Endocrinologia Clinica
Principi Generali di Omeopatia Classica
Dott. Emanuele Compri
Specialista in Endocrinologia e Malattie del Ricambio
Esperto in Omeopatia Unicista Hahnemanniana
7 maggio 2016 4 Modulo Centro DyD di Medicina Integrata
Filosofia di un Centro DyD
Infertilita' e sessualita' confronto fra PMA e PNA
7 maggio 2016 4 modulo P.N.A DyD-Endocrinologia Clinica-Omeopatia Classica
1. Centro DyD di Medicina Integrata
Filosofia di un Centro DyD
Endocrinologia Clinica
Principi Generali di Omeopatia Classica
Dott. Emanuele Compri
Specialista in Endocrinologia e Malattie del Ricambio
Esperto in Omeopatia Unicista Hahnemanniana
2. Endocrinologia Clinica
Principi Generali di Omeopatia Classica
• OMEOPATIA UNICISTA HAHNEMANNIA
• impiego di un solo medicinale richiesto dalla totalità dei sintomi
• ripetizione della dose o sostituzione del medicinale, solo quando la sua azione apparirà incompleta o
ultimata
• questa impostazione avviene nel rispetto rigoroso dei postulati di Hahnemann
• OMEOPATIA PLURALISTA
• si adoperano più medicinali, che corrispondono ai sintomi fondamentali, dati nella stessa giornata
• OMEOPATIA COMPLESSISTA
• si adopera una composizione ottenuta dall’unione di più medicamenti e hanno formule precise
• facilita la scelta dei medicinali che corrispondono ad un sistema organico oppure ad una sindrome
patologica
• I COSTITUZIONALISTI
• sintetizzano l’essere umano rapportandolo alla piramide perdiana e pone egual valore i sintomi relativi alle
espressioni psichiche, intellettive, funzionali, morfologici e la base
• esaminano i sintomi secondo un valore gerarchico dedotto dagli insegnamenti della Clinica, secondo il suo
metodo intuitivo-razionale, in particolare Endocrinologico, e la Dottrina Omeopatica con la sperimentazione
sull’uomo
3. Principi Generali di Omeopatia
Classica
Dr. Samuel Christian Frederic
Hahnemann
(1755-1843)
1796
Saggio su un nuovo principio per
scoprire le virtù curative delle sostanze
medicinali
1810
Organon Dell’Arte del Guarire
1828
Trattato della Malattie Croniche
4. Saggio su un nuovo principio per scoprire le virtù curative
delle sostanze medicinali
• Definisce tre modalità di cura:
✓ La prima consiste nel sopprimerne la causa ed appare
perfettamente logica, ma l’esatta causa delle malattie è nota
solo in casi molto rari, e può anche non essere una soltanto
✓ La seconda consiste nel sopprimere i sintomi della malattia
opponendo loro degli antidoti: una purga per la stipsi, un
antalgico per il dolore. Sono palliativi, efficaci nelle malattie
acute, in quanto alleviano un dolore difficile da sopportare,
ma non applicabili nel trattamento delle malattie croniche.
Non di rado il palliativo si rileva pericoloso
✓ La terza consiste nel ricercare i rimedi capaci di attaccare la
radice stessa del male all’interno dell’organismo. Si tratta
della terapeutica per “specifici”, e la ricerca delle proprietà
curative specifiche delle sostanze medicinali si realizza
attraverso la sperimentazione sull’essere umano
• Aggiunge Hahnemann:
✓ Per scoprire le proprietà medicinali di una sostanza nelle
affezioni croniche occorre dirigere l’attenzione sulla
malattia artificiale specifica che questa sostanza provoca
normalmente nell’organismo, per poterla mettere
all’opera poi nella condizione patologica analoga che si
vuole eliminare
✓ Per guarire radicalmente talune affezioni croniche
occorre ricercare rimedi che normalmente provocano
nell’organismo una malattia simile e il più simile possibile
✓ Similia Similibus Curentur
✓ Hahnemann cita a titolo d’esempio 54 rimedi la cui
azione terapeutica è correlata all’azione tossica, che essi
svolgono sull’organismo che gode di buona salute
5. Organon
dell’Arte del
Guarire
1810
• La pubblicazione costituisce il fulcro di una rivoluzione che introduce una nuova medicina e
pone le basi dell’Omeopatia
• Il termine Omeopatia viene coniato dallo stesso Hahnemann, che utilizza due radici greche:
homoios, che significa “simile”, e pathos, che significa “sofferenza”, e l’insieme dei due
termini, “sofferenza simile” definisce bene le basi stesse dell’Omeopatia, la similitudine che
salva
• Anche il termine Organon non è casuale, poiché è il termine che designava i sei trattati
aristotelici dedicati alla logica. Nel 1620 inglese Francis Bacon aveva pubblicato un nuovo
Organon, in cui sosteneva che l’unico modo per conoscere la natura consistesse
nell’osservazione metodica e razionale
• Hahnemann introduce in medicina un metodo razionale di cura basato essenzialmente
sulla pura osservazione della malattia, senza alcun apriorismo. La medicina dell’epoca era
condannata all’inefficacia nella misura in cui essa era solo “teatro” di ipotesi barocche e
spesso contraddittorie, di spiegazioni, dimostrazioni, congetture, dogmi e sistemi
• La teoria preconcetta non deve mai oscurare il fenomeno osservato. La scoperta in campo
medico può avere luogo soltanto attraverso l’esperienza. La medicina può essere solo
sperimentale e la teoria può solo derivare dall’esperienza. È quanto scrive Hahnemann.
Questo è un fatto di importanza sostanziale, che la Scuola Ufficiale dimentica: Hahnemann
è il vero fondatore della medicina sperimentale moderna
1810: 1a edizione
1819: 2a edizione
1824: 3a edizione
1829: 4a edizione
1833: 5a edizione
1921: 6a edizione
6. • Nell’Organon ha posto come legge universale della guarigione il principio di
similitudine, tuttavia Hahnemann si rende conto che la semplice applicazione
del principio di similitudine non è in grado di guarire completamente
• Vi sono malati che, dopo aver assunto un Simillimum accuratamente
selezionato, guariscono in modo incompleto, o hanno una ricaduta dopo una
guarigione apparente. Emicrania, bronchite, depressione, trattate
correttamente secondo la legge dei simili, dimostrano indubbi miglioramenti,
ma taluni sintomi persistono e, in molti casi, si ha una recidiva
• Hahnemann è tormentato nel constatare questa nuova verità. Se la
similitudine può rivelarsi inefficace, le colonne del suo tempio iniziano a
vacillare. Evidentemente vi è da comprendere qualcosa che non è stato
ancora messo in luce
• Ecco l’intuizione geniale: comprende che dietro l’affezione acuta, che egli
inizia a curare, si nasconde qualcos’altro, quella che lui definisce malattia
cronica permanente, una malattia profondamente radicata, che occorre
prendere in considerazione per curare efficacemente e guarire in modo
definitivo il malato
A Kothen termina e pubblica
nel 1828 la seconda opera
principale dell’Omeopatia: “il
Trattato delle malattie
croniche”, elaborato dal 1816
È un’opera fondamentale e
rivoluzionaria, che introduce
concetti decisamente
innovativi nel campo della
medicina
Trattato delle
malattie croniche
7. Trattato delle Malattie Croniche
1816-1828
• Attraverso l’identificazione della malattia cronica, che
soggiace alla malattia acuta manifesta, Hahnemann
ha scoperto un nuovo concetto medico, quello che
noi definiamo il “terreno” del malato
• Diverso per ciascuno di noi, il terreno orienta e
condiziona tutta la nostra patologia. Il terreno è la
nostra modalità reattiva, il nostro modo di reagire
dalle aggressioni, di qualunque natura esse siano
• Attraverso la sola osservazione clinica, Hahnemann
identifica tre grandi gruppi di malattie croniche, di
terreni patologici ai quali attribuisce il nome di
Diatesi/Miasma, termine derivato dal greco diathesis
che significa “disposizione morbos”
• I tre miasmi sono: Psora, Sicosi e Sifilide
• Hahnemann ha compiuto una scoperta di enorme
importanza. Introduce una nuova analisi
indispensabile all’esercizio dell’arte medica, quella
del “terreno patologico”, che va affrontata
prioritariamente in qualunque malato e per qualunque
affezione
• L’omeopatia è diventata medicina di terreno
• Dietro ogni affezione acuta si nasconde una malattia
cronica che va curata, e il male acuto, che spesso è
di natura infiammatoria, svolge un ruolo positivo
rispetto al male cronico. Non è una manifestazione
gratuita ma, al contrario, è necessaria e ineluttabile; è
la manifestazione di una forza vitale che cerca di
ristabilire il proprio equilibrio turbato
8. • SCIENZA DELLE COSTITUZIONI
• Il concetto di costituzione, o come diceva Hahnemann di terreno, non comprende né la patologia né la fisiopatologia,
bensì l’anatomia, la fisiologia, il neuroendocrinismo, lo psichismo nelle loro espressione pure, semplici e individuali
• Queste note individuali non avrebbero grande importanza e non susciterebbero alcun apprezzamento se non
contribuissero in maniera determinante, alla conoscenza delle predisposizioni alle malattie prima della loro
insorgenza, in un momento quindi in cui domina ancora lo stato fisiologico della salute
• Tale latenza morbosa è individuale e quando si manifesterà determinerà, con le sue reazioni personali, la variabilità
patologica
• L’omeopatia offrendo rimedi personali e sperimentati sull’uomo, non solo realizza la praticità della dottrina delle
costituzioni, sollevandola dalla concezione semplicemente intuitiva, ma le dona l’aspetto della scientificità e convalida
l’intimo rapporto fra farmaco e terreno
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Principi Generali di Omeopatia Classica
10. • BREVILINEO ASTENICO - ENDOBLASTICO
• paziente dalla deambulazione lenta e pesante, con predominanza della vita vegetativa su quella di relazione. Ogni funzione è lenta,
compresa quella epatica e renale, ad eccezione di quella digestiva: tendenza all’obesità e all’idrofilia. Ha una intelligenza analitica e
concreta
• l’assetto neuroendocrino mostra una tendenza all’ipopituitarismo, ipogonadismo e all’ipotiroidismo, mentre vi è un aumento della attività
timica, pancreatica e paratiroidea
• le F.E.F.P. sono psorica accoppiata alla sicotica, con rimedio costituzionale Calcarea Carbonica
• BREVILINEO STENICO - MESOBLASTICO
• normolineo o leggermente inferiore alla media, è un paziente forte per lo sviluppo muscolare, atleta della forza e della resistenza, scarso
nella velocità e nella destrezza. La sua fame è eccessiva, è anch’esso un mangiatore, ma preferisce cibi e bevande forti. Caloroso, ha
timore del caldo e preferisce l’inverno. Nelle malattie acute la reazione è violenta e pronta. Intelligenza realizzatrice.
• l’assetto neuroendocrino mostra l’ipercortisolismo come nota dominante del biotipo; ipergenitale con eccedenza di testosterone; infine ha
una tendenza all’iperpituitarismo anteriore
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11. • LONGILINEO ASTENICO - ECTOBLASTICO
• paziente che manca di sostegno e il suo atteggiamento è in cerca di appoggio. Il movimento è dominante dall’eleganza, dall’elasticità e
dall’armonia. I gesti accompagnano il parlare e sono gesti eleganti ed espressivi, non duri e non goffi. Poca resistenza fisica e si stanca
facilmente; nello sport è il tipo più dello sprint che della resistenza. Intelligenza astratta e idealista: intuitivo e sognatore
• l’assetto neuroendocrino è complesso: l’iperpinealismo come caratteristica fondamentale del biotipo; ipermidollosurrenalico, che dona
quel poco di forza al biotipo, a cui si sovrappone una tendenza all’ipertiroidismo; iperpituitarismo posteriore e ipopituitarico anteriore,
con in particolare ipogonadismo; ipoparatiroideo
• la F.E.F.P. è tubercolinica, con rimedio costituzionale Calcarea Phosphorica
• LONGILINEO STENICO - CORDOBLASTICO
• è il paziente che tende al biotipo ideale: eccellente funzione degli organi, lo scheletro è ricco di calcio, ha grande resistenza fisica ed
esercita un’attività equilibrata. Mangia molto ma sa assoggettarsi a privazioni alimentari. Ha buona resistenza alle malattie acute, raggiunge
facilmente la guarigione e l’immunità. Intelligenza aperta a tutti i campi e dotata di intuizione
• l’assetto neuroendocrino è in perfetto equilibrio ormonale con leggera predominante pineale durante l’infanzia e una leggera prevalenza
dell’ipofisi anteriore e della tiroide; equilibrio neurovegetativo con leggera prevalenza simpaticotonica
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13. • Un assetto endocrino adeguato è fondamentale al fine di mantenere la
funzione riproduttiva femminile. La maggior parte delle ghiandole endocrine
hanno un ruolo in tal senso, in particolare, sono coinvolti gli assi ipotalamo-
ipofisi -surreni -tiroide e -ovaie, nonchè la secrezione di prolattina. Ciascuno di
questi organi è in stretto rapporto con gli altri
• Qualsiasi disordine endocrinologico che alteri significativamente l’equilibrio di
uno di questi assi può compromettere le capacità di riproduzione, con
conseguente infertilità
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14. • È una GHIANDOLA ENDOCRINA, che pesa circa 20 g, consta di due lobi
laterali connessi all’istmo e, in circa il 50 % dei soggetti, di un lobo accessorio,
detto piramidale, situato mediamente, che si estende dall’istmo verso l’alto e
che rappresenta un residuo del dotto tireoglosso.
• L’unità anatomo-funzionale della tiroide è rappresentata dai FOLLICOLI: il
loro bordo periferico è costituito da un sottile strato di cellule epiteliali, dette
follicolari, che delimitano il lume (follicolare) in cui è depositata la
tireoglobulina.
• La sintesi e la secrezione degli ormoni tiroidei è stimolata dal TSH che, oltre a
stimolare l’ormonogenesi tiroidea, provoca ipertrofia e iperplasia cellulare e
aumento di vascolarizzazione della ghiandola
• Gli ORMONI TIROIDEI stimolano la velocità dei processi ossidativi cellulari
e regolano l’attività metabolica a livello dei più svariati tessuti. In generale
l’effetto è prevalentemente anabolico a basse dosi, mentre l’azione catabolica
è preminente a dosi elevate.
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15. • ISPEZIONE paziente seduto, il mento è modicamente rialzato, così da tenere il capo
leggermente esteso. Si osserverà la cute, che potrebbe rilevare una cicatrice chirurgica a
collare, l’eventuale presenza di turgore venoso, che potrebbe suggerire la presenza di gozzo
plongeant. La ghiandola tiroidea normale non è visibile nella maggior parte delle persone.
• PALPAZIONE il medico si pone dietro al paziente seduto, che avrà la testa leggermente
reclinata, ma senza che il collo sia iperesteso. Si esegue una palpazione dapprima
superficiale, successivamente più profonda; inoltre la palpazione dovrebbe sempre includere
la valutazione dei linfonodi latero-cervicali. Successivamente si farà deglutire il paziente: la
tiroide si muoverà verso l’alto durante l’atto della deglutizione, seguendo il movimento della
trachea. In questo modo anche piccoli noduli potrebbero essere identificati e, in particolare,
si valuterà la loro mobilità. Se si identifica un gozzo con uno o più noduli, essi dovrebbero
essere descritti riguardo alla loro dimensione, consistenza, localizzazione e mobilità.
• AUSCULTAZIONE nel caso di morbo di Basedow è possibile apprezzarsi un soffio
vascolare poggiando il fonendoscopio sulla regione anteriore del collo.
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16. • INDAGINI DI LABORATORIO permettono di stabilire lo
stato di funzionalità tiroidea e l’eventuale presenza di
anticorpi antitiroide circolanti, espressione di tireopatia
autoimmune
• FUNZIONE DELLA TIROIDE si valuta dosando gli
ormoni tiroidei e il TSH. La determinazione degli ormoni
tiroidei totali (T4 e T3) è ormai superata da quella delle
frazioni libere (FT4 e FT3), in grado di informarci
direttamente sulla quota biologicamente attiva.
• DOSAGGIO DEGLI ANTICORPI ANTITIROIDE
circolanti, a seconda dell’antigene, si individuano 3 tipi
principali: anti-tireoglobulina (AbTG), anti-perossidasi
tiroidea (AbTPO) e anti-recettore del TSH (TRAb).
Quest’ultimi, a seconda della funzione, si distinguono in
anticorpi stimolanti, inibenti e bloccanti la funzione tiroidea.
ECOGRAFIA è indagine di primo livello. Permette di stabilire le
dimensioni e la struttura della ghiandola, consentendo di
individuare anche noduli clinicamente non palpabili. Tuttavia le
caratteristiche ecografiche non ci permettono in nessun caso di
distinguere una lesione benigna da una maligna.
SCINTIGRAFIA TIROIDEA CON
99
TC fornisce informazioni
funzionali. Pertanto è indicata nell’identificazione, in previsione
dell’esecuzione di un esame citologico su ago aspirato, di aree
“scintigraficamente fredde” nel contesto di un gozzo
multinodulare, nella diagnosi di adenoma tossico della tiroide e
nella diagnosi differenziale tra tireotossicosi distruttiva e
ipertiroidismo.
ESAME CITOLOGICO su ago sottile aspirato tiroideo è in grado
di porre diagnosi sulla natura del nodulo. Indicato quindi per
stabilire la benignità o la malignità di una lesione. Di norma tutti i
noduli singoli o dominanti delle dimensioni superiori al cm
vengono indagati citologicamente.
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17. GOZZO TIROIDITI ALTRE NEOPLASIE
Gozzo semplice
diffuso
Tiroidite acuta Ipertiroidismo centrale Carcinoma papillare
Gozzo uninodulare
non tossico
Tiroidite subacuta di
De Quervain
Tireotossicosi fattizia Carcinoma follicolare
Adenoma tossico
della tiroide
Tiroidite subacuta
linfocitica
Sindrome da
resistenza agli ormoni
tiroidei
Carcinoma midollare
Gozzo multinodulare
non tossico
Tiroidite post-partum
Carcinoma
anaplastico
Gozzo multinodulare
tossico
Tiroidite cronica di
Hashimoto
Linfoma maligno non
Hodgkin
Gozzo multinodulare
basedowificato
Morbo di Basedow-
Graves
Tiroidite cronica di
Riedel
19. • Le cause più comuni di ipotiroidismo in gravidanza sono la TCA, l’ipotiroidismo dopo terapia con radioiodio per morbo di
Basedow e quello post-tiroidectomia per carcinoma della tiroide o gozzo
• Il ruolo preminente delle tireopatia autoimmuni come cause dell’ipotiroidismo in gravidanza è confermato dalla osservazione che
anticorpi diretti contro antigeni tiroidei sono presenti nel 5-15 % delle donne in età fertile e dal rilievo di anticorpi anti-TPO nel 58 %
delle gravide con ipotiroidismo subclinico e nel 90 % di quelle con ipotiroidismo franco. Il rischio di sviluppare ipotiroidismo in
gravidanze è particolarmente evidente nelle pazienti affette da DM tipo 1
• Tuttavia è opportuno sottolineare che nelle popolazioni esposte a grave carenza iodica, il deficit alimentare di iodio rappresenta la
causa più importante di ipotiroidismo in gravidanza
• I livelli di TSH consigliati durante la gestazione sono i seguenti: < 2,5 microU/ml nel primo trimestre, < 3 microU/ml nel secondo
trimestre e < 3,5 microU/ml nel terzo trimestre. Importante sottolineare che i valori di riferimento di laboratorio non sono validi
durante la gestazione in cui le frazioni libere degli ormoni tiroidei subiscono variazioni importanti a causa della condizione di
iperestrogenismo e dal contenuto iodico globale della paziente
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20. • L’ipotiroidismo non compromette di per sé la fertilità, la riduce per un’alterazione della cadenza ovulatoria
• L’ipertensione arteriosa è al complicanza più frequente durante la gravidanza di una paziente ipotiroidea e le complicanze
perinatali sono maggiori nelle donne con ipotiroidismo franco rispetto a quello subclinico
• L’incidenza di anemia ed emorragia post-partum è molto variabile da studio a studio; mentre le donne ipotiroidee sembrano
essere soggette più frequentemente a parto pre-termine
• Il passaggio transplancentare di tiroxina dalla madre al feto nella prima e nell’ultima fase di gravidanza sembra essere
modesto, ma molto importante per lo sviluppo cerebrale del feto. In particolare nelle prime settimane di gestazione la
presenza di ormoni tiroidei nelle strutture fetali può essere spiegata solo dal trasferimento dalla madre ed è stato dimostrato
che i recettori per gli ormoni tiroidei sono già presenti a 8 settimane dopo il concepimento
• Dal punto di vista clinico il nascituro svilupperà un minor quoziente intellettivo e altri studi hanno dimostrato che lo sviluppo
psicomotorio e mentale è ritardato anche nei bambini nati da mari con valori di FT4 sotto il decimo percentuale alla 12a
settimana, ma con valori di TSH nei limiti della norma (condizione chiamata ipotiroxinemia). Gli studi però dimostravano che il
trattamento con ormone tiroideo durante la gestazione permetteva un pronto recupero del deficit, facendo dedurre che sia una
prolungata mancanza di ormoni tiroidei a generare il danno neurologico
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21. • La terapia di scelta è la somministrazione di levotiroxina al fine di portare i livelli di TSH a
target, associando integrazione di almeno 225 mcg di iodio alimentare
• La scelta del dosaggio durante la gravidanza è in funzione della gravità dell’ipotiroidismo
e in funzione del peso corporeo della paziente. All’inizio il controllo di funzione tiroidea
deve essere eseguito dopo 4 settimane e se i livelli di TSH sono stabili ogni 8 settimane.
Nel post-partum la terapia con levotiroxina andrà ridotta per evitare alla madre una
condizione di tireotossiscosi
• Formulazione della somministrazione di levotiroxina: compresse, fiale e capsule
• Al momento gli estratti fitoterapici o altre formulazioni galeniche non trovano indicazione
nel trattamento dell’ipotiroidismo in gravidanza
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22. • Prolattina
• Cause
• Adenoma Ipofisari PRL-secernenti (superiore a 50 ng/ml)
• Sindrome dell’Ovaio Politeistico (inferiore a 50 ng/ml)
• Macro Prolattina (interferenza di Laboratorio)
• Farmaci (Estroprogestinici, Ansiolitici, Antipsicotici, Procinetici)
• Fisiologiche (Stress, Suzione del capezzolo, Gravidanza e Allattamento)
• Terapia
• Dopaminergici per lunghi periodi
• Ecocardiogramma Transtoracio
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23. Centro DyD di Medicina Integrata
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GRAZIE PER L’ATTENZIONE
Dott. Emanuele Compri
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