Gruppo di psicoeducazione ai sintomi e alle emozioni- Il ricoveroValeria Pozzoni
Nella nostra U.O. di Riabilitazione psichiatrica si tengono quotidianamente dei gruppi psicoeducativi. In apertuira di settimana si tiene un gruppo relativo ai sintomi e alle emozioni legate alla malattia e all'esperienza di ricovero. Il primo modulo consente una discussione con i pazienti circa il fatto di essere ricoverati con le ansie e le aspettaive che suscita.
Gruppo di psicoeducazione ai sintomi e alle emozioni- Il ricoveroValeria Pozzoni
Nella nostra U.O. di Riabilitazione psichiatrica si tengono quotidianamente dei gruppi psicoeducativi. In apertuira di settimana si tiene un gruppo relativo ai sintomi e alle emozioni legate alla malattia e all'esperienza di ricovero. Il primo modulo consente una discussione con i pazienti circa il fatto di essere ricoverati con le ansie e le aspettaive che suscita.
La presentazione offre un'esposizione della relazione tra pensieri ed emozioni alla luce della Mindfulness. Sottolinea inoltre elementi rilevanti del protocollo clinico MBCT (Mindfulness based Cognitive Therapy)
Gruppo di psicoeducazione ai sintomi e alle emozioni- La depressioneValeria Pozzoni
Il secondo modulo riguarda la depressione ed è un argomento molto sentito dai nostri pazienti. Nel corso della discussione è spesso emerso il desiderio di ottenere informazioni anche su altri disturbi dell'umore (ad esempio il Disturbo Bipolare) o patologia psichiatrica (quale la psicosi)
Il lavoro occupa gran parte della nostra giornata e della nostra vita, diventa importante allora viverlo come esperienza felice e gratificante. Trovare la motivazione dentro sè stessi, cambiando prospettiva può essere un importante passo per vivere con entusiasmo anche questa realtà
Le emozioni hanno una funzione vitale per il nostro benessere, ma quando non riusciamo a gestirle, in certe situazioni, rischiano di metterci nei guai. Quando e perché non riusciamo a gestirle e come imparare a farlo in 6 mosse.
E' un protocollo di primo soccorso ideato per soccorritori occasionali e costituito da manovre e comportamenti finalizzati alla gestione immediata dei sintomi dell'attacco di panico e dell'ansia acuta
La violenza sulle donne può essere definita come un abuso di potere e di controllo, che si manifesta attraverso il sopruso fisico, sessuale, psicologico ed economico.
Presentazione dell'iniziativa "Capire e Superare la Depressione" all'interno della Campagna Nazionale di Promozione del Benessere Psicologico MIP-Maggio di Informazione Psicologica.
La depressione è tra le più dolorose e difficili esperienze umane, deruba chi ne soffre dell’energia, dell'interesse e della volontà di migliorare le cose.
La depressione determina una visione profondamente negativa su sé, il mondo ed il futuro. Durante la depressione, sembra che nulla possa cambiare.
Ma le persone depresse possono stare meglio e la depressione può finire. Esistono dei trattamenti efficaci e delle competenze di auto-aiuto che applicate alla propria vita possono aiutare ad affrontare la depressione.
La presentazione offre un'esposizione della relazione tra pensieri ed emozioni alla luce della Mindfulness. Sottolinea inoltre elementi rilevanti del protocollo clinico MBCT (Mindfulness based Cognitive Therapy)
Gruppo di psicoeducazione ai sintomi e alle emozioni- La depressioneValeria Pozzoni
Il secondo modulo riguarda la depressione ed è un argomento molto sentito dai nostri pazienti. Nel corso della discussione è spesso emerso il desiderio di ottenere informazioni anche su altri disturbi dell'umore (ad esempio il Disturbo Bipolare) o patologia psichiatrica (quale la psicosi)
Il lavoro occupa gran parte della nostra giornata e della nostra vita, diventa importante allora viverlo come esperienza felice e gratificante. Trovare la motivazione dentro sè stessi, cambiando prospettiva può essere un importante passo per vivere con entusiasmo anche questa realtà
Le emozioni hanno una funzione vitale per il nostro benessere, ma quando non riusciamo a gestirle, in certe situazioni, rischiano di metterci nei guai. Quando e perché non riusciamo a gestirle e come imparare a farlo in 6 mosse.
E' un protocollo di primo soccorso ideato per soccorritori occasionali e costituito da manovre e comportamenti finalizzati alla gestione immediata dei sintomi dell'attacco di panico e dell'ansia acuta
La violenza sulle donne può essere definita come un abuso di potere e di controllo, che si manifesta attraverso il sopruso fisico, sessuale, psicologico ed economico.
Presentazione dell'iniziativa "Capire e Superare la Depressione" all'interno della Campagna Nazionale di Promozione del Benessere Psicologico MIP-Maggio di Informazione Psicologica.
La depressione è tra le più dolorose e difficili esperienze umane, deruba chi ne soffre dell’energia, dell'interesse e della volontà di migliorare le cose.
La depressione determina una visione profondamente negativa su sé, il mondo ed il futuro. Durante la depressione, sembra che nulla possa cambiare.
Ma le persone depresse possono stare meglio e la depressione può finire. Esistono dei trattamenti efficaci e delle competenze di auto-aiuto che applicate alla propria vita possono aiutare ad affrontare la depressione.
Quante volte, ai genitori o agli educatori capita di avere a che fare con bambini in preda ad una rabbia incontrollata e incontrollabile?
Per riflettere su questo tema e aiutarvi ad affrontare queste situazioni, vogliamo proporvi un percorso di lettura che può essere utile per insegnare ai bambini ad esternare la propria rabbia, senza reprimerla e senza ricorrere a punizioni, ma rassicurandoli e sostenendoli nella gestione di questa emozione, per aiutarli a trovare ciascuno il proprio modo per viverla senza distruttività e aggressività.
I colori del cuore sono delle slide presentate a un corso di formazione della FISM di Mestre sullo sviluppo delle emozioni.
Queste slide sono la prima parte di questo corso e sono state realizzate dalla dott.ssa Maria Silvia Guglielmin (3485411367 Treviso)
Quali sono le parole giuste da utilizzare per descrivere le emozioni?
Utilizza il criterio dell'intensità e scegli la parola adatta per comunicare l'emozione.
Psicologia dello sport: lo psicologo in palestra - 2Luca Mazzucchelli
Traccia del secondo incontro che ho tenuto presso alcune palestre di Milano:
- I segreti dei grandi campioni;
- Il goal setting;
- La visualizzazione;
- Pensiero positivo;
Corso di comunicazione (4/5) - Comunicazione efficace e inefficace.Paolo Savoldi
Quarta lezione del corso di comunicazione tenuto nel novembre del 2010 a Brescia per Atena, società di formazione e sviluppo delle risorse umane a Brescia. Comunicazione efficace e inefficace.
Mindfulness Training in TBWA_ presentazione del corsoCinzia Franchi
The TBWA Milan office has provided the first Mindfulness Training classes to a group of selected employees . Here is the presentation given to the employees to explain the training goals and contents and recruit volunteer participants.
Massimo Perciavalle - L’intelligenza emotiva come competenza distintiva per l...Stefano Saladino
L’intelligenza Emotiva è un insieme di competenze allenabili quotidianamente che ti permettono di integrare pensieri ed emozioni per prendere decisioni sostenibili nel tempo. In questo periodo di difficoltà la gestione delle proprie emozioni diviene una competenza distintiva per riconoscere i propri stati emotivi disfunzionali e per trovare le risorse adeguate per navigarli e superarli. Solo sviluppando pensieri costruttivi e potenziati, sarà possibile riacquistare fiducia e recuperare risorse interiori e motivazione per affrontare la Rinascita. Centrarsi e prendere consapevolezza dei propri Talenti e punti di forza, sarà la chiave per uscire velocemente dall’emergenza e traghettare anche gli altri nella direzione del benessere sociale e collettivo.
1. COMUNICAZIONE EFFICACE E GESTIONE DEL
CONFLITTO NEL FRONT-OFFICE
Michela Rimondini
michela.rimondini@univr.it
Dipartimento di Sanità Pubblica e Medicina di Comunità
Servizio di Psicosomatica e Psicologia Clinica
Università degli Studi di Verona
Riconoscimento di
difficoltà relazionali
2. Obiettivi:
Area “Riconoscimento di difficoltà relazionali”
• Rafforzamento dell’attitudine a riconoscere eventuali
problematiche relazionali nell’interlocutore;
• Individuazione, in base ad atteggiamenti tipici, di
“tipologie” di interlocutori al fine evitare di innescare
situazioni conflittuali.
• Comprendere i limiti di comunicazione dell’utente e
adeguarsi al suo livello di comunicazione.
3. Obiettivi (2)
• In ambiente ospedaliero non è raro che gli utenti presentino
un’attivazione emotiva di entità variabile (ansia, paura,
irritazione, tristezza, ecc..). Alle volte riescono a gestirla
senza difficoltà in altri casi essa può arrivare a
compromettere l’interazione con il personale
sanitario e non.
• Saper riconoscere i segnali di un disagio
transitorio o duraturo è importante perché può
orientarci nel modo di relazionarci con l’utente
che si ha davanti.
• In genere i diversi stati emotivi si accompagnano a
manifestazioni esteriori peculiari.
5. Atteggiamenti disfunzionali dell’utente nei
confronti di chi si prende cura di lui:
mancanza di fiducia, di rispetto, espressione di
aggressività, sospettosità o eccesso di confidenza.
Barriere comunicative:
• Forte attivazione emotiva: rabbia, paura,
ambivalenza, depressione, vergogna.
• Deficit cognitivi/linguistici.
Perché un utente viene considerato
“DIFFICILE”?
6. Elemento conduttore alla base della maggior
parte delle suddette difficoltà è:
l’iperattivazione emotiva
(di matrice negativa)
Perché un utente viene considerato
“DIFFICILE”?
8. Forse non tutti sanno che….
A livello neurale il soggetto in collera si trova in una sorta di
sequestro emotivo, in cui un centro del sistema libico (deputato
all’integrazione del sistema emotivo-istintivo-
comportamentale), dichiara lo stato di emergenza imponendo a
tutto il resto del cervello, compresa la neocorteccia, “il cervello
pensante”, il proprio “impellente ordine del giorno” (Goleman
1999, Eichelman 1987). E’ quindi come se il soggetto agisse
sulla base di informazioni molto più grezze e istintive, non
ancora modulate dall’intervento della neocorteccia.
Diversi studi hanno dimostrato gli effetti esercitati dalle
emozioni sulle capacità cognitive del soggetto riducono o
compromettendo le capacità mnestiche, attentive o di
processare informazioni (Beck et al., 1976; Butler et al. 1983;
Eysenck et al., 1987; Zuroff et al., 1983).
9. L’iperattivazione emotiva dell’utente oltre ad
avere ricadute sul suo funzionamento intra
psichico esercita un effetto anche sul
funzionamento intraspichico
dell’interlocutore.
I SISTEMI MOTIVAZIONALI
Perché un utente viene considerato
“DIFFICILE”?
10. I Sistemi Motivazionali Interpersonali (Liotti, 2001)
•Sono disposizioni innate universalmente presenti
negli esseri umani
•Sono i principi organizzatori delle interazioni
sociali, ovvero rappresentano insiemi di regole
interne che guidano il comportamento del soggetto
•Sono orientati ad una meta
•Sono attivati da stimolazione emotiva
12. Utente difficile
o Relazione difficile?!
L’inadeguatezza relazionale del mio interlocutore
ha un impatto diretto su di me e modula la mia
reazione, innescando un ciclo relazionale (vizioso
o virtuoso) alimentato da entrambe le parti in
gioco.
Considerare la relazione come deragliata e
tentare di riportarla sui binari giusti
14. Le emozioni
Definizione: (dal latino “muovere”) reazione
affettiva complessa molto intensa indotta da uno
stimolo esterno che provoca dei cambiamenti
fisici e psicologici
Caratteristiche:
• Relazione con un evento
• Componente fisiologica/somatica
• Componente psicologica
• Componente comportamentale
• Hanno un oggetto e spesso un destinatario
• Relazione con scopi e credenze
15. Le principali emozioni
Le emozioni di base
• Paura/ansia
• Rabbia
• Tristezza
• Gioia
• Disgusto
Altre emozioni
• Invidia
• Colpa
• Gioia
• Gelosia
• Pena
• Sorpresa
• Delusione
• Disprezzo
16. INTENSITA' DELLE EMOZIONI
Intensità Rabbia Contentezza Ansia, Paura Tristezza
Gioia Depressione
irritato compiaciuto incerto triste
Debole infastidito contento a disagio giù di corda
innervosito allegro apprensivo melanconico
risentito felice preoccupato afflitto
Media arrabbiato eccitato ansioso rabbuiato
soddisfatto turbato abbattuto
infuriato entusiasta angosciato devastato
fuori di me esaltato terrorizzato schiacciato
Alta rabbioso estatico spaventato disperato
tormentato sconvolto
18. salute malattia
La salute mentale si può rappresentare
come un continuum in cui sanità e
malattia si sfumano le une nelle altre
senza una reale linea di demarcazione.
Diversi fattori fanno si che noi stessi ci
collochiamo in punti diversi di questo
continuum a seconda delle presenza di diversi
fattori (es. fase di vita, cultura, eventi di vita,
ecc..)
22. ANSIA PATOLOGICA (I)
stato emotivo frequente, intenso e
duraturo
sproporzione tra gravità della
situazione oggettiva e risposta
ansiosa del soggetto
sofferenza soggettiva
compromissione delle capacità di
funzionamento del soggetto
23. TONO DI VOCE
Tremante, incrinata
Esposizione affannata
Tono e ritmo elevati
SGUARDO
Mobile
Spaventato
Continuo cambio
focus visivo
Occhi sbarrati
CORPO
Irrequitezza motoria
Manipolazione oggetti
Iperreattività
Tremore
Sudorazione
VISO
Espressione contratta
Macchie rosse
sudorazione
24. ANSIA PATOLOGICA (II)
- apprensione - irrequietezza motoria
- impazienza - tremori
- senso di paura - palpitazioni
- affaticabilita’ - oppressione toracica
- distraibilita’ - mancanza d’aria
- difficolta’ a concentrarsi - vertigini
- disturbi della memoria - sudorazione
- insonnia - bocca secca
- affaticabilita’ fisica
- nodo alla gola
- nausea
- anoressia
- disturbi gastro-intestinali
- pollachiuria
- cefalea tensionale
Sintomi psichici Sintomi fisici
25. Cosa fare:
• Parlare con chiarezza e un tono di voce calmo e
rassicurante.
• Mantenere il contatto visivo.
• Non pressare, incalzare o dare l’impressione che la persona
le faccia perdere tempo inutilmente.
• Non dare rassicurazioni premature o falsamente empatiche.
• Aiutare l’espressione di eventuali preoccupazioni
applicando tecniche comunicative per la gestione delle
emozioni.
• Applicare tecniche di negoziazione.
ANSIA PATOLOGICA (II)
27. TONO DI VOCE
Tremante, incrinata
o viceversa ferma e
glaciale
Tono e ritmo elevati
SGUARDO
Ostile, fisso
CORPO
Tensione muscolare,
iper-reattività, protratto
verso l’interlocutore
VISO
Espressione contratta
e tesa
Macchie rosse
Sudorazione
Sopracciglia inarcate
RABBIA E OSTILITA’
28. Curva della collera
1. LIVELLO RAZIONALE
2. MONTA LA COLLERA
6. SOLUZIONE DEL PROBLEMA
5. CADUTA DELLA COLLERA
3. RAFFREDDAMENTO DELLA COLLERA
4. COMPORTAMENTO SUPPORTIVO
La maggior parte delle persone funziona a un livello
razionale, ed è possibile ragionare con loro
Quando una situazione diventa irritante, frustrante, provocante, la
persona “ decolla”, si “riscalderà” e comincerà ad essere verbalmente
aggressiva e ostile.
Abbandonato il livello razionale, inutile tentare di far ragionare
la persona.
Il decollo non può durare a lungo. Se non
ulteriormente provocata, la persona ostile
entra nella fase di “ raffreddamento”. Può
sentirsi imbarazzata per aver fatto una
“scenata”.
Solo ora la controparte che ha assistito al
decollo e ha ascoltato lo sfogo, può
intervenire (commento supportivo e
comportamento empatico non verbale).
Dopo una dimostrazione di empatia la persona
ostile di solito si calma. Ritorna al livello
razionale
Ritornati al livello razionale i soggetti possono
iniziare a risolvere il problema (negoziazione)
RABBIA E OSTILITA’
29. Cosa fare:
• Vedere l’ostilità diretta verso il vostro ruolo o
eventualmente specifico comportamento non verso di voi
come persona
• Riconoscere la collera dell’altro ed esplicitare che l’avete
compresa
• Ascoltare
• Mantenere il tono della voce calmo
• Aspettare che la rabbia sia stata espressa prima di
rispondere
• Non prendere posizione prima di aver capito il problema
• Aiutare l’espressione di eventuali preoccupazioni
applicando tecniche comunicative per la gestione delle
emozioni.
• Applicare tecniche di negoziazione.
RABBIA E OSTILITA’
30. Cosa NON fare:
• Dare consigli se non richiesti
• Tentare di attribuire all’altro la colpa di un evento/situazione
• Atteggiamenti falsamente empatici
• Forzare o fare pressioni per indurre cambiamenti nelle altre
persone
• Sentirsi aggredito personalmente
• Ignorare o negare la collera della persona, dire di calmarsi.
• Alzare il tono della voce
• Mettere a disagio l’altro sottolineando il suo comportamento
inadeguato
• Difendere l’istituzione o se stessi prima di aver capito il
problema
RABBIA E OSTILITA’
31. Si
• Vedere l’ostilità diretta verso il
vostro comportamento non
verso di voi come persona
• Riconoscere la collera dell’altro
ed esplicitare che l’avete
compresa
• Spostarsi in un luogo privato
con meno interferenze esterne
• Sedersi con la persona
• Ascoltare
• Mantenere il tono della voce
calmo
• Aspettare che la rabbia sia stata
espressa prima di rispondere
• Non prendere posizione prima
di aver capito il problema
No
• Sentirsi aggredito personalmente
• Ignorare o negare la collera della
persona, dire di calmarsi.
• Litigare in un luogo pubblico
• Stare in piedi uno e seduto l’altro
• Rifiutarsi di ascoltare
• Alzare il tono della voce
• Mettere a disagio l’altro sottolineando
il suo comportamento inadeguato
• Difendere l’istituzione o se stessi
prima di aver capito il problema
RABBIA E OSTILITA’
32. La classificazione dei disturbi clinici
attraverso il manuale diagnostico DSM
I manuali diagnostici (DSM, ICD, ecc…)
contengono delle classificazioni dei disturbi
psichiatrico/psicologici esistenti basate su
caratterizzazioni descrittive di sintomi e segni.
Sono un utile strumento di comunicazione tra
clinici di diverso orientamento teorico e
culturale
Il DSM è composto da 5 assi
33. ASSE I
Disturbi Clinici
• Disturbi correlati a sostanze
• Schizofrenia e altri disturbi
• Disturbi dell’umore
• Disturbi d’ansia
• Disturbi somatoformi
• …..
34. ASSE II
Disturbi di Personalità
A. Un modello abituale di esperienza interiore e di
comportamento che devia marcatamente rispetto
alle aspettative della cultura dell’individuo
Questo modello si manifesta in due o più delle
seguenti aree:
• Cognitività (cioè modi di percepire ed interpretare
se stessi, gli altri e gli avvenimenti).
• Affettività (cioè la varietà, intensità, labilità ed
adeguatezza della risposta emotiva)
• Funzionamento interpersonale
• Controllo degli impulsi
35. ASSE II
Disturbi di Personalità
Gruppo A
è caratterizzato da comportamenti considerati "strani" o
"paranoici" e dalla tendenza del soggetto all'isolamento
e alla diffidenza.
• Disturbo paranoide di personalità
• Disturbo schizoide di personalità
• Disturbo schizotipico di personalità
36. ASSE II
Disturbi di Personalità
Gruppo A
• Disturbo paranoide di personalità
• Disturbo schizoide di personalità
• Disturbo schizotipico di personalità
37. ASSE II
Disturbi di Personalità
Gruppo B
è caratterizzato da comportamenti "emotivi" o
"drammatici", oltre che da mancanza di empatia e
altruismo da parte del soggetto.
• Disturbo antisociale di personalità
• Disturbo borderline di personalità
• Disturbo istrionico di personalità
• Disturbo narcisistico di personalità
38. ASSE II
Disturbi di Personalità
Gruppo B
• Disturbo antisociale di personalità
• Disturbo borderline di personalità
• Disturbo istrionico di personalità
• Disturbo narcisistico di personalità
39. ASSE II
Disturbi di Personalità
Gruppo C
è caratterizzato da comportamenti "ansiosi" o "paurosi"
e da una bassa autostima del soggetto.
• Disturbo evitante di personalità
• Disturbo dipendente di personalità
• Disturbo ossessivo-compulsivo di personalità
40. ASSE II
Disturbi di Personalità
Gruppo C
• Disturbo evitante di personalità
• Disturbo dipendente di personalità
• Disturbo ossessivo-compulsivo di personalità