Enterprise 2.0 - Modelli organizzativi e gestione dei social media in aziendaAlessandro Prunesti
Enterprise 2.0 è un’innovazione sociale e organizzativa, più che tecnologica. Andrew McAfee, uno dei massimi esperti mondiali di web 2.0 e strategie di innovazione digitale per le aziende, così la definisce: “L’Enterprise 2.0 consiste nell’uso emergente delle piattaforme di social software da parte delle imprese, allo scopo di favorire il raggiungimento degli obbiettivi di business”.
Alessandro Prunesti ritorna, dopo Social media e comunicazione di marketing, con un nuovo volume che si concentra sulle strategie organizzative e sulle tecniche di utilizzo degli strumenti web 2.0 e dei social media per favorire i processi collaborativi e di comunicazione all’interno delle aziende attraverso la filosofia Enterprise 2.0.
Il libro si sofferma sulle innovazioni che offre il paradigma collaborativo dell’Enterprise 2.0 nel soddisfare le necessità aziendali e generare benefici a vantaggio di tutti i soggetti che si relazionano con l’impresa, attraverso la costruzione di una community aziendale a struttura orizzontale, il cui ruolo strategico è favorire lo sviluppo delle attività di comunicazione.
I blog, i wiki, i social network, i forum e i podcast sono tutti strumenti utilizzabili all’interno delle imprese per dare vita a una community informale all’interno della quale trovare rapidamente soluzioni efficaci a problematiche singole o comuni. Ampio spazio è dedicato alle indicazioni su come implementare questi social media nell’organizzazione aziendale, attraverso la costruzione e la gestione di una piattaforma informatica.
Il volume riporta i dati più recenti sulla visione del management nei confronti dell’Enterprise 2.0 in Italia, da cui emergono due visioni contrapposte: la prima piuttosto miope riguardo agli sviluppi futuri dell’innovazione digitale, mentre la seconda la riconosce invece come un processo tangibile e promettente per l’innovazione organizzativa delle aziende.
Un testo attuale e contestualizzato nella realtà del nostro paese, grazie agli esempi applicativi attuati in Italia nelle grandi aziende e nelle PMI. Disponibile anche in formato e-book.
Enterprise 2.0
Modelli organizzativi e gestione dei social media per l’innovazione in azienda
Alessandro Prunesti
Franco Angeli, 2010
pp. 208, 26, 00 €
E-book 21,00 €
L'impresa 2.0 nuovi modelli organizzativi per l'innovazioneOnofrio Napolitano
il mio lavoro di tesi si è soffermato nell'analizzare il passaggio dall'impresa 1.0 a quella 2.0. per poi studiare un business in continua crescita, il mercato delle assicurazioni online
Clearvale è un'innovativa piattaforma per la collaborazione e la comunicazione online. Questa soluzione di Enterprise Social Networking consente la creazione di network per le organizzazioni, con estrema semplicità senza richiedere l'installazione di nessun software, in Cloud Computing
Enterprise 2.0 - Modelli organizzativi e gestione dei social media in aziendaAlessandro Prunesti
Enterprise 2.0 è un’innovazione sociale e organizzativa, più che tecnologica. Andrew McAfee, uno dei massimi esperti mondiali di web 2.0 e strategie di innovazione digitale per le aziende, così la definisce: “L’Enterprise 2.0 consiste nell’uso emergente delle piattaforme di social software da parte delle imprese, allo scopo di favorire il raggiungimento degli obbiettivi di business”.
Alessandro Prunesti ritorna, dopo Social media e comunicazione di marketing, con un nuovo volume che si concentra sulle strategie organizzative e sulle tecniche di utilizzo degli strumenti web 2.0 e dei social media per favorire i processi collaborativi e di comunicazione all’interno delle aziende attraverso la filosofia Enterprise 2.0.
Il libro si sofferma sulle innovazioni che offre il paradigma collaborativo dell’Enterprise 2.0 nel soddisfare le necessità aziendali e generare benefici a vantaggio di tutti i soggetti che si relazionano con l’impresa, attraverso la costruzione di una community aziendale a struttura orizzontale, il cui ruolo strategico è favorire lo sviluppo delle attività di comunicazione.
I blog, i wiki, i social network, i forum e i podcast sono tutti strumenti utilizzabili all’interno delle imprese per dare vita a una community informale all’interno della quale trovare rapidamente soluzioni efficaci a problematiche singole o comuni. Ampio spazio è dedicato alle indicazioni su come implementare questi social media nell’organizzazione aziendale, attraverso la costruzione e la gestione di una piattaforma informatica.
Il volume riporta i dati più recenti sulla visione del management nei confronti dell’Enterprise 2.0 in Italia, da cui emergono due visioni contrapposte: la prima piuttosto miope riguardo agli sviluppi futuri dell’innovazione digitale, mentre la seconda la riconosce invece come un processo tangibile e promettente per l’innovazione organizzativa delle aziende.
Un testo attuale e contestualizzato nella realtà del nostro paese, grazie agli esempi applicativi attuati in Italia nelle grandi aziende e nelle PMI. Disponibile anche in formato e-book.
Enterprise 2.0
Modelli organizzativi e gestione dei social media per l’innovazione in azienda
Alessandro Prunesti
Franco Angeli, 2010
pp. 208, 26, 00 €
E-book 21,00 €
L'impresa 2.0 nuovi modelli organizzativi per l'innovazioneOnofrio Napolitano
il mio lavoro di tesi si è soffermato nell'analizzare il passaggio dall'impresa 1.0 a quella 2.0. per poi studiare un business in continua crescita, il mercato delle assicurazioni online
Clearvale è un'innovativa piattaforma per la collaborazione e la comunicazione online. Questa soluzione di Enterprise Social Networking consente la creazione di network per le organizzazioni, con estrema semplicità senza richiedere l'installazione di nessun software, in Cloud Computing
Project Work a cura di Cristiana Anselmo, Mauro Costa, Flavia Genna, Elena Negro, Giorgia Scuderi e Valentino Terenzio - Master in Risorse Umane e Organizzazione 2018-2019 sull'utilizzo attuale e possibile della tecnologia della Blockchain in ambito HR
Project Work a cura degli studenti del Master ISTUD in Risorse Umane e Organizzazione Alessandra Arena, Ambra Aversario,
Giorgia De Filippis Delfico, Stefania Di Leo, Francesco Funaro, Mara Ottinà
Fiducia e idee fanno impresa, creano rete, opportunità e valoreRoberto Gallerani
La crescente articolazione e complessità delle attività umane comporta una sempre maggiore necessità di collaborare ed integrarsi.
Nella conduzione delle attività economiche, allo stesso modo dei singoli, anche PMI e professionisti devono ormai da tempo vincere la “sfida” della capacità di aggregazione e cooperazione che sappia ampliare le opportunità di business attraverso maggiori sinergie, offrire un’espressione più ampia di prodotti e servizi ed un’amplificazione delle potenzialità derivanti dallo sviluppo di nuove opportunità attraverso un bacino più ampio di idee, creatività e capacità di sviluppo di progetti concreti su scala più ampia.
La disponibilità di un ambiente di collaborazione (“collaboration tool”) che permetta di condividere con semplicità ed efficienza, in azienda e con i partner esterni, comunicazioni, documenti, attività, progetti è sempre più richiesto dalle imprese. In fondo si può parlare dell’”anticamera” dell’ ”ufficio virtuale”, in grado di unire i vantaggi di un gruppo di lavoro più coeso e coordinato, con quelli di una minor necessità di spazi fisici e risorse materiali per consentire l’esecuzione delle attività in team.
Nell’articolo vengono esaminate le caratteristiche principali di un “collaboration tool” ed i suoi criteri di valutazione.
Project Work a cura di Cristiana Anselmo, Mauro Costa, Flavia Genna, Elena Negro, Giorgia Scuderi e Valentino Terenzio - Master in Risorse Umane e Organizzazione 2018-2019 sull'utilizzo attuale e possibile della tecnologia della Blockchain in ambito HR
Project Work a cura degli studenti del Master ISTUD in Risorse Umane e Organizzazione Alessandra Arena, Ambra Aversario,
Giorgia De Filippis Delfico, Stefania Di Leo, Francesco Funaro, Mara Ottinà
Fiducia e idee fanno impresa, creano rete, opportunità e valoreRoberto Gallerani
La crescente articolazione e complessità delle attività umane comporta una sempre maggiore necessità di collaborare ed integrarsi.
Nella conduzione delle attività economiche, allo stesso modo dei singoli, anche PMI e professionisti devono ormai da tempo vincere la “sfida” della capacità di aggregazione e cooperazione che sappia ampliare le opportunità di business attraverso maggiori sinergie, offrire un’espressione più ampia di prodotti e servizi ed un’amplificazione delle potenzialità derivanti dallo sviluppo di nuove opportunità attraverso un bacino più ampio di idee, creatività e capacità di sviluppo di progetti concreti su scala più ampia.
La disponibilità di un ambiente di collaborazione (“collaboration tool”) che permetta di condividere con semplicità ed efficienza, in azienda e con i partner esterni, comunicazioni, documenti, attività, progetti è sempre più richiesto dalle imprese. In fondo si può parlare dell’”anticamera” dell’ ”ufficio virtuale”, in grado di unire i vantaggi di un gruppo di lavoro più coeso e coordinato, con quelli di una minor necessità di spazi fisici e risorse materiali per consentire l’esecuzione delle attività in team.
Nell’articolo vengono esaminate le caratteristiche principali di un “collaboration tool” ed i suoi criteri di valutazione.
Slide del seminario "Enterprise 2.0 e organizzazione aziendale" diretto da Alessandro Prunesti presso la Facoltà di Economia dell'Università di Roma Tre il 28 aprile 2011 e presso la Facoltà di Economia dell'Università LUISS Guido Carli il 18 maggio 2011.
Il web 2.0 è l'insieme delle tecnologie collaborative per organizzare Internet come una piattaforma in cui tutti possono inserire i propri contributi ed interagire con gli altri utenti. Il termine nasce da una frase coniata da O'Reilly e da Dale Dougherty nel 2004 e il documento che ne ha ufficialmente sancito l'inizio risale al 30 settembre del 2005. "Il Web 2.0 è la rete intesa come una piattaforma con tutti i dispositivi collegati; le applicazioni Web 2.0 sono quelle che permettono di ottenere la maggior parte dei vantaggi intrinseci della piattaforma, fornendo il software come un servizio in continuo aggiornamento e che migliora con l'utilizzo delle persone, sfruttando e mescolando i dati da sorgenti multiple, tra cui gli utenti, i quali forniscono i propri contenuti e servizi in un modo da permetterne il riutilizzo da parte di altri utenti, e creando una serie di effetti attraverso "un'architettura della partecipazione" che va oltre la metafora delle pagine del Web 1.0 per produrre così user experience più significative". (traduzione da "Web 2.0: compact definition", Tim O'Reilly) Il web 2.0 vuole segnare una separazione netta con la New Economy dell'inizio millennio definita come web 1.0 e caratterizzata da siti web statici, di sola consultazione e con scarsa possibilità di interazione dell'utente. La tendenza attuale è quella di indicare come Web 2.0 l'insieme di tutti gli strumenti/le applicazioni online che permettono uno spiccato livello di interazione sito-utenti quali i blog, i forum, le chat, etc... In ambito aziendale, la condivisione del Web 2.0 permette di creare idee insieme a tutti i dipendenti, commentare gli sviluppi di progetti in collaborazione con i dipendenti. Tutto ciò è stato reso possibile da collegamenti ad Internet molto più veloci e dall'unione di varie tecnologie di facile apprendimento e uso. Come appena citato, Il Web 1.0 a differenza del Web 2.0 era composto prevalentemente da siti web "statici", che non davano alcuna possibilità di interazione con l'utente, eccetto la normale navigazione tra le pagine, l'uso delle e-mail e dei motori di ricerca. Il Web 2.0 viceversa costituisce un approccio filosofico alla rete che ne connota la dimensione sociale, la condivisione, l'autorialità rispetto alla mera fruizione. Il ruolo dell'utente in questo senso diventa centrale, esce dalla passività che lo contraddiceva nel Web 1.0 per diventare protagonista tramite la creazione, modifica e condivisione di contenuti multimediali a propria scelta.
https://www.vincenzocalabro.it
Nel mio intervento del 9 luglio presso il SIDEcamp organizzato presso la l'Università LUISS condividerò con il pubblico alcune tematiche relative ai sistemi Saas e alle caratteristiche delle piattaforme di social networking per le imprese che desiderano affacciarsi all’utilizzo degli strumenti social per espandere il business e migliorare i processi di efficienza interni.
Presentazione del convegno "Web 2.0, vincoli ed opportunità per le aziende" preparata di <a href="http://www.mocainteractive.com">Moca Interactive</a> il 28/06/2007.
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3. Enterprise 2.0 : l’WEB 2.0 entra nei sistemi informativi aziendali
Se il Web 2.0 rappresenta un'evoluzione del Web e dei suoi modelli di business, l'Enterprise 2.0
può essere considerato un fenomeno di rottura dei modelli tradizionali e può essere tradotto in
valore per l'impresa.
Il termine Enterprise 2.0 descrive un insieme di approcci organizzativi e tecnologici basati sul
coinvolgimento diffuso, la collaborazione, la condivisione della conoscenza e la valorizzazione di
reti sociali interne ed esterne all’organizzazione.
Dal punto di vista organizzativo, l'Enterprise 2.0 vuole stimolare flessibilità, adattabilità e
innovazione tra le persone che lavorano in azienda.
Dal punto di vista tecnologico, l’Enterprise 2.0 comprende strumenti di social computing
riconducibili al cosiddetto Web 2.0 - ovvero blog, wiki, RSS e folksonomie – e, in un’accezione
allargata, l’adozione di nuovi approcci tecnologici e di nuovi modelli di offerta come il Software-
as-a-Service e il Software più Servizi.
5. Open Enterprise - Bisogni emergenti e percorsi verso l’Enterprise 2.0
Enterprise 2.0 – Definizione
• La definizione puntuale secondo McAfee di Enterprise 2.0 è:
l’uso in modalità emergente di piattaforme di social software
all’interno delle aziende o tra le aziende ed i propri partner e
clienti.
• Per l'Osservatorio Enterprise 2.0 della School of Management
del Politecnico di Milano, il termine indica una visione molto più
ampia di evoluzione del modello organizzativo e tecnologico
dell'impresa che comprende la creazione di una architettura
adattativa (SOA e BPM), l'applicazione di strumenti collaborativi
tipici del Web 2.0 e l'utilizzo della tecnologia come piattaforma
abilitante dei processi e delle relazioni (Virtual Workspace).
6. E 2.0 – HBS
Andrew McAfee, professore della Harvard Business School
ha coniato il termine “Enterprise 2.0” nel paper seminale “Enterprise 2.0: The
Dawn of Emergent Collaboration”, pubblicato sul MIT Sloan Management
Review
7. E 2.0 – MIP
Se il Web 2.0 rappresenta l’evoluzione del web e dei suoi modelli di business, allora l’Enterprise 2.0 è
un cambiamento nel modo stesso di pensare l’organizzazione, una rivoluzione lenta ed inesorabile che
è probabilmente già in atto e sta portando all’emergere di modelli organizzativi e stili di gestione fondati
sul coinvolgimento diffuso, la collaborazione emergente, la condivisione della conoscenza e lo
sviluppo e valorizzazione di community e reti sociali interne ed esterne all’organizzazione.
L’Enterprise 2.0 non è in sé un fenomeno tecnologico, ma il risultato di una progressiva evoluzione
sociale ed organizzativa che trova nell’ICT un importante fattore di accelerazione.
Tra queste tecnologie abilitanti vanno annoverate, oltre ai già citati strumenti di Social Computing,
anche l’adozione di nuovi approcci infrastrutturali ed applicativi come le Architetture Orientate ai
Servizi (SOA), il Business Process Management, i mash up e le Rich Internet Applications – nonché di
nuovi modelli di offerta come il Software-as-a-Service.
8. E 2.0 – MIP
.. sono quelle aziende che decidono di adottare quelle tecnologie che comprendono da tempo i sistemi
informativi, come document management, condivisione agende ecc. ecc. ma anche quegli strumenti
innovativi di social computing ereditati dal web, ossia blog, wiki, social network, folksonomie, feed;
sviluppando anche strumenti e tecnologie di comunicazione professionale, come ad esempio la Unified
Communications.
In questa direzione, secondo l’analisi fornita da Osservatori.net sull’Enterprise 2.0, risultano essersi
sviluppati 3 diversi modelli di Web-Enterprise :
Social Enterprise, si identificano in questo scenario nuovi schemi di collaborazioni, condivisione della
conoscenza e gestione delle relazioni.
Open Enterprise, vanno verso un forte allargamento e apertura dei confini del virtual workspace in termini
di modalità di accesso e di attori esterni.
Adaptive Enterprise, si focalizzano sulla flessibilità e riconfigurabilità nella gestione dei processi aziendali.
10. Bisogni emergenti e percorsi verso l’Enterprise 2.0
L’organizzazione tradizionale: il limite
Gli impiegati sono organizzati in modo gerarchico ..
.. ma lavorano attraverso il network sociale.
11. Bisogni emergenti e percorsi verso l’Enterprise 2.0
Le nuove organizzazioni
Processi e sistemi Collaborazione
adattativi Emergente
Progettati ed
adattati “attorno” Il vero asset
all’individuo
Global Social
mobility Network
Individui e risorse si
spostano Conoscenze
in rete Consente di
“partecipare”
Fonte: www.osservatori.net
12. Bisogni emergenti e percorsi verso l’Enterprise 2.0
Le “nuove” tecnologie
Web Services
SOA
BPM Service
Oriented
Business Process Management
Architecture RSS
Feed
MashUp
Interfacce WiKi
Blog
Smart Client RIA
Rich
Flash Internet
Application
Ajax Queste nuove organizzazioni non si progettano attraverso gerarchie e mansionari,
saranno piuttosto le nuove tecnologie di informazione e collaborazione che
abiliteranno questo nuovo modo di pensare l’impresa.
Fonte: www.osservatori.net
13. Social Enterprise
What is the social Enterprise?
It is the defining construct for the social enterprise centric social fabric that ties together
people, ideas, content, processes, systems, and other enterprise artifacts.
Most important, these connections are not only explicit but also implicit and, in some cases,
emergent.
Another key aspect of the social enterprise is its participative, do-it-yourself (DIY) nature.
Employees are empowered to create and publish content that is easily consumable
throughout the company.
14. Le componenti “informali” del know-how aziendale
Fenomeni %
Organizzazione dell’azienda in tutte le sue articolazioni 33 %
Il processo decisionale e la governance 53 %
Il know-how aziendale 60 %
Il processo di formazione interna 58 %
Rapporto tra formazione formale e “non formalizzata” in a zienda 110 %
Fonte: Indagine Management Forum 2007
15. The enterprise social Web is still evolving, but several key capabilities
have been identified as core requirements.
• Social bookmarking and tagging.
Users categorize content or people of interest with keywords or tags, effectively creating a personal taxonomy.
• User-generated content.
Wikis and blogs empower users to surface personal knowledge in the context of work requirements and encourage
information sharing through collaboration.
• Rich, dynamic user profiles.
Translated to the enterprise, this capability could show what projects or products employees are responsible for as
well as what conferences they attend. Going beyond the hierarchical view of employees provides richer opportunities
for collaboration.
• User activity streams.
A user could get instant notification each time a colleague uploads a document to a content management system,
schedules a meeting, or completes a project milestone.
• Collaborative communities.
The ability for users to create like-minded communities of interest, these communities can also grow quickly through
word of mouth; they help promote discussion and idea sharing among employees that span departmental, functional,
and geographical boundaries
• Social search.
Just as a person can ask friends to recommend a good Thai restaurant, enterprise social search leverages the
knowledge of coworkers for more-useful results.
• • Really Simple Syndication (RSS).
Not only can RSS be effective behind the firewall, but it can offer an easy way to tie together information from inside
and outside the organization. For example, imagine if both marketing and sales were instantly made aware each time
a deal closed with a customer in a particular industry.
22. OPEN ENTERPRISE
Unified Communication &
Enterprise Information Management
30 Gennaio 2009
23. Perche L’enterprise 2.0 può avere successo
Il successo dei Social
Software/Media nelle community
del Web si sta diffondendo anche
alla cummunity “Azienda”.
Con quali differenze e con quali
fattori comuni?
24. Perche L’enterprise 2.0 può avere successo : I social media
I social software/ media ad oggi disponibili sono molti e in continua evoluzione
Tutti hanno però come fattore comune
l’obiettivo di rendere più efficace e ritagliato
sulle nostre esigenze il concetto di
Comunicare, Condividere e Governare le
Informazioni.
Con una differenza in più rispetto al
passato …
25. Perche L’enterprise 2.0 può avere successo : Web 2.0
La possibilità di contribuire
ciascuno a creare “informazione”
(contenuti).
26. Perché L’enterprise 2.0 può avere successo: la community Azienda
Nella community “azienda” le necessità di :
• Rendere più efficaci le comunicazioni, sia quelle interne che quelle verso l’esterno
• Facilitare la collaborazione tra colleghi
• Favorire il knowledge sharing e prevenire il knowledge loss
• Supportare l’impegno e la crescita professionale delle persone
• Rispondere alle nuove esigenze di lavoro/mercato
Sono tematiche/problematiche da sempre presenti in una azienda tanto da far
vedere nel successo dei social media , della loro filosofia e delle loro tecnologie
una opportunità di soluzione.
27. Le tecnologie abilitanti
“
“
Due fondamentali tecnologie in questo insieme sono:
UC: Unified Communication. La UC risponde alle esigenze di un efficace, semplice e
integrato sistema di “interfacciamento” tra le persone per colloquiare,collaborare e
scambiare informazioni.
EIM: Enterprise Information Management. La EIM si occupa di raccogliere, gestire e
distribuire le conoscenze aziendali tra le persone.
28. Unified Communication – Cos’è
Con Unified Communication (UC) si intende
l’integrazione di diversi sistemi di comunicazione o di
modelli che non riguardano solo la voce, ma anche
la trasmissione di dati (quale email e instant
messaging),
le tecnologie di collaborazione (come Web
conferencing) . L’UC combina le vecchie e le nuove
capacità di comunicazione con i processi aziendali per
migliorare notevolmente la produttività e il servizio agli
utenti ed alle aziende.
Per Integrazione si intende anche la possibilità per ogni persona di
accedere ad un messaggio ricevuto con uno strumento diverso da
quello utilizzato per l’invio:
Ad esempio Una persona può ricevere una voice-mail e leggerla nella
sua casella email usando un programma di Unified Communication.
30. Unified Communication – Presence
Con L’Unified communication viene introdotto anche il concetto
di “presence” e cioè la possibilità di identificare lo “Stato” di
disponibilità di una persona e come (con quale strumento di
comunicazione) questa persona possa essere raggiunto.
Un esempio chiarificatore:
Un impiegato riceve una chiamata da un cliente che ha bisogno di
supporto. Unified Communications abilita l’impiegato ad accedere
ad una lista aggiornata in real time con tutti i colleghi “raggiungibili”
e sempre tramite l’Unified Communication raggiunge il collega più
indicato a soddisfare le esigenze del cliente, eliminando in questo
modo ritardi dovuti a Telefonate o Mail a persone non disponibili.
31. Unified Communication – Le quattro C
Il significato dell’UC per il business è semplice e può essere riassunto con “Le quattro C
dell’UC”:
1. Collegamento: Congiunge tutti i punti dell’insieme, collegando e facendo rimanere in
costante contatto tutte le persone di riferimento, visualizzando e reperendo facilmente
le informazioni.
2. Comunicazione: Finalmente si saltano alcune barriere tradizionali parlando con il
diretto interessato senza lunghe trafile di attese, migliorando notevolmente l’efficacia
e le efficienze dell’apparato comunicativo sia all’interno che all’esterno dell’azienda.
3. Collaborazione: Si instaura un nuovo tipo di rapporto di condivisione e di
collaborazione che va ad aiutare notevolmente il lavoro di gruppo.
4. Community: Si creano delle vere e proprie comunità nella quali far parlare tutte le
persone, andando così a migliorare o sviluppare alcuni servizi utili all’interno o
all’esterno di tutto il sistema aziendale.
32. Enterprise Information Management
Con Enterprise Information Management
(EIM) si intende quell’area della Information
Technology che combina le funzionalità della
Business Intelligence e della Enterprise Content
Management ai fini di governare le informazioni
e i contenuti presenti in una azienda qualunque
sia la loro forma e disponibilità.
La Business Intelligence si occupa della
gestione delle informazioni già disponibili sotto
forma di Dati Strutturati (Presenti in Gestionali,
Data warehouse etc.) e di metterli a disposizione
dei processi decisionali aziendali.
L’ECM ha un obiettivo analogo ma deve gestire
una varietà di situazione e numerosità di dati
spesso differente.
33. Enterprise Information Management
In genere in un’azienda la
distribuzione delle
informazioni/conoscenze è
ripartita come nell’immagine.
Da questa “disparità” nasce il
crescente interesse verso le
nuove tecnologie di ECM che,
integrate all’interno dei sistemi
informativi aziendali, permettono
di recuperare e distribuire
contenuti prima accessibili a
“pochi”.
34. Perché sono importanti le soluzioni ECM
La gestione delle informazioni non strutturate diventerà sempre più importantee visto le previsioni di
crescita del volume di questi contenuti all’interno delle aziende.
36. Che cosa è l’ECM
Document Management
I servizi di un sistema di ECM
Knowledge Management
Information Lifecycle Management
E = ENTERPRISE Workflow
C = CONTENT Records Management
Full Text Search
M = MANAGEMENT Collaboration
E-Mail Management
Digital Asset Management
Enterprise Report Management
38. Enterprise 2.0 : Next Step
Oltre a quelle indicate, numerose sono le tecnologie di
derivazione Web 2.0 che sono state adottate nel
mondo enterprise a testimonianza di come il concetto
di Enterprise 2.0 sia ad oggi in evoluzione e più vicino
alla definizione indicata da l'Osservatorio Enterprise
2.0 . Tra le tecnologie/filosofie più importanti
menzioniamo:
SOA : Service Oriented Application
BPM : Business Process Management
Saas: Software as a Service