Investimenti, consigli
davvero disinteressati? Questa
norma di trasparenza elimina alla radice
il conflitto di interessi tra gli intermediari
che vendono i prodotti e i risparmiatori
che pensano di ricevere un consiglio
disinteressato. La sua applicazione anche
Italia sarebbe la panacea per distinguere
in maniera chiara e trasparente
chi, come i consulenti finanziari
indipendenti, fa pura consulenza ed è
pagato per questo servizio solo dallo
stesso cliente da chi propone i prodotti
del proprio campionario e viene pagato
per questa attività di collocamento.La settimana scorsa ho partecipato al
Salone del Risparmio di Milano ed assistendo
ad una delle conferenze con i
rappresentanti di alcune delle società di
gestione del risparmio italiane sono rimasto
sorpreso da alcune affermazioni che, al
di là delle dichiarazioni d’intenti, segnalano
la distanza tra gli interessi delle stesse e i
risparmiatori. La prima è che le società di
gestione dovrebbero seguire “la moda”
confezionando il prodotto che investe nel
settore di volta in volta sulla cresta dell’onda.
Intendiamoci non c’è nulla di sbagliato
nel proporre nuovi strumenti, ma
assecondare gli investitori che seguono il
gregge e si lanciano nell’asset di moda
significa abdicare a quel ruolo di consulenza
che le reti di distribuzione finanziarie
dicono di voler svolgere. Un buon consulente
dovrebbe guidare il cliente verso
una scelta razionale e consapevole sia
delle opportunità che dei rischi dell’investimento.
Certo è più facile assecondarne
le richieste o addirittura rafforzarne i convincimenti
magnificando i rendimenti passati
dell’investimento di moda (come avvenuto
con le azioni tecnologiche a inizio
millennio o il settore immobiliare e bancario
prima dello scoppio della crisi), ma non è
nell’interesse del cliente. La seconda affermazione
è relativa alla scarsa importanza del costo degli strumenti di risparmio
gestito. Questa tesi, sostenuta
dall’esponente di una delle società che
ha i prodotti tra i più costosi sulmercato,
suona un po’ come la storia dell’oste
che magnifica le qualità del suo vino.
Infatti se il costo sostenuto dai sottoscrittori
dei fondi comuni è gravato,
oltre che dalle commissioni di gestione,
anche da commissioni di performance
esorbitanti applicate in virtù del confronto
con indici del mercato monetario,
ormai prossimi a zero, non si fa propriamente
l’interesse del cliente. La terza
riguarda la regolamentazione e addita
come dannosa la Rdr ossia la nuova
normativa introdotta in Inghilterra
che ha sancito il divieto, da parte di chi
vuoleerogareconsulenzafinanziaria, di
ricevere qualsiasi forma di incentivo dai
gestori dei prodotti collocati. Questa
norma di trasparenza elimina alla radice
il conflitto di interessi tra gli intermediari
che vendono i prodotti e i risparmiatori
che pensano di ricevere un consiglio
disinteressato. La sua applicazione anche
Italia s
1. BergamoSette - Venerdì 26 Aprile 2013 4RUBRICHE
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Rubrica mensileDALLA PARTE DELLE DONNE
Adolescenza
e responsabilità
*Psicologa clinica, esperta in te-
rapie cognitivo-comportamentali
brevi e percorsi di “Counseling
Psicologico”. Contatti: alessan-
dra.bettinelli@yahoo.it,
tel. 328.30.61.530.
Da più parti mi è stato chiesto di scrivere
ancora sugli adolescenti, invito che ac-
colgo volentieri. Da circa duecento anni i
genitori si lamentano del fatto che i ragazzi
di tredici, quattordici e quindici anni non
riflettono sulle conseguenza delle loro a-
zioni. La spiegazione più comune a questo
comportamentoècheiragazzisiribellano.
Le recenti scoperte in campo neurologico,
tuttavia, lasciano supporre che questo tipo
di reazione non abbia niente a che vedere
con la ribellione. Si tratta piuttosto del fatto
a quest’età la parte di cervello che si oc-
cupa delle conseguenze dell’agire è fuori
servizio. Gli adolescenti non sono proprio
in grado di valutarle, le connessioni interne
al cervello necessarie a tale scopo non
funzionano. Si tratta, quindi, di un fatto
biologico che, in quanto tale, non va inteso
in senso personale. Ciò non toglie, co-
munque, che essi non vogliano nemmeno
ascoltarci quando tentiamo di fornire loro
spiegazioni e, di conseguenza, che noi
genitori siamo costretti a sopportare in
questa fase un enorme quantità di paure e
preoccupazioni e di rabbia. Questo è e-
sattamente il conflitto nel quale tutti ci
troviamo:ilvicolociecocreatodaidifferenti
punti di vista. Quelle che il genitore si
immagina come potenziali conseguenze,
all’adolescente risultano inconcepibili per-
Rubrica mensileS.O.S. RISPARMIATORE
Investimenti, consigli
davvero disinteressati?
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indipendente. Per informazioni
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essere inviate via mail
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La settimana scorsa ho partecipato al
Salone del Risparmio di Milano ed as-
sistendo ad una delle conferenze con i
rappresentanti di alcune delle società di
gestione del risparmio italiane sono rima-
sto sorpreso da alcune affermazioni che, al
di là delle dichiarazioni d’intenti, segnalano
la distanza tra gli interessi delle stesse e i
risparmiatori. La prima è che le società di
gestione dovrebbero seguire “la moda”
confezionando il prodotto che investe nel
settore di volta in volta sulla cresta del-
l’onda. Intendiamoci non c’è nulla di sba-
gliato nel proporre nuovi strumenti, ma
assecondare gli investitori che seguono il
gregge e si lanciano nell’asset di moda
significa abdicare a quel ruolo di consu-
lenza che le reti di distribuzione finanziarie
dicono di voler svolgere. Un buon con-
sulente dovrebbe guidare il cliente verso
una scelta razionale e consapevole sia
delle opportunità che dei rischi dell’inve-
stimento. Certo è più facile assecondarne
le richieste o addirittura rafforzarne i con-
vincimenti magnificando i rendimenti pas-
sati dell’investimento di moda (come av-
venuto con le azioni tecnologiche a inizio
millenniooilsettoreimmobiliareebancario
prima dello scoppio della crisi), ma non è
nell’interesse del cliente. La seconda af-
fermazione è relativa alla scarsa impor-
Alessandra Bettinelli Michele Colosio
ché lui non le vede proprio. Parliamo
continuamente due lingue diverse.
Questo discorso non significa che al-
lorapossiamobuttarelaspugnaperché
non c’è più niente da fare. Però sapere
che il comportamento dei nostri figli è
determinato anche da dei limiti neu-
ropsicologici aiuta. Accanto a questo
un lavoro sulle nostre modalità comu-
nicative, sull’ottica con la quale leg-
giamo in nostri figli, sulla coerenza e
sulla gestione delle regole può aiutarci
molto. Dobbiamo anche fare il conto
con le nostre aspettativa. Con i figli che
crescono vorremmo tanto costruire un
rapporto diverso da quello che la mag-
gior parte di noi ha avuto con i rispettivi
genitori.Cosaciserveperriuscirvi,qual
è la cosa giusta da fare? Purtroppo non
esiste la soluzione perfetta. Però pos-
siamo fare una scelta e chiederci cosa
vogliamo. E a questo punto possiamo
provare a prendere quella direzione.
Possiamo anche chiederci: voglio a-
mare i miei figli o voglio essere amato
da loro? Tante volte non è possibile
avereleduecosecontemporaneamen-
te. Un ultimo consiglio: questa sera
mettetevi comodi per una mezz’oretta,
osservate i vostri figli e godeteveli, ab-
bandonando qualsiasi ambizione di
perfezione. Su cosa focalizzate l’at-
tenzione? Vi concentrate sugli aspetti
meravigliosi o su ciò che ancora man-
ca, che non è tutto apposto?
tanza del costo degli strumenti di ri-
sparmio gestito. Questa tesi, sostenuta
dall’esponente di una delle società che
haiprodottitraipiùcostosisulmercato,
suona un po’ come la storia dell’oste
che magnifica le qualità del suo vino.
Infatti se il costo sostenuto dai sot-
toscrittori dei fondi comuni è gravato,
oltre che dalle commissioni di gestione,
anche da commissioni di performance
esorbitanti applicate in virtù del con-
fronto con indici del mercato monetario,
ormai prossimi a zero, non si fa pro-
priamente l’interesse del cliente. La ter-
za riguarda la regolamentazione e ad-
dita come dannosa la Rdr ossia la nuo-
va normativa introdotta in Inghilterra
che ha sancito il divieto, da parte di chi
vuoleerogareconsulenzafinanziaria,di
ricevere qualsiasi forma di incentivo dai
gestori dei prodotti collocati. Questa
normaditrasparenzaeliminaallaradice
il conflitto di interessi tra gli intermediari
che vendono i prodotti e i risparmiatori
che pensano di ricevere un consiglio
disinteressato. La sua applicazione an-
che Italia sarebbe la panacea per di-
stinguere in maniera chiara e traspa-
rente chi, come i consulenti finanziari
indipendenti, fa pura consulenza ed è
pagato per questo servizio solo dallo
stesso cliente da chi propone i prodotti
del proprio campionario e viene pagato
per questa attività di collocamento.