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La Rocca di Soncino
mappa storica Rocca Soncino
La Rocca Sforzesca di Soncino, risalente alla seconda metà
del Quattrocento, sorge nell’angolo sud-occidentale
dell’antico borgo fortificato su progetto dell’architetto
militare Bartolomeo Gadio e si innesta sulla cinta muraria
di un ventennio precedente, la terza e definitiva del 1453,
che abbraccia l’impianto urbanistico quattrocentesco del
fortilizio, inglobandone parte delle strutture e delle cortine
edilizie medievali.
Essa sorge al posto e sulle rovine del monastero
benedettino di S. Caterina, del quale conserva ancora
1 - RELAZIONE RESTAURO PONTE DI FUGA
alcune delle strutture di fondazione duecentesche, visibili
nell’ambiente sotterraneo anticamente adibito a cantina
della torre di nord-ovest, il Mastio o Torre del Capitano. Il
manufatto della Rocca, antica caserma militare, è
planimetricamente costituito da due corti giustapposte: il
Rivellino, cortile dimensioni più ridotte, antico atrio
fortificato con accesso diretto dalla campagna esterna al
fortilizio attraverso il Ponte di Soccorso, ed il Cortile,
anch’esso definito da imponenti murature di laterizi e
caratterizzato dalla presenza delle quattro torri angolari,
tre delle quali a pianta quadrata ed una soltanto, quella di
sud-ovest appunto, a pianta circolare, antico torrione
difensivo della cinta muraria inglobato nel 1473 nella
successiva fase costruttiva che ha visto sorgere l’attuale
Rocca.
In figura riportiamo la pianta della rocca come dal rilievo
del 1883 dell’archeologo.Luca Beltrami, che curò i
consistenti lavori di restauro tra il 1883 al 1895; i disegni
storici qui riportati sono tratti dalla sua opera “Soncino e
Torre Pallavicina”, Hoepli, 1898. Completa l’affascinante
compendio architettonico un sistema di fossati e ponti
levatoi: trattasi in particolare di sette ponti levatoi, dei
quali originariamente tre carrai e quattro pedonali dislocati
nel Rivellino e all’interno del Mastio, in grado di
compartimentale strategicamente il complesso in caso di
attacco ed isolare il Mastio rispetto alle restanti strutture
quale ultimo baluardo difensivo.
In quest’ultima ipotesi il ponte può essere appunto
denominato Ponte di fuga, perché garantiva la fuga del
capitano della guarnigione in stanza a Soncino in caso di
assedio.
La sua salvezza era legata alla possibilità di fuggire nelle
campagne circostanti, se non addirittura di imboccare un
cunicolo sotterraneo (di cui si tramanda l’esistenza) che
2 - RELAZIONE RESTAURO PONTE DI FUGA
doveva aprirsi in corrispondenza dell’interfaccia tra
l’andatoia in estradosso al ponte e la cortina muraria di
argine del fossato e che avrebbe dovuto permettere il
raggiungimento del convento carmelitano annesso alla
cinquecentesca Chiesa di Santa Maria delle Grazie, altro
insigne manufatto stavolta emblema del periodo
rinascimentale del borgo: lì, in luogo e terreno sacro, un
gentiluomo poteva fare scorta di un diritto politico per il
quale si sarebbe portato in salvo.
La presenza della chiusa ovest consentiva quindi di tener
sempre allagato e alimentato il fossato ovest (o comunque
di allagarlo in un tempo molto breve) sommergendo
completamente il ponte di fuga e salvaguardandone la
segretezza.
La nostra elaborazione dell’accurato rilievo del Beltrami del
1883 mostra chiaramente come l’ipotesi della sommersione
del ponte di fuga sia confortata dai riscontri altimetrici.
Alla luce di quanto sopra argomentato, e riprendendo
l’ipotesi dello stesso Luca Beltrami, si evince l’importanza
storica del Ponte di Fuga quale manufatto integrato nelle
3 - RELAZIONE RESTAURO PONTE DI FUGA
strategie difensive della rocca, forse a parziale compenso di
una tecnica costruttiva che potremmo definire ormai
obsoleta in rapporto all’evoluzione delle capacità di fuoco
che avevano ormai assunto le artiglierie nella seconda
metà del 1400 e assolutamente non paragonabile con la
poderosa cinta stellare bastionata della Rocca di S. Giorgio
che il San Micheli, architetto della Serenissima, si
apprestava a costruire sull’altro lato del fiume Oglio.
“Ponte segreto”,
probabilmente unico nel suo genere, il Ponte di Fuga si
sviluppa all’ombra di un ponte sempre a due arcate a tutto
sesto ma ben più imponenti, quello di Soccorso, braccio
fortificato sul ramo occidentale del fossato. Come
quest’ultimo, esso costituisce il secondo ed ultimo accesso
alla Rocca dalla campagna esterna al fortilizio: in
4 - RELAZIONE RESTAURO PONTE DI FUGA
particolare il Ponte di Soccorso permette di giungere
attraverso un ponte levatoio carraio nell’ambiente aperto
del Rivellino, mentre il Ponte di Fuga introduce per una via
preferenziale direttamente ai sotterranei del Mastio,
originariamente attraverso un ponte levatoio pedonale in
grado di superare una porzione in sezione del fossato; del
ponte levatoio rimangono intatte nella cortina muraria le
impronte degli stalli di alloggiamento del bolzone di
sollevamento, come si evidenzia nella foto seguente. La
successiva elaborazione fantasiosa evidenzia il ponte di
fuga “in opera”.
5 - RELAZIONE RESTAURO PONTE DI FUGA
L’importanza storica e strategica del Ponte di Fuga
Il complesso dei fossati, gestiti da un sistema di chiuse, era
in passato alimentato da una diramazione della Roggia
Comuna. Ora, oltre alla stessa roggia, costeggia la Rocca
anche il Naviglio Pallavicino, il cui corso lambisce la cortina
edilizia delle mura che volgono ad occidente. Non è esclusa
la possibilità che vi fossero più prese di alimentazione,
magari alimentate anche da diramazioni provenienti dal
centro abitato, ma questa ipotesi verrà eventualmente
studiata ed esaminata in altre circostanze.
6 - RELAZIONE RESTAURO PONTE DI FUGA
Le chiuse delimitavano i differenti tratti del letto del fossato
perimetrale alla Rocca: a nord-est (parte tratteggiata in
azzurro) l’urgenza del riempimento era meno stringente
che a sud-ovest; il nemico infatti avrebbe dovuto prima
espugnare la cinta muraria dell’abitato per accedervi e
quindi il suo allagamento, se necessario, poteva essere
eseguito in un secondo tempo; l’allagamento del fossato di
sud-ovest era invece prioritario e in tempi di assedio
veniva senz’altro subito riempito; perché dunque disporre
anche della chiusa occidentale (ora diroccata, ma ancora
integra al tempo del rilievo del Beltrami – 1883) per
compartimentale ulteriormente il fossato? Che necessità
c’era di tener riempita solo la prima parte del fossato ovest
se svolgeva la stessa funzione difensiva del tratto a sud?
Che senso c’era di disporre di un ulteriore piccolo ponte
pedonale a poca distanza dal ponte di soccorso principale?
Non ci risultano probanti documentazioni che rispondano in
modo certo a questi interrogativi. Numerose sono le ipotesi
che si possono fare circa le varie strategie difensive legate
anche alle diverse tempistiche e modalità di attacco; di
sicuro sussisteva la necessità di gestire l’allagamento dei
fossati con il maggior numero possibile di sequenze di
riempimento (i tempi di riempimento non erano brevi, e il
fattore tempo poteva essere decisivo).
L’ipotesi tradizionalmente più diffusa, legata alla necessità
di tener allagato il ponte (di fuga, o anche di soccorso
aggiungeremmo), abbracciata recentemente anche dallo
storico Mario Marubbi, ci pare plausibile e qui ci limitiamo a
riproporla, restando nel contempo fiduciosi che l’argomento
possa essere oggetto di ulteriori approfondimenti.
7 - RELAZIONE RESTAURO PONTE DI FUGA
PONTE DI FUGA
Tra i tanti misteri che la Rocca di Soncino custodisce, non
possono mancare quelli relativi a prigioni,sotterranei e
passaggi segreti ricavati come vie di fuga da usare in caso
di assedio. Uno in particolare il ponte di fuga.
Questo manufatto si erge nell'antico letto del fossato
esposto ad occidente, e il precario stato di conservazione in
cui versa attualmente assume carattere preoccupante dal
momento in cui crolli piuttosto recenti di significative
porzioni dello stesso hanno notevolmente assottigliato la
sezione di una delle due arcate in muratura che lo
compongono, compromettendo la staticità.
L 'intervento di puntellazione, più urgente e
finanziariamente poco impegnativo (tanto più che l
'intervento potrà essere realizzato gratuitamente da un
impresa locale), verrà realizzato a parte, seguendo una via
8 - RELAZIONE RESTAURO PONTE DI FUGA
più rapida; il consolidamento ed il restauro del manufatto è
invece l'oggetto della presente progettazione.
Il lavoro verrà realizzato ricorrendo in parte al
finanziamento del comune di Soncino, in parte
all'auspicabile finanziamento da parte della regione
Lombardia.
-progetto di restauro ponte di
fuga.
-vista rocca Soncino dall’alto.
Lo stato di fatto: le
condizioni di degrado e i
dissesti
Il Ponte di Fuga versa
attualmente in uno stato di
conservazione assai precario
e le condizioni di degrado e di
dissesto ne minano la
staticità, in particolare per
9 - RELAZIONE RESTAURO PONTE DI FUGA
quanto concerne l’arcata più ad ovest di collegamento con
la cinta muraria del fossato.
Il fatto che storicamente il ponte fosse completamente
sommerso dalle acque del braccio occidentale del fossato
ha senz’altro inciso sulla degrado dei giunti fra gli elementi
laterizi e sull’innesco dei fenomeni di dissesto statico oggi
rilevabili.
A tale ragione va sommata una totale assenza di interventi
manutentivi e di monitoraggio delle condizioni del
manufatto, forse perchè le dimensioni relativamente
modeste ed la sua ubicazione poco visibile hanno portato
ad una sottovalutazione della sua importanza e della sua
singolarità; il dissesto della prima arcata è veramente
impressionante, ed è ormai troppo ridotta in sezione per
poter ulteriormente resistere staticamente all’avanzare del
tempo; la larghezza in sezione dell’arcata è ormai ridotta a
circa 50 cm, e perfino una perfetta ristilatura dei giunti non
basterebbe a ripristinare adeguata staticità del manufatto,
perché la bassa inerzia della sezione, sia in senso verticale,
ma soprattutto in senso orizzontale, esporrebbe l’arco a
rischio crollo anche per semplice urto accidentale.
Aggiungiamo che diverse porzioni murarie dell’arco
interessanti non soltanto gli elementi costruttivi, bensì
interi blocchi di muratura di laterizi allettati con malta,
sono state oggetto di consistenti crolli e rinvenute alla base
del Ponte, temporaneamente recuperate e conservate negli
ambienti sotterranei del Rivellino.
Tra i preoccupanti degradi del Ponte di fuga, oltre alla
profonda erosione dei giunti di malta, diffusa a tutto il
piccolo manufatto, e al dissesto statico dell’arco, si
annovera inoltre la vegetazione infestante che ha coinvolto
ormai gran parte delle superfici murarie del Ponte, degrado
quest’ultimo riscontrabile anche su vaste porzioni di cortina
muraria della Rocca, delle torri e del fossato.
10 - RELAZIONE RESTAURO PONTE DI FUGA
Le fotografie seguenti testimoniano chiaramente il degrado
del manufatto.
Ponte di Fuga …
Particolari del degrado del ponte
11 - RELAZIONE RESTAURO PONTE DI FUGA
Il progetto di puntellazione
Visto lo stato di degrado sopra descritto, consegue che le
opere di puntellazione sono assai urgenti e risulta
necessario procedere alla loro realizzazione.
La puntellazione riteniamo che debba essere realizzata con
funzioni statiche passive, di solo sostegno, e cioè senza
indurre sollecitazioni radiali che, scaricando l’arco anche
del residuo peso stabilizzante, aggraverebbero
ulteriormente lo stato di decoesione dei giunti di malta;
inoltre è opportuno che la puntellazione venga sagomata in
modo da poter fungere da centinatura nella successiva fase
di restauro dell’arcata e del ponte.
La tipologia prenderà spunto dalle tecniche di puntellazione
tradizionalmente adottate e messe in opera dalla
Protezione Civile e dai Vigili Del Fuoco nell’ambito delle
situazioni di emergenza; anche se la particolare
conformazione dell’arcata (assai ribassata) e la
distribuzione e l’entità del carico (si tratta di reggere peso
proprio, neve e il carico pedonale, senza alcun altro
possibile sovraccarico permanente o accidentale) comporta
da un lato un’obbiettiva facilitazione dell’intervento,
dall’altro la necessità di una particolare conformazione in
grado di adattarsi alla specificità del caso.
12 - RELAZIONE RESTAURO PONTE DI FUGA
In particolare lo scheletro della puntellazione, costituito da
una robusta incastellatura lignea controventata in
entrambe le direzioni ortogonali, sarà conformato in modo
da tener conto dello spessore della successiva centinatura
di interpolazione fra un sostegno e l’altro e dovrà avere
una lunghezza trasversale tale da abbracciare la lunghezza
finale dell’arcata a botte. Detta centinatura leggera di
completamento è bene che venga eseguita in
concomitanza con le opere di consolidamento, in modo da
non deteriorarsi e da non costituire impedimento allo
scorrimento delle acque pluviali.
L’intervento di rinforzo e consolidamento
Come già esposto, lo spessore trasversale dell’arcata è
ormai ridotta a circa 50 cm, e perfino una perfetta
ristilatura dei giunti non basterebbe a ripristinare
l’adeguata staticità del manufatto, perché la bassa inerzia
della sezione, sia in senso verticale, ma soprattutto in
senso orizzontale, esporrebbe l’arco a rischio crollo anche
per semplice urto accidentale; il recupero dello spessore
porterebbe anche al ripristino della massa originale capace
di stabilizzare l’arco che risulta perfettamente
contraffortato dalla grande inerzia dei piloni murari e dalla
muratura di controripa ad occidente.
Di seguito si riportano schematicamente le lavorazioni di
progetto;
1. ANALISI CONOSCITIVE E DIAGNOSTICHE: Prelievo
ed analisi in laboratorio di campioni di malta di
allettamento per la determinazione della composizione
chimica delle malte originarie; altre analisi diagnostiche
finalizzate al rilievo dello stato conservativo in essere del
manufatto (indagini termografiche) volte alla messa a
punto di dettagli migliorativi dell'intervento.
13 - RELAZIONE RESTAURO PONTE DI FUGA
2. COMPLETAMENTO DELLE OPERE DI CENTINATURA:
poiché l’intervento di puntellazione verrà eseguito
sensibilmente prima degli interventi di consolidamento qui
contemplati, le operazioni saranno limitate alla posa della
centinatura leggera e sagomata da ancorare alla
preesistente puntellazione conformata ad hoc.
3. RIPRISTINO DELL'INTRADOSSO: Ripristino in
intradosso della sezione muraria resistente dell’arcata
dissestata del Ponte mediante l’impiego di elementi laterizi
di recupero o confezionati ad hoc allettati con malta di
calce idraulica naturale compatibile per composizione
chimica, granulometria e cromia a quella originaria, con
l’eventuale messa in opera di imperniature in acciaio inox o
vetroresina qualora si rendessero necessarie per
ripristinare il collegamento strutturale tra gli elementi
laterizi adiacenti venuto meno a causa del degrado e dei
crolli.
4. RINFORZO STATICO DELL'ARCO: Rinforzo statico
dell’arco mediante messa in opera di fibra di acciaio ad alta
resistenza applicata in estradosso a mezzo di malta di calce
idraulica idonea ed appositamente confezionata;
collegamento con le strutture murarie dell'arco e dei
piedritti attraverso l’inserimento di connettori a fiocco in
fibra di acciaio in fori appositamente predisposti ed
inghisaggio degli stessi mediante iniezioni di malta
strutturale.
5. RIPRISTINO DELL'ESTRADOSSO E DEI
RINFIANCHI: Ripristino della sezione muraria resistente
dell’arco in estradosso e dei rinfianchi mediante l’impiego
di elementi laterizi di recupero o confezionati ad hoc
allettati con malta di calce idraulica naturale compatibile
per composizione chimica, granulometria e cromia a quella
originaria.
14 - RELAZIONE RESTAURO PONTE DI FUGA
6. PULITURA DELLE SUPERFICI MURARIE: Pulitura
delle superfici murarie dalla vegetazione infestante e
dall’attacco di organismi biodeteriogeni mediante
applicazione a spruzzo di sostanza biocida (cloruro di
benzalconio in soluzione acquosa diluito al 5%).
7. SCARIFICAZIONE E RISTILATURA DEI GIUNTI:
Scarificazione dei giunti di malta ammalorati e ristilatura
completa degli stessi da realizzarsi con malta di calce
idraulica naturale compatibile per composizione chimica,
granulometria e cromia a quella originaria.
8. COPERTINA DI PROTEZIONE: Realizzazione di
copertina superiore in malta di calce idraulica naturale con
inerti di cocciopesto a protezione del piano estradossale del
manufatto.
9. TRATTAMENTO IDROREPELLENTE: Stesura di
trattamento idrorepellente a protezione delle superfici
laterizie.
15 - RELAZIONE RESTAURO PONTE DI FUGA
IN COLLABORAZIONE CON GLI AMICI DELLA ROCCA
16 - RELAZIONE RESTAURO PONTE DI FUGA

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5 A CAT Rocca di Soncino

  • 1. La Rocca di Soncino mappa storica Rocca Soncino La Rocca Sforzesca di Soncino, risalente alla seconda metà del Quattrocento, sorge nell’angolo sud-occidentale dell’antico borgo fortificato su progetto dell’architetto militare Bartolomeo Gadio e si innesta sulla cinta muraria di un ventennio precedente, la terza e definitiva del 1453, che abbraccia l’impianto urbanistico quattrocentesco del fortilizio, inglobandone parte delle strutture e delle cortine edilizie medievali. Essa sorge al posto e sulle rovine del monastero benedettino di S. Caterina, del quale conserva ancora 1 - RELAZIONE RESTAURO PONTE DI FUGA
  • 2. alcune delle strutture di fondazione duecentesche, visibili nell’ambiente sotterraneo anticamente adibito a cantina della torre di nord-ovest, il Mastio o Torre del Capitano. Il manufatto della Rocca, antica caserma militare, è planimetricamente costituito da due corti giustapposte: il Rivellino, cortile dimensioni più ridotte, antico atrio fortificato con accesso diretto dalla campagna esterna al fortilizio attraverso il Ponte di Soccorso, ed il Cortile, anch’esso definito da imponenti murature di laterizi e caratterizzato dalla presenza delle quattro torri angolari, tre delle quali a pianta quadrata ed una soltanto, quella di sud-ovest appunto, a pianta circolare, antico torrione difensivo della cinta muraria inglobato nel 1473 nella successiva fase costruttiva che ha visto sorgere l’attuale Rocca. In figura riportiamo la pianta della rocca come dal rilievo del 1883 dell’archeologo.Luca Beltrami, che curò i consistenti lavori di restauro tra il 1883 al 1895; i disegni storici qui riportati sono tratti dalla sua opera “Soncino e Torre Pallavicina”, Hoepli, 1898. Completa l’affascinante compendio architettonico un sistema di fossati e ponti levatoi: trattasi in particolare di sette ponti levatoi, dei quali originariamente tre carrai e quattro pedonali dislocati nel Rivellino e all’interno del Mastio, in grado di compartimentale strategicamente il complesso in caso di attacco ed isolare il Mastio rispetto alle restanti strutture quale ultimo baluardo difensivo. In quest’ultima ipotesi il ponte può essere appunto denominato Ponte di fuga, perché garantiva la fuga del capitano della guarnigione in stanza a Soncino in caso di assedio. La sua salvezza era legata alla possibilità di fuggire nelle campagne circostanti, se non addirittura di imboccare un cunicolo sotterraneo (di cui si tramanda l’esistenza) che 2 - RELAZIONE RESTAURO PONTE DI FUGA
  • 3. doveva aprirsi in corrispondenza dell’interfaccia tra l’andatoia in estradosso al ponte e la cortina muraria di argine del fossato e che avrebbe dovuto permettere il raggiungimento del convento carmelitano annesso alla cinquecentesca Chiesa di Santa Maria delle Grazie, altro insigne manufatto stavolta emblema del periodo rinascimentale del borgo: lì, in luogo e terreno sacro, un gentiluomo poteva fare scorta di un diritto politico per il quale si sarebbe portato in salvo. La presenza della chiusa ovest consentiva quindi di tener sempre allagato e alimentato il fossato ovest (o comunque di allagarlo in un tempo molto breve) sommergendo completamente il ponte di fuga e salvaguardandone la segretezza. La nostra elaborazione dell’accurato rilievo del Beltrami del 1883 mostra chiaramente come l’ipotesi della sommersione del ponte di fuga sia confortata dai riscontri altimetrici. Alla luce di quanto sopra argomentato, e riprendendo l’ipotesi dello stesso Luca Beltrami, si evince l’importanza storica del Ponte di Fuga quale manufatto integrato nelle 3 - RELAZIONE RESTAURO PONTE DI FUGA
  • 4. strategie difensive della rocca, forse a parziale compenso di una tecnica costruttiva che potremmo definire ormai obsoleta in rapporto all’evoluzione delle capacità di fuoco che avevano ormai assunto le artiglierie nella seconda metà del 1400 e assolutamente non paragonabile con la poderosa cinta stellare bastionata della Rocca di S. Giorgio che il San Micheli, architetto della Serenissima, si apprestava a costruire sull’altro lato del fiume Oglio. “Ponte segreto”, probabilmente unico nel suo genere, il Ponte di Fuga si sviluppa all’ombra di un ponte sempre a due arcate a tutto sesto ma ben più imponenti, quello di Soccorso, braccio fortificato sul ramo occidentale del fossato. Come quest’ultimo, esso costituisce il secondo ed ultimo accesso alla Rocca dalla campagna esterna al fortilizio: in 4 - RELAZIONE RESTAURO PONTE DI FUGA
  • 5. particolare il Ponte di Soccorso permette di giungere attraverso un ponte levatoio carraio nell’ambiente aperto del Rivellino, mentre il Ponte di Fuga introduce per una via preferenziale direttamente ai sotterranei del Mastio, originariamente attraverso un ponte levatoio pedonale in grado di superare una porzione in sezione del fossato; del ponte levatoio rimangono intatte nella cortina muraria le impronte degli stalli di alloggiamento del bolzone di sollevamento, come si evidenzia nella foto seguente. La successiva elaborazione fantasiosa evidenzia il ponte di fuga “in opera”. 5 - RELAZIONE RESTAURO PONTE DI FUGA
  • 6. L’importanza storica e strategica del Ponte di Fuga Il complesso dei fossati, gestiti da un sistema di chiuse, era in passato alimentato da una diramazione della Roggia Comuna. Ora, oltre alla stessa roggia, costeggia la Rocca anche il Naviglio Pallavicino, il cui corso lambisce la cortina edilizia delle mura che volgono ad occidente. Non è esclusa la possibilità che vi fossero più prese di alimentazione, magari alimentate anche da diramazioni provenienti dal centro abitato, ma questa ipotesi verrà eventualmente studiata ed esaminata in altre circostanze. 6 - RELAZIONE RESTAURO PONTE DI FUGA
  • 7. Le chiuse delimitavano i differenti tratti del letto del fossato perimetrale alla Rocca: a nord-est (parte tratteggiata in azzurro) l’urgenza del riempimento era meno stringente che a sud-ovest; il nemico infatti avrebbe dovuto prima espugnare la cinta muraria dell’abitato per accedervi e quindi il suo allagamento, se necessario, poteva essere eseguito in un secondo tempo; l’allagamento del fossato di sud-ovest era invece prioritario e in tempi di assedio veniva senz’altro subito riempito; perché dunque disporre anche della chiusa occidentale (ora diroccata, ma ancora integra al tempo del rilievo del Beltrami – 1883) per compartimentale ulteriormente il fossato? Che necessità c’era di tener riempita solo la prima parte del fossato ovest se svolgeva la stessa funzione difensiva del tratto a sud? Che senso c’era di disporre di un ulteriore piccolo ponte pedonale a poca distanza dal ponte di soccorso principale? Non ci risultano probanti documentazioni che rispondano in modo certo a questi interrogativi. Numerose sono le ipotesi che si possono fare circa le varie strategie difensive legate anche alle diverse tempistiche e modalità di attacco; di sicuro sussisteva la necessità di gestire l’allagamento dei fossati con il maggior numero possibile di sequenze di riempimento (i tempi di riempimento non erano brevi, e il fattore tempo poteva essere decisivo). L’ipotesi tradizionalmente più diffusa, legata alla necessità di tener allagato il ponte (di fuga, o anche di soccorso aggiungeremmo), abbracciata recentemente anche dallo storico Mario Marubbi, ci pare plausibile e qui ci limitiamo a riproporla, restando nel contempo fiduciosi che l’argomento possa essere oggetto di ulteriori approfondimenti. 7 - RELAZIONE RESTAURO PONTE DI FUGA
  • 8. PONTE DI FUGA Tra i tanti misteri che la Rocca di Soncino custodisce, non possono mancare quelli relativi a prigioni,sotterranei e passaggi segreti ricavati come vie di fuga da usare in caso di assedio. Uno in particolare il ponte di fuga. Questo manufatto si erge nell'antico letto del fossato esposto ad occidente, e il precario stato di conservazione in cui versa attualmente assume carattere preoccupante dal momento in cui crolli piuttosto recenti di significative porzioni dello stesso hanno notevolmente assottigliato la sezione di una delle due arcate in muratura che lo compongono, compromettendo la staticità. L 'intervento di puntellazione, più urgente e finanziariamente poco impegnativo (tanto più che l 'intervento potrà essere realizzato gratuitamente da un impresa locale), verrà realizzato a parte, seguendo una via 8 - RELAZIONE RESTAURO PONTE DI FUGA
  • 9. più rapida; il consolidamento ed il restauro del manufatto è invece l'oggetto della presente progettazione. Il lavoro verrà realizzato ricorrendo in parte al finanziamento del comune di Soncino, in parte all'auspicabile finanziamento da parte della regione Lombardia. -progetto di restauro ponte di fuga. -vista rocca Soncino dall’alto. Lo stato di fatto: le condizioni di degrado e i dissesti Il Ponte di Fuga versa attualmente in uno stato di conservazione assai precario e le condizioni di degrado e di dissesto ne minano la staticità, in particolare per 9 - RELAZIONE RESTAURO PONTE DI FUGA
  • 10. quanto concerne l’arcata più ad ovest di collegamento con la cinta muraria del fossato. Il fatto che storicamente il ponte fosse completamente sommerso dalle acque del braccio occidentale del fossato ha senz’altro inciso sulla degrado dei giunti fra gli elementi laterizi e sull’innesco dei fenomeni di dissesto statico oggi rilevabili. A tale ragione va sommata una totale assenza di interventi manutentivi e di monitoraggio delle condizioni del manufatto, forse perchè le dimensioni relativamente modeste ed la sua ubicazione poco visibile hanno portato ad una sottovalutazione della sua importanza e della sua singolarità; il dissesto della prima arcata è veramente impressionante, ed è ormai troppo ridotta in sezione per poter ulteriormente resistere staticamente all’avanzare del tempo; la larghezza in sezione dell’arcata è ormai ridotta a circa 50 cm, e perfino una perfetta ristilatura dei giunti non basterebbe a ripristinare adeguata staticità del manufatto, perché la bassa inerzia della sezione, sia in senso verticale, ma soprattutto in senso orizzontale, esporrebbe l’arco a rischio crollo anche per semplice urto accidentale. Aggiungiamo che diverse porzioni murarie dell’arco interessanti non soltanto gli elementi costruttivi, bensì interi blocchi di muratura di laterizi allettati con malta, sono state oggetto di consistenti crolli e rinvenute alla base del Ponte, temporaneamente recuperate e conservate negli ambienti sotterranei del Rivellino. Tra i preoccupanti degradi del Ponte di fuga, oltre alla profonda erosione dei giunti di malta, diffusa a tutto il piccolo manufatto, e al dissesto statico dell’arco, si annovera inoltre la vegetazione infestante che ha coinvolto ormai gran parte delle superfici murarie del Ponte, degrado quest’ultimo riscontrabile anche su vaste porzioni di cortina muraria della Rocca, delle torri e del fossato. 10 - RELAZIONE RESTAURO PONTE DI FUGA
  • 11. Le fotografie seguenti testimoniano chiaramente il degrado del manufatto. Ponte di Fuga … Particolari del degrado del ponte 11 - RELAZIONE RESTAURO PONTE DI FUGA
  • 12. Il progetto di puntellazione Visto lo stato di degrado sopra descritto, consegue che le opere di puntellazione sono assai urgenti e risulta necessario procedere alla loro realizzazione. La puntellazione riteniamo che debba essere realizzata con funzioni statiche passive, di solo sostegno, e cioè senza indurre sollecitazioni radiali che, scaricando l’arco anche del residuo peso stabilizzante, aggraverebbero ulteriormente lo stato di decoesione dei giunti di malta; inoltre è opportuno che la puntellazione venga sagomata in modo da poter fungere da centinatura nella successiva fase di restauro dell’arcata e del ponte. La tipologia prenderà spunto dalle tecniche di puntellazione tradizionalmente adottate e messe in opera dalla Protezione Civile e dai Vigili Del Fuoco nell’ambito delle situazioni di emergenza; anche se la particolare conformazione dell’arcata (assai ribassata) e la distribuzione e l’entità del carico (si tratta di reggere peso proprio, neve e il carico pedonale, senza alcun altro possibile sovraccarico permanente o accidentale) comporta da un lato un’obbiettiva facilitazione dell’intervento, dall’altro la necessità di una particolare conformazione in grado di adattarsi alla specificità del caso. 12 - RELAZIONE RESTAURO PONTE DI FUGA
  • 13. In particolare lo scheletro della puntellazione, costituito da una robusta incastellatura lignea controventata in entrambe le direzioni ortogonali, sarà conformato in modo da tener conto dello spessore della successiva centinatura di interpolazione fra un sostegno e l’altro e dovrà avere una lunghezza trasversale tale da abbracciare la lunghezza finale dell’arcata a botte. Detta centinatura leggera di completamento è bene che venga eseguita in concomitanza con le opere di consolidamento, in modo da non deteriorarsi e da non costituire impedimento allo scorrimento delle acque pluviali. L’intervento di rinforzo e consolidamento Come già esposto, lo spessore trasversale dell’arcata è ormai ridotta a circa 50 cm, e perfino una perfetta ristilatura dei giunti non basterebbe a ripristinare l’adeguata staticità del manufatto, perché la bassa inerzia della sezione, sia in senso verticale, ma soprattutto in senso orizzontale, esporrebbe l’arco a rischio crollo anche per semplice urto accidentale; il recupero dello spessore porterebbe anche al ripristino della massa originale capace di stabilizzare l’arco che risulta perfettamente contraffortato dalla grande inerzia dei piloni murari e dalla muratura di controripa ad occidente. Di seguito si riportano schematicamente le lavorazioni di progetto; 1. ANALISI CONOSCITIVE E DIAGNOSTICHE: Prelievo ed analisi in laboratorio di campioni di malta di allettamento per la determinazione della composizione chimica delle malte originarie; altre analisi diagnostiche finalizzate al rilievo dello stato conservativo in essere del manufatto (indagini termografiche) volte alla messa a punto di dettagli migliorativi dell'intervento. 13 - RELAZIONE RESTAURO PONTE DI FUGA
  • 14. 2. COMPLETAMENTO DELLE OPERE DI CENTINATURA: poiché l’intervento di puntellazione verrà eseguito sensibilmente prima degli interventi di consolidamento qui contemplati, le operazioni saranno limitate alla posa della centinatura leggera e sagomata da ancorare alla preesistente puntellazione conformata ad hoc. 3. RIPRISTINO DELL'INTRADOSSO: Ripristino in intradosso della sezione muraria resistente dell’arcata dissestata del Ponte mediante l’impiego di elementi laterizi di recupero o confezionati ad hoc allettati con malta di calce idraulica naturale compatibile per composizione chimica, granulometria e cromia a quella originaria, con l’eventuale messa in opera di imperniature in acciaio inox o vetroresina qualora si rendessero necessarie per ripristinare il collegamento strutturale tra gli elementi laterizi adiacenti venuto meno a causa del degrado e dei crolli. 4. RINFORZO STATICO DELL'ARCO: Rinforzo statico dell’arco mediante messa in opera di fibra di acciaio ad alta resistenza applicata in estradosso a mezzo di malta di calce idraulica idonea ed appositamente confezionata; collegamento con le strutture murarie dell'arco e dei piedritti attraverso l’inserimento di connettori a fiocco in fibra di acciaio in fori appositamente predisposti ed inghisaggio degli stessi mediante iniezioni di malta strutturale. 5. RIPRISTINO DELL'ESTRADOSSO E DEI RINFIANCHI: Ripristino della sezione muraria resistente dell’arco in estradosso e dei rinfianchi mediante l’impiego di elementi laterizi di recupero o confezionati ad hoc allettati con malta di calce idraulica naturale compatibile per composizione chimica, granulometria e cromia a quella originaria. 14 - RELAZIONE RESTAURO PONTE DI FUGA
  • 15. 6. PULITURA DELLE SUPERFICI MURARIE: Pulitura delle superfici murarie dalla vegetazione infestante e dall’attacco di organismi biodeteriogeni mediante applicazione a spruzzo di sostanza biocida (cloruro di benzalconio in soluzione acquosa diluito al 5%). 7. SCARIFICAZIONE E RISTILATURA DEI GIUNTI: Scarificazione dei giunti di malta ammalorati e ristilatura completa degli stessi da realizzarsi con malta di calce idraulica naturale compatibile per composizione chimica, granulometria e cromia a quella originaria. 8. COPERTINA DI PROTEZIONE: Realizzazione di copertina superiore in malta di calce idraulica naturale con inerti di cocciopesto a protezione del piano estradossale del manufatto. 9. TRATTAMENTO IDROREPELLENTE: Stesura di trattamento idrorepellente a protezione delle superfici laterizie. 15 - RELAZIONE RESTAURO PONTE DI FUGA
  • 16. IN COLLABORAZIONE CON GLI AMICI DELLA ROCCA 16 - RELAZIONE RESTAURO PONTE DI FUGA