SlideShare a Scribd company logo
IL MELANOMA CUTANEO: DALLA DIAGNOSI
               ALLA TERAPIA
       OSPEDALE S. EUGENIO 19/05/2012
    Linfoscintigrafia Cutanea preoperatoria e
localizzazione radioguidata intraoperatoria per la
                    biopsia del
             linfonodo sentinella nel
                melanoma cutaneo

               Dr.Giampiero Atzei

U.O.C. Medicina Nucleare – Osp. S. Eugenio – ROMA
                 Direttore f.f. Dott.G.Argirò

                                                Grafica Dott. Salvatore Bellu
MELANOMA CUTANEO
s   3^ neoplasia più frequente in Australia(più alta incidenza nel mondo)
     5^ neoplasia più frequente negli USA (patologia epidemica) ove
        causa 6700 morti/anno
    In Italia circa 6000 persone/anno si ammalano e
              circa 1500 persone/anno muoiono
              incidenza media 3.6/100000 abitanti per i maschi
                               4.1/100000 abitanti per le femmine
                  “     “ nord 9.0/100000 abitanti
                  “     “ sud 0.4/100000 abitanti
              tempo di raddoppiamento 15-20 anni (come in nessun
              altro tumore)
              1% dei tumori nei maschi, 1.8% nelle femmine
    Negli ultimi anni la prognosi è migliorata del 10% merito di diagnosi
    precoci di melanomi curabili dovuta alla sensibilizzazione della opinione
    pubblica e alla identificazione di fattori di rischio
s   Principali fattori di rischio sono l’età avanzata, familiarità, immuno
    soppressione ed esposizione ai raggi solari UVB
MELANOMA CUTANEO
s   La storia naturale è legata ad alcune caratteristiche della
    lesione primitiva: spessore (misurato secondo Breslow),
    presenza o meno di ulcerazione e di metastasi a distanza.
s   Nel 70% circa dei casi le metastasi sono per via linfatica,
    mentre quelle per via ematica possono localizzarsi in ogni
    organo:         encefalo(15-20%),         polmoni(18-32%),
    fegato(14-20%),          scheletro(11-17%),        apparato
    digerente(1-7%), cute e sottocute, con caratteristiche
    tipiche di ubiquitarietà e frequente coinvolgimento
    pluriviscerale.
s   Nel 4-8% dei pazienti M+ non è riconoscibile la sede della
    lesione primitiva per verosimile regressione.
s   Nei pazienti M+ la sede viscerale o meno, il numero delle
    metastasi ed i livelli sierici di LDH sono i fattori che
    influenzano la prognosi.
CONSIDERAZIONI PROGNOSTICHE
s Nei pazienti N+ l’evoluzione è legata al numero dei
  linfonodi +, alla estensione della metastasi(micro o
  macro)
s Nel melanoma ulcerato con singola metastasi
  linfonodale, clinicamente occulta, la sopravvivenza
  è del 70% rispetto alla presenza di metastasi a 4 o
  più linfonodi clinicamente evidenti che è del 27%
s Negli stadi III e IV la sopravvivenza è ridotta del
  40%
s Nei pazienti con recidiva la 1^ sede di ripresa è nel
         50% dei casi i linfonodi regionali , nel 25%
  metastasi a distanza, nel 25% contemporaneità di
  entrambe.
MELANOMA CUTANEO:
           CONSIDERAZIONI PROGNOSTICHE
s   Spessore <0.76 mm   sopravvivenza a 10 anni        = 96%



s   spessore < 1    mm         “               “            > 90
                                            con recidive < 5%


s   spessore < 1.5 mm          “        a 5 anni        > 95%
                         se + i linfonodi regionali     20-40%

s   Spessore > 1.5 mm         “             “          < 40%
                         dopo il 1° trattamento

s
ASSUNTI BIOLOGICI - 1

   •METASTASI: Riproduzione del tumore a distanza,
conseguenza della crescita infiltrativa e distruttiva delle
cellule maligne

   •Distacco di cellule tumorali dalle regioni più esterne
della massa tumorale per il coinvolgimento di fattori
quali:
          •mancata inibizione da contatto
          •scarsa adesività
          •carenza locale di calcio
          •eliminazione di fermenti proteolitici
           •eliminazione di fermenti idrolitici
ASSUNTI BIOLOGICI - 2


•L’ eliminazione di fermenti idrolitici:

       •riduce l’adesività delle cellule neoplastiche
    tra loro
        •può aprire la strada alla migrazione delle
    cellule    neoplastiche attraverso gli interstizi
    tissutali (1-6 µ m/min) con altissima probabilità
    di incontrare un vasellino linfatico o sanguigno
CENNI DI ANATOMIA E FISIOPATOLOGIA
   L’epidermide è priva di vasi linfatici,
mentre il derma possiede una abbondante rete
linfatica:una superficiale papillare ed una più
profonda nel derma reticolare, con flusso
diretto dalla superficiale alla profonda fino
al plesso sottocutaneo.
   La diffusione metastatica attraverso la via
linfatica inizia con l’infiltrazione delle
cellule neoplastiche attraverso la lamina
basale del tessuto connettivo, cui segue
l’infiltrazione dell’endotelio dei vasi,
arrivando infine al LNS, ove proliferano nei
sinusoidi restando confinate nello spazio
sottocapsulare fino a sovvertirne la normale
struttura.
Principali linfocentri del drenaggio linfatico cutaneo:
                 arti e parte del tronco
testa e collo
LA RETE LINFATICA CUTANEA - 1
•1874 - SAPPEY mediante studi anatomici su cadavere iniettando
mercurio ha realizzato una mappa di drenaggio, definendo una linea di
demarcazione (LINEA DI SAPPEY) sopra l’ombellico e che curva
posteriormente sulla 2^ vertebra lombare al di sopra della quale le lesioni
presentavano drenaggio ai linfonodi
ascellari omolaterali, quelle al di
sotto agli inguinali omolaterali
•1972 - HAAGENSE e
•1976 - SUGARBAKER hanno
confermato la teoria di Sappey
ad eccezione del drenaggio di
un’area (anteriore e posteriore)
lungo la linea mediana e quella
di SAPPEY di 5 cm di larghezza
che hanno definito AMBIGUA
presentando un drenaggio
imprevedibile
LA RETE LINFATICA CUTANEA - 2

     •1991 - NORMAN          valutando
un
     significativo numero di studi di
     linfoscintigrafia cutanea con
      con colorante vitale effettuati su
     pazienti affetti da Melanoma ha
     dimostrato l’esistenza, al contrario
     delle vecchie conoscenze, di una
     vasta estensione cutanea di
     drenaggio linfatico ambiguo, fino
     ad 11 cm da ambo i lati,
     comprendente buona parte della
     regione mammaria
                          Am J Surg 1991
Premessa al concetto del linfonodo sentinella
-La linfoadenectomia (LA) è il solo trattamento
efficace, oltre l’asportazione allargata della
lesione, per la cura ed il controllo della
malattia locoregionale.

-Presenta una notevole incidenza di complicanze
post operatorie, specie la inguinale, quali
linfedema delle estremità(fino al 63%),
linfocisti e sieromi locali persistenti(7-28%),
necrosi dei lembi cutanei con deiscenza delle
suture(22-52%), cellulite posteratoria(50.8%).
-Rappresenta un overtreatment costoso e
potenzialmente dannoso nei melanomi a spessore
intermedio(da 1-4 mm ) poiché il 60-80% di
questi pazienti non hanno metastasi linfonodali
Premessa al concetto del linfonodo sentinella
s   E’ fondamentale che la LA riguardi i linfocentri che
    ricevono il drenaggio direttamente dal tumore, ma
    il drenaggio linfatico è estremamente variabile e
    non prevedibile soprattutto per le lesioni lungo la
    linea mediana del tronco e per quelle della spalla e
    della testa-collo, che possono drenare in 3 o più
    letti linfonodali diversi in posizioni anatomiche
    diverse.

s   In particolare quando il melanoma si trova lungo la
    linea mediana del tronco, in prossimità dello sterno
    e alla base del collo sono state descritte anche 6
    aree di drenaggio: cervicale anteriore, posteriore
    ed ascellare bilaterale.
Premessa al concetto del linfonodo sentinella

s Non    permette la biopsia dei cosiddetti
  linfonodi “ in transit “ che sono sottocutanei
  ed interposti tra il melanoma e la stazione
  linfoghiandolare principale.
s Non     permette la identificazione della
  micromestasi o di cellule tumorali isolate cosi’
  come la PET che ha sensibilità del 23% per
  linfonodi metastatici <5mm e del 27-37% per
  le metastasi linfonodoli di tipo embolico
  parziale.
LINFONODO SENTINELLA (LNS)
s Ad ogni determinata regione cutanea corrisponde
  una ben definita area di drenaggio linfatico e questo
  avviene costantemente verso lo stesso linfonodo
  (Morton 1992).
s La sua negatività per cellule maligne indica nel 99
  % dei casi che anche i rimaneti linfonodi regionali
  sono indenni.
s La procedura con il solo colorante vitale blu dye
  risulta complicata per il chirurgo, non permette di
  ottenere una mappa della via linfatica utile per
  identificare le regioni anatomiche che ricevono il
  drenaggio del tumore, lascia estesa cicatrice, non
  permette la biopsia dei linfonodi “ in transit “ e nel
  30 - 40 % dei casi non identifica il/i L.S.
LINFONODO SENTINELLA (LNS)

s La versione più recente del TNM prevede
  un’annotazione specifica per N quando è disponibile
  l’esame istologico del LNS con ulteriore annotazione
  se presenti micrometastasi o cellule tumorali isolate.
s L’incidenza di metastasi nel LNS è circa il 5% per
  melanomi con spessore di Breslow tra 0.76 e 1.5
  mm, ma aumenta a circa 20-37% per Breslow tra
  1.5 e 4 mm e la conseguente dissezione linfonodale
  profillattica, la terapia adiuvante post operatoria con
  IFN-2beta        prolungano     la   sopravvivenza    ,
  specialmente in caso di micrometastasi.
METODI DI IDENTIFICAZIONE
         DEL LINFONODO SENTINELLA



       • Iniezione del colorante
    vitale
       • Iniezione del radiotracciante:
        LINFOSCINTIGRAFIA CUTANEA
GOLD STANDARD PER LO STUDIO DEL DRENAGGIO
                LINFATICO
CENNI STORICI
   L’uso di colloidi nello studio del flusso
linfatico in ambito oncologico con intenti di
stadiazione dell’interessamento linfatico
della malattia fu proposto da Walker nel 1950
e da Sherman nel 1953, era antecedente
l’introduzione commerciale del 99mTc,
utilizzando oro radioattivo colloidale
mediante iniezione pedidia sottocutanea e da
Farinet nel 1959 mediante incannulazione
diretta dei vasi linfatici del piede,
precedentemente visualizzati con coloranti,
nel tentativo di simulare una linfografia con
mezzo di contrasto radioopaco.
CENNI STORICI
   Da allora l’impiego di radiocolloidi in
oncologia per la stadiazione ha conosciuto
episodi alternati di entusiasmo e sconforto in
base ai risultati dei singoli ricercatori, fino
ad arrivare negli ultimi anni , soprattutto nel
melanoma cutaneo e nel cancro mammario, alla
validazione della metodica medico nucleare che
consente la visualizzazione dell’effettivo
stato funzionale del drenaggio linfatico della
regione sede del melanoma nel singolo paziente,
individuando tutte le stazioni a maggior
rischio di metastasi, per ognuna di individuare
il/i LNS, anche in transit, e permettere la
loro biopsia escissionale radioguidata.
PRINCIPIO MEDICO-NUCLEARE
Il radiofarmaco (COLLOIDE RADIOMARCATO) deve:
    • tracciare la corrente linfatica
    • mimare le cellule neoplastiche distaccate dalla superficie
      del tumore




LA SEDE DI PARTENZA DEVE ESSERE LA PIÙ PROSSIMA POSSIBILE
        AL TUMORE (tessuto perilesionale o pericicatriziale)
      A tal fine si può ritenere corretta la sede di inoculo del
tracciante entro 1 cm dalla periferia del tumore o della cicatrice
chirurgica, in 4 o 6 o 8 aliquote da 0.05-0.2 ml per via intradermico
sottocutanea con ago da 25-27G.
BASI TEORICHE DELLA LINFOSCINTIGRAFIA




                    PARTICELLE COLLOIDALI RADIOMARCATE

INTRODOTTE nell’interstizio tissutale per in intradermico
sottocutanea
TRASPORTATE dalla linfa lungo le vie linfatiche (trasporto passivo)

INTRAPPOLATE nel reticolo endotelio dei linfonodi (colloidopessi)
ANALISI EX-VIVO
PREPARAZIONE DEL RADIOFARMACO E
               CONTROLLO DI QUALITÀ
                 (NANOCOLL – GE-Healthcare)
D.M. 30 3 2005: norme di buona preparazione dei radiofarmaci in
M.N. e G.U. N°274 del 23 11 2010:linee guida per l'applicazione
             RICOSTRUZIONE DEL LIOFILIZZATO:
      da 1 a 5 ml di Soluzione di Pertecnetato di Sodio 99mTc
  •   Attività specifica: 2-4 mCi/mL (74-148 Mbq/mL
  •   Volume: 0.6-1.0 ml
  •   Dose: 1-2 mCi in 4-8 iniezioni da 0.05-0.1 ml
      (ogni centro terrà conto del tempo che intercorre
              tra la somministrazione e l’intervento)
      CONTROLLO DI QUALITÀ (PUREZZA RADIOCHIMICA)
      METODI DI INDAGINE:
  •   Cromatografia su carta Whatman n°1
  •   Cromatografia su ITLC -SG
  > 95% del totale delle particelle colloidali devono misurare 80 nm
LINFOSCINTIGRAFIA CON GAMMA - CAMERA – 1
La linfosc. può essere eseguita entro il pomeriggio del giorno
precedente l’intervento chirurgico o il giorno stesso, previo
consenso informato sia per la fase pre-operatoria che per gli
aspetti prettamente medico nucleari intraoperatori e circa i
vantaggi ed rischi della procedura (1-3% falsi neg.).
Non necessaria nessuna preparazione dietetica o farmacologica.
Subito dopo la somministrazione del tracciante si invita sia ad un
   massaggio delicato per alcuni minuti che alla mobilizzazione
   dell'arto e si eseguono riprese con Gamma Camera a grande campo
   al fine di:
• Verificare la congruità della somministrazione
• Registrare eventuali vie di drenaggio (10’)
• Apprezzare il/i primo/i linfonodo/i (LS) mediante successive
   ripetute acquisizioni (ogni 15’) o tardive fino a prima dell'intervento
• Confermare il/i LS
Melanoma asportato reg. toracica anteriore:
               linfonodi in transit




•
LINFOSCINTIGRAFIA CON GAMMA - CAMERA – 2
 Tutte le immagini vengono acquisite con paziente seduto o in
piedi di fronte alla Gamma-Camera, nelle proiezioni anteriore e
laterale e/o obliqua, fornita di collimatore a fori paralleli per
bassa energia, ad alta risoluzione, con centratura del del picco
energetico a 140 Kev del Tc-99m e finestra energetica del 10%
SPET/TC è raccomandata per melanomi della spalla-testa-collo

Si individua la proiezione cutanea del LS mediante l’ausilio di
un marker radioattivo e si pone un repere cutaneo (matita
dermografica)

Si procede alla conferma della posizione del LS con la sonda
per la chirurgia radioguidata (gamma probe),con la paziente in
posizione chirurgica ed alla refertazione da inserire in cartella.
Il marker radiattivo
in corrispondenza del
linfonodo
repere cutaneo con matita dermografica
IL LINFONODO SENTINELLA
NEL MELANOMA CUTANEO: BIOPSIA RADIOGUIDATA
Oltre il L.S. si asportano i soli
linfonodi con radiattività >
10- 20 % del conteggio ex
vivo del L.S.

                                           s   Sensibilità
                                             s Schermatura del cristallo
                                             s Risoluzione energetica
s   Converte la radioattività sia in segnale s Collimazione e risoluzione
    numerico che acustico di frequenza e/o spaziale
    intensità proporzionali all’attività     s Caratteristiche ergonomiche
    presente
s   L’efficienza aumenta in modo
    inversamente proporzionale al
    quadrato della distanza
Tipologia e frequenza dei
controlli di qualità della sonda
IL GIORNO DELL’INTERVENTO

I   CONTE ESTERNE    DEL FONDO
    PRECHIRURGICHE   DEL LINFONODO


II CONTE IN-VIVO     DEL LINFONODO
                     REPERTATO
                     DEL LETTO
                     ESCISSIONALE


III CONTE EX-VIVO    DEL LINFONODO
                     ASPORTATO
IV CERTIFICAZIONE
LINFONODO SENTINELLA

LA SEQUENZA DEGLI ATTI


   •SOMMINISTRAZIONE DEL RADIOTRACCIANTE
   •RILEVAZIONE SCINTIGRAFICA CON GAMMA-CAMERA
   •RILEVAZIONE DELLA RADIOATTIVITÀ CON SONDA MANUALE
             •preoperatoria
             •intraoperatoria
             •ex-vivo


CONCRETIZZA UNA DIAGNOSTICA MEDICO-NUCLEARE
DA DOCUMENTARE NELLA CARTELLA CLINICA
DICHIARAZIONE DEL
MEDICO NUCLEARE
Giudicato normalmente
funzionante il Sistema
di Rivelazione Manuale
impiegato,ritenute
valide le determinazioni
della radioattività
effettuate con lo
strumento, verificato
che i linfonodi escissi
dal chirurgo
corrispondono a quelli
indicati dalla
linfoscintigrafia, il
medico nucleare
sottoscritto dichiara
qualitativamente
corretta la procedura
per quanto dicompetenza.
LINEA GUIDA FONCAM 2005
s   Almeno 1 chirurgo ed 1 medico nucleare per centro
    dovrebbero effettuare una curva di apprendimento di
    almeno 30 casi consecutivi con tutor, praticando
    ricerca del linfonodo sentinella e dissezione
    linfonodale contemporaneamente, con un risultato di
    identificazione non inferiore al 90 % dei pazienti e
    con il 12-20% di pazienti con metastasi nel L.S.( se
    melanomi di spessore tra 1 e 4 )
INDICAZIONI
VII^ versione della classificazione AJCC del melanoma '09
s Spessore < 1 mm con almeno 1 mitosi/mmq
s Tutti i melanomi ulcerati
s Spessore > 1 mm
s Nelle situazioni limite dello stadio IIB e IIC:
  T3b:spessore tra 2,01 e 4 mm con ulcerazione,
  T4a:spessore > 4 mm senza ulcerazione,
  T4b:spessore > 4 mm con ulcerazione,
  l'indicazione deve essere discussa caso per caso
  in un contesto multidisciplinare tenendo conto di altre
  variabili quali l'età, il sesso e la sede della lesione
Controindicazioni
                      ASSOLUTE:
s Infezione locale o franco processo infiammatorio
s Incapacità del paziente a cooperare

                      RELATIVE:
s Gravidanza: nei melanomi degli arti inferiori è
  strettamente controindicata a causa del possibile
  accumulo nei linfonodi pelvici
s Valutazione multidisciplinare considerando altre
  variabili clinico prognostiche, chirurgiche e tecniche
  alternative
s Allattamento: è prudente sospenderlo per 24 ore
Sorgenti d'errore
s Artefatti da movimento del paziente, artefatti
  correlati alla strumentazione (ad es. difetto di
  uniformità della testa, centro di rotazione
  disallineato)
s Estesa cicatrice chirurgica


s   Contaminazione radioattiva esterna

s   Linfonodo sentinella totalmente metastatico

s   Presenza di linfoadenopatie palpabili
LINFOSCINTIGRAFIA
                  NEL MELANOMA CUTANEO

            ASPETTI DOSIMETRICI - Paziente
s   Data l’attività estremamente bassa, il tipo di radioisotopo e
    la pressocchè completa asportazione della radioattività
    iniettata a seguito dell’intervento chirurgico, le dosi al
    paziente sono trascurabili essendo al di sotto di un mSv.
s   Rappresenta l’1 % della dose annuale considerata sicura
    per medici e tecnici di Med. Nuc.
s   Rappresenta la dose a cui si è esposti in 1 settimana alle
    radiazioni cosmiche ed a fondi naturali.
s   Il paziente può stare con altre persone ed utilizzare il
    bagno senza rischio altrui
LINFOSCINTIGRAFIA
                NEL MELANOMA CUTANEO

        ASPETTI DOSIMETRICI - Operatori
IPOTESI:
       100 pazienti/anno
       Radioattività al momento dell’intervento: 270 µ Ci (~ 10 MBq)
       30 minuti di esposizione

   Corpo intero:              a 30 cm:       15 µ Sv
                              a 100 cm:       1,5 µ Sv
   Estremità (mani):          a 10 cm:       150 µ Sv

   Corrispondono a circa 1% (dose media assorbita) e
   10% (dose media efficace ) dei limiti di dose annuale
   per la popolazione generale
LINFOSCINTIGRAFIA
            NEL MELANOMA CUTANEO

     ASPETTI DOSIMETRICI - Operatori

Limiti di EQUIVALENTI DI DOSE/anno

       Corpo intero:       1000 µSv

       Estremità (mani): 50000 µSv

       Non è quindi necessaria alcuna
       ulteriore misura radio protezionistica
       ed è inappropriata la classificazione
       di “lavoratore esposto” del personale
       non medico nucleare coinvolto
SCELTA DEL TRACCIANTE
Il trasporto ed il movimento attraverso i vasi linfatici è
fortemente dipendente dalle dimensioni delle particelle colloidali

     •Particelle più piccole di 10 nm
       penetrano la membrana capillare
     •Particelle più grandi di 500 nm
       mostrano scarsa-lenta progressione
     •Particelle di dimensioni inferiori a 100 nm
       mostrano rapida progressione dallo spazio interstiziale
       e significativa ritenzione nei linfonodi

 • E’ importante la dispersione delle dimensioni
 • Le dimensioni più idonee sembrerebbero comprese
       tra 40 e 50 nm (Abraham JW EJNM 1999)
       tra 50 e 200 nm (Keshtgar and Hell EJNM 1999)
Il tracciante ideale deve associare
   il rapido trasporto lungo le vie linfatiche
  ed una ritenzione persistente nel linfonodo

    +++ Albumina colloidale        Europa

     ++ Solfuro colloidale         USA

     ++ Antimonio trisolfuro       Australia

L’albumina colloidale mostra una migliore
visualizzazione delle vie di drenaggio linfatico
ed una più elevata captazione nel L.S.
DIMENSIONI DEI COLLOIIDI
      (NANOMETRI)
GARANZIA DI QUALITÀ




IL LINFONODO ASPORTATO DAL CHIRURGO E
INVIATO ALL’ANATOMO-PATOLOGO È IL
LINFONODO    SENTINELLA   EVIDENZIATO
MEDIANTE LA TECNICA MEDICO-NUCLEARE


     Domanda        Affermazione
NORMATIVA
  ART.110 COMMA 1 D.L. 17/3/1995 n.230



“L’esercizio professionale specialistico della
radiodiagnostica, della radioterapia e della
medicina nucleare è di competenza dei medici
muniti dei rispettivi diplomi di specializzazione.”

More Related Content

What's hot

Cutaneous melanoma nccn 2021
Cutaneous melanoma nccn 2021Cutaneous melanoma nccn 2021
Cutaneous melanoma nccn 2021
abigail fausto
 
Castrate Resistant Prostate Cancer
Castrate Resistant Prostate Cancer Castrate Resistant Prostate Cancer
Castrate Resistant Prostate Cancer
Rohan Sharma
 
MANAGEMENT OF BIOCHEMICAL RECURRENCE AFTER RADICAL PROSTATECTOMY & RADIATION ...
MANAGEMENT OF BIOCHEMICAL RECURRENCE AFTER RADICAL PROSTATECTOMY & RADIATION ...MANAGEMENT OF BIOCHEMICAL RECURRENCE AFTER RADICAL PROSTATECTOMY & RADIATION ...
MANAGEMENT OF BIOCHEMICAL RECURRENCE AFTER RADICAL PROSTATECTOMY & RADIATION ...
GAURAV NAHAR
 
Treatment of CA Ovary
Treatment of CA OvaryTreatment of CA Ovary
Treatment of CA Ovary
Anil Gupta
 
Systemic therapy in malignant melanoma
Systemic therapy in malignant melanomaSystemic therapy in malignant melanoma
Systemic therapy in malignant melanoma
Rajib Bhattacharjee
 
The Changing Role of PARP Inhibitors in the Treatment of Ovarian Cancer
The Changing Role of PARP Inhibitors in the Treatment of Ovarian CancerThe Changing Role of PARP Inhibitors in the Treatment of Ovarian Cancer
The Changing Role of PARP Inhibitors in the Treatment of Ovarian Cancer
bkling
 
Carcinoma prostate stampede trial
Carcinoma  prostate stampede trialCarcinoma  prostate stampede trial
Carcinoma prostate stampede trial
Rohit Kabre
 
Breast Cancer Treatment: Where we are, Where we're going - April 24th, 2018
Breast Cancer Treatment: Where we are, Where we're going - April 24th, 2018Breast Cancer Treatment: Where we are, Where we're going - April 24th, 2018
Breast Cancer Treatment: Where we are, Where we're going - April 24th, 2018
Summit Health
 
Rev4.hpv dna testing for s2011
Rev4.hpv dna testing for s2011Rev4.hpv dna testing for s2011
Rev4.hpv dna testing for s2011Tariq Mohammed
 
Informing treatment decisions for women with DCIS
Informing treatment decisions for women with DCISInforming treatment decisions for women with DCIS
Informing treatment decisions for women with DCIS
Canadian Cancer Survivor Network
 
Breast cancer
Breast cancerBreast cancer
Breast cancer
SaKar Sardar
 
GALLBLADDER CARCINOMA
GALLBLADDER CARCINOMAGALLBLADDER CARCINOMA
GALLBLADDER CARCINOMA
Dr. Rahul Shah
 
Neuroendocrine tumor of git
Neuroendocrine tumor of gitNeuroendocrine tumor of git
Neuroendocrine tumor of git
AtulGupta369
 
Pancreatic cancer and chemotherapy
Pancreatic cancer and chemotherapyPancreatic cancer and chemotherapy
Pancreatic cancer and chemotherapy
Vivek Kaje
 
Early and locally advanced breast cancer
Early and  locally advanced breast cancerEarly and  locally advanced breast cancer
Early and locally advanced breast cancer
Abhilash Cheriyan
 
Primary CNS Lymphoma
Primary CNS Lymphoma Primary CNS Lymphoma
Primary CNS Lymphoma
Dr.Rashmi Yadav
 
MANAGEMENT OF EARLY STAGE NON SMALL CELL LUNG CARCINOMA
MANAGEMENT OF EARLY STAGE NON SMALL CELL LUNG CARCINOMAMANAGEMENT OF EARLY STAGE NON SMALL CELL LUNG CARCINOMA
MANAGEMENT OF EARLY STAGE NON SMALL CELL LUNG CARCINOMA
Isha Jaiswal
 
Gastric cancer discussion slides final version.pptnew.ppt
Gastric cancer discussion slides final version.pptnew.pptGastric cancer discussion slides final version.pptnew.ppt
Gastric cancer discussion slides final version.pptnew.pptzoezettemarc
 
Molecular classification of endometrial cancer
Molecular classification of endometrial cancerMolecular classification of endometrial cancer
Molecular classification of endometrial cancer
Mohammed Nassar
 
Targeted Therapy for Melanoma - Dr. Michael Davies
Targeted Therapy for Melanoma - Dr. Michael DaviesTargeted Therapy for Melanoma - Dr. Michael Davies
Targeted Therapy for Melanoma - Dr. Michael Davies
Melanoma Research Foundation
 

What's hot (20)

Cutaneous melanoma nccn 2021
Cutaneous melanoma nccn 2021Cutaneous melanoma nccn 2021
Cutaneous melanoma nccn 2021
 
Castrate Resistant Prostate Cancer
Castrate Resistant Prostate Cancer Castrate Resistant Prostate Cancer
Castrate Resistant Prostate Cancer
 
MANAGEMENT OF BIOCHEMICAL RECURRENCE AFTER RADICAL PROSTATECTOMY & RADIATION ...
MANAGEMENT OF BIOCHEMICAL RECURRENCE AFTER RADICAL PROSTATECTOMY & RADIATION ...MANAGEMENT OF BIOCHEMICAL RECURRENCE AFTER RADICAL PROSTATECTOMY & RADIATION ...
MANAGEMENT OF BIOCHEMICAL RECURRENCE AFTER RADICAL PROSTATECTOMY & RADIATION ...
 
Treatment of CA Ovary
Treatment of CA OvaryTreatment of CA Ovary
Treatment of CA Ovary
 
Systemic therapy in malignant melanoma
Systemic therapy in malignant melanomaSystemic therapy in malignant melanoma
Systemic therapy in malignant melanoma
 
The Changing Role of PARP Inhibitors in the Treatment of Ovarian Cancer
The Changing Role of PARP Inhibitors in the Treatment of Ovarian CancerThe Changing Role of PARP Inhibitors in the Treatment of Ovarian Cancer
The Changing Role of PARP Inhibitors in the Treatment of Ovarian Cancer
 
Carcinoma prostate stampede trial
Carcinoma  prostate stampede trialCarcinoma  prostate stampede trial
Carcinoma prostate stampede trial
 
Breast Cancer Treatment: Where we are, Where we're going - April 24th, 2018
Breast Cancer Treatment: Where we are, Where we're going - April 24th, 2018Breast Cancer Treatment: Where we are, Where we're going - April 24th, 2018
Breast Cancer Treatment: Where we are, Where we're going - April 24th, 2018
 
Rev4.hpv dna testing for s2011
Rev4.hpv dna testing for s2011Rev4.hpv dna testing for s2011
Rev4.hpv dna testing for s2011
 
Informing treatment decisions for women with DCIS
Informing treatment decisions for women with DCISInforming treatment decisions for women with DCIS
Informing treatment decisions for women with DCIS
 
Breast cancer
Breast cancerBreast cancer
Breast cancer
 
GALLBLADDER CARCINOMA
GALLBLADDER CARCINOMAGALLBLADDER CARCINOMA
GALLBLADDER CARCINOMA
 
Neuroendocrine tumor of git
Neuroendocrine tumor of gitNeuroendocrine tumor of git
Neuroendocrine tumor of git
 
Pancreatic cancer and chemotherapy
Pancreatic cancer and chemotherapyPancreatic cancer and chemotherapy
Pancreatic cancer and chemotherapy
 
Early and locally advanced breast cancer
Early and  locally advanced breast cancerEarly and  locally advanced breast cancer
Early and locally advanced breast cancer
 
Primary CNS Lymphoma
Primary CNS Lymphoma Primary CNS Lymphoma
Primary CNS Lymphoma
 
MANAGEMENT OF EARLY STAGE NON SMALL CELL LUNG CARCINOMA
MANAGEMENT OF EARLY STAGE NON SMALL CELL LUNG CARCINOMAMANAGEMENT OF EARLY STAGE NON SMALL CELL LUNG CARCINOMA
MANAGEMENT OF EARLY STAGE NON SMALL CELL LUNG CARCINOMA
 
Gastric cancer discussion slides final version.pptnew.ppt
Gastric cancer discussion slides final version.pptnew.pptGastric cancer discussion slides final version.pptnew.ppt
Gastric cancer discussion slides final version.pptnew.ppt
 
Molecular classification of endometrial cancer
Molecular classification of endometrial cancerMolecular classification of endometrial cancer
Molecular classification of endometrial cancer
 
Targeted Therapy for Melanoma - Dr. Michael Davies
Targeted Therapy for Melanoma - Dr. Michael DaviesTargeted Therapy for Melanoma - Dr. Michael Davies
Targeted Therapy for Melanoma - Dr. Michael Davies
 

Similar to Atzei Giampiero. Il Linfonodo Sentinella. ASMaD 2012

Remedi Massimiliano. Trattamento Chirurgico dei Melanomi. ASMaD 2012
Remedi Massimiliano. Trattamento Chirurgico dei Melanomi. ASMaD 2012Remedi Massimiliano. Trattamento Chirurgico dei Melanomi. ASMaD 2012
Remedi Massimiliano. Trattamento Chirurgico dei Melanomi. ASMaD 2012Gianfranco Tammaro
 
Naso e seni paranasali e le complicanze rinosinusali
Naso e seni paranasali e le complicanze rinosinusaliNaso e seni paranasali e le complicanze rinosinusali
Naso e seni paranasali e le complicanze rinosinusali
Domenico Di Maria
 
Carcinoma tiroideo - Linee guida
Carcinoma tiroideo - Linee guidaCarcinoma tiroideo - Linee guida
Carcinoma tiroideo - Linee guida
michelezini
 
Tumore fibroso solitario extrapleurico del cavo orale: case report.
Tumore fibroso solitario extrapleurico del cavo orale: case report.Tumore fibroso solitario extrapleurico del cavo orale: case report.
Tumore fibroso solitario extrapleurico del cavo orale: case report.MerqurioEditore_redazione
 
Carcinoma tiroideo svuotamento del compartimento centrale
Carcinoma tiroideo   svuotamento del compartimento centraleCarcinoma tiroideo   svuotamento del compartimento centrale
Carcinoma tiroideo svuotamento del compartimento centrale
michelezini
 
Carcinoma tiroideo linee guida
Carcinoma tiroideo linee guidaCarcinoma tiroideo linee guida
Carcinoma tiroideo linee guida
michelezini
 
Carcinoma tiroideo linee-guida
Carcinoma tiroideo   linee-guidaCarcinoma tiroideo   linee-guida
Carcinoma tiroideo linee-guida
michelezini
 
M.remedi, la chirurgia del carcinoma della mammella
M.remedi, la chirurgia del carcinoma della mammellaM.remedi, la chirurgia del carcinoma della mammella
M.remedi, la chirurgia del carcinoma della mammellaGianfranco Tammaro
 
Nodulo tiroide aace ace ame 15.1.2017
Nodulo tiroide aace ace ame 15.1.2017Nodulo tiroide aace ace ame 15.1.2017
Nodulo tiroide aace ace ame 15.1.2017
Massimiliano Andrioli
 
Introini
IntroiniIntroini
Introini
Franco Puppo
 
Caturelli E. Fegato Patologia Focale Maligna. ASMaD 2016
Caturelli E. Fegato Patologia Focale Maligna. ASMaD 2016Caturelli E. Fegato Patologia Focale Maligna. ASMaD 2016
Caturelli E. Fegato Patologia Focale Maligna. ASMaD 2016
Gianfranco Tammaro
 
La Chirurgia Dei Tumori Negli Anziani
La Chirurgia Dei Tumori Negli AnzianiLa Chirurgia Dei Tumori Negli Anziani
La Chirurgia Dei Tumori Negli Anziani
Felice Apicella
 
Le neoplasie cutanee nell'anziano
Le neoplasie cutanee nell'anzianoLe neoplasie cutanee nell'anziano
Le neoplasie cutanee nell'anziano
ASMaD
 
Santeusanio Giuseppe. La Diagnosi Anatomo-Patologica dei Melanomi e i Fattori...
Santeusanio Giuseppe. La Diagnosi Anatomo-Patologica dei Melanomi e i Fattori...Santeusanio Giuseppe. La Diagnosi Anatomo-Patologica dei Melanomi e i Fattori...
Santeusanio Giuseppe. La Diagnosi Anatomo-Patologica dei Melanomi e i Fattori...Gianfranco Tammaro
 
Aspetti clinici, istopatologici ed epidemiologici del melanoma nodulare cutan...
Aspetti clinici, istopatologici ed epidemiologici del melanoma nodulare cutan...Aspetti clinici, istopatologici ed epidemiologici del melanoma nodulare cutan...
Aspetti clinici, istopatologici ed epidemiologici del melanoma nodulare cutan...MerqurioEditore_redazione
 
Mesotelioma venez.g.cartei
Mesotelioma venez.g.carteiMesotelioma venez.g.cartei
Mesotelioma venez.g.carteifrancescocartei
 

Similar to Atzei Giampiero. Il Linfonodo Sentinella. ASMaD 2012 (20)

Atzei linfonodo sentinella
Atzei linfonodo sentinellaAtzei linfonodo sentinella
Atzei linfonodo sentinella
 
Remedi Massimiliano. Trattamento Chirurgico dei Melanomi. ASMaD 2012
Remedi Massimiliano. Trattamento Chirurgico dei Melanomi. ASMaD 2012Remedi Massimiliano. Trattamento Chirurgico dei Melanomi. ASMaD 2012
Remedi Massimiliano. Trattamento Chirurgico dei Melanomi. ASMaD 2012
 
Naso e seni paranasali e le complicanze rinosinusali
Naso e seni paranasali e le complicanze rinosinusaliNaso e seni paranasali e le complicanze rinosinusali
Naso e seni paranasali e le complicanze rinosinusali
 
Carcinoma tiroideo - Linee guida
Carcinoma tiroideo - Linee guidaCarcinoma tiroideo - Linee guida
Carcinoma tiroideo - Linee guida
 
Tumore fibroso solitario extrapleurico del cavo orale: case report.
Tumore fibroso solitario extrapleurico del cavo orale: case report.Tumore fibroso solitario extrapleurico del cavo orale: case report.
Tumore fibroso solitario extrapleurico del cavo orale: case report.
 
Carcinoma tiroideo svuotamento del compartimento centrale
Carcinoma tiroideo   svuotamento del compartimento centraleCarcinoma tiroideo   svuotamento del compartimento centrale
Carcinoma tiroideo svuotamento del compartimento centrale
 
Carcinoma tiroideo linee guida
Carcinoma tiroideo linee guidaCarcinoma tiroideo linee guida
Carcinoma tiroideo linee guida
 
Carcinoma tiroideo linee-guida
Carcinoma tiroideo   linee-guidaCarcinoma tiroideo   linee-guida
Carcinoma tiroideo linee-guida
 
M.remedi, la chirurgia del carcinoma della mammella
M.remedi, la chirurgia del carcinoma della mammellaM.remedi, la chirurgia del carcinoma della mammella
M.remedi, la chirurgia del carcinoma della mammella
 
Nodulo tiroide aace ace ame 15.1.2017
Nodulo tiroide aace ace ame 15.1.2017Nodulo tiroide aace ace ame 15.1.2017
Nodulo tiroide aace ace ame 15.1.2017
 
Introini
IntroiniIntroini
Introini
 
Caturelli E. Fegato Patologia Focale Maligna. ASMaD 2016
Caturelli E. Fegato Patologia Focale Maligna. ASMaD 2016Caturelli E. Fegato Patologia Focale Maligna. ASMaD 2016
Caturelli E. Fegato Patologia Focale Maligna. ASMaD 2016
 
La Chirurgia Dei Tumori Negli Anziani
La Chirurgia Dei Tumori Negli AnzianiLa Chirurgia Dei Tumori Negli Anziani
La Chirurgia Dei Tumori Negli Anziani
 
Le neoplasie cutanee nell'anziano
Le neoplasie cutanee nell'anzianoLe neoplasie cutanee nell'anziano
Le neoplasie cutanee nell'anziano
 
Santeusanio Giuseppe. La Diagnosi Anatomo-Patologica dei Melanomi e i Fattori...
Santeusanio Giuseppe. La Diagnosi Anatomo-Patologica dei Melanomi e i Fattori...Santeusanio Giuseppe. La Diagnosi Anatomo-Patologica dei Melanomi e i Fattori...
Santeusanio Giuseppe. La Diagnosi Anatomo-Patologica dei Melanomi e i Fattori...
 
petrucci relazione net
petrucci relazione netpetrucci relazione net
petrucci relazione net
 
remedi net chir 20 11
remedi net chir 20 11remedi net chir 20 11
remedi net chir 20 11
 
Tesi tbna complete
Tesi tbna completeTesi tbna complete
Tesi tbna complete
 
Aspetti clinici, istopatologici ed epidemiologici del melanoma nodulare cutan...
Aspetti clinici, istopatologici ed epidemiologici del melanoma nodulare cutan...Aspetti clinici, istopatologici ed epidemiologici del melanoma nodulare cutan...
Aspetti clinici, istopatologici ed epidemiologici del melanoma nodulare cutan...
 
Mesotelioma venez.g.cartei
Mesotelioma venez.g.carteiMesotelioma venez.g.cartei
Mesotelioma venez.g.cartei
 

More from Gianfranco Tammaro

Il Trattamento Insulinico del Diabete tipo 1
Il Trattamento Insulinico del Diabete tipo 1Il Trattamento Insulinico del Diabete tipo 1
Il Trattamento Insulinico del Diabete tipo 1
Gianfranco Tammaro
 
SANDRI G. La Nutrizione Clinica al S.Eugenio. ASMaD 2017
SANDRI G. La Nutrizione Clinica al S.Eugenio. ASMaD 2017SANDRI G. La Nutrizione Clinica al S.Eugenio. ASMaD 2017
SANDRI G. La Nutrizione Clinica al S.Eugenio. ASMaD 2017
Gianfranco Tammaro
 
GASBARRINI A. Nutrizione Clinica e Gastroenterologia. ASMaD 2017
GASBARRINI A. Nutrizione Clinica e Gastroenterologia. ASMaD 2017GASBARRINI A. Nutrizione Clinica e Gastroenterologia. ASMaD 2017
GASBARRINI A. Nutrizione Clinica e Gastroenterologia. ASMaD 2017
Gianfranco Tammaro
 
PALLAGROSI R. Gli Alimenti a fini medici speciali: nuova definizione e normat...
PALLAGROSI R. Gli Alimenti a fini medici speciali: nuova definizione e normat...PALLAGROSI R. Gli Alimenti a fini medici speciali: nuova definizione e normat...
PALLAGROSI R. Gli Alimenti a fini medici speciali: nuova definizione e normat...
Gianfranco Tammaro
 
DE SANTIS D. Il Supporto Nutrizionale in Ospedale: ieri, oggi, domani. ASMaD ...
DE SANTIS D. Il Supporto Nutrizionale in Ospedale: ieri, oggi, domani. ASMaD ...DE SANTIS D. Il Supporto Nutrizionale in Ospedale: ieri, oggi, domani. ASMaD ...
DE SANTIS D. Il Supporto Nutrizionale in Ospedale: ieri, oggi, domani. ASMaD ...
Gianfranco Tammaro
 
Giorgetti G.M. Il Supporto Nutrizionale in Ospedale: ieri, oggi, domani. ASMa...
Giorgetti G.M. Il Supporto Nutrizionale in Ospedale: ieri, oggi, domani. ASMa...Giorgetti G.M. Il Supporto Nutrizionale in Ospedale: ieri, oggi, domani. ASMa...
Giorgetti G.M. Il Supporto Nutrizionale in Ospedale: ieri, oggi, domani. ASMa...
Gianfranco Tammaro
 
Franceschi F. Il Ruolo del Gastroenterologo nel DEA. ASMaD 2016
Franceschi F. Il Ruolo del Gastroenterologo nel DEA. ASMaD 2016Franceschi F. Il Ruolo del Gastroenterologo nel DEA. ASMaD 2016
Franceschi F. Il Ruolo del Gastroenterologo nel DEA. ASMaD 2016
Gianfranco Tammaro
 
Pace F. La Malattia da Reflusso Gastroesofageo. ASMaD 2016
Pace F. La Malattia da Reflusso Gastroesofageo. ASMaD 2016Pace F. La Malattia da Reflusso Gastroesofageo. ASMaD 2016
Pace F. La Malattia da Reflusso Gastroesofageo. ASMaD 2016
Gianfranco Tammaro
 
Ianiro G. La Malattia Celiaca. ASMaD 2016
Ianiro G. La Malattia Celiaca. ASMaD 2016Ianiro G. La Malattia Celiaca. ASMaD 2016
Ianiro G. La Malattia Celiaca. ASMaD 2016
Gianfranco Tammaro
 
Corazziari E. La Stipsi. ASMaD 2016
Corazziari E. La Stipsi. ASMaD 2016Corazziari E. La Stipsi. ASMaD 2016
Corazziari E. La Stipsi. ASMaD 2016
Gianfranco Tammaro
 
Tringali A. La CPRE. ASMaD 2016
Tringali A. La CPRE. ASMaD 2016Tringali A. La CPRE. ASMaD 2016
Tringali A. La CPRE. ASMaD 2016
Gianfranco Tammaro
 
Gasbarrini A. Microbiota, Antibiotici e Probiotici in Gastroenterologia. ASMa...
Gasbarrini A. Microbiota, Antibiotici e Probiotici in Gastroenterologia. ASMa...Gasbarrini A. Microbiota, Antibiotici e Probiotici in Gastroenterologia. ASMa...
Gasbarrini A. Microbiota, Antibiotici e Probiotici in Gastroenterologia. ASMa...
Gianfranco Tammaro
 
Attili F. L'Ecoendoscopia. ASMaD 2016
Attili F. L'Ecoendoscopia. ASMaD 2016Attili F. L'Ecoendoscopia. ASMaD 2016
Attili F. L'Ecoendoscopia. ASMaD 2016
Gianfranco Tammaro
 
Petruzziello L. La Colonscopia di qualità e le Procedure operative. ASMaD 2016
Petruzziello L. La Colonscopia di qualità e le Procedure operative. ASMaD 2016Petruzziello L. La Colonscopia di qualità e le Procedure operative. ASMaD 2016
Petruzziello L. La Colonscopia di qualità e le Procedure operative. ASMaD 2016
Gianfranco Tammaro
 
Bellini M. La Manometria del Tratto Inferiore. ASMaD 2016
Bellini M. La Manometria del Tratto Inferiore. ASMaD 2016Bellini M. La Manometria del Tratto Inferiore. ASMaD 2016
Bellini M. La Manometria del Tratto Inferiore. ASMaD 2016
Gianfranco Tammaro
 
De Bortoli N. La Manometria del Tratto Superiore. ASMaD 2016
De Bortoli N. La Manometria del Tratto Superiore. ASMaD 2016De Bortoli N. La Manometria del Tratto Superiore. ASMaD 2016
De Bortoli N. La Manometria del Tratto Superiore. ASMaD 2016
Gianfranco Tammaro
 
Frazzoni M. La PH-Impedenzometria. ASMaD 2016
Frazzoni M. La PH-Impedenzometria. ASMaD 2016Frazzoni M. La PH-Impedenzometria. ASMaD 2016
Frazzoni M. La PH-Impedenzometria. ASMaD 2016
Gianfranco Tammaro
 
Cerro P. La Radiologia Convenzionale del Tubo Digerente - Studio della deglut...
Cerro P. La Radiologia Convenzionale del Tubo Digerente - Studio della deglut...Cerro P. La Radiologia Convenzionale del Tubo Digerente - Studio della deglut...
Cerro P. La Radiologia Convenzionale del Tubo Digerente - Studio della deglut...
Gianfranco Tammaro
 
Scaldaferri F. Breath Test cosa c'è di nuovo. ASMaD 2016
Scaldaferri F. Breath Test cosa c'è di nuovo. ASMaD 2016Scaldaferri F. Breath Test cosa c'è di nuovo. ASMaD 2016
Scaldaferri F. Breath Test cosa c'è di nuovo. ASMaD 2016
Gianfranco Tammaro
 
Caturelli E. L'Ecografia Operativa. ASMaD 2016
Caturelli E. L'Ecografia Operativa. ASMaD 2016Caturelli E. L'Ecografia Operativa. ASMaD 2016
Caturelli E. L'Ecografia Operativa. ASMaD 2016
Gianfranco Tammaro
 

More from Gianfranco Tammaro (20)

Il Trattamento Insulinico del Diabete tipo 1
Il Trattamento Insulinico del Diabete tipo 1Il Trattamento Insulinico del Diabete tipo 1
Il Trattamento Insulinico del Diabete tipo 1
 
SANDRI G. La Nutrizione Clinica al S.Eugenio. ASMaD 2017
SANDRI G. La Nutrizione Clinica al S.Eugenio. ASMaD 2017SANDRI G. La Nutrizione Clinica al S.Eugenio. ASMaD 2017
SANDRI G. La Nutrizione Clinica al S.Eugenio. ASMaD 2017
 
GASBARRINI A. Nutrizione Clinica e Gastroenterologia. ASMaD 2017
GASBARRINI A. Nutrizione Clinica e Gastroenterologia. ASMaD 2017GASBARRINI A. Nutrizione Clinica e Gastroenterologia. ASMaD 2017
GASBARRINI A. Nutrizione Clinica e Gastroenterologia. ASMaD 2017
 
PALLAGROSI R. Gli Alimenti a fini medici speciali: nuova definizione e normat...
PALLAGROSI R. Gli Alimenti a fini medici speciali: nuova definizione e normat...PALLAGROSI R. Gli Alimenti a fini medici speciali: nuova definizione e normat...
PALLAGROSI R. Gli Alimenti a fini medici speciali: nuova definizione e normat...
 
DE SANTIS D. Il Supporto Nutrizionale in Ospedale: ieri, oggi, domani. ASMaD ...
DE SANTIS D. Il Supporto Nutrizionale in Ospedale: ieri, oggi, domani. ASMaD ...DE SANTIS D. Il Supporto Nutrizionale in Ospedale: ieri, oggi, domani. ASMaD ...
DE SANTIS D. Il Supporto Nutrizionale in Ospedale: ieri, oggi, domani. ASMaD ...
 
Giorgetti G.M. Il Supporto Nutrizionale in Ospedale: ieri, oggi, domani. ASMa...
Giorgetti G.M. Il Supporto Nutrizionale in Ospedale: ieri, oggi, domani. ASMa...Giorgetti G.M. Il Supporto Nutrizionale in Ospedale: ieri, oggi, domani. ASMa...
Giorgetti G.M. Il Supporto Nutrizionale in Ospedale: ieri, oggi, domani. ASMa...
 
Franceschi F. Il Ruolo del Gastroenterologo nel DEA. ASMaD 2016
Franceschi F. Il Ruolo del Gastroenterologo nel DEA. ASMaD 2016Franceschi F. Il Ruolo del Gastroenterologo nel DEA. ASMaD 2016
Franceschi F. Il Ruolo del Gastroenterologo nel DEA. ASMaD 2016
 
Pace F. La Malattia da Reflusso Gastroesofageo. ASMaD 2016
Pace F. La Malattia da Reflusso Gastroesofageo. ASMaD 2016Pace F. La Malattia da Reflusso Gastroesofageo. ASMaD 2016
Pace F. La Malattia da Reflusso Gastroesofageo. ASMaD 2016
 
Ianiro G. La Malattia Celiaca. ASMaD 2016
Ianiro G. La Malattia Celiaca. ASMaD 2016Ianiro G. La Malattia Celiaca. ASMaD 2016
Ianiro G. La Malattia Celiaca. ASMaD 2016
 
Corazziari E. La Stipsi. ASMaD 2016
Corazziari E. La Stipsi. ASMaD 2016Corazziari E. La Stipsi. ASMaD 2016
Corazziari E. La Stipsi. ASMaD 2016
 
Tringali A. La CPRE. ASMaD 2016
Tringali A. La CPRE. ASMaD 2016Tringali A. La CPRE. ASMaD 2016
Tringali A. La CPRE. ASMaD 2016
 
Gasbarrini A. Microbiota, Antibiotici e Probiotici in Gastroenterologia. ASMa...
Gasbarrini A. Microbiota, Antibiotici e Probiotici in Gastroenterologia. ASMa...Gasbarrini A. Microbiota, Antibiotici e Probiotici in Gastroenterologia. ASMa...
Gasbarrini A. Microbiota, Antibiotici e Probiotici in Gastroenterologia. ASMa...
 
Attili F. L'Ecoendoscopia. ASMaD 2016
Attili F. L'Ecoendoscopia. ASMaD 2016Attili F. L'Ecoendoscopia. ASMaD 2016
Attili F. L'Ecoendoscopia. ASMaD 2016
 
Petruzziello L. La Colonscopia di qualità e le Procedure operative. ASMaD 2016
Petruzziello L. La Colonscopia di qualità e le Procedure operative. ASMaD 2016Petruzziello L. La Colonscopia di qualità e le Procedure operative. ASMaD 2016
Petruzziello L. La Colonscopia di qualità e le Procedure operative. ASMaD 2016
 
Bellini M. La Manometria del Tratto Inferiore. ASMaD 2016
Bellini M. La Manometria del Tratto Inferiore. ASMaD 2016Bellini M. La Manometria del Tratto Inferiore. ASMaD 2016
Bellini M. La Manometria del Tratto Inferiore. ASMaD 2016
 
De Bortoli N. La Manometria del Tratto Superiore. ASMaD 2016
De Bortoli N. La Manometria del Tratto Superiore. ASMaD 2016De Bortoli N. La Manometria del Tratto Superiore. ASMaD 2016
De Bortoli N. La Manometria del Tratto Superiore. ASMaD 2016
 
Frazzoni M. La PH-Impedenzometria. ASMaD 2016
Frazzoni M. La PH-Impedenzometria. ASMaD 2016Frazzoni M. La PH-Impedenzometria. ASMaD 2016
Frazzoni M. La PH-Impedenzometria. ASMaD 2016
 
Cerro P. La Radiologia Convenzionale del Tubo Digerente - Studio della deglut...
Cerro P. La Radiologia Convenzionale del Tubo Digerente - Studio della deglut...Cerro P. La Radiologia Convenzionale del Tubo Digerente - Studio della deglut...
Cerro P. La Radiologia Convenzionale del Tubo Digerente - Studio della deglut...
 
Scaldaferri F. Breath Test cosa c'è di nuovo. ASMaD 2016
Scaldaferri F. Breath Test cosa c'è di nuovo. ASMaD 2016Scaldaferri F. Breath Test cosa c'è di nuovo. ASMaD 2016
Scaldaferri F. Breath Test cosa c'è di nuovo. ASMaD 2016
 
Caturelli E. L'Ecografia Operativa. ASMaD 2016
Caturelli E. L'Ecografia Operativa. ASMaD 2016Caturelli E. L'Ecografia Operativa. ASMaD 2016
Caturelli E. L'Ecografia Operativa. ASMaD 2016
 

Atzei Giampiero. Il Linfonodo Sentinella. ASMaD 2012

  • 1. IL MELANOMA CUTANEO: DALLA DIAGNOSI ALLA TERAPIA OSPEDALE S. EUGENIO 19/05/2012 Linfoscintigrafia Cutanea preoperatoria e localizzazione radioguidata intraoperatoria per la biopsia del linfonodo sentinella nel melanoma cutaneo Dr.Giampiero Atzei U.O.C. Medicina Nucleare – Osp. S. Eugenio – ROMA Direttore f.f. Dott.G.Argirò Grafica Dott. Salvatore Bellu
  • 2. MELANOMA CUTANEO s 3^ neoplasia più frequente in Australia(più alta incidenza nel mondo) 5^ neoplasia più frequente negli USA (patologia epidemica) ove causa 6700 morti/anno In Italia circa 6000 persone/anno si ammalano e circa 1500 persone/anno muoiono incidenza media 3.6/100000 abitanti per i maschi 4.1/100000 abitanti per le femmine “ “ nord 9.0/100000 abitanti “ “ sud 0.4/100000 abitanti tempo di raddoppiamento 15-20 anni (come in nessun altro tumore) 1% dei tumori nei maschi, 1.8% nelle femmine Negli ultimi anni la prognosi è migliorata del 10% merito di diagnosi precoci di melanomi curabili dovuta alla sensibilizzazione della opinione pubblica e alla identificazione di fattori di rischio s Principali fattori di rischio sono l’età avanzata, familiarità, immuno soppressione ed esposizione ai raggi solari UVB
  • 3. MELANOMA CUTANEO s La storia naturale è legata ad alcune caratteristiche della lesione primitiva: spessore (misurato secondo Breslow), presenza o meno di ulcerazione e di metastasi a distanza. s Nel 70% circa dei casi le metastasi sono per via linfatica, mentre quelle per via ematica possono localizzarsi in ogni organo: encefalo(15-20%), polmoni(18-32%), fegato(14-20%), scheletro(11-17%), apparato digerente(1-7%), cute e sottocute, con caratteristiche tipiche di ubiquitarietà e frequente coinvolgimento pluriviscerale. s Nel 4-8% dei pazienti M+ non è riconoscibile la sede della lesione primitiva per verosimile regressione. s Nei pazienti M+ la sede viscerale o meno, il numero delle metastasi ed i livelli sierici di LDH sono i fattori che influenzano la prognosi.
  • 4. CONSIDERAZIONI PROGNOSTICHE s Nei pazienti N+ l’evoluzione è legata al numero dei linfonodi +, alla estensione della metastasi(micro o macro) s Nel melanoma ulcerato con singola metastasi linfonodale, clinicamente occulta, la sopravvivenza è del 70% rispetto alla presenza di metastasi a 4 o più linfonodi clinicamente evidenti che è del 27% s Negli stadi III e IV la sopravvivenza è ridotta del 40% s Nei pazienti con recidiva la 1^ sede di ripresa è nel 50% dei casi i linfonodi regionali , nel 25% metastasi a distanza, nel 25% contemporaneità di entrambe.
  • 5. MELANOMA CUTANEO: CONSIDERAZIONI PROGNOSTICHE s Spessore <0.76 mm sopravvivenza a 10 anni = 96% s spessore < 1 mm “ “ > 90 con recidive < 5% s spessore < 1.5 mm “ a 5 anni > 95% se + i linfonodi regionali 20-40% s Spessore > 1.5 mm “ “ < 40% dopo il 1° trattamento s
  • 6. ASSUNTI BIOLOGICI - 1 •METASTASI: Riproduzione del tumore a distanza, conseguenza della crescita infiltrativa e distruttiva delle cellule maligne •Distacco di cellule tumorali dalle regioni più esterne della massa tumorale per il coinvolgimento di fattori quali: •mancata inibizione da contatto •scarsa adesività •carenza locale di calcio •eliminazione di fermenti proteolitici •eliminazione di fermenti idrolitici
  • 7. ASSUNTI BIOLOGICI - 2 •L’ eliminazione di fermenti idrolitici: •riduce l’adesività delle cellule neoplastiche tra loro •può aprire la strada alla migrazione delle cellule neoplastiche attraverso gli interstizi tissutali (1-6 µ m/min) con altissima probabilità di incontrare un vasellino linfatico o sanguigno
  • 8. CENNI DI ANATOMIA E FISIOPATOLOGIA L’epidermide è priva di vasi linfatici, mentre il derma possiede una abbondante rete linfatica:una superficiale papillare ed una più profonda nel derma reticolare, con flusso diretto dalla superficiale alla profonda fino al plesso sottocutaneo. La diffusione metastatica attraverso la via linfatica inizia con l’infiltrazione delle cellule neoplastiche attraverso la lamina basale del tessuto connettivo, cui segue l’infiltrazione dell’endotelio dei vasi, arrivando infine al LNS, ove proliferano nei sinusoidi restando confinate nello spazio sottocapsulare fino a sovvertirne la normale struttura.
  • 9. Principali linfocentri del drenaggio linfatico cutaneo: arti e parte del tronco
  • 11.
  • 12. LA RETE LINFATICA CUTANEA - 1 •1874 - SAPPEY mediante studi anatomici su cadavere iniettando mercurio ha realizzato una mappa di drenaggio, definendo una linea di demarcazione (LINEA DI SAPPEY) sopra l’ombellico e che curva posteriormente sulla 2^ vertebra lombare al di sopra della quale le lesioni presentavano drenaggio ai linfonodi ascellari omolaterali, quelle al di sotto agli inguinali omolaterali •1972 - HAAGENSE e •1976 - SUGARBAKER hanno confermato la teoria di Sappey ad eccezione del drenaggio di un’area (anteriore e posteriore) lungo la linea mediana e quella di SAPPEY di 5 cm di larghezza che hanno definito AMBIGUA presentando un drenaggio imprevedibile
  • 13. LA RETE LINFATICA CUTANEA - 2 •1991 - NORMAN valutando un significativo numero di studi di linfoscintigrafia cutanea con con colorante vitale effettuati su pazienti affetti da Melanoma ha dimostrato l’esistenza, al contrario delle vecchie conoscenze, di una vasta estensione cutanea di drenaggio linfatico ambiguo, fino ad 11 cm da ambo i lati, comprendente buona parte della regione mammaria Am J Surg 1991
  • 14. Premessa al concetto del linfonodo sentinella -La linfoadenectomia (LA) è il solo trattamento efficace, oltre l’asportazione allargata della lesione, per la cura ed il controllo della malattia locoregionale. -Presenta una notevole incidenza di complicanze post operatorie, specie la inguinale, quali linfedema delle estremità(fino al 63%), linfocisti e sieromi locali persistenti(7-28%), necrosi dei lembi cutanei con deiscenza delle suture(22-52%), cellulite posteratoria(50.8%). -Rappresenta un overtreatment costoso e potenzialmente dannoso nei melanomi a spessore intermedio(da 1-4 mm ) poiché il 60-80% di questi pazienti non hanno metastasi linfonodali
  • 15. Premessa al concetto del linfonodo sentinella s E’ fondamentale che la LA riguardi i linfocentri che ricevono il drenaggio direttamente dal tumore, ma il drenaggio linfatico è estremamente variabile e non prevedibile soprattutto per le lesioni lungo la linea mediana del tronco e per quelle della spalla e della testa-collo, che possono drenare in 3 o più letti linfonodali diversi in posizioni anatomiche diverse. s In particolare quando il melanoma si trova lungo la linea mediana del tronco, in prossimità dello sterno e alla base del collo sono state descritte anche 6 aree di drenaggio: cervicale anteriore, posteriore ed ascellare bilaterale.
  • 16. Premessa al concetto del linfonodo sentinella s Non permette la biopsia dei cosiddetti linfonodi “ in transit “ che sono sottocutanei ed interposti tra il melanoma e la stazione linfoghiandolare principale. s Non permette la identificazione della micromestasi o di cellule tumorali isolate cosi’ come la PET che ha sensibilità del 23% per linfonodi metastatici <5mm e del 27-37% per le metastasi linfonodoli di tipo embolico parziale.
  • 17. LINFONODO SENTINELLA (LNS) s Ad ogni determinata regione cutanea corrisponde una ben definita area di drenaggio linfatico e questo avviene costantemente verso lo stesso linfonodo (Morton 1992). s La sua negatività per cellule maligne indica nel 99 % dei casi che anche i rimaneti linfonodi regionali sono indenni. s La procedura con il solo colorante vitale blu dye risulta complicata per il chirurgo, non permette di ottenere una mappa della via linfatica utile per identificare le regioni anatomiche che ricevono il drenaggio del tumore, lascia estesa cicatrice, non permette la biopsia dei linfonodi “ in transit “ e nel 30 - 40 % dei casi non identifica il/i L.S.
  • 18. LINFONODO SENTINELLA (LNS) s La versione più recente del TNM prevede un’annotazione specifica per N quando è disponibile l’esame istologico del LNS con ulteriore annotazione se presenti micrometastasi o cellule tumorali isolate. s L’incidenza di metastasi nel LNS è circa il 5% per melanomi con spessore di Breslow tra 0.76 e 1.5 mm, ma aumenta a circa 20-37% per Breslow tra 1.5 e 4 mm e la conseguente dissezione linfonodale profillattica, la terapia adiuvante post operatoria con IFN-2beta prolungano la sopravvivenza , specialmente in caso di micrometastasi.
  • 19. METODI DI IDENTIFICAZIONE DEL LINFONODO SENTINELLA • Iniezione del colorante vitale • Iniezione del radiotracciante: LINFOSCINTIGRAFIA CUTANEA GOLD STANDARD PER LO STUDIO DEL DRENAGGIO LINFATICO
  • 20. CENNI STORICI L’uso di colloidi nello studio del flusso linfatico in ambito oncologico con intenti di stadiazione dell’interessamento linfatico della malattia fu proposto da Walker nel 1950 e da Sherman nel 1953, era antecedente l’introduzione commerciale del 99mTc, utilizzando oro radioattivo colloidale mediante iniezione pedidia sottocutanea e da Farinet nel 1959 mediante incannulazione diretta dei vasi linfatici del piede, precedentemente visualizzati con coloranti, nel tentativo di simulare una linfografia con mezzo di contrasto radioopaco.
  • 21. CENNI STORICI Da allora l’impiego di radiocolloidi in oncologia per la stadiazione ha conosciuto episodi alternati di entusiasmo e sconforto in base ai risultati dei singoli ricercatori, fino ad arrivare negli ultimi anni , soprattutto nel melanoma cutaneo e nel cancro mammario, alla validazione della metodica medico nucleare che consente la visualizzazione dell’effettivo stato funzionale del drenaggio linfatico della regione sede del melanoma nel singolo paziente, individuando tutte le stazioni a maggior rischio di metastasi, per ognuna di individuare il/i LNS, anche in transit, e permettere la loro biopsia escissionale radioguidata.
  • 22. PRINCIPIO MEDICO-NUCLEARE Il radiofarmaco (COLLOIDE RADIOMARCATO) deve: • tracciare la corrente linfatica • mimare le cellule neoplastiche distaccate dalla superficie del tumore LA SEDE DI PARTENZA DEVE ESSERE LA PIÙ PROSSIMA POSSIBILE AL TUMORE (tessuto perilesionale o pericicatriziale) A tal fine si può ritenere corretta la sede di inoculo del tracciante entro 1 cm dalla periferia del tumore o della cicatrice chirurgica, in 4 o 6 o 8 aliquote da 0.05-0.2 ml per via intradermico sottocutanea con ago da 25-27G.
  • 23.
  • 24.
  • 25. BASI TEORICHE DELLA LINFOSCINTIGRAFIA PARTICELLE COLLOIDALI RADIOMARCATE INTRODOTTE nell’interstizio tissutale per in intradermico sottocutanea TRASPORTATE dalla linfa lungo le vie linfatiche (trasporto passivo) INTRAPPOLATE nel reticolo endotelio dei linfonodi (colloidopessi)
  • 26.
  • 27.
  • 29.
  • 30. PREPARAZIONE DEL RADIOFARMACO E CONTROLLO DI QUALITÀ (NANOCOLL – GE-Healthcare) D.M. 30 3 2005: norme di buona preparazione dei radiofarmaci in M.N. e G.U. N°274 del 23 11 2010:linee guida per l'applicazione RICOSTRUZIONE DEL LIOFILIZZATO: da 1 a 5 ml di Soluzione di Pertecnetato di Sodio 99mTc • Attività specifica: 2-4 mCi/mL (74-148 Mbq/mL • Volume: 0.6-1.0 ml • Dose: 1-2 mCi in 4-8 iniezioni da 0.05-0.1 ml (ogni centro terrà conto del tempo che intercorre tra la somministrazione e l’intervento) CONTROLLO DI QUALITÀ (PUREZZA RADIOCHIMICA) METODI DI INDAGINE: • Cromatografia su carta Whatman n°1 • Cromatografia su ITLC -SG > 95% del totale delle particelle colloidali devono misurare 80 nm
  • 31.
  • 32.
  • 33. LINFOSCINTIGRAFIA CON GAMMA - CAMERA – 1 La linfosc. può essere eseguita entro il pomeriggio del giorno precedente l’intervento chirurgico o il giorno stesso, previo consenso informato sia per la fase pre-operatoria che per gli aspetti prettamente medico nucleari intraoperatori e circa i vantaggi ed rischi della procedura (1-3% falsi neg.). Non necessaria nessuna preparazione dietetica o farmacologica. Subito dopo la somministrazione del tracciante si invita sia ad un massaggio delicato per alcuni minuti che alla mobilizzazione dell'arto e si eseguono riprese con Gamma Camera a grande campo al fine di: • Verificare la congruità della somministrazione • Registrare eventuali vie di drenaggio (10’) • Apprezzare il/i primo/i linfonodo/i (LS) mediante successive ripetute acquisizioni (ogni 15’) o tardive fino a prima dell'intervento • Confermare il/i LS
  • 34.
  • 35.
  • 36.
  • 37.
  • 38.
  • 39.
  • 40.
  • 41. Melanoma asportato reg. toracica anteriore: linfonodi in transit •
  • 42. LINFOSCINTIGRAFIA CON GAMMA - CAMERA – 2 Tutte le immagini vengono acquisite con paziente seduto o in piedi di fronte alla Gamma-Camera, nelle proiezioni anteriore e laterale e/o obliqua, fornita di collimatore a fori paralleli per bassa energia, ad alta risoluzione, con centratura del del picco energetico a 140 Kev del Tc-99m e finestra energetica del 10% SPET/TC è raccomandata per melanomi della spalla-testa-collo Si individua la proiezione cutanea del LS mediante l’ausilio di un marker radioattivo e si pone un repere cutaneo (matita dermografica) Si procede alla conferma della posizione del LS con la sonda per la chirurgia radioguidata (gamma probe),con la paziente in posizione chirurgica ed alla refertazione da inserire in cartella.
  • 43. Il marker radiattivo in corrispondenza del linfonodo
  • 44. repere cutaneo con matita dermografica
  • 45. IL LINFONODO SENTINELLA NEL MELANOMA CUTANEO: BIOPSIA RADIOGUIDATA Oltre il L.S. si asportano i soli linfonodi con radiattività > 10- 20 % del conteggio ex vivo del L.S. s Sensibilità s Schermatura del cristallo s Risoluzione energetica s Converte la radioattività sia in segnale s Collimazione e risoluzione numerico che acustico di frequenza e/o spaziale intensità proporzionali all’attività s Caratteristiche ergonomiche presente s L’efficienza aumenta in modo inversamente proporzionale al quadrato della distanza
  • 46. Tipologia e frequenza dei controlli di qualità della sonda
  • 47. IL GIORNO DELL’INTERVENTO I CONTE ESTERNE DEL FONDO PRECHIRURGICHE DEL LINFONODO II CONTE IN-VIVO DEL LINFONODO REPERTATO DEL LETTO ESCISSIONALE III CONTE EX-VIVO DEL LINFONODO ASPORTATO IV CERTIFICAZIONE
  • 48. LINFONODO SENTINELLA LA SEQUENZA DEGLI ATTI •SOMMINISTRAZIONE DEL RADIOTRACCIANTE •RILEVAZIONE SCINTIGRAFICA CON GAMMA-CAMERA •RILEVAZIONE DELLA RADIOATTIVITÀ CON SONDA MANUALE •preoperatoria •intraoperatoria •ex-vivo CONCRETIZZA UNA DIAGNOSTICA MEDICO-NUCLEARE DA DOCUMENTARE NELLA CARTELLA CLINICA
  • 49. DICHIARAZIONE DEL MEDICO NUCLEARE Giudicato normalmente funzionante il Sistema di Rivelazione Manuale impiegato,ritenute valide le determinazioni della radioattività effettuate con lo strumento, verificato che i linfonodi escissi dal chirurgo corrispondono a quelli indicati dalla linfoscintigrafia, il medico nucleare sottoscritto dichiara qualitativamente corretta la procedura per quanto dicompetenza.
  • 50. LINEA GUIDA FONCAM 2005 s Almeno 1 chirurgo ed 1 medico nucleare per centro dovrebbero effettuare una curva di apprendimento di almeno 30 casi consecutivi con tutor, praticando ricerca del linfonodo sentinella e dissezione linfonodale contemporaneamente, con un risultato di identificazione non inferiore al 90 % dei pazienti e con il 12-20% di pazienti con metastasi nel L.S.( se melanomi di spessore tra 1 e 4 )
  • 51. INDICAZIONI VII^ versione della classificazione AJCC del melanoma '09 s Spessore < 1 mm con almeno 1 mitosi/mmq s Tutti i melanomi ulcerati s Spessore > 1 mm s Nelle situazioni limite dello stadio IIB e IIC: T3b:spessore tra 2,01 e 4 mm con ulcerazione, T4a:spessore > 4 mm senza ulcerazione, T4b:spessore > 4 mm con ulcerazione, l'indicazione deve essere discussa caso per caso in un contesto multidisciplinare tenendo conto di altre variabili quali l'età, il sesso e la sede della lesione
  • 52. Controindicazioni ASSOLUTE: s Infezione locale o franco processo infiammatorio s Incapacità del paziente a cooperare RELATIVE: s Gravidanza: nei melanomi degli arti inferiori è strettamente controindicata a causa del possibile accumulo nei linfonodi pelvici s Valutazione multidisciplinare considerando altre variabili clinico prognostiche, chirurgiche e tecniche alternative s Allattamento: è prudente sospenderlo per 24 ore
  • 53. Sorgenti d'errore s Artefatti da movimento del paziente, artefatti correlati alla strumentazione (ad es. difetto di uniformità della testa, centro di rotazione disallineato) s Estesa cicatrice chirurgica s Contaminazione radioattiva esterna s Linfonodo sentinella totalmente metastatico s Presenza di linfoadenopatie palpabili
  • 54. LINFOSCINTIGRAFIA NEL MELANOMA CUTANEO ASPETTI DOSIMETRICI - Paziente s Data l’attività estremamente bassa, il tipo di radioisotopo e la pressocchè completa asportazione della radioattività iniettata a seguito dell’intervento chirurgico, le dosi al paziente sono trascurabili essendo al di sotto di un mSv. s Rappresenta l’1 % della dose annuale considerata sicura per medici e tecnici di Med. Nuc. s Rappresenta la dose a cui si è esposti in 1 settimana alle radiazioni cosmiche ed a fondi naturali. s Il paziente può stare con altre persone ed utilizzare il bagno senza rischio altrui
  • 55. LINFOSCINTIGRAFIA NEL MELANOMA CUTANEO ASPETTI DOSIMETRICI - Operatori IPOTESI: 100 pazienti/anno Radioattività al momento dell’intervento: 270 µ Ci (~ 10 MBq) 30 minuti di esposizione Corpo intero: a 30 cm: 15 µ Sv a 100 cm: 1,5 µ Sv Estremità (mani): a 10 cm: 150 µ Sv Corrispondono a circa 1% (dose media assorbita) e 10% (dose media efficace ) dei limiti di dose annuale per la popolazione generale
  • 56. LINFOSCINTIGRAFIA NEL MELANOMA CUTANEO ASPETTI DOSIMETRICI - Operatori Limiti di EQUIVALENTI DI DOSE/anno Corpo intero: 1000 µSv Estremità (mani): 50000 µSv Non è quindi necessaria alcuna ulteriore misura radio protezionistica ed è inappropriata la classificazione di “lavoratore esposto” del personale non medico nucleare coinvolto
  • 57.
  • 58. SCELTA DEL TRACCIANTE Il trasporto ed il movimento attraverso i vasi linfatici è fortemente dipendente dalle dimensioni delle particelle colloidali •Particelle più piccole di 10 nm penetrano la membrana capillare •Particelle più grandi di 500 nm mostrano scarsa-lenta progressione •Particelle di dimensioni inferiori a 100 nm mostrano rapida progressione dallo spazio interstiziale e significativa ritenzione nei linfonodi • E’ importante la dispersione delle dimensioni • Le dimensioni più idonee sembrerebbero comprese tra 40 e 50 nm (Abraham JW EJNM 1999) tra 50 e 200 nm (Keshtgar and Hell EJNM 1999)
  • 59. Il tracciante ideale deve associare il rapido trasporto lungo le vie linfatiche ed una ritenzione persistente nel linfonodo +++ Albumina colloidale Europa ++ Solfuro colloidale USA ++ Antimonio trisolfuro Australia L’albumina colloidale mostra una migliore visualizzazione delle vie di drenaggio linfatico ed una più elevata captazione nel L.S.
  • 61. GARANZIA DI QUALITÀ IL LINFONODO ASPORTATO DAL CHIRURGO E INVIATO ALL’ANATOMO-PATOLOGO È IL LINFONODO SENTINELLA EVIDENZIATO MEDIANTE LA TECNICA MEDICO-NUCLEARE Domanda Affermazione
  • 62. NORMATIVA ART.110 COMMA 1 D.L. 17/3/1995 n.230 “L’esercizio professionale specialistico della radiodiagnostica, della radioterapia e della medicina nucleare è di competenza dei medici muniti dei rispettivi diplomi di specializzazione.”