebbe essere fatta risalire l'ispirazione per 1984 di Orwell, un classico inquietante che può essere considerato solo in parte opera di fantasia), né le violazioni della privacy e l'ostracismo economico del maccartismo (confronta con Wikipedia e magari con le pagine relative di Il taccuino d'oro di Lessing) dovrebbero stupire nessuno per quanto giovane, e non si dovrebbe far troppo caso alle differenze tra epoche e tra popoli (come invece si fa in molti ambienti parlando delle dittature del '900). A scuola si tace in genere di molte cose! Di Luigi XIV a scuola si tace l’ampia e infame attività di spionaggio dei privati, funzionale a quella della corruzione e del livellamento che contraddistinsero il suo regno preparando l’epoca attuale (rimando a Il Re Sole di L. de Saint-Simon), eppure sono fatti storici rilevanti e non privi di conseguenze sull'attualità: ogni insegnante dovrebbe mettere tutto ciò anzi in relazione almeno con le operazioni simili dei secoli successivi, come del resto con quelle di Tiberio (confronta con gli Annali di Tacito, un testo molto utile per conoscere la natura della gente oltre che di certi governi). Si dovrebbe ovviamente anche mettere in chiaro il rapporto tra spionaggio di ogni genere e pratica del boicottaggio e dell’ostracismo, sui quali tanto ogni scuola dovrebbe informare, rimandando agli storici e ai narratori che in ogni tempo ne hanno scritto: quando Saint-Simon descrive le iniziative più autoritarie del Re Sole, si sofferma sulle 3
  • 4. leggi sulla leva e sulla carriera militare e così arriva presto a parlare anche dell'ostracismo organizzato per chi non obbediva, come ogni storico che descrive una dittatura finisce col fare e non c'è famiglia o paese piccolo abbastanza o città troppo vasta perché quattro imbecilli non possano riuscire a fare altrettanto e non si sentano in diritto di farlo quanto Luigi XIV. Sono questioni fondamentali in un’epoca in cui politici, stilisti, imprenditori e commercianti dipendono tutti dagli stessi esperti del settore pubblicitario (psicologi specializzati e senza scrupoli nell’uso indiscriminato di test, inganni e di gravi violazioni della privacy), mentre in ogni Paese le aziende conservano schede illegali su dipendenti attuali e potenziali che fanno rabbrividire se si pensa al carattere personale dei dati che contengono e a come essi devono essere stati raccolti (io ricordo l'eco dello scandalo delle schedature della azienda italiana Fiat di qualche decennio fa) e soprattutto considerando che oggi sia psichiatri e medici che persone comuni (parenti, coinquilini di appartamenti in affitto, artigiani, ospiti, ecc.) invadono più spesso di quanto non si creda spazi privati (attraverso microspie con e senza telecamera che oggi si trovano a buon prezzo anche su Amazon) e Packard non è l’unico a cui si dovrebbe rimandare gli alunni in proposito. Tenete presente che già nel 1998 alcuni benestanti possedevano telefoni – credo - con auricolari senza fili e senza necessità di microfoni, quindi invisibili a un osservatore e che con mezzi simili basta una normale telefonata perché ciò che si dice sia ascoltato e commentato da un estraneo che sia in tale comunicazione con l'interlocutore. Anche la microspia più venduta oggi funziona in un modo simile. Considerate inoltre quanti spazi all'aperto sono provvisti di telecamere con la scusa della sicurezza o di certi studi sulla natura, proprio come negozi (con sistema CCTV e telecamere anche illegali cioè nei camerini), ospedali, ecc. E non è detto che i mezzi per controllare ogni spostamento di un individuo particolare si limitino a questi e all'enorme numero di persone disposte a osservare e ascoltare persino dalle proprie case per poi riferire per determinati interessi (chi scrive gli articoli delle riviste più vendute conosce bene tutto ciò e non è difficile dimostrare che spunti e informazioni per scriverli provengono anche da queste pratiche) o per abitudine, dato che il progetto disumano descritto negli ultimi capitoli del libro di Packard non è nella fantasia dell'autore e che per documentare gli spostamenti degli animali oggi si dispone di una tecnologia avanzata, mentre sulle cosiddette cimici e sui microchip che secondo alcune pagine online sarebbero stati impiantati anni fa nelle braccia di alcuni impiegati nella sicurezza non mancano certo le pagine online o i libri da leggere. A tutti dovrebbero essere più note le guerre condotte in nome della religione insieme a fatti della storia della Chiesa indispensabili per capire la natura di un’istituzione che ha ancora molto potere in alcune zone del mondo, come l'Italia e l'America Latina. Invece alcuni ignorano non solo il presente (ad esempio libri recenti d’inchiesta quali Sua Santità di G. Nuzzi) ma perfino quasi tutto sulle decime, sulla tassazione straordinaria per innalzare e dotare le immense cattedrali, sulla simonia generalizzata e su quelle rapine tra stupri e violenze di ogni genere che furono le Crociate o la guerra dei trent’anni e le altre guerre dell’epoca della Riforma… E per chi ha una conoscenza non proprio vaga di tutto questo, le cose di solito non vanno tanto meglio: io stessa solo dopo i 30 anni ho saputo della “Notte di San Bartolomeo” (dovetti attendere di conoscere Il trattato sulla tolleranza di Voltaire per avere notizia di questo celebre massacro di un intero villaggio in una notte per la gloria del dio cattolico e del quale furono festeggiati anniversari e si dipinsero noti affreschi in chiese di Roma…) e da poco ho saputo delle "Crociate dei bambini" (rimando a Il drago come realtà di S. De Mari) e ho conosciuto i dettagli sulla revoca dell’editto di Nantes e sui Dragoni (questa specie di squadre SS di cui lessi tardi, nelle Memorie di Saint-Simon) e saputo chi furono realmente le vittime dell’Inquisizione (dovetti apprenderlo leggendo Wikipedia sui fatti riguardanti l’arianesimo e i concili del Vaticano successivi e poi gli scritti di Voltaire e Lo straniero misterioso di Mark Twain, testi in cui le vittime del tribunale ecclesiastico sono ragazzi o bambine, verità storica ribadita anche nel citato saggio della De Mari). E chissà quanti hanno conosciuto solo da adulti o non sanno ancora quali particolari raccapriccianti sono legati al veto che la Chiesa ha sempre posto al diritto all’aborto assistito (fu solo la De Beauvoir, in Il secondo sesso, a farmi conoscere cosa aspettava in ospedale le donne che avevano tentato di abortire fino a pochi decenni fa) e quanti schiarimenti sulle ciniche motivazioni reali del clero al riguardo sono pur stati dati da tempo (Fromm ne scrisse ad esempio in un libro accessibile a chiunque e pochi anni fa ne intesi un accenno per radio, l’unico che abbia mai notato personalmente): la Chiesa in ogni tempo ha mantenuto il potere appoggiando chi lo detiene a scapito dei singoli individui e soprattutto delle donne e non lo ha fatto solo a parole, tanto che ancor oggi i medici che sostengono il diritto all'aborto e che lo praticano vengono esclusi da club e associazioni utili alla loro carriera. E non è generalmente noto nemmeno quanto grande fu il ruolo della Chiesa nel perpetuarsi per quasi due millenni della prassi legislativa di squartare o bollire vivi i criminali comuni (e coloro che così le leggi delle varie epoche e regioni dichiararono tali) e quanto vescovi e cardinali si accanirono contro coloro ai quali tali torture e morti ispiravano orrore e nausea di un governo irrazionale e crudele (io non ne seppi nulla finché non lessi le biografie di Montaigne e Tolstoj contemporaneamente alle note a un saggio sulla giustizia scritto dal primo e a Resurrezione e ad alcuni racconti del secondo): conoscere tutto ciò è importante perché occorre riflettere sull’assurdo e colpevole permissivismo delle leggi attuali senza tirare in ballo lo stereotipo della compassione cristiana che bambini e persone poco esperte o incolte attribuiscono alla Chiesa di ogni tempo, e poi perché bisogna ragionare con disincanto su quanto della tortura praticata in tempi di pace scrissero bene Beccaria, Manzoni, Leopardi, Apuleio, Seneca, Cicerone o perfino l’autore di un libro pubblicato da case editrici rivolte ai ragazzi qual è Quo vadis?. È poi odioso alcuni cattolici si esprimono e si sono espressi sul fatto che la Chiesa ha incoraggiato o tollerato apertamente l’antisemitismo, i pogrom e l’esistenza della schiavitù: Bernanos in Diario di un curato di campagna è arrivato a giustificarlo con la diffusione di 4
  • 5. pratiche crudeli anche sugli individui liberi meno abbienti o con meno risorse, come se nulla contassero né l’esistenza o meno della possibilità di recidere un rapporto dannoso inizialmente accettato né tutti gli aspetti aggravanti dovuti al fatto che alla schiavitù fossero destinati gruppi numerosi (per chi ha una coscienza sono indimenticabili le descrizioni che Wilbur Smith ha fatto del rapimento e incatenamento in minuscoli luridi scomparti delle navi per mesi consecutivi di masse di indigeni africani, in linea con i resoconti degli storici, e anche solo gli accenni che sulla schiavitù in America fa Dickens in Martin Chuzzlewit). E i dettagli della manifestazioni dell’antisemitismo nel Medioevo (quando la Chiesa era più forte) non sono dati dalle scuole e possono essere conosciuti solo attraverso letture fatte di propria iniziativa (perfino un libro per ragazzi come Ivanhoe di Walter Scott ne spiega di più di quanto fanno gli insegnanti delle scuole di ogni livello). E credo significativo che un’intera classe di un liceo scientifico del movimento ufficialmente cattolico Comunione e liberazione (CL) poco più di 20 anni fa ha udito il preside e insegnante giustificare l’indifferenza per le sofferenze e la morte per fame dei bambini africani con la candida osservazione che “tanto non sono battezzati” con uno sragionare tipicamente medievale. Anche di sapere bene cosa ci sia alla radice dell’impegno e dell’abitudine del clero nel creare o favorire gruppi religiosi, non c’è modo a scuola: io dovetti attendere di farne la dolorosa e deleteria esperienza con il movimento Comunione e Liberazione (CL e i suoi cosiddetti ciellini e un suo appena sorto sottogruppo) e di leggere ciò che sul narcisismo di gruppo e sul meccanismo distruttore dell’individuo presente in ogni associazione scrissero Silone, Joyce, Pasternak, Stendhal, Packard, Doris Lessing, D’Holbach, Fromm, Jung e altri. Conosco ragazzi che a 16 o 14 anni, se non meno, sono stati plagiati e manipolati e, a volte, isolati da ogni vecchio conoscente e ambiente abituale, umiliati, diffamati, portati vicino al manicomio con intenzione o incoraggiati esplicitamente a suicidarsi, e tutto ciò da adulti criminali presentatisi dapprima come guide altruiste per fede e materne per natura o età, poi come veri e propri eletti ispirati da Dio e padroni… individui malati o borderline ma ben inseriti (benestanti e quindi “protetti”) oppure cinici annoiati e in ogni caso tutti di un egoismo e di una freddezza estremi, pericolosi e pronti a tutto pur di dirigere gruppi sempre più estesi di fanatici nel credo o nella forma ma pur sempre di facciata cristiana (ciò per avere il favore della Chiesa e non allarmare subito le prede): tutti questi ragazzi, o molti di loro, si sarebbero probabilmente ben difesi se dai loro insegnanti avessero saputo tutto ciò che ho riportato sopra e se avessero avuto anche solo una vaga idea di quanto grande e più sicuro sia per i più giovani il sostegno offerto dai libri giusti rispetto a quello che possono ragionevolmente sperare da estranei appartenenti al clero o magari con una laurea in Psicologia o di belle parole (la cultura fu definita da Jung il miglior sostituto dei genitori che si allontanano dopo la maggiore età dal figlio e anche di quei genitori e parenti che non vogliono comportarsi come tali quando l'infanzia e l'adolescenza del figlio li rende più necessari – e ricordate anche il messaggio identico dei libri per ragazzi di Dahl, a cominciare dal migliore, Matilda). Del resto nei libri a disposizione di tutti in biblioteca non mancano nemmeno quelli dove personalità come quelli di questi “convertitori” e “leader” ora descritti vengono analizzate nei dettagli e in ambiti anche non religiosi (i primi libri pertinenti che mi vengono in mente sono La signora Dalloway della Woolf, Tipi psicologici, Psicologia dell'inconscio e Psicologia e religione di Jung e Psicanalisi dell’amore di Fromm, titoli dei quali nessun insegnante nemmeno mi nominò i titoli). Avendo Silvana De Mari citato in proposito Il pifferaio di Hamelin, vi ricordo l'Omino di burro di Pinocchio di Collodi, un personaggio affine come in parte la donna ricca di Scarpette rosse (nella versione raccolta da Pinkola Estes nel suo saggio più celebre e venduto). Nei libri di Storia delle scuole dell'obbligo o superiori e nei manuali universitari di storia contemporanea non si fa che ripetere lo stesso programma, che può essere definito un’accozzaglia di inutili date di battaglie e nomi e un elenco di fatti storici che non arriva all’attualità e inoltre edulcorato e quindi falso, con poche eccezioni rilevabili dove si consigliano saggi e opere letterarie integrative (questa soluzione ha un carattere davvero d’eccezione e si dà a questi testi un qualche inquadramento e rilievo generalmente solo all’Università); inoltre, almeno in Italia, solitamente non si accenna a testi fondamentali (non solo per mia opinione, dato che fuori dall'Italia sono stati ritenuti tali fin dalla loro prima pubblicazione) come Il fascismo, La scuola dei dittatori e Fontamara di Silone. In classe e nei libri di testo delle scuole italiane, ad esempio, non si parla certo delle torture e degli stupri di gruppo in pubblico compiuti dai fascisti, ma sono messi in rilievo gli occasionali confini e l’uso dell’olio di ricino (invece limitato) e peraltro tralasciando di descrivere quei dati che rendevano anche questa pratiche distruttive, come del governo di Giolitti del resto si fa qualche accenno all’indirizzo generale e se ne elencano alcune date e non si fa nessun riferimento alle violenze compiute dai criminali da lui pagati e per le quali la gente lo considerava un capomafia; davvero poco spazio è dedicato ai motivi reali del successo di individui ignoranti, falliti e con poche doti quali erano Mussolini e Hitler, ma spesso viene dedicato quasi un intero capitolo a quell’episodio in realtà ridicolo che fu la Marcia su Roma; vengono dati molti dettagli sulle bonifiche del governo fascista ma si fa solo qualche accenno alla povertà e disperazione delle masse soprattutto agricole e nessun riferimento agli operai pestati per il semplice fatto di essere operai, ai furti dei gruppi fascisti nei negozi, alla grande decadenza delle scuole di ogni livello, alla conseguenze anche economiche della guerra in africa nei dettagli (se poi alcuni romanzi italiani prendono spunto da alcuni fatti reali e davvero aziende dove lavorare implicava il contatto con materiali tossici venivano fatte funzionare senza il materiale di protezione per i dipendenti, di certo non lo veniamo a sapere a scuola) e al peggioramento dell’intensità delle torture praticate nei manicomi (già con Giolitti erano peggiorate, come ricorda Ferrario in Politica dei servizi sociali)… Riguardo alla guerra in Etiopia, nessun manuale scolastico dà notizie di anche uno solo dei dettagli che fanno comprendere cosa sia stata per gli abitanti e perciò occorre leggere testi specializzati oppure attendere di trovare casualmente informazioni in letture di altro tema (ad esempio in 5
  • 6. un saggio di S. De Mari – Il drago come realtà – si legge dell'uso di gas neurotossici contro villaggi e del massacro di tutti i rifugiati del duomo di Addis Abeba, séguito assurdo e criminale dell'attentato a Graziani, maresciallo italiano tra i peggiori in Etiopia e Libia). Nessun quadro preciso viene dato nemmeno degli estremi cui giunsero l’antisemitismo e la polizia con l’ex sacerdote Preziosi e con il ministro Buffarini-Guidi e il regime poliziesco nella repubblica di Salò (al riguardo consultate ad esempio la prima parte di L’illusione fascista di Hamilton). E al metodo di analisi storico non si dedica una riga. Perfino sui lager si fa leggere poco e male almeno nelle scuole dell’obbligo e alle superiori e in molte Università cosiddette umanistiche: poche riflessioni sul come e perché, nessuna sui legami dei fatti con l’attualità… E poi da quale testo scolastico o insegnante veniamo a sapere che l’origine delle camere a gas nei lager è da ricercare negli omicidi di malati “mentali” compiuti dagli psichiatri tedeschi? Io ne ho avuto notizia solo leggendo per conto mio La banalità del male della Arendt. Non sia mai che qualche studente sia portato a indagare sugli omicidi e le torture compiuti dagli psichiatri italiani in tempi recenti e anche oggi, torture medievali praticate dalle dittature del ‘900 e classificate come qualcosa di poco diverso da crimini di guerra dalla convenzione di Ginevra (rimando al secondo e al terzo volume di Millenium, uno dei più recenti bestseller mondiali, quello del giornalista Larsson). Ed è ovvio che non si desidera fare riflettere sull’effettiva ragionevolezza della caccia agli emotivi o “stupidi” che sembra essere lo sport preferito di studenti e lavoratori. In Italia alle scuole medie si dà come riferimento Se questo è un uomo, che traumatizza o addolora e basta, e magari La tregua, che è inutile (entrambi di P. Levi), ma non si nomina nemmeno, appunto, La banalità del male, cioè un testo noto in tutto il mondo e fondamentale, per quanto non del tutto corretto riguardo all’antisemitismo italiano, I sommersi e i salvati (sempre di P. Levi) e la prefazione dell’autore del 1976 a Se questo è un uomo, che sono testi che fanno riflettere e riportano informazioni relative a un periodo vicino a noi (gli anni ’80). Nessun cenno viene fatto solitamente nemmeno a molti dei testi letterari di più grande valore morale e più ricchi di lucide analisi di situazioni sociali, politiche e psicologiche ancora molto attuali, testi molto importanti anche per il carattere indipendente dell’azione degli autori (chi parla mai di 1984 di Orwell, Vino e pane e Fontamara di Ignazio Silone, da leggere meditando sul saggio dell'autore Uscita di sicurezza, Il contesto di Sciascia, I 49 racconti di Hemingway, I Mandarini di Simone de Beauvoir, Il buio a mezzogiorno di Koestler, Le finestre di fronte di Simenon, ecc.? Viene mai nominata Simone Weil? Perfino un classico come I demoni di Dostoevskij è snobbato da antologie e insegnanti e di un romanzo straordinario e importante per l’analisi dell’età contemporanea qual è L’uomo senza qualità di Musil non si introducono minimamente le riflessioni principali su razzismo, militarismo, politica, scienza, giurisprudenza, psichiatria, psicanalisi, morale, religione e ordine né si ha cura di segnalare i capitoli dove esse sono maggiormente raccolte per agevolarne la lettura. Leggere le pagine migliori del romanzo di Musil insieme a quelle del citato saggio di Hamilton potrebbe essere un punto di partenza per riflettere su come il declamato condizionamento mentale operato dal nazismo giunto al potere sulle masse e sui militari sia stato molto più scarso di quanto si crede e quanto anche un vero e proprio antisemitismo abbia influito poco, rispetto alle ragioni opportunistiche, quando si prepararono e si presero le peggiori misure contro gli ebrei in Austria e in Germania. Ricordare agli studenti che tutti furono e restarono in gran parte responsabili delle loro decisioni non è inutile oggi che si attribuisce per comodità le colpe di molti crimini commessi da giovani all'ignoranza, a Internet e ai mass media (io la penso come Silone riguardo ai cosiddetti persuasori occulti). Questo andrebbe comunque connesso dagli insegnanti a quanto avvenne in Italia, sottolineando la mancanza qui di una discriminazione degli ebrei residenti prima della decisione di Mussolini, e ovviamente anche agli episodi più emblematici del montare dell'antisemitismo altrove quali il caso Dreyfus e quello dei falsi Protocolli dei Savi di Sion: si darebbe risalto a questi eventi facendo conoscere anch'essi attraverso le pagine di Hamilton dedicate alla Francia e raffrontandoli con i siti Internet in cui i nuovi fascisti pubblicano affermazioni che dovrebbero sembrare alla radice del loro antisemitismo e che Umberto Eco e altri hanno smontato con impegno; questo sarebbe utile quanto accennare per lo meno alla descrizione e al ritratto implicito che dei nuovi gruppi fascisti e nazisti hanno dato alcuni romanzi di successo internazionale (ad esempio quelli di Larsson) e le riviste recenti di politica e gossip. Anche Resurrezione di Tolstoj viene ignorato, nonostante sia ancora molto attuale, se analizzato con flessibilità mentale (basterebbe che ci fosse una maggiore conoscenza delle condizioni familiari e delle possibilità economiche attuali di molte ragazze e delle condizioni di vita inaccettabili in cui vengono costretti a vivere nei nostri manicomi gli internati, che a volte sono persone pienamente coscienti e potenzialmente in grado, con un po' di aiuto – informazione scritta e denaro soprattutto - di condurre una vita abbastanza normale e autonoma). Così si insegna la Storia e non c’è allora da stupirsi che ragazzini girino nelle scuole facendosi indicare serenamente dagli altri come nuovi Fascisti, che gruppi fascisti abbiano assaltato da poco la sede di un sindacato, che un telegiornale italiano abbia riportato recentemente che un autista di autobus ha scritto “W W Mussolini” al posto dell’indicazione della fermata, che nei pub ci si dilunghi sulle “grandi” bonifiche fasciste delle paludi, che in alcuni bar ancora si trovino calendari dedicati a quel criminale bifolco che fu in realtà Mussolini (c’è un bar che ne aveva uno fino a pochissimo tempo fa anche nella mia zona) e che mio padre abbia detto che vuole che ci sia la guerra per “fare igiene” (sono state le sue parole esatte e non credo siano solo sue). Le analisi contenute in I persuasori occulti fanno di questo libro molto letto di Packard un classico intramontabile, come si nota subito leggendo la presentazione degli attuali manuali universitari di psicologia politica che ne riprendono i concetti principali: molte delle "scelte" e azioni politiche della maggioranza dei cittadini non sono decisioni meditate e nemmeno razionali, ma atti per lo più inconsci e condizionati dal vissuto personale in modo irriflessivo o derivanti 6
  • 7. dall'umore e dagli accorgimenti dell'equipe di esperti di pubblicità e spettacolo che circondano i politici da almeno la metà del secolo scorso (un po' come avviene quasi a tutti per almeno alcuni tipi di acquisti più e meno superflui). Sciascia con Il contesto dimostrò come una dittatura possa essere tale di fatto anche se non è conclamata, mentre Orwell e Silone (colui che dal primo fu definito il suo “fratello italiano”) hanno ribadito in scritti di grande efficacia che i fatti non contano se le parole sono usate abilmente per nasconderli, ma ciò deve indurre a temere, oltre alle mistificazioni illusorie, anche le definizioni troppo negative: una dittatura della maggioranza (o di certi gruppi più forti e attivi suoi padroni per la sua indifferenza, pigrizia o indotta disperazione) niente ha a che vedere con una democrazia (un regime invece attento alle esigenze delle minoranze), ma se un governo che elabora e mette in atto spesso leggi che calpestano i bisogni sociali e procedimenti a favore dei criminali e quindi tipicamente dittatoriali (come quelli che da tempo si susseguono in Italia) viene spesso definito – a torto – una dittatura vera e propria, potrebbe essere trasformato in essa (in passato in alcuni Paesi alcuni gruppi sediziosi hanno sfruttato proprio questo per crearla, come ci aveva ricordato Ignazio Silone in uno dei suoi saggi a proposito di un episodio della storia polacca). In molti hanno sottolineato che non c'è rivoluzione della quale violenti e criminali non abbiano approfittato e che inoltre non sia degenerata in dittatura per una sorta di legge naturale (rimando soprattutto a I. Silone e A. Camus), ma anche che non abbia contribuito all'affermazione di validi princìpi, sia pure anche attraverso una propaganda un po' rozza e la violenza: forse oggi le leggi feroci sul mondo del lavoro che subiamo – e che anche alcuni validi film recenti hanno messo in evidenza - ci rendono facile dimenticare che tra le conseguenze delle grandi rivoluzioni vi fu quella di agevolare le conquiste dei sindacalisti e di contribuire anche in altri modi al miglioramento della mentalità generale e quindi delle condizioni di vita delle categorie socialmente meno forti di persone. Ricordiamoci che vi sono stati cambiamenti apprezzabili (più numerosi di quanto le scuole ci facciano pensare) e che erano razionali (i grandi valori della coscienza non sono soggettivi e niente hanno a che vedere con i sogni e con i pregiudizi, dato che coincidono con i risultati dell'analisi storica e che non mutano nel corso dei secoli): tali progressi sono però sempre del genere che non può durare a lungo e sembrano aver periodicamente bisogno di essere ristabiliti con rinnovate "affermazioni" degli stessi princìpi di giustizia, per quanto con tutte le concessioni implicate da una realistica accettazione di ciò che di ogni attuale stato di cose non può purtroppo essere modificato (oggi sembra essere questo il caso del precariato): rileggiamo l'opera di chiunque abbia scritto della sensibilità (sensibilità verso i dipendenti e verso le persone più bisognose della beneficenza) dimostrata da alcuni politici al governo (pensiamo ad esempio a quanto è stato fatto a partire dagli anni '20 in Svezia e ricordiamo gli anni '30 in Francia e negli USA, gli anni '40 nel Regno Unito e gli anni '60 in Italia) e soprattutto da alcune grandi aziende in passato, come in Italia da quella di Adriano Olivetti, le cui iniziative negli anni '50 andrebbero ricordate proprio perché non possono non apparire poco verosimili oggi che la mentalità della maggior parte degli imprenditori è tornata a essere indifferente alla vita umana (vi consiglio di sfogliare al riguardo, oltre a Il costo umano della flessibilità di Gallino, anche Il taccuino d'oro di Doris Lessing e qualche pagina online sulle politiche aziendali del passato). Se oggi qualcuno raccogliesse le massime con cui i giudici italiani giustificano le loro sentenze, emergerebbero versioni elaborate delle seguenti affermazioni probabilmente spesso ipocrite e sempre irragionevoli in modo evidente e celanti con ogni probabilità direttive governative: la galera peggiora le persone (nel caso si discuta se imprigionare un criminale); la galera migliora le persone (nel caso si discuta se liberare l'autore di un crimine particolarmente efferato prima del termine previsto o se non dare l'ergastolo); gli immigrati criminali non sono cattive persone ma povere vittime della loro cultura o di traumi e i giovani italiani violenti non sono che povere vittime di Internet, della televisione, dell'età e dell'assenza di figure genitoriali autorevoli (gli immigrati e i giovani che si conformano alle regole nonostante famiglie, vissuti e situazioni non ideali non spingono ad alcuna riflessione); non è giusto tenere i bambini lontani dai genitori (i bambini uccisi da criminali o dagli stessi genitori e quelli rapiti anche a causa delle condizioni familiari dei casi di cronaca su tutti i giornali non sono presi in considerazione); chi lavora è comunque utile alla società (il futuro lavorativo delle vittime dei lavoratori violenti, disonesti e ladri non è contemplato); è troppo difficile giudicare quando si tratta di coppie (allora sarebbero di conseguenza insensati i processi stessi che portano all'assoluzione di partner estremamente violenti); le galere comportano una spesa ingente per lo Stato (sono considerati insignificanti i costi economici, morali e sociali dell'assenza di punizioni – quindi di regole – e non sono nemmeno presi in esame lavori forzati, pena di morte ed eliminazione delle poche ma costosissime carceri di lusso presenti in Italia); per i familiari delle vittime nessuna pena è sufficiente (si sorvola sul fatto che non sono affatto solo i famigliari delle vittime ad aver bisogno e volere che in uno Stato ci siano regole e che di conseguenza i criminali vengano puniti); la legge del taglione non è giustizia perciò ergastolo e pena di morte non sono giusti (si finge di dimenticare che l'ergastolo è nato come provvedimento mite rispetto alle torture fisiche di innumerevoli tipi tradizionalmente previste per i criminali e che la pena di morte è un procedimento sia economico che giusto quando la violazione delle leggi della società è dimostrata e grave o recidiva). Nei processi un’esatta valutazione dei giudici è tuttavia inequivocabilmente ostacolata da molti fattori, tra i quali i seguenti: la valutazione dell'attendibilità degli enunciati della scienza è aperta a vari pericoli: la mancanza di cultura 7
  • 8. scientifica dei giudici; gli interessi che talvolta stanno dietro le opinioni degli esperti; le negoziazioni informali o cculte tra i membri di una comunità scientifica; il carattere distruttivo delle affermazioni scientifiche in particolare nel processo accusatorio; la complessità e la drammaticità di alcuni grandi eventi e la conseguente difficoltà di uno sguardo neutro; la provvisorietà delle opinioni scientifiche; la manipolazione dei dati; la presenza di psudoscienza; gli interessi dei committenti delle ricerche; contrasto possibile tra le perizie svolte all'inizio di un'indagine e quelle svolte a livello dibattimentale, tra quelle del perito d'ufficio e quelle del perito di parte e tra quelle del primo e del secondo grado; la presenza nella psicologia di antinomie, diversi indirizzi e novità derivate dalla strumentazione (neuroimaging, ecc); incertezza non rara su quale esperto di psicologia è più adatto a pronunciarsi (medico legale, psichiatra forense, psicopatologo forense, ecc.). A questo riguardo sono importanti le precisazioni di Sammicheli (La perizia psicologica) e altri sulle leggi che rendono questi biases frequenti e l'ingiustizia diffusa, soprattutto non imponendo un linguaggio comune a periti, avvocati e giudici, il massimo rilievo alle analisi e alle discussioni precedenti l'incontro in aula (partecipazione, filmati, registrazioni scritte) e una precisa attribuzione di ruoli. Su come gli appelli vengano a volte strumentalizzati per fare evitare – con la legge sulla prescrizione – il carcere a manifesti colpevoli e per arricchire gli avvocati potete leggere, oltre al citato libro di Sammicheli, Il tribunale del medico (IRFEA), utile anche per riflettere sui falsi dichiarati dai medici legali evidenti solo in appello. Della querela penale e in generale dell'intervento giudiziario il mio manuale di cittadinanza attiva riporta che da solo esso spesso non è efficace, che da decenni il sistema giurisdizionale italiano è caratterizzato da tempo infinito per arrivare a una decisione, inadeguatezza delle risposte, difficoltà di vedere eseguite le sentenze e alti costi delle cause e che solo in alcuni casi una pronuncia di un giudice riesce a evitare che non si ripetano disfunzioni organizzative, conflitti tra categorie e violazioni di diritti. Riguardo all’esposto si deve considerare che esso è poco impegnativo rispetto alla querela e che la sua archiviazione non è segnalata se in esso non si fa esplicita richiesta di esserne avvisati, mentre della costituzione di parte civile si deve ricordare che spesso i giudici riconoscono solo il danno morale (lesioni di valori e interessi difesi da un’organizzazione civica). È doveroso conoscere tutti quei testi che hanno forse contribuito a rendere meno ingiusto il sistema carcerario in Europa e in altre zone, a cominciare dai noti testi di narrativa o saggistica sulle terribili condizioni dei carcerati e dei sospettati di Pellico, Stendhal, Tolstoj, Dumas, Leopardi, Manzoni, London, Lawrence d’Arabia, Camus, Capote, Salierno e Storr (rimando a Wikipedia e alla citata guida online per gli utenti delle biblioteche); è anche importante che film come Detenuto in attesa di giudizio e Changeling non vadano dimenticati. Tuttavia anche l’irrazionale e colpevole permissivismo attuale andrebbe affrontato con senso critico e competenza o almeno riflettendo con l’aiuto di qualche lettura, perciò, oltre che su alcuni passi dello Zibaldone di Leopardi o David Copperfield di Dickens, si dovrebbe meditare almeno sul messaggio dei seguenti testi più recenti: le pagine di L’odore dei soldi in cui Marco Travaglio ha commentato cause e conseguenze di alcune leggi italiane che favoriscono ladri, pedofili e altre categorie di criminali; le pagine di Camilleri che discutono non poche leggi italiane che hanno favorito i mafiosi (es. alcune sugli appalti, che pare abbiano perfino attirato criminali dall’estero), da confrontare con le analoghe discussioni di alcuni anni fa sulla legge sulle intercettazioni e sulla ridicola pena prevista per i capimafia nei noti programmi televisivi di Fazio e Saviano e con interventi più recenti nei vari media; notizie sul comodissimo carcere di Philadelphia dove morì Al Capone; le pagine di Millenium (S. Larsson) in cui sono messi a confronto, esplicitamente o implicitamente, ingresso, trattamento e tempi di permanenza nei manicomi attuali e quelli nelle carceri odierne; le pagine di Politica dei servizi sociali (Ferrario) dedicate a illustrare le categorie numerose di persone colpevoli di reati con condanne di massimo tre o quattro anni tenuti solo a lavorare nelle cooperative (dove coloro che hanno una diagnosi di malattia mentale giusta o sbagliata non possono in genere trovare lavoro) e che quindi, anche se hanno commesso gravi violenze, non vanno in galera e ciò per motivi di età, per l'avere figli piccoli e essere donne o per altre ragioni; informazioni online e sulle riviste su come anche maschi sopra i 21 anni e sotto i 60, condannati a sei od otto anni di galera e per reati numerosi e gravissimi (sequestro, minacce di morte, terribili e frequenti violenze fisiche) siano stati condannati in appello ai domiciliari sebbene in libri e testi online sembra che ciò risulti contro la legge (anche per tentato omicidio in sede lavorativa e violenze domestiche un uomo può avere i domiciliari con le conseguenze che si leggono sui giornali, es. omicidio); articoli sulle riviste e online recenti sull'attuale carcere di Roma attrezzato come una casa famiglia scritti da benpensanti simpatizzanti col crimine, "brave persone" che disdegnano di parlare dell'assenza più o meno totale di intervento dello Stato per aiutare minori e giovani maltrattati o persone affette da malattie invalidanti, ma proclamano che tutte le galere devono essere trasformate in altrettante carceri simili a pensioni con inoltre gelati e pony per accogliere i figli dei carcerati in visita (tutte affermazioni così immorali da far impallidire le consuete lamentele sul fatto che assassini, stupratori, violenti e rapinatori a mano armata non siano puniti in genere in Italia). Di recente nelle riviste non sono mancate nemmeno odi al perdono dei criminali da parte della moglie di un uomo assassinato, che ha affermato che perdonare dà serenità, come se questo egoistico risultato fosse un valido motivo per perdonare alla cieca, come se fosse inoltre un risultato ottenibile da ogni persona di valore e facendo peraltro intendere che lei non perdonerebbe probabilmente chi non vuole perdonare ed è sicuro che non lo farà in futuro… Il numero di vittime raggiunte da molti serial killer e quello dei casi di sequestro durati, grazie alle tecnologie, anni in abitazioni comuni e per nulla isolate è così sorprendente, i casi non risolti così numerosi e la pena detentiva per i colpevoli rintracciati così spesso ridicola o 8
  • 9. comunque non proporzionata, che dovrebbe ormai essere impossibile aver fede nella polizia e non arrendersi al fatto che diffidare sempre a costo di apparire infantili o troppo timorosi e di alcune rinunce è necessario. Invece soprattutto per una donna può essere controproducente informarsi sui dettagli dei crimini sulle donne: anche la conclusione di un semplice racconto come L'albero di notte di Capote dovrebbe bastare per far comprendere cosa intendo con questa osservazione forse non inutile, dato che le riviste abbondano di questo tipo di dettagli, che film in TV e scaricabili da Internet e videogiochi sono sempre più violenti e perfino una serie su alcuni celebri serial killer è molto seguita. Non serve – spero – che sia io a mettere in relazione l'empatia verso questo genere di criminali, espressa in non poche riviste e film ecc. da qualche tempo, con l'attuale indulgente sistema giudiziario, con la negligenza delle forze dell'ordine, con l'abolizione recente del diritto all'aborto in molti Stati (perfino in caso di stupro in Texas e forse altri Paesi), con l’invito rivolto da molte riviste alle adolescenti di assumere la pillola anticoncezionale (pericolosa in particolare per loro), con lo stile supersexy dei capi venduti nella maggior parte dei negozi di abbigliamento e con i disegnini con le posizioni sessuali da assumere col partner occasionale e con i vibratori che la rivista Cosmopolitan pubblica "a beneficio" delle adolescenti, peraltro accompagnandoli con spiegazioni dettagliate e consigli tra i più pericolosi per una donna e più ignoranti delle esigenze femminili sia naturali sia create da una società come la nostra. Forse non è sbagliato mirare a basare relazioni e anche matrimoni sull'amicizia. Un governo dovrebbe essere costretto a riconoscere che un individuo non è sempre indifeso, anche se donna, e sarebbe costretto a farlo se molte donne fossero pronte a compiere scelte radicali quando leggi ingiuste lo richiedono. Dubito anche che le donne stuprate nei Paesi dove l'aborto è negato anche in caso di abuso porteranno tutte a termine la gravidanza (ci saranno suicidi e aborti illegali in condizioni cliniche pericolosissime, a giudicare dal passato) e che molte donne adulte accetteranno di continuare a vivervi senza essersi procurate una pillola per l'aborto altrove. Tra i film recenti, del resto, non mancano quelli che compatiscono perfino i serial killer e film e libri che presentano il lato “umano” o le più comuni aspirazioni e debolezze di fascisti e nazisti, anche mentendo sulla libertà di scelta e sulla fantasia sadica delle SS e di molti militari dell’epoca e sulla lucidità di gran parte di coloro che sostennero senza armi tali regimi (anche un libro di testo liceale lo fa per bocca di uno psichiatra o bugiardo o molto ignorante dei fatti storici). Riguardo alla raccolta delle "prove" legali e su attendibilità e comprensibilità delle perizie a giudici e avvocati, è utile informarsi anche leggendo alcuni libri di Camilleri (quelli in cui le prove sono fatte sparire e sostituite prima dell'analisi chimica) e forse di Sciascia, La perizia psicologica (L Sammicheli), Il giudice emotivo (Forza-Menegoni-Rumiati), le contestazioni dell'uso dei test psicologici (in particolare del Rohrschach) in tribunale in I test psicologici (Sanavio-Sica) e naturalmente pagine online e altro ancora. Alla specialistica di Psicologia sociale, del lavoro e delle organizzazioni esiste un corso di Psicologia politica che forse ha nel programma dei libri utili che invito a consultare (rimando ai due testi di Catellani). Se Il tribunale del medico (IRFEA) può far temere falsi dichiarati in tribunale dai medici legali diventati evidenti solo in appello, il testo citato di Sammicheli aiuta anche a inquadrare come gli appelli vengano a volte strumentalizzati per fare evitare – con la legge sulla prescrizione – il carcere a manifesti colpevoli e per arricchire gli avvocati e inoltre a riflettere sul discutibile articolo di legge attuale in cui si definisce la pena detentiva come riabilitazione e non come punizione, una legge che si connette a molte altre che favoriscono i criminali, che ha portato a un grande aumento della criminalità negli ultimi decenni (rimando al libro citato sui servizi sociali di Ferrario, al citato Sinossi di psichiatria, ecc.). Sulla “giustizia” riparativa ci sono del resto state molte discussioni di recente a causa di un caso di cronaca caratterizzato da violenza efferata nell’omicidio che si è concluso con questa farsa grazie alle mere scuse del colpevole e a causa della liberazione di assassini condannati all’ergastolo. Vorrei che tutti mettessero in discussione questa ipocrita soluzione alla criminalità anche con l'aiuto delle pagine di La banalità del male, in cui Arendt spiega come la giustizia punisca per affermare un principio, per fare da deterrente e per ribadire e difendere la dignità delle vittime. I duri lavori forzati per i carcerati, aboliti da non molto tempo, a vantaggio principalmente della società, e un trattamento un po' più coerente con la gravità dei reati (il carcere di Philadelphia non è un modello, ma un abominio), possono ancora rendere leggero il peso economico di costringere al rispetto delle regole sociali. Non c'è ragione di non credere che molti, anche se non tutti, sceglierebbero di astenersi dalla violenza se le conseguenze fossero lunghe e tremende. Già Quintiliano, affrontando il tema della giustizia convenzionale, in L’istituzione oratoria aveva scritto molto chiaramente che certamente non punire i crimini danneggia gravemente chi non ne compie e da Cicerone a Cesare questo stesso messaggio è stato affermato con forza e riportato anche colpevolizzando i “falsi buoni” che esaltano la clemenza, come se senza punizioni potessero esistere regole. Anche per questo in Psicologia della politica a cura di Catellani l’origine del temperamento autoritario (e del connesso desiderio di una legislazione che ammetta ergastolo e pena di morte) non viene riportata a mancanza di sensibilità e ad aggressività smodata, bensì all’aver subìto violenza durante la crescita e in altre condizioni di inferiorità inevitabile (da qui il senso di pericolo e il bisogno di regole che siano davvero tali). Pinkola Estes, come psicologa, osservò che anzi la sensibilità rende difficile lasciare andare e impossibile, a volte, perdonare un abuso intenzionale, specialmente se grave e ripetuto, e che “non si è cattivi se non si perdona, né santi se lo si fa”; Fromm, fra altri psicologi, osservò che a volte non è possibile perdonare anche se la persona che ha nuociuto è un genitore se il danno è stato volontario. Invito anche a leggere in proposito uno dei capitoli finali di Psicologia della politica (di vari autori, a cura di Catellani- Sensales) su come in epoca recente nell’ex Jugoslavia un piccolo numero di criminali liberati appositamente dal carcere dal governo serbo abbia portato popolazioni decise a conservare la pace e i rapporti di parentela, amicizia o tolleranza 9
  • 10. tra esponenti di etnie e religioni diverse a una serie lunghissima di crescenti crudeltà. In ogni caso vorrei puntualizzare che non è possibile ridurre il fenomeno della corruzione dei giudici italiani, dato che a favorirlo apertamente è una legislazione che ha spesso permesso loro di assegnare per lo stesso reato dimostrato una pena di un numero alto di anni di carcere o pochi anni di domiciliari (la giustizia si basa sullo scritto e sul principio che la legge è uguale per tutti e questo è invece arbitrio) e che per di più impedisce di denunciare i giudici (ricordo in proposito anche le affermazioni di Roberto Saviano nella vecchia trasmissione Vieni via con me). Quanto alle leggi che attualmente regolano il delicato e importante rapporto tra genitori e figli dal punto di vista legale, si dovrebbe approfittare di qualunque fonte d’informazione che chiarisca se davvero la legge permetta ai genitori, oltre che di non mantenere un figlio anche appena maggiorenne se non studente né lavoratore, anche di diseredarlo del tutto, dato che per aggirare la legge sulla percentuale dovuta (quota legittima) sembra che basti che il genitore, mentre è ancora in vita, spenda o intesti ad altri quasi tutto ciò che possiede, dato che la parte danneggiata spesso non ha abbastanza denaro per fare causa a lungo per furto della quota legittima (solo apposite leggi di tutela lo permetterebbero a tutti e credo proprio che non ve ne siano, altrimenti questa pratica non sarebbe diffusa come di fatto è): il corollario è quello implicito nei libri universitari sull’assistenza sociale e nei capitoli sulla malpractice dei manuali di medicina stessi e che lo psicologo Boccia in un libro di testo per un concorso statale ha reso esplicito commentando questa normativa affermando che oggi alla prima malattia seria spesso si è inermi e impossibilitati a risollevarsi. Voglio soprattutto sottolineare il meccanismo distruttivo che si è creato con una serie di governi che hanno impedito quasi a tutti di difendersi dai medici e dagli psicologi con l’istruzione e con le leggi e rifiutato soluzioni definitive sicure al problema dell’abitazione e che soprattutto hanno giustificato sulla carta con l’avvento dell’assistenza sociale moderna il ritiro e l’assenza d’intervento dello Stato nella questione degli obblighi all’assistenza reciproca un tempo esistenti per tradizione e per legge tra parenti e poi hanno permesso agli operatori sociali di ignorare ogni dovere di prevenzione e azione di sostegno concreta per dire a chi si rivolge loro di rivolgersi invece ai propri familiari (chi insiste nelle richieste in genere non ottiene che di essere definito aggressivo se non paranoico). E a peggiorare la situazione ci sono i molti limiti posti al volontariato da regole impossibili da applicare per gli alti costi che ciò comporterebbe, senza considerare che ovviamente non sempre un volontario sa accettare pesanti imposizioni nella sua attività non retribuita. Un tema correlato molto importante è quello sugli affitti impossibili con le conseguenze che coinvolgono anche italiani e persone abituate al lavoro e delle quali si può leggere su giornali e riviste, se l'osservazione è resa difficile dal fatto che in genere queste persone cercano a lungo di mascherare la loro condizione mantenendo aspetto e comportamento nella norma: si legge non di rado di appartamenti occupati abusivamente da famiglie numerose, donne che subiscono senza scampo violenze domestiche da parte del partner o dai genitori, suicidi di persone anche giovani o di mezza età, barboni notati a causa di una loro fugace apparizione in TV quando ancora potevano pagare un affitto e altre simili vicende di disperazione con soluzioni rare e non ortodosse. Raccogliete informazioni sulle seguenti leggi che rendono problematico o impossibile trovare casa: quella che lascia libertà decisionale senza limiti nell’affittare o meno case vuote e nello stabilire il canone invece di imporre stabilmente dall'alto di affittare e un tetto adeguato alle circostanze, abolendo o dimezzando la tassa da versare quando si dà in affitto un appartamento o almeno di promuovere la costruzione di numerosi bilocali ammobiliati solo con sanitari e lavello della cucina in modo da giustificare un affitto dimezzato rispetto alla media (quindi con un massimo di 200 €; quella che lascia basso il numero di appartamenti piccoli e grandi adibiti a case popolari con indifferenza verso le soluzioni di altre nazioni; quella che permette di pretendere busta paga e garante e che non tiene conto del fenomeno irreversibile del precariato e degli altri fattori che hanno mutato la situazione della maggioranza (in primis crisi economica e aumento dei flussi migratori); quella che obbliga gli studenti a trovare un sostituto per lasciare un appartamento condiviso tra grandi disagi con altri studenti, anche se non è raro che i coinquilini rendano la convivenza impossibile (se l'uso del bagno è reso molto problematico per esempio), dato che di solito sono dapprima degli estranei; quella che rende irregolari i contratti a studenti con lavoratori come coinquilini; quella che permette ai proprietari di affittare stanze doppie e triple, rendendo così troppo affollati gli appartamenti e troppo costose le stanze singole (per molti le singole sono però indispensabili per motivi di salute o per altre ragioni altrettanto valide e non mutabili); quelle che rendono alto il numero di chi cerca casa perché pongono troppo poche limitazioni agli immigrati e in particolare a quelli di loro che dichiarano di volersi iscrivere al DAMS per sfruttare il permesso di soggiorno da studente o strappare borse di studio (tutti loro sanno quanto siano scarsi i controlli in tutta Italia). Il reddito di cittadinanza comporta inevitabilmente abusi e furti ed è un'iniziativa del momento, perciò è troppo instabile e criticata per ispirare fiducia o speranza. Se potete, cercate di quantificare quanto sarebbe costoso per i proprietari mettere un termostato in ogni stanza negli appartamenti da affittare e su altre proposte per risolvere in modo definitivo in problema degli affitti senza immaginare invivibili alveari di singole stanze con gli altri spazi condivisi come le galere (raccogliete pure informazioni su queste iniziative di città anche italiane, ma tenendo presente che per molte persone è insopportabile vivere in permanenza in questo modo). Informatevi anche sul rapporto che queste leggi sugli affitti hanno con Jobs Act, articolo 18 e altre leggi discusse nel mondo del lavoro e inoltre con le leggi che regolano il rapporto con i figli maggiorenni (mantenimento, 10
  • 11. eredità) o con le proprie conviventi sulla base dell'interesse del più forte e infine con la situazione degli anziani (costo molto alto delle case di riposo, alto e crescente numero degli over 70, longevità, entità bassa delle pensioni, divieto di eutanasia, molti limiti al suicidio assistito). Considerate ciò che è stato fatto riguardo al problema dell'abitazione in altri Stati europei e qualche iniziativa presa nel resto del mondo, come quella riguardante il piccolo credito di cui si è scritto in una postfazione recente al libro da cui è stato tratto La vita è meravigliosa, il classico del cinema incentrato sul tema del diritto alla casa. Riguardo alle leggi che regolano la possibilità di difendersi dagli abusi delle amministrazioni o dei privati posso considerare solo il mio manuale di cittadinanza attiva, che è del 1998 e potrebbe non essere perfettamente aggiornato, ma l'andamento del rispetto dei decreti legislativi italiani nel tempo è così caratteristico che dubito che ci siano stati cambiamenti sostanziali nell'ultimo ventennio. Le pagine di questo manuale sono scoraggianti per i cittadini, nonostante informi sul tanto tempo e denaro investiti in corsi e incontri. E i paragrafi sui tanti comitati di ogni genere per organizzare varie attività che si leggono nei testi per concorsi statali o nei libri su problemi ricorrenti e di interesse generale (ad esempio quelli sul mobbing) forse trasmettono non solo a me la stessa sensazione di essere presi in giro senza rimedio e continuamente. Per comprendere più in dettaglio ciò riguardo a campi diversi dalla malasanità, si dovrebbe considerare almeno quanto segue: la normativa degli anni '90 sui piani di protezione civile è rimasta a lungo sulla carta e forse lo è ancora (all'epoca quasi tutti i comuni colpiti da calamità non avevano questo piano e chi lo possedeva non lo aveva comunicato al pubblico); le leggi sui servizi minimi in caso di sciopero non sono state rispettate nel settore trasporti in quegli anni e le cose tuttora non sono cambiate; alla fine degli anni '90 la maggior parte dei Comuni non aveva ancora nominato un difensore civico come avrebbe dovuto fare per legge e una legge successiva ha attribuito a esso una funzione che prima era dei comitati di controllo regionali snaturandone così il ruolo di difensore dei diritti dei cittadini; l'"azione popolare" di giudizio del sindaco (rappresentante dei cittadini) è stata poco utilizzata negli anni '90 perché poco conosciuta e costosa; alcuni statuti di Comuni e Province ancora negli anni '90 non prevedevano le consulte previste per legge per la tutela dei cittadini e dove erano previste spesso non sono state convocate per ignoranza di esse o dell'ufficio responsabile o del mezzo per vincere l'inerzia delle amministrazioni; non tutti gli statuti prevedono i forum dei cittadini, istituiti credo negli anni '90; nelle sedute aperte del Consiglio comunale nella maggior parte dei cittadini non possono prendere la parola; ci sono regolamenti coperti dal segreto dell'amministrazione, anche se in teoria il cittadino può prendere visione di qualsiasi atto amministrativo; l'amministrazione spesso non risponde alle richieste scritte di partecipare a un procedimento amministrativo e non tutti i giudici hanno riconosciuto il diritto di parteciparvi alle organizzazioni di cittadini, che del resto dovrebbero dimostrare di rappresentare la popolazione interessata e non si vede come; tutte le forme di organizzazione di cittadini (compresi semplici comitati e associazioni) richiedono il notaio e ci sono obblighi giuridici molto complessi per cooperative e fondazioni; la raccolta di firme è di per sé insufficiente se non si tratta di referendum nazionale, ma è quasi impossibile organizzare quest'ultimo per le organizzazioni di cittadinanza attiva; vengono privilegiati sindacati e partiti e i politici tendono a gestire i problemi tra loro e non con il cittadino; ci sono a volte visioni negative e riduttive che ostacolano l'azione delle organizzazioni di cittadini; l'accesso ai fondi europei (anche quello sociale) è difficile e richiede capacità di progettazione che mancano sia alle organizzazioni di cittadini che alle amministrazioni pubbliche italiane e quando tali fondi sono concessi vanno integrati con altri e comunque finiscono per essere gestiti con le modalità italiane, che sono tipicamente e, sembra, irrimediabilmente, iperburocratiche; i contratti con le amministrazioni sono resi difficili da una regolazione iperdettagliata e molto restrittiva (es. apertura al pubblico nelle ore del mattino, necessità di più visite e forse costi per il materiale fotocopiato se ancora oggi sono richiesti i fogli bollati) e quindi dai protocolli detti a ragione "capestro"; non è molto chiaro come e non è quindi molto facile far approvare ai Comuni quei regolamenti che stabiliscono quale ufficio debba occuparsi degli istituti di tutela e come vanno convocati o spingerli a nominare le persone richieste; quando è l'amministrazione pubblica a chiedere l'intervento di organizzazioni non profit nei servizi d'interesse generale c'è il rischio per l'autonomia, per controlli e soprattutto per la qualità, soprattutto perché si rischia di affidare i servizi al massimo ribasso; ci sono davvero molti termini per definire gli incontri tra personale delle amministrazioni, ad esempio tavoli di concertazione e protocolli d'intesa (a tema od operativi), ma per lo più in essi si discute a favore dei cittadini e non con loro e con pochi risultati visibili. Riassumendo, sono innumerevoli gli ostacoli cognitivi, normativi, organizzativi, professionali e politici che limitano o annullano le attività del cittadino che desidera agire anche direttamente senza farsi rappresentare da sindacati e partiti, la cui indispensabilità era in passato più motivata da un livello generale d'istruzione più basso e da una possibilità più limitata di ottenere informazioni sicure e precise da soli. Se poi volete informarvi sul fenomeno dell'immigrazione in Italia, non dimenticate di raccogliere qualche notizia sui diritti legali degli MSNA, sulla frequenza delle sanatorie, sulla facilità con cui in genere gli immigrati parlano di chi in ogni nazione vende permessi falsi a un prezzo accessibile ai più, su come chi immigra illegalmente scelga di fare la/il badante spesso soprattutto per restare in casa in modo da evitare le forze dell'ordine, sulla mancanza totale di apertura mentale e rispetto di alcune leggi da parte di molti immigrati e sulla notorietà del ruolo giocato dal corso AMS di 11
  • 12. Lettere e dalle scuole superiori serali per procurare permessi di soggiorno da studente più gestibili di quelli da lavoratore e spesso ignorati nei fatti e per fare ottenere borse di studio non di rado non meritate a causa della mancanza frequente di controllo sulle dichiarazioni sul reddito familiare (soprattutto se la famiglia è all'estero). In proposito si deve considerare che i libri di testo delle scuole superiori italiane sono estremamente parziali e favorevoli all'immigrazione al punto da selezionare appositamente i commenti offensivi e da trogloditi dei razzisti e tralasciare tutte le argomentazioni posate e basate su dati (cifre, ecc.) di chi è sfavorevole invece, e ciò imitando chi fa da moderatore in molti forum online (è il caso dei libri di testo del liceo delle scienze umane, l'unica scuola d'Italia che raccoglie brani di saggi e articoli che affrontano temi utili a tutti nella vita) e in linea con la volontà di chi è al governo (ridurre e controllare l'immigrazione è costoso). Spesso si paragona la nostra civiltà di oggi a quella degli antichi Romani nella fase imperiale, e ciò a causa del flusso migratorio da zone dove sono mancate le conquiste anche culturali conquistate per gradi e a prezzo di molto sangue e sacrificio in occidente dopo la rivoluzione industriale e a causa della mediocrità soddisfatta immersa negli agi tra grandi contrasti (il rapporto della Fao è chiaro al riguardo), ma chi ha letto la lettera 114 di Lettere a Lucilio di Seneca avrà riconosciuto molti altri punti in comune tra le due epoche. È doveroso informarsi sulle difficili condizioni di alcuni immigrati e si dovrebbe informarsi su orfani bianchi e sindrome italiana delle badanti immigrate in Italia. È molto importante, però, per non farsi illusioni, anche riflettere con obiettività sulle critiche al politically correct di Fabio Fossati nel suo Introduzione alla politica mondiale e considerare le riflessioni di Lorenz sullo sfondo delle ricerche sul comportamento degli animali e le testimonianze di molte vittime di guerra (soprattutto quelle di conflitti etnici) che fanno meditare sulla necessità di confini precisi, sul senso dell'aggressività e sull'inadeguatezza degli ideali di convivenza e perdòno soprattutto, ma non solo, in assenza di reciprocità. Spesso nei forum online si contrappongono generici e grandi ideali umanitari a precise prese di posizione aggressive, ma sospetto che per trovare soluzioni appropriate si dovrebbe evitare accuratamente di prendere in considerazione ogni ideale e invece accettare il fatto che la nostra natura in genere fa sì che ciò che è possibile a volte nel rapportarsi al singolo individuo non lo è quando ci si relaziona a un gruppo o a una popolazione: con i diversi considerati nell’insieme la maggioranza di noi non si sente bene e non sa superare alcune reazioni inconsce non del tutto ragionevoli create dall’esperienza personale e da ciò che conosce della Storia. Inoltre, al contrario di quanto si blatera in TV e sulle riviste, il perdono spesso non è affatto possibile né in relazione alle masse né in rapporto agli individui e nemmeno può essere sempre definito rasserenante! È risaputo che un buon compromesso non soddisfa del tutto nessuno, ma sembra che non se ne tenga mai conto quando è il momento di fare per tempo delle rinunce per rafforzare i confini inevitabili creati dalla natura e dalla società, per quanto non altrimenti sanzionati. E a questo proposito si dovrebbe considerare che un romanzo qual è L’ultima preda (W. Smith) fa riflettere sull’ingenuità del politically correct sul tema colonialismo più di un qualunque libro di testo scolastico. Riguardo al rapporto tra violenza e medici sempre sottolineato dai giornali oltre che da qualche coraggioso e recente libro e incontro aperto al pubblico, sono molte conoscenze utili che dagli insegnanti di ogni scuola vengono taciute con malafede o totale irresponsabilità, come quelle che riguardano il funzionamento degli ospedali europei prima dell’avvento di una mentalità dominante meno propensa a identificare operai con mendicanti, donne con aborto autoindotto con criminali, ragazzi come carne da macello per guerre di espansione e tutte queste categorie con rifiuti (ancora intorno alla metà del ‘900 quindi): Come muoiono i poveri di Orwell (in Il ventre della balena e altri saggi), alcuni capitoli di La valle della luna di London, il capitolo La madre in Il secondo sesso della De Beauvoir, Cristo si è fermato a Eboli (C. Levi), La violenza, la crociata, il lutto (S. Audouin Rouzeau – A. Becker) e il racconto Piccola storia naturale: i morti (E. Hemingway) e le varie descrizioni dell'elettroshock praticato in guerra su chi non poteva più combattere (se ne trovano in testi di E. Fromm per esempio) dovrebbero bastare a chiarire cosa intendo, perché le piscine di sale, il rifiuto totale di cure e attenzioni indispensabili e le operazioni chirurgiche inutili fatte senza anestesia e senza farmaci per puro sadismo ben attestano quel settarismo ignorante e quella crudeltà alternata a indifferenza che ancora oggi sono tanto frequenti in particolare tra medici, psichiatri, psicologi, assistenti sociali e legislatori in materia di salute. Per quanto riguarda la mentalità e l'impreparazione dei medici del passato, ci sono molti altri libri da considerare, se si ha tempo da dedicarvi, come i seguenti per esempio (scelti tra romanzi molto noti): il XV capitolo e altre pagine sulla malasanità ottocentesca di Middlemarch (G. Eliot); il capitolo sula morte di Emma di Madame Bovary (Flaubert); il capitolo dove si descrivono le varie "diagnosi" date in successione alla peste del '600 dai medici dell'epoca in I promessi sposi (A.Manzoni); Storia di una colonna infame (A. Manzoni). Non è inutile nemmeno leggere libri meno recenti e le pagine online sulla vivisezione sugli animali praticata dai medici fino a non molto tempo fa (negli ultimi vent'anni molte cose sembrano essere cambiate e credo che sia stata resa illegale): in particolare è utile leggere qualunque fonte di informazione circa la prassi di usarla per delle tesi di laurea (non per ricerche indispensabili all’umanità!) e su quella di praticarla su animali molto sensibili e dal sistema nervoso complesso, animali quindi passibili di enormi sofferenze fisiche e non fisiche (ad esempio, se non erro, i cani di razza Beagle). Le pagine sugli esperimenti crudeli e inutili sugli animali (cani, gatti, scimmie, topi, ecc.) descritti in Sinossi di Psichiatria (Kaplan- Sadock) sono molte e terribilmente pesanti da leggere. Quanto ai tempi recenti e attuali, considerate tanto i reati di malasanità più diversi (il trapianto e il commercio di organi, descritto in Italia ad esempio da Camilleri in Gita a 12
  • 13. Tindari, è solo una prassi eclatante tra innumerevoli altri crimini), quanto la chiusura rispetto all’aborto dei tanti medici di questo paese sede del Papa e che fa pensare all’attuale falso moralismo americano che ha causato già tanti aborti segreti in condizioni dal punto di vista medico molto rischiose e che è recentemente culminato con la nuova legge texana nel rendere illegale l'aborto (perfino in caso di stupro) e che è stata in tutto o in parte già applicata altrove (es. Polonia). Leggete il tema scritto da un bambino del Sud sull'ospedale della sua zona e raccolto in Io speriamo che me la cavo dal suo maestro. Dovreste davvero raccogliere notizie online sul prezzo italiano ed estero di Pelvilen e Visanne, sugli esiti letali o gravi o inutili di molte laparoscopie, laparotomie o resezioni intestinali, sulle visite mediche dei componenti delle associazioni Lisclea e Ape, sui numerosi casi di donne (anche adolescenti) che hanno riportato danni gravi o sono decedute a causa di infarti non riconosciuti, malattie pelviche e vulvari non diagnosticate o di farmaci (es. la pillola anticoncezionale od ormonale o Esmya) e del vaccino AstraZeneca per il Covid oppure leggete almeno il capitolo sul mercato dei farmaci contro l'aviaria in La scomparsa dei fatti (M. Travaglio). Da un diverso punto di vista, una critica diffusa all’utilizzo di farmaci riguarda le scarse prescrizioni di antidolorifici: in un forum un utente ha scritto che l’Italia è in ciò all’ultimo posto in Europa e che viene dopo 25 Paesi, con il risultato che il decorso post-operatorio dopo interventi in zone sensibili (es. l’ano) comporta dolori atroci per un periodo piuttosto lungo, sebbene dei medici italiani dispongano per sé di scatolette di morfina a lunga durata. Vi invito anche a leggere delle pagine online sull’esperimento noto come “Thomas (1992)” sull'impreparazione dei medici nell’800 e sul sadismo e l'inutilità di molti “esperimenti” attuali. Una curiosità: tra i libri più letti anche dalle persone meno colte, quelli di Camilleri raccontano spesso di vizi e crimini di vario genere compiuti da medici, oltre che da insegnanti, nella vita privata (stupri, omicidi, truffe e furti nel campo della produzione o promozione di farmaci, perversioni, ecc.). Credo che in particolare sia importante sfogliare i seguenti testi: Politica dei servizi sociali (Ferrario) per un ampio inquadramento di problemi scottanti, dall’insensata trasformazione in ASL delle USL ai limiti costituzionali delle cooperative dell’economia detta sociale e della Psichiatria italiana; Leggi e salute mentale (Fioritti) per un confronto tra psichiatria italiana e psichiatria europea in particolare pur tenendo presenti i decreti legislativi successivi a quelli considerati da Fioritti e riassunti per esempio anche nei manuali per la preparazione ai concorsi per infermieri (infatti non è del tutto irrilevante il passaggio recente al SSN della responsabilità del trattamento dei detenuti con malattie mentali); pagine online sul PSN (Piano Sanitario Nazionale); Dossier volontariato, breve testo di Famiglia Cristiana di circa una ventina d’anni fa e/o altri testi simili per le critiche alle leggi italiane in materia di assistenza sociale, per i dettagli sulla persecuzione burocratica e per gli esempi di mentalità egoistica della maggioranza in parte riflessa dalle decisioni dei governi; Psicopatologia dello sviluppo. Storie di bambini e psicoterapia (Celi) per le critiche implicite ed esplicite alla legislazione italiana sulla scuola, all’uso indiscriminato di psicofarmaci e agli abusi frequenti degli psicologi; gli ultimi capitoli (soprattutto 30 e 37) di Sinossi di psichiatria (Kaplan-Sadock) su malpractice e pregiudizi negli ambienti della Sanità; il cap. 9 di Diversità, devianze e terapie (Salvini-Galieni) sui deliri del DSM riguardo al disturbo di personalità; Il colloquio nell’assistenza sociale (Allegri-Palmieri-Zucca) sui limiti dell’assistenza sociale italiana dovuti a finanziamenti molto scarsi e a abituale mancata aderenza ai testi universitari; il cap. 7 di Dialoghi ininterrotti (Bastianoni) sull’abbandono degli anziani a violenze, umiliazioni e sofferenze prolungate; le pagine della cronaca e quelle scritte anche da medici di forum e associazioni di malati sui ritardi di anni nelle diagnosi di malattie anche per niente rare; La perizia psicologica (L. Sammicheli); Il tribunale del medico (a cura di IRFEA); pagine online sul biotestamento, sull’amministratore di sostegno per fare applicare la propria decisione riguardo alle cure mediche e soprattutto sui due casi di suicidio assistito in Italia e sull’associazione Luca Coscioni che lavora per ottenere il diritto all’eutanasia anche in Italia; pagine online con la dichiarazione del dott. Costantino Benedetti sull’uso degli antidolorifici e in particolare degli oppioidi in Italia, più aggiornata sulla situazione all’estero di Il dolce morire a cura di De Santis e altri (da confrontare con il protocollo online d’uso clinico degli analgesici es. in Veneto e con le pagine online della fondazione ISAL, di LICD - Lega Italiana Contro il Dolore - e del Manifesto di Venezia del 2006 e con quelle sulla legge 38/2010 ignorata): sono davvero letture fondamentali secondo me. Si può trovarvi spunto di riflessione o notizia su quanto segue: l’evoluzione della psichiatria nei secoli e quella della resistenza alla riforma avviata con la legge 180 da Basaglia e la legge 833/1978 (riforma sanitaria) con un riepilogo dei decreti di legge che negli anni ‘90 si sono susseguiti con insistenza perché mai applicati (Progetti Obiettivo e leggi regionali); notizie sulla bassissima percentuale di pazienti psichiatrici ammessi nelle cooperative sociali di tipo B e in gruppi appartamento ridotti; l’effetto che sui malati di mente, reali e non, ha il fatto che il governo abbia assegnato alle Regioni i servizi sanitari e quelli delle grandi strutture residenziali (non quindi dei servizi sociali, comprese le iniziative di inserimento lavorativo e sociale); rifiuto totale di qualsiasi riforma razionale e morale degli istituti psichiatrici per persone che hanno compiuto reati (anche piccoli e motivati da disagio socio-economico oltre che personale) e obbligo in Italia per tutti noi delle “cure” psichiatriche o di ciò che fu definito “supplizi terapeutici” contro le norme della commissione europea e di altre nazioni (es. Inghilterra); durante il tipo peggiore dei TSO italiani mancanza abituale di rispetto delle poche leggi esistenti; assenza delle molte norme di tutela di altri paesi dagli abusi e di protezione dagli effetti più pesanti in tutti e tre i tipi di TSO italiani e in generale durante i contatti con psichiatri e psicologi; gli effetti sull’affidamento familiare e sull’adozione della permanenza dei minori in grandi istituti; la prevalenza dei modelli psichiatrici vecchio stampo forti solo in senso quantitativo e poveri tecnicamente (diagnosi e trattamento); il concetto di razionamento nella sanità; gli effetti della trasformazione delle Usl in Asl e perché il modello di mercato e industria 13
  • 14. imposto nella sanità sia tanto dannoso; gli effetti dello stigma sociale; rischi connessi all’uso di psicofarmaci (in particolare dipendenza, dolore e danni fisici, prescrizioni insensate per ridurre fastidi di insegnanti e genitori e rischio per i giovani ignari di avere dal loro miscuglio con gli alcolici gli stessi effetti dell’overdose da eroina) e loro equivalenza alle droghe illegali quando esse corrispondano nella composizione a ciò che dice chi le spaccia); il tecnicismo eccessivo delle prescrizioni ai volontari e le pretese del governo di assumere in queste attività laureati in Psicologia e altre università attinenti al campo sociale, il tutto vissuto come una persecuzione burocratica (es. leggi sulle mense gratuite, sulla trasformazione di spazi pubblici e condomini per favorire i disabili o sulle case per orfani); l’accanimento dei medici nel tenere in vita bambini con gravissime lesioni cerebrali per poi abbandonarli ai genitori e dare loro così la responsabilità di accudire eterni neonati esposti a rischi e abusi in ogni istante (tema affrontato anche in Tv anni fa); gravi conseguenze del divieto dell’eutanasia; le leggi che obbligano all’accoglienza le scuole dell’obbligo, ma danno l’insegnante di sostegno solo in caso di diagnosi adatta e che quindi impongono uno stigma sociale spesso rivelantesi poi errato o comunque dannoso anche solo per offrire un po’ di aiuto nei compiti (non mi è chiaro cosa abbia cambiato la recentissima legge sui BES); assenza di leggi di tutela dagli abusi delle normativa sul mantenimento di ex mogli e figli minorenni con conseguenze anche gravi e con la scusa che tanto c’è un’assistenza sociale che di fatto spesso manca del tutto; il fatto che la legislazione che impedisce di denunciare i medici per la maggior parte dei loro abusi e il grande ritardo frequente e anzi tipico nelle diagnosi di molte malattie fisiche anche non rare comportano anche che la legge che permette ai genitori, fratelli, ecc. di non mantenere un diciottenne né lavoratore né studente permette nella pratica di uccidere persone anche giovanissime e peraltro perfino quando malate proprio a causa delle decisioni dei familiari in merito alla loro alimentazione, a spiegazioni, esami e cure delle loro malattie e anomalie congenite e di patologie conseguenti ad esse o all’incuria, alla loro protezione dai criminali e da eccessi di violenza anche in casa, ecc.; i costi elevatissimi del fare figli anche quando non presentano malattie serie, costi aumentati molto soprattutto a causa dell’entità degli affitti e dei lunghissimi anni di formazione scolastica imposti oggi; l’aumento del numero di stupri e altre violenza su donne e minori e quello dei suicidi e dei crimini di adolescenti, anche a causa della legge assurda sull’impunibilità dei minori di 14 anni sfruttata da mafie tradizionali e tali di fatto; la mentalità egoista della maggioranza subodorata dal governo e sue conseguenze con esempi tratti dalla cronaca; tra le leggi regolanti i processi e la preparazione universitaria dei giudici quelle che aumentano di più la probabilità degli errori e degli abusi dei periti nelle questioni attinenti alla salute (soprattutto mentale) nei tribunali, soprattutto non imponendo un linguaggio comune a periti, avvocati e giudici, il massimo rilievo alle analisi e alle discussioni precedenti l’incontro in aula (partecipazione, filmati, registrazione scritta) e una precisa attribuzione di ruoli; la difficoltà di avere giustizia nei pochi processi in cui è possibile almeno per alcuni procedere contro un medico per grave negligenza o incompetenza; la condanna a morte tra dolori atroci per almeno 90.000 residenti in Italia ogni anno a causa della colpevole inerzia riguardo alla prescrizione di oppioidi, oltre che riguardo al suicidio assistito e all’eutanasia, dei medici italiani. Si deve tenere presente anche che un’azione legale può essere impossibile almeno o soprattutto se si vuole agire contro un medico incontrato in regime privato se è vero ciò che un avvocato di recente mi ha detto sulla necessità e sul costo elevatissimo di qualunque intervento del perito legale anche nelle controversie originate dall’abuso più semplice da dimostrare. Il tribunale dei diritti del malato suscita peraltro poca fiducia perché è situato negli ospedali e perché la grave situazione della sanità italiana dimostra che poco ha ottenuto, nonostante tanti corsi, commissioni conciliative, il progetto di tutela nato nel 1996 (PIT), tanti professionisti coinvolti, nonché rapporti e bollettini periodici e relazioni annuali (rimando a un manuale di cittadinanza attiva, anche se probabilmente anche online si trovano informazioni precise). Esistono in teoria (o esistevano, controllate) oltre agli URP e a tale tribunale dei diritti del malato, diversi istituti di tutela per il campo sanitario, quali APQ (analisi partecipata della qualità), VRQ (società per l'analisi e la revisione della qualità), Comitato permanente dell'azienda sanitaria per la qualità dei servizi e conferenza dei servizi, tavoli di concertazione (es. quello denominato – credo – "Alleanza per la qualità"degli anni '90) e comitati per il buon uso del sangue: ovviamente le persone coinvolte, alcune delle quali stipendiate, non sono poche, ma non si vedono risultati apprezzabili e inoltre non è stato stabilito né sembra lo sarà mai come di un medico si possa stabilire se voglia davvero partecipare a corsi e attività attinenti per la dichiarata "volontà inequivocabile" di agire per il rispetto dei diritti dei cittadini e non invece solo per intrecciare relazioni utili alla carriera e inserire nel curriculum l'attestato di partecipazione a essi; il mio manuale di cittadinanza attiva è solo del 1998 ma lo credo ancora valido (comunque controllate) e afferma che la conferenza dei servizi è solo in teoria almeno annuale dato che l'amministrazione spesso si rifiuta di indirla o parteciparvi anche dopo sollecito e ricorso all'autorità superiore e inoltre il mio manuale chiarisce che essa spesso è stata strumentalizzata per soffocare proteste molto fondate dei cittadini; delle commissioni conciliative per i casi di malasanità lo stesso manuale afferma che sono state poche quelle costituite, che inoltre non sempre esse si sono rivelate efficaci, che il responsabile del danno ha a volte rifiutato di presentarsi e che con esse si mira comunque a ottenere al massimo scuse oppure ammissione con pronuncia pubblica della commissione; alla costituzione dei comitati per il buon uso del sangue previsti per ogni ospedale ci sono stati in pratica molti ostacoli; della querela penale in casi di malasanità vale ciò che ho già riportato sulla crisi del sistema giurisdizionale italiano. Quando si considera la malasanità italiana si deve riflettere soprattutto su quanto segue: i ginecologi attirano le critiche online più aspre, rancorose e meritate in assoluto per gli anni di ritardo nelle diagnosi di malattie dolorose e/o serie per i 14
  • 15. rischi che comportano (compresa la loro evoluzione in malattie sempre o potenzialmente letali o comunque gravi), per la prescrizione di farmaci e di interventi chirurgici pericolosi senza la dovuta informazione e per l’esecuzione di esami dolorosi senza anestetici o perfino brutale o di test-truffa come alcuni di quelli immediati per la candida non ospedalieri o terapie costose prive di evidenza scientifica (es. Monnalisa, radiofrequenza, ecc.), senza contare che non sono pochi i processi intentati per negligenza o imperizia nell’assistenza al parto con esiti molto gravi e permanenti su bambini fino a quel momento sani (per anestesie e monitoraggi mal eseguiti, ecc.); i fisiatri (e i fisioterapisti) sono inutili e dannosi in moltissimi casi, anche se spesso i dottori di base prescrivono visite fisiatriche quando non vogliono occuparsi di un disturbo anche molto doloroso di un paziente (spiccano quelli delle prescrizioni di massaggi, busti o anche interventi chirurgici per scoliosi, di pilates e manipolazioni per i fibromialgici e di agopuntura); i dermatologi a volte dicono di far controllare dopo 6 mesi un neo normalissimo, spesso consigliano i prodotti in base a interessi economici personali nel prescrivere un certo marchio e ancora più spesso prescrivono inefficaci e superflui interventi, integratori e creme senza cercare le cause del problema prescrivendo esami del sangue e dell’intestino e informandosi sull’alimentazione del paziente e sui prodotti da lui usati per pelle, capelli e denti; gli allergologi a volte non fanno test completi, non dicono cosa evitare per curare o prevenire le allergie più comuni (senza avvertire lo fanno in una busta chiusa separata dai referti contenenti i risultati dei test, così a volte le istruzioni non vengono lette dal paziente) oppure parlano a vanvera per ragioni di mercato spingendo a spendere per alimenti senza glutine o lattosio e depuranti da tossine o da candidosi intestinale o a fare un’inutile idrocolonterapia, proprio come fanno diversi naturopati; i dentisti sono pericolosi soprattutto quando prescrivono apparecchi per denti (es. i bite), chirurgia per la mandibola ed estrazione di denti non cariati (es. quelli del giudizio) senza specificare nè i rischi e la durata del trattamento né la necessità di un apparecchio finale immobilizzatore a vita oppure dando a intendere che non esistono rimedi alternativi e che le ragioni per questi interventi e apparecchi non sono di tipo meramente estetico; non pochi gastroenterologi non informano sui sintomi delle infezioni intestinali batteriche coloro che, avendo stipsi cronica, rischiano di fraintenderli e soprattutto non prescrivono adeguata terapia a pazienti con stipsi, colite e sindrome del reflusso gastroesofageo, nonostante la gravità delle conseguenze a breve e lungo termine; se molti proctologi prescrivono la manometria senza alcuna motivazione clinica (per interesse economico), alcuni di loro fanno la visita creando disagi in realtà evitabili, prescrivono una preparazione con peretta in genere impossibile (le perette in commercio oggi sono fatte in modo da essere pressoché inutilizzabili), non prescrivono terapie efficaci per la stipsi e a volte perfino per i disturbi anali visitati, non sono subito precisi nella diagnosi solo per spingere a una seconda visita con loro e non informano sull'inefficacia degli antidolorifici prescritti in Italia per trattare le conseguenze della chirurgia nella sensibile zona anale; gli endocrinologi non di rado prescrivono l'Eutirox troppo facilmente provocando una dipendenza dalle conseguenze rilevanti e che si potrebbe evitare quando i sintomi hanno cause diverse e non sono molto rilevanti; i neurologi prescrivono spesso esami e farmaci inutili e molto dannosi e non informano sui metodi migliori per trattare il dolore cronico; i cardiologi vanno temuti se prescrivono farmaci prima degli esami e se rinviano per un esame a un luogo diverso dall'ospedale; gli urologi sono pericolosi soprattutto quando non si accorgono o non rilevano a voce e per iscritto che esame delle urine e urinocoltura non sono tra loro coerenti (referto da annullare per errore di consegna), prescrivono tamponi uretrali alle donne e non informano le donne con tenesmo e/o gonfiore e dolore in zona clitoride-uretra o vescica che questi sintomi sono propri anche di malattie della pelle vulvare come il lichen sclerosus, infezioni vaginali, endometriosi o infiammazione pelvica di competenza del ginecologo e del patologo vulvare (o dermatologo venereologo) e che chiunque lo ignori e stia soffrendo può facilmente confondere piccole perdite ematiche vaginali con quelle che accompagnano la cistite (soprattutto se non ne ha mai avute prima); qualunque medico prescriva antibiotici e raggi, psicofarmaci e psicoterapia oppure consigli qualcosa su ciò che non riguarda la sua specializzazione o consigli o “prescriva” solo a voce esami e terapie o insista nel proporre terapie sperimentali può fare e spesso fa danni notevoli e duraturi; in generale diversi medici prescrivono interventi chirurgici inutili o in centri ospedalieri non adeguati (non specializzati) e probabilmente ancora oggi non pochi non informano sui rischi maggiori di alcuni tipi di anestesia (impedendo così al paziente di sceglierla quando possibile) e sul fatto che il testo da firmare per il consenso informato elenca solo i rischi più probabili; la negligenza di un chirurgo può essere letale in ogni momento della sua attività, compreso quello delle dimissioni dall’ospedale; i medici del Pronto Soccorso, come quelli delle case di cura e come gli psichiatri, attribuiscono molto spesso a caso la diagnosi di somatizzazione da stress nonostante conseguenze gravi e letali con sistematico sprezzo delle norme prescritte dai manuali di Medicina e spesso consegnano esami del sangue altrui approfittando dell’abitudine dei pazienti di non leggere subito l’intestazione dei referti; tutti gli specialisti possono essere dannosi quando sfruttano la raccolta dei dati che dovrebbe precedere la visita vera e propria (dati anagrafici, lavoro, dieta, interventi, malattie, farmaci) per perdere tempo o aggredire o come test psicologico; i medici di base possono danneggiare chi richiede loro un certificato medico necessario alla domanda di una pensione di invalidità anche solo mentendo su come va compilato; gli internisti, come i medici di base, spesso non solo fingono di ignorare fibromialgia e sindrome della stanchezza cronica, ma a volte non prescrivono né consigliano esami e non rimandano agli specialisti giusti in caso di sintomi importanti di malattie serie e soprattutto non informano sulla dieta essenziale e sana per tutti, sull’importanza degli integratori (quelli di vitamina D in inverno e quelli di B12 e acido folico servono a tutti), sulla prevenzione delle allergie più comuni e sulle più gravi conseguenze di virus da MTS, alcolici e nicotina (in particolare sulle donne e sugli under 18) e non curano le malattie comuni (anemia, stipsi cronica, colite, squilibrio della flora batterica, bruxismo, 15