[Advantech] ADAM-3600 open vpn setting Tutorial step by step Ming-Hung Hseih
This is tutorial how to configure VPN client on IOT gateway ADAM-3600.
•Build up OpenVPN server/client
•ADAM-3600 OpenVPN setting
•ADAM-3600 OpenVPN : 3G + DDNS + public dynamic IP
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Il giornalismo degli sms d'amore pubblicati in prima pagina in nome della libertà di stampa, dei titoli a nove colonne urlati per vendere (?) una copia in più, dei retroscena attesi, sperati e, se proprio non si riesce, inventati può dare lezioni di morale alla politica? (Le slide di Andrea Camorrino per #LaProf19)
Tre settimane prima di essere ucciso dalla mafia, il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, prefetto di Palermo, racconta a Giorgio Bocca che i poteri speciali promessi dallo Stato per combattere Cosa nostra non sono ancora stati approvati (e non lo saranno mai). L'intervista è pubblicata su Repubblica del 10 agosto 1982
Cannova gianfranco ascesa e declino dellantimafia degli affari che non si pos...Pino Ciampolillo
IN DIRITTO
Il convenuto Giuseppe Ciampolillo con gli scritti (blog) a lui riferibili non ha prodotto alcuna lesione alla reputazione ed all’ immagine del ricorrente Anzà Salvatore.
Egli ha esercitato il diritto di critica riconosciuto dall’ ordinamento giuridico e pertanto non deve alcun risarcimento per l’ obbligazione extracontrattuale da illecito civile come chiede il ricorrente le cui domande vanno per ciò rigettate mentre lo stesso Anzà va condannato al rimborso delle spese giudiziali a favore del Ciampolillo.
La condotta di questi non integra il delitto di diffamazione (art. 595 cod. pen.), sol perché i suoi scritti contengono dubbi e perplessità sulla correttezza professionale del dr. Anzà. Sovviene in ogni caso la generale causa di giustificazione di cui all'art. 51 cod. pen., sub specie di esercizio del diritto di critica, preordinato ad ottenere il controllo di eventuali violazioni delle regole deontologiche. [Cass. pen., Sez. V, 05/07/2010, n. 33994]-
L'esimente, che nell’ elaborazione costante di dottrina e giurisprudenza, si realizza relativamente all'esercizio di un diritto (ovvero all'adempimento di un dovere), quando il diritto di cronaca o quello di critica sia conforme ai seguenti limiti:
- verità del fatto narrato;
- pertinenza (intesa quale obbiettivo interesse del fatto per la pubblica opinione)
- e continenza, ovvero correttezza del suo riferimento.
Anche se l'esercizio del diritto di critica trova un limite preciso nell'inammissibilità degli attacchi puramente personali, intesi esclusivamente a colpire la sfera privata dell'offeso e che possono sfociare, quindi, nell'ingiuria, la contumelia e la lesione della reputazione, dal concetto di critica esula, comunque, il requisito dell'obbiettività e della serenità (confacenti invece al diritto di cronaca, come meglio innanzi) in quanto attività essenzialmente valutativa, frutto, quindi, di una lettura personale degli eventi e molto spesso indirizzata a manifestare, con passione e coinvolgimento, un dissenso. Nell'esercizio del diritto di critica, pertanto, è logicamente ammissibile un'intrinseca valenza aggressiva nei confronti del destinatario che dia luogo anche ad una compressione del diritto alla reputazione dello stesso.
http://tutelaariaregionesicilia.blogspot.it/2014/01/audizione-assessore-lo-bello-dr-capilli.html
Cannova gianfranco ascesa e declino dellantimafia degli affari che non si pos...Pino Ciampolillo
IN DIRITTO
Il convenuto Giuseppe Ciampolillo con gli scritti (blog) a lui riferibili non ha prodotto alcuna lesione alla reputazione ed all’ immagine del ricorrente Anzà Salvatore.
Egli ha esercitato il diritto di critica riconosciuto dall’ ordinamento giuridico e pertanto non deve alcun risarcimento per l’ obbligazione extracontrattuale da illecito civile come chiede il ricorrente le cui domande vanno per ciò rigettate mentre lo stesso Anzà va condannato al rimborso delle spese giudiziali a favore del Ciampolillo.
La condotta di questi non integra il delitto di diffamazione (art. 595 cod. pen.), sol perché i suoi scritti contengono dubbi e perplessità sulla correttezza professionale del dr. Anzà. Sovviene in ogni caso la generale causa di giustificazione di cui all'art. 51 cod. pen., sub specie di esercizio del diritto di critica, preordinato ad ottenere il controllo di eventuali violazioni delle regole deontologiche. [Cass. pen., Sez. V, 05/07/2010, n. 33994]-
L'esimente, che nell’ elaborazione costante di dottrina e giurisprudenza, si realizza relativamente all'esercizio di un diritto (ovvero all'adempimento di un dovere), quando il diritto di cronaca o quello di critica sia conforme ai seguenti limiti:
- verità del fatto narrato;
- pertinenza (intesa quale obbiettivo interesse del fatto per la pubblica opinione)
- e continenza, ovvero correttezza del suo riferimento.
Anche se l'esercizio del diritto di critica trova un limite preciso nell'inammissibilità degli attacchi puramente personali, intesi esclusivamente a colpire la sfera privata dell'offeso e che possono sfociare, quindi, nell'ingiuria, la contumelia e la lesione della reputazione, dal concetto di critica esula, comunque, il requisito dell'obbiettività e della serenità (confacenti invece al diritto di cronaca, come meglio innanzi) in quanto attività essenzialmente valutativa, frutto, quindi, di una lettura personale degli eventi e molto spesso indirizzata a manifestare, con passione e coinvolgimento, un dissenso. Nell'esercizio del diritto di critica, pertanto, è logicamente ammissibile un'intrinseca valenza aggressiva nei confronti del destinatario che dia luogo anche ad una compressione del diritto alla reputazione dello stesso.
http://tutelaariaregionesicilia.blogspot.it/2014/01/audizione-assessore-lo-bello-dr-capilli.html
Cannova gianfranco ascesa e declino dellantimafia degli affari che non si pos...Pino Ciampolillo
IN DIRITTO
Il convenuto Giuseppe Ciampolillo con gli scritti (blog) a lui riferibili non ha prodotto alcuna lesione alla reputazione ed all’ immagine del ricorrente Anzà Salvatore.
Egli ha esercitato il diritto di critica riconosciuto dall’ ordinamento giuridico e pertanto non deve alcun risarcimento per l’ obbligazione extracontrattuale da illecito civile come chiede il ricorrente le cui domande vanno per ciò rigettate mentre lo stesso Anzà va condannato al rimborso delle spese giudiziali a favore del Ciampolillo.
La condotta di questi non integra il delitto di diffamazione (art. 595 cod. pen.), sol perché i suoi scritti contengono dubbi e perplessità sulla correttezza professionale del dr. Anzà. Sovviene in ogni caso la generale causa di giustificazione di cui all'art. 51 cod. pen., sub specie di esercizio del diritto di critica, preordinato ad ottenere il controllo di eventuali violazioni delle regole deontologiche. [Cass. pen., Sez. V, 05/07/2010, n. 33994]-
L'esimente, che nell’ elaborazione costante di dottrina e giurisprudenza, si realizza relativamente all'esercizio di un diritto (ovvero all'adempimento di un dovere), quando il diritto di cronaca o quello di critica sia conforme ai seguenti limiti:
- verità del fatto narrato;
- pertinenza (intesa quale obbiettivo interesse del fatto per la pubblica opinione)
- e continenza, ovvero correttezza del suo riferimento.
Anche se l'esercizio del diritto di critica trova un limite preciso nell'inammissibilità degli attacchi puramente personali, intesi esclusivamente a colpire la sfera privata dell'offeso e che possono sfociare, quindi, nell'ingiuria, la contumelia e la lesione della reputazione, dal concetto di critica esula, comunque, il requisito dell'obbiettività e della serenità (confacenti invece al diritto di cronaca, come meglio innanzi) in quanto attività essenzialmente valutativa, frutto, quindi, di una lettura personale degli eventi e molto spesso indirizzata a manifestare, con passione e coinvolgimento, un dissenso. Nell'esercizio del diritto di critica, pertanto, è logicamente ammissibile un'intrinseca valenza aggressiva nei confronti del destinatario che dia luogo anche ad una compressione del diritto alla reputazione dello stesso.
http://tutelaariaregionesicilia.blogspot.it/2014/01/audizione-assessore-lo-bello-dr-capilli.html
Raggi e il vertice farsa con beppe grillo. qualcuno chiami i carabinieri il foglio
1.
33
La bambolina e il vertice farsa.
Gentilmente chiamate i carabinieri
In un paese serio sarebbe già in campo un'iniziativa legale per lo scioglimento di un
movimento reazionario come quello di Grillo. I giornali, nel frattempo, cazzeggiano
di Giuliano Ferrara 17 Dicembre 2016 alle 23:18
" Luigi Di Maio, Beppe Grillo, Virginia Raggi, Alessandro Di Battista (foto LaPresse)
L’informazione italiana è andata per anni ormai appresso al vaffanculo di Gribbels, ha
registrato senza troppe emozioni l’affermazione di un antipartito fuorilegge che impone
penali per contratto al principio costituzionale della libertà di mandato, ha scortato in video e
in pagina e on line (non dimentico mai i sottili guasti della badessa Lucia Annunziata) vecchi
marpioni come Rodotà-tà-tà e nuovi furbetti come Di Battista-ta-ta e Di Maio-yo-yo, e ora se
la cava con quattro fesserie sul garantismo o sui tecnici alla Marra che “Travaglio poteva-non-
sapere” e che “ci vorrebbe il napalm sui palazzi per estirpare questa genia estranea alla
purezza degli onesti”.
Sono buffoni, ma non viene nemmeno più da ridere. Sono un veterano delle campagne contro
i moralizzatori moralizzati, contro quelli che gabbano il popolo bue con il mito nazista della
trasparenza razziale antipolitica, fanno pasticci indecenti con le leggi e la Costituzione, poi
alimentano i forconi e i loro arresti squadristici, infine si ritrovano in manette o estromessi
dalla politica con poca dignità e misteriosamente perché qualcosa di sordido pare non quadri
(un Marra braccio destro di una Raggi, un Di Pietro braccio violento della legge e infiniti altri
datori di lezioni finiti dietro la lavagna della corruttela). L’anno prossimo fanno vent’anni
dalla campagna del Mugello contro il pm della Mercedes e dei cento milioni cash in scatola da
scarpe che ha fatto la rivoluzione di mani Pulite, dico di Mani Pulite, e poi come faranno mille
2. altri dopo di lui si è messo in politica con il sostegno corale di D’Alema Prodi Veltroni a fare
controllo di legalità tra gli applausi dementi della folla e delle tricoteuses del giornalismo
italiano corrivo. Un veterano ormai perfino rauco, che non ha più voglia nemmeno di parlarne,
figuriamoci l’impressione del caso Marra-Raggi, l’eterno ritorno dell’identico.
Che c’entra il garantismo? A parte che gli assegni circolari sono assegni circolari, il
costruttore Scarpellini è Scarpellini, anche un deficiente dovrebbe capire che la questione
saliente non sta lì, dove si farà un processo più serio della fantasmagoria di Mafia Capitale e si
vedrà, ma nella bambolina imbambolata fatta sindaco di Roma a furor di popolo bue, spinta
avanti, ché a lui gli viene da ridere, dal comico goebbelsiano che vuole distruggere e ha già
mezzo distrutta la democrazia italiana a colpi di insulti, minacce squadriste e in alleanza con
una società commerciale che in nome di Rousseau pretende cose che solo gli estortori
pretendono dagli eletti del popolo, la penale. In un paese serio sarebbe già in campo da mesi
un’iniziativa legale per lo scioglimento di un movimento reazionario e fuorilegge che mette
una rete opacamente controllata da affaristi al servizio di un progetto politico di eversione
delle isituzioni, da aprire come scatole di tonno.
Invece ho visto un compassato e mesto Enrico Mentana che, data la stessa misura alla storiella
di Sala e alla fosca vicenda del Campidoglio, nella scaletta furbetta del suo Tg, cazzeggia sulla
comparsata del disturbatore Paolini mentre sta fingendo di raccontare il vertice dei 5 stelle
nella camera di un albergo di passo occupato da Gribbels e invaso da questuanti vari del nuovo
potere, finti leader, amici e nemici di una sindaca che non è compos sui, e che non vuole o non
può, forse non può, riconoscere il Marra che è vicino a lei e dietro di lei, “uno dei ventitremila
dipendenti comunali di Roma”. Il veterano si sente preso per i fondelli, ovvio, e si domanda:
un vertice? Va bene che l’avventura di Berlusconi e un po’ mia è cominciata da quelli che
Mentana, passeggiando nel parco di Arcore, derideva con humour “I protocolli dei Savi di
Arcore”, va bene che la seconda Repubblica ha dell’informale, e che oggi la Trump Tower
decide della Casa Bianca tra marmi pacchiani e ori luccicanti, ma qui si tratta dell’albergo
qualunque, del comico che viene a fare il turista politico da Genova di quando in quando, qui è
una farsa tragica senza capo né coda, non c’è neanche il tentativo di dare una forma
accettabile, decorosa, a un processo politico sedicente rivoluzionario. Un vertice? Una
riunione privata fuori controllo, un via vai di non si sa chi, un tentativo primitivo e selvaggio
di imporre come classe dirigente la solita accozzaglia di frustrati e portavoce della
frustrazione sociale diffusa. Invece di seguire passo passo, deliziata, lo sfarinarsi della
democrazia in Italia, una informazione che si voglia libera e responsabile dovrebbe sostituire
la critica, l’analisi, la denuncia alla sociologia della crisi dappoco alla quale si è rassegnata,
non senza voluttà, dando il calcio d’avvio telegenico alle campagne grilline più sconcertanti. I
carabinieri che finora non hanno potuto o voluto denunciare per tentato sequestro di persona
3. i forconi di Osvaldo Napoli, e si sono limitati a interpellarli con un genile “chi è lei?”,
dovrebbero entrare in quell’albergo e chiedere ai mandanti dello sfascio italiano risibile,
grottesco, magari gentilmente: “ma chi è lei?”.