From the historic background to the etruscan architecture and art, The origin according to the History.The Etruscan Temple : Common and different features compared with the greek temple . The witnesses of Vitruvio The use of Arch .How they built their necropolis , different tipes of tombs
From the historic background to the etruscan architecture and art, The origin according to the History.The Etruscan Temple : Common and different features compared with the greek temple . The witnesses of Vitruvio The use of Arch .How they built their necropolis , different tipes of tombs
3. Le città greche
Le città greche aumentando gradualmente di
dimensioni e sentendo maggiormente
l’esigenza di una migliore organizzazione degli
spazi iniziarono un restyling urbanistico.
4. L’urbanistica
Nella fondazioni di
alcune nuove
città greche Area sacra MILETO – V sec a.C.
come Mileto e
Pireo, si
poterono teatro
sperimentare e Abitato
Area
applicare le commerciale
nuove idee in
fatto di Area civile
urbanistica. Abitato
Fu l’occasione anche
per città storiche
come Atene di
rivedere in
alcune aree il
proprio assetto.
5. Una pianta più democratica
L’applicazione di nuovi principi
costruttivi più razionali fu anche
espressione del concetto stesso di
democrazia.
La caratteristiche della nuova
urbanistica greca:
1. Pianta ortogonale ( strade che si
incrociano perpendicolarmente)
2. L’uso di moduli ( simbolo
dell’uguaglianza tra i cittadini voluta
delle idee democratiche)
3. Maggiore ordine e armonia definiti
negli spazi e nel modo di vivere la
città.
4. Suddivisione delle aree in base alle
funzioni.
Città di Thura, Magnacrecia 444 a.C. - Pagina 81 . 5. Orientamento più favorevole.
6. Una pianta più democratica
Esempio di modulo e degli spazi
occupati per l’edificazione della casa.
Modulo di
un isolato
Nel caso della città di Olinto,
Le case erano affiancate le une alle altre
all’interno di un modulo di 86x35 metri.
Ogni isolato era diviso in 10 abitazioni
tutte uguali.
7. La monumentalizzazione
degli spazi comuni.
All’interno delle città si procede anche alla
monumentalizzazione degli spazi e degli edifici
contenuti negli spazi comuni come l’agorà (
centro della vita della polis e degli edifici civili) e
acropoli ( l’area dedicata al culto degli dei dove
trovavano posto i grandi templi).
L’esempio dell’agorà di Atene mostra le grandi
proporzioni degli spazi dedicati agli edifici
civile, le proporzioni monumentali della grande
piazza e dell’asse viario che collegava l’agorà con
l’acropoli.
La creazione di una tale varietà di edifici civili dimostra
che rispetto alla “vecchia” Atene dimostra che il
tempio non era più l’unico edificio attraverso il
quale una polis dimostrava la sua ricchezza e
importanza.
Tuttavia la monumentalizzazione degli edifici pubblici
civili sarà avviata dal IV secolo. Infatti perfino il
grande teatro di Dioniso ad Atene, era ancora un
edificio interamente realizzato in legno.
8. La monumentalizzazione
degli spazi comuni.
L’acropoli di Atene.
Ricostruita nel V sec. a.C. da Pericle dopo la
distruzione operata dai nemici di Atene.
Simbolo della potenza della polis , sorta sulle
fondamente della veccia acropoli viene
riedificata secondo il nuovo programma
monumentale. Tutto assume proporzioni
maggiori. Anche il tempio maggiore dedicato ad
Atena, il Partenone , risulta nella nuova versione
voluta da Pericle molto più grande del
precedente. Grande importanza viene data
anche all’entrata e alla scalinata di accesso.
10. Il tempio classico
Con la seconda metà del V sec. A.C. le nuove idee razionali avviarono ad un nuovo modo
di progettare i grandi edifici dedicati al culto degli dei. Il primo ad innaugurare lo stile
“razionale” fu il tempio di Zeus nel santuario di Olimpia nel 470.-456 a.C.
Le caratteristiche del nuovo tempio:
1. La pianta sviluppata a partire dal modulo.
2. Maggiore armonia che deriva da proporzioni geometriche perfette.
3. Rinuncia a gran parte della decorazione esterna.
11. Il tempio classico
Come venivano progettati i templi?
Tutto era diretto e controllato dagli architetti. Ogni libertà in fase di realizzazione era
esclusa. Il momento dedicato alla creatività era infatti quello iniziale, quando, tenuto
conto dello spazio e del territorio su cui doveva sorgere l’edificio, tenuto conto delle
esigenze del culto gli architetti procedevano a definire le proporzioni.
Operando, secondo precise proporzioni geometriche, prima sulla pianta:
1. Veniva definito il modulo sui cui l’edificio sarebbe sorto. Veniva definita l’altezza dello
stilobate.
2. Veniva definita la distanza e il numero delle colonne anche in rapporto al loro
diametro.
In un secondo momento gli architetti procedevano con il progetto della facciata e dei
fianchi:
Attraverso precise proporzioni e moduli ripetuti si definivano le altezze delle colonne,
delle metope, e di qualsiasi altra misura. Tutto corrispondeva a multipli e a frazioni
delle semplici unità di base. Tutto , dalla misura maggiore al più piccolo dettaglio
doveva essere in armonia e equilibrio con l’insieme. Proprio le stesse proporzioni che
i filosofi avevano individuato anche in natura.
12. Il tempio classico
le correzioni ottiche:
Il rispetto dei moduli e sottomoduli non era sufficiente perché nel tempio fossero evidenti i principi di
equilibrio e armonia tra le parti e il tutto. Infatti i greci erano ben consapevoli che nella realtà le cose non
apparivano come erano state progettate a causa dei alcuni “difetti” della vista. Era necessario correggere ed
aggiustare alcune misure per superare le illusioni dovute alla prospettiva e ad altri inganni percettivi.
La visione a distanza creava delle distorsioni e delle curvature.
Le prime correzioni ottiche furono applicate a partire del VI sec. Ne sono un esempio chiaro i templi della
Magnagrecia di Selinunte, Poseidonia e Agrigento.
Principali correzioni ottiche:
1. L’incurvatura verso l’alto correggeva l’impressione che le linee sembrassero incurvarsi verso il basso.
2. Una leggera inclinazione delle due colonne esterne della facciata correggevano l’impressione che le
colonne si allargassero all’esterno.
3. L’entasis , un rigonfiamento alla base della colonna applicata già in epoca arcaica per evitare che le
colonne al centro apparissero più sottili.
1 2 3
13. le correzioni ottiche:
- Le colonne della peristasi esterna e la trabeazione sono state leggermente inclinate
verso l’interno per correggere l’effetto visivo di sbilanciamento in avanti dell’edificio.
- Le colonne angolari hanno un diametro maggiore rispetto alle altre: poiché
completamente investite dalla luce, sarebbero sembrate più sottili delle altre.
- Lo stilobate e l’architrave sono leggermente convessi (rialzati al centro di 6 cm. sul
lato corto e di 11 su quello lungo) per correggere un errore di percezione (sarebbero
stati percepiti concavi)
14. le correzioni ottiche:
Gli architetti greci adottarono nella
costruzione dei templi, particolari
accorgimenti per risolvere le
deformazioni visive: interventi spesso
impercettibili, che avevano lo scopo di
dare forme perfette all’edificio.
Se il tempio fosse stato costruito secondo
lo schema della fig. 1, l’avremmo visto
come nella figura 3, così gli architetti
Ictino e Callicrate, hanno costruito il
Partenone apportando le deformazioni
presenti nella fig. 2 per ottenere una
visione perfetta del tempio.
15. le correzioni ottiche:
L’entasi
Un’altra correzione
viene infine apportata
al fusto stesso delle
colonne che, avvicinate
le une alle
altre, sembrerebbero
estremamente sottili e
concave. Si provvede
così a compensare
quest'illusione ottica
con un rigonfiamento
(entasi) a circa 1/3
dell’altezza della
colonna.
17. Pericle e Fidia
Pericle affidò il grandioso
progetto a Fidia (490-430
a.C.), scultore attico, che
divenne l’episkopos, cioè
l’intendente e il direttore dei
lavori.
La collaborazione tra Pericle e
Fidia ad Atene riguarda:
1. la statua di Atena Parthénos,
2. l’impianto urbanistico generale,
3. la decorazione del Partenone,
4. i Propilei,
5. la costruzione delle mura tra
Atene
La nuova acropoli “tutta di marmo” doveva diventare il cuore di
tutta la Grecia.
18. Gli interventi sull’Acropoli (da akra = parte alta della città) di Atene al
tempo di Pericle nel 449 a.C. iniziarono proprio con la
costruzione del nuovo tempio dedicato ad Atena.
Ricostruzione dell'Acropoli di Atene, Leo Von Klenze, 1846
19. D
B
C
A
A
D
individuazione
B C A) IL PARTENONE
B) I PROPILEI
C) IL TEMPIETTO DI ATENA NIKE D)
L’ERETTEO
22. Il PARTENONE
è considerato il più importante dei
templi greci. Fu iniziato nel 470-460
a.C. , su un tempio preesistente
Opera di Ictino e Callicrate,
con sovrintendenza, statue e
decorazioni, di Fidia.
Di stile dorico, periptero, octastilo.
Dedicato ad Atena Parthenos, cioè
Atena Vergine, protettrice della città.
Nella cella era conservata la grandiosa
statua crisoelefantina di Atena
Parthenos, opera di Fidia.
23. Il Partenone e il rettangolo aureo
Il Partenone è stato
progettato e costruito
secondo lo schema del
rettangolo aureo
considerato nei secoli
canone di bellezza
assoluta (cioè quello
aureo è il"rettangolo più
bello“)
Secondo lo stile dorico
più maturo tutto doveva
essere originato dalla
perfezione pur traendo
spunto e ispirazione dalla
natura.
24. IL PARTENONE
Lo stile monumentale, di cui fu progettista Fidia (architetto e
scultore), è evidente dal confronto tra la vecchia pianta esastila
dell’edificio precedente (in rosso) e quella nuova voluta da
Pericle con facciata a 8 colonne.
Il gigantismo del tempio è anche evidente dal confronto con gli
edifici della città nuova.
25. Perché fu costruito così grande?
Le caratteristiche:
1. Il tempio è in stile dorico.
2. Rispetto agli esempi precedenti (tempio di Afaia ad Egina e Zeus ad Olimpia) appariva più arioso e
slanciato benché avesse dimensioni maggiori. Infatti , rispetto al canone dorico
tradizionale il Partenone, anziché avere 6 colonne frontali (esastilo) ne aveva ben 8 e
17 sui lati lunghi. 8
3. Deambulatorio stretto per lasciare più spazio alla cella e alla sala del tesoro.
Le maggiori dimensioni della cella (naos) e dalla sala
del tesoro ( Parthenos, sala dove le vergini preparavano
gli annuali festeggiamenti alla dea) erano dovute al fatto
che il tempio doveva 17
Ospitare un immenso tesoro ed una enorme statua della dea.
26. Athena Parthènos
(Atena vergine)
All’interno del naos, preceduta da un
bacino nel quale un velo di olio
serviva a rispecchiare il simulacro e a
mantenere umide le parti in
avorio, stava la statua crisoelefantina
(dal greco chrysòs, oro e
elèphas, avorio) di Athena
Partènos, capolavoro di Fidia.
Athena Parthenos, ricostruzione grafica di
C.Praschniker, 1952
27. Nel 1982, lo scultore Alan
LeQuire ricreò per il
Parthenon a Nashville , la
statua di Athena Parthenos.
28. IL PARTENONE, quasi un tempio ionico
Una perfetta fusione di stili:
La necessità di avere grandi spazi interni portò gli architetti a trovare delle soluzioni nuove
nella progettazione di un tempio in stile dorico.
Infatti il tradizionale stile dorico venne tanto da assomigliare per proporzioni al più slanciato
e monumentale stile Ionico delle regioni orientali.
La fusione tra lo stile dorico e ionico è testimoniato da diversi elementi:
1. La presenza di colonne ioniche a sostegno del
soffitto nella sala delle vergini.
2. La presenza di una più abbondante decorazione
scultorea come nei templi ionici. Suddivisa in ben
due ordini di fregio, uno interno ionico e uno
esterno dorico e circa 50 statue nei due frontoni
(opere di Fidia)
Nel fregio dorico esterno si contano ben 92 metope.
Il fregio ionico nel deambulacro è lungo 160 metri.
30. Le sculture di Fidia
Le metope del fregio dorico Le metope del fregio dorico erano
singole sculture in
altorilievo, approssimativamente
quadrate e probabilmente col fondo
dipinto di blu.
Ogni metopa era separata dalla
successiva da una semplice decorazione
architettonica, il triglifo.
Esistevano originariamente 92
metope, 32 su ciascuno dei lati lunghi e
14 su ognuna delle due fronti.
Tutte le metope raffigurano scene di
guerra e la vittoria della ragione
sull’irrazionalità rappresentata dai
Giganti, dalle Amazzoni e dai Centauri.
31. Le sculture di Fidia
Le metope del fregio dorico pag. 92
32. Le sculture di Fidia
Le metope del fregio dorico pag. 92
33. Le sculture di Fidia
Il fregio ionico , lungo 160 metri
e alto 1, era disposto al di sopra
delle mura esterne della cella, e
non era quindi immediatamente
visibile. Si tratta di un'unica,
continua scultura in bassorilievo
e rappresenta la processione al
tempio e le gare con i cavalli che
si svolgevano in occasione delle
festività panatenaiche che si
tenevano ogni quattro anni, il
nostro 28 luglio o agosto, in
onore di Athena Poliàs
(protettrice della città)
Tutte queste sculture erano originariamente dipinte in
rosso, ocra, bruno su fondo azzurro.
35. Le sculture di Fidia
Le metope del fregio ionico pag. 93
36. La decorazione del frontone orientale
la nascita di Atena
Il carro del Sole sorge
ed illumina il corpo
nudo di Dioniso
Fidia e aiuti, Gruppo di Dioniso,
37. Partenone, frontone est, cavallo di Selene
(da notare il grande realismo ottenuto con
la cura dei particolari)
Fidia e aiuti, Gruppo di
Hestia, Dione e Afrodite,
dal frontone est del
Partenone, 435 a.C.
38. La scultura di Fidia
rappresenta il culmine
dell’arte plastica greca. Nei
frammenti delle statue a
tutto tondo giunti sino a noi
possiamo notare come
l’autore sia riuscito a dare al
marmo il palpito della vita.
Nel frammento a fianco si
nota come il chitone, la
veste tipica femminile,
avvolga molto
realisticamente il corpo
femminile aderendovi (si
parla di panneggio bagnato).
Le pieghe dell’abito creano
sottili effetti di chiaroscuro
così da dipingere le statue
solo con la luce e l’ombra
(scultura pittorica)
Fidia e aiuti, Iris, dal frontone ovest del
Partenone, 435 a.C., Londra, British Museum
40. La decorazione del frontone occidentale
la lotta di Atena contro Poseidone
J.Carrey, disegno del frontone ovest del Partenone, 1674, Parigi, Biblioteca nazionale
I cavalli impetuosi di
Athena sono tenuti a freno Raffigurava la dea Athena impegnata nella
da Hèrmes, mentre lotta, da cui uscirà vincitrice, con Poseidone,
all’evento assiste una gran dio del mare, per il possesso dell’Attica e di
folla di eroi attici. Atene.