2. L’appello, ora diventato di fatto un monito, è
sempre uno: "State a casa!". È chiaro e forte. Lo
ha pronunciato e ripetuto più volte il Presidente
del Consiglio; lo pubblicizzano più volte al
giorno, e ad intervalli ravvicinati, tutte le reti
televisive per renderci coscienti del fatto che il
momento storico che stiamo attraversando è
veramente difficile. Molti fanno fatica ad
osservare divieti e obblighi, come dimostrano le
decine di migliaia di denunce sporte nel corso
delle ultime due settimane e l’inasprimento di
restrizioni e sanzioni, ma tante altre persone
hanno scrupolosamente seguito le istruzioni
imposte dal "distanziamento sociale".
Si tratta di un concetto nuovo per la nostra
mente che, probabilmente, l’umanità non ha mai
pensato di fare suo. Nell’epoca del networking,
dello sharing e della forte abitudine
all’aggregazione sociale siamo costretti a
isolarci per fermare il nemico invisibile che sta
mettendo in crisi la società moderna.
Inizia così a delinearsi il profilo di una "
"Separation Economy" un’economia del
distanziamento che sta cambiando i
comportamenti di consumo e influenza
marcatamente la domanda dei beni e servizi che
caratterizzano la nostra quotidianità.
Tra i primi a subire l’effetto del lockdown ci
sono i locali pubblici (bar, ristoranti ecc.)
costretti a rinunciare alle fasce orarie serali,
caratteristiche di un business che ad oggi non
può avere continuità. Ma il mondo del food, in
particolare, ha deciso di reagire subito facendo
leva sulle risorse del mondo del delivery. I
clienti non vogliono rinunciare al pasto fuori
casa; i ristoratori, d’altro canto, non vogliono
perdere clienti e relazioni di fiducia instaurate e
per questo si sono organizzati, sia
indipendentemente sia con le piattaforme di
delivery, per fare consegnare a domicilio le loro
ricette. Chi ha scelto di lavorare in autonomia lo
ha fatto soprattutto per evitare maggiori
ricarichi dovuti all’utilizzo delle piattaforme
mentre chi collabora con l’online ha potuto
beneficiare dell’appoggio di FIPE e
Assodelivery che hanno stilato tutti gli standard
da rispettare per una consegna sicura. Ai clienti
potranno essere invece riconosciute delle
agevolazioni sulle consegne stesse, per favorire
e aumentare il numero di ordini e dare al
contempo maggiori possibilità agli esercizi in
difficoltà di lavorare senza incrementi
significativi dei prezzi. I rider avranno a loro
volta la possibilità di non vedere ridotti i numeri
delle loro consegne. Si delinea chiaramente un
tema di compressione di margini che se ben
gestito impatterà in maniera non troppo netta
sui flussi di cassa di esercenti e riders. Un
esempio di collaborazione tra on e off-line è
fornito The Fork che metterà a disposizione dei
ristoranti la propria piattaforma perché questi
possano ricevere ordini direttamente dai clienti
finali. Per i partner l’utilizzo della piattaforma
sarà gratuito. Da segnalare che anche il mondo
del delivery si sta adeguando alle necessità del
momento come nel caso di Offlunch. Sbarcata a
Milano per servire pasti caldi nelle aziende ha
operato una parziale riconversione per andare a
soddisfare il segmento di lavoratori in
smartworking ed aiutare chi non può stare in
coda al supermercato.
Oltre che sul cibo, chi non può varcare la porta
di casa può contare anche sul bere bene, sia per
accompagnare un pasto sia per fare un happy
hour a distanza con gli amici.
Tannico, sito di e-commerce leader nella
consegna del vino a domicilio, ha registrato a
Milano una impennata degli ordini. Enoteche e
cantine, non provviste di piattaforme, si stanno
attrezzando in modo simile facendo sentire la
loro presenza sui social.
Se si vuole, invece, bere un buon cocktail con
gli amici ci si può rivolgere a NIO. La startup
specializzata in mixology ha fatto registrare un
incremento delle vendite al cliente finale del
+150% nel corso del mese di Marzo,
probabilmente dovute anche al fenomeno di fare
un aperitivo via Skype o Zoom. Da tavola e
bancone si passa rapidamente al tappetino,
perché terza componente dello stare bene in
casa è il fitness. I negozi di articoli sportivi
hanno visto crescere le loro vendite poiché chi
non ha più potuto usufruire della palestra non ha
perso l’occasione di organizzarsi in casa con
attrezzature adatte agli spazi a disposizione.
Nel mondo dell’home fitness sono di grande
aiuto app, social e youtube. Su ogni canale è
infatti possibile trovare, gratis o a fronte di
abbonamenti ampiamente sostenibili, piani di
lavoro e suggerimenti per regimi alimentari,
tutorial di esercizi, challenge di fitness. Per i più
patiti non mancano in rete anche i suggerimenti
dei mental coach degli atleti professionisti.
La "Separation Economy", così descritta,
sembra avere per consumatori ed esercizi
commerciali tinte meno fosche di quelle attese.
La domanda che ci si pone, a questo punto, è
chi stia subendo e quanto le conseguenze di
questo scenario.
Con la chiusura totale, o quasi, dei Retailer che
non vendono beni di prima necessità, a soffrire
di più sono cosmetica, fashion. Il mercato ci
dice che stare in casa riduce gli acquisti di
make-up, profumeria abbigliamento e accessori.
Mancano infatti occasioni di incontro e
momenti di passaggio davanti alle vetrine che
stimolano bisogni latenti di acquisto.
È invece tutta la grande distribuzione che deve
fare fronte ad un richiesta molto importante
soprattutto per i prodotti di cui si può fare stock
(tipicamente derrate alimentari non facilmente
deperibili), comfort food e generi di grande
utilità casalinga.
Siamo di fronte ad un’economia che sotto sotto
non si è fermata ma che di fatto si è adattata a
gestire delle vere e proprie distorsioni di
domanda. Quando l’emergenza sarà rientrata la
vera sfida sarà ricominciare, ancora una volta.
Tutti i trend attuali potrebbero non consolidarsi
e le categorie che oggi soffrono potrebbero
trovarsi di fronte ad una crescita esponenziale
della domanda difficile da governare.
A soffrire questa contingenza siamo infine noi
cittadini, consumatori e fondamentalmente
animali sociali. Stiamo modificando i nostri stili
di vita per tutelarci e far sì che si torni alla
normalità nel più breve tempo possibile. Il 2020
lascerà un impronta forte nel nostro modo di
comportarci e riprendendo le nostre normali vite
sapremo che l’economia della distanza ci avrà
lasciato degli insegnamenti, di cui ci
ricorderemo, aiutandoci ad affrontare una
delicata fase della nostra esistenza.