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Delta Journal
Modern business overview
Travel Retail
Contesto di un business in crescita
e aspetti inconsueti
Il mondo di Delta Sales.
Delta Sales è il moderno provider di
servizi di consulenza manageriale.
La mission è consentire ai propri
partner di concentrare l’attenzione
sugli aspetti commerciali del business
riducendo al minimo l’impatto delle
attività di back-office grazie ad analisi
del fatturato ad alto livello di dettaglio
e con cadenze regolari nel tempo.
Le nostre soluzioni, le Vostre decisioni.
Delta Sales si pone l’obiettivo
di mettere i partner in
condizione di reagire
rapidamente di fronte ai
mutamenti del mercato e di
migliorare la qualità del
fatturato grazie ad una più
approfondita e nuova
conoscenza del proprio
business.
Delta Sales, la vostra consulenza su misura
Delta Journal è la nostra raccolta dedicata a
tutti I temi da noi esaminati o alle vostre
richieste.
Per segnalarci un argomento che da inserire
all’interno di Delta Journal scrivete a:
info@deltasales.it
sommario
pagina 6
pagina 12
Introduzione al
Travel Retail
Il Travel Retail che
non ti aspetti
Il supporto legale
nello sviluppo retail
pagina 26
Gluten - Free, Bio e
Salutista
pagina 38
Definizione del canale, scenario di riferimento,
modello di business, target di riferimento
ed evoluzione dei bisogni.
INTRODUZIONE AL
TRAVEL RETAIL
1. IL TRAVEL RETAIL
1.1 DEFINIZIONE
Il Travel Retail è un canale fisico di vendita al dettaglio alternativo alla classica
distribuzione DOS (direct operated stores inclusi corner e shop in shop) e Franchising che
al contempo ne rappresenta un’evoluzione poiché trasforma spazi costruiti con uno
scopo ben specifico e diverso dal commercio in punti di incontro tra molteplici
individualità con cui si crea una relazione che attribuisce ai “nonluoghi”1
un’identità più
precisa (Augè).
1.2 I NON LUOGHI E LO SCENARIO
Il Travel Retail trova collocazione all'interno degli aeroporti e delle grandi stazioni
ferroviarie. Si affiancano a tale modello di business le catene distributive autostradali
che sono però più vicine al mondo della grande distribuzione e rappresentano un punto
di congiunzione diverso, non caratterizzato da attese, tra il viaggio e l'esperienza di
shopping. Quelli appena citati si definiscono nonluoghi poiché sono caratterizzati dalla
mancanza di una precisa connotazione di identità, relazionale e storica. Nella realtà che
viviamo stanno, invece, delineandosi sempre più precisamente come luoghi speciali dove
consumatori molto informati fanno acquisti speciali per occasioni speciali.
Gli aeroporti e le stazioni rappresentano opportunità importanti per l'engagement di
nuovi potenziali clienti per la presenza di una serie di fattori chiave che si differenziano
in base alla tipologia di hub1
:
AEROPORTI
 lunghi tempi di attesa, oltre i 140 min;
 lay-out non solo dominati dai discount di tabacco e alcolici ma caratterizzati anche
dalla presenza dei brand del lusso;
 maggiore attitudine alla sperimentazione di acquisto dovuta ad un maggior
numero di viaggi internazionali;
 gifting che presenta uno scontrino medio alto;
 presenza di passeggeri provenienti da paesi emergenti sempre più propensi
all'acquisto
 percorsi di shopping delimitati che rappresentano un vantaggio
STAZIONI
 tempi di attesa relativamente brevi inferiori ai 30 min;
 prevalenza di clienti nazionali e pendolari;
 engagement del traffico in arrivo
 percorsi di shopping liberi (call to action).
1.3 EFFETTI ARCHITETTONICI
L'avvento del Travel Retail ha portato al ripensamento e ad una adeguata
ingegnerizzazione degli spazi aeroportuali e ferroviari che devono raccontare
un'esperienza di shopping che “rapire” il cliente – viaggiatore e indirizzarlo verso una
nuova dimensione di acquisto.
2. IL MODELLO DI BUSINESS
2.1 CARATTERISTICHE DEL BUSINESS MODEL DEL TRAVEL RETAIL
Il modello di business del Travel Retail presenta una inversione dei ruoli tra operatore e
azienda. Generalmente si fa riferimento ad un operatore che concede uno spazio ad
un’azienda commerciale. Nel caso preso in considerazione l’azienda diventa un
operatore che agisce all’interno degli spazi di un ente che diventa il soggetto principale.
Ciò accade perché le strutture quali aeroporti e stazioni sono state pensate con scopi
ben specifici e il Travel Retail diventa una risorsa complementare al business principale.
L’azienda “concedente” degli spazi deve essere propositiva scegliendo i brand e la
corretta merceologia che deve caratterizzare gli ambienti, favorire l’interazione tra i
brand stessi e generare fidelizzazione con adeguati piani di marketing.
3. IL CLIENTE TIPO DEL TRAVEL RETAIL
3.1 DEFINIZIONE
Il cliente tipo del Travel Retail è caratterizzato da eterogeneità. Si tratta per definizione
di un cliente viaggiatore che proviene da ogni parte del Mondo che ha visto mutare le
sue esigenze di acquisto da funzionali a esperienziali.
3.2 EVOLUZIONE
Il cliente del Travel Retail si è evoluto nel tempo per due diverse ragioni:
1. negli anni passati stazioni e aeroporti erano i luoghi dove si acquistava tutto ciò
che era stato dimenticato e non era in valigia. Per questo motivo si parlava di non
luoghi cioè ampi spazi dove, oltre ad acquisti veloci, il cliente-passeggero
trascorreva tempi anche lunghi in attesa delle coincidenze. Ora ci si trova di fronte
a veri e propri centri commerciali che presentano un'offerta molto ampia;
2. il cliente è più consapevole, ha livelli di istruzione più elevati rispetto al passato e
si è assistita ad un progressiva democratizzazione del viaggiare con l'arrivo delle
tariffe low-cost. Gli hub sono così diventati luoghi progressivamente più
accoglienti per favorire il processo di acquisto di clienti-passeggeri che spendono
in modo più ponderato il loro denaro.
3.3 TIPOLOGIE DI BISOGNI
Rispetto al passato chi acquista soddisfa due ordini di bisogno:
1. immediato: alimentari, prodotti di personal care formato viaggio, quotidiani ecc;
2. edonistico: gifting, alcolici e tabacchi, beni di lusso ecc.
Il bisogno edonistico si riscontra maggiormente durante le soste in aeroporto che sono
mediamente più lunghe e durante le quali si rilassa, pensa e coglie l'occasione per
concludere un acquisto.
In un contesto competitivo segnato dal calo dei consumi il Travel Retail ha mostrato
segnali di crescita che influenzano positivamente anche le previsioni per il futuro.
Scenari commerciali alternativi a Duty Free, Cosmesi, Tabacchi e
Spirits. Gli scali aeroportuali più importanti del Sud Italia mettono in
mostra risorse che non tutti conoscono.
IL TRAVEL RETAIL
CHE NON TI ASPETTI
1. L’OFFERTA DEI GRANDI SCALI
1.1 IL BUSINESS CHE CONOSCIAMO
I layout del segmento travel retail dei più importanti scali aeroportuali Italiani ed Europei
dedicano ampio spazio alle categorie, food e non, dette core: profumi e cosmetica,
liquori e vini, tabacchi e confectionary. Tutti questi prodotti possono essere acquistati in
regime di duty free, trasportati facilmente e stimolano l’acquisto di impulso. A tali
assortimenti si affiancano i brand “alto di gamma” che possono comunicare la loro
esistenza ad una molteplicità di persone di nazionalità, culture e costumi differenti
all’interno di uno spazio delimitato e relativamente circoscritto. L’obiettivo è quello di
raccontare una storia che i viaggiatori possano far loro attraverso l’acquisto di un bene,
per sé o da regalare.
2. GLI SCALI AEROPORTUALI DEL MERIDIONE
2.1 IL TRAFFICO DEGLI SCALI DEL SUD ITALIA
Il traffico aereo degli scali meridionali è caratterizzato da un’ampia offerta di rotte
interne a cui si sovrappongono rotte intercontinentali ed internazionali, anche
importanti, il cui numero cresce in base all’importanza dell’aeroporto. Gli arrivi e
partenze da e verso destinazioni che si trovano al di fuori dei confini nazionali sono anche
soggetti a stagionalità. In particolare l’avvicinarsi del periodo estivo ha forte impatto sui
voli intercontinentali. Molti viaggiatori italiani prediligono il periodo feriale di agosto per
raggiungere mete molto lontane così come molti visitatori provenienti da oltre oceano
preferiscono conoscere i nostri luoghi di interesse accompagnati dalla presenza di un
clima più che gradevole.
2.2 I PRINCIPALI AEROPORTI DEL SUD ITALIA
I primi 5 aeroporti del Sud Italia in base al traffico di passeggeri prodotto (al 31 dicembre
2014) sono: Catania, Napoli, Palermo, Bari e Lamezia Terme. Anche queste
realtà sono caratterizzate dalla presenza di negozi e boutique che mirano ad offrire
un’esperienza shopping sia airside che landside. A
differenza degli aeroporti più importanti l’offerta commerciale è rappresentata da molti
operatori che hanno matrice locale e regionale ma che hanno dato vita anche a brand
che hanno riconoscimento nazionale e internazionale. Sono dunque queste eccellenze
“locali” la popolazione del travel retail che non ci sia aspetta o che forse semplicemente
non si conosce così bene.
3. L’OFFERTA COMMERCIALE DEGLI AEROPORTI DEL SUD
3.1 INTRODUZIONE E METODOLOGIA DELLO STUDIO
Il presente capitolo censisce le eccellenze food e non food delle sezioni landside e airside
dei principali scali del Sud Italia. La selezione non tiene conto dell’offerta “core”, in questi
casi rappresentata da bar, edicole, tabacchi e Duty Free (dove presenti) e mette in
evidenza brand più di nicchia, meno visibili al grande pubblico di viaggiatori e a forte
caratterizzazione locale.
Gli aeroporti saranno passati in rassegna seguendo l’ordine di importanza dettato dal
numero di passeggeri in transito. A dispetto di questo fattore, non sempre al loro interno
è possibile rintracciare un’offerta travel, sia landside che airside, costruita
proporzionalmente in base ai volumi di traffico.
In queste realtà la presenza degli operatori regionali trova giusta collocazione grazie ad
una maggiore conoscenza del territorio e alla possibilità di meglio inserirsi in scenari
competitivi che presentano logiche meno aggressive rispetto a contesti maggiormente
globalizzati.
3.2 L’AEROPORTO DI CATANIA FONTANAROSSA
L’aeroporto di Catania Fontanarossa occupa la prima posiziona nella top five degli scali
del Sud Italia in base al numero di passeggeri movimentati. Al termine dell’anno 2014
sono stati 7,3 mln i movimenti di persone, transiti compresi. Tuttavia l’offerta travel sia
land che air side a vocazione regionale dell’aeroporto non è molto strutturata.
I brand presenti sono:
 I dolci di Nonna Vincenza: azienda specializzata nella produzione di dolci e liquori
della tradizione siciliana. In ogni boutique - pasticceria crea nuovamente
l’atmosfera di un’epoca passata fatta di semplicità ed eccellenza legando la
propria artigianalità all’utilizzo degli ingredienti tipici che offre la terra di Sicilia.
L’esperienza di Nonna Vincenza coinvolge più sensi di una clientela che dimostra
interesse per le antiche ricette e che non conosce le eccellenze dolciarie regionali.
Ha un network importante a Catania che però si è esteso anche nei grandi Centri
di Roma, Bologna e, recentemente, Milano.
http://www.dolcinonnavincenza.it/sito/home.php
 Sicilia’s: è un gruppo che offre l’esperienza dei sapori tipici di Sicilia, sia land che
airside, e si fa promotore del lifestyle isolano arricchendo l’offerta food con una
leisure e business, grazie a confortevoli residence, e lounge con il Cafè del Mar. La
realtà aeroportuale fonda le proprie radici su uno street food legato ai prodotti
simbolo della terra, sia dolci che salati, accompagnati da una accurata selezione
wine and spirits.
http://www.sicilias.it/home
 Giacomo Alessi Ceramiche: lavorazioni in ceramica realizzate da parte di uno dei
più noti ceramisti italiani, Giacomo Alessi. Le sue opere sono state esposte in
alcune delle più importanti rassegne artistiche d’Italia e del mondo, tra cui la
Biennale di Venezia, e in celebri musei come il MoMA di New York.
http://www.giacomoalessi.it/
3.3 L’AEROPORTO DI NAPOLI CAPODICHINO
L’aeroporto di Napoli propone un’offerta commerciale regionale abbastanza articolata
sia food che no e più strutturata nella sezione airside.
Dal lato landside si segnalano due soli brand:
 inScintille: brand di gioielleria con un design che segue i trend più attuali ad un
prezzo accessibile.
http://www.inscintille.it/
 Carthusia: brand di profumi fortemente legato alla storia di Capri e che propone
ai visitatori dello scalo un tuffo nel mondo delle tradizioni locali. Tutte le fragranze
hanno un legame indissolubile con l’Isola e nascono da uno studio appassionato e
professionale di elementi provenienti esclusivamente dalla natura caprese.
http://www.carthusia.it/
Più ricca è invece l’offerta commerciale situata al di là dei controlli all’interno della quale
è possibile trovare anche un segmento food di ottimo livello:
 Sartoria Condotti: antica sartoria che avvicina il pubblico che viaggia alla
tradizione napoletana con una selezione di capi esclusivamente maschile, classica
e sportiva, dal 1885.
http://www.condottigroup.it
 Andreano Gant Etoile: la tradizione manifatturiera napoletana passa anche
attraverso una produzione di guanti riconosciuta in tutto il mondo grazie
all’utilizzo di pelli di alta qualità. Il brand propone a coloro che lo approcciano la
coniugazione tra modernità industriale e l’alta specializzazione artigianale.
http://www.andreano.it
 Tramontano: brand che produce e commercializza borse, valigie e accessori lusso
per uomo e donna. Lo stile e la ricerca continua dell’eccellenza rendono i prodotti
Tramontano unici e richiesti in tutto il mondo. L’azienda nasce dall’antica
tradizione artigianale delle lavorazioni del cuoio e della pelle risalente al 1600. Il
marchio ha anche un forte legame con il mondo delle celebrità e possiede una
fondazione artistica. http://tramontano.it/
 Antica Pasticceria Bellavia: l’antica tradizione dolciaria siciliana che trova posto
all’interno del mondo partenopeo e che tutt’oggi delizia i palati della downtown e
della sezione airside di Capodichino. La produzione non si limita alla pasticceria
dolce ma si estende anche a quella salata con la rosticceria.
http://www.pasticceriabellavia.it
 Fattorie Garofalo: proposta di mozzarella di bufala di eccellente qualità da portare
con sé come ricordo fresco della Campania. Bufala, Treccia e Bocconcini sono i
prodotti di punta di un assortimento arricchito da burro e ricotta.
http://www.fattoriegarofalo.it
3.4 L’AEROPORTO DI PALERMO FALCONE E BORSELLINO
A fronte del volume di traffico pari a 4,6 mln di viaggiatori l’aeroporto Falcone e
Borsellino di Palermo è lo scalo che presenta la struttura di offerta locale meno
articolata. Sono solo due i brand che caratterizzano lo scalo:
 Pasticceria Palazzolo: tradizione pasticcera siciliana dal 1920 che offre la
possibilità ai viaggiatori in partenza di concedersi una pausa o di portare a casa un
dolce souvenir.
http://www.pasticceriapalazzolo.com/
 Sicilò: concept che propone prodotti tipici food and beverage della tradizione
Siciliana. Ad accogliere i visitatori un arredamento che intreccia tradizione e
modernità.
3.5 L’AEROPORTO DI BARI PALESE
L’aeroporto di Bari si caratterizza per un’offerta food supportata maggiormente
da operatori esterni mentre occupa una posizione di rilievo l’offerta lusso
landside:
 Montevago Orologi: rivenditore di orologi di alta gioielleria concentra la propria
attenzione, oltre che sul retail, anche su valutazioni e certificazioni. Mantiene un
costante rapporto con collezionisti, case d’aste e fiere nazionali ed internazionali
ed effettua ricerche personalizzate. Il target di riferimento è principalmente
composto da appassionati e collezionisti. http://www.montevagoorologi.it/
 Mossa Gioielli: antica gioielleria Barese che propone una gamma di gioielli molto
eleganti e che permettono a chi li acquista di riconoscersi in uno stile senza tempo.
Il target di riferimento è femminile e con una attenzione particolare alla novità e
all’originalità. Il gioiello vuole essere il completamento di un percorso di
arricchimento anche culturale.
http://www.mossa.com/
Menzione a parte merita invece la Libro – Caffetteria – Cioccolateria Bernardi che
porta all’interno dello scalo Pugliese l’eccellenza della maestria dolciaria legata al
cioccolato. Lo store diventa un punto di incontro dove concedersi una piacevole
pausa prima della partenza o all’arrivo in città.
http://www.bernardinet.it/
3.6 L’AEROPORTO DI LAMEZIA TERME SAN FRANCESCO DA PAOLA
L’offerta proposta all’interno della Piazzetta Commerciale dell’aeroporto di
Sant’Eufemia Lamezia presenta una sensibile complessità sia in relazione al numero
di passeggeri annui in transito, 2,4 mln, sia in relazione al mix dei brand presenti in
grado di rappresentare diverse capacità artigianali (tra le tante) della Calabria. In
termini di offerta di prodotto lo scalo è il meno polarizzato ma tale considerazione
sarà ripresa successivamente nelle conclusioni.
La sezione landside dell’aeroporto presenta diversi brand di interesse:
 Souvenir Artigianato (unbranded): souvenir realizzati con differenti materiali
e con la maestria artigianale calabrese per portare con sé o regalare un pezzo
di questa meravigliosa terra.
 G. B. Spadafora Gioielli: arte orafa di tradizione secolare che propone gioielli
che sono anche oggetti d’arte e che vogliono fare avvicinare coloro che
viaggiano alla storia della Calabria.
http://www.spadaforagioielli.it/it/
 Gerardo Sacco Gioielli: gioielleria a conduzione familiare con linee di gioielli
capaci attrarre un’ampia fascia di clientela senza però rinunciare all’attenta
ricerca stilistica abbinata ad una sapiente lavorazione artigianale.
http://www.gerardosacco.com
 La Degusteria: all’interno dello scalo calabrese è il tempio del Bergamotto
dove è possibile acquistare molti prodotti a base del tipico frutto della
provincia di Reggio Calabria. Per fluidi e liquidi sono disponibili i formati da
100ml per il bagaglio a mano.
http://www.ladegusteria.eu/
 Il Cantagalli: gelateria di fama internazionale che propone il gelato come
momento per sé, il lusso che ognuno può permettersi e deve godersi come
meglio può. Il Cantagalli è sinonimo tradizione, artigianalità e qualità.
http://www.ilcantagalli.it
 Antichi Sapori di Calabria (unbranded): selezione di prodotti tipici della
tradizione calabrese food and beverage.
 Candy & Co. Italian Sweets: un dolce sfizio, un souvenir diverso, un ricordo
particolare della Calabria. Tutto questo è Candy & Co. che offre una vasta
gamma di prodotti tra caramelle, gelèe, gummy e pasticceria.
http://www.candy.co.it/
Sezione airside:
 Lanificio Leo: è la più antica fabbrica tessile calabrese che conserva attivo un
monumentale parco macchine di fine ‘800. Coniuga le moderne esigenze
design oriented con la secolare sapienza artigianale.
http://lanificioleo.it/it/
4.1 CONCLUSIONI
Gli scali aeroportuali del Sud Italia apportano un significativo contributo ai movimenti di
viaggiatori del panorama nazionale sulle tratte interne, in transito e intercontinentali.
Nel corso degli ultimi anni, a fronte della democratizzazione e dell’avvicinamento del
settore aereo ad un pubblico sempre più vasto, si è progressivamente ampliata l’offerta
commerciale all’interno di luoghi che non sono più solo di passaggio. In aeroporto non si
attendono più soltanto il proprio volo o il momento di attraversare i controlli e lasciare
cadere le ansie che precedono la partenza. In aeroporto si trascorre del tempo, in molti
modi: si mangia, si guardano delle vetrine, si fa shopping.
Gli aeroporti del Meridione non possono essere paragonati né per volumi di traffico né
tantomeno per gli operatori commerciali presenti ai più importanti scali di Roma, Milano
ed Europei.
Si differenziano, tuttavia, anche per un minore grado di standardizzazione sia dell’offerta
commerciale, sia della personalizzazione degli spazi occupati dagli operatori.
In particolare si è visto come gli aeroporti di Sicilia concentrino la propria filosofia di
consumo sul patrimonio enogastronomico della regione mentre Bari e Napoli fanno
emergere la presenza di un’artigianalità rivolta alla creazione di oggetti preziosi che non
siano solo gioielli.
Ancora diverso è il caso di Lamezia Terme che presenta un mix di brand e prodotti più
articolato anche se molto concentrato nella sezione landside.
In tutte le realtà non si ritrova la standardizzazione degli spazi e dei percorsi di vendita
tipici degli scali più a Nord ma in taluni casi si riscontra una certa “personalizzazione”
degli slot assegnati.
Tutto questo insieme alla maggiore o minore polarizzazione delle categorie di prodotto
rende gli aeroporti del Sud Italia luoghi in un certo senso unici, dove è possibile venire a
contatto con eccellenze locali e regionali diverse e non rintracciabili altrove.
L’importanza di veicolare questo tipo di informazione ai passeggeri in arrivo, in partenza
e a tutto il pubblico non viaggiante getta le basi per:
1. la promozione di realtà artigianali di nicchia ad un pubblico sempre più vasto
attratto principalmente da altri brand
2. lo sviluppo delle aree aeroportuali come centri di commercio alternativo per le
comunità limitrofe.
Gli strumenti di promozione possono essere molteplici e vanno da piccoli magazine da
rendere disponibili in partenza (per i viaggiatori che hanno come destinazione finale
uno degli scali citati), alle classiche brochure fino ad una figura di personal shopper che
possa guidare singoli individui o gruppi all’interno dell’aeroporto verso le tipicità del
posto per poi (potenzialmente) indirizzare i futuri comportamenti di acquisto che si
adotteranno durante la permanenza nei luoghi di vacanza o di lavoro.
Tendenze di consumo,
mercati e prospettive di crescita.
GLUTEN FREE,
BIO & SALUTISTA
Tendenze di consumo
L’attuale mercato dei prodotti Gluten Free, Bio e Salutistici evidenzia la presenza di tre principali
tipologie di consumatori:
 i Celiaci, che sono costretti ad eliminare la proteina del glutine dalla loro dieta;
 i No Gluten consumers che decidono di rinunciare al consumo di cereali e loro derivati per
migliorare la propria salute o perdere peso;
 i Bio - Salutisti che ricercano il benessere con uno stile di vita più sano e una forma migliore.
In relazione al secondo e terzo cluster i nutrizionisti affermano che regimi alimentari privi di glutine
siano particolarmente poveri, per chi non ne presenta necessità, perché si rinuncia a importanti
sostanze nutritive. Inoltre, contrariamente a quello che si pensa, l’eliminazione del glutine dalla propria
dieta non comporta necessariamente una perdita di peso. I carboidrati giocano un effetto saziante e,
dal canto loro, molti prodotti senza glutine non sono ipocalorici perché trattati con additivi e possono
avere alte percentuali di grassi o zuccheri.
Oltre al Gluten Free trova quindi spazio il mercato dei prodotti Biologici e Salutistici che rappresenta
una valida alternativa di consumo per tutti coloro che vogliono apportare variazioni significative nella
loro dieta.
Sono importanti, in merito, i fenomeni di tam-tam mediatico e una ricerca Nielsen pubblicata nel 2012
mostra come sulla rete si parli soprattutto di Gluten Free e Bio.
CITAZIONI GLUTEN FREE
Nel diagramma a barre si nota come sia importante essere presenti nel mondo dei social network,
soprattutto in “contenitori” all’interno dei quali i consumatori e clienti prospect (ipotetici, futuri)
possano scambiarsi liberamente delle informazioni.
Di rilievo sono anche le citazioni riguardanti il comparto del fresco e specificamente gli yoghurt. Su
50.000 citazioni 1 su 5 è relativa al magro e 1 su 10 al probiotico.
Sviluppo dell’intolleranza al glutine
L’intolleranza al glutine o celiachia colpisce mediamente meno dell’1% della popolazione mondiale e
prevalentemente in Europa e Stati Uniti. Negli ultimi anni sono state oggetto di studio anche altre aree
di diffusione della patologia quali il Nord Africa e il Medio Oriente che presentano delle incidenze
analoghe alle aree storiche. In questi territori la diagnosi è tuttavia meno semplice per la mancanza di
strumenti moderni. Nel continente asiatico la presenza dell’intolleranza al glutine è limitata all’India e
in particolare all’interno della cosiddetta cintura celiaca, area del settentrione del Paese nella quale il
riso è stato in parte sostituito dalla coltura del grano.
L’aumento dell’incidenza del disturbo, in Italia e all’Estero, è dovuta principalmente al miglioramento
delle tecniche di diagnosi, che hanno anche portato una maggiore consapevolezza e al mutamento delle
abitudini alimentari, come le variazioni delle quantità e qualità di glutine ingerito.
In Italia si stima che il numero di soggetti intolleranti al glutine sia pari a circa 182 mila nel 2014 contro
i 64 mila del 2007.
CASI DI INTOLLERANZA AL GLUTINE IN ITALIA
Un disturbo di colore rosa
L’attenzione della ricerca si è focalizzata sulla donna poiché nelle stime di casi di intolleranza al glutine
all’interno della popolazione italiana ben due su tre riguardano il sesso femminile. Spesso i sintomi sono
atipici e diversi dai classici sintomi gastrointestinali. Si tratta di soggetti che hanno avuto qualche
difficoltà a diventare mamme, sono giovani ma hanno già qualche segno di osteoporosi o sono entrate
in menopausa troppo presto.
Il mercato del Gluten Free
Il mercato del Gluten Free presenta tassi di crescita molto importanti a partire dal 2007.
VALORE TOTALE DEL MERCATO (€/000)
Il suo sviluppo ha portato un progressivo spostamento delle vendite verso la GDO, cresciuta molto più
vs il totale mercato nel periodo 2007 – 2011. Al termine del 2013 il canale presenta un tasso di crescita
del +17% vs l’anno precedente.
VALORE MERCATO GDO (€/000)
La distribuzione del Gluten Free
Tra i principali canali distributivi le farmacie mostrano una lieve flessione. Se fino a qualche anno fa
detenevano il monopolio del prodotto, la loro forza è andata lentamente scemando complice anche
l’apertura di negozi specializzati, la cui localizzazione ad oggi è concentrata nel centro-Nord. Questo
trend sembrerebbe destinato a crescere, anche per questioni legate alla prescrivibilità del prodotto
Gluten Free poiché in Italia infatti, a differenza di ciò che accade in altri paesi, lo Stato si fa carico delle
spese legate all'acquisto di alimenti senza glutine (da parte dei pazienti certificati). Fino a poco tempo
fa la prescrizione era valida solo nelle farmacie e nei negozi specializzati, ma ora per alcune regioni
come Emilia, Veneto e Toscana e per alcuni centri in Lombardia, la GDO inizia ad entrare in questo
circuito con i negozi specializzati che risentiranno dell’attività dei grossi centri che potranno comprare
quantità maggiori abbassando i prezzi di vendita. Attualmente il consumatore è relativamente attento
al prezzo proprio per la rimborsabilità del prodotto.
Insieme alla distribuzione cresce anche il numero di aziende a prodotti Gluten Free da 280 del 2007 a
613 del 2014.
AZIENDE A PRODOTTI GLUTEN FREE
Sviluppo trend Bio
Il profilo del consumatore bio mette in risalto un soggetto che predilige un modello di consumo attento
al benessere individuale e alla sostenibilità dell’ambiente. I motivi principali che spingono ad
acquistare prodotti bio sono la ricerca di cibi più sicuri per la salute, privi di sostanze chimiche di sintesi
e pesticidi (motivazione prevalente per il 70% degli acquirenti) e di prodotti di qualità più elevata
rispetto a quelli convenzionali.
Gli stili alimentari rappresentano, inoltre, una forte discriminante: vegetariani o vegani, intolleranze
ed allergie o, in generale, la presenza disturbi che impongono grande attenzione alla dieta. L’interesse
verso cibi sicuri cresce soprattutto se in famiglia c’è un figlio in età pre-scolare.
Per quanto il segmento Bio stia diventando un modello produttivo in continua crescita nasce tuttavia
come abitudine di nicchia causa dei prezzi più elevati rispetto alla media dei prodotti classici della GDO.
Inoltre chi acquista bio fa parte, mediamente, di famiglie con un reddito mensile alto e dove il
responsabile degli acquisti ha un titolo di studio elevato ed è informato.
Il mercato del Bio
Il valore del mercato Bio è molto maggiore e non è paragonabile a quello del Gluten Free. Il giro di
affari del 2014 si è attestato a 2,6 mld€ con una crescita del +8% rispetto al 2013. Di rilievo però anche
l’accelerazione 2010 – 2013, +55%.
CRESCITA MERCATO BIO (mln/€)
Nel corso dei primi 5 mesi del 2014 i prodotti che nella GDO presentano i maggiori tassi di crescita di
consumo sono: pasta, riso e sostituti del pane (+73% vs 2013), zucchero, caffè, bevande (+37%), aceto
(+23,5%), omogeneizzati (+21%), miele (+19%), ortofrutta fresca (+11%) oltre a biscotti, dolciumi e
snack (+15%).
La pesa media pro-capite è pari a 38€ nel 2014 contro i 28€ del 2011. Queste cifre tengono conto anche
di chi ha acquistato Bio almeno e anche solo una volta durante l’anno. Diversa la dimensione dello
scontrino medio di chi si reca più volte nei punti vendita pari a circa 24€* per acquisto con una
frequenza di 10 occasioni* all’anno.
*dati 2012 per i negozi specializzati
La distribuzione del Bio
I canali distributivi sono rappresentati da:
 GDO: presso cui si acquista soprattutto per motivi di comodità e convenienza. Il consumatore
è deciso e sa già cosa vuole acquistare prima di entrare nel punto di vendita perché compra più
o meno sempre gli stessi prodotti o ha già consultato il volantino delle promozioni. Le
promozioni si confermano un fattore determinante.
 Retail Specializzato: presso cui si acquista per una maggiore ampiezza delle categorie di
prodotto, la buona scelta del reparto fresco e del non-food. La fiducia nel negoziante che fa la
scelta dei prodotti presenti in assortimento e che dispensa consigli.
I negozi specializzati bio si riforniscono in prevalenza da grossisti specializzati e da aziende o
cooperative agricole. Generalmente il criterio di scelta con cui si selezionano i fornitori è la qualità dei
prodotti, a seguire l’ampiezza della gamma di linee di prodotto, certificazioni etiche. Pochi sono
orientati dal prezzo. Gli aspetti più critici dei rapporti con i fornitori riguardano soprattutto la gestione
delle consegne e le soglie minime di ordine.
Chi si rivolge al mercato Bio non può prescindere dal canale on-line. Circa un quarto degli acquirenti si
informa sui prodotti biologici utilizzando la rete: il sito internet del produttore, la pubblicità su Internet
oppure i social network. Questo significa che è diventato necessario, per ogni realtà che si occupi di
biologico, essere presente in modo efficace sul web, avere una propria finestra dalla quale poter
dialogare con una importante fetta di clienti e di potenziali tali.
Sviluppo trend Salutistici
Il consumatore tipo dei prodotti Salutistici si pone l’obiettivo di migliorare il proprio stile di vita. Pone
maggiore attenzione al consumo di cibi più freschi e naturali, meno elaborati e meno trattati, in
porzioni ridotte rispetto a quanto faceva in passato. Tra i salutisti aspetto non secondario è la volontà
di perdere peso che nella maggioranza dei casi comporta una variazione della dieta.
Le abitudini alimentari cambiano tuttavia anche solo per ottenere un maggiore benessere personale
globale.
Per soddisfare questa particolare necessità il mercato a disposizione degli alimenti funzionali che sono
stati pensati e commercializzati per dare risposta a diverse esigenze del consumatore salutista. A
differenza del Bio i prodotti salutistici sono caratterizzati da una maggiore accessibilità soprattutto
all’interno del canale GDO che applica frequenti promozioni.
Le diverse tipologie di salutisti possono collocarsi in prossimità dei diversi segmenti di prodotti
funzionali.
Una prima classificazione può essere fatta raggruppando coloro che fanno uso di alimenti funzionali
che curano il benessere endogeno:
 INTESTINO, DIFESA, ANTICOLESTEROLO: queste tre categorie hanno in comune la presenza di
probiotici, cereali, fibre.
Coloro che non possono introdurre nella loro dieta determinati sostanze si rivolgono ad alimenti
alternativi:
 INTOLLERANZA ALIMENTARE: questa categoria raggruppa tutti gli alimenti funzionali privi di
principi attivi che provocano alterazioni, anche gravi, all’interno dell’apparato digerente.
Molti sono anche i soggetti che desiderano perdere peso:
 DIETA: alimenti funzionali magri e sostituti di pasto.
Stili di vita sportivi o particolari fasi della vita richiedono supplementi di energia e calcio:
 REINTEGRAZIONE ENERGETICA E DI CALCIO: fanno parte di questo segmento gli energy drink,
gli yoghurt e il latte arricchiti di calcio.
In generale si tratta di soggetti informati e non necessariamente con alte capacità di spesa.
Il mercato dei Prodotti Salutistici e la distribuzione
Il mercato dei prodotti salutistici è caratterizzato dalla presenza del segmento alimentare e quello
farmaceutico rappresentato dagli integratori.
MERCATO PRODOTTI SALUTISTICI (mln/€)
I dati degli ultimi 5 anni non evidenziano una espansione particolarmente ampia in entrambi i
comparti. I dati ad Aprile 2009 mostrano, anno su anno, una crescita vs il 2007 pari a +12% per
l’alimentare e +23% per il farmaceutico.
Il trend si conferma negli anni pieni (01 Gen – 31 Dic) 2011 e 2012 con l’alimentare che presenta una
variazione positiva del +5% e il farmaceutico del +6%.
Il consumatore salutista è più sensibile al prezzo rispetto all’omologo del Gluten Free e del Bio poiché
sono molti i grandi marchi che propongo i prodotti di interesse presso la GDO a prezzi concorrenziali.
All’interno dello stesso canale è possibile inoltre trovare alcuni integratori di base.
Prospettive di crescita: Gluten free, Bio e Salutista a confronto
Il mercato del Gluten Free lega le proprie prospettive di crescita all’aumento delle diagnosi di celiachia
e al cambio delle abitudini alimentari anche da parte di coloro che non sono intolleranti al glutine.
Per il Bio non si prevedono per il 2015 inversioni di tendenza nei consumi poiché tra coloro che già
acquistano il 70% afferma che non varierà il livello di spesa. I clienti che si andranno a perdere saranno
invece rimpiazzati da coloro che dichiarano di essere propensi alla sperimentazione.
Un canale alternativo di distribuzione è rappresentato dall’away from home, cioè la costruzione di una
nuova offerta mirata alla ristorazione.
Lo sviluppo del Salutistico è più legato ai consumi quotidiani di alimenti e integratori. Nonostante la
crisi e le minori spese degli italiani il segmento è destinato a crescere grazie alla maggiore sensibilità
verso il tema alimenti e salute da parte della popolazione.
Ottica legale delle strategie di espansione della rete di vendita con
particolare attenzione alla ricerca del punto vendita e alla
negoziazione del contratto
Modern business overview
IL SUPPORTO LEGALE
NELLO SVILUPPO RETAIL
1. DEFINIZIONE DI SUPPORTO LEGALE RETAIL
L’apertura di un nuovo punto vendita o l’ampliamento di una rete commerciale esistente
richiedono una focalizzazione dell’attenzione da parte dell’imprenditore o della azienda
su diversi aspetti tra cui, i più importanti:
 Il flusso atteso verso la nuova realtà commerciale
 La scelta della location che deve tenere conto anche dei costi che genererà
 Le vendite attese
 Il piano di sviluppo del business.
Fondamentale è anche il punto di vista legale, poco considerato in alcune circostanze e
che è invece alla base di un corretto sviluppo del business.
Il supporto legale rappresenta l’insieme di tutti gli strumenti, le competenze e le azioni
volte alla tutela della crescita dell’attività commerciale e che disciplinano i rapporti
contrattuali che verranno in essere con terze parti.
2. IL SUPPORTO LEGALE NELLA SCELTA DELLA LOCATION
È il primo passo da compiere al lancio del piano di apertura. La scelta della location porta
però con se dei conflitti che sorgono nel momento in cui si instaurano rapporti con
soggetti terzi immobiliari che curano la proposizione degli spazi commerciali. Tali conflitti
si riducono o addirittura annullano nel caso dei grandi gruppi aziendali che possono
operare tramite affitti inter-company o prestiti di locali già esistenti o, ancora, di
aziende/imprenditori che dispongono della proprietà di spazi di vendita interessanti.
2.1 I RAPPORTI DI MANDATO E L’ASIMMETRIA INFORMATIVA
Al venire in essere di un rapporto di mandato con intermediari, rappresentati da agenti
e commerciali immobiliari, si crea al contempo una asimmetria informativa circa il nostro
interlocutore e la location prescelta.
Innanzitutto l’interlocutore deve essere unico e deve presentare per iscritto la conferma
di avere l’esclusiva del mandato relativo alla location che si sta trattando. Questo perché
è possibile che si configuri la possibilità che un agente porti a buon fine una trattativa
pur non essendo autorizzato. L’intera regolamentazione del rapporto deve essere scritta
e nell’atto deve essere segnalato esplicitamente che non si sta conferendo un’esclusiva
territoriale a favore di un solo intermediario poiché gli spazi sono tanti così come le
opportunità di trovare quella giusta.
Deve essere inoltre stabilito chiaramente che coloro che si propongono come consulenti
hanno diritto alla fee fino solo se la trattativa ha esito positivo, vale a dire la stipula del
contratto, e solo se il loro intervento è stato effettivamente determinante.
ESEMPIO PRATICO
È possibile che si vengano ad intrattenere rapporti con intermediari non iscritti agli albi
e che pretendano pagamenti relativi alla mera segnalazione di un determinato spazio
commerciale. Immaginiamo che ad un’azienda che abbia acquisito 7 location e abbia
chiuso l’operazione con l’intermediario principale. Un secondo intermediario, con il
quale non è stato stipulato alcun contratto, presenta a sua volta una fattura da 250K€
relativa alla segnalazione degli spazi acquisiti.
La mera segnalazione ai legali rappresentanti di impresa non costituisce un impegno e
per tale ragione non è giustificata, al contempo, l’emissione della fattura.
3. LA MANIFESTAZIONE DI INTERESSI
La manifestazione di interesse inerente una location è regolata tramite una lettera di
intenti che rappresenta un atto flessibile ed elastico e regola la trattativa tra 2 o più
interlocutori. Si tratta di uno strumento precontrattuale con cui le parti disciplinano le
modalità di svolgimento di una trattativa in relazione a
1. Scopo
2. Modalità
3. Tempistiche
L’oggetto è la manifestazione reciproca alla conclusione del contratto mentre le finalità
sono relative al consolidamento del principio di buona fede nella conclusione dell’affare
(ex. Art. 1337 c.c.).
Nella lettera di intenti deve essere chiaramente indicato che le finalità stesse non sono
vincolanti anche se comportano comunque una responsabilità precontrattuale. La
manifestazione di interesse non comporta l’obbligo di stipulare un contratto o una
locazione a titolo definitivo. C’è la possibilità di recedere in ogni momento dalle trattative
entro limiti di correttezza e buona fede. Il recesso non deve essere infatti immotivato ed
inopinato.
Le conseguenze della responsabilità precontrattuale si configurano:
1. Nella presenza di una giusta causa, alla base del recesso della trattativa e in
relazione allo stato di avanzamento della stessa.
2. Nel risarcimento della controparte, quantificato nell’interesse negativo e cioè di
tutti quei costi in cui questa è incorsa e che non avrebbe sostenuto se la trattativa
si fosse conclusa.
3.1 REQUISITI LETTERA DI INTENTI
I principali requisiti relativi ad una lettera di intenti sono:
 Assenza del versamento di somme di denaro
 Espressa indicazione della natura non vincolante del patto
 Limitare al minimo l’utilizzo di contratti preliminari che obbligano a titolo
definitivo
 Evitare clausole di esclusività. Nel caso in cui dovessero essere previste devono
essere reciproche
 Prevedere una durata limitata nel tempo, della LDI, entro cui le trattative debbano
ragionevolmente concludersi e definire le fasi della contrattazione definitiva
 Prevedere degli obblighi a carico della controparte, come l’esclusiva, per il tempo
necessario a valutare l’operazione
 Condizionare la fase di contrattazione definitiva e mantenere un ambito che ci
permetta di subordinare l’obbligatorietà ad eventi che si devono necessariamente
verificare
4. CLAUSOLE PARACADUTE PER PROPOSTE PRELIMINARI
Per alcune tipologie specifiche di attività commerciali esistono delle forme contrattuali
preliminari irrevocabili che devono essere disciplinate attraverso alcune clausole di
sicurezza nell’interesse della parte che si impegna ad occupare un determinata location.
Nel dettaglio si distinguono le fattispecie di:
 CENTRO COMMERCIALE IN COSTRUZIONE per la quale devono essere previsti:
 Il termine della durata della proposta irrevocabile o un contratto
preliminare condizionato. Evitare di condizionare la stipula all’apertura.
 La facoltà di diritto di recesso e non obbligo anche in presenza di apertura
nel caso in cui le caratteristiche dello spazio non fossero quelle desiderate.
 Rimborso delle spese sostenute e delle somme versate.
 Vincolo di metratura e posizione.
 AMPLIAMENTI E SPOSTAMENTI che prevedono:
 La regolamentazione di un eventuale spostamento che deve garantire le
medesime condizioni iniziali.
 Stabilire un termine entro il quale i lavori devono avere fine.
 Prevedere la sospensione della corresponsione del canone, oltre che il
diritto di recesso, in caso di sospensione forzata dell’attività.
5. CONTRATTI TIPICI DI GESTIONE
Le gestioni tipiche dell’attività commerciale si dividono in 2 tipologie:
- DIRETTA: che si configura nel momento in cui è l’imprenditore o l’azienda stessa
ad amministrare la normale gestione del brand e del punto vendita
- INDIRETTA: l’azienda o l’imprenditore concede ad un soggetto terzo di utilizzare
il marchio per una gestione quasi indipendente del punto vendita. L’esempio
concreto sono i contratti di Franchising.
5.1 CONTRATTI DI GESTIONE DIRETTA
I principali contratti della gestione diretta sono:
A. LOCAZIONE COMMERCIALE ex L. 392/1978
B. AFFITTO DI AZIENDA O RAMO DI AZIENDA
A. La locazione commerciale prevede:
 Una durata fissa di 6 anni più 6 rinnovabili
 Rinnovo automatico salvo ipotesi di legge (art. 34 L.L.)
 Diritto di recesso del conduttore per gravi motivi e con preavviso di minimo 6 mesi
o negoziabile tra le parti
 Indennità per perdita di avviamento 18/36 mensilità (art. 34 L.L.) fatti salvi i casi
di risoluzione per inadempimento/recesso del conduttore.
ECCEZIONE ex art. 36 L.L.: la cessione/affitto dell’azienda comportano il
trasferimento anche del contratto di locazione inerente all’azienda stessa senza
necessario e previo consenso del locatore.
B. Il contratto di affitto di azienda o ramo di azienda prevede una maggiore flessibilità:
 Durata liberamente tra le parti
 Rinnovo liberamente negoziabile tra le parti
 Diritto di recesso liberamente negoziabile fra le parti
 Indennità per perdita di avviamento non prevista ex-lege
 Key Money negoziabile
Per tutti i contratti tipici della gestione diretta bisogna ricordare che la L. 133/2014
stabilisce che nei contratti di locazione ad uso diverso di quello abitativo, anche se adibiti
ad attività alberghiera, e superiori a 250K€ è facoltà delle parti stabilire termini e
condizioni a patto che non si riferiscano a locali qualificati di interesse storico.
In particolare è possibile:
 Modificare la durata legale dei contratti
 Sopprimere il diritto di recesso del conduttore anche se per gravi motivi
 Sopprimere l’indennità di avviamento in sede di stipula
 Aggiornare il canone al di fuori dei parametri ISTAT
 Impedire la cessione del contratto anche unitamente all’azienda
 Conferire al locatore un Key Money.
6. LA GESTIONE INDIRETTA: IL FRANCHISING
Il contratto di Franchising prevede il corresponsione di una commissione di affiliazione a
fronte della merce venduta per conto del Brand concedente e che il franchisee detiene
in conto deposito.
Per questa ultima e altre ragioni che verranno di seguito elencate la gestione indiretta
comporta una serie di vantaggi per chi decide di intraprendere un’attività
imprenditoriale commerciale:
 il rischio dell’invenduto non viene ribaltato sul franchisee consentendogli di
affrontare la fase di start-up con maggiore tranquillità;
 l’azienda ha l’opportunità di esplorare meglio quei mercati all’interno dei quali il
brand non è ancora pienamente affermato.
Oltre i vantaggi che tale forma contrattuale comporta è necessario un completo
inquadramento giuridico per fare fronte a rischi di agenzia e associazione in
partecipazione.
7. CLAUSOLE CHIAVE NELLA GESTIONE DIRETTA
Nei contratti classici della gestione diretta esistono una serie di clausole chiave che
disciplinano il rapporto tra le parti coinvolti nella negoziazione relativa una determinata
location commerciale.
- KEY MONEY: si tratta della somma del c.d. avviamento da versare al locatore. La
legge ne prevede il divieto di conferimento in presenza di contratti di locazione
inferiori a 250K€. In caso di inadempimenti il versamento del key-money al
locatore, alla stipula del contratto, può essere dichiarato nulla e la relativa somma
restituita alla controparte.
- RATCHET: tale clausola prevede che a partire da un determinato anno il canone
d’affitto minimo garantito sia pari alla % del canone variabile applicato negli anni
precedenti. Tipica di centri commerciali, malls e oulets, tale clausola è molto
rischiosa poiché potrebbe ancorare il locatario al pagamento di un affitto molto
alto in funzione di fatturati molto positivi nel corso degli anni precedenti.
Nell’impossibilità di poter modificare o togliere la clausola si può provare a farla
applicare al massimo una sola volta.
- OCCUPAZIONE MINIMA: nel caso dei centri commerciali si tratta della
subordinazione dell’apertura del punto vendita ad un minimo di aperture.
Possono rientrare nella condizione anche gli obblighi relative al canone e alle altre
spese.
- CO-TENANCY: subordinazione dell’apertura del punto vendita alla presenza di un
brand considerato trainante per lo sviluppo commerciale. Possono rientrare nella
condizione anche gli obblighi relative al canone e alle altre spese.
- SOSPENSIONE DEL CANONE: in caso di riduzione o interruzione dell’attività
all’interno del centro commerciale dovuta a lavori di manutenzione,
ristrutturazione o sinistri.
- AREA DI RISPETTO: obbligo, all’interno di un mall o di un centro commerciale, di
non limitare o ridurre la visibilità del punto vendita con elementi di qualsiasi tipo.
- RADIUS RESTICTION: la proprietà del mall - centro commerciale vietano l’attività
di una determinata controparte all’interno di un certo raggio di KM o aumenta il
canone in funzione alla vicinanza. Se non è possibile togliere o modificare la
clausola si deve cercare quanto meno di regolare il rapporto con i seguenti
accorgimenti:
 Applicazione solo sulle nuove aperture
 Applicazione solo per gestioni dirette (quindi no franchising)
 Applicazione solo per analoga merceologia
 Applicazione solo per stessa tipologia di punto vendita
8. IL RECESSO
La chiusura del rapporto contrattuale relativo a una location ha luogo con il recesso. Si
distinguono 4 tipi di recesso formale:
1. RISOLUZIONE CONSENSUALE DEL CONTRATTO
2. RECESSO CONVENZIONALE
3. RECESSO FORZATO
4. RECESSO VALORIZZATO
1. La risoluzione consensuale che è sempre possibile nella medesima forma del contratto
stipulato.
2. Il recesso convenzionale necessita di giuste cause o motivazioni. Può essere libero,
dunque è possibile esercitarlo in ogni momento previo preavviso, o non esercitabile
prima di un certo numero di anni (sempre previo preavviso). È possibile anche esercitarlo
rispetto a determinate soglie minime di fatturato o vincolarlo al pagamento di una
penale pre-determinata.
3. Con il recesso forzato si configura una risoluzione contrattuale per inadempimento
che può essere:
- AUTOMATICA: ai sensi dell’art. 1456 del cc. al verificarsi di determinati eventi o
immediatamente alla dichiarazione della parte avente diritto di volersi avvalere della
clausola.
- PREVIA DIFFIDA: ai sensi dell’art. 1454 cc. al verificarsi di qualsiasi inadempimento
contrattuale o trascorsi 15 giorni dalla diffida ad adempiere rimasta inevasa. È necessario
sempre esigere l’obbligo che la controparte abbia previa diffida per risolvere.
4. Il recesso valorizzato si configura con la monetizzazione dell’uscita del conduttore
mediante un Key-Money da corrispondere a quest’ultimo. Nel caso della locazione è
necessario prestare attenzione alla legge 392/1978 e alle modifiche del Decreto Sblocca
Italia.

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  • 2. Il mondo di Delta Sales. Delta Sales è il moderno provider di servizi di consulenza manageriale. La mission è consentire ai propri partner di concentrare l’attenzione sugli aspetti commerciali del business riducendo al minimo l’impatto delle attività di back-office grazie ad analisi del fatturato ad alto livello di dettaglio e con cadenze regolari nel tempo. Le nostre soluzioni, le Vostre decisioni. Delta Sales si pone l’obiettivo di mettere i partner in condizione di reagire rapidamente di fronte ai mutamenti del mercato e di migliorare la qualità del fatturato grazie ad una più approfondita e nuova conoscenza del proprio business. Delta Sales, la vostra consulenza su misura Delta Journal è la nostra raccolta dedicata a tutti I temi da noi esaminati o alle vostre richieste. Per segnalarci un argomento che da inserire all’interno di Delta Journal scrivete a: info@deltasales.it
  • 3. sommario pagina 6 pagina 12 Introduzione al Travel Retail Il Travel Retail che non ti aspetti
  • 4. Il supporto legale nello sviluppo retail pagina 26 Gluten - Free, Bio e Salutista pagina 38
  • 5. Definizione del canale, scenario di riferimento, modello di business, target di riferimento ed evoluzione dei bisogni. INTRODUZIONE AL TRAVEL RETAIL
  • 6. 1. IL TRAVEL RETAIL 1.1 DEFINIZIONE Il Travel Retail è un canale fisico di vendita al dettaglio alternativo alla classica distribuzione DOS (direct operated stores inclusi corner e shop in shop) e Franchising che al contempo ne rappresenta un’evoluzione poiché trasforma spazi costruiti con uno scopo ben specifico e diverso dal commercio in punti di incontro tra molteplici individualità con cui si crea una relazione che attribuisce ai “nonluoghi”1 un’identità più precisa (Augè). 1.2 I NON LUOGHI E LO SCENARIO Il Travel Retail trova collocazione all'interno degli aeroporti e delle grandi stazioni ferroviarie. Si affiancano a tale modello di business le catene distributive autostradali che sono però più vicine al mondo della grande distribuzione e rappresentano un punto di congiunzione diverso, non caratterizzato da attese, tra il viaggio e l'esperienza di shopping. Quelli appena citati si definiscono nonluoghi poiché sono caratterizzati dalla mancanza di una precisa connotazione di identità, relazionale e storica. Nella realtà che viviamo stanno, invece, delineandosi sempre più precisamente come luoghi speciali dove consumatori molto informati fanno acquisti speciali per occasioni speciali. Gli aeroporti e le stazioni rappresentano opportunità importanti per l'engagement di nuovi potenziali clienti per la presenza di una serie di fattori chiave che si differenziano in base alla tipologia di hub1 :
  • 7. AEROPORTI  lunghi tempi di attesa, oltre i 140 min;  lay-out non solo dominati dai discount di tabacco e alcolici ma caratterizzati anche dalla presenza dei brand del lusso;  maggiore attitudine alla sperimentazione di acquisto dovuta ad un maggior numero di viaggi internazionali;  gifting che presenta uno scontrino medio alto;  presenza di passeggeri provenienti da paesi emergenti sempre più propensi all'acquisto  percorsi di shopping delimitati che rappresentano un vantaggio STAZIONI  tempi di attesa relativamente brevi inferiori ai 30 min;  prevalenza di clienti nazionali e pendolari;  engagement del traffico in arrivo  percorsi di shopping liberi (call to action). 1.3 EFFETTI ARCHITETTONICI L'avvento del Travel Retail ha portato al ripensamento e ad una adeguata ingegnerizzazione degli spazi aeroportuali e ferroviari che devono raccontare un'esperienza di shopping che “rapire” il cliente – viaggiatore e indirizzarlo verso una nuova dimensione di acquisto.
  • 8. 2. IL MODELLO DI BUSINESS 2.1 CARATTERISTICHE DEL BUSINESS MODEL DEL TRAVEL RETAIL Il modello di business del Travel Retail presenta una inversione dei ruoli tra operatore e azienda. Generalmente si fa riferimento ad un operatore che concede uno spazio ad un’azienda commerciale. Nel caso preso in considerazione l’azienda diventa un operatore che agisce all’interno degli spazi di un ente che diventa il soggetto principale. Ciò accade perché le strutture quali aeroporti e stazioni sono state pensate con scopi ben specifici e il Travel Retail diventa una risorsa complementare al business principale. L’azienda “concedente” degli spazi deve essere propositiva scegliendo i brand e la corretta merceologia che deve caratterizzare gli ambienti, favorire l’interazione tra i brand stessi e generare fidelizzazione con adeguati piani di marketing.
  • 9. 3. IL CLIENTE TIPO DEL TRAVEL RETAIL 3.1 DEFINIZIONE Il cliente tipo del Travel Retail è caratterizzato da eterogeneità. Si tratta per definizione di un cliente viaggiatore che proviene da ogni parte del Mondo che ha visto mutare le sue esigenze di acquisto da funzionali a esperienziali. 3.2 EVOLUZIONE Il cliente del Travel Retail si è evoluto nel tempo per due diverse ragioni: 1. negli anni passati stazioni e aeroporti erano i luoghi dove si acquistava tutto ciò che era stato dimenticato e non era in valigia. Per questo motivo si parlava di non luoghi cioè ampi spazi dove, oltre ad acquisti veloci, il cliente-passeggero trascorreva tempi anche lunghi in attesa delle coincidenze. Ora ci si trova di fronte a veri e propri centri commerciali che presentano un'offerta molto ampia; 2. il cliente è più consapevole, ha livelli di istruzione più elevati rispetto al passato e si è assistita ad un progressiva democratizzazione del viaggiare con l'arrivo delle tariffe low-cost. Gli hub sono così diventati luoghi progressivamente più accoglienti per favorire il processo di acquisto di clienti-passeggeri che spendono in modo più ponderato il loro denaro.
  • 10. 3.3 TIPOLOGIE DI BISOGNI Rispetto al passato chi acquista soddisfa due ordini di bisogno: 1. immediato: alimentari, prodotti di personal care formato viaggio, quotidiani ecc; 2. edonistico: gifting, alcolici e tabacchi, beni di lusso ecc. Il bisogno edonistico si riscontra maggiormente durante le soste in aeroporto che sono mediamente più lunghe e durante le quali si rilassa, pensa e coglie l'occasione per concludere un acquisto. In un contesto competitivo segnato dal calo dei consumi il Travel Retail ha mostrato segnali di crescita che influenzano positivamente anche le previsioni per il futuro.
  • 11. Scenari commerciali alternativi a Duty Free, Cosmesi, Tabacchi e Spirits. Gli scali aeroportuali più importanti del Sud Italia mettono in mostra risorse che non tutti conoscono. IL TRAVEL RETAIL CHE NON TI ASPETTI
  • 12. 1. L’OFFERTA DEI GRANDI SCALI 1.1 IL BUSINESS CHE CONOSCIAMO I layout del segmento travel retail dei più importanti scali aeroportuali Italiani ed Europei dedicano ampio spazio alle categorie, food e non, dette core: profumi e cosmetica, liquori e vini, tabacchi e confectionary. Tutti questi prodotti possono essere acquistati in regime di duty free, trasportati facilmente e stimolano l’acquisto di impulso. A tali assortimenti si affiancano i brand “alto di gamma” che possono comunicare la loro esistenza ad una molteplicità di persone di nazionalità, culture e costumi differenti all’interno di uno spazio delimitato e relativamente circoscritto. L’obiettivo è quello di raccontare una storia che i viaggiatori possano far loro attraverso l’acquisto di un bene, per sé o da regalare.
  • 13. 2. GLI SCALI AEROPORTUALI DEL MERIDIONE 2.1 IL TRAFFICO DEGLI SCALI DEL SUD ITALIA Il traffico aereo degli scali meridionali è caratterizzato da un’ampia offerta di rotte interne a cui si sovrappongono rotte intercontinentali ed internazionali, anche importanti, il cui numero cresce in base all’importanza dell’aeroporto. Gli arrivi e partenze da e verso destinazioni che si trovano al di fuori dei confini nazionali sono anche soggetti a stagionalità. In particolare l’avvicinarsi del periodo estivo ha forte impatto sui voli intercontinentali. Molti viaggiatori italiani prediligono il periodo feriale di agosto per raggiungere mete molto lontane così come molti visitatori provenienti da oltre oceano preferiscono conoscere i nostri luoghi di interesse accompagnati dalla presenza di un clima più che gradevole. 2.2 I PRINCIPALI AEROPORTI DEL SUD ITALIA I primi 5 aeroporti del Sud Italia in base al traffico di passeggeri prodotto (al 31 dicembre 2014) sono: Catania, Napoli, Palermo, Bari e Lamezia Terme. Anche queste realtà sono caratterizzate dalla presenza di negozi e boutique che mirano ad offrire un’esperienza shopping sia airside che landside. A differenza degli aeroporti più importanti l’offerta commerciale è rappresentata da molti operatori che hanno matrice locale e regionale ma che hanno dato vita anche a brand che hanno riconoscimento nazionale e internazionale. Sono dunque queste eccellenze “locali” la popolazione del travel retail che non ci sia aspetta o che forse semplicemente non si conosce così bene.
  • 14. 3. L’OFFERTA COMMERCIALE DEGLI AEROPORTI DEL SUD 3.1 INTRODUZIONE E METODOLOGIA DELLO STUDIO Il presente capitolo censisce le eccellenze food e non food delle sezioni landside e airside dei principali scali del Sud Italia. La selezione non tiene conto dell’offerta “core”, in questi casi rappresentata da bar, edicole, tabacchi e Duty Free (dove presenti) e mette in evidenza brand più di nicchia, meno visibili al grande pubblico di viaggiatori e a forte caratterizzazione locale. Gli aeroporti saranno passati in rassegna seguendo l’ordine di importanza dettato dal numero di passeggeri in transito. A dispetto di questo fattore, non sempre al loro interno è possibile rintracciare un’offerta travel, sia landside che airside, costruita proporzionalmente in base ai volumi di traffico. In queste realtà la presenza degli operatori regionali trova giusta collocazione grazie ad una maggiore conoscenza del territorio e alla possibilità di meglio inserirsi in scenari competitivi che presentano logiche meno aggressive rispetto a contesti maggiormente globalizzati.
  • 15. 3.2 L’AEROPORTO DI CATANIA FONTANAROSSA L’aeroporto di Catania Fontanarossa occupa la prima posiziona nella top five degli scali del Sud Italia in base al numero di passeggeri movimentati. Al termine dell’anno 2014 sono stati 7,3 mln i movimenti di persone, transiti compresi. Tuttavia l’offerta travel sia land che air side a vocazione regionale dell’aeroporto non è molto strutturata. I brand presenti sono:  I dolci di Nonna Vincenza: azienda specializzata nella produzione di dolci e liquori della tradizione siciliana. In ogni boutique - pasticceria crea nuovamente l’atmosfera di un’epoca passata fatta di semplicità ed eccellenza legando la propria artigianalità all’utilizzo degli ingredienti tipici che offre la terra di Sicilia. L’esperienza di Nonna Vincenza coinvolge più sensi di una clientela che dimostra interesse per le antiche ricette e che non conosce le eccellenze dolciarie regionali. Ha un network importante a Catania che però si è esteso anche nei grandi Centri di Roma, Bologna e, recentemente, Milano. http://www.dolcinonnavincenza.it/sito/home.php  Sicilia’s: è un gruppo che offre l’esperienza dei sapori tipici di Sicilia, sia land che airside, e si fa promotore del lifestyle isolano arricchendo l’offerta food con una leisure e business, grazie a confortevoli residence, e lounge con il Cafè del Mar. La realtà aeroportuale fonda le proprie radici su uno street food legato ai prodotti simbolo della terra, sia dolci che salati, accompagnati da una accurata selezione wine and spirits. http://www.sicilias.it/home
  • 16.  Giacomo Alessi Ceramiche: lavorazioni in ceramica realizzate da parte di uno dei più noti ceramisti italiani, Giacomo Alessi. Le sue opere sono state esposte in alcune delle più importanti rassegne artistiche d’Italia e del mondo, tra cui la Biennale di Venezia, e in celebri musei come il MoMA di New York. http://www.giacomoalessi.it/
  • 17. 3.3 L’AEROPORTO DI NAPOLI CAPODICHINO L’aeroporto di Napoli propone un’offerta commerciale regionale abbastanza articolata sia food che no e più strutturata nella sezione airside. Dal lato landside si segnalano due soli brand:  inScintille: brand di gioielleria con un design che segue i trend più attuali ad un prezzo accessibile. http://www.inscintille.it/  Carthusia: brand di profumi fortemente legato alla storia di Capri e che propone ai visitatori dello scalo un tuffo nel mondo delle tradizioni locali. Tutte le fragranze hanno un legame indissolubile con l’Isola e nascono da uno studio appassionato e professionale di elementi provenienti esclusivamente dalla natura caprese. http://www.carthusia.it/ Più ricca è invece l’offerta commerciale situata al di là dei controlli all’interno della quale è possibile trovare anche un segmento food di ottimo livello:  Sartoria Condotti: antica sartoria che avvicina il pubblico che viaggia alla tradizione napoletana con una selezione di capi esclusivamente maschile, classica e sportiva, dal 1885. http://www.condottigroup.it  Andreano Gant Etoile: la tradizione manifatturiera napoletana passa anche attraverso una produzione di guanti riconosciuta in tutto il mondo grazie all’utilizzo di pelli di alta qualità. Il brand propone a coloro che lo approcciano la coniugazione tra modernità industriale e l’alta specializzazione artigianale. http://www.andreano.it
  • 18.  Tramontano: brand che produce e commercializza borse, valigie e accessori lusso per uomo e donna. Lo stile e la ricerca continua dell’eccellenza rendono i prodotti Tramontano unici e richiesti in tutto il mondo. L’azienda nasce dall’antica tradizione artigianale delle lavorazioni del cuoio e della pelle risalente al 1600. Il marchio ha anche un forte legame con il mondo delle celebrità e possiede una fondazione artistica. http://tramontano.it/  Antica Pasticceria Bellavia: l’antica tradizione dolciaria siciliana che trova posto all’interno del mondo partenopeo e che tutt’oggi delizia i palati della downtown e della sezione airside di Capodichino. La produzione non si limita alla pasticceria dolce ma si estende anche a quella salata con la rosticceria. http://www.pasticceriabellavia.it  Fattorie Garofalo: proposta di mozzarella di bufala di eccellente qualità da portare con sé come ricordo fresco della Campania. Bufala, Treccia e Bocconcini sono i prodotti di punta di un assortimento arricchito da burro e ricotta. http://www.fattoriegarofalo.it
  • 19. 3.4 L’AEROPORTO DI PALERMO FALCONE E BORSELLINO A fronte del volume di traffico pari a 4,6 mln di viaggiatori l’aeroporto Falcone e Borsellino di Palermo è lo scalo che presenta la struttura di offerta locale meno articolata. Sono solo due i brand che caratterizzano lo scalo:  Pasticceria Palazzolo: tradizione pasticcera siciliana dal 1920 che offre la possibilità ai viaggiatori in partenza di concedersi una pausa o di portare a casa un dolce souvenir. http://www.pasticceriapalazzolo.com/  Sicilò: concept che propone prodotti tipici food and beverage della tradizione Siciliana. Ad accogliere i visitatori un arredamento che intreccia tradizione e modernità.
  • 20. 3.5 L’AEROPORTO DI BARI PALESE L’aeroporto di Bari si caratterizza per un’offerta food supportata maggiormente da operatori esterni mentre occupa una posizione di rilievo l’offerta lusso landside:  Montevago Orologi: rivenditore di orologi di alta gioielleria concentra la propria attenzione, oltre che sul retail, anche su valutazioni e certificazioni. Mantiene un costante rapporto con collezionisti, case d’aste e fiere nazionali ed internazionali ed effettua ricerche personalizzate. Il target di riferimento è principalmente composto da appassionati e collezionisti. http://www.montevagoorologi.it/  Mossa Gioielli: antica gioielleria Barese che propone una gamma di gioielli molto eleganti e che permettono a chi li acquista di riconoscersi in uno stile senza tempo. Il target di riferimento è femminile e con una attenzione particolare alla novità e all’originalità. Il gioiello vuole essere il completamento di un percorso di arricchimento anche culturale. http://www.mossa.com/ Menzione a parte merita invece la Libro – Caffetteria – Cioccolateria Bernardi che porta all’interno dello scalo Pugliese l’eccellenza della maestria dolciaria legata al cioccolato. Lo store diventa un punto di incontro dove concedersi una piacevole pausa prima della partenza o all’arrivo in città. http://www.bernardinet.it/
  • 21. 3.6 L’AEROPORTO DI LAMEZIA TERME SAN FRANCESCO DA PAOLA L’offerta proposta all’interno della Piazzetta Commerciale dell’aeroporto di Sant’Eufemia Lamezia presenta una sensibile complessità sia in relazione al numero di passeggeri annui in transito, 2,4 mln, sia in relazione al mix dei brand presenti in grado di rappresentare diverse capacità artigianali (tra le tante) della Calabria. In termini di offerta di prodotto lo scalo è il meno polarizzato ma tale considerazione sarà ripresa successivamente nelle conclusioni. La sezione landside dell’aeroporto presenta diversi brand di interesse:  Souvenir Artigianato (unbranded): souvenir realizzati con differenti materiali e con la maestria artigianale calabrese per portare con sé o regalare un pezzo di questa meravigliosa terra.  G. B. Spadafora Gioielli: arte orafa di tradizione secolare che propone gioielli che sono anche oggetti d’arte e che vogliono fare avvicinare coloro che viaggiano alla storia della Calabria. http://www.spadaforagioielli.it/it/  Gerardo Sacco Gioielli: gioielleria a conduzione familiare con linee di gioielli capaci attrarre un’ampia fascia di clientela senza però rinunciare all’attenta ricerca stilistica abbinata ad una sapiente lavorazione artigianale. http://www.gerardosacco.com  La Degusteria: all’interno dello scalo calabrese è il tempio del Bergamotto dove è possibile acquistare molti prodotti a base del tipico frutto della provincia di Reggio Calabria. Per fluidi e liquidi sono disponibili i formati da 100ml per il bagaglio a mano. http://www.ladegusteria.eu/
  • 22.  Il Cantagalli: gelateria di fama internazionale che propone il gelato come momento per sé, il lusso che ognuno può permettersi e deve godersi come meglio può. Il Cantagalli è sinonimo tradizione, artigianalità e qualità. http://www.ilcantagalli.it  Antichi Sapori di Calabria (unbranded): selezione di prodotti tipici della tradizione calabrese food and beverage.  Candy & Co. Italian Sweets: un dolce sfizio, un souvenir diverso, un ricordo particolare della Calabria. Tutto questo è Candy & Co. che offre una vasta gamma di prodotti tra caramelle, gelèe, gummy e pasticceria. http://www.candy.co.it/ Sezione airside:  Lanificio Leo: è la più antica fabbrica tessile calabrese che conserva attivo un monumentale parco macchine di fine ‘800. Coniuga le moderne esigenze design oriented con la secolare sapienza artigianale. http://lanificioleo.it/it/
  • 23. 4.1 CONCLUSIONI Gli scali aeroportuali del Sud Italia apportano un significativo contributo ai movimenti di viaggiatori del panorama nazionale sulle tratte interne, in transito e intercontinentali. Nel corso degli ultimi anni, a fronte della democratizzazione e dell’avvicinamento del settore aereo ad un pubblico sempre più vasto, si è progressivamente ampliata l’offerta commerciale all’interno di luoghi che non sono più solo di passaggio. In aeroporto non si attendono più soltanto il proprio volo o il momento di attraversare i controlli e lasciare cadere le ansie che precedono la partenza. In aeroporto si trascorre del tempo, in molti modi: si mangia, si guardano delle vetrine, si fa shopping. Gli aeroporti del Meridione non possono essere paragonati né per volumi di traffico né tantomeno per gli operatori commerciali presenti ai più importanti scali di Roma, Milano ed Europei. Si differenziano, tuttavia, anche per un minore grado di standardizzazione sia dell’offerta commerciale, sia della personalizzazione degli spazi occupati dagli operatori. In particolare si è visto come gli aeroporti di Sicilia concentrino la propria filosofia di consumo sul patrimonio enogastronomico della regione mentre Bari e Napoli fanno emergere la presenza di un’artigianalità rivolta alla creazione di oggetti preziosi che non siano solo gioielli. Ancora diverso è il caso di Lamezia Terme che presenta un mix di brand e prodotti più articolato anche se molto concentrato nella sezione landside. In tutte le realtà non si ritrova la standardizzazione degli spazi e dei percorsi di vendita tipici degli scali più a Nord ma in taluni casi si riscontra una certa “personalizzazione” degli slot assegnati.
  • 24. Tutto questo insieme alla maggiore o minore polarizzazione delle categorie di prodotto rende gli aeroporti del Sud Italia luoghi in un certo senso unici, dove è possibile venire a contatto con eccellenze locali e regionali diverse e non rintracciabili altrove. L’importanza di veicolare questo tipo di informazione ai passeggeri in arrivo, in partenza e a tutto il pubblico non viaggiante getta le basi per: 1. la promozione di realtà artigianali di nicchia ad un pubblico sempre più vasto attratto principalmente da altri brand 2. lo sviluppo delle aree aeroportuali come centri di commercio alternativo per le comunità limitrofe. Gli strumenti di promozione possono essere molteplici e vanno da piccoli magazine da rendere disponibili in partenza (per i viaggiatori che hanno come destinazione finale uno degli scali citati), alle classiche brochure fino ad una figura di personal shopper che possa guidare singoli individui o gruppi all’interno dell’aeroporto verso le tipicità del posto per poi (potenzialmente) indirizzare i futuri comportamenti di acquisto che si adotteranno durante la permanenza nei luoghi di vacanza o di lavoro.
  • 25. Tendenze di consumo, mercati e prospettive di crescita. GLUTEN FREE, BIO & SALUTISTA
  • 26. Tendenze di consumo L’attuale mercato dei prodotti Gluten Free, Bio e Salutistici evidenzia la presenza di tre principali tipologie di consumatori:  i Celiaci, che sono costretti ad eliminare la proteina del glutine dalla loro dieta;  i No Gluten consumers che decidono di rinunciare al consumo di cereali e loro derivati per migliorare la propria salute o perdere peso;  i Bio - Salutisti che ricercano il benessere con uno stile di vita più sano e una forma migliore. In relazione al secondo e terzo cluster i nutrizionisti affermano che regimi alimentari privi di glutine siano particolarmente poveri, per chi non ne presenta necessità, perché si rinuncia a importanti sostanze nutritive. Inoltre, contrariamente a quello che si pensa, l’eliminazione del glutine dalla propria dieta non comporta necessariamente una perdita di peso. I carboidrati giocano un effetto saziante e, dal canto loro, molti prodotti senza glutine non sono ipocalorici perché trattati con additivi e possono avere alte percentuali di grassi o zuccheri. Oltre al Gluten Free trova quindi spazio il mercato dei prodotti Biologici e Salutistici che rappresenta una valida alternativa di consumo per tutti coloro che vogliono apportare variazioni significative nella loro dieta. Sono importanti, in merito, i fenomeni di tam-tam mediatico e una ricerca Nielsen pubblicata nel 2012 mostra come sulla rete si parli soprattutto di Gluten Free e Bio. CITAZIONI GLUTEN FREE
  • 27. Nel diagramma a barre si nota come sia importante essere presenti nel mondo dei social network, soprattutto in “contenitori” all’interno dei quali i consumatori e clienti prospect (ipotetici, futuri) possano scambiarsi liberamente delle informazioni. Di rilievo sono anche le citazioni riguardanti il comparto del fresco e specificamente gli yoghurt. Su 50.000 citazioni 1 su 5 è relativa al magro e 1 su 10 al probiotico.
  • 28. Sviluppo dell’intolleranza al glutine L’intolleranza al glutine o celiachia colpisce mediamente meno dell’1% della popolazione mondiale e prevalentemente in Europa e Stati Uniti. Negli ultimi anni sono state oggetto di studio anche altre aree di diffusione della patologia quali il Nord Africa e il Medio Oriente che presentano delle incidenze analoghe alle aree storiche. In questi territori la diagnosi è tuttavia meno semplice per la mancanza di strumenti moderni. Nel continente asiatico la presenza dell’intolleranza al glutine è limitata all’India e in particolare all’interno della cosiddetta cintura celiaca, area del settentrione del Paese nella quale il riso è stato in parte sostituito dalla coltura del grano. L’aumento dell’incidenza del disturbo, in Italia e all’Estero, è dovuta principalmente al miglioramento delle tecniche di diagnosi, che hanno anche portato una maggiore consapevolezza e al mutamento delle abitudini alimentari, come le variazioni delle quantità e qualità di glutine ingerito. In Italia si stima che il numero di soggetti intolleranti al glutine sia pari a circa 182 mila nel 2014 contro i 64 mila del 2007. CASI DI INTOLLERANZA AL GLUTINE IN ITALIA
  • 29. Un disturbo di colore rosa L’attenzione della ricerca si è focalizzata sulla donna poiché nelle stime di casi di intolleranza al glutine all’interno della popolazione italiana ben due su tre riguardano il sesso femminile. Spesso i sintomi sono atipici e diversi dai classici sintomi gastrointestinali. Si tratta di soggetti che hanno avuto qualche difficoltà a diventare mamme, sono giovani ma hanno già qualche segno di osteoporosi o sono entrate in menopausa troppo presto.
  • 30. Il mercato del Gluten Free Il mercato del Gluten Free presenta tassi di crescita molto importanti a partire dal 2007. VALORE TOTALE DEL MERCATO (€/000) Il suo sviluppo ha portato un progressivo spostamento delle vendite verso la GDO, cresciuta molto più vs il totale mercato nel periodo 2007 – 2011. Al termine del 2013 il canale presenta un tasso di crescita del +17% vs l’anno precedente. VALORE MERCATO GDO (€/000)
  • 31. La distribuzione del Gluten Free Tra i principali canali distributivi le farmacie mostrano una lieve flessione. Se fino a qualche anno fa detenevano il monopolio del prodotto, la loro forza è andata lentamente scemando complice anche l’apertura di negozi specializzati, la cui localizzazione ad oggi è concentrata nel centro-Nord. Questo trend sembrerebbe destinato a crescere, anche per questioni legate alla prescrivibilità del prodotto Gluten Free poiché in Italia infatti, a differenza di ciò che accade in altri paesi, lo Stato si fa carico delle spese legate all'acquisto di alimenti senza glutine (da parte dei pazienti certificati). Fino a poco tempo fa la prescrizione era valida solo nelle farmacie e nei negozi specializzati, ma ora per alcune regioni come Emilia, Veneto e Toscana e per alcuni centri in Lombardia, la GDO inizia ad entrare in questo circuito con i negozi specializzati che risentiranno dell’attività dei grossi centri che potranno comprare quantità maggiori abbassando i prezzi di vendita. Attualmente il consumatore è relativamente attento al prezzo proprio per la rimborsabilità del prodotto. Insieme alla distribuzione cresce anche il numero di aziende a prodotti Gluten Free da 280 del 2007 a 613 del 2014. AZIENDE A PRODOTTI GLUTEN FREE
  • 32. Sviluppo trend Bio Il profilo del consumatore bio mette in risalto un soggetto che predilige un modello di consumo attento al benessere individuale e alla sostenibilità dell’ambiente. I motivi principali che spingono ad acquistare prodotti bio sono la ricerca di cibi più sicuri per la salute, privi di sostanze chimiche di sintesi e pesticidi (motivazione prevalente per il 70% degli acquirenti) e di prodotti di qualità più elevata rispetto a quelli convenzionali. Gli stili alimentari rappresentano, inoltre, una forte discriminante: vegetariani o vegani, intolleranze ed allergie o, in generale, la presenza disturbi che impongono grande attenzione alla dieta. L’interesse verso cibi sicuri cresce soprattutto se in famiglia c’è un figlio in età pre-scolare. Per quanto il segmento Bio stia diventando un modello produttivo in continua crescita nasce tuttavia come abitudine di nicchia causa dei prezzi più elevati rispetto alla media dei prodotti classici della GDO. Inoltre chi acquista bio fa parte, mediamente, di famiglie con un reddito mensile alto e dove il responsabile degli acquisti ha un titolo di studio elevato ed è informato.
  • 33. Il mercato del Bio Il valore del mercato Bio è molto maggiore e non è paragonabile a quello del Gluten Free. Il giro di affari del 2014 si è attestato a 2,6 mld€ con una crescita del +8% rispetto al 2013. Di rilievo però anche l’accelerazione 2010 – 2013, +55%. CRESCITA MERCATO BIO (mln/€) Nel corso dei primi 5 mesi del 2014 i prodotti che nella GDO presentano i maggiori tassi di crescita di consumo sono: pasta, riso e sostituti del pane (+73% vs 2013), zucchero, caffè, bevande (+37%), aceto (+23,5%), omogeneizzati (+21%), miele (+19%), ortofrutta fresca (+11%) oltre a biscotti, dolciumi e snack (+15%). La pesa media pro-capite è pari a 38€ nel 2014 contro i 28€ del 2011. Queste cifre tengono conto anche di chi ha acquistato Bio almeno e anche solo una volta durante l’anno. Diversa la dimensione dello scontrino medio di chi si reca più volte nei punti vendita pari a circa 24€* per acquisto con una frequenza di 10 occasioni* all’anno. *dati 2012 per i negozi specializzati
  • 34. La distribuzione del Bio I canali distributivi sono rappresentati da:  GDO: presso cui si acquista soprattutto per motivi di comodità e convenienza. Il consumatore è deciso e sa già cosa vuole acquistare prima di entrare nel punto di vendita perché compra più o meno sempre gli stessi prodotti o ha già consultato il volantino delle promozioni. Le promozioni si confermano un fattore determinante.  Retail Specializzato: presso cui si acquista per una maggiore ampiezza delle categorie di prodotto, la buona scelta del reparto fresco e del non-food. La fiducia nel negoziante che fa la scelta dei prodotti presenti in assortimento e che dispensa consigli. I negozi specializzati bio si riforniscono in prevalenza da grossisti specializzati e da aziende o cooperative agricole. Generalmente il criterio di scelta con cui si selezionano i fornitori è la qualità dei prodotti, a seguire l’ampiezza della gamma di linee di prodotto, certificazioni etiche. Pochi sono orientati dal prezzo. Gli aspetti più critici dei rapporti con i fornitori riguardano soprattutto la gestione delle consegne e le soglie minime di ordine. Chi si rivolge al mercato Bio non può prescindere dal canale on-line. Circa un quarto degli acquirenti si informa sui prodotti biologici utilizzando la rete: il sito internet del produttore, la pubblicità su Internet oppure i social network. Questo significa che è diventato necessario, per ogni realtà che si occupi di biologico, essere presente in modo efficace sul web, avere una propria finestra dalla quale poter dialogare con una importante fetta di clienti e di potenziali tali.
  • 35. Sviluppo trend Salutistici Il consumatore tipo dei prodotti Salutistici si pone l’obiettivo di migliorare il proprio stile di vita. Pone maggiore attenzione al consumo di cibi più freschi e naturali, meno elaborati e meno trattati, in porzioni ridotte rispetto a quanto faceva in passato. Tra i salutisti aspetto non secondario è la volontà di perdere peso che nella maggioranza dei casi comporta una variazione della dieta. Le abitudini alimentari cambiano tuttavia anche solo per ottenere un maggiore benessere personale globale. Per soddisfare questa particolare necessità il mercato a disposizione degli alimenti funzionali che sono stati pensati e commercializzati per dare risposta a diverse esigenze del consumatore salutista. A differenza del Bio i prodotti salutistici sono caratterizzati da una maggiore accessibilità soprattutto all’interno del canale GDO che applica frequenti promozioni. Le diverse tipologie di salutisti possono collocarsi in prossimità dei diversi segmenti di prodotti funzionali. Una prima classificazione può essere fatta raggruppando coloro che fanno uso di alimenti funzionali che curano il benessere endogeno:  INTESTINO, DIFESA, ANTICOLESTEROLO: queste tre categorie hanno in comune la presenza di probiotici, cereali, fibre. Coloro che non possono introdurre nella loro dieta determinati sostanze si rivolgono ad alimenti alternativi:  INTOLLERANZA ALIMENTARE: questa categoria raggruppa tutti gli alimenti funzionali privi di principi attivi che provocano alterazioni, anche gravi, all’interno dell’apparato digerente. Molti sono anche i soggetti che desiderano perdere peso:  DIETA: alimenti funzionali magri e sostituti di pasto. Stili di vita sportivi o particolari fasi della vita richiedono supplementi di energia e calcio:  REINTEGRAZIONE ENERGETICA E DI CALCIO: fanno parte di questo segmento gli energy drink, gli yoghurt e il latte arricchiti di calcio. In generale si tratta di soggetti informati e non necessariamente con alte capacità di spesa.
  • 36. Il mercato dei Prodotti Salutistici e la distribuzione Il mercato dei prodotti salutistici è caratterizzato dalla presenza del segmento alimentare e quello farmaceutico rappresentato dagli integratori. MERCATO PRODOTTI SALUTISTICI (mln/€) I dati degli ultimi 5 anni non evidenziano una espansione particolarmente ampia in entrambi i comparti. I dati ad Aprile 2009 mostrano, anno su anno, una crescita vs il 2007 pari a +12% per l’alimentare e +23% per il farmaceutico. Il trend si conferma negli anni pieni (01 Gen – 31 Dic) 2011 e 2012 con l’alimentare che presenta una variazione positiva del +5% e il farmaceutico del +6%. Il consumatore salutista è più sensibile al prezzo rispetto all’omologo del Gluten Free e del Bio poiché sono molti i grandi marchi che propongo i prodotti di interesse presso la GDO a prezzi concorrenziali. All’interno dello stesso canale è possibile inoltre trovare alcuni integratori di base.
  • 37. Prospettive di crescita: Gluten free, Bio e Salutista a confronto Il mercato del Gluten Free lega le proprie prospettive di crescita all’aumento delle diagnosi di celiachia e al cambio delle abitudini alimentari anche da parte di coloro che non sono intolleranti al glutine. Per il Bio non si prevedono per il 2015 inversioni di tendenza nei consumi poiché tra coloro che già acquistano il 70% afferma che non varierà il livello di spesa. I clienti che si andranno a perdere saranno invece rimpiazzati da coloro che dichiarano di essere propensi alla sperimentazione. Un canale alternativo di distribuzione è rappresentato dall’away from home, cioè la costruzione di una nuova offerta mirata alla ristorazione. Lo sviluppo del Salutistico è più legato ai consumi quotidiani di alimenti e integratori. Nonostante la crisi e le minori spese degli italiani il segmento è destinato a crescere grazie alla maggiore sensibilità verso il tema alimenti e salute da parte della popolazione.
  • 38. Ottica legale delle strategie di espansione della rete di vendita con particolare attenzione alla ricerca del punto vendita e alla negoziazione del contratto Modern business overview IL SUPPORTO LEGALE NELLO SVILUPPO RETAIL
  • 39. 1. DEFINIZIONE DI SUPPORTO LEGALE RETAIL L’apertura di un nuovo punto vendita o l’ampliamento di una rete commerciale esistente richiedono una focalizzazione dell’attenzione da parte dell’imprenditore o della azienda su diversi aspetti tra cui, i più importanti:  Il flusso atteso verso la nuova realtà commerciale  La scelta della location che deve tenere conto anche dei costi che genererà  Le vendite attese  Il piano di sviluppo del business. Fondamentale è anche il punto di vista legale, poco considerato in alcune circostanze e che è invece alla base di un corretto sviluppo del business. Il supporto legale rappresenta l’insieme di tutti gli strumenti, le competenze e le azioni volte alla tutela della crescita dell’attività commerciale e che disciplinano i rapporti contrattuali che verranno in essere con terze parti.
  • 40. 2. IL SUPPORTO LEGALE NELLA SCELTA DELLA LOCATION È il primo passo da compiere al lancio del piano di apertura. La scelta della location porta però con se dei conflitti che sorgono nel momento in cui si instaurano rapporti con soggetti terzi immobiliari che curano la proposizione degli spazi commerciali. Tali conflitti si riducono o addirittura annullano nel caso dei grandi gruppi aziendali che possono operare tramite affitti inter-company o prestiti di locali già esistenti o, ancora, di aziende/imprenditori che dispongono della proprietà di spazi di vendita interessanti. 2.1 I RAPPORTI DI MANDATO E L’ASIMMETRIA INFORMATIVA Al venire in essere di un rapporto di mandato con intermediari, rappresentati da agenti e commerciali immobiliari, si crea al contempo una asimmetria informativa circa il nostro interlocutore e la location prescelta. Innanzitutto l’interlocutore deve essere unico e deve presentare per iscritto la conferma di avere l’esclusiva del mandato relativo alla location che si sta trattando. Questo perché è possibile che si configuri la possibilità che un agente porti a buon fine una trattativa pur non essendo autorizzato. L’intera regolamentazione del rapporto deve essere scritta e nell’atto deve essere segnalato esplicitamente che non si sta conferendo un’esclusiva territoriale a favore di un solo intermediario poiché gli spazi sono tanti così come le opportunità di trovare quella giusta. Deve essere inoltre stabilito chiaramente che coloro che si propongono come consulenti hanno diritto alla fee fino solo se la trattativa ha esito positivo, vale a dire la stipula del contratto, e solo se il loro intervento è stato effettivamente determinante.
  • 41. ESEMPIO PRATICO È possibile che si vengano ad intrattenere rapporti con intermediari non iscritti agli albi e che pretendano pagamenti relativi alla mera segnalazione di un determinato spazio commerciale. Immaginiamo che ad un’azienda che abbia acquisito 7 location e abbia chiuso l’operazione con l’intermediario principale. Un secondo intermediario, con il quale non è stato stipulato alcun contratto, presenta a sua volta una fattura da 250K€ relativa alla segnalazione degli spazi acquisiti. La mera segnalazione ai legali rappresentanti di impresa non costituisce un impegno e per tale ragione non è giustificata, al contempo, l’emissione della fattura.
  • 42. 3. LA MANIFESTAZIONE DI INTERESSI La manifestazione di interesse inerente una location è regolata tramite una lettera di intenti che rappresenta un atto flessibile ed elastico e regola la trattativa tra 2 o più interlocutori. Si tratta di uno strumento precontrattuale con cui le parti disciplinano le modalità di svolgimento di una trattativa in relazione a 1. Scopo 2. Modalità 3. Tempistiche L’oggetto è la manifestazione reciproca alla conclusione del contratto mentre le finalità sono relative al consolidamento del principio di buona fede nella conclusione dell’affare (ex. Art. 1337 c.c.). Nella lettera di intenti deve essere chiaramente indicato che le finalità stesse non sono vincolanti anche se comportano comunque una responsabilità precontrattuale. La manifestazione di interesse non comporta l’obbligo di stipulare un contratto o una locazione a titolo definitivo. C’è la possibilità di recedere in ogni momento dalle trattative entro limiti di correttezza e buona fede. Il recesso non deve essere infatti immotivato ed inopinato. Le conseguenze della responsabilità precontrattuale si configurano: 1. Nella presenza di una giusta causa, alla base del recesso della trattativa e in relazione allo stato di avanzamento della stessa. 2. Nel risarcimento della controparte, quantificato nell’interesse negativo e cioè di tutti quei costi in cui questa è incorsa e che non avrebbe sostenuto se la trattativa si fosse conclusa.
  • 43. 3.1 REQUISITI LETTERA DI INTENTI I principali requisiti relativi ad una lettera di intenti sono:  Assenza del versamento di somme di denaro  Espressa indicazione della natura non vincolante del patto  Limitare al minimo l’utilizzo di contratti preliminari che obbligano a titolo definitivo  Evitare clausole di esclusività. Nel caso in cui dovessero essere previste devono essere reciproche  Prevedere una durata limitata nel tempo, della LDI, entro cui le trattative debbano ragionevolmente concludersi e definire le fasi della contrattazione definitiva  Prevedere degli obblighi a carico della controparte, come l’esclusiva, per il tempo necessario a valutare l’operazione  Condizionare la fase di contrattazione definitiva e mantenere un ambito che ci permetta di subordinare l’obbligatorietà ad eventi che si devono necessariamente verificare
  • 44. 4. CLAUSOLE PARACADUTE PER PROPOSTE PRELIMINARI Per alcune tipologie specifiche di attività commerciali esistono delle forme contrattuali preliminari irrevocabili che devono essere disciplinate attraverso alcune clausole di sicurezza nell’interesse della parte che si impegna ad occupare un determinata location. Nel dettaglio si distinguono le fattispecie di:  CENTRO COMMERCIALE IN COSTRUZIONE per la quale devono essere previsti:  Il termine della durata della proposta irrevocabile o un contratto preliminare condizionato. Evitare di condizionare la stipula all’apertura.  La facoltà di diritto di recesso e non obbligo anche in presenza di apertura nel caso in cui le caratteristiche dello spazio non fossero quelle desiderate.  Rimborso delle spese sostenute e delle somme versate.  Vincolo di metratura e posizione.  AMPLIAMENTI E SPOSTAMENTI che prevedono:  La regolamentazione di un eventuale spostamento che deve garantire le medesime condizioni iniziali.  Stabilire un termine entro il quale i lavori devono avere fine.  Prevedere la sospensione della corresponsione del canone, oltre che il diritto di recesso, in caso di sospensione forzata dell’attività.
  • 45. 5. CONTRATTI TIPICI DI GESTIONE Le gestioni tipiche dell’attività commerciale si dividono in 2 tipologie: - DIRETTA: che si configura nel momento in cui è l’imprenditore o l’azienda stessa ad amministrare la normale gestione del brand e del punto vendita - INDIRETTA: l’azienda o l’imprenditore concede ad un soggetto terzo di utilizzare il marchio per una gestione quasi indipendente del punto vendita. L’esempio concreto sono i contratti di Franchising. 5.1 CONTRATTI DI GESTIONE DIRETTA I principali contratti della gestione diretta sono: A. LOCAZIONE COMMERCIALE ex L. 392/1978 B. AFFITTO DI AZIENDA O RAMO DI AZIENDA A. La locazione commerciale prevede:  Una durata fissa di 6 anni più 6 rinnovabili  Rinnovo automatico salvo ipotesi di legge (art. 34 L.L.)  Diritto di recesso del conduttore per gravi motivi e con preavviso di minimo 6 mesi o negoziabile tra le parti  Indennità per perdita di avviamento 18/36 mensilità (art. 34 L.L.) fatti salvi i casi di risoluzione per inadempimento/recesso del conduttore. ECCEZIONE ex art. 36 L.L.: la cessione/affitto dell’azienda comportano il trasferimento anche del contratto di locazione inerente all’azienda stessa senza necessario e previo consenso del locatore.
  • 46. B. Il contratto di affitto di azienda o ramo di azienda prevede una maggiore flessibilità:  Durata liberamente tra le parti  Rinnovo liberamente negoziabile tra le parti  Diritto di recesso liberamente negoziabile fra le parti  Indennità per perdita di avviamento non prevista ex-lege  Key Money negoziabile Per tutti i contratti tipici della gestione diretta bisogna ricordare che la L. 133/2014 stabilisce che nei contratti di locazione ad uso diverso di quello abitativo, anche se adibiti ad attività alberghiera, e superiori a 250K€ è facoltà delle parti stabilire termini e condizioni a patto che non si riferiscano a locali qualificati di interesse storico. In particolare è possibile:  Modificare la durata legale dei contratti  Sopprimere il diritto di recesso del conduttore anche se per gravi motivi  Sopprimere l’indennità di avviamento in sede di stipula  Aggiornare il canone al di fuori dei parametri ISTAT  Impedire la cessione del contratto anche unitamente all’azienda  Conferire al locatore un Key Money.
  • 47. 6. LA GESTIONE INDIRETTA: IL FRANCHISING Il contratto di Franchising prevede il corresponsione di una commissione di affiliazione a fronte della merce venduta per conto del Brand concedente e che il franchisee detiene in conto deposito. Per questa ultima e altre ragioni che verranno di seguito elencate la gestione indiretta comporta una serie di vantaggi per chi decide di intraprendere un’attività imprenditoriale commerciale:  il rischio dell’invenduto non viene ribaltato sul franchisee consentendogli di affrontare la fase di start-up con maggiore tranquillità;  l’azienda ha l’opportunità di esplorare meglio quei mercati all’interno dei quali il brand non è ancora pienamente affermato. Oltre i vantaggi che tale forma contrattuale comporta è necessario un completo inquadramento giuridico per fare fronte a rischi di agenzia e associazione in partecipazione.
  • 48. 7. CLAUSOLE CHIAVE NELLA GESTIONE DIRETTA Nei contratti classici della gestione diretta esistono una serie di clausole chiave che disciplinano il rapporto tra le parti coinvolti nella negoziazione relativa una determinata location commerciale. - KEY MONEY: si tratta della somma del c.d. avviamento da versare al locatore. La legge ne prevede il divieto di conferimento in presenza di contratti di locazione inferiori a 250K€. In caso di inadempimenti il versamento del key-money al locatore, alla stipula del contratto, può essere dichiarato nulla e la relativa somma restituita alla controparte. - RATCHET: tale clausola prevede che a partire da un determinato anno il canone d’affitto minimo garantito sia pari alla % del canone variabile applicato negli anni precedenti. Tipica di centri commerciali, malls e oulets, tale clausola è molto rischiosa poiché potrebbe ancorare il locatario al pagamento di un affitto molto alto in funzione di fatturati molto positivi nel corso degli anni precedenti. Nell’impossibilità di poter modificare o togliere la clausola si può provare a farla applicare al massimo una sola volta. - OCCUPAZIONE MINIMA: nel caso dei centri commerciali si tratta della subordinazione dell’apertura del punto vendita ad un minimo di aperture. Possono rientrare nella condizione anche gli obblighi relative al canone e alle altre spese. - CO-TENANCY: subordinazione dell’apertura del punto vendita alla presenza di un brand considerato trainante per lo sviluppo commerciale. Possono rientrare nella condizione anche gli obblighi relative al canone e alle altre spese.
  • 49. - SOSPENSIONE DEL CANONE: in caso di riduzione o interruzione dell’attività all’interno del centro commerciale dovuta a lavori di manutenzione, ristrutturazione o sinistri. - AREA DI RISPETTO: obbligo, all’interno di un mall o di un centro commerciale, di non limitare o ridurre la visibilità del punto vendita con elementi di qualsiasi tipo. - RADIUS RESTICTION: la proprietà del mall - centro commerciale vietano l’attività di una determinata controparte all’interno di un certo raggio di KM o aumenta il canone in funzione alla vicinanza. Se non è possibile togliere o modificare la clausola si deve cercare quanto meno di regolare il rapporto con i seguenti accorgimenti:  Applicazione solo sulle nuove aperture  Applicazione solo per gestioni dirette (quindi no franchising)  Applicazione solo per analoga merceologia  Applicazione solo per stessa tipologia di punto vendita
  • 50. 8. IL RECESSO La chiusura del rapporto contrattuale relativo a una location ha luogo con il recesso. Si distinguono 4 tipi di recesso formale: 1. RISOLUZIONE CONSENSUALE DEL CONTRATTO 2. RECESSO CONVENZIONALE 3. RECESSO FORZATO 4. RECESSO VALORIZZATO 1. La risoluzione consensuale che è sempre possibile nella medesima forma del contratto stipulato. 2. Il recesso convenzionale necessita di giuste cause o motivazioni. Può essere libero, dunque è possibile esercitarlo in ogni momento previo preavviso, o non esercitabile prima di un certo numero di anni (sempre previo preavviso). È possibile anche esercitarlo rispetto a determinate soglie minime di fatturato o vincolarlo al pagamento di una penale pre-determinata. 3. Con il recesso forzato si configura una risoluzione contrattuale per inadempimento che può essere: - AUTOMATICA: ai sensi dell’art. 1456 del cc. al verificarsi di determinati eventi o immediatamente alla dichiarazione della parte avente diritto di volersi avvalere della clausola. - PREVIA DIFFIDA: ai sensi dell’art. 1454 cc. al verificarsi di qualsiasi inadempimento contrattuale o trascorsi 15 giorni dalla diffida ad adempiere rimasta inevasa. È necessario sempre esigere l’obbligo che la controparte abbia previa diffida per risolvere.
  • 51. 4. Il recesso valorizzato si configura con la monetizzazione dell’uscita del conduttore mediante un Key-Money da corrispondere a quest’ultimo. Nel caso della locazione è necessario prestare attenzione alla legge 392/1978 e alle modifiche del Decreto Sblocca Italia.