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Storia dell'Architettura 
La conoscenza della storia dell’architettura è bagaglio culturale indispensabile per qualsiasi persona. 
L’uomo da sempre ha modificato l’ambiente in cui vive, ha costruito edifici e case, città e villaggi, che dovevano fornirgli ricovero e luogo di vita. E lo ha fatto con le conoscenze tecniche e la cultura che possedeva. 
Oggi, l’ambiente in cui noi viviamo è in gran parte il frutto di questa stratificazione plurisecolare. Stratificazione che è rintracciabile in tanti e minuti segni di epoche diverse, ma che convivono in un unico insieme. 
Insieme, che è la testimonianza viva e attuale della storia del nostro territorio. 
Conoscere la storia dell’architettura significa essere sensibili al proprio ambiente di vita, conoscerne i segni e collocarli nella loro dimensione temporale; significa capire l’enorme valore di testimonianza storica del nostro habitat, luogo carico di significati e memorie, e non uno spazio anonimo e banale.
I SISTEMI COSTRUTTIVI I primi luoghi di ricovero dell’uomo preistorico furono le caverne, spazi formati dalla natura, che l’uomo utilizzava per le proprie esigenze di vita. È probabile che i primi esempi di architettura, e con ciò indichiamo solo i manufatti costruiti dall’uomo, siano state capanne costruite con effimeri e poco durevoli intrecci di arbusti di legno. Costruzioni che, ovviamente, non hanno lasciato, oggi, alcuna testimonianza di sé. Le prime costruzioni, che invece hanno sfidato i secoli e i millenni, sono state le enormi costruzioni in pietra, definite appunto «megalitiche». Tali costruzioni erano realizzate secondo il sistema detto «trilitico», ossia erano formate da tre enormi pietre, delle quali due erano alzate in verticale, ed una era posta su di esse in orizzontale. Con il sistema trilitico si potevano costruire ambienti chiusi, anche su più piani, e delle dimensioni e forme più diverse. L’unico limite era nella resistenza dell’elemento orizzontale. Le varie civiltà umane hanno impiegato differenti sistemi costruttivi, in periodi storici diversi, non solo in base alle conoscenze tecniche possedute, ma anche, ovviamente, secondo le preferenze estetiche.
Il sistema triangolare è sicuramente quello delle prime costruzioni umane: le capanne di legno, ma è anche il sistema adottato dagli antichi egiziani per costruire le piramidi. Il sistema trilitico è invece quello delle costruzioni megalitiche della preistoria – Stonehage –, ma è anche il sistema preferito dai greci per la costruzione dei loro templi. Il sistema a pseudo-arco trovò invece vasto impiego in alcune culture paleostoriche, quali quella micenea. Infine il sistema ad arco sarà il principio costruttivo principale adottato dagli antichi romani, ma sarà impiegato anche nei periodi storici successivi, dal medioevo all’età barocca. Esso troverà applicazioni sempre diverse, scomparendo solo con la rivoluzione industriale e la scoperta di nuovi materiali: il ferro e il cemento armato. Con questi nuovi materiali si tornerà, infatti, al sistema trilitico. Le moderne strutture, realizzate con l’acciaio o il cemento armato, sono composte di elementi rettilinei, verticali ed orizzontali, e non più curvi. La grande resistenza di questi nuovi materiali permette alle strutture inflesse – le travi orizzontali – di sopportare agevolmente le tensioni di trazione che si originano in esse. E con ciò l’architettura ha trovato il modo di allargarsi su orizzonti applicativi prima sconosciuti.
IL SISTEMA TRILITICO 
Nel sistema trilitico si ha una trasmissione dei pesi in modo abbastanza semplice: il peso dell’elemento orizzontale si divide in due carichi equivalenti che si scaricano sui due piedritti. 
I piedritti, per effetto di questi pesi sovrastanti vengono ad essere sollecitati a compressione: ossia, il carico che li sovrasta determina sui piedritti un fenomeno di schiacciamento, fenomeno che viene contrastato dalla capacità di resistenza del materiale che costituisce le strutture. 
Trattandosi di pietre, come per le costruzioni megalitiche, tale resistenza è pressoché assicurata dalla durezza del materiale. 
L’elemento orizzontale, rispetto ai piedritti, viene sollecitato da una diversa sollecitazione, che prende il nome di flessione: ossia, dato che l’elemento è appoggiato solo agli estremi, al centro tende ad inflettersi verso il basso. L'elemento tende a configurarsi come nella sottoriportata figura. Per effetto di ciò, all’interno avremo che le fibre superiori tendono a schiacciarsi – sono quindi soggette a compressione – mentre le fibre inferiori tendono a dilatarsi – sono cioè soggette a trazione. 
Molti materiali possono agevolmente sopportare la compressione, ma non la trazione. 
Per sopportare quest’ultima sollecitazione, i materiali impiegati devono avere una forza di coesione interna notevole. 
Pertanto, ne consegue che l’elemento più delicato del sistema trilitico è quello orizzontale. 
In natura solo due materiali possono prestarsi a ciò, la pietra e il legno. Entrambi però hanno due limiti «tecnologici»: le pietre sono troppo pesanti e difficilmente possono raggiungere luci – distanza tra i due sostegni – di dimensione notevole; il legno è un materiale non sempre resistente, con problemi di durabilità, dovuta a pericoli di deperimento o incendio.
TRILITE 
(gr., "tre pietre", sistema trilitico o architravato) 
Sistema strutturale nel quale un elemento orizzontale, l’architrave, scaricagli sforzi su elementi verticali, i piedritti. Si distingue dal sistema ad arco perché la la trave esclude ogni spinta laterale e si limita a poggiare sui sostegni. 
Monumento megalitico è formato schematicamente da due blocchi in pietrainftssi nel suolo a sostegno di una lastra orizzontale. 
Megalitico (gr., «fatto con grandi pietre»). Costruzioni composte da pochi, grandi massi di pietra. I monumenti megalitici preistorici sono datati al 4500- l000 aC. Il menhir è un masso eretto verticalmente; si ritrova isolato o raggruppato in file o cerchi. I Dolmen o Cromlech sono tombe o templi con pareti e coperture costituite da megaliti. Esemplari in tutta Europa lungo le coste mediterranee e atlantiche.
IL SISTEMA AD ARCO 
Uno dei sistemi costruttivi era quello triangolare, ponendo cioè due pietre inclinate a formare un triangolo. 
Sistema più semplice, ma per certi versi meno adatto a formare ambienti utili a funzioni più complesse. 
Da ritenere tuttavia che da questo sistema si sia poi sviluppato il sistema «ad arco», che, insieme al sistema trilitico, costituirà la base di tutta la concezione architettonica antica. Tuttavia il passaggio dal sistema triangolare a quello ad arco passa attraverso le costruzioni a pseudo-arco, ove la trasmissione dei carichi avveniva in maniera analoga a quello del sistema trilitico, pur conformando degli ambienti a copertura curva. 
Le coperture triangolari 
Il sistema costruttivo triangolare è quello che ha avuto minor impieghi, tranne che nelle coperture, risultando il sistema più funzionale alla costruzione dei tetti. 
Un tetto si costruisce con due travi inclinate: queste, analogamente a quanto avviene negli archi, trasmettono alle murature sottostanti una spinta inclinata. Tale spinta ha un effetto destabilizzante sulle murature, ma nel caso i tetti siano costruiti in legno (la maggioranza dei casi prima dell’impiego in edilizia del ferro e del cemento armato), tale spinta può essere facilmente eliminata se le due travi sono unite alla base da un’altra trave orizzontale, che prende il nome di «catena». 
La struttura che così si ottiene, dalla forma triangolare, ha il nome di «capriata». Essa si compone in genere di altri elementi, sempre in legno che prendono il nome di «monaco», ed «arcarecci», mentre le travi inclinate hanno il nome di «puntoni»
SISTEMA A PSEUDOARCO 
Il sistema a pseudoarco si distingue dal sistema ad arco perché i pesi degli elementi sostenuti in elevazione dal suolo scaricano sui piedritti. Come nel trilite si generano, in questo schema, solo sforzi verticali e mai spinte laterali. Tale sistema presenta due principali varianti: 
1.con un unico concio modellato ad arco; 
2.con vari conci in aggetto progressivo, posti l'uno sull'altro, rispetto ad ambe-due i piedritti, a copertura graduale del vano sottostante, fino alla sommità. Ugualmente, con ricorsi in aggetto successivo, sono costruite le pseudovolte e le pseudocupole. 
Tesoro di Atreo, Micene
IL SISTEMA AD ARCO 
Nel caso del sistema ad arco la ripartizione dei pesi, ed il loro scarico a terra, avviene in maniera diversa. Gli elementi che costituiscono un arco sono detti «conci». 
Di questi, quello posto più in alto è detto «concio in chiave». 
Questo concio, per effetto del suo peso, tende a cadere in verticale. Se ciò non gli è consentito, è per il mutuo contrasto che esiste con i due conci che lo sostengono sui due lati. Pertanto il suo peso si ripartisce su questi due conci con due forze perpendicolari alla superficie di contatto. 
A loro volta questi due conci trasmetteranno questa forza, più quella dovuta al loro peso, ai conci seguenti. 
È facilmente comprensibile come, in questo modo, i conci vengono ad essere soggetti tutti alla medesima sollecitazione: ossia di compressione. Sollecitazione che può facilmente essere assorbita da quasi tutti i materiali da costruzione. 
Un arco, quindi, può essere costruito con mattoni o con pietre di dimensioni notevolmente più piccole di quelle impiegate nel sistema trilitico. 
Tuttavia, pur impiegando materiali lapidei di dimensioni ridotte, un arco può coprire luci superiori a quelle che normalmente si riesce a coprire con il sistema trilitico. 
Diverso è invece la sollecitazione che un arco trasmette ai suoi sostegni – siano esse pilastri, colonne, muri o altro. 
Nel caso del sistema trilitico la sollecitazione che l’elemento orizzontale trasmette ai piedritti è perfettamente verticale. 
Nel caso degli archi tale sollecitazione non è perfettamente verticale, ma è inclinata verso l’esterno dell’arco. 
Tale sollecitazione, detta di pressoflessione, tende non solo a comprimere la struttura, ma anche a spingerla verso l’esterno. 
In questo caso, si dice, infatti, che l’arco trasmette ai suoi sostegni non solo una spinta verticale ma anche una spinta orizzontale. 
È facilmente comprensibile che, mentre la spinta verticale è contrastata dalla resistenza del materiale, quella orizzontale, per essere contrastata deve trovare una forza uguale e contraria che le si oppone. 
Questa forza, nella maggior parte dei casi, risulta essere il peso stesso dei piedritti. 
Ossia la spinta orizzontale dell’arco è equilibrata dal peso dei sostegni verticali. 
Per questa ragione, gli archi necessitano di sostegni verticali di notevoli dimensioni e spessore.
Negli edifici in muratura l'arco offre la possibilità di coprire ampi spazi senza sostegni intermedi. I conci o cunei che lo compongono sono sottoposti a compressione, in quanto i loro giunti sono orientati verso il centro di curvatura dell'arco stesso ed esercitano spinte laterali, talvolta contrastati da tiranti, sui sostegni verticali. 
VOLTE 
Le volte sono coperture di spazi o parti di coperture incurvate, in tensione reciproca tra loro o tra le imposte. 
In senso stretto, analogamente alle costruzioni ad arco, si dicono “volte proprie” soltanto quelle realizzate con pietre a cuneo in murature con giunti disposti in senso radiale. I 
l loro utilizzo esclusivo si riscontra tuttavia in poche epoche storiche. 
Il sistema costruttivo ad arco fu inventato dai Romani in seguito a dei tentativi già messi in atto precedentemente dagli Etruschi (l’Arco di Volterra) e grazie all’uso del mattone cotto, anch’esso di loro invenzione. 
Il sistema costruttivo ad arco genera le seguenti strutture: la volta a botte, la volta a crociera, la cupola, in base alla pianta dello spazio da coprire. 
La volta a botte, che è costituita da una successione di archi, chiude spazia pianta rettangolare; 
La volta a crociera, ad arco a tutto sesto e ad arco a sesto ribassato, a arco a sesto acuto, ecc., chiude spazi a pianta quadrata e rettangolare; 
La cupola, che è una successione di archi che ruotano su un asse, chiude spazia a pianta circolare
CUPOLA La cupola idealmente si costituisce per rotazione di un arco sull'asse verticale e assume le denominazioni uguali o analoghe a quelle derivanti dal sesto dell'arco: sferica, emisferica, rotonda, ribassata, rialzata, archiacuta, parabolica, conica, ovoide, a spicchi, a ombrello ecc. Lo spessore tra intradosso ed estradosso di solito è variabile, se l'estradosso è visibile la cupola è estradossata, altrimenti è spesso nascosta da un prisma esterno (tiburio, coperto a tetto). Si dicono paralleli i piani che sezionano la cupola orizzontalmente, meridiani quelli che la sezionano verticalmente passando per la chiave di volta. Questa può essere sostituita da un foro (οπαιον) sormontato o meno da una lanterna con cupolino. La cupola. può essere rinforzata da catene alI'esterno come all'interno della muratura. In base alla forma planimetrica dello spazio e dei volumi, si presentano diverse possibiliíà per realizzare il raccordo col piano d'imposta della cupola: -base circolare, -base poligonale, -base quadrata: si hanno tre possibilità di piano d’imposta: 
1.La base della cupola è costituita da un cerchio immaginario che circoscrive il quadrato di pianta, le porzioni di sfera che debordano lateralmente dal quadrato vanno pensate mozze. Se lo spazio della c. corrisponde a quello dell'ambiente da coprire (se cioè il cerchio di base del piano d'imposta è inscritto nel quadrato di pianta), sugli angoli si presentano "residui" che vanno colmati in maniera armonica e costruttivamente portante. 
2.Gli angoli del quadrato di base vengono mozzati, e si costituisce un ottagono; le trombe che ne partono hanno forma di porzioni di cono. 
3.Una cupola. a vela è tagliata orizzontalmente sugli archi, e le vele cosí costituite sono sormontate da una semi-sfera; pennacchi sono detti i triangoli sferici cosí determinati. Trombe e pennacchi trasmettono i carichi a piedritti sottostanti, che possono essere collegati da archi di volta.

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  • 1. Storia dell'Architettura La conoscenza della storia dell’architettura è bagaglio culturale indispensabile per qualsiasi persona. L’uomo da sempre ha modificato l’ambiente in cui vive, ha costruito edifici e case, città e villaggi, che dovevano fornirgli ricovero e luogo di vita. E lo ha fatto con le conoscenze tecniche e la cultura che possedeva. Oggi, l’ambiente in cui noi viviamo è in gran parte il frutto di questa stratificazione plurisecolare. Stratificazione che è rintracciabile in tanti e minuti segni di epoche diverse, ma che convivono in un unico insieme. Insieme, che è la testimonianza viva e attuale della storia del nostro territorio. Conoscere la storia dell’architettura significa essere sensibili al proprio ambiente di vita, conoscerne i segni e collocarli nella loro dimensione temporale; significa capire l’enorme valore di testimonianza storica del nostro habitat, luogo carico di significati e memorie, e non uno spazio anonimo e banale.
  • 2.
  • 3. I SISTEMI COSTRUTTIVI I primi luoghi di ricovero dell’uomo preistorico furono le caverne, spazi formati dalla natura, che l’uomo utilizzava per le proprie esigenze di vita. È probabile che i primi esempi di architettura, e con ciò indichiamo solo i manufatti costruiti dall’uomo, siano state capanne costruite con effimeri e poco durevoli intrecci di arbusti di legno. Costruzioni che, ovviamente, non hanno lasciato, oggi, alcuna testimonianza di sé. Le prime costruzioni, che invece hanno sfidato i secoli e i millenni, sono state le enormi costruzioni in pietra, definite appunto «megalitiche». Tali costruzioni erano realizzate secondo il sistema detto «trilitico», ossia erano formate da tre enormi pietre, delle quali due erano alzate in verticale, ed una era posta su di esse in orizzontale. Con il sistema trilitico si potevano costruire ambienti chiusi, anche su più piani, e delle dimensioni e forme più diverse. L’unico limite era nella resistenza dell’elemento orizzontale. Le varie civiltà umane hanno impiegato differenti sistemi costruttivi, in periodi storici diversi, non solo in base alle conoscenze tecniche possedute, ma anche, ovviamente, secondo le preferenze estetiche.
  • 4. Il sistema triangolare è sicuramente quello delle prime costruzioni umane: le capanne di legno, ma è anche il sistema adottato dagli antichi egiziani per costruire le piramidi. Il sistema trilitico è invece quello delle costruzioni megalitiche della preistoria – Stonehage –, ma è anche il sistema preferito dai greci per la costruzione dei loro templi. Il sistema a pseudo-arco trovò invece vasto impiego in alcune culture paleostoriche, quali quella micenea. Infine il sistema ad arco sarà il principio costruttivo principale adottato dagli antichi romani, ma sarà impiegato anche nei periodi storici successivi, dal medioevo all’età barocca. Esso troverà applicazioni sempre diverse, scomparendo solo con la rivoluzione industriale e la scoperta di nuovi materiali: il ferro e il cemento armato. Con questi nuovi materiali si tornerà, infatti, al sistema trilitico. Le moderne strutture, realizzate con l’acciaio o il cemento armato, sono composte di elementi rettilinei, verticali ed orizzontali, e non più curvi. La grande resistenza di questi nuovi materiali permette alle strutture inflesse – le travi orizzontali – di sopportare agevolmente le tensioni di trazione che si originano in esse. E con ciò l’architettura ha trovato il modo di allargarsi su orizzonti applicativi prima sconosciuti.
  • 5. IL SISTEMA TRILITICO Nel sistema trilitico si ha una trasmissione dei pesi in modo abbastanza semplice: il peso dell’elemento orizzontale si divide in due carichi equivalenti che si scaricano sui due piedritti. I piedritti, per effetto di questi pesi sovrastanti vengono ad essere sollecitati a compressione: ossia, il carico che li sovrasta determina sui piedritti un fenomeno di schiacciamento, fenomeno che viene contrastato dalla capacità di resistenza del materiale che costituisce le strutture. Trattandosi di pietre, come per le costruzioni megalitiche, tale resistenza è pressoché assicurata dalla durezza del materiale. L’elemento orizzontale, rispetto ai piedritti, viene sollecitato da una diversa sollecitazione, che prende il nome di flessione: ossia, dato che l’elemento è appoggiato solo agli estremi, al centro tende ad inflettersi verso il basso. L'elemento tende a configurarsi come nella sottoriportata figura. Per effetto di ciò, all’interno avremo che le fibre superiori tendono a schiacciarsi – sono quindi soggette a compressione – mentre le fibre inferiori tendono a dilatarsi – sono cioè soggette a trazione. Molti materiali possono agevolmente sopportare la compressione, ma non la trazione. Per sopportare quest’ultima sollecitazione, i materiali impiegati devono avere una forza di coesione interna notevole. Pertanto, ne consegue che l’elemento più delicato del sistema trilitico è quello orizzontale. In natura solo due materiali possono prestarsi a ciò, la pietra e il legno. Entrambi però hanno due limiti «tecnologici»: le pietre sono troppo pesanti e difficilmente possono raggiungere luci – distanza tra i due sostegni – di dimensione notevole; il legno è un materiale non sempre resistente, con problemi di durabilità, dovuta a pericoli di deperimento o incendio.
  • 6. TRILITE (gr., "tre pietre", sistema trilitico o architravato) Sistema strutturale nel quale un elemento orizzontale, l’architrave, scaricagli sforzi su elementi verticali, i piedritti. Si distingue dal sistema ad arco perché la la trave esclude ogni spinta laterale e si limita a poggiare sui sostegni. Monumento megalitico è formato schematicamente da due blocchi in pietrainftssi nel suolo a sostegno di una lastra orizzontale. Megalitico (gr., «fatto con grandi pietre»). Costruzioni composte da pochi, grandi massi di pietra. I monumenti megalitici preistorici sono datati al 4500- l000 aC. Il menhir è un masso eretto verticalmente; si ritrova isolato o raggruppato in file o cerchi. I Dolmen o Cromlech sono tombe o templi con pareti e coperture costituite da megaliti. Esemplari in tutta Europa lungo le coste mediterranee e atlantiche.
  • 7. IL SISTEMA AD ARCO Uno dei sistemi costruttivi era quello triangolare, ponendo cioè due pietre inclinate a formare un triangolo. Sistema più semplice, ma per certi versi meno adatto a formare ambienti utili a funzioni più complesse. Da ritenere tuttavia che da questo sistema si sia poi sviluppato il sistema «ad arco», che, insieme al sistema trilitico, costituirà la base di tutta la concezione architettonica antica. Tuttavia il passaggio dal sistema triangolare a quello ad arco passa attraverso le costruzioni a pseudo-arco, ove la trasmissione dei carichi avveniva in maniera analoga a quello del sistema trilitico, pur conformando degli ambienti a copertura curva. Le coperture triangolari Il sistema costruttivo triangolare è quello che ha avuto minor impieghi, tranne che nelle coperture, risultando il sistema più funzionale alla costruzione dei tetti. Un tetto si costruisce con due travi inclinate: queste, analogamente a quanto avviene negli archi, trasmettono alle murature sottostanti una spinta inclinata. Tale spinta ha un effetto destabilizzante sulle murature, ma nel caso i tetti siano costruiti in legno (la maggioranza dei casi prima dell’impiego in edilizia del ferro e del cemento armato), tale spinta può essere facilmente eliminata se le due travi sono unite alla base da un’altra trave orizzontale, che prende il nome di «catena». La struttura che così si ottiene, dalla forma triangolare, ha il nome di «capriata». Essa si compone in genere di altri elementi, sempre in legno che prendono il nome di «monaco», ed «arcarecci», mentre le travi inclinate hanno il nome di «puntoni»
  • 8. SISTEMA A PSEUDOARCO Il sistema a pseudoarco si distingue dal sistema ad arco perché i pesi degli elementi sostenuti in elevazione dal suolo scaricano sui piedritti. Come nel trilite si generano, in questo schema, solo sforzi verticali e mai spinte laterali. Tale sistema presenta due principali varianti: 1.con un unico concio modellato ad arco; 2.con vari conci in aggetto progressivo, posti l'uno sull'altro, rispetto ad ambe-due i piedritti, a copertura graduale del vano sottostante, fino alla sommità. Ugualmente, con ricorsi in aggetto successivo, sono costruite le pseudovolte e le pseudocupole. Tesoro di Atreo, Micene
  • 9. IL SISTEMA AD ARCO Nel caso del sistema ad arco la ripartizione dei pesi, ed il loro scarico a terra, avviene in maniera diversa. Gli elementi che costituiscono un arco sono detti «conci». Di questi, quello posto più in alto è detto «concio in chiave». Questo concio, per effetto del suo peso, tende a cadere in verticale. Se ciò non gli è consentito, è per il mutuo contrasto che esiste con i due conci che lo sostengono sui due lati. Pertanto il suo peso si ripartisce su questi due conci con due forze perpendicolari alla superficie di contatto. A loro volta questi due conci trasmetteranno questa forza, più quella dovuta al loro peso, ai conci seguenti. È facilmente comprensibile come, in questo modo, i conci vengono ad essere soggetti tutti alla medesima sollecitazione: ossia di compressione. Sollecitazione che può facilmente essere assorbita da quasi tutti i materiali da costruzione. Un arco, quindi, può essere costruito con mattoni o con pietre di dimensioni notevolmente più piccole di quelle impiegate nel sistema trilitico. Tuttavia, pur impiegando materiali lapidei di dimensioni ridotte, un arco può coprire luci superiori a quelle che normalmente si riesce a coprire con il sistema trilitico. Diverso è invece la sollecitazione che un arco trasmette ai suoi sostegni – siano esse pilastri, colonne, muri o altro. Nel caso del sistema trilitico la sollecitazione che l’elemento orizzontale trasmette ai piedritti è perfettamente verticale. Nel caso degli archi tale sollecitazione non è perfettamente verticale, ma è inclinata verso l’esterno dell’arco. Tale sollecitazione, detta di pressoflessione, tende non solo a comprimere la struttura, ma anche a spingerla verso l’esterno. In questo caso, si dice, infatti, che l’arco trasmette ai suoi sostegni non solo una spinta verticale ma anche una spinta orizzontale. È facilmente comprensibile che, mentre la spinta verticale è contrastata dalla resistenza del materiale, quella orizzontale, per essere contrastata deve trovare una forza uguale e contraria che le si oppone. Questa forza, nella maggior parte dei casi, risulta essere il peso stesso dei piedritti. Ossia la spinta orizzontale dell’arco è equilibrata dal peso dei sostegni verticali. Per questa ragione, gli archi necessitano di sostegni verticali di notevoli dimensioni e spessore.
  • 10. Negli edifici in muratura l'arco offre la possibilità di coprire ampi spazi senza sostegni intermedi. I conci o cunei che lo compongono sono sottoposti a compressione, in quanto i loro giunti sono orientati verso il centro di curvatura dell'arco stesso ed esercitano spinte laterali, talvolta contrastati da tiranti, sui sostegni verticali. VOLTE Le volte sono coperture di spazi o parti di coperture incurvate, in tensione reciproca tra loro o tra le imposte. In senso stretto, analogamente alle costruzioni ad arco, si dicono “volte proprie” soltanto quelle realizzate con pietre a cuneo in murature con giunti disposti in senso radiale. I l loro utilizzo esclusivo si riscontra tuttavia in poche epoche storiche. Il sistema costruttivo ad arco fu inventato dai Romani in seguito a dei tentativi già messi in atto precedentemente dagli Etruschi (l’Arco di Volterra) e grazie all’uso del mattone cotto, anch’esso di loro invenzione. Il sistema costruttivo ad arco genera le seguenti strutture: la volta a botte, la volta a crociera, la cupola, in base alla pianta dello spazio da coprire. La volta a botte, che è costituita da una successione di archi, chiude spazia pianta rettangolare; La volta a crociera, ad arco a tutto sesto e ad arco a sesto ribassato, a arco a sesto acuto, ecc., chiude spazi a pianta quadrata e rettangolare; La cupola, che è una successione di archi che ruotano su un asse, chiude spazia a pianta circolare
  • 11. CUPOLA La cupola idealmente si costituisce per rotazione di un arco sull'asse verticale e assume le denominazioni uguali o analoghe a quelle derivanti dal sesto dell'arco: sferica, emisferica, rotonda, ribassata, rialzata, archiacuta, parabolica, conica, ovoide, a spicchi, a ombrello ecc. Lo spessore tra intradosso ed estradosso di solito è variabile, se l'estradosso è visibile la cupola è estradossata, altrimenti è spesso nascosta da un prisma esterno (tiburio, coperto a tetto). Si dicono paralleli i piani che sezionano la cupola orizzontalmente, meridiani quelli che la sezionano verticalmente passando per la chiave di volta. Questa può essere sostituita da un foro (οπαιον) sormontato o meno da una lanterna con cupolino. La cupola. può essere rinforzata da catene alI'esterno come all'interno della muratura. In base alla forma planimetrica dello spazio e dei volumi, si presentano diverse possibiliíà per realizzare il raccordo col piano d'imposta della cupola: -base circolare, -base poligonale, -base quadrata: si hanno tre possibilità di piano d’imposta: 1.La base della cupola è costituita da un cerchio immaginario che circoscrive il quadrato di pianta, le porzioni di sfera che debordano lateralmente dal quadrato vanno pensate mozze. Se lo spazio della c. corrisponde a quello dell'ambiente da coprire (se cioè il cerchio di base del piano d'imposta è inscritto nel quadrato di pianta), sugli angoli si presentano "residui" che vanno colmati in maniera armonica e costruttivamente portante. 2.Gli angoli del quadrato di base vengono mozzati, e si costituisce un ottagono; le trombe che ne partono hanno forma di porzioni di cono. 3.Una cupola. a vela è tagliata orizzontalmente sugli archi, e le vele cosí costituite sono sormontate da una semi-sfera; pennacchi sono detti i triangoli sferici cosí determinati. Trombe e pennacchi trasmettono i carichi a piedritti sottostanti, che possono essere collegati da archi di volta.