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Corretto e completato il giorno 11 aprile 2024
LA PSICHIATRIA ITALIANA
UNA GUIDA PER CONOSCERLA E DIFENDERSENE
1
LO STATO ATTUALE DELLA PSICHIATRIA ITALIANA
UNA GUIDA PER CONOSCERLA E DIFENDERSENE
QUESTO DOCUMENTO È ORGANIZZATO NEL MODO SEGUENTE:
*ELENCO DELLE PIÙ FREQUENTI CAUSE DI ERRORE/BIAS E DI ABUSI IN PSICOLOGIA
CLINICA E NEI PROCESSI GIUDIZIARI CHE UTILIZZANO ANCHE PERIZIE
PSICOLOGICHE
*BREVE ELENCO DI LIBRI UTILI PER DIFENDERSI DA CHI USA TEST PSICOLOGICI PER
GIUDICARE GLI ALTRI IN FRETTAAPPENA CONVENGA
*TESTI E RIFLESSIONI UTILI SUL RAPPORTO TRA PSICHIATRIA, PSICOLOGIA E
VIOLENZA SOPRATTUTTO NEL CONTESTO DEL SISTEMA SANITARIO NAZIONALE
*INFORMAZIONI DETTAGLIATE SUGLI EFFETTI AVVERSI DEGLI PSICOFARMACI E
DELLE "TERAPIE CHE SFRUTTANO L'ELETTRICITÀ" E DI QUELLE CHIRURGICHE CON
ACCENNI ALL'OPPOSIZIONE UNIFORME DELLE ASSOCIAZIONI DEGLI PSICHIATRI
PERFINO AL SUICIDIO ASSISTITO DEI MALATI LA CUI MORTE È PREVISTA ENTRO 6
MESI. QUESTE INFORMAZIONI SONO STATE TRATTE DA UN MANUALE DI
PSICHIATRIA ATTUALMENTE IN USO E PARTE DEI PROGRAMMI DELLE FACOLTÀ DI
MEDICINA
*UN CHIARIMENTO SULLE SOMATIZZAZIONI DA STRESS (MALATTIE
PSICOSOMATICHE) E SU COME FONDARE SU BASI SOLIDE IL PROPRIO BENESSERE
*RIASSUNTO SULLE TECNICHE COGNITIVO-COMPORTAMENTALI E SULLE
DISTORSIONI DEL GIUDIZIO
*RIFLESSIONI CONFORTANTI SULL'INTELLIGENZA (LIMITI, POSSIBILITÀ E
"VARIETÀ")
*TRE BREVI TESTIMONIANZE TRATTE DA INTERNET
2
- ELENCO DELLE PIÙ FREQUENTI CAUSE DI BIAS PER LO PIÙ INVOLONTARI DELLO PSICOLOGO CLINICO, DELLO
PSICOTERAPEUTA E DELLO PSICHIATRA ELENCATE NEI MANUALI UNIVERSITARI (I NUMEROSI CASI DI ABUSI
PREMEDITATI NON SONO MAI CONSIDERATI IN QUESTI MANUALI): 1) scegliere un'ipotesi perchè è la prima venuta in
mente o quella cui sono legati gli esempi più numerosi che si ricordano o un articolo letto da poco tempo; 2) fare ipotesi troppo
generiche o farne per ogni indizio rilevato, magari dando anche soluzioni immediate per ogni problema emerso; 3) accumulare troppi
dati senza metodica semplificazione; 4) adottare un'ipotesi sbagliata per semplificare la comprensione e facilitare la decisione; 5) non
tener conto di quanto è difficile per ogni paziente dare risposte sia chiare che corrette; 6) non considerare o non richiedere il giudizio
del paziente sull'esito del colloquio o dell'eventuale test o trattamento e sulla sua volontà/capacità di sottoporvisi; 7) fare troppe
domande chiuse e all'interno dello stesso schema di riferimento, sacrificare alla teoria informazioni discrepanti e in generale abusare
di termini, teorie e prototipi di stili di personalità e di disturbi mentali, facendosi condizionare dal supervisore per ansia da
prestazione o ambizione, dal proprio orientamento professionale, da stanchezza e preoccupazione, dall'abitudine a osservare un certo
disturbo in ospedale, da narcisistica convinzione di infallibilità, da bisogno di mantenere il potere in un'istituzione ecc.; 8) mettere in
atto una psicologizzazione rituale, cioè "da compito" e non decisa di volta in volta in base alla situazione e al paziente; 9) fare
colloqui e test troppo lunghi o troppo corti generando approssimazione; 10) sopravvalutare o sottovalutare l'incidenza di un disturbo
o il carattere patologico o normale – in certe situazioni e con certe personalità – di un comportamento; 11) valutare un disturbo
dell'umore in base a un tono d'umore standard e non allo standard individuale; 12) dare per scontato che il collega criticato dal
paziente sia adeguato o inadeguato oppure non tenere conto delle aspettative e delle ambivalenze di tale inviante o ancora evitare una
corretta collaborazione con lui per difficoltà di carattere personale; 13) mostrarsi sempre molto intelligenti o molto incoraggianti e
attenti per ansia, subire un contagio emotivo – in modo lineare o meno - , liberarsi rapidamente di emozioni fastidiose senza prima
analizzarle, lasciarsi indurre ad assumere un ruolo inadeguato (per esempio da genitore), farsi sedurre, permettersi di sedurre o di
lasciar trasparire disprezzo o rabbia nell'atteggiamento e in generale "vivere" il colloquio, quindi non utilizzare tutte le informazioni e
le emozioni (anche quelle personali disturbanti) per conoscere meglio il paziente e il problema; 14) ostentare freddezza e distanza per
apparire neutrali oppure, per fastidio o ansia, spingere all'autonomia precocemente e rifiutarsi a legittime richieste o ancora
mantenere per partito preso o pigrizia una posizione di attesa passiva creando nel paziente senso di abbandono, confusione, ansia e
conseguenti discorsi sconclusionati e vagolanti o perdita di fiducia; 15) non tenere in considerazione la necessità che, idealmente
implicata dalla diagnosi psicodiagnostica e dalla psicoterapia, di confrontarsi con altri colleghi, di usare anche strumenti diversi dal
colloquio e standardizzati e di mantenere nel paziente un atteggiamento fiducioso e attivo attraverso programmate e periodiche
"restituzioni" dei risultati dei colloqui e dei test e valutazioni dei possibili interventi o dell'eventuale interruzione del rapporto; 16)
giudicare eventuali risultati contraddittori dei test o discrepanze tra colloquio e strumenti alternativi senza chiederne spiegazione al
paziente, senza tener conto dell'ansia e della stanchezza che molti test creano di per se stessi o in rapporto ai test precedenti, delle
diverse reazioni provocate da interlocutori e ambienti diversi, dai diversi orientamenti teorici, da spiegazioni insufficienti o date in un
linguaggio tecnico, ecc.; 17) farsi condizionare da opinioni e rivelazioni di familiari, amici e colleghi del paziente; 18) non rilevare
le contraddizioni nella comunicazione o la poco frequente ma molto importante discrepanza, in alcuni individui e in certi frangenti,
tra comportamento e conversazione; 19) accettare dei termini nelle descrizioni dei sintomi da parte del paziente senza verificare che
il significato da lui attribuito loro corrisponda a quello che esso ha per gli psicologi e non verificare di aver capito bene di fronte a
idee insolite o ad abitudini eccentriche; 20) fare domande ingenue, cui molto spesso conseguono falsi negativi nelle risposte, anche a
causa di inadeguate scale e interviste semistrutturate (io aggiungerei anche falsi positivi, perché le domande che il mio manuale sui
colloqui clinici riporta per la diagnosi del delirio di persecuzione sono in modo evidente assurde, indipendentemente dal giudizio dei
suoi autori, dato che tutti hanno nemici più o meno dichiarati). Il bias più comune è quello detto anche autoconvalida o errore di
persistenza.
Questo elenco è tratto da Modelli di colloqui in psicologia clinica (Del Corno-Lang).
Citazione dal codice deontologico degli Psicologi Italiani
"Lo psicologo (...) deve prestare particolare attenzione ai fattori personali, sociali, organizzativi, finanziari e politici, al fine di evitare
l'uso non appropriato della sua influenza, e non utilizza indebitamente la fiducia e le eventuali situazioni di dipendenza dei
committenti e degli utenti destinatari della sua prestazione professionale (...) Nell'esercizio della professione, lo psicologo rispetta la
dignità, il diritto alla riservatezza, all'autodeterminazione ed all'autonomia di coloro che si avvalgono delle sue prestazioni; ne rispetta
opinioni e credenze, astenendosi dall'imporre il suo sistema di valori; non opera discriminazioni in base a religione (...) La violazione
dell'obbligo di formazione continua, determina un illecito disciplinare (...) Riconosce i limiti della propria competenza e usa, pertanto
solo strumenti teorico-pratici per i quali ha acquisito adeguata competenza e, ove necessario, formale autorizzazione. Lo psicologo
impiega metodologie delle quali è in grado di indicare le fonti e riferimenti scientifici, e non suscita, nelle attese del cliente e/o
utente, aspettative infondate (...) Non rivela notizie, fatti o informazioni apprese in ragione del suo rapporto professionale (...) Lo
psicologo, nel caso di intervento su o attraverso gruppi, è tenuto ad informare, nella fase iniziale, circa le regole che governano tale
intervento. È tenuto altresì ad impegnare, quando necessario, i componenti del gruppo al rispetto del diritto di ciascuno alla
riservatezza (...) Lo psicologo adotta condotte non lesive per le persone di cui si occupa professionalmente e non utilizza il proprio
ruolo ed i propri strumenti professionali per assicurare a sé o ad altri indebiti vantaggi (...) Lo psicologo, nella fase iniziale (...)
fornisce (...) informazioni adeguate e comprensibili circa le sue prestazioni, le finalità e le modalità delle stesse (...) Se la prestazione
professionale ha continuità nel tempo, dovrà esserne indicata, ove possibile, la prevedibile durata (...) Lo psicologo si astiene
dall'intraprendere o dal proseguire qualsiasi attività professionale ove propri problemi o conflitti personali, interferendo con
l'efficacia delle sue prestazioni, le rendano inadeguate o dannose alle persone cui sono rivolte (...) Lo psicologo valuta ed
eventualmente propone l'interruzione del rapporto terapeutico quando constata che il paziente non trae alcun beneficio dalla cura e
3
non è ragionevolmente prevedibile che ne trarrà dal proseguimento della cura stessa (...) Lo psicologo evita commistioni tra il ruolo
professionale e vita privata (...) Costituisce grave violazione deontologica effettuare interventi diagnostici, di sostegno psicologico o
di psicoterapia, rivolti a persone con le quali ha intrattenuto o intrattiene relazioni significative di natura personale, in particolare di
natura affettivo-sentimentale e/o sessuale. Parimenti costituisce grave violazione deontologica instaurare le suddette relazioni nel
corso del rapporto professionale (...) Allo psicologo è vietata qualsiasi attività che, in ragione del rapporto professionale, possa
produrre per lui indebiti vantaggi diretti o indiretti di carattere patrimoniale o non patrimoniale, ad esclusione del compenso pattuito
(...) Lo psicologo presenta in modo corretto ed accurato la propria formazione, esperienza e competenza. Riconosce quale suo dovere
quello di aiutare il pubblico e gli utenti a sviluppare in modo libero e consapevole giudizi, opinioni e scelte".
Recensione online di L. de Mango a Le terapie folli: come riconoscere terapeuti e pseudoterapeuti su Psicoterapie folli: conoscerle e
difendersi di M. T. Singer e J. Lalich, a cura di P. Michielan
“Non si sa (...) quanti siano gli psicologi/psicoterapeuti che non sono né accreditati né autorizzati, per non parlare di quelli che,
nonostante siano in possesso di titoli, propongono terapie bizzarre e che svolgono attività che hanno ben poco a che fare con quanto
viene generalmente definito "aiuto". Queste terapie folli fondano il proprio successo sulla conquista della fiducia del paziente, fragile
e confuso (...) Tra i Crazy Therapist, Singer e Lalich annoverano nella loro guida per riconoscere un incompetente (...) immorale o
ciarlatano, lo sfruttatore (...) che ha già capito il problema senza fare l'anamnesi, il nevrotico che parla al paziente dei propri problemi
(...) e cerca di farlo lavorare per lui. E ce ne sono tanti altri, che abusano della fiducia che le persone ripongono nella figura del
terapeuta, attivando su esse abusi, soprusi e manipolazioni emotive e mentali (...) Hanno (...) in comune di porre spesso (...) la causa
(...) in qualche evento traumatico del passato, (...) la profonda mancanza d'interesse per la verità o per la precisione e la (...) proposta
di una tecnica terapeutica unica e uguale per tutti (...) Alcune delle metodologie e degli strumenti di cui si servono sono (...)
l'allontanamento del paziente dalle sue relazioni (...) e il ricorso a riti magici o spirituali.”
BIASES FREQUENTI AI PROCESSI NELLE VALUTAZIONI COMPIUTE DA GIUDICI (DI MERITO) SULLE PERIZIE
ANCHE PSICOLOGICHE
La valutazione dell'attendibilità degli enunciati della scienza è aperta a vari pericoli: la mancanza di cultura scientifica dei giudici; gli
interessi che talvolta stanno dietro le opinioni degli esperti; le negoziazioni informali occulte tra i membri di una comunità
scientifica; il carattere distruttivo delle affermazioni scientifiche in particolare nel processo accusatorio; la complessità e la
drammaticità di alcuni grandi eventi e la conseguente difficoltà di uno sguardo neutro; la provvisorietà delle opinioni scientifiche; la
manipolazione dei dati; la presenza di psudoscienza; gli interessi dei committenti delle ricerche; contrasto possibile tra le perizie
svolte all'inizio di un'indagine e quelle svolte a livello dibattimentale, tra quelle del perito d'ufficio e quelle del perito di parte e tra
quelle del primo e del secondo grado; la presenza nella psicologia di antinomie, diversi indirizzi e novità derivate dalla
strumentazione (neuroimaging, ecc); incertezza non rara su quale esperto di psicologia è più adatto a pronunciarsi (medico legale,
psichiatra forense, psicopatologo forense, ecc.).
Questo elenco è tratto da La perizia psicologica (L. Sammicheli). A questo riguardo sono importanti le precisazioni di Sammicheli e
altri sulle leggi che rendono questi biases frequenti e l'ingiustizia diffusa, soprattutto non imponendo un linguaggio comune a periti,
avvocati e giudici, il massimo rilievo alle analisi e alle discussioni precedenti l'incontro in aula (partecipazione, filmati, registrazioni
scritte) e una precisa attribuzione di ruoli. Su come gli appelli vengano a volte strumentalizzati per fare evitare – con la legge sulla
prescrizione – il carcere a manifesti colpevoli e per arricchire gli avvocati potete leggere, oltre al citato libro di Sammicheli, Il
tribunale del medico (IRFEA), utile anche per riflettere sui falsi dichiarati dai medici legali evidenti solo in appello.
LIBRI E PAGINE ONLINE UTILI PER DIFENDERSI DA CHI USA TEST PSICOLOGICI PER GIUDICARE GLI ALTRI IN
FRETTAAPPENA CONVENGA
(I TEST PIÙ USATI DIVENTANO ALTRI NELL'ARCO DI POCHI ANNI, PERCIÒ DOVRETE IN FUTURO AGGIORNARE QUESTO ELENCO SE VOLETE UNA CONOSCENZA
DAVVERO MOLTO PRECISA DEI TEST ATTUALMENTE IN USO)
Un buon libro sul linguaggio del corpo (in biblioteca testi simili semplici e utili non mancano) da confrontare con il paragrafo 3.2
sulla CNV (postura, segnali metasegnali come il portamento, espressione, movimenti) in Il colloquio nell'assistenza sociale (Allegri-
Palmieri-Zucca) e eventualmente con il cap. 5 di Psicologia della comunicazione (P. Di Giovanni); informatevi sulla fisiognomica
antica non validata di Lavater e sui suoi recenti sviluppi pericolosi online e al limite anche in biblioteca; un testo e/o pagine online
sulle più comuni deduzioni dalla calligrafia (ricordo che la grafologia è un metodo di analisi giudicato inattendibile dopo molti
esperimenti, ma praticato comunque spesso in diversi contesti e con non poca sicumera e faciloneria); pagine online o un testo
sull'analisi lessicografica nelle comunicazioni orali o scritte; i capitoli 10 e 11 di Diversità, devianze e terapie (Salvini-Galieni),
sull'analisi del discorso/testo, delle corrispondenze, dei cluster e stilografica (metodi utilizzati in tribunale ma non ritenuti scientifici,
perché la loro attendibilità non è certa e dimostrabile); eventuali elenchi di test in libri di testo dei programmi dei Licei delle Scienze
Umane (il testo del secondo biennio con il corso di Psicologia ha i limiti esposti nel mio paragrafo sui licei più avanti, ma è
un'introduzione breve e ricca di schemi ben fatti ai testi universitari), Scienze dell’Educazione e della Formazione, Psicologia e forse
Scienze Infermieristiche, Scienze Sociali e dell'Assistenza Sociale e Medicina. Potreste leggere i libri del corso di Metodologia della
ricerca in psicologia (quello di Howitt-Cramer), almeno il Cap. 3 sull'analisi della conversazione in Il colloquio nell'assistenza
sociale (Allegri-Palmieri-Zucca) e forse i testi del corso universitario di Pedagogia sperimentale come La ricerca sul campo in
educazione: i metodi qualitativi (Mantovani) e, in caso non comporti alcun disagio, potreste farvi prestare gli appunti delle lezioni e
soprattutto dei laboratori dagli iscritti, ma può essere sufficiente leggere l'elenco sintetico di tutto ciò che minaccia la validità interna
ed esterna delle ricerche psicologiche (effetto storia, effetto strumentazione, ecc.) in Progettare la ricerca empirica in educazione
4
(Coggi-Ricciardi). Forse altri test sono citati nei manuali corrispondenti al corso universitario “Pedagogia sperimentale. Modelli e
procedure per l’educazione degli adulti” (io però non li ho letti e in ciò che segue non tengo conto di essi). Segnalo Dieci test che lo
psicologo deve conoscere (Lang), Test psicologici (Natali), I test psicoattitudinali per tutti i concorsi o forse La diagnosi testologica
(Del Corno-Lang) e Psicopatologia dello sviluppo. Storie di bambini e psicoterapia (F. Celi). Leggete le pagine Wikipedia sul
modello Kernberg e quelle sull'assurdo manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali nelle versioni IV e V e future e cercate di
trovare delle raccolte di test diagnostici che usino come riferimento tale DSM o il PDM o la ICD-10 o almeno leggete le pagine
dedicate al colloquio paziente-medico e al report e poi possibilmente l'intero cap. 5 Valutazione e diagnosi del paziente psichiatrico
per le tabelle su scale e test e il concetto di MSE in Sinossi di Psichiatria (Kaplan-Sadock's) o in un altro manuale universitario
recente di psichiatria o di psicologia clinica e forse L'ascolto del minore testimone (Gulotta-Camerini) e La perizia psicologica.
Prospettive e metodi in psicologia e psicopatologia forense (L. Sammicheli). Comunque considerate ovviamente in generale i libri
dei programmi dei corsi universitari di Psicometria, Testing, Test della personalità (es. i libri su questi test di Sanavio-Sica, Antonelli-
Rubini e forse Boncori). Sono utili dei libri universitari sul colloquio psicologico/ clinico, quello nell'assistenza sociale e quello sul
luogo di lavoro come Modelli di colloquio in Psicologia clinica (Del Corno-Lang-Menozzi) [scritto in un gergo ridicolo, si tratta di
un libro immorale e assurdo per i mezzi e gli scopi che attribuisce ai sedicenti clinici, ma è anche una buona introduzione per
conoscere bene le cause di bias e cosa aspettarsi dagli analisti e inoltre dagli attuali strumenti alternativi al colloquio – come test e
interviste semi-strutturate – e dalle classificazioni diagnostiche anche diverse dal DSM]. Sull'analisi dei disegni infantili potreste
leggere i paragrafi 1.4, 1.5 e 1-2.2 di Dialoghi ininterrotti (P. Bastianoni). Sul test sociometrico di Moreno potete leggere il paragrafo
8 del cap. 6 di Metodologia e tecniche della ricerca sociologica (P. Corbetta). Consiglio di evitare i manuali incentrati solo su test e
colloqui usati nel mondo del lavoro. Leggete I persuasori occulti (V. Packard), Tecniche proibite di persuasione (S. Allen) e il
capitolo sui test psicologici in Ricerche sperimentali di C.G. Jung (fate attenzione, però, a non fraintendere il messaggio di Jung, che
in tutti i suoi altri libri ha più volte affermato che i test psicologici sull'individuo non hanno alcuna validità se il fine è di dare un
giudizio complessivo e ottenere certezze, confermando quindi il giudizio di Packard sull'inefficacia dei test individuali e il disprezzo
di Fromm sul "comportamentismo" insegnato all'epoca, come in parte oggi, nelle università di Psicologia, che infatti hanno un
approccio prevalentemente nomotetico o neo-positivista, nonostante le affermazioni del contrario di molti manuali, i quali spesso
infatti insistono sulla necessità di non usare i test come fotografie senza criterio e che alcuni test non vanno proprio usati per fare
ipotesi di diagnosi, ma poi puntualizzano che c'è chi però lo fa). Segnalo Tecniche dell'intervista e del questionario (Zammuner) che
potete evitare di leggere se avete letto il manuale di metodologia della ricerca psicologica e trovate online o altrove informazioni su
buffer (domande distraenti), sui vari tipi di effetto risposta (ciò che porta a risposte inadeguate o a errori d'interpretazione) e sulla
tipica posizione delle domande salienti nei questionari. Informatevi anche sulle "parole al baseline" o sulla "misura basale" (risposte
giuste indovinate). Forse è utile leggere anche i libri non universitari sull'analisi frettolosa come Come analizzare le persone
(Morelli). In particolare documentatevi comunque sui test di livello delle scale Wechsler e SBS per rilevare Q. I. (a seconda della
fascia di età WIPPSI, WISC III e IV e -R e WAIS), anche se esiste anche la scala Stanford-Binet, sulla scala SGIT per l'intelligenza
generale, sui test proiettivi o di prestazione tipica e narrativi per valutare interessi, abitudini, capacità ecc. (almeno TAT, Rorschach,
Roberts, Ort e Blacky Pictures, CAT-S, che è simile al TAT, ma per bambini; un test proiettivo per valutare stili manageriali è quello
di H. Zulliger), sui test visivo-percettivi o motori/cognitivi (test di Frostig, Bender, TPV, ADD e, Leiter-R), sui test di abilità
cognitiva (il breve MMSE, CAS, GAT, PM, CPH e matrici di Raven), per la discalculia (BIDE), per le strategie di apprendimento
(QSA), per le conoscenze metacognitive sullo studio (il questionario "Io e la mia mente"), per il metodo di studio (QMS), per l'abilità
in matematica (MeMa, prove AC-MT, MAT 2, ABCA, SPM) e per la capacità di lettura MT di lettura 2, sui test d'ammissione
all'Università e dei concorsi (Logica Hoepli test e su www.hoeplitest.it), sui test della personalità (VPF5, Myers-Briggs, EPQ/EPI,
MPI, BFQ, CBA, 16 PF-C, ACL e soprattutto MMPI - il "Minnesota"- CPI, simile al MMPI e più centrato sui punti di forza che sulle
patologie e MCMI - il "Millon", Myers-Briggs Type Indicator forma F sui tipi psicologici di Jung e TCI, il test che distingue tra
parte fissata da basi neurobiologiche – temperamento – e parte modificabile da esperienze, intenzioni e allenamento – carattere – e
che è stato usato anche per verificare i progressi dopo cicli di mindfulness), sul test del disegno della figura umana e disegno della
famiglia di Corman, su quello su preferenze e interessi - credo - per minorenni (questionario di Ayllon e McKittrick), sul supporto
sociale (MSPSS e test sociometrico di Moreno, per individuare leader ed emarginati in classe), sui test attitudinali (DAT-5 – un test
sulle abilità cognitive catalogato come attitudinale – e i test sui valori professionali e le tendenze sul lavoro TOM, SVP/WIS e
PASAT 2000 e SPT), sulle competenze professionali, soprattutto manageriali, basate sul critical incident o su prove con documenti
(target interview o TI, PBTI, BEI, SI, In-Basket, SIBI, CSI, MI, EI), sui test per valutare la propensione al rischio (CDQ), sui test per
valutare l'intelligenza emotiva (BBES, EQ-i e MSCEIT), sulla capacità di lettura di segnali della comunicazione (PONS) e sui test
sintomatici (EDI). [Ho trovato questi test in un manuale del 2016]. Su un testo universitario sui test psicologici del 1998, su un
manuale di psichiatria del 1989, un testo recente sull'educazione e altrove ho rintracciato inoltre i seguenti test probabilmente ancora
esistenti o simili a quelli più recenti: test sull'ansia (STAI-Y, SAT, HAM-A, TAI, EMAS, CASI-anxiety scale), sulla paura (IP, FSS),
sul disturbo di panico (PDSS), sul disturbo da stress post traumatico DSPT (CAPS), sul disturbo ADHD (CRS), sull'autismo (ADI-
R),sulla depressione (BDI I e II- breve e online -, CES-D, QUIDS-SR, HAM-D, HRS, SDQ, CDI, Q-PAD, batteria SAFA, CASI,
MASCCP, ADI, SCASPV e altri scaricabili da www. Soleinfo.com), su ansia e depressione (TAD, HADS e test di depressione-
eccitamento di Jaspers), per l'autostima in generale (Five scale of self esteem), per l'autostima in vari ambiti (TMA), sugli stili di
attribuzione (questionario di attribuzione), sulle ossessioni e compulsioni (Repetitive behaviours questionnaire, MOCQ, il PDQ o
MOCI, LOI, PI), sulla schizofrenia (BPRS, PANSS, SAPS e SANS, test del comportamento schizofrenico di Paget), sul
comportamento aggressivo (PFS), sull'assertività (RAS, AI, SIB), su autoefficacia (LOC), su coping, problem solving e focus of
control (CISS, COPE, SCS, IE scale, PSI e IPC) [sul coping rimando comunque alle pagine online che ne elencano le strategie e a
quelle che illustrano lo STIPO e la psicologia sociale, del lavoro e delle organizzazioni], su considerazione o meno delle cause in
rapporto a locus, stabilità e controllabilità (questionari CDS), sulla qualità di vita (SIP, NHP, SAT-P, WHOQDL), sul dolore fisico e le
malattie croniche (QUID, MPQ, API, IBQ). Informatevi sulla batteria di test italiana CBA 2.0. Ricordate che Rorschach e MMPI
sono molto usati nei processi giudiziari e che perciò può essere utile conoscerli bene anche attraverso dei manuali (forse quello di
Exner per il primo dei due). Anche il TAT forse andrebbe conosciuto meglio su un manuale (forse quello di Abbate-Massaro, che
tratta anche della SCORS). Informatevi sulla DISC, con "stem questions". È importante anche conoscere almeno l'intervista semi-
strutturata sui disturbi della personalità SCID-5-PD (rimando al testo di First-Williams-Benjamin-Spitzer; la SCID è citata anche
5
negli attuali manuali di Psichiatria), le griglie di lettura dei colloqui clinici SWAP-200 (A) (rimando al manuale di Shelder-Lingiardi
e al sito www.swapassessment.org), OPD-2 e successivi (rimando al testo Task Force tradotto) e SCORS (rimando al manuale di
Lingiardi-Abbate). Consiglio di stampare da Internet l'utile SCL-90. Su salute generale e distress c'è GHQ – 12. Segnalo la breve
SCID-5-SPQ, quella BPI sulla depressione dei bambini, la brevissima scala WHODAS online e quella WHODAS 2.0 della tabella
5.3-1 del capitolo 5 del citato Sinossi di Psichiatria, VAS, VNS, NRS, QUID, MPO, MPI, IBQ, CBA2-0, CBA-H, il test ABI e
l'intervista Vineland adaptive behaviour scales, tutti per la valutazione della disabilità, del dolore, dello stato di malato, di aspetti vari
di pazienti ospedalieri con malattie organiche, Omega attitudes inventory (sulle preferenze dei morenti), Mccame readiness for death
(sulle qualità di morte), le scale di valutazione sia personali che per genitore/tutore dei sintomi trasversali di primo e secondo livello
(es. PROMIS e magari ASRM, PHQ-9, FOCI, NIDA-ASSIST) e della gravità (es. INSESS e DES-B)[rimando al sito di Raffaello
Cortina]. Tenete presenti inoltre i test online e non sulle dipendenze da alcool (es. CAGE, RAPS4 e ASI), sesso, Internet, gioco
d'azzardo e a quelli sui disturbi alimentari (es. BULIT-R; EDE); credo che online ne esistano su bulimia, anoressia e binge eating,
riguardo ai quali è bene consultare anche il DSM più recente. Nel citato cap. 5 di Sinossi di Psichiatria trovate altre misure oggettive
e proiettive della personalità pensate per adulti o per bambini, strumenti di valutazione della personalità per specifici disturbi nei
bambini (es. MASC e CDI), procedure di valutazione comportamentale nei bambini (es. SCIC, BYI-III, BASC-2 e PHCSCS-2), test
cognitivi specialistici (es. NEPSY e DKEFS), test cognitivi non verbali e adatti a varie culture (es. TONI), test per valutare
letture/profitto (es. WRAT), capacità di elaborazione, abilità visuo-motorie (es. VMI-5) e uditivo-vocali (es. TAPS), memoria (es.
CMS, Wechsler Memory Scale, Boston naming test, test di metamemoria, computo delle parole sonda, test su memoria
retrograda/autobiografica, test per memoria remota con personaggi ed eventi noti o da TV, test della copia della figura geometrica
complessa, compito delle coppie associate di parole, test di riconoscimento del tipo sì-no a scelta multipla, test richiamo senza aiuto a
ricordo libero o con suggerimento), cognizione sociale/problem solving (es. TOPS), fluenza verbale, demenza, o lobi frontali o test
simili alla WISC ma più rapidi (es. WASI) e infine test neuropsicologici simili a quelli cognitivi specialistici: di questi test
sovrabbondanti e meno rilevanti e di alcuni di quelli citati da me più sopra il manuale dei Sadock e di Ruiz indica il grado di
affidabilità e uso effettivo nella pratica clinica (spesso in contrasto tra loro). Un esempio di test particolarmente insensato, secondo
me, è l'HIT, un test proiettivo in cui al povero malcapitato vengono mostrate ben novanta tavole con macchie d'inchiostro, per le quali
peraltro è considerata accettabile una sola risposta e la cui attendibilità è pure dubbia... Tenete presente che un esame delle urine può
rilevare alcol, cocaina, eroina, marijuana, morfina, metaqualone, anfetamine, benzodiazepine e barbiturici, perciò mentire ai test su
ciò è controproducente. Esistono inoltre scale di valutazione per problemi molto specifici e particolari (es. AIMS per valutare
movimenti involontari) o all'Alzheimer (es. NPI), ma esulano dallo scopo di questo paragrafo. Informatevi sulle interviste semi-
strutturate SCID-5-CV (-RV/-CT), PDO, IIC, (la trovate online nella versione normale e per informatore), D-C: 0-5 Zero to Three e
soprattutto CDI e STIPO (online trovate in inglese le domande dell'intervista CDI e in italiano l'utile STIPO). Online cercate altri
questionari o self-report inventories e i genogrammi familiari di genepro. La famiglia BLC comprende test autovalutativi per infanzia
e adolescenza e test per genitori e insegnanti. Una scala di valutazione indicata durante una terapia è HSCS (anche il PDO-2 però è
stato creato soprattutto a questo fine). In caso di mobbing segnalato, vi verranno fatti fare dei test, che potrete fare anche da soli per
rendervi conto della situazione al lavoro (es. Lipt-Ege, Naq-R e S-Naq e Work Harassment Scale). Accertare il mobbing. Profili
giuridici, psichiatrici e medico-legali (a cura di M. Bove e altri) può servire quando si è deciso di denunciare. Riguardo alle
valutazioni a scuola si deve considerare almeno anche la tassonomia di Bloom, le scale di osservazione del comportamento in classe
di Boncori e l'elenco di strategie e indicatori degli esercizi 50, 78, 79 e 82 del cap. 10 con chiavi di correzione di Progettare la
ricerca empirica in educazione di Coggi-Ricciardi (elenco di strategie elaborative, metacognitive e di dimensioni della creatività,
definizioni e indicatori di autoefficacia, autostima, benessere scolastico e ansia) o di pagine online. Informatevi sull'esperimento di
Rosenthal che ha dimostrato l'effetto Pigmalione, che Merton ha definito della "profezia che si autoavvera" ed è un esempio di bias di
autoconvalida riguardante come l'atteggiamento degli insegnanti sia influenzato dai risultati dei test su Q.I. e a sua volta influenzi il
rendimento scolastico e tali risultati al test.
I manuali di psicologia politica citano il test IAT (per il prime, le associazioni implicite), la scala RWA (misura l'autoritarismo), la
scala SDV (misura la dominanza sociale) e il questionario PVQ (ricerca i valori preferiti).
Test molto celebri e di riferimento nei manuali di psicologia sono strange situation e separation anxiety test, che riguardano il
rapporto dei bambini piccoli con la madre.
Sui principi alla base della costruzione dei test potreste leggere anche le pagine sul modello di Likert riguardante test di
atteggiamento in Psicologia della comunicazione (P. Di Giovanni), oltre al citato libro di Zammuner. Dal libro di Di Giovanni ho
tratto anche tre dei test elencati, mentre gli altri provengono dagli altri testi citati in questo gruppo.
Sul testing psicologico dovreste ritenere soprattutto quanto segue: secondo i libri universitari in programma attualmente e altri saggi
meno recenti quando i test psicologici sono applicati sul singolo individuo il loro valore non dovrebbe risiedere in una loro capacità
ideale di permettere giudizi certi o definitivi e in fretta, ma piuttosto nel far riflettere la persona su determinati aspetti e problemi e
sulle ragioni che l’hanno spinta a non essere sincera o esauriente riguardo a una domanda particolare posta o riguardo a un test intero
rispetto ad altri test fatti nello stesso periodo; i test sulla calligrafia non sono ammessi e quelli sullo stile nello scrivere sono giudicati
non scientifici; quelli sui gusti in fatto di musica (per molti solo un sottofondo d'atmosfera o uno scudo contro il rumore),
villeggiatura e residenza non sono nemmeno contemplati dato il loro livello bassissimo di attendibilità; in genere non vengono fatte
domande sulle preferenze politiche e religiose; i test devono essere preparati quanto a contesto e modalità di somministrazione e
quindi strutturati e volontari per permettere riflessione e naturalezza-sincerità; il grado di affidabilità di molti dei test formalmente
accettati e in uso è classificato o come basso in generale o di troppo difficile somministrazione e soprattutto valutazione per essere
davvero utilizzato da psicologi e soprattutto da assistenti sociali, educatori, psichiatri; il loro uso in Psichiatria e nei processi
dovrebbe avere senso solo per limitare gli abusi dei clinici riducendone l'influenza. Il fatto che la prassi generale sia un’altra non può
cancellare queste osservazioni.
Tenete presente che da un po' di tempo si riscontra la consuetudine di portarsi uno studente o un laureato della facoltà di Psicologia o
Scienze dell'Educazione all'appuntamento con un nuovo conoscente con il compito di testare in 10 minuti o più il nuovo incontro e
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che a volte lo si fa anche prima di chiudere con un amico/a o fidanzato/a e questo quando non ci si serve di tali sedicenti esperti per
fare di peggio con l'aiuto di telecamere economiche nascoste. I test più diffusi tra chi non ha letto o non vuole tener presente i libri
universitari sono inviti a firmare qualcosa (rimando alla parentesi più sopra sulla grafologia) o a parlare o a scrivere in inglese con
qualche pretesto oppure semplici domande sui gusti in fatto di musica e luoghi ideali di villeggiatura o residenza e sulle preferenze
politiche, oltre che sulla quantità di amici di cui si dispone (la difesa migliore consiste nel fare il possibile per non far conoscere
esplicitamente o indirettamente i propri gusti e le proprie capacità a chi non è un amico intimo e non si desidera o non è probabile lo
diventi, anche a costo di continue attenzioni alla privacy anche in casa, di silenzi frequenti, di risposte generiche e noiose troncate dal
fare le stesse domande, dall'allontanarsi o dal dire poche parole che chiariscano una propria precisa conoscenza dei libri universitari
sui test psicologici e di livello).
Esistono molte monografie per indicare i metodi più adatti a ogni contesto peritale e inoltre le "carte geografiche" per interpretare una
norma giuridica e metterla in relazione con concetti psicologici precisi e altre indicazioni sui diversi contesti delle perizie nei manuali
di psichiatria forense: vengono indicati anche i test psicologici considerati più adatti. Bisogna tener presente che la scienza
criminalistica si serve a volte di molte discipline diverse, tra cui la medicina legale e che la psicopatologia forense ha tante diverse
impostazioni.
Chi ha poco tempo si limiti a leggere online pagine dettagliate su STIPO, SCL-90, CDI, MMPI, Rorschach e TAT e nei miei
documenti tutto ciò che riguarda bias, privacy, coping, introversione e diagnosi psicologica. Consiglio di leggere le tabelle 5.1-6 e
5.2-1 su domande frequenti e report psichiatrico del capitolo 5 del citato aggiornato Sinossi di Psichiatria (un testo tuttavia costoso).
Visionare la DISC può essere utile per avere un esempio di intervista ad albero di durata quindi variabile. Per conoscere altri tipi di
test e l'altissimo prezzo di alcuni di essi potete consultare il sito www.giuntipsychometrictesting.it. Segnalo anche www.hoeplitest.it.
Finché dura una dissociazione nevrotica dall'inconscio è ovvio e inevitabile non poter parlare e agire sempre in modo corrispondente
a ciò che si pensa e sente e non disporre di energia (ogni seria nevrosi blocca molta dell'energia disponibile), disinvoltura, sufficiente
chiarezza, intuizioni, sogni utili e potere, perchè è l'inconscio in connessione (non ostile) a elargire tutto ciò. Tuttavia il superamento
di una nevrosi libera molta energia e determinazione e ciò per tanto più tempo quanto più la nevrosi è durata ed è stata seria. Non c’è
mai ignoranza involontaria e innocente dietro le sentenze che si ergono davanti alla nevrosi, agli altri disturbi nervosi o alle malattie
mentali temporanee e insomma a tutto ciò che più dà alla gente fastidio ed è più doloroso e distruttivo per chi ne è affetto e lo
riducono, senza il minimo rimorso, a 1) stupidità 2) ritardo o arresto prematuro dello sviluppo o 3) pazzia congenita e irrimediabile,
quando non a 4) un mero problema di pigrizia e cattiva e debole volontà o 5) sangue viziato o 6) superbia o 7) volgari e infantili
tendenze all’eccesso o 8) vittimismo e 9) conseguenze dell'aver letto troppi libri o studiato... E ognuno di questi giudizi viene
attribuito a qualche psichiatra o psicologo in moltissimi classici della letteratura che si sono in ogni tempo riproposti di condannare
queste sentenze (al riguardo, i primi capolavori letterari del passato che mi vengono in mente sono La signora Dalloway di Woolf e
L'uomo senza qualità di Musil, che su ciò non si esprimono diversamente da un bestseller recente come Millennium di Larsson).
ELENCO DI LETTURE UTILI SUL RAPPORTO DI PSICOLOGI E PSICHIATRI CON LA VIOLENZA
SISTEMA SANITARIO NAZIONALE (LE LEGGI): Politica dei servizi sociali (P. Ferrario); Leggi e salute mentale (A. Fioritti) per un confronto tra
psichiatria italiana e psichiatria europea in particolare, pur tenendo presenti i decreti legislativi successivi a quelli considerati da
Fioritti e riassunti per esempio anche in manuali per i concorsi per infermieri (infatti non è del tutto irrilevante il passaggio recente al
SSN della responsabilità del trattamento dei detenuti con malattie mentali); poche nozioni online sul PSN (Piano Sanitario
Nazionale) ; Dossier volontariato, breve testo di Famiglia Cristiana di circa vent’anni fa e/o altri testi simili; Psicopatologia dello
sviluppo. Storie di bambini e psicoterapia (F. Celi); gli ultimi capitoli (soprattutto 30 e 37) di Sinossi di psichiatria (Kaplan-Sadock)
su malpractice e pregiudizi; Il colloquio nell’assistenza sociale (Allegri-Palmieri -Zucca)); il cap. 7.3 di Dialoghi ininterrotti (P.
Bastianoni); le pagine della cronaca e quelle scritte anche da medici di forum e associazioni di malati sui ritardi di anni nelle diagnosi
di malattie anche per niente rare; Il tribunale del medico a cura di IRFEA; pagine online sulle cure palliative, sul biotestamento,
sull’amministratore di sostegno per fare applicare la propria decisione riguardo alle cure mediche e soprattutto su almeno due o tre
casi di suicidio assistito in Italia e sull’associazione Luca Coscioni che lavora per ottenere il diritto all’eutanasia anche in Italia;
affermazione del dott. Costantino Benedetti sull’utilizzo scarsissimo di oppioidi in Italia (è in ciò l’ultimo paese in Europa) da
confrontare eventualmente con il protocollo online d’uso clinico degli analgesici es. in Veneto e con Il dolce morire a cura di De
Santis e altri (un testo meno aggiornato sulla situazione all’estero). Questi testi sono davvero letture fondamentali secondo me.
Volendo mettere in rilievo altri testi tra quelli elencati nei successivi sottogruppi, vi invito a leggere la nota Avvertenze, i paragrafi
sugli psicofarmaci dei cap. 6, 9, 29 di Sinossi di psichiatria (Kaplan-Sadock’s) e pagine online su La perdita della tristezza (Horwitz
e Wakefield, ed. L’Asino d’oro), Primo.Non curare chi è normale (Frances), La crisi della diagnosi (V. Cagli), Follie e inganni della
medicina (Skrebenek- Mc Cormick). Leggete possibilmente La perizia psicologica (L. Sammicheli) con particolare attenzione al
paragrafo sul testo Neuroscienze e diritto. Visitate http.//salute-regione-emilia-romagna.it/normativa-e-
documentazione/leggi/regionali/delibere/dgr-1457-1989, pagina Wikipedia alla voce Privacy e alcune pagine online sull’aggiramento
frequente delle misure per la privacy delle cartelle cliniche elettroniche e http://www.ccdu.org/tso/trattamento-sanitario-
obbligatorio#diritti-persona-durante-tso,
https://www.albopretorio.com/allegati/eccbc87e4b5ce2fe28308fd9f2a7baf3/e58478453181d060df81288ac2012452/Allegato_1.pdf
www.ordinepsicologi-liguria.it www.arpmilano.it e qualsiasi altri notizia e documento illustranti la normativa su protocolli di presa
in carico in ospedale delle vittime di violenza, TSO, ASO, Fermo di psichiatria e lungodegenze e/o i pochi mezzi per difendersene. Il
terribile Modelli di colloquio in psicologia clinica (Del Corno-Lang), il codice deontologico degli psicologi online, una pagina online
introduttiva al testo Terapie folli (Singer-Lalich) e perfino un vecchio racconto come Le belle immagini (S. De Beauvoir) sono tutte
letture utili e in fondo sufficienti a mettere in allarme chiunque stia valutando se andare o meno da uno psicoterapeuta, soprattutto se
di indirizzo e titolo di studio diversi da quello di Fabio Celi (l’autore del testo sopra citato sulla psicopatologia dello sviluppo).
Inoltre il manuale di Del Corno introduce l’argomento delle interviste semi strutturate (colloqui clinici ovvero di psichiatri e
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psicologi) e dei test psicologici (a questi ultimi sono dedicati anche manuali appositi e pagine in quasi tutti i manuali universitari che
trattano di psicologia rintracciabili attraverso i piani di studio online). I testi elencati in questo paragrafo andrebbero letti riflettendo
sul fatto che la negligenza e i crimini premeditati dei medici finiscono in genere con l’essere in rapporto con quelli degli psichiatri o
con l’implicarli e che all’estero si afferma con ragione che la legislazione italiana permette a questi ultimi qualsiasi abuso (si deve
anche per questo combattere la disinformazione diffusa dalle riviste e dagli altri media che intende nascondere il carattere
estremamente arretrato della psichiatria italiana). Raccogliete informazioni scritte sulle leggi riguardanti correzioni di referti o
rimborsi di referti di visite mediche (pare siano rese impossibili dai costi della procedura che non si proporzionano alla semplicità e
alla fondatezza evidente di ciò che viene richiesto per una delle leggi in assoluto più ingiusta che conosco).
COMMENTO
Credo che in particolare sia importante sfogliare il testo curato da IRFEA e i libri citati di Ferrario, Fioritti, Celi, Allegri, Sammicheli
e Bastianoni, i capitoli su malpractice, pregiudizi, limiti dei test psicologici, effetti avversi degli psicofarmaci e terapie implicanti
stimolazione elettrica o contenzione dei Sadock, le pagine sull’uso dei test psicologici in tribunale online e di Sanavio-Sica, le pagine
della cronaca e quelle scritte anche da medici di forum e associazioni di malati riguardanti i ritardi di anni nella diagnosi di molte
malattie anche per niente rare, le pagine online sul biotestamento, sul suicidio assistito in Italia e sull’eutanasia, le pagine online con
la dichiarazione del dott. Costantino Benedetti sull’uso degli antidolorifici e in particolare degli oppioidi in Italia e il testo citato sul
volontariato. Si può trovarvi spunto di riflessione o notizia su quanto segue: l’evoluzione della psichiatria nei secoli e quella della
resistenza alla riforma avviata con la legge 180 da Basaglia e la legge 833/1978 (riforma sanitaria) con un riepilogo dei decreti di
legge che negli anni ‘90 si sono susseguiti con insistenza perché mai applicati (Progetti Obiettivo e leggi regionali); notizie sulla
bassissima percentuale di pazienti psichiatrici ammessi nelle cooperative sociali di tipo B e in gruppi appartamento ridotti; l’effetto
che sui malati di mente, reali e non, ha il fatto che il governo abbia assegnato alle Regioni i servizi sanitari e quelli delle grandi
strutture residenziali (non quindi dei servizi sociali, comprese le iniziative di inserimento lavorativo e sociale); rifiuto totale di
qualsiasi riforma razionale e morale degli istituti psichiatrici per persone che hanno compiuto reati (anche piccoli e motivati da
disagio socio-economico oltre che personale) e obbligo in Italia per tutti noi delle “cure” psichiatriche o di ciò che fu definito
“supplizi terapeutici” contro le norme della commissione europea e di altre nazioni (es. Inghilterra); durante il tipo peggiore dei TSO
italiani mancanza abituale di rispetto delle poche leggi esistenti; assenza delle molte norme di tutela di altri paesi dagli abusi e di
protezione dagli effetti più pesanti in tutti e tre i tipi di TSO italiani e in generale durante i contatti con psichiatri e psicologi; gli
effetti sull’affidamento familiare e sull’adozione della permanenza dei minori in grandi istituti; la prevalenza dei modelli psichiatrici
vecchio stampo forti solo in senso quantitativo e poveri tecnicamente (diagnosi e trattamento); il concetto di razionamento nella
sanità; gli effetti della trasformazione delle Usl in Asl e perché il modello di mercato e industria imposto nella sanità sia tanto
dannoso; gli effetti dello stigma sociale; rischi connessi all’uso di psicofarmaci (in particolare dipendenza, dolore e danni fisici,
prescrizioni insensate per ridurre fastidi di insegnanti e genitori e rischio per i giovani ignari di avere dal loro miscuglio con gli
alcolici gli stessi effetti dell’overdose da eroina) e loro equivalenza alle droghe illegali quando esse corrispondano nella
composizione a ciò che dice chi le spaccia); il tecnicismo eccessivo delle prescrizioni ai volontari e le pretese del governo di
assumere in queste attività laureati in Psicologia e altre università attinenti al campo sociale, il tutto vissuto come una persecuzione
burocratica (es. leggi sulle mense gratuite, sulla trasformazione di spazi pubblici e condomini per favorire i disabili o sulle case per
orfani); l’accanimento dei medici nel tenere in vita bambini con gravissime lesioni cerebrali per poi abbandonarli ai genitori e dare
loro così la responsabilità di accudire eterni neonati esposti a rischi e abusi in ogni istante (tema affrontato anche in Tv anni fa); gravi
conseguenze del divieto dell’eutanasia; le leggi che obbligano all’accoglienza le scuole dell’obbligo, ma danno l’insegnante di
sostegno solo in caso di diagnosi adatta e che quindi impongono uno stigma sociale spesso rivelantesi poi errato o comunque
dannoso anche solo per offrire un po’ di aiuto nei compiti (non mi è chiaro cosa abbia cambiato la recentissima legge sui BES);
assenza di leggi di tutela dagli abusi delle normativa sul mantenimento di ex mogli e figli minorenni con conseguenze anche gravi e
con la scusa che tanto c’è un’assistenza sociale che di fatto spesso manca del tutto; il fatto che la legislazione che impedisce di
denunciare i medici per la maggior parte dei loro abusi e il grande ritardo frequente e anzi tipico nelle diagnosi di molte malattie
fisiche anche non rare comportano anche che la legge che permette ai genitori, fratelli, ecc. di non mantenere un diciottenne né
lavoratore né studente consente nella pratica di uccidere persone anche giovanissime e peraltro perfino quando malate proprio a
causa delle decisioni dei familiari in merito alla loro alimentazione, a spiegazioni, a esami e cure delle loro malattie anche congenite
e alla loro protezione dai criminali e da eccessi di violenza anche in casa; i costi elevatissimi del fare figli anche quando non
presentano malattie serie, costi aumentati molto soprattutto a causa dell’entità degli affitti e dei lunghissimi anni di formazione
scolastica imposti oggi; l’aumento del numero di stupri e altre violenza su donne e minori e quello dei suicidi e dei crimini di
adolescenti, anche a causa della legge assurda sull’impunibilità dei minori di 14 anni sfruttata da mafie tradizionali e tali di fatto; la
mentalità egoista della maggioranza subodorata dal governo e sue conseguenze con esempi tratti dalla cronaca; tra le leggi regolanti i
processi e la preparazione universitaria dei giudici quelle che aumentano di più la probabilità degli errori e degli abusi dei periti nelle
questioni attinenti alla salute (soprattutto mentale) nei tribunali, soprattutto non imponendo un linguaggio comune a periti, avvocati e
giudici, il massimo rilievo alle analisi e alle discussioni precedenti l’incontro in aula (partecipazione, filmati, registrazione scritta) e
una precisa attribuzione di ruoli; la difficoltà di avere giustizia nei pochi processi in cui è possibile almeno per alcuni procedere
contro un medico per grave negligenza o incompetenza; la condanna a morte tra dolori atroci per almeno 90.000 residenti in Italia
ogni anno a causa della colpevole inerzia riguardo alla prescrizione di oppioidi, oltre che riguardo al suicidio assistito e all’eutanasia,
dei medici italiani.
PSICHIATRI: gli ultimi capitoli di 1984 (G. Orwell); gli ultimi capitoli di I persuasori occulti (V. Packard); il capitolo Il taccuino giallo I
in Il taccuino d’oro (D. Lessing); La signora Dalloway (V. Woolf); la descrizione della visita al manicomio fatta da S. de Beauvoir
(forse in L’età forte); Le libere donne di Magliano (M. Tobino); Wikipedia sul contenuto e sul successo delle fiabe dello psichiatra
infantile sadico Hoffmann, che peraltro potete confrontare con la "pedagogia nera"; la descrizione dell'elettroshock fatto ai soldati
caduti in uno stato traumatico durante la guerra mondiale contenuta in alcune pagine di E. Fromm; le sezioni riguardanti i medici dei
lager nazisti e gli psichiatri russi dell’Appendice del 1976 dell’autore a Se questo è un uomo (P. Levi); il primo capitolo e il sesto di
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La banalità del male di H. Arendt; informazioni online sulla pedagogia nera del noto pedagogista tedesco Schereber (viene descritta
anche nell'ultimo capitolo di Il drago come realtà di S. De Mari), che è poi semplice mettere in relazione con la realtà descritta in Il
giovane Torless (R. Musil) e con la "nuova" pedagogia descritta nell'ultimo quarto di I Buddenbrook (T. Mann) per poter istituire un
confronto tra pedagogisti padri del nazismo e psichiatri tedeschi, sulla scia di A. Arendt quando, in La banalità del male, descrisse le
camere a gas introdotte nelle psichiatrie tedesche da Hitler, che infatti le pensò prima per i malati di mente (o meglio per coloro che
erano definiti tali) e solo in seguito per gli ebrei; Il potere psichiatrico o la tesina e le altre informazioni che su questo saggio trovate
online (M. Foucault) per informazioni sul meccanismo panottico e sul sistema contenitivo-correttivo (punizione e premio, illusione e
delusione, collare di ferro, camicia di forza, ecc.) e per fare un confronto con le notizie che il manuale citato di Ferrario fornisce su
insulinoterapia, elettroshock e varie pratiche spersonalizzanti (riguardanti soprattutto l’assenza di privacy, decisionalità, diritti e
oggetti personali) tipiche dei manicomi fino alla seconda guerra mondiale; pagine online o il cap. 14.11 su sedia rotante, salto di
Leucade, docce fredde, pireoterapia, insulinoterapia ed elettroshock di annichilimento di Manuale di psichiatria (Sarteschi-Maggini).
Capitoli 72, 111, 18 di L’uomo senza qualità (volume primo) (R. Musil) e, dello stesso libro, il paragrafo del 1936 Visita al
manicomio della terza parte di abbozzi e frammenti nell’edizione Einaudi 2014; capitoli finali di I fratelli Karamazov e di Delitto e
Castigo (F. Dostoevskij); i capitoli 40 della seconda parte e i capitoli 5 e 19 della terza parte di Resurrezione di L. Tolstoj (da riferire
anche qui a quei “funzionari” particolari che sono gli psichiatri oggi per attualizzare e comprendere bene il testo); Il processo di F.
Kafka (considerare che il principale riferimento del “tribunale” è quello psichiatrico attuale e di ogni tempo); il capitolo sui sonniferi
e sulla malattia del personaggio dello scrittore celebre in La prigioniera in La ricerca del tempo perduto (M. Proust). Se letti con
spirito critico e inoltre confrontandoli con la reale prassi della maggioranza degli psichiatri e degli assistenti sociali e con la legge
180 e 833 del 1978 sulla riforma psichiatrica e su quella sanitaria, possono esservi utili http.//salute-regione-emilia-
romagna.it/normativa-e-documentazione/leggi/regionali/delibere/dgr-1457-1989 , pagina Wikipedia sulla voce Privacy e
http://www.ccdu.org/tso/trattamento-sanitario-obbligatorio#diritti-persona-durante-tso,
https://www.albopretorio.com/allegati/eccbc87e4b5ce2fe28308fd9f2a7baf3/e58478453181d060df81288ac2012452/Allegato_1.pdf , i
forum online in cui persone che hanno subito il TSO elencano tutto ciò che gli psichiatri hanno fatto calpestando le leggi vigenti e
qualsiasi notizia e documento illustrante la normativa su TSO, ASO e Fermo di psichiatria e/o i pochi mezzi per difendersene e siti
analoghi citati nei programmi dei corsi universitari di Psichiatria oppure Leggi e salute mentale. Panorama europeo delle legislazioni
d'interesse psichiatrico (A. Fioritti), il capitolo 36 e i paragrafi su ospedalizzazione totale o parziale e sui decessi per agonia con le
procedure di restrizione di Sinossi di psichiatria (Kaplan-Sadock’s) sulla psichiatria forense, Liberi tutti. Manicomi e psichiatri in
Italia: una storia del Novecento (V. P. Babini) e Politica dei servizi sociali (P. Ferrario) (testi universitari che consiglio di acquistare
usati sui siti appositi) e www.lavorosociale.com/archivio/n/articolo/articoli-e-vittime-di-violenza-familiare, e Wikipedia o altre pagine
online sulla violenza familiare e sulle donne; forse a questo argomento è pertinente anche La domanda inevasa (L. Antonini) per il
rapporto tra legislazione ed economia. Sull’uso manipolatorio della psicologia forense, ad opera di periti, CPT e CPU disonesti, sui
biases (errori) nei quali i giudici incorrono soprattutto valutando perizie psicologiche, sull’ignoranza di avvocati e giudici in materia
di psicologia e sul rapporto tra diagnosi psicologica e norme giuridiche, leggete La perizia psicologica (L. Sammicheli). Soprattutto
informatevi sulle leggi che ancora permettono di ricoverare forzatamente in lungodegenza manicomio per molti anni persone giovani
e abbastanza in sé e inoltre su quelle riguardanti le comunità psichiatriche, gli appartamenti delle ASL (USL o ULSS) e la pensione
d'invalidità (non basta informarsi sul TSO, che propriamente dura da 7 giorni prorogabili secondo l'articolo online prima citato ma
non nella sostanza secondo altre fonti e testimonianze; cercate informazioni sul TSO di degenza, sul TSO extraospedaliero, sul
ricovero obbligatorio e sul TSO temporaneo, sulla lungodegenza di minimo due o tre anni in residenze psichiatriche) e tenete
presente che è frequente che gli psichiatri mentano sulla pensione di invalidità per convincere i ricoverati a firmare; gli ultimi capitoli
di 1984 (G. Orwell); una biografia di Frances Farmer, anche online; l capitolo dedicato al processo in La regina dei castelli di carta
(S. Larsson); il capitolo 21 in La ragazza che giocava con il fuoco (S. Larsson); voce di Wikipedia e forum online su camere senza
stimoli o di isolamento in ospedale psichiatrico e lobotomia (storia, casi celebri, la commissione del 1977, libri- come saggi ma anche
opere come Improvvisamente, l’estate scorsa di T. Williams - e film); notizie online sul terribile e celebre caso di Henry Gustav
Malaison noto come H.M.; informazioni online sulla "terapia del sonno" indotto con narcotici per 20 o più ore al giorno adottata in
passato in Psichiatria e sugli effetti deleteri della narcosi sul fisico, sulla fase REM del sonno e quindi sull'elaborazione delle
emozioni e sulla mente in generale; descrizioni di freddi e inutili esperimenti psicologici sull'interazione di bambini maltrattati con le
madri autrici dei maltrattamenti; informazioni online sul caso del piccolo Albert 1 (Douglas Merritte), il bambino di 9 mesi
traumatizzato senza rimedio da due psicologi con un esperimento sull’induzione di paura e morto poi a sei anni; contenuto e
commenti online sul film Changeling di C. Estwood); le pagine sulle camere senza stimoli o di isolamento nei manicomi e sugli
esperimenti sul cervello di Fromm, credo in I cosiddetti sani: la patologia della normalità; L'isolamento forzato in Solitudine:
ritorno a se stessi (A. Storr) e pagine sparse sull’inibizione dell’essenziale fase REM da parte degli psicofarmaci; voce Wikipedia sul
processo allo scrittore norvegese Knut Hamsun; siti dedicati a convegni recenti sulla natura criminale della psichiatria attuale, come
ad esempio quello di Feltre del 2013 (Dentro e fuori); le pagine online su gravi e comuni abusi di medici di ogni categoria, psicologi
e psichiatri; gli ultimi capitoli e paragrafi sull’uso di psicofarmaci da parte di donne lavoratrici in Marte di ghiaccio Venere di fuoco
(J. Gray); a titolo esemplificativo, foglio illustrativo e pagine online sull’antidepressivo Cymbalta e pagine Internet sui contrasti tra
medici e pazienti circa il suo controverso uso (in italiano:http://www.medicitalia/consulti/archivio/16670); informazioni online sullo
scandalo del talidomide, il tranquillante consigliato alle donne in gravidanza che negli anni ‘60 ha danneggiato molti bambini e sul
persino decennale processo che in Paesi come la Germania ha portato a cambiare di conseguenza la legislazione relativa ai farmaci
nuovi; commenti critici online anche di esperti sugli effetti collaterali del Prozac (in particolare su quelli sull'umore e il
comportamento) e sui criteri con cui viene imposto; informazioni online sul metilfenidato per bambini iperattivi e sulle polemiche
suscitate dalla sua introduzione recente in Italia e tenete presente il capitolo 11 di Psicopatologia dello sviluppo. Storie di bambini e
psicoterapia (F. Celi); il bugiardino di Zyprexa alla voce "convinzioni sbagliate"; informazioni online sugli effetti gravemente
depressivi della reserpina; informazioni online oppure in di Sinossi di psichiatria (Kaplan e Sadock's) il cap. 23 su cosa si riserva a
chi è ritenuto a rischio di suicidio, il cap. 30 sulla stimolazione cerebrale con elettricità di ECT, CES, tCDS, MST, TMS, CBS, DBS
e VNS (tutte tecniche rischiose che richiedono grandi costi e capacità, ma il cui uso si promuove ancor oggi specie per depressione
maggiore e DOC, ma alcune anche per disturbo bipolare), il cap. 37 sull’attuale livello di emarginazione di chi ha un disturbo
mentale (mancanza delle cure mediche per le malattie fisiche, disprezzo manifesto, ecc.), la nota Avvertenze, il paragrafo sugli effetti
9
collaterali dei farmaci del cap. 6, nel cap. 9 la scheda riassuntiva e altre informazioni su SSRI, IMAO, benzodiazepine, RIMA e altri
psicofarmaci, nel cap. 29 la scheda e informazioni varie su antipsicotici, anticolinergici, benzodiazepine ecc. e i molti paragrafi sui
danni letali (morte improvvisa, iperplasie, linfomi ecc.) causati da antiepilettici anche recenti, farmaci contenenti valproato,
neurolettici e antipsicotici; su quanto concerne le cure mediche per patologie fisiche degli internati anche i paragrafi sulle date recenti
degli interventi legislativi al capitolo L’assistenza ai detenuti di Collaboratore professionale sanitario infermiere. Manuale teorico-
pratico per la preparazione ai concorsi; il comodo concetto di “Farmacoresistenza”; accenni nei forum online o nei manuali di
psicologia clinica all’uso di prescrivere molti psicofarmaci uno dietro l’altro come tentativi e per poi spesso tornare al primo, a
quello di obbligare un paziente a molti colloqui nello stesso giorno in psichiatria o alla durata da una a due/tre ore di certe interviste
cliniche semistrutturate; La perdita della tristezza (Horwitz e Wakefield, ed. L’Asino d’oro);almeno la presentazione online di Gianni
Soro a Primo.Non curare chi è normale (Frances); forse La crisi della diagnosi (V. Cagli) e Follie e inganni della medicina
(Skrebenek- Mc Cormick), che però non conosco; Neuroscienze e diritto e altri libri di Luca Sammicheli (rimando al paragrafo
precedente Medici); informazioni online su The Shrink Next Door (dark comedy) e altre serie e film sul pericolo rappresentato dagli
psichiatri anche al di fuori degli ospedali. Segnalo uno studio del 1984 di Petrillo sull’influenza del movimento antipsichiatrico, ma
avverto che non lo conosco e che potrebbe dare informazioni non aggiornate e fuorvianti.
COMMENTO
Ciò che più fa comprendere la mentalità dei medici di ogni tempo è l'insieme delle leggi sulla psichiatria, oltre alle prescrizioni dei
manuali sui colloqui clinici della Facoltà di Psicologia. Non mancano certo gli scrittori che aiutano a vedere chiaro dietro alla
bandiera della psichiatria, quando essa si autodefinisce di utilità collettiva: da Cicerone a Quintiliano, da Dostoevskij a Levi, da
Simone Weil a Simone de Beauvoir, da Lessing a Koestler o Arendt, da Virginia Woolf al giornalista svedese Larsson si ribadisce di
continuo il concetto di dignità umana, la differennza tra ciò che è utile e ciò che è onesto, l’orrore che ispira la mentalità primitiva di
psichiatri e collaboratori, il legame tra la loro falsa morale dell’”utile" e le dittature sanguinarie, e come questo sofisma sia un orribile
modo di colmare il vuoto lasciato dalla coscienza, per la quale un individuo vale in sé, indipendentemente dal livello culturale o
economico e da se lavora o meno, e ha diritto ai propri valori e a opinioni personali, finchè rispetta la libertà essenziale degli altri (è
chiaro che voler impedire, magari anche con ogni mezzo, agli psichiatri di continuare a torturare e uccidere non significa affatto voler
violare la libertà fondamentale altrui, ma il contrario). Anche nei libri dove si descrivono le torture praticate dai colonizzatori sugli
indigeni potete leggerne di molto simili a quelle praticate oggi e da sempre dagli psichiatri. Ci sono molte conoscenze utili che dagli
insegnanti di ogni scuola vengono taciute con malafede o totale irresponsabilità, come quelle che riguardano il successo delle fiabe
dello psichiatra infantile sadico Hoffmann, che andrebbe messo in relazione con la "pedagogia nera" del noto pedagogista tedesco
Schereber, che è poi semplice mettere in relazione con la realtà descritta in Il giovane Torless di Musil e con la "nuova" pedagogia
descritta nell'ultimo quarto di I Buddenbrook di Mann e tutto ciò per istituire un confronto tra pedagogisti padri del nazismo e
psichiatri tedeschi, sulla scia di A. Harendti naturalmente. In L’uomo in rivolta Camus delinea il percorso culturale che ha condotto la
civiltà contemporanea alla proliferazione di élites di persone-funzioni totalmente al di sopra della morale che regnano su una massa
di schiavi-oggetto: chi conosce la psichiatria riconosce senza esagerare anche questa casta in élite di questo tipo e potrebbe fare un
serio confronto, raccogliendo dati e testimonianze, tra le tecniche di violenza della polizia segreta di stato dei regimi totalitari con
quelle attuali degli psichiatri, che infatti trovano una rappresentazione abbastanza fedele in 1984 di Orwell, che a quei regimi faceva
riferimento (per esempio oggi chiunque, con minima spesa, può procurarsi microdispositivi di videosorveglianza e può contare sulla
collaborazione di una massa sempre meno istruita dalle scuole e più cinica per posizionare, su richiesta di psichiatri, camere abusive
in ogni luogo privato e/o per divulgarne il contenuto manipolato, oltre che per sfruttare le piccole debolezze che esse inevitabilmente
documentano per tentare violenze psicologiche, da aggiungere a quelle fisiche ottenibili con l’ostracismo negli ospedali e negli
ambienti lavorativi secondo l’antichissima e crudele pratica del “boicottaggio” – per comprendere la vera natura della quale, con
riferimento all’Italia, si può leggere il capitolo sesto di Il fascismo di Silone, che permette di farsi anche un ‘idea più precisa di cosa
si intende quando si definisce primitiva la mentalità diffusa negli ambienti dove si collabora attivamente con psichiatri).
Ho l'impressione che non sia un caso se diversi testi universitari recenti esplicitamente, a un dato momento paragonino esplicitamente
alcuni nostri processi mentali ai processi decisionali e di autodiagnosi dei computer e sostengono l'incremento dell'uso di programmi
informatici anche per arrivare a decisioni in ambito clinico per mezzo di studi come quelli resi possibili dalle fMRI e dalle Reti
neurali (artificiali) e di informatizzati algoritmi psicologici, sempre dilettandosi dell'uso di un lessico reificante comprendente
espressioni curiose , tra le quali le seguenti : "Capacità umana di processare informazioni o valutazioni", "network associativi
personali", "costruzione online dei ricordi", "reti neurali", "elaboratore cognitivo" (il cervello), "sistema digitale" (il pensiero),
"programmi interattivi" (quelli creati dall'evoluzione), "icone funzionali" (usate dagli animali per pensare), "interfaccia", "sistema di
memoria", "memoria di lavoro", "Sè operante", "sistema dell'io", "input e output", "meccanismi di regolazione, di difesa, di
disimpegno morale, ecc", "disturbo di conversione", "funzionamento emotivo personalogico", "funzionamento intellettivo
borderline", "disturbo ad alto funzionamento", "funzionamento familiare", "scadimento funzionale", "funzioni esecutive", "struttura
cognitiva", "ristrutturazione cognitiva", "costruzione sociale", "costruttivismo in psicologia o sociale", "modellaggio",
"modellamento", "contratto educativo", "modelli di percorso (patterns) cognitivi, comportamentali, ecc.", operazionalizzazione della
lettura", "tessuto/spazio di parole o dialogico", "ragionamento clinico meccanicistico", "regole del dispositivo meccanico" (riferito al
pensiero nella maggioranza degli animali), "relazioni oggettuali", "giochi relazionali", "negoziazione sociale della realtà", "gestione
delle risorse umane", "risorse umane pregiate", "capitale umano", "contabilitlà di comunione" (riferito a rapporto di coppia),
"contenitore istituzionale della dinamica degli attori", "feedback responsivo e partecipativo", "radar su se stessi", "Igiene mentale", e
così via. Questo tipo di manuali attua quindi un riferimento implicito al "metodo simulativo" del Connessionismo e del Cognitivismo
simulativo dell'epoca digitale (quello consistente nel paragonare la mente al computer e nel creare processi informatici simulanti reti
di neuroni e percorsi di problem solving), oltre a usare in modo smodato anche altri tipi di tecnicismi. Del resto, qualche tempo fa
Ravers diede alla relazione tra energia, motivazione e competenza la forma di una formula chimica!
Una forte critica al linguaggio reificante del DSM e una spiegazione delle sue implicazioni si trova al Cap. 9 di Diversità, devianze e
terapie (Galieni-Salvini).
È anche questo linguaggio insensato la ragione per cui nei tribunali nessuno capisce il perito in scienze psicologiche e inoltre non
viene reso obbligatorio consultare questi esperti anche quando non c'è presenza o sospetto di vere e proprie patologie mentali, col
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risultato che i giudici fanno richieste errate o mal poste e quindi incomprese e fraintendono fatti e personalità (rimando a La perizia
psicologica di Sammicheli).
Se considerato in questo contesto, fa maggiormente rabbrividire anche l'accenno che Packard, nella parte finale di I persuasori
occulti, fa al progetto o desiderio di alcuni psicologi di applicare elettrodi al cervello capaci di togliere l'equilibrio in alcuni individui
per "fare risparmiare tempo agli psicologi".
Fromm, Jung, Larsson e anche Musil e Leopardi sono i primi autori che mi vengono in mente quando voglio definire gli psichiatri (o
meglio quelli di loro che acconsentono a marchiare e torturare fisicamente e psicologicamente) dei “narcisisti sadici” e quindi dei
malati di mente. E ciò faccio con tutta la pacatezza e lucidità di cui sono capace, lasciando da parte per quanto mi è possibile il mio
profondo e innegabile rancore personale, perché so che non si tratta solo di saper vedere nella incapacità di molti psicologi e
psichiatri di dubitare di sé il sintomo di quella malattia che, per Jung, costituisce il prodromo del “Delirio di potere/onnipotenza”, ma
anche di comprendere a fondo che il sadismo è, in quanto bisogno di controllo assoluto sugli altri, un modo di essere molto
profondamente radicato nell’uomo e altamente e irrimediabilmente condizionante tutti gli aspetti della vita in coloro (moltissimi) nei
quali esso emerge, che insomma non si tratta di un vizio o di un moto dell’animo passeggero come la collera o razionale come l’odio:
l’internamento e le “Camere senza stimoli” o di isolamento al buio spesso con gli arti legati ai letti sono, come afferma Larsson,
effettivamente l’equivalente di seppellire vive le persone, ma assomigliano anche al gesto di chi afferra un oggetto e lo mette in un
cassetto dopo averlo etichettato e Fromm spiega bene come l’impossibilità per ogni essere umano di avere il minimo controllo reale
sulla propria vita, unita alla consapevolezza di ciò, provoca in molti individui purtroppo il bisogno e il desiderio di controllare tutto e
quindi - soprattutto o almeno quando sia loro permesso di decidere di altri senza rischi - il piacere di schiacciare la vita
(incontrollabile, imprevedibile) schiacciando gli altri, i quali diventano allora meri oggetti su cui sfogare, consapevolmente o meno,
malati impulsi criminosi… Jung, Musil e Leopardi hanno dedicato molte pagine delle loro opere proprio a spiegare perché il perfetto
ordine puramente (quindi irragionevolmente) “razionale” si identifica automaticamente con la morte e che il vero ordine è armonia e
non immobilità.
Esperimenti sul cervello riportati da Fromm, del resto, lo portarono a dichiarare che senza stimoli continui il cervello regredisce
rapidamente e si producono gravissimi danni cerebrali e ai nervi. Il recente Sinossi di psichiatria (Kaplan-Sadock's) descrive in
dettaglio – e senza il minimo cenno di autocritica - il danno causato da qualunque stanza di "privazione sensoriale" e di isolamento,
oltre a fare più di un cenno al lavaggio del cervello delle dittature. La psichiatria mira a creare mentecatti e a uccidere? Se lo era
chiesto anche lo psichiatra italiano Tobino, che ci ha lasciato il libro Le libere donne di Magliano, un libro lucido rimasto senza
effetti proprio a causa del sadismo e dell’ignoranza colpevole della maggioranza degli psichiatri e di chi governa e legifera. Tutti
dovrebbero informarsi sul presente e sulla storia e poter decidere quando si tratta di tortura e omicidio legalizzati e si dovrebbe
cominciare con il leggere il possibile (ad esempio i pertinenti testi di Fromm, Foucault, Ferrario e Sarteschi) sulla lobotomia praticata
ancora negli anni ottanta (intervento sul cervello di persone con malattie nervose anche comuni e con sintomi lievi avente esiti spesso
letali o riducenti a stati vegetativi o al livello dei neonati), sull'uso del collare di ferro e sugli esiti anche sul fisico della camicia di
forza, della pireoterapia (induzione di febbre a 39°), degli shock elettrici (davvero terribile è ciò che si legge sulla quotidiana tortura
nella modalità regressiva/di annichilimento senza anestesia, le cui conseguenze perseguite erano angoscia, amnesia e stato
confusionale e quelle di fatto spaziavano da fratture e stato epilettico alla morte), dell'insulinoterapia (una tortura pesante e inutile
quasi quotidiana inducente alternanza di agitazione psicofisica e stati di coma) con consenso solo dei familiari e sul meccanismo
panottico o Panopticum (la costante sorveglianza, una delle torture psicologiche esistenti), su test dell'obbedienza, punizioni, pratiche
distruttive della personalità e dell'equilibrio mentale e dei livelli minimi di benessere fisico e psicologico di chiunque (bagni senza
porte, pesatura, fotografia, sottrazione di oggetti personali, abiti uniformi, assegnazioni di numero, lavoro forzato non retribuito,
contatti inevitabili con persone spesso insopportabili e violente). Non bisogna dimenticare inoltre che lo spavento era ritenuto
un'ottima terapia (sedie rotanti, salto di Leucade, docce fredde ecc.). Vorrei far sapere o ricordare a tutti che si può peraltro venire
internati o proposti per la pensione relativa per i motivi più strampalati e in seguito al parere di un laureato in psichiatria qualunque:
si può essere internati per fasi di bulimia e abuso di alcolici in giovane età e c’è chi è stato definito addirittura megalomane in senso
clinico, perché da ragazzo desiderava fare il musicista o perché si era comprato un giubbotto appariscente sul modello di uno simile
visto in un film (il fatto che un’infinità di ragazzi anche sopra i vent’anni ad ogni generazione faccia cose analoghe che poi si
risolvono naturalmente con la crescita, non ha la minima importanza per gli psichiatri); si può venire internati anche in seguito a una
innocua esplosione di collera a lungo repressa su un genitore da sempre aggressivo o anche violento e comunque indifferente alle
esigenze del figlio (anche un pugno, anzi anche solo l’accenno a darlo può risultare un motivo sufficiente). Perfino chi non ha fatto
nulla e non è malato di mente ma semplicemente disoccupato, nevrotico e privo di una residenza stabile che non sia quella dei
genitori rischia il TSO o l'analogo ricovero in Neurologia (la violenza familiare può spingervi) o il"Fermo di psichiatria", anche
perché in genere nessuno in ospedale rispetta la normativa di tutela riguardante TSO e ASO e anzi è prassi aggirare la legge sull'ASO
durante la degenza ospedaliera o al pronto soccorso…Vorrei anche contribuire a far sapere che un ricovero forzato ("ricovero
obbligatorio", non "temporaneo") può durare dai due o sei mesi in su (fino a due/tre anni spesso prorogati contro la normativa, mi
sembra, anche se la normativa parla di una o due settimane per un regolare TSO, definito "ricovero temporaneo" infatti) e che chi lo
subisce vedrà cose di per sé traumatizzanti e che non potrà mai dimenticare, se anche non le subirà in prima persona: mi è stato
raccontato che chi si agita (e come non agitarsi mai lì?) viene preso e gettato di peso sotto una doccia fredda o drogato con "farmaci"
molto potenti, dannosi e paralizzanti e che chi soffre o tenta il suicidio, rifiuta di rispondere o ha una depressione probabilmente
superabile con un po' di sostegno economico e con il dialogo (titoli di libri, informazioni di carattere pratico, ecc.), viene chiuso in
una stanza priva di tutto e spesso buia e/o viene legato al letto per diversi giorni consecutivi o per alcune ore al giorno per molto
tempo, anche mesi o più; a quanto affermano ex internati e infermieri o tirocinanti, lì si vive chiusi e continuamente oppressi da
persone con vari disturbi o sofferenti, comunque con individui pesanti da sopportare, e si viene costretti a subire i commenti inutili e
parziali e le offese di infermieri e psichiatri. Un'ex internata, in un intervento a un convegno italiano recente sulla psichiatria (Dentro
e fuori) , ha detto che in manicomio "stava giorni legata al letto", che "gli psicofarmaci le impedivano di pensare" e che "era come
essere morti" e infine che "il mare forse può guarire, ma la psichiatria sicuramente uccide". Questa ragazza peraltro è rimasta chiusa
in manicomio per molti anni, trasferita periodicamente da un manicomio all'altro, al punto che mi chiedo come siano in realtà le leggi
attuali su ricoveri e comunità delle ASL. Nello stesso convegno (Feltre, 2013) si riferisce di offese e umiliazioni (un paziente fatto
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strisciare) e di una giovane ragazza finita addirittura in coma, trascurata e svegliatasi con danni cerebrali irreparabili che l'hanno
mutata per sempre. Agli internati e a chi vive negli appartamenti delle ASL, non solo non viene fornita la possibilità di lavorare
seriamente e di vivere in ambienti sereni e responsabilizzanti, ma non viene dato nemmeno il minimo sostegno psicologico o
un’informazione essenziale, ovvero tutto ciò che è indispensabile a chi vuole trovare e riuscire a mantenere un lavoro: ricordo che
uno di loro mi dimostrò che non gli erano mai state spiegate le più comuni motivazioni inconsce dell'autolesionismo e mi confidò che
gli psichiatri gli ripetevano che il suo problema (quindi la ragione di ciò che nel presente lo angustiava) era che “i suoi genitori non lo
avevano amato”…e per chi gli ha elargito questa sentenza niente conta il fatto che un commento di questo tipo non tenga conto delle
sue condizioni di vita presenti e sia del tutto inutile ai fini della ricerca di una soluzione o almeno di un percorso di miglioramento
della sua situazione. Quanto alle diagnosi strampalate, si dovrebbe leggere DSM e ICD e loro evoluzione negli anni per comprendere
in che stato versa l'attuale psicologia o psichiatria e inoltre tener presente che, in totale contrasto con le prescrizioni dei libri
universitari, le diagnosi sono spesso fatte a prima vista senza curarsi di sapere il perchè di certi comportamenti o di tenerne conto, un
po' come fa la gente del tutto ignorante quando fa le diagnosi da sè leggendo l'elenco dei sintomi su Internet se lo ritiene conveniente
(anche per questo peraltro il DSM è tanto dannoso). Ed è difficile trovare ragioni diverse agli aggiornamenti del DSM dagli interessi
del mercato dei libri universitari che lo illustrano e sono costretti a edizioni nuove frequenti e una prova di ciò tra le altre è che
nell’ultima edizione di Sinossi di Psichiatria (Kaplan-Sadock) si consiglia di continuare a utilizzare tra medici le categorie
diagnostiche sulla schizofrenia abolite dall’ultimo DSM.
Gli indirizzi Internet citati e le ricerche online consigliate qui andrebbero considerati insieme alle notizie sempre più allarmanti sugli
esiti di processi che si leggono sui quotidiani, sulle riviste, ecc.: nell’insieme essi devono far comprendere l’insufficienza
indiscutibile e la contraddittorietà della legislazione nel tutelare i cittadini sugli abusi in particolare della psichiatria, di cui è
frequentissima e nota l’aperta violazione o l’”aggiramento” della normativa riguardante ASO, fermo di psichiatria, lungodegenze,
decreto di protezione e progetto di accoglienza (difesa legale, formazione, alloggi sempre meno spersonalizzanti), prescrizione di
psicofarmaci, TSO (nel farlo scattare e nel mantenerlo, nell’uso di violenze fisiche e verbali e di contenzione, nella scelta tra farmaci
pericolosi e pesantissimi, nella chiusura a chiave dalle porte, nell’ingresso di persone in visita e nell’uso del telefono). Riguardo al
termine “aggiramento” avviso che lo prendo da un testo che è materia d’esame all’università di Medicina e che lo mantengo perché è
chiaramente sprezzante del principio dal quale sono originate appunto le poche leggi di tutela esistenti. È anche in questo contesto
che si deve considerare sia il discreto numero di interventi (per esempio alla radio) degli ultimi quindici anni riguardanti tagli
ulteriori da parte del governo all’assistenza socio-sanitaria (per esempio dei malati cronici privi del diritto di eutanasia) sia da un lato
le leggi che sembra permettano di fatto di diseredare completamente un figlio nonostante la legge sulla quota legittima (se possono
spendere o intestare ad altri mentre sono in vita tutto il patrimonio la quota diventa zero) e dall’altro la legge del 2021 sul tema
dell’obbligo di mantenimento dei figli maggiorenni e sancente per scritto un diritto all’irresponsabilità delle proprie azioni che molti
genitori già si prendevano di fatto in precedenza in genere col benestare dell’assistenza sociale comunale e delle forze dell’ordine: è
comune e ben tollerato dalla maggioranza lo spingere le figlie presso aguzzini da cui la legge non le difenderà e naturalmente anche il
costringere i figli di entrambi i sessi negli inferni della psichiatria, perché è bene tenersi aperte certe porte se si ha figli e tanto un
suicidio ben organizzato e riuscito può risolvere tutto e non vale quindi la pena di intervenire in caso il vicino di casa subisca minacce
di morte, offese, percosse, controllo di telefono e PC e diffamazione e sia filmato (anche con la sua consapevolezza a una dato
momento, il che è insopportabile) in bagno e stanza da letto con telecamere… E poi le menzogne su vasta scala possono essere
sfruttate per sfogare un po’ di aggressività senza rischi e per ottenere a buon mercato qualche credito facendo ai violenti il giusto
favore ed è destino che siano sempre tanti i reati condannati a restare sulla carta (mi sembra di aver colto bene la mentalità diffusa).
Riguardo al paragrafo precedente, tengo a specificare ulteriormente: nel programma d’esame di Psichiatria di una facoltà del centro
Italia, al manuale Sinossi di psichiatria – immorale solo per chi sa leggere tra le righe di alcuni paragrafi – è stato aggiunto un testo
sul TSO che è stato scritto con un linguaggio intenzionalmente aggressivo, tra continue iterazioni del verbo “dovere” e senza
preoccuparsi dell’assurdità – dato il contesto – di concetti come quelli di misure fortemente punitive per l’interesse della società,
persone socialmente inutili o aggiramento delle leggi di tutela. Chi ha scritto il testo ritiene evidentemente di rappresentare la società,
mentre la psichiatria ne rappresenta al massimo i gruppi più ignoranti e violenti, dato che credo che tutti possano convenire sul fatto
che non sono l’unica persona a essersi documentata che prova solo disgusto per la prassi violenta della maggior parte degli psichiatri
del settore pubblico e privato. L’autore del testo mostra di ritenere che leggi e diritti prescritti siano irrilevanti, esibendo un
atteggiamento del tutto coerente con quello che esplicitamente accusano gli autori del manuale citato Sinossi di psichiatria (cap. 37),
con ciò che viene denunciato nelle varie pagine online sul ricovero temporaneo e sul ricovero obbligatorio e con quanto è manifesto
nella mia esperienza e in quella di molti altri potenziali “pazienti”, tirocinanti e professionisti della sanità a vario titolo, tutti ormai fin
troppo consapevoli degli abusi gravi e, quel che è peggio, sistematici degli psichiatri.
Leggi e salute mentale, testo a cura di Fioritti nel programma di Scienze Infermieristiche precisa le ragioni per cui proprio la
legislazione riguardante i ricoveri obbligatori attesta in particolar modo l’arretratezza della psichiatria italiana rispetto a quella di
molti altri Paesi europei (soprattutto con riferimento agli anni ‘90): ritardo dei Progetti Obiettivo e delle leggi regionali rispetto ai
provvedimenti europei di devolution; mancanza di un organo per la formulazione e il controllo dell’attuazione di un piano di riforma
e di norme per il finanziamento della legge e degli interventi; assenza del “modello legale” (con riferimento all’autorità giudiziaria
per il TSO) diffuso in Europa o della sua possibilità – date la diversa cultura e la situazione particolare italiane – di risultare
protettivo della libertà individuale, com’è all’estero (è grande e motivata qui non solo la sfiducia nei clinici, ma anche quella nella
giustizia e in generale nello Stato); mancanza del criterio di pericolosità come requisito essenziale per un TSO (è questo il vuoto dalle
conseguenze più gravi, perché si tratta, come nel caso del modello legale, di una condizione indispensabile di tutela dall’abuso
medico e dal paternalismo); esaltazione del diritto della “società” (non meglio precisata…) di prevaricare quello individuale, sebbene
così si giustificassero gli inquisitori che torturarono per giorni e poi bruciarono – e a fuoco lento! - bambine e donne come streghe e
inoltre alcune dittature e nonostante la Commissione Europea abbia più volte ribadito che è dei diritti dell’individuo che si deve
parlare e non di quelli della società, perché è proprio per questo che si è fatta la riforma psichiatrica (messaggio recepito da molti
Stati, senza contare che da tempo è stato reso chiaro che è questo a caratterizzare una democrazia (sono parole di Dostoevskij, ma
anche di Silone e molti altri); insistenza ipocrita sul concetto di cura per deviare l’attenzione dalla privazione della libertà (un dato di
fatto riconosciuto all’estero e che è alla base del ricorso all’autorità giudiziaria, ma negato in Italia grazie alla magia delle parole); a
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livello dell’ospedale psichiatrico giudiziario mancanza di trattamenti, scopo solo contenitivo (punire e nascondere il pazzo) e nessun
coinvolgimento da parte della legge 180 e della successiva legislazione relativa, sebbene altre nazioni da tempo abbiano integrato nei
servizi pubblici le strutture forensi e abbiano accumulato competenze per il trattamento di tali internati, tra i quali alcuni sono
colpevoli soltanto di piccoli reati connessi al disagio sia mentale che economico (rimando anche al citato manuale di Ferrario);
rispetto alle leggi europee – molto più garantiste – grandi povertà delle leggi italiane a tutela di chi subisce un TSO rispetto a
conservazione dei diritti civili e delle libertà personali (permessi per il lavoro, “boccate d’aria” di giorni, periodi di prova all’esterno,
visite, ecc.), consenso, revisione periodica, commissioni di vigilanza per rilevare e sanzionare abusi e proporre modifiche, istituti di
difesa e rappresentanti legali anche d’ufficio considerati essenziali quasi ovunque in Europa, informazioni anche scritte sui diritti
(ribadisco che online si può leggere che chi in Italia subisce un TSO in genere non conosce nemmeno i pochi diritti concessigli
formalmente e che per prassi non sono rispettati), procedura dei ricorsi (gli autori anzi affermano che non sono loro noti casi in cui
tutta la laboriosa procedura per l’Italia sia stata seguita) e loro utilità (in Italia la legge su urgenza e difesa tutto giustifica), pene gravi
per i maltrattamenti e gli abusi verso i pazienti (peraltro pare che in Inghilterra chi ne è autore venga danneggiato seriamente con una
diffamazione insistente da parte dei media, cosa che non si può nemmeno immaginare in Italia, dove già molti gravi abusi in politica,
giornalismo e in generale in ogni settore non hanno suscitato serie e diffuse proteste o danneggiato in qualche modo chi li ha
compiuti).
Leggi e salute mentale è del 2002 e non specifica riguardo all’Italia la durata massima di un TSO continuamente rinnovato di 10-15
giorni dopo i 7 iniziali (però lo specifica di 2 anni al massimo riguardo agli altri stati considerati) e per di più accenna alla possibilità
– solo in Italia – di due tipi di TSO, di cui uno definito non “di degenza” ma “extraospedaliero” (riferimento alla L. 180): esso non
sembra diverso dall’altro se non per la possibilità teorica del trattamento a domicilio (in pratica spesso i familiari non sono disponibili
al riguardo), tuttavia se ne scrive che, a differenza che nell’altro, durata e motivazione non sono definiti preventivamente in un
protocollo e non devono necessariamente essere precisati, e che non servono più di un medico qualunque per proporlo e altre persone
oltre al sindaco per approvarlo… Peggio di così! A questo si deve comunque aggiungere quanto si legge in Sinossi di psichiatria su
due tipi di TSO, di cui solo uno definito “temporaneo” (forse una classificazione valida anche in Italia) e poi tutto ciò che online si
può leggere sulla lungodegenza nella psichiatria italiana (solo online si fissa un limite a 2/3 anni, ma sottolineando che viene spesso
superato di molto per mancanza di alternative e quindi di leggi sensate sui familiari e sui finanziamenti statali/regionali su
appartamenti e inserimento lavorativo). È in questo contesto che si deve considerare la silente e deprimente “reistituzionalizzazione”
in atto ovunque nel mondo dal 2000 (rimando agli ultimi capitoli ancora di Leggi e salute mentale, in cui si lamentano aumento dei
posti letto, TSO agevolati e in crescita, ecc). Riguardo alla difficoltà tutta italiana di difendersi legalmente dall’abuso medico,
sottolineata più volte da Fioritti, tenete presente anche che all’estero sono noti ai più nominativi di avvocati per i loro risultati,
mentre in Italia spesso non ci si difende perché non si sa da chi andare e non si accede facilmente a informazioni certe su leggi, mezzi
per documentare e diritti ed è difficile reagire anche all’eventuale abuso dell’avvocato scelto a caso (anche in televisione non sono
del tutto mancati interventi che hanno rimarcato questo divario tra l’Italia e molti altri Paesi e io ricordo ancora quello, di alcuni anni
fa alla RAI, di una studiosa italiana residente all’estero interpellata sulla violenza sulle donne). Va da sé che in genere l’abuso medico
è in relazione con quello dell’assistenza sociale, che è molto frequente (si può constatarlo leggendo le testimonianze delle vittime e
parlando con le volontarie alle associazioni contro la violenza di genere, anche perché l’accusa di delirio persecutorio e addirittura
allucinazioni è sempre possibile in quel caso).
Se un TSO è sempre molto traumatico, le sue conseguenze peggiori o più durature sono sociali (diffamazione estesa) e fisiche
(malattie croniche organiche o morte, anche perché come già accennato, agli internati esami e adeguate cure per le malattie fisiche
sono negati nella maggioranza dei casi e quindi i “farmaci” e la contenzione a volte hanno effetti avversi molto gravi). Gli ultimi
capitoli del manuale Sinossi di psichiatria soprattutto ribadiscono l’urgenza di far sì che i diritti civili e umani di chi si ammala siano
finalmente rispettati, che a chi ha un disturbo mentale non siano più negate le cure fisiche in Psichiatria e negli ospedali comuni, che
l’ignoranza diffusa in ogni ambiente riguardo alle malattie mentali sia combattuta attivamente e che ci si decida a tener conto della
lunga esperienza che nel secolo scorso ha portato a demolire, almeno a livello teorico, deleteri antichi pregiudizi, sadismo e
cialtroneria, esperienza le cui tappe sono state contrassegnate anche da alcuni noti processi legali. Peraltro perfino all’interno del
citato manuale Sinossi di psichiatria si possono rinvenire aperte contraddizioni: per esempio si fa notare che gli SSRI si sono spesso
rivelati inefficaci con bambini e adolescenti e che anzi ci sono stati molti suicidi tra i giovani che li assumevano e si afferma che in
particolare il Prozac causa molta insonnia e nervosismo e che lo assumeva anche l’adolescente autore della nota sparatoria del 2005
in una scuola americana e tuttavia il cap. 31 contiene molte “storie” di bambini e adolescenti nella maggior parte dei casi in terapia
proprio con il Prozac; soprattutto gli autori si esprimono spesso favorevolmente sull’opportunità dell’ospedalizzazione e di misure
drastiche e a volte arrivano a presentare il ricovero come un modo di sottrarre allo stress della situazione di vita e a definire
“beneficienza” la privazione della libertà di fare qualsiasi scelta autonoma e le torture insopportabili e a volte letali permesse in
particolare con i depressi e con chi viene dichiarato incapace; quando ammettono che il loro desiderio di evitare il DSM e di basare le
diagnosi sulla risposta agli psicofarmaci e sulla biologia non è oggi ancora realizzabile, gli autori adducono a ragione di ciò
l’immaturità attuale delle conoscenze sui geni e l’importanza del fattore ambientale e sembrano dimenticare che l’ambiente – ovvero
l’insieme delle condizioni di vita – rivestirà un’importanza enorme anche quando la conoscenza in campo genetico e biologico sarà
migliore; i capitoli sulla “psicologia positiva”, sui maltrattamenti in famiglia e sulle camere di privazione sensoriale delle dittature –
oltre che la saggezza più elementare – si pongono in totale contrasto con ciò che loro definiscono “cure”; in alcuni capitoli e paragrafi
anche esplicitamente gli autori dipingono un quadro spaventoso delle condizioni in cui “vivono” i pazienti psichiatrici (il fattore
ambientale della cosiddetta popolazione clinica) e in un capitolo intitolato quasi sfacciatamente Farmacoterapia elencano una lunga
serie di problemi anche fisici, sociali ed economici causati dall’assumere farmaci psicotropi, mentre negli ultimi capitoli ne elencano
conseguenze negative ulteriori dovute alla mentalità più diffusa tra medici, psichiatri, psicologi, assicuratori, produttori farmaceutici
e legislatori (mentalità ben più rozza e ignorante di quella espressa nei libri di testo grazie ai quali costoro si sono laureati). Davvero
non solo la maggioranza degli psichiatri non rappresenta la società, ma non rappresenta nemmeno la psichiatria... Il fatto che in un
manuale universitario di psichiatria manchi la necessaria coerenza è senz’altro molto significativo e indicatore della situazione
confusa in cui versa la psichiatria oggi e di una storia secolare di ambiguità. Ed è un segno di grave assenza di civiltà il fatto che agli
autori dei manuali e in generale a persone la cui professionalità è tanto poco chiaramente fondata venga permesso di affermare che è
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  • 1. Corretto e completato il giorno 11 aprile 2024 LA PSICHIATRIA ITALIANA UNA GUIDA PER CONOSCERLA E DIFENDERSENE 1
  • 2. LO STATO ATTUALE DELLA PSICHIATRIA ITALIANA UNA GUIDA PER CONOSCERLA E DIFENDERSENE QUESTO DOCUMENTO È ORGANIZZATO NEL MODO SEGUENTE: *ELENCO DELLE PIÙ FREQUENTI CAUSE DI ERRORE/BIAS E DI ABUSI IN PSICOLOGIA CLINICA E NEI PROCESSI GIUDIZIARI CHE UTILIZZANO ANCHE PERIZIE PSICOLOGICHE *BREVE ELENCO DI LIBRI UTILI PER DIFENDERSI DA CHI USA TEST PSICOLOGICI PER GIUDICARE GLI ALTRI IN FRETTAAPPENA CONVENGA *TESTI E RIFLESSIONI UTILI SUL RAPPORTO TRA PSICHIATRIA, PSICOLOGIA E VIOLENZA SOPRATTUTTO NEL CONTESTO DEL SISTEMA SANITARIO NAZIONALE *INFORMAZIONI DETTAGLIATE SUGLI EFFETTI AVVERSI DEGLI PSICOFARMACI E DELLE "TERAPIE CHE SFRUTTANO L'ELETTRICITÀ" E DI QUELLE CHIRURGICHE CON ACCENNI ALL'OPPOSIZIONE UNIFORME DELLE ASSOCIAZIONI DEGLI PSICHIATRI PERFINO AL SUICIDIO ASSISTITO DEI MALATI LA CUI MORTE È PREVISTA ENTRO 6 MESI. QUESTE INFORMAZIONI SONO STATE TRATTE DA UN MANUALE DI PSICHIATRIA ATTUALMENTE IN USO E PARTE DEI PROGRAMMI DELLE FACOLTÀ DI MEDICINA *UN CHIARIMENTO SULLE SOMATIZZAZIONI DA STRESS (MALATTIE PSICOSOMATICHE) E SU COME FONDARE SU BASI SOLIDE IL PROPRIO BENESSERE *RIASSUNTO SULLE TECNICHE COGNITIVO-COMPORTAMENTALI E SULLE DISTORSIONI DEL GIUDIZIO *RIFLESSIONI CONFORTANTI SULL'INTELLIGENZA (LIMITI, POSSIBILITÀ E "VARIETÀ") *TRE BREVI TESTIMONIANZE TRATTE DA INTERNET 2
  • 3. - ELENCO DELLE PIÙ FREQUENTI CAUSE DI BIAS PER LO PIÙ INVOLONTARI DELLO PSICOLOGO CLINICO, DELLO PSICOTERAPEUTA E DELLO PSICHIATRA ELENCATE NEI MANUALI UNIVERSITARI (I NUMEROSI CASI DI ABUSI PREMEDITATI NON SONO MAI CONSIDERATI IN QUESTI MANUALI): 1) scegliere un'ipotesi perchè è la prima venuta in mente o quella cui sono legati gli esempi più numerosi che si ricordano o un articolo letto da poco tempo; 2) fare ipotesi troppo generiche o farne per ogni indizio rilevato, magari dando anche soluzioni immediate per ogni problema emerso; 3) accumulare troppi dati senza metodica semplificazione; 4) adottare un'ipotesi sbagliata per semplificare la comprensione e facilitare la decisione; 5) non tener conto di quanto è difficile per ogni paziente dare risposte sia chiare che corrette; 6) non considerare o non richiedere il giudizio del paziente sull'esito del colloquio o dell'eventuale test o trattamento e sulla sua volontà/capacità di sottoporvisi; 7) fare troppe domande chiuse e all'interno dello stesso schema di riferimento, sacrificare alla teoria informazioni discrepanti e in generale abusare di termini, teorie e prototipi di stili di personalità e di disturbi mentali, facendosi condizionare dal supervisore per ansia da prestazione o ambizione, dal proprio orientamento professionale, da stanchezza e preoccupazione, dall'abitudine a osservare un certo disturbo in ospedale, da narcisistica convinzione di infallibilità, da bisogno di mantenere il potere in un'istituzione ecc.; 8) mettere in atto una psicologizzazione rituale, cioè "da compito" e non decisa di volta in volta in base alla situazione e al paziente; 9) fare colloqui e test troppo lunghi o troppo corti generando approssimazione; 10) sopravvalutare o sottovalutare l'incidenza di un disturbo o il carattere patologico o normale – in certe situazioni e con certe personalità – di un comportamento; 11) valutare un disturbo dell'umore in base a un tono d'umore standard e non allo standard individuale; 12) dare per scontato che il collega criticato dal paziente sia adeguato o inadeguato oppure non tenere conto delle aspettative e delle ambivalenze di tale inviante o ancora evitare una corretta collaborazione con lui per difficoltà di carattere personale; 13) mostrarsi sempre molto intelligenti o molto incoraggianti e attenti per ansia, subire un contagio emotivo – in modo lineare o meno - , liberarsi rapidamente di emozioni fastidiose senza prima analizzarle, lasciarsi indurre ad assumere un ruolo inadeguato (per esempio da genitore), farsi sedurre, permettersi di sedurre o di lasciar trasparire disprezzo o rabbia nell'atteggiamento e in generale "vivere" il colloquio, quindi non utilizzare tutte le informazioni e le emozioni (anche quelle personali disturbanti) per conoscere meglio il paziente e il problema; 14) ostentare freddezza e distanza per apparire neutrali oppure, per fastidio o ansia, spingere all'autonomia precocemente e rifiutarsi a legittime richieste o ancora mantenere per partito preso o pigrizia una posizione di attesa passiva creando nel paziente senso di abbandono, confusione, ansia e conseguenti discorsi sconclusionati e vagolanti o perdita di fiducia; 15) non tenere in considerazione la necessità che, idealmente implicata dalla diagnosi psicodiagnostica e dalla psicoterapia, di confrontarsi con altri colleghi, di usare anche strumenti diversi dal colloquio e standardizzati e di mantenere nel paziente un atteggiamento fiducioso e attivo attraverso programmate e periodiche "restituzioni" dei risultati dei colloqui e dei test e valutazioni dei possibili interventi o dell'eventuale interruzione del rapporto; 16) giudicare eventuali risultati contraddittori dei test o discrepanze tra colloquio e strumenti alternativi senza chiederne spiegazione al paziente, senza tener conto dell'ansia e della stanchezza che molti test creano di per se stessi o in rapporto ai test precedenti, delle diverse reazioni provocate da interlocutori e ambienti diversi, dai diversi orientamenti teorici, da spiegazioni insufficienti o date in un linguaggio tecnico, ecc.; 17) farsi condizionare da opinioni e rivelazioni di familiari, amici e colleghi del paziente; 18) non rilevare le contraddizioni nella comunicazione o la poco frequente ma molto importante discrepanza, in alcuni individui e in certi frangenti, tra comportamento e conversazione; 19) accettare dei termini nelle descrizioni dei sintomi da parte del paziente senza verificare che il significato da lui attribuito loro corrisponda a quello che esso ha per gli psicologi e non verificare di aver capito bene di fronte a idee insolite o ad abitudini eccentriche; 20) fare domande ingenue, cui molto spesso conseguono falsi negativi nelle risposte, anche a causa di inadeguate scale e interviste semistrutturate (io aggiungerei anche falsi positivi, perché le domande che il mio manuale sui colloqui clinici riporta per la diagnosi del delirio di persecuzione sono in modo evidente assurde, indipendentemente dal giudizio dei suoi autori, dato che tutti hanno nemici più o meno dichiarati). Il bias più comune è quello detto anche autoconvalida o errore di persistenza. Questo elenco è tratto da Modelli di colloqui in psicologia clinica (Del Corno-Lang). Citazione dal codice deontologico degli Psicologi Italiani "Lo psicologo (...) deve prestare particolare attenzione ai fattori personali, sociali, organizzativi, finanziari e politici, al fine di evitare l'uso non appropriato della sua influenza, e non utilizza indebitamente la fiducia e le eventuali situazioni di dipendenza dei committenti e degli utenti destinatari della sua prestazione professionale (...) Nell'esercizio della professione, lo psicologo rispetta la dignità, il diritto alla riservatezza, all'autodeterminazione ed all'autonomia di coloro che si avvalgono delle sue prestazioni; ne rispetta opinioni e credenze, astenendosi dall'imporre il suo sistema di valori; non opera discriminazioni in base a religione (...) La violazione dell'obbligo di formazione continua, determina un illecito disciplinare (...) Riconosce i limiti della propria competenza e usa, pertanto solo strumenti teorico-pratici per i quali ha acquisito adeguata competenza e, ove necessario, formale autorizzazione. Lo psicologo impiega metodologie delle quali è in grado di indicare le fonti e riferimenti scientifici, e non suscita, nelle attese del cliente e/o utente, aspettative infondate (...) Non rivela notizie, fatti o informazioni apprese in ragione del suo rapporto professionale (...) Lo psicologo, nel caso di intervento su o attraverso gruppi, è tenuto ad informare, nella fase iniziale, circa le regole che governano tale intervento. È tenuto altresì ad impegnare, quando necessario, i componenti del gruppo al rispetto del diritto di ciascuno alla riservatezza (...) Lo psicologo adotta condotte non lesive per le persone di cui si occupa professionalmente e non utilizza il proprio ruolo ed i propri strumenti professionali per assicurare a sé o ad altri indebiti vantaggi (...) Lo psicologo, nella fase iniziale (...) fornisce (...) informazioni adeguate e comprensibili circa le sue prestazioni, le finalità e le modalità delle stesse (...) Se la prestazione professionale ha continuità nel tempo, dovrà esserne indicata, ove possibile, la prevedibile durata (...) Lo psicologo si astiene dall'intraprendere o dal proseguire qualsiasi attività professionale ove propri problemi o conflitti personali, interferendo con l'efficacia delle sue prestazioni, le rendano inadeguate o dannose alle persone cui sono rivolte (...) Lo psicologo valuta ed eventualmente propone l'interruzione del rapporto terapeutico quando constata che il paziente non trae alcun beneficio dalla cura e 3
  • 4. non è ragionevolmente prevedibile che ne trarrà dal proseguimento della cura stessa (...) Lo psicologo evita commistioni tra il ruolo professionale e vita privata (...) Costituisce grave violazione deontologica effettuare interventi diagnostici, di sostegno psicologico o di psicoterapia, rivolti a persone con le quali ha intrattenuto o intrattiene relazioni significative di natura personale, in particolare di natura affettivo-sentimentale e/o sessuale. Parimenti costituisce grave violazione deontologica instaurare le suddette relazioni nel corso del rapporto professionale (...) Allo psicologo è vietata qualsiasi attività che, in ragione del rapporto professionale, possa produrre per lui indebiti vantaggi diretti o indiretti di carattere patrimoniale o non patrimoniale, ad esclusione del compenso pattuito (...) Lo psicologo presenta in modo corretto ed accurato la propria formazione, esperienza e competenza. Riconosce quale suo dovere quello di aiutare il pubblico e gli utenti a sviluppare in modo libero e consapevole giudizi, opinioni e scelte". Recensione online di L. de Mango a Le terapie folli: come riconoscere terapeuti e pseudoterapeuti su Psicoterapie folli: conoscerle e difendersi di M. T. Singer e J. Lalich, a cura di P. Michielan “Non si sa (...) quanti siano gli psicologi/psicoterapeuti che non sono né accreditati né autorizzati, per non parlare di quelli che, nonostante siano in possesso di titoli, propongono terapie bizzarre e che svolgono attività che hanno ben poco a che fare con quanto viene generalmente definito "aiuto". Queste terapie folli fondano il proprio successo sulla conquista della fiducia del paziente, fragile e confuso (...) Tra i Crazy Therapist, Singer e Lalich annoverano nella loro guida per riconoscere un incompetente (...) immorale o ciarlatano, lo sfruttatore (...) che ha già capito il problema senza fare l'anamnesi, il nevrotico che parla al paziente dei propri problemi (...) e cerca di farlo lavorare per lui. E ce ne sono tanti altri, che abusano della fiducia che le persone ripongono nella figura del terapeuta, attivando su esse abusi, soprusi e manipolazioni emotive e mentali (...) Hanno (...) in comune di porre spesso (...) la causa (...) in qualche evento traumatico del passato, (...) la profonda mancanza d'interesse per la verità o per la precisione e la (...) proposta di una tecnica terapeutica unica e uguale per tutti (...) Alcune delle metodologie e degli strumenti di cui si servono sono (...) l'allontanamento del paziente dalle sue relazioni (...) e il ricorso a riti magici o spirituali.” BIASES FREQUENTI AI PROCESSI NELLE VALUTAZIONI COMPIUTE DA GIUDICI (DI MERITO) SULLE PERIZIE ANCHE PSICOLOGICHE La valutazione dell'attendibilità degli enunciati della scienza è aperta a vari pericoli: la mancanza di cultura scientifica dei giudici; gli interessi che talvolta stanno dietro le opinioni degli esperti; le negoziazioni informali occulte tra i membri di una comunità scientifica; il carattere distruttivo delle affermazioni scientifiche in particolare nel processo accusatorio; la complessità e la drammaticità di alcuni grandi eventi e la conseguente difficoltà di uno sguardo neutro; la provvisorietà delle opinioni scientifiche; la manipolazione dei dati; la presenza di psudoscienza; gli interessi dei committenti delle ricerche; contrasto possibile tra le perizie svolte all'inizio di un'indagine e quelle svolte a livello dibattimentale, tra quelle del perito d'ufficio e quelle del perito di parte e tra quelle del primo e del secondo grado; la presenza nella psicologia di antinomie, diversi indirizzi e novità derivate dalla strumentazione (neuroimaging, ecc); incertezza non rara su quale esperto di psicologia è più adatto a pronunciarsi (medico legale, psichiatra forense, psicopatologo forense, ecc.). Questo elenco è tratto da La perizia psicologica (L. Sammicheli). A questo riguardo sono importanti le precisazioni di Sammicheli e altri sulle leggi che rendono questi biases frequenti e l'ingiustizia diffusa, soprattutto non imponendo un linguaggio comune a periti, avvocati e giudici, il massimo rilievo alle analisi e alle discussioni precedenti l'incontro in aula (partecipazione, filmati, registrazioni scritte) e una precisa attribuzione di ruoli. Su come gli appelli vengano a volte strumentalizzati per fare evitare – con la legge sulla prescrizione – il carcere a manifesti colpevoli e per arricchire gli avvocati potete leggere, oltre al citato libro di Sammicheli, Il tribunale del medico (IRFEA), utile anche per riflettere sui falsi dichiarati dai medici legali evidenti solo in appello. LIBRI E PAGINE ONLINE UTILI PER DIFENDERSI DA CHI USA TEST PSICOLOGICI PER GIUDICARE GLI ALTRI IN FRETTAAPPENA CONVENGA (I TEST PIÙ USATI DIVENTANO ALTRI NELL'ARCO DI POCHI ANNI, PERCIÒ DOVRETE IN FUTURO AGGIORNARE QUESTO ELENCO SE VOLETE UNA CONOSCENZA DAVVERO MOLTO PRECISA DEI TEST ATTUALMENTE IN USO) Un buon libro sul linguaggio del corpo (in biblioteca testi simili semplici e utili non mancano) da confrontare con il paragrafo 3.2 sulla CNV (postura, segnali metasegnali come il portamento, espressione, movimenti) in Il colloquio nell'assistenza sociale (Allegri- Palmieri-Zucca) e eventualmente con il cap. 5 di Psicologia della comunicazione (P. Di Giovanni); informatevi sulla fisiognomica antica non validata di Lavater e sui suoi recenti sviluppi pericolosi online e al limite anche in biblioteca; un testo e/o pagine online sulle più comuni deduzioni dalla calligrafia (ricordo che la grafologia è un metodo di analisi giudicato inattendibile dopo molti esperimenti, ma praticato comunque spesso in diversi contesti e con non poca sicumera e faciloneria); pagine online o un testo sull'analisi lessicografica nelle comunicazioni orali o scritte; i capitoli 10 e 11 di Diversità, devianze e terapie (Salvini-Galieni), sull'analisi del discorso/testo, delle corrispondenze, dei cluster e stilografica (metodi utilizzati in tribunale ma non ritenuti scientifici, perché la loro attendibilità non è certa e dimostrabile); eventuali elenchi di test in libri di testo dei programmi dei Licei delle Scienze Umane (il testo del secondo biennio con il corso di Psicologia ha i limiti esposti nel mio paragrafo sui licei più avanti, ma è un'introduzione breve e ricca di schemi ben fatti ai testi universitari), Scienze dell’Educazione e della Formazione, Psicologia e forse Scienze Infermieristiche, Scienze Sociali e dell'Assistenza Sociale e Medicina. Potreste leggere i libri del corso di Metodologia della ricerca in psicologia (quello di Howitt-Cramer), almeno il Cap. 3 sull'analisi della conversazione in Il colloquio nell'assistenza sociale (Allegri-Palmieri-Zucca) e forse i testi del corso universitario di Pedagogia sperimentale come La ricerca sul campo in educazione: i metodi qualitativi (Mantovani) e, in caso non comporti alcun disagio, potreste farvi prestare gli appunti delle lezioni e soprattutto dei laboratori dagli iscritti, ma può essere sufficiente leggere l'elenco sintetico di tutto ciò che minaccia la validità interna ed esterna delle ricerche psicologiche (effetto storia, effetto strumentazione, ecc.) in Progettare la ricerca empirica in educazione 4
  • 5. (Coggi-Ricciardi). Forse altri test sono citati nei manuali corrispondenti al corso universitario “Pedagogia sperimentale. Modelli e procedure per l’educazione degli adulti” (io però non li ho letti e in ciò che segue non tengo conto di essi). Segnalo Dieci test che lo psicologo deve conoscere (Lang), Test psicologici (Natali), I test psicoattitudinali per tutti i concorsi o forse La diagnosi testologica (Del Corno-Lang) e Psicopatologia dello sviluppo. Storie di bambini e psicoterapia (F. Celi). Leggete le pagine Wikipedia sul modello Kernberg e quelle sull'assurdo manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali nelle versioni IV e V e future e cercate di trovare delle raccolte di test diagnostici che usino come riferimento tale DSM o il PDM o la ICD-10 o almeno leggete le pagine dedicate al colloquio paziente-medico e al report e poi possibilmente l'intero cap. 5 Valutazione e diagnosi del paziente psichiatrico per le tabelle su scale e test e il concetto di MSE in Sinossi di Psichiatria (Kaplan-Sadock's) o in un altro manuale universitario recente di psichiatria o di psicologia clinica e forse L'ascolto del minore testimone (Gulotta-Camerini) e La perizia psicologica. Prospettive e metodi in psicologia e psicopatologia forense (L. Sammicheli). Comunque considerate ovviamente in generale i libri dei programmi dei corsi universitari di Psicometria, Testing, Test della personalità (es. i libri su questi test di Sanavio-Sica, Antonelli- Rubini e forse Boncori). Sono utili dei libri universitari sul colloquio psicologico/ clinico, quello nell'assistenza sociale e quello sul luogo di lavoro come Modelli di colloquio in Psicologia clinica (Del Corno-Lang-Menozzi) [scritto in un gergo ridicolo, si tratta di un libro immorale e assurdo per i mezzi e gli scopi che attribuisce ai sedicenti clinici, ma è anche una buona introduzione per conoscere bene le cause di bias e cosa aspettarsi dagli analisti e inoltre dagli attuali strumenti alternativi al colloquio – come test e interviste semi-strutturate – e dalle classificazioni diagnostiche anche diverse dal DSM]. Sull'analisi dei disegni infantili potreste leggere i paragrafi 1.4, 1.5 e 1-2.2 di Dialoghi ininterrotti (P. Bastianoni). Sul test sociometrico di Moreno potete leggere il paragrafo 8 del cap. 6 di Metodologia e tecniche della ricerca sociologica (P. Corbetta). Consiglio di evitare i manuali incentrati solo su test e colloqui usati nel mondo del lavoro. Leggete I persuasori occulti (V. Packard), Tecniche proibite di persuasione (S. Allen) e il capitolo sui test psicologici in Ricerche sperimentali di C.G. Jung (fate attenzione, però, a non fraintendere il messaggio di Jung, che in tutti i suoi altri libri ha più volte affermato che i test psicologici sull'individuo non hanno alcuna validità se il fine è di dare un giudizio complessivo e ottenere certezze, confermando quindi il giudizio di Packard sull'inefficacia dei test individuali e il disprezzo di Fromm sul "comportamentismo" insegnato all'epoca, come in parte oggi, nelle università di Psicologia, che infatti hanno un approccio prevalentemente nomotetico o neo-positivista, nonostante le affermazioni del contrario di molti manuali, i quali spesso infatti insistono sulla necessità di non usare i test come fotografie senza criterio e che alcuni test non vanno proprio usati per fare ipotesi di diagnosi, ma poi puntualizzano che c'è chi però lo fa). Segnalo Tecniche dell'intervista e del questionario (Zammuner) che potete evitare di leggere se avete letto il manuale di metodologia della ricerca psicologica e trovate online o altrove informazioni su buffer (domande distraenti), sui vari tipi di effetto risposta (ciò che porta a risposte inadeguate o a errori d'interpretazione) e sulla tipica posizione delle domande salienti nei questionari. Informatevi anche sulle "parole al baseline" o sulla "misura basale" (risposte giuste indovinate). Forse è utile leggere anche i libri non universitari sull'analisi frettolosa come Come analizzare le persone (Morelli). In particolare documentatevi comunque sui test di livello delle scale Wechsler e SBS per rilevare Q. I. (a seconda della fascia di età WIPPSI, WISC III e IV e -R e WAIS), anche se esiste anche la scala Stanford-Binet, sulla scala SGIT per l'intelligenza generale, sui test proiettivi o di prestazione tipica e narrativi per valutare interessi, abitudini, capacità ecc. (almeno TAT, Rorschach, Roberts, Ort e Blacky Pictures, CAT-S, che è simile al TAT, ma per bambini; un test proiettivo per valutare stili manageriali è quello di H. Zulliger), sui test visivo-percettivi o motori/cognitivi (test di Frostig, Bender, TPV, ADD e, Leiter-R), sui test di abilità cognitiva (il breve MMSE, CAS, GAT, PM, CPH e matrici di Raven), per la discalculia (BIDE), per le strategie di apprendimento (QSA), per le conoscenze metacognitive sullo studio (il questionario "Io e la mia mente"), per il metodo di studio (QMS), per l'abilità in matematica (MeMa, prove AC-MT, MAT 2, ABCA, SPM) e per la capacità di lettura MT di lettura 2, sui test d'ammissione all'Università e dei concorsi (Logica Hoepli test e su www.hoeplitest.it), sui test della personalità (VPF5, Myers-Briggs, EPQ/EPI, MPI, BFQ, CBA, 16 PF-C, ACL e soprattutto MMPI - il "Minnesota"- CPI, simile al MMPI e più centrato sui punti di forza che sulle patologie e MCMI - il "Millon", Myers-Briggs Type Indicator forma F sui tipi psicologici di Jung e TCI, il test che distingue tra parte fissata da basi neurobiologiche – temperamento – e parte modificabile da esperienze, intenzioni e allenamento – carattere – e che è stato usato anche per verificare i progressi dopo cicli di mindfulness), sul test del disegno della figura umana e disegno della famiglia di Corman, su quello su preferenze e interessi - credo - per minorenni (questionario di Ayllon e McKittrick), sul supporto sociale (MSPSS e test sociometrico di Moreno, per individuare leader ed emarginati in classe), sui test attitudinali (DAT-5 – un test sulle abilità cognitive catalogato come attitudinale – e i test sui valori professionali e le tendenze sul lavoro TOM, SVP/WIS e PASAT 2000 e SPT), sulle competenze professionali, soprattutto manageriali, basate sul critical incident o su prove con documenti (target interview o TI, PBTI, BEI, SI, In-Basket, SIBI, CSI, MI, EI), sui test per valutare la propensione al rischio (CDQ), sui test per valutare l'intelligenza emotiva (BBES, EQ-i e MSCEIT), sulla capacità di lettura di segnali della comunicazione (PONS) e sui test sintomatici (EDI). [Ho trovato questi test in un manuale del 2016]. Su un testo universitario sui test psicologici del 1998, su un manuale di psichiatria del 1989, un testo recente sull'educazione e altrove ho rintracciato inoltre i seguenti test probabilmente ancora esistenti o simili a quelli più recenti: test sull'ansia (STAI-Y, SAT, HAM-A, TAI, EMAS, CASI-anxiety scale), sulla paura (IP, FSS), sul disturbo di panico (PDSS), sul disturbo da stress post traumatico DSPT (CAPS), sul disturbo ADHD (CRS), sull'autismo (ADI- R),sulla depressione (BDI I e II- breve e online -, CES-D, QUIDS-SR, HAM-D, HRS, SDQ, CDI, Q-PAD, batteria SAFA, CASI, MASCCP, ADI, SCASPV e altri scaricabili da www. Soleinfo.com), su ansia e depressione (TAD, HADS e test di depressione- eccitamento di Jaspers), per l'autostima in generale (Five scale of self esteem), per l'autostima in vari ambiti (TMA), sugli stili di attribuzione (questionario di attribuzione), sulle ossessioni e compulsioni (Repetitive behaviours questionnaire, MOCQ, il PDQ o MOCI, LOI, PI), sulla schizofrenia (BPRS, PANSS, SAPS e SANS, test del comportamento schizofrenico di Paget), sul comportamento aggressivo (PFS), sull'assertività (RAS, AI, SIB), su autoefficacia (LOC), su coping, problem solving e focus of control (CISS, COPE, SCS, IE scale, PSI e IPC) [sul coping rimando comunque alle pagine online che ne elencano le strategie e a quelle che illustrano lo STIPO e la psicologia sociale, del lavoro e delle organizzazioni], su considerazione o meno delle cause in rapporto a locus, stabilità e controllabilità (questionari CDS), sulla qualità di vita (SIP, NHP, SAT-P, WHOQDL), sul dolore fisico e le malattie croniche (QUID, MPQ, API, IBQ). Informatevi sulla batteria di test italiana CBA 2.0. Ricordate che Rorschach e MMPI sono molto usati nei processi giudiziari e che perciò può essere utile conoscerli bene anche attraverso dei manuali (forse quello di Exner per il primo dei due). Anche il TAT forse andrebbe conosciuto meglio su un manuale (forse quello di Abbate-Massaro, che tratta anche della SCORS). Informatevi sulla DISC, con "stem questions". È importante anche conoscere almeno l'intervista semi- strutturata sui disturbi della personalità SCID-5-PD (rimando al testo di First-Williams-Benjamin-Spitzer; la SCID è citata anche 5
  • 6. negli attuali manuali di Psichiatria), le griglie di lettura dei colloqui clinici SWAP-200 (A) (rimando al manuale di Shelder-Lingiardi e al sito www.swapassessment.org), OPD-2 e successivi (rimando al testo Task Force tradotto) e SCORS (rimando al manuale di Lingiardi-Abbate). Consiglio di stampare da Internet l'utile SCL-90. Su salute generale e distress c'è GHQ – 12. Segnalo la breve SCID-5-SPQ, quella BPI sulla depressione dei bambini, la brevissima scala WHODAS online e quella WHODAS 2.0 della tabella 5.3-1 del capitolo 5 del citato Sinossi di Psichiatria, VAS, VNS, NRS, QUID, MPO, MPI, IBQ, CBA2-0, CBA-H, il test ABI e l'intervista Vineland adaptive behaviour scales, tutti per la valutazione della disabilità, del dolore, dello stato di malato, di aspetti vari di pazienti ospedalieri con malattie organiche, Omega attitudes inventory (sulle preferenze dei morenti), Mccame readiness for death (sulle qualità di morte), le scale di valutazione sia personali che per genitore/tutore dei sintomi trasversali di primo e secondo livello (es. PROMIS e magari ASRM, PHQ-9, FOCI, NIDA-ASSIST) e della gravità (es. INSESS e DES-B)[rimando al sito di Raffaello Cortina]. Tenete presenti inoltre i test online e non sulle dipendenze da alcool (es. CAGE, RAPS4 e ASI), sesso, Internet, gioco d'azzardo e a quelli sui disturbi alimentari (es. BULIT-R; EDE); credo che online ne esistano su bulimia, anoressia e binge eating, riguardo ai quali è bene consultare anche il DSM più recente. Nel citato cap. 5 di Sinossi di Psichiatria trovate altre misure oggettive e proiettive della personalità pensate per adulti o per bambini, strumenti di valutazione della personalità per specifici disturbi nei bambini (es. MASC e CDI), procedure di valutazione comportamentale nei bambini (es. SCIC, BYI-III, BASC-2 e PHCSCS-2), test cognitivi specialistici (es. NEPSY e DKEFS), test cognitivi non verbali e adatti a varie culture (es. TONI), test per valutare letture/profitto (es. WRAT), capacità di elaborazione, abilità visuo-motorie (es. VMI-5) e uditivo-vocali (es. TAPS), memoria (es. CMS, Wechsler Memory Scale, Boston naming test, test di metamemoria, computo delle parole sonda, test su memoria retrograda/autobiografica, test per memoria remota con personaggi ed eventi noti o da TV, test della copia della figura geometrica complessa, compito delle coppie associate di parole, test di riconoscimento del tipo sì-no a scelta multipla, test richiamo senza aiuto a ricordo libero o con suggerimento), cognizione sociale/problem solving (es. TOPS), fluenza verbale, demenza, o lobi frontali o test simili alla WISC ma più rapidi (es. WASI) e infine test neuropsicologici simili a quelli cognitivi specialistici: di questi test sovrabbondanti e meno rilevanti e di alcuni di quelli citati da me più sopra il manuale dei Sadock e di Ruiz indica il grado di affidabilità e uso effettivo nella pratica clinica (spesso in contrasto tra loro). Un esempio di test particolarmente insensato, secondo me, è l'HIT, un test proiettivo in cui al povero malcapitato vengono mostrate ben novanta tavole con macchie d'inchiostro, per le quali peraltro è considerata accettabile una sola risposta e la cui attendibilità è pure dubbia... Tenete presente che un esame delle urine può rilevare alcol, cocaina, eroina, marijuana, morfina, metaqualone, anfetamine, benzodiazepine e barbiturici, perciò mentire ai test su ciò è controproducente. Esistono inoltre scale di valutazione per problemi molto specifici e particolari (es. AIMS per valutare movimenti involontari) o all'Alzheimer (es. NPI), ma esulano dallo scopo di questo paragrafo. Informatevi sulle interviste semi- strutturate SCID-5-CV (-RV/-CT), PDO, IIC, (la trovate online nella versione normale e per informatore), D-C: 0-5 Zero to Three e soprattutto CDI e STIPO (online trovate in inglese le domande dell'intervista CDI e in italiano l'utile STIPO). Online cercate altri questionari o self-report inventories e i genogrammi familiari di genepro. La famiglia BLC comprende test autovalutativi per infanzia e adolescenza e test per genitori e insegnanti. Una scala di valutazione indicata durante una terapia è HSCS (anche il PDO-2 però è stato creato soprattutto a questo fine). In caso di mobbing segnalato, vi verranno fatti fare dei test, che potrete fare anche da soli per rendervi conto della situazione al lavoro (es. Lipt-Ege, Naq-R e S-Naq e Work Harassment Scale). Accertare il mobbing. Profili giuridici, psichiatrici e medico-legali (a cura di M. Bove e altri) può servire quando si è deciso di denunciare. Riguardo alle valutazioni a scuola si deve considerare almeno anche la tassonomia di Bloom, le scale di osservazione del comportamento in classe di Boncori e l'elenco di strategie e indicatori degli esercizi 50, 78, 79 e 82 del cap. 10 con chiavi di correzione di Progettare la ricerca empirica in educazione di Coggi-Ricciardi (elenco di strategie elaborative, metacognitive e di dimensioni della creatività, definizioni e indicatori di autoefficacia, autostima, benessere scolastico e ansia) o di pagine online. Informatevi sull'esperimento di Rosenthal che ha dimostrato l'effetto Pigmalione, che Merton ha definito della "profezia che si autoavvera" ed è un esempio di bias di autoconvalida riguardante come l'atteggiamento degli insegnanti sia influenzato dai risultati dei test su Q.I. e a sua volta influenzi il rendimento scolastico e tali risultati al test. I manuali di psicologia politica citano il test IAT (per il prime, le associazioni implicite), la scala RWA (misura l'autoritarismo), la scala SDV (misura la dominanza sociale) e il questionario PVQ (ricerca i valori preferiti). Test molto celebri e di riferimento nei manuali di psicologia sono strange situation e separation anxiety test, che riguardano il rapporto dei bambini piccoli con la madre. Sui principi alla base della costruzione dei test potreste leggere anche le pagine sul modello di Likert riguardante test di atteggiamento in Psicologia della comunicazione (P. Di Giovanni), oltre al citato libro di Zammuner. Dal libro di Di Giovanni ho tratto anche tre dei test elencati, mentre gli altri provengono dagli altri testi citati in questo gruppo. Sul testing psicologico dovreste ritenere soprattutto quanto segue: secondo i libri universitari in programma attualmente e altri saggi meno recenti quando i test psicologici sono applicati sul singolo individuo il loro valore non dovrebbe risiedere in una loro capacità ideale di permettere giudizi certi o definitivi e in fretta, ma piuttosto nel far riflettere la persona su determinati aspetti e problemi e sulle ragioni che l’hanno spinta a non essere sincera o esauriente riguardo a una domanda particolare posta o riguardo a un test intero rispetto ad altri test fatti nello stesso periodo; i test sulla calligrafia non sono ammessi e quelli sullo stile nello scrivere sono giudicati non scientifici; quelli sui gusti in fatto di musica (per molti solo un sottofondo d'atmosfera o uno scudo contro il rumore), villeggiatura e residenza non sono nemmeno contemplati dato il loro livello bassissimo di attendibilità; in genere non vengono fatte domande sulle preferenze politiche e religiose; i test devono essere preparati quanto a contesto e modalità di somministrazione e quindi strutturati e volontari per permettere riflessione e naturalezza-sincerità; il grado di affidabilità di molti dei test formalmente accettati e in uso è classificato o come basso in generale o di troppo difficile somministrazione e soprattutto valutazione per essere davvero utilizzato da psicologi e soprattutto da assistenti sociali, educatori, psichiatri; il loro uso in Psichiatria e nei processi dovrebbe avere senso solo per limitare gli abusi dei clinici riducendone l'influenza. Il fatto che la prassi generale sia un’altra non può cancellare queste osservazioni. Tenete presente che da un po' di tempo si riscontra la consuetudine di portarsi uno studente o un laureato della facoltà di Psicologia o Scienze dell'Educazione all'appuntamento con un nuovo conoscente con il compito di testare in 10 minuti o più il nuovo incontro e 6
  • 7. che a volte lo si fa anche prima di chiudere con un amico/a o fidanzato/a e questo quando non ci si serve di tali sedicenti esperti per fare di peggio con l'aiuto di telecamere economiche nascoste. I test più diffusi tra chi non ha letto o non vuole tener presente i libri universitari sono inviti a firmare qualcosa (rimando alla parentesi più sopra sulla grafologia) o a parlare o a scrivere in inglese con qualche pretesto oppure semplici domande sui gusti in fatto di musica e luoghi ideali di villeggiatura o residenza e sulle preferenze politiche, oltre che sulla quantità di amici di cui si dispone (la difesa migliore consiste nel fare il possibile per non far conoscere esplicitamente o indirettamente i propri gusti e le proprie capacità a chi non è un amico intimo e non si desidera o non è probabile lo diventi, anche a costo di continue attenzioni alla privacy anche in casa, di silenzi frequenti, di risposte generiche e noiose troncate dal fare le stesse domande, dall'allontanarsi o dal dire poche parole che chiariscano una propria precisa conoscenza dei libri universitari sui test psicologici e di livello). Esistono molte monografie per indicare i metodi più adatti a ogni contesto peritale e inoltre le "carte geografiche" per interpretare una norma giuridica e metterla in relazione con concetti psicologici precisi e altre indicazioni sui diversi contesti delle perizie nei manuali di psichiatria forense: vengono indicati anche i test psicologici considerati più adatti. Bisogna tener presente che la scienza criminalistica si serve a volte di molte discipline diverse, tra cui la medicina legale e che la psicopatologia forense ha tante diverse impostazioni. Chi ha poco tempo si limiti a leggere online pagine dettagliate su STIPO, SCL-90, CDI, MMPI, Rorschach e TAT e nei miei documenti tutto ciò che riguarda bias, privacy, coping, introversione e diagnosi psicologica. Consiglio di leggere le tabelle 5.1-6 e 5.2-1 su domande frequenti e report psichiatrico del capitolo 5 del citato aggiornato Sinossi di Psichiatria (un testo tuttavia costoso). Visionare la DISC può essere utile per avere un esempio di intervista ad albero di durata quindi variabile. Per conoscere altri tipi di test e l'altissimo prezzo di alcuni di essi potete consultare il sito www.giuntipsychometrictesting.it. Segnalo anche www.hoeplitest.it. Finché dura una dissociazione nevrotica dall'inconscio è ovvio e inevitabile non poter parlare e agire sempre in modo corrispondente a ciò che si pensa e sente e non disporre di energia (ogni seria nevrosi blocca molta dell'energia disponibile), disinvoltura, sufficiente chiarezza, intuizioni, sogni utili e potere, perchè è l'inconscio in connessione (non ostile) a elargire tutto ciò. Tuttavia il superamento di una nevrosi libera molta energia e determinazione e ciò per tanto più tempo quanto più la nevrosi è durata ed è stata seria. Non c’è mai ignoranza involontaria e innocente dietro le sentenze che si ergono davanti alla nevrosi, agli altri disturbi nervosi o alle malattie mentali temporanee e insomma a tutto ciò che più dà alla gente fastidio ed è più doloroso e distruttivo per chi ne è affetto e lo riducono, senza il minimo rimorso, a 1) stupidità 2) ritardo o arresto prematuro dello sviluppo o 3) pazzia congenita e irrimediabile, quando non a 4) un mero problema di pigrizia e cattiva e debole volontà o 5) sangue viziato o 6) superbia o 7) volgari e infantili tendenze all’eccesso o 8) vittimismo e 9) conseguenze dell'aver letto troppi libri o studiato... E ognuno di questi giudizi viene attribuito a qualche psichiatra o psicologo in moltissimi classici della letteratura che si sono in ogni tempo riproposti di condannare queste sentenze (al riguardo, i primi capolavori letterari del passato che mi vengono in mente sono La signora Dalloway di Woolf e L'uomo senza qualità di Musil, che su ciò non si esprimono diversamente da un bestseller recente come Millennium di Larsson). ELENCO DI LETTURE UTILI SUL RAPPORTO DI PSICOLOGI E PSICHIATRI CON LA VIOLENZA SISTEMA SANITARIO NAZIONALE (LE LEGGI): Politica dei servizi sociali (P. Ferrario); Leggi e salute mentale (A. Fioritti) per un confronto tra psichiatria italiana e psichiatria europea in particolare, pur tenendo presenti i decreti legislativi successivi a quelli considerati da Fioritti e riassunti per esempio anche in manuali per i concorsi per infermieri (infatti non è del tutto irrilevante il passaggio recente al SSN della responsabilità del trattamento dei detenuti con malattie mentali); poche nozioni online sul PSN (Piano Sanitario Nazionale) ; Dossier volontariato, breve testo di Famiglia Cristiana di circa vent’anni fa e/o altri testi simili; Psicopatologia dello sviluppo. Storie di bambini e psicoterapia (F. Celi); gli ultimi capitoli (soprattutto 30 e 37) di Sinossi di psichiatria (Kaplan-Sadock) su malpractice e pregiudizi; Il colloquio nell’assistenza sociale (Allegri-Palmieri -Zucca)); il cap. 7.3 di Dialoghi ininterrotti (P. Bastianoni); le pagine della cronaca e quelle scritte anche da medici di forum e associazioni di malati sui ritardi di anni nelle diagnosi di malattie anche per niente rare; Il tribunale del medico a cura di IRFEA; pagine online sulle cure palliative, sul biotestamento, sull’amministratore di sostegno per fare applicare la propria decisione riguardo alle cure mediche e soprattutto su almeno due o tre casi di suicidio assistito in Italia e sull’associazione Luca Coscioni che lavora per ottenere il diritto all’eutanasia anche in Italia; affermazione del dott. Costantino Benedetti sull’utilizzo scarsissimo di oppioidi in Italia (è in ciò l’ultimo paese in Europa) da confrontare eventualmente con il protocollo online d’uso clinico degli analgesici es. in Veneto e con Il dolce morire a cura di De Santis e altri (un testo meno aggiornato sulla situazione all’estero). Questi testi sono davvero letture fondamentali secondo me. Volendo mettere in rilievo altri testi tra quelli elencati nei successivi sottogruppi, vi invito a leggere la nota Avvertenze, i paragrafi sugli psicofarmaci dei cap. 6, 9, 29 di Sinossi di psichiatria (Kaplan-Sadock’s) e pagine online su La perdita della tristezza (Horwitz e Wakefield, ed. L’Asino d’oro), Primo.Non curare chi è normale (Frances), La crisi della diagnosi (V. Cagli), Follie e inganni della medicina (Skrebenek- Mc Cormick). Leggete possibilmente La perizia psicologica (L. Sammicheli) con particolare attenzione al paragrafo sul testo Neuroscienze e diritto. Visitate http.//salute-regione-emilia-romagna.it/normativa-e- documentazione/leggi/regionali/delibere/dgr-1457-1989, pagina Wikipedia alla voce Privacy e alcune pagine online sull’aggiramento frequente delle misure per la privacy delle cartelle cliniche elettroniche e http://www.ccdu.org/tso/trattamento-sanitario- obbligatorio#diritti-persona-durante-tso, https://www.albopretorio.com/allegati/eccbc87e4b5ce2fe28308fd9f2a7baf3/e58478453181d060df81288ac2012452/Allegato_1.pdf www.ordinepsicologi-liguria.it www.arpmilano.it e qualsiasi altri notizia e documento illustranti la normativa su protocolli di presa in carico in ospedale delle vittime di violenza, TSO, ASO, Fermo di psichiatria e lungodegenze e/o i pochi mezzi per difendersene. Il terribile Modelli di colloquio in psicologia clinica (Del Corno-Lang), il codice deontologico degli psicologi online, una pagina online introduttiva al testo Terapie folli (Singer-Lalich) e perfino un vecchio racconto come Le belle immagini (S. De Beauvoir) sono tutte letture utili e in fondo sufficienti a mettere in allarme chiunque stia valutando se andare o meno da uno psicoterapeuta, soprattutto se di indirizzo e titolo di studio diversi da quello di Fabio Celi (l’autore del testo sopra citato sulla psicopatologia dello sviluppo). Inoltre il manuale di Del Corno introduce l’argomento delle interviste semi strutturate (colloqui clinici ovvero di psichiatri e 7
  • 8. psicologi) e dei test psicologici (a questi ultimi sono dedicati anche manuali appositi e pagine in quasi tutti i manuali universitari che trattano di psicologia rintracciabili attraverso i piani di studio online). I testi elencati in questo paragrafo andrebbero letti riflettendo sul fatto che la negligenza e i crimini premeditati dei medici finiscono in genere con l’essere in rapporto con quelli degli psichiatri o con l’implicarli e che all’estero si afferma con ragione che la legislazione italiana permette a questi ultimi qualsiasi abuso (si deve anche per questo combattere la disinformazione diffusa dalle riviste e dagli altri media che intende nascondere il carattere estremamente arretrato della psichiatria italiana). Raccogliete informazioni scritte sulle leggi riguardanti correzioni di referti o rimborsi di referti di visite mediche (pare siano rese impossibili dai costi della procedura che non si proporzionano alla semplicità e alla fondatezza evidente di ciò che viene richiesto per una delle leggi in assoluto più ingiusta che conosco). COMMENTO Credo che in particolare sia importante sfogliare il testo curato da IRFEA e i libri citati di Ferrario, Fioritti, Celi, Allegri, Sammicheli e Bastianoni, i capitoli su malpractice, pregiudizi, limiti dei test psicologici, effetti avversi degli psicofarmaci e terapie implicanti stimolazione elettrica o contenzione dei Sadock, le pagine sull’uso dei test psicologici in tribunale online e di Sanavio-Sica, le pagine della cronaca e quelle scritte anche da medici di forum e associazioni di malati riguardanti i ritardi di anni nella diagnosi di molte malattie anche per niente rare, le pagine online sul biotestamento, sul suicidio assistito in Italia e sull’eutanasia, le pagine online con la dichiarazione del dott. Costantino Benedetti sull’uso degli antidolorifici e in particolare degli oppioidi in Italia e il testo citato sul volontariato. Si può trovarvi spunto di riflessione o notizia su quanto segue: l’evoluzione della psichiatria nei secoli e quella della resistenza alla riforma avviata con la legge 180 da Basaglia e la legge 833/1978 (riforma sanitaria) con un riepilogo dei decreti di legge che negli anni ‘90 si sono susseguiti con insistenza perché mai applicati (Progetti Obiettivo e leggi regionali); notizie sulla bassissima percentuale di pazienti psichiatrici ammessi nelle cooperative sociali di tipo B e in gruppi appartamento ridotti; l’effetto che sui malati di mente, reali e non, ha il fatto che il governo abbia assegnato alle Regioni i servizi sanitari e quelli delle grandi strutture residenziali (non quindi dei servizi sociali, comprese le iniziative di inserimento lavorativo e sociale); rifiuto totale di qualsiasi riforma razionale e morale degli istituti psichiatrici per persone che hanno compiuto reati (anche piccoli e motivati da disagio socio-economico oltre che personale) e obbligo in Italia per tutti noi delle “cure” psichiatriche o di ciò che fu definito “supplizi terapeutici” contro le norme della commissione europea e di altre nazioni (es. Inghilterra); durante il tipo peggiore dei TSO italiani mancanza abituale di rispetto delle poche leggi esistenti; assenza delle molte norme di tutela di altri paesi dagli abusi e di protezione dagli effetti più pesanti in tutti e tre i tipi di TSO italiani e in generale durante i contatti con psichiatri e psicologi; gli effetti sull’affidamento familiare e sull’adozione della permanenza dei minori in grandi istituti; la prevalenza dei modelli psichiatrici vecchio stampo forti solo in senso quantitativo e poveri tecnicamente (diagnosi e trattamento); il concetto di razionamento nella sanità; gli effetti della trasformazione delle Usl in Asl e perché il modello di mercato e industria imposto nella sanità sia tanto dannoso; gli effetti dello stigma sociale; rischi connessi all’uso di psicofarmaci (in particolare dipendenza, dolore e danni fisici, prescrizioni insensate per ridurre fastidi di insegnanti e genitori e rischio per i giovani ignari di avere dal loro miscuglio con gli alcolici gli stessi effetti dell’overdose da eroina) e loro equivalenza alle droghe illegali quando esse corrispondano nella composizione a ciò che dice chi le spaccia); il tecnicismo eccessivo delle prescrizioni ai volontari e le pretese del governo di assumere in queste attività laureati in Psicologia e altre università attinenti al campo sociale, il tutto vissuto come una persecuzione burocratica (es. leggi sulle mense gratuite, sulla trasformazione di spazi pubblici e condomini per favorire i disabili o sulle case per orfani); l’accanimento dei medici nel tenere in vita bambini con gravissime lesioni cerebrali per poi abbandonarli ai genitori e dare loro così la responsabilità di accudire eterni neonati esposti a rischi e abusi in ogni istante (tema affrontato anche in Tv anni fa); gravi conseguenze del divieto dell’eutanasia; le leggi che obbligano all’accoglienza le scuole dell’obbligo, ma danno l’insegnante di sostegno solo in caso di diagnosi adatta e che quindi impongono uno stigma sociale spesso rivelantesi poi errato o comunque dannoso anche solo per offrire un po’ di aiuto nei compiti (non mi è chiaro cosa abbia cambiato la recentissima legge sui BES); assenza di leggi di tutela dagli abusi delle normativa sul mantenimento di ex mogli e figli minorenni con conseguenze anche gravi e con la scusa che tanto c’è un’assistenza sociale che di fatto spesso manca del tutto; il fatto che la legislazione che impedisce di denunciare i medici per la maggior parte dei loro abusi e il grande ritardo frequente e anzi tipico nelle diagnosi di molte malattie fisiche anche non rare comportano anche che la legge che permette ai genitori, fratelli, ecc. di non mantenere un diciottenne né lavoratore né studente consente nella pratica di uccidere persone anche giovanissime e peraltro perfino quando malate proprio a causa delle decisioni dei familiari in merito alla loro alimentazione, a spiegazioni, a esami e cure delle loro malattie anche congenite e alla loro protezione dai criminali e da eccessi di violenza anche in casa; i costi elevatissimi del fare figli anche quando non presentano malattie serie, costi aumentati molto soprattutto a causa dell’entità degli affitti e dei lunghissimi anni di formazione scolastica imposti oggi; l’aumento del numero di stupri e altre violenza su donne e minori e quello dei suicidi e dei crimini di adolescenti, anche a causa della legge assurda sull’impunibilità dei minori di 14 anni sfruttata da mafie tradizionali e tali di fatto; la mentalità egoista della maggioranza subodorata dal governo e sue conseguenze con esempi tratti dalla cronaca; tra le leggi regolanti i processi e la preparazione universitaria dei giudici quelle che aumentano di più la probabilità degli errori e degli abusi dei periti nelle questioni attinenti alla salute (soprattutto mentale) nei tribunali, soprattutto non imponendo un linguaggio comune a periti, avvocati e giudici, il massimo rilievo alle analisi e alle discussioni precedenti l’incontro in aula (partecipazione, filmati, registrazione scritta) e una precisa attribuzione di ruoli; la difficoltà di avere giustizia nei pochi processi in cui è possibile almeno per alcuni procedere contro un medico per grave negligenza o incompetenza; la condanna a morte tra dolori atroci per almeno 90.000 residenti in Italia ogni anno a causa della colpevole inerzia riguardo alla prescrizione di oppioidi, oltre che riguardo al suicidio assistito e all’eutanasia, dei medici italiani. PSICHIATRI: gli ultimi capitoli di 1984 (G. Orwell); gli ultimi capitoli di I persuasori occulti (V. Packard); il capitolo Il taccuino giallo I in Il taccuino d’oro (D. Lessing); La signora Dalloway (V. Woolf); la descrizione della visita al manicomio fatta da S. de Beauvoir (forse in L’età forte); Le libere donne di Magliano (M. Tobino); Wikipedia sul contenuto e sul successo delle fiabe dello psichiatra infantile sadico Hoffmann, che peraltro potete confrontare con la "pedagogia nera"; la descrizione dell'elettroshock fatto ai soldati caduti in uno stato traumatico durante la guerra mondiale contenuta in alcune pagine di E. Fromm; le sezioni riguardanti i medici dei lager nazisti e gli psichiatri russi dell’Appendice del 1976 dell’autore a Se questo è un uomo (P. Levi); il primo capitolo e il sesto di 8
  • 9. La banalità del male di H. Arendt; informazioni online sulla pedagogia nera del noto pedagogista tedesco Schereber (viene descritta anche nell'ultimo capitolo di Il drago come realtà di S. De Mari), che è poi semplice mettere in relazione con la realtà descritta in Il giovane Torless (R. Musil) e con la "nuova" pedagogia descritta nell'ultimo quarto di I Buddenbrook (T. Mann) per poter istituire un confronto tra pedagogisti padri del nazismo e psichiatri tedeschi, sulla scia di A. Arendt quando, in La banalità del male, descrisse le camere a gas introdotte nelle psichiatrie tedesche da Hitler, che infatti le pensò prima per i malati di mente (o meglio per coloro che erano definiti tali) e solo in seguito per gli ebrei; Il potere psichiatrico o la tesina e le altre informazioni che su questo saggio trovate online (M. Foucault) per informazioni sul meccanismo panottico e sul sistema contenitivo-correttivo (punizione e premio, illusione e delusione, collare di ferro, camicia di forza, ecc.) e per fare un confronto con le notizie che il manuale citato di Ferrario fornisce su insulinoterapia, elettroshock e varie pratiche spersonalizzanti (riguardanti soprattutto l’assenza di privacy, decisionalità, diritti e oggetti personali) tipiche dei manicomi fino alla seconda guerra mondiale; pagine online o il cap. 14.11 su sedia rotante, salto di Leucade, docce fredde, pireoterapia, insulinoterapia ed elettroshock di annichilimento di Manuale di psichiatria (Sarteschi-Maggini). Capitoli 72, 111, 18 di L’uomo senza qualità (volume primo) (R. Musil) e, dello stesso libro, il paragrafo del 1936 Visita al manicomio della terza parte di abbozzi e frammenti nell’edizione Einaudi 2014; capitoli finali di I fratelli Karamazov e di Delitto e Castigo (F. Dostoevskij); i capitoli 40 della seconda parte e i capitoli 5 e 19 della terza parte di Resurrezione di L. Tolstoj (da riferire anche qui a quei “funzionari” particolari che sono gli psichiatri oggi per attualizzare e comprendere bene il testo); Il processo di F. Kafka (considerare che il principale riferimento del “tribunale” è quello psichiatrico attuale e di ogni tempo); il capitolo sui sonniferi e sulla malattia del personaggio dello scrittore celebre in La prigioniera in La ricerca del tempo perduto (M. Proust). Se letti con spirito critico e inoltre confrontandoli con la reale prassi della maggioranza degli psichiatri e degli assistenti sociali e con la legge 180 e 833 del 1978 sulla riforma psichiatrica e su quella sanitaria, possono esservi utili http.//salute-regione-emilia- romagna.it/normativa-e-documentazione/leggi/regionali/delibere/dgr-1457-1989 , pagina Wikipedia sulla voce Privacy e http://www.ccdu.org/tso/trattamento-sanitario-obbligatorio#diritti-persona-durante-tso, https://www.albopretorio.com/allegati/eccbc87e4b5ce2fe28308fd9f2a7baf3/e58478453181d060df81288ac2012452/Allegato_1.pdf , i forum online in cui persone che hanno subito il TSO elencano tutto ciò che gli psichiatri hanno fatto calpestando le leggi vigenti e qualsiasi notizia e documento illustrante la normativa su TSO, ASO e Fermo di psichiatria e/o i pochi mezzi per difendersene e siti analoghi citati nei programmi dei corsi universitari di Psichiatria oppure Leggi e salute mentale. Panorama europeo delle legislazioni d'interesse psichiatrico (A. Fioritti), il capitolo 36 e i paragrafi su ospedalizzazione totale o parziale e sui decessi per agonia con le procedure di restrizione di Sinossi di psichiatria (Kaplan-Sadock’s) sulla psichiatria forense, Liberi tutti. Manicomi e psichiatri in Italia: una storia del Novecento (V. P. Babini) e Politica dei servizi sociali (P. Ferrario) (testi universitari che consiglio di acquistare usati sui siti appositi) e www.lavorosociale.com/archivio/n/articolo/articoli-e-vittime-di-violenza-familiare, e Wikipedia o altre pagine online sulla violenza familiare e sulle donne; forse a questo argomento è pertinente anche La domanda inevasa (L. Antonini) per il rapporto tra legislazione ed economia. Sull’uso manipolatorio della psicologia forense, ad opera di periti, CPT e CPU disonesti, sui biases (errori) nei quali i giudici incorrono soprattutto valutando perizie psicologiche, sull’ignoranza di avvocati e giudici in materia di psicologia e sul rapporto tra diagnosi psicologica e norme giuridiche, leggete La perizia psicologica (L. Sammicheli). Soprattutto informatevi sulle leggi che ancora permettono di ricoverare forzatamente in lungodegenza manicomio per molti anni persone giovani e abbastanza in sé e inoltre su quelle riguardanti le comunità psichiatriche, gli appartamenti delle ASL (USL o ULSS) e la pensione d'invalidità (non basta informarsi sul TSO, che propriamente dura da 7 giorni prorogabili secondo l'articolo online prima citato ma non nella sostanza secondo altre fonti e testimonianze; cercate informazioni sul TSO di degenza, sul TSO extraospedaliero, sul ricovero obbligatorio e sul TSO temporaneo, sulla lungodegenza di minimo due o tre anni in residenze psichiatriche) e tenete presente che è frequente che gli psichiatri mentano sulla pensione di invalidità per convincere i ricoverati a firmare; gli ultimi capitoli di 1984 (G. Orwell); una biografia di Frances Farmer, anche online; l capitolo dedicato al processo in La regina dei castelli di carta (S. Larsson); il capitolo 21 in La ragazza che giocava con il fuoco (S. Larsson); voce di Wikipedia e forum online su camere senza stimoli o di isolamento in ospedale psichiatrico e lobotomia (storia, casi celebri, la commissione del 1977, libri- come saggi ma anche opere come Improvvisamente, l’estate scorsa di T. Williams - e film); notizie online sul terribile e celebre caso di Henry Gustav Malaison noto come H.M.; informazioni online sulla "terapia del sonno" indotto con narcotici per 20 o più ore al giorno adottata in passato in Psichiatria e sugli effetti deleteri della narcosi sul fisico, sulla fase REM del sonno e quindi sull'elaborazione delle emozioni e sulla mente in generale; descrizioni di freddi e inutili esperimenti psicologici sull'interazione di bambini maltrattati con le madri autrici dei maltrattamenti; informazioni online sul caso del piccolo Albert 1 (Douglas Merritte), il bambino di 9 mesi traumatizzato senza rimedio da due psicologi con un esperimento sull’induzione di paura e morto poi a sei anni; contenuto e commenti online sul film Changeling di C. Estwood); le pagine sulle camere senza stimoli o di isolamento nei manicomi e sugli esperimenti sul cervello di Fromm, credo in I cosiddetti sani: la patologia della normalità; L'isolamento forzato in Solitudine: ritorno a se stessi (A. Storr) e pagine sparse sull’inibizione dell’essenziale fase REM da parte degli psicofarmaci; voce Wikipedia sul processo allo scrittore norvegese Knut Hamsun; siti dedicati a convegni recenti sulla natura criminale della psichiatria attuale, come ad esempio quello di Feltre del 2013 (Dentro e fuori); le pagine online su gravi e comuni abusi di medici di ogni categoria, psicologi e psichiatri; gli ultimi capitoli e paragrafi sull’uso di psicofarmaci da parte di donne lavoratrici in Marte di ghiaccio Venere di fuoco (J. Gray); a titolo esemplificativo, foglio illustrativo e pagine online sull’antidepressivo Cymbalta e pagine Internet sui contrasti tra medici e pazienti circa il suo controverso uso (in italiano:http://www.medicitalia/consulti/archivio/16670); informazioni online sullo scandalo del talidomide, il tranquillante consigliato alle donne in gravidanza che negli anni ‘60 ha danneggiato molti bambini e sul persino decennale processo che in Paesi come la Germania ha portato a cambiare di conseguenza la legislazione relativa ai farmaci nuovi; commenti critici online anche di esperti sugli effetti collaterali del Prozac (in particolare su quelli sull'umore e il comportamento) e sui criteri con cui viene imposto; informazioni online sul metilfenidato per bambini iperattivi e sulle polemiche suscitate dalla sua introduzione recente in Italia e tenete presente il capitolo 11 di Psicopatologia dello sviluppo. Storie di bambini e psicoterapia (F. Celi); il bugiardino di Zyprexa alla voce "convinzioni sbagliate"; informazioni online sugli effetti gravemente depressivi della reserpina; informazioni online oppure in di Sinossi di psichiatria (Kaplan e Sadock's) il cap. 23 su cosa si riserva a chi è ritenuto a rischio di suicidio, il cap. 30 sulla stimolazione cerebrale con elettricità di ECT, CES, tCDS, MST, TMS, CBS, DBS e VNS (tutte tecniche rischiose che richiedono grandi costi e capacità, ma il cui uso si promuove ancor oggi specie per depressione maggiore e DOC, ma alcune anche per disturbo bipolare), il cap. 37 sull’attuale livello di emarginazione di chi ha un disturbo mentale (mancanza delle cure mediche per le malattie fisiche, disprezzo manifesto, ecc.), la nota Avvertenze, il paragrafo sugli effetti 9
  • 10. collaterali dei farmaci del cap. 6, nel cap. 9 la scheda riassuntiva e altre informazioni su SSRI, IMAO, benzodiazepine, RIMA e altri psicofarmaci, nel cap. 29 la scheda e informazioni varie su antipsicotici, anticolinergici, benzodiazepine ecc. e i molti paragrafi sui danni letali (morte improvvisa, iperplasie, linfomi ecc.) causati da antiepilettici anche recenti, farmaci contenenti valproato, neurolettici e antipsicotici; su quanto concerne le cure mediche per patologie fisiche degli internati anche i paragrafi sulle date recenti degli interventi legislativi al capitolo L’assistenza ai detenuti di Collaboratore professionale sanitario infermiere. Manuale teorico- pratico per la preparazione ai concorsi; il comodo concetto di “Farmacoresistenza”; accenni nei forum online o nei manuali di psicologia clinica all’uso di prescrivere molti psicofarmaci uno dietro l’altro come tentativi e per poi spesso tornare al primo, a quello di obbligare un paziente a molti colloqui nello stesso giorno in psichiatria o alla durata da una a due/tre ore di certe interviste cliniche semistrutturate; La perdita della tristezza (Horwitz e Wakefield, ed. L’Asino d’oro);almeno la presentazione online di Gianni Soro a Primo.Non curare chi è normale (Frances); forse La crisi della diagnosi (V. Cagli) e Follie e inganni della medicina (Skrebenek- Mc Cormick), che però non conosco; Neuroscienze e diritto e altri libri di Luca Sammicheli (rimando al paragrafo precedente Medici); informazioni online su The Shrink Next Door (dark comedy) e altre serie e film sul pericolo rappresentato dagli psichiatri anche al di fuori degli ospedali. Segnalo uno studio del 1984 di Petrillo sull’influenza del movimento antipsichiatrico, ma avverto che non lo conosco e che potrebbe dare informazioni non aggiornate e fuorvianti. COMMENTO Ciò che più fa comprendere la mentalità dei medici di ogni tempo è l'insieme delle leggi sulla psichiatria, oltre alle prescrizioni dei manuali sui colloqui clinici della Facoltà di Psicologia. Non mancano certo gli scrittori che aiutano a vedere chiaro dietro alla bandiera della psichiatria, quando essa si autodefinisce di utilità collettiva: da Cicerone a Quintiliano, da Dostoevskij a Levi, da Simone Weil a Simone de Beauvoir, da Lessing a Koestler o Arendt, da Virginia Woolf al giornalista svedese Larsson si ribadisce di continuo il concetto di dignità umana, la differennza tra ciò che è utile e ciò che è onesto, l’orrore che ispira la mentalità primitiva di psichiatri e collaboratori, il legame tra la loro falsa morale dell’”utile" e le dittature sanguinarie, e come questo sofisma sia un orribile modo di colmare il vuoto lasciato dalla coscienza, per la quale un individuo vale in sé, indipendentemente dal livello culturale o economico e da se lavora o meno, e ha diritto ai propri valori e a opinioni personali, finchè rispetta la libertà essenziale degli altri (è chiaro che voler impedire, magari anche con ogni mezzo, agli psichiatri di continuare a torturare e uccidere non significa affatto voler violare la libertà fondamentale altrui, ma il contrario). Anche nei libri dove si descrivono le torture praticate dai colonizzatori sugli indigeni potete leggerne di molto simili a quelle praticate oggi e da sempre dagli psichiatri. Ci sono molte conoscenze utili che dagli insegnanti di ogni scuola vengono taciute con malafede o totale irresponsabilità, come quelle che riguardano il successo delle fiabe dello psichiatra infantile sadico Hoffmann, che andrebbe messo in relazione con la "pedagogia nera" del noto pedagogista tedesco Schereber, che è poi semplice mettere in relazione con la realtà descritta in Il giovane Torless di Musil e con la "nuova" pedagogia descritta nell'ultimo quarto di I Buddenbrook di Mann e tutto ciò per istituire un confronto tra pedagogisti padri del nazismo e psichiatri tedeschi, sulla scia di A. Harendti naturalmente. In L’uomo in rivolta Camus delinea il percorso culturale che ha condotto la civiltà contemporanea alla proliferazione di élites di persone-funzioni totalmente al di sopra della morale che regnano su una massa di schiavi-oggetto: chi conosce la psichiatria riconosce senza esagerare anche questa casta in élite di questo tipo e potrebbe fare un serio confronto, raccogliendo dati e testimonianze, tra le tecniche di violenza della polizia segreta di stato dei regimi totalitari con quelle attuali degli psichiatri, che infatti trovano una rappresentazione abbastanza fedele in 1984 di Orwell, che a quei regimi faceva riferimento (per esempio oggi chiunque, con minima spesa, può procurarsi microdispositivi di videosorveglianza e può contare sulla collaborazione di una massa sempre meno istruita dalle scuole e più cinica per posizionare, su richiesta di psichiatri, camere abusive in ogni luogo privato e/o per divulgarne il contenuto manipolato, oltre che per sfruttare le piccole debolezze che esse inevitabilmente documentano per tentare violenze psicologiche, da aggiungere a quelle fisiche ottenibili con l’ostracismo negli ospedali e negli ambienti lavorativi secondo l’antichissima e crudele pratica del “boicottaggio” – per comprendere la vera natura della quale, con riferimento all’Italia, si può leggere il capitolo sesto di Il fascismo di Silone, che permette di farsi anche un ‘idea più precisa di cosa si intende quando si definisce primitiva la mentalità diffusa negli ambienti dove si collabora attivamente con psichiatri). Ho l'impressione che non sia un caso se diversi testi universitari recenti esplicitamente, a un dato momento paragonino esplicitamente alcuni nostri processi mentali ai processi decisionali e di autodiagnosi dei computer e sostengono l'incremento dell'uso di programmi informatici anche per arrivare a decisioni in ambito clinico per mezzo di studi come quelli resi possibili dalle fMRI e dalle Reti neurali (artificiali) e di informatizzati algoritmi psicologici, sempre dilettandosi dell'uso di un lessico reificante comprendente espressioni curiose , tra le quali le seguenti : "Capacità umana di processare informazioni o valutazioni", "network associativi personali", "costruzione online dei ricordi", "reti neurali", "elaboratore cognitivo" (il cervello), "sistema digitale" (il pensiero), "programmi interattivi" (quelli creati dall'evoluzione), "icone funzionali" (usate dagli animali per pensare), "interfaccia", "sistema di memoria", "memoria di lavoro", "Sè operante", "sistema dell'io", "input e output", "meccanismi di regolazione, di difesa, di disimpegno morale, ecc", "disturbo di conversione", "funzionamento emotivo personalogico", "funzionamento intellettivo borderline", "disturbo ad alto funzionamento", "funzionamento familiare", "scadimento funzionale", "funzioni esecutive", "struttura cognitiva", "ristrutturazione cognitiva", "costruzione sociale", "costruttivismo in psicologia o sociale", "modellaggio", "modellamento", "contratto educativo", "modelli di percorso (patterns) cognitivi, comportamentali, ecc.", operazionalizzazione della lettura", "tessuto/spazio di parole o dialogico", "ragionamento clinico meccanicistico", "regole del dispositivo meccanico" (riferito al pensiero nella maggioranza degli animali), "relazioni oggettuali", "giochi relazionali", "negoziazione sociale della realtà", "gestione delle risorse umane", "risorse umane pregiate", "capitale umano", "contabilitlà di comunione" (riferito a rapporto di coppia), "contenitore istituzionale della dinamica degli attori", "feedback responsivo e partecipativo", "radar su se stessi", "Igiene mentale", e così via. Questo tipo di manuali attua quindi un riferimento implicito al "metodo simulativo" del Connessionismo e del Cognitivismo simulativo dell'epoca digitale (quello consistente nel paragonare la mente al computer e nel creare processi informatici simulanti reti di neuroni e percorsi di problem solving), oltre a usare in modo smodato anche altri tipi di tecnicismi. Del resto, qualche tempo fa Ravers diede alla relazione tra energia, motivazione e competenza la forma di una formula chimica! Una forte critica al linguaggio reificante del DSM e una spiegazione delle sue implicazioni si trova al Cap. 9 di Diversità, devianze e terapie (Galieni-Salvini). È anche questo linguaggio insensato la ragione per cui nei tribunali nessuno capisce il perito in scienze psicologiche e inoltre non viene reso obbligatorio consultare questi esperti anche quando non c'è presenza o sospetto di vere e proprie patologie mentali, col 10
  • 11. risultato che i giudici fanno richieste errate o mal poste e quindi incomprese e fraintendono fatti e personalità (rimando a La perizia psicologica di Sammicheli). Se considerato in questo contesto, fa maggiormente rabbrividire anche l'accenno che Packard, nella parte finale di I persuasori occulti, fa al progetto o desiderio di alcuni psicologi di applicare elettrodi al cervello capaci di togliere l'equilibrio in alcuni individui per "fare risparmiare tempo agli psicologi". Fromm, Jung, Larsson e anche Musil e Leopardi sono i primi autori che mi vengono in mente quando voglio definire gli psichiatri (o meglio quelli di loro che acconsentono a marchiare e torturare fisicamente e psicologicamente) dei “narcisisti sadici” e quindi dei malati di mente. E ciò faccio con tutta la pacatezza e lucidità di cui sono capace, lasciando da parte per quanto mi è possibile il mio profondo e innegabile rancore personale, perché so che non si tratta solo di saper vedere nella incapacità di molti psicologi e psichiatri di dubitare di sé il sintomo di quella malattia che, per Jung, costituisce il prodromo del “Delirio di potere/onnipotenza”, ma anche di comprendere a fondo che il sadismo è, in quanto bisogno di controllo assoluto sugli altri, un modo di essere molto profondamente radicato nell’uomo e altamente e irrimediabilmente condizionante tutti gli aspetti della vita in coloro (moltissimi) nei quali esso emerge, che insomma non si tratta di un vizio o di un moto dell’animo passeggero come la collera o razionale come l’odio: l’internamento e le “Camere senza stimoli” o di isolamento al buio spesso con gli arti legati ai letti sono, come afferma Larsson, effettivamente l’equivalente di seppellire vive le persone, ma assomigliano anche al gesto di chi afferra un oggetto e lo mette in un cassetto dopo averlo etichettato e Fromm spiega bene come l’impossibilità per ogni essere umano di avere il minimo controllo reale sulla propria vita, unita alla consapevolezza di ciò, provoca in molti individui purtroppo il bisogno e il desiderio di controllare tutto e quindi - soprattutto o almeno quando sia loro permesso di decidere di altri senza rischi - il piacere di schiacciare la vita (incontrollabile, imprevedibile) schiacciando gli altri, i quali diventano allora meri oggetti su cui sfogare, consapevolmente o meno, malati impulsi criminosi… Jung, Musil e Leopardi hanno dedicato molte pagine delle loro opere proprio a spiegare perché il perfetto ordine puramente (quindi irragionevolmente) “razionale” si identifica automaticamente con la morte e che il vero ordine è armonia e non immobilità. Esperimenti sul cervello riportati da Fromm, del resto, lo portarono a dichiarare che senza stimoli continui il cervello regredisce rapidamente e si producono gravissimi danni cerebrali e ai nervi. Il recente Sinossi di psichiatria (Kaplan-Sadock's) descrive in dettaglio – e senza il minimo cenno di autocritica - il danno causato da qualunque stanza di "privazione sensoriale" e di isolamento, oltre a fare più di un cenno al lavaggio del cervello delle dittature. La psichiatria mira a creare mentecatti e a uccidere? Se lo era chiesto anche lo psichiatra italiano Tobino, che ci ha lasciato il libro Le libere donne di Magliano, un libro lucido rimasto senza effetti proprio a causa del sadismo e dell’ignoranza colpevole della maggioranza degli psichiatri e di chi governa e legifera. Tutti dovrebbero informarsi sul presente e sulla storia e poter decidere quando si tratta di tortura e omicidio legalizzati e si dovrebbe cominciare con il leggere il possibile (ad esempio i pertinenti testi di Fromm, Foucault, Ferrario e Sarteschi) sulla lobotomia praticata ancora negli anni ottanta (intervento sul cervello di persone con malattie nervose anche comuni e con sintomi lievi avente esiti spesso letali o riducenti a stati vegetativi o al livello dei neonati), sull'uso del collare di ferro e sugli esiti anche sul fisico della camicia di forza, della pireoterapia (induzione di febbre a 39°), degli shock elettrici (davvero terribile è ciò che si legge sulla quotidiana tortura nella modalità regressiva/di annichilimento senza anestesia, le cui conseguenze perseguite erano angoscia, amnesia e stato confusionale e quelle di fatto spaziavano da fratture e stato epilettico alla morte), dell'insulinoterapia (una tortura pesante e inutile quasi quotidiana inducente alternanza di agitazione psicofisica e stati di coma) con consenso solo dei familiari e sul meccanismo panottico o Panopticum (la costante sorveglianza, una delle torture psicologiche esistenti), su test dell'obbedienza, punizioni, pratiche distruttive della personalità e dell'equilibrio mentale e dei livelli minimi di benessere fisico e psicologico di chiunque (bagni senza porte, pesatura, fotografia, sottrazione di oggetti personali, abiti uniformi, assegnazioni di numero, lavoro forzato non retribuito, contatti inevitabili con persone spesso insopportabili e violente). Non bisogna dimenticare inoltre che lo spavento era ritenuto un'ottima terapia (sedie rotanti, salto di Leucade, docce fredde ecc.). Vorrei far sapere o ricordare a tutti che si può peraltro venire internati o proposti per la pensione relativa per i motivi più strampalati e in seguito al parere di un laureato in psichiatria qualunque: si può essere internati per fasi di bulimia e abuso di alcolici in giovane età e c’è chi è stato definito addirittura megalomane in senso clinico, perché da ragazzo desiderava fare il musicista o perché si era comprato un giubbotto appariscente sul modello di uno simile visto in un film (il fatto che un’infinità di ragazzi anche sopra i vent’anni ad ogni generazione faccia cose analoghe che poi si risolvono naturalmente con la crescita, non ha la minima importanza per gli psichiatri); si può venire internati anche in seguito a una innocua esplosione di collera a lungo repressa su un genitore da sempre aggressivo o anche violento e comunque indifferente alle esigenze del figlio (anche un pugno, anzi anche solo l’accenno a darlo può risultare un motivo sufficiente). Perfino chi non ha fatto nulla e non è malato di mente ma semplicemente disoccupato, nevrotico e privo di una residenza stabile che non sia quella dei genitori rischia il TSO o l'analogo ricovero in Neurologia (la violenza familiare può spingervi) o il"Fermo di psichiatria", anche perché in genere nessuno in ospedale rispetta la normativa di tutela riguardante TSO e ASO e anzi è prassi aggirare la legge sull'ASO durante la degenza ospedaliera o al pronto soccorso…Vorrei anche contribuire a far sapere che un ricovero forzato ("ricovero obbligatorio", non "temporaneo") può durare dai due o sei mesi in su (fino a due/tre anni spesso prorogati contro la normativa, mi sembra, anche se la normativa parla di una o due settimane per un regolare TSO, definito "ricovero temporaneo" infatti) e che chi lo subisce vedrà cose di per sé traumatizzanti e che non potrà mai dimenticare, se anche non le subirà in prima persona: mi è stato raccontato che chi si agita (e come non agitarsi mai lì?) viene preso e gettato di peso sotto una doccia fredda o drogato con "farmaci" molto potenti, dannosi e paralizzanti e che chi soffre o tenta il suicidio, rifiuta di rispondere o ha una depressione probabilmente superabile con un po' di sostegno economico e con il dialogo (titoli di libri, informazioni di carattere pratico, ecc.), viene chiuso in una stanza priva di tutto e spesso buia e/o viene legato al letto per diversi giorni consecutivi o per alcune ore al giorno per molto tempo, anche mesi o più; a quanto affermano ex internati e infermieri o tirocinanti, lì si vive chiusi e continuamente oppressi da persone con vari disturbi o sofferenti, comunque con individui pesanti da sopportare, e si viene costretti a subire i commenti inutili e parziali e le offese di infermieri e psichiatri. Un'ex internata, in un intervento a un convegno italiano recente sulla psichiatria (Dentro e fuori) , ha detto che in manicomio "stava giorni legata al letto", che "gli psicofarmaci le impedivano di pensare" e che "era come essere morti" e infine che "il mare forse può guarire, ma la psichiatria sicuramente uccide". Questa ragazza peraltro è rimasta chiusa in manicomio per molti anni, trasferita periodicamente da un manicomio all'altro, al punto che mi chiedo come siano in realtà le leggi attuali su ricoveri e comunità delle ASL. Nello stesso convegno (Feltre, 2013) si riferisce di offese e umiliazioni (un paziente fatto 11
  • 12. strisciare) e di una giovane ragazza finita addirittura in coma, trascurata e svegliatasi con danni cerebrali irreparabili che l'hanno mutata per sempre. Agli internati e a chi vive negli appartamenti delle ASL, non solo non viene fornita la possibilità di lavorare seriamente e di vivere in ambienti sereni e responsabilizzanti, ma non viene dato nemmeno il minimo sostegno psicologico o un’informazione essenziale, ovvero tutto ciò che è indispensabile a chi vuole trovare e riuscire a mantenere un lavoro: ricordo che uno di loro mi dimostrò che non gli erano mai state spiegate le più comuni motivazioni inconsce dell'autolesionismo e mi confidò che gli psichiatri gli ripetevano che il suo problema (quindi la ragione di ciò che nel presente lo angustiava) era che “i suoi genitori non lo avevano amato”…e per chi gli ha elargito questa sentenza niente conta il fatto che un commento di questo tipo non tenga conto delle sue condizioni di vita presenti e sia del tutto inutile ai fini della ricerca di una soluzione o almeno di un percorso di miglioramento della sua situazione. Quanto alle diagnosi strampalate, si dovrebbe leggere DSM e ICD e loro evoluzione negli anni per comprendere in che stato versa l'attuale psicologia o psichiatria e inoltre tener presente che, in totale contrasto con le prescrizioni dei libri universitari, le diagnosi sono spesso fatte a prima vista senza curarsi di sapere il perchè di certi comportamenti o di tenerne conto, un po' come fa la gente del tutto ignorante quando fa le diagnosi da sè leggendo l'elenco dei sintomi su Internet se lo ritiene conveniente (anche per questo peraltro il DSM è tanto dannoso). Ed è difficile trovare ragioni diverse agli aggiornamenti del DSM dagli interessi del mercato dei libri universitari che lo illustrano e sono costretti a edizioni nuove frequenti e una prova di ciò tra le altre è che nell’ultima edizione di Sinossi di Psichiatria (Kaplan-Sadock) si consiglia di continuare a utilizzare tra medici le categorie diagnostiche sulla schizofrenia abolite dall’ultimo DSM. Gli indirizzi Internet citati e le ricerche online consigliate qui andrebbero considerati insieme alle notizie sempre più allarmanti sugli esiti di processi che si leggono sui quotidiani, sulle riviste, ecc.: nell’insieme essi devono far comprendere l’insufficienza indiscutibile e la contraddittorietà della legislazione nel tutelare i cittadini sugli abusi in particolare della psichiatria, di cui è frequentissima e nota l’aperta violazione o l’”aggiramento” della normativa riguardante ASO, fermo di psichiatria, lungodegenze, decreto di protezione e progetto di accoglienza (difesa legale, formazione, alloggi sempre meno spersonalizzanti), prescrizione di psicofarmaci, TSO (nel farlo scattare e nel mantenerlo, nell’uso di violenze fisiche e verbali e di contenzione, nella scelta tra farmaci pericolosi e pesantissimi, nella chiusura a chiave dalle porte, nell’ingresso di persone in visita e nell’uso del telefono). Riguardo al termine “aggiramento” avviso che lo prendo da un testo che è materia d’esame all’università di Medicina e che lo mantengo perché è chiaramente sprezzante del principio dal quale sono originate appunto le poche leggi di tutela esistenti. È anche in questo contesto che si deve considerare sia il discreto numero di interventi (per esempio alla radio) degli ultimi quindici anni riguardanti tagli ulteriori da parte del governo all’assistenza socio-sanitaria (per esempio dei malati cronici privi del diritto di eutanasia) sia da un lato le leggi che sembra permettano di fatto di diseredare completamente un figlio nonostante la legge sulla quota legittima (se possono spendere o intestare ad altri mentre sono in vita tutto il patrimonio la quota diventa zero) e dall’altro la legge del 2021 sul tema dell’obbligo di mantenimento dei figli maggiorenni e sancente per scritto un diritto all’irresponsabilità delle proprie azioni che molti genitori già si prendevano di fatto in precedenza in genere col benestare dell’assistenza sociale comunale e delle forze dell’ordine: è comune e ben tollerato dalla maggioranza lo spingere le figlie presso aguzzini da cui la legge non le difenderà e naturalmente anche il costringere i figli di entrambi i sessi negli inferni della psichiatria, perché è bene tenersi aperte certe porte se si ha figli e tanto un suicidio ben organizzato e riuscito può risolvere tutto e non vale quindi la pena di intervenire in caso il vicino di casa subisca minacce di morte, offese, percosse, controllo di telefono e PC e diffamazione e sia filmato (anche con la sua consapevolezza a una dato momento, il che è insopportabile) in bagno e stanza da letto con telecamere… E poi le menzogne su vasta scala possono essere sfruttate per sfogare un po’ di aggressività senza rischi e per ottenere a buon mercato qualche credito facendo ai violenti il giusto favore ed è destino che siano sempre tanti i reati condannati a restare sulla carta (mi sembra di aver colto bene la mentalità diffusa). Riguardo al paragrafo precedente, tengo a specificare ulteriormente: nel programma d’esame di Psichiatria di una facoltà del centro Italia, al manuale Sinossi di psichiatria – immorale solo per chi sa leggere tra le righe di alcuni paragrafi – è stato aggiunto un testo sul TSO che è stato scritto con un linguaggio intenzionalmente aggressivo, tra continue iterazioni del verbo “dovere” e senza preoccuparsi dell’assurdità – dato il contesto – di concetti come quelli di misure fortemente punitive per l’interesse della società, persone socialmente inutili o aggiramento delle leggi di tutela. Chi ha scritto il testo ritiene evidentemente di rappresentare la società, mentre la psichiatria ne rappresenta al massimo i gruppi più ignoranti e violenti, dato che credo che tutti possano convenire sul fatto che non sono l’unica persona a essersi documentata che prova solo disgusto per la prassi violenta della maggior parte degli psichiatri del settore pubblico e privato. L’autore del testo mostra di ritenere che leggi e diritti prescritti siano irrilevanti, esibendo un atteggiamento del tutto coerente con quello che esplicitamente accusano gli autori del manuale citato Sinossi di psichiatria (cap. 37), con ciò che viene denunciato nelle varie pagine online sul ricovero temporaneo e sul ricovero obbligatorio e con quanto è manifesto nella mia esperienza e in quella di molti altri potenziali “pazienti”, tirocinanti e professionisti della sanità a vario titolo, tutti ormai fin troppo consapevoli degli abusi gravi e, quel che è peggio, sistematici degli psichiatri. Leggi e salute mentale, testo a cura di Fioritti nel programma di Scienze Infermieristiche precisa le ragioni per cui proprio la legislazione riguardante i ricoveri obbligatori attesta in particolar modo l’arretratezza della psichiatria italiana rispetto a quella di molti altri Paesi europei (soprattutto con riferimento agli anni ‘90): ritardo dei Progetti Obiettivo e delle leggi regionali rispetto ai provvedimenti europei di devolution; mancanza di un organo per la formulazione e il controllo dell’attuazione di un piano di riforma e di norme per il finanziamento della legge e degli interventi; assenza del “modello legale” (con riferimento all’autorità giudiziaria per il TSO) diffuso in Europa o della sua possibilità – date la diversa cultura e la situazione particolare italiane – di risultare protettivo della libertà individuale, com’è all’estero (è grande e motivata qui non solo la sfiducia nei clinici, ma anche quella nella giustizia e in generale nello Stato); mancanza del criterio di pericolosità come requisito essenziale per un TSO (è questo il vuoto dalle conseguenze più gravi, perché si tratta, come nel caso del modello legale, di una condizione indispensabile di tutela dall’abuso medico e dal paternalismo); esaltazione del diritto della “società” (non meglio precisata…) di prevaricare quello individuale, sebbene così si giustificassero gli inquisitori che torturarono per giorni e poi bruciarono – e a fuoco lento! - bambine e donne come streghe e inoltre alcune dittature e nonostante la Commissione Europea abbia più volte ribadito che è dei diritti dell’individuo che si deve parlare e non di quelli della società, perché è proprio per questo che si è fatta la riforma psichiatrica (messaggio recepito da molti Stati, senza contare che da tempo è stato reso chiaro che è questo a caratterizzare una democrazia (sono parole di Dostoevskij, ma anche di Silone e molti altri); insistenza ipocrita sul concetto di cura per deviare l’attenzione dalla privazione della libertà (un dato di fatto riconosciuto all’estero e che è alla base del ricorso all’autorità giudiziaria, ma negato in Italia grazie alla magia delle parole); a 12
  • 13. livello dell’ospedale psichiatrico giudiziario mancanza di trattamenti, scopo solo contenitivo (punire e nascondere il pazzo) e nessun coinvolgimento da parte della legge 180 e della successiva legislazione relativa, sebbene altre nazioni da tempo abbiano integrato nei servizi pubblici le strutture forensi e abbiano accumulato competenze per il trattamento di tali internati, tra i quali alcuni sono colpevoli soltanto di piccoli reati connessi al disagio sia mentale che economico (rimando anche al citato manuale di Ferrario); rispetto alle leggi europee – molto più garantiste – grandi povertà delle leggi italiane a tutela di chi subisce un TSO rispetto a conservazione dei diritti civili e delle libertà personali (permessi per il lavoro, “boccate d’aria” di giorni, periodi di prova all’esterno, visite, ecc.), consenso, revisione periodica, commissioni di vigilanza per rilevare e sanzionare abusi e proporre modifiche, istituti di difesa e rappresentanti legali anche d’ufficio considerati essenziali quasi ovunque in Europa, informazioni anche scritte sui diritti (ribadisco che online si può leggere che chi in Italia subisce un TSO in genere non conosce nemmeno i pochi diritti concessigli formalmente e che per prassi non sono rispettati), procedura dei ricorsi (gli autori anzi affermano che non sono loro noti casi in cui tutta la laboriosa procedura per l’Italia sia stata seguita) e loro utilità (in Italia la legge su urgenza e difesa tutto giustifica), pene gravi per i maltrattamenti e gli abusi verso i pazienti (peraltro pare che in Inghilterra chi ne è autore venga danneggiato seriamente con una diffamazione insistente da parte dei media, cosa che non si può nemmeno immaginare in Italia, dove già molti gravi abusi in politica, giornalismo e in generale in ogni settore non hanno suscitato serie e diffuse proteste o danneggiato in qualche modo chi li ha compiuti). Leggi e salute mentale è del 2002 e non specifica riguardo all’Italia la durata massima di un TSO continuamente rinnovato di 10-15 giorni dopo i 7 iniziali (però lo specifica di 2 anni al massimo riguardo agli altri stati considerati) e per di più accenna alla possibilità – solo in Italia – di due tipi di TSO, di cui uno definito non “di degenza” ma “extraospedaliero” (riferimento alla L. 180): esso non sembra diverso dall’altro se non per la possibilità teorica del trattamento a domicilio (in pratica spesso i familiari non sono disponibili al riguardo), tuttavia se ne scrive che, a differenza che nell’altro, durata e motivazione non sono definiti preventivamente in un protocollo e non devono necessariamente essere precisati, e che non servono più di un medico qualunque per proporlo e altre persone oltre al sindaco per approvarlo… Peggio di così! A questo si deve comunque aggiungere quanto si legge in Sinossi di psichiatria su due tipi di TSO, di cui solo uno definito “temporaneo” (forse una classificazione valida anche in Italia) e poi tutto ciò che online si può leggere sulla lungodegenza nella psichiatria italiana (solo online si fissa un limite a 2/3 anni, ma sottolineando che viene spesso superato di molto per mancanza di alternative e quindi di leggi sensate sui familiari e sui finanziamenti statali/regionali su appartamenti e inserimento lavorativo). È in questo contesto che si deve considerare la silente e deprimente “reistituzionalizzazione” in atto ovunque nel mondo dal 2000 (rimando agli ultimi capitoli ancora di Leggi e salute mentale, in cui si lamentano aumento dei posti letto, TSO agevolati e in crescita, ecc). Riguardo alla difficoltà tutta italiana di difendersi legalmente dall’abuso medico, sottolineata più volte da Fioritti, tenete presente anche che all’estero sono noti ai più nominativi di avvocati per i loro risultati, mentre in Italia spesso non ci si difende perché non si sa da chi andare e non si accede facilmente a informazioni certe su leggi, mezzi per documentare e diritti ed è difficile reagire anche all’eventuale abuso dell’avvocato scelto a caso (anche in televisione non sono del tutto mancati interventi che hanno rimarcato questo divario tra l’Italia e molti altri Paesi e io ricordo ancora quello, di alcuni anni fa alla RAI, di una studiosa italiana residente all’estero interpellata sulla violenza sulle donne). Va da sé che in genere l’abuso medico è in relazione con quello dell’assistenza sociale, che è molto frequente (si può constatarlo leggendo le testimonianze delle vittime e parlando con le volontarie alle associazioni contro la violenza di genere, anche perché l’accusa di delirio persecutorio e addirittura allucinazioni è sempre possibile in quel caso). Se un TSO è sempre molto traumatico, le sue conseguenze peggiori o più durature sono sociali (diffamazione estesa) e fisiche (malattie croniche organiche o morte, anche perché come già accennato, agli internati esami e adeguate cure per le malattie fisiche sono negati nella maggioranza dei casi e quindi i “farmaci” e la contenzione a volte hanno effetti avversi molto gravi). Gli ultimi capitoli del manuale Sinossi di psichiatria soprattutto ribadiscono l’urgenza di far sì che i diritti civili e umani di chi si ammala siano finalmente rispettati, che a chi ha un disturbo mentale non siano più negate le cure fisiche in Psichiatria e negli ospedali comuni, che l’ignoranza diffusa in ogni ambiente riguardo alle malattie mentali sia combattuta attivamente e che ci si decida a tener conto della lunga esperienza che nel secolo scorso ha portato a demolire, almeno a livello teorico, deleteri antichi pregiudizi, sadismo e cialtroneria, esperienza le cui tappe sono state contrassegnate anche da alcuni noti processi legali. Peraltro perfino all’interno del citato manuale Sinossi di psichiatria si possono rinvenire aperte contraddizioni: per esempio si fa notare che gli SSRI si sono spesso rivelati inefficaci con bambini e adolescenti e che anzi ci sono stati molti suicidi tra i giovani che li assumevano e si afferma che in particolare il Prozac causa molta insonnia e nervosismo e che lo assumeva anche l’adolescente autore della nota sparatoria del 2005 in una scuola americana e tuttavia il cap. 31 contiene molte “storie” di bambini e adolescenti nella maggior parte dei casi in terapia proprio con il Prozac; soprattutto gli autori si esprimono spesso favorevolmente sull’opportunità dell’ospedalizzazione e di misure drastiche e a volte arrivano a presentare il ricovero come un modo di sottrarre allo stress della situazione di vita e a definire “beneficienza” la privazione della libertà di fare qualsiasi scelta autonoma e le torture insopportabili e a volte letali permesse in particolare con i depressi e con chi viene dichiarato incapace; quando ammettono che il loro desiderio di evitare il DSM e di basare le diagnosi sulla risposta agli psicofarmaci e sulla biologia non è oggi ancora realizzabile, gli autori adducono a ragione di ciò l’immaturità attuale delle conoscenze sui geni e l’importanza del fattore ambientale e sembrano dimenticare che l’ambiente – ovvero l’insieme delle condizioni di vita – rivestirà un’importanza enorme anche quando la conoscenza in campo genetico e biologico sarà migliore; i capitoli sulla “psicologia positiva”, sui maltrattamenti in famiglia e sulle camere di privazione sensoriale delle dittature – oltre che la saggezza più elementare – si pongono in totale contrasto con ciò che loro definiscono “cure”; in alcuni capitoli e paragrafi anche esplicitamente gli autori dipingono un quadro spaventoso delle condizioni in cui “vivono” i pazienti psichiatrici (il fattore ambientale della cosiddetta popolazione clinica) e in un capitolo intitolato quasi sfacciatamente Farmacoterapia elencano una lunga serie di problemi anche fisici, sociali ed economici causati dall’assumere farmaci psicotropi, mentre negli ultimi capitoli ne elencano conseguenze negative ulteriori dovute alla mentalità più diffusa tra medici, psichiatri, psicologi, assicuratori, produttori farmaceutici e legislatori (mentalità ben più rozza e ignorante di quella espressa nei libri di testo grazie ai quali costoro si sono laureati). Davvero non solo la maggioranza degli psichiatri non rappresenta la società, ma non rappresenta nemmeno la psichiatria... Il fatto che in un manuale universitario di psichiatria manchi la necessaria coerenza è senz’altro molto significativo e indicatore della situazione confusa in cui versa la psichiatria oggi e di una storia secolare di ambiguità. Ed è un segno di grave assenza di civiltà il fatto che agli autori dei manuali e in generale a persone la cui professionalità è tanto poco chiaramente fondata venga permesso di affermare che è 13