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Diritto all’oblio digitale

 «…il futuro sarà incapace di perdonare
   perché non può più dimenticare…»



                            Dott. Marco Giacomello
                             Milano, 04 aprile 2013
Dott. Marco Giacomello
              Associate ‘Studio Legale MPSLAW’, Bologna
PhD Student in ‘Diritto e Nuove Tecnologie’, CIRSFID Alma Mater Bologna
           Cultore della materia, Università Statale di Milano

  Contatti: www.marcogiacomello.com - info@marcogiacomello.com
INTERMEZZO: la dichiarazione di indipendenza
              del Ciberspazio

“Dichiarazione di Indipendenza del Ciberspazio” di J.P.
                    Barlow, 1996.
INTERMEZZO: la dichiarazione di indipendenza
               del Ciberspazio


Internet voleva essere una zona libera, la legge doveva
rimanere fuori..si diceva che se il Governo non l’avesse
regolamentata avrebbe funzionato meglio.
INTERMEZZO: la dichiarazione di indipendenza
               del Ciberspazio

        «[G]overni del mondo industriale, voi stanchi giganti di
uomini e acciaio, io vengo dal Ciberspazio, la nuova dimora della
mente. In nome del futuro, chiedo a voi del passato di lasciarmi
in pace. Non siete benvenuti tra noi. Non avete alcuna sovranità
sui luoghi in cui ci ritroviamo».
INTERMEZZO: la dichiarazione di indipendenza
               del Ciberspazio

       «Non abbiamo alcun governo eletto, né siamo propensi
ad averne uno, pertanto mi rivolgo a voi senza maggiore
autorità di quella con cui la libertà stessa sempre si esprime. Io
dichiaro che lo spazio sociale globale che stiamo edificando sia
naturalmente indipendente dalla tirannide che voi cercate di
imporci. Non avete alcun diritto morale di governarci né
possedete alcun metodo di imposizione di cui dovremmo avere
reale motivo di temere»
INTERMEZZO: come funziona internet?
AGLI ALBORI: la damnatio memoriae

• Damnatio memoriae è una locuzione in lingua
  latina che significa letteralmente condanna della
  memoria;
• Nel diritto romano indicava una pena consistente nella
  cancellazione della memoria di una persona e nella
  distruzione di qualsiasi traccia potesse tramandarla ai
  posteri;
• Si trattava di una pena particolarmente aspra riservata
  agli hostes, ossia ai nemici di Roma e del Senato.
AGLI ALBORI: la damnatio memoriae




Caracalla dispone la damnatio memoriae del fratello Geta dal tondo severiano.
INIZIAMO
DIRITTO ALL’OBLIO?

Il diritto all’oblio si può definire come:
        «il diritto del soggetto a veder dimenticata,
cancellata o aggiornata, una notizia che lo riguarda (e
che sia entrata nella sfera della conoscibilità pubblica in
maniera lecita) e che, per il decorso del tempo, manchi
d’attualità dell’interesse alla sua conoscenza».

                                            Fonte: F.P. Micozzi
DIRITTO ALL’OBLIO?



  NON parliamo di diritto all’oblio per tutte quelle
notizie che, storicamente, NON sono mai state vere.
DIRITTO ALL’OBLIO: COSA DICONO I GIUDICI?

      CASSAZIONE CIVILE, N. 3679 - 9 APRILE 1998
«Viene in considerazione un nuovo profilo del diritto di
riservatezza recentemente definito anche come diritto all’oblio
inteso come giusto interesse di ogni persona a non restare
indeterminatamente esposta ai danni ulteriori che arreca al suo
onore e alla sua reputazione la reiterata pubblicazione di una
notizia in passato legittimamente divulgata».
DIRITTO ALL’OBLIO: COSA DICONO I GIUDICI?
            CASSAZIONE CIVILE, N. 5525/2012
«…il diritto all’oblio salvaguarda la proiezione sociale
dell’identità personale, l’esigenza del soggetto di essere tutelato
dalla divulgazione di informazioni (potenzialmente) lesive in
ragione della perdita (stante il lasso di tempo intercorso
dall’accadimento del fatto che costituisce l’oggetto) di attualità
delle stesse, sicché il relativo trattamento viene a risultare non
più giustificato ed anzi suscettibile di ostacolare il soggetto
nell’esplicazione e nel godimento della propria personalità ».
DELETE: IL DIRITTO ALL’OBLIO
               NELL’ERA DIGITALE
L’avvento delle nuove tecnologie digitali ha provocato
la rottura dell’equilibrio millenario che ha
costantemente fatto sì che



  dimenticare fosse la norma, ricordare l’eccezione!
Dimenticare è facile?

• L’oblio è inscritto nei meccanismi biologici della
  nostra specie;
• Il nostro cervello DEVE continuamente selezionare
  quali informazioni registrare e quali cancellare;
• L’umanità si è sempre impegnata a migliorare la
  propria capacità di ricordare;
• Ricordare è sempre stato molto costoso e difficile.
Arrivano le tecnologie digitali

• In pochi decenni muta totalmente un trend
  millenario;
• Deraglia così il percorso evolutivo della memoria
  umana;
• Grazie ai computer è ora possibile moltiplicare a
  costo zero immagini, video, suoni, testi – senza
  perdere la minima qualità rispetto all’originale.
Un’unica macchina tuttofare

• L’informazione digitale viene prodotta, condivisa e
  distribuita dai milioni di pc interconnessi attraverso
  internet;
• Rete internet che forma un’unica macchina
  planetaria;
• Copie immediate, diffusione immediata, nessun
  confine.
Memoria sociale

• Memoria sociale condivisa, accessibile a livello
  universale;
• Accessibilità tecnica;
• Accessibilità economica.
Oggi è tutto sovvertito

• Ricordare è diventato la norma, dimenticare
  l’eccezione;
• Individui, istituzioni, imprese ricordano tutto



  registrando le informazioni su vari supporti digitali.
I costi del tramonto dell’oblio?

• Costo psicologico: perdita di orientamento
  temporale dei soggetti;
• Costo privacy: perdita di controllo dei
  cittadini/consumatori sulle informazioni che li
  riguardano;
• Costo sociale: effetti dei costi privacy sui rapporti di
  potere economici e politici.
Ricordare tutto aiuta a vivere o rendi passivi?

Il cervello limita le informazioni da ricordare per
sopravvivere – e per farci vivere in maniera attiva.
•Caso letterario: Jorge Luis Borges, Funes o della
memoria.
Troppa memoria annienta

Nel racconto si narra la storia, ambientata in Uruguay a
fine Ottocento, di un giovane, Ireneo Funes, la cui
condanna è quella di avere una prodigiosa memoria
che gli permette di cogliere ogni dettaglio di tutto ciò
che lo circonda.
Se da un lato Funes riesce a ricordare ogni cosa con
estrema facilità, dall’altro non è in grado di formulare
idee generali, la sua memoria registra solo particolari e
non concetti compiuti. Questa condizione lo conduce,
infine, all’isolamento e all’incomunicabilità



  il protagonista vive in uno stato di totale passività,
  eternamente immerso in un flusso mnemonico che
            annienta ogni possibile azione.
Caso clinico
Una giovane donna della California, a causa di un
rarissimo problema neurologico, ricorda ogni singolo
particolare della sua vita




è sommersa dai ricordi, vive nel passato e non riesce a
 gestire le situazioni del tempo reale, rendendole poi
    impossibile immaginare e pensare al futuro.
La memoria digitale porterà a questi effetti?



• NO, finché saremo in grado di decidere quanto e
  quando connetterci alla rete;
• Vengono alla mente immagini dei film di fantascienza
  con i cervelli umani collegati direttamente alla rete.
•   L'unità è specializzata nella risoluzione di casi e di crimini in
    relazione all'informatica e alla tecnologia;
•   gran parte degli uomini sono collegati alla rete, a cui
    possono accedere non soltanto mediante terminali fisici, ma
    soprattutto attraverso impianti situati nel loro stesso
    cervello;
•   i cyber-cervelli per l'appunto permettono non solo di
    connettersi al Web, ma anche di utilizzare la propria
    memoria con la stessa elasticità di quella di un computer,
    cancellando eventi, sovrascrivendoli, o addirittura
    immagazzinando libri con estrema facilità.
Problema di oggi
Già oggi l’esistenza di una memoria globale – in cui
passato, presente e parte del futuro – convergono



•fanno apparire tutto un eterno presente, tutto appare
contemporaneo;
•i nativi digitali hanno problemi a classificare e a
ordinare i fatti in una corretta sequenza temporale.
Si crea il c.d. ‘EFFETTO MATRIX’

Ovvero la distorsione temporale provocata dalle
macchine che dominano l’umanità nel celebre film dei
fratelli Wachowski.
‘EFFETTO MATRIX’: il dialogo tra uomo
                e programma
• Neo incontra una famiglia di programmi: due programmi di
  Matrix che si sono innamorati e dalla cui unione è nata una
  figlia;
• la figlia è quindi un programma senza scopo che secondo la
  logica di Matrix andrebbe cancellato;
• i due genitori scelgono di rischiare la cancellazione per salvare
  la figlia;
• quando Neo chiede loro le ragioni di questo comportamento
  riceve una risposta spiazzante proprio perché molto simile a
  quella che darebbero due genitori umani.

                                       Si inverte il rapporto: la
                                       macchina diventa uomo!
Perché regaliamo alla rete i nostri dati
                    personali?
• Dal 2000 in poi è cambiata l’infrastruttura della rete:
  si passa dalla ricerca di informazioni, alla
  condivisione di informazioni;
• diffusa inconsapevolezza che le informazioni, una
  volta immesse in rete, sfuggono quasi totalmente al
  nostro controllo e possono essere utilizzate da
  chiunque.
• Gli esseri umani cercano di compensare il
  rallentamento del tasso riproduttivo (l’unica vera
  forma di immortalità)




con una forma di immortalità che pare possa venire
  garantita dall’aumento della memoria digitale: la c.d.
  vetrinizzazione sociale.
Da Andy Warhol alla cache
Si passa dai 15 minuti di notorietà promessi da Andy
   Warhol:
   «In futuro ciascuno avrà 15 minuti di fama». Parola
   di Andy Warhol. Anno 1968.




                  http://www.flickr.com/photos/oddsock/100943517/sizes/m/in/photostream/
…alla traccia indelebile che ogni nostra azione sulla
  Rete lascia nella cache dei motori di ricerca.

         la Google cache, o più propriamente cache dei motori di ricerca,
  consiste in copie delle pagine web salvate presso i server di un motore di
  ricerca. Queste vengono utilizzate per due motivi: eseguire ricerche locali
  all'interno delle pagine ed offrire la possibilità di vedere una copia, per
  quanto non aggiornata, di una pagina non disponibile, per problemi
  momentanei o perché è stata rimossa dal server originale.
Quando cancellate una cosa che avete
 pubblicato sulla Rete, NON la state
 eliminando davvero!
Problema
Volete farvi notare da tutti ed essere sempre al centro
  dell’attenzione – quindi – condividete foto, pensieri,
  video, tags, like, +, -, commenti, luoghi, idee, opinioni



          vi create così un’immagine pubblica.
Ma…

Le persone cambiano:
- con l’età si matura;
- le esperienze ci fanno cambiare:
                  convinzioni politiche,
                  fede religiosa,
                  principi morali,
                  comportamenti etici.
Il fricchettone può diventare impiegato modello,
   l’imprenditore fallito può iniziare inedite attività di
   successo, il criminale può cambiare vita e diventare
   un cittadino modello.
Quindi? Cosa cambia?

L’immagine pubblica (aka ‘identità’) è facilmente
   ridisegnabile (periodicamente) nel mondo analogico




    le memorie digitali invece NON dimenticano;
 il futuro sarà incapace di perdonare perché NON può
                      più dimenticare.
Ricerca di Adecco su “Digital Reputation &
            Social Recruiting” - 2013


Dalla ricerca emerge come nel 12% dei casi i
  responsabili delle risorse umane hanno escluso dei
  candidati per le informazioni che hanno trovato in
  rete.

                                      Fonte: Mafe De Baggis
                                  Ricerca: Adecco
Ricerca di Adecco su “Digital Reputation &
             Social Recruiting” - 2013

Silvia Zanella – Marketing & Communication Manager di Adecco Italia:
   «dalle interviste che abbiamo fatto e dalle risposte ad altre
   domande emerge con chiarezza che le aziende cercano da un
   lato di capire se c’è coerenza tra quanto dichiarato nel
   curriculum e quanto verificabile on line (ad esempio
   informandosi sulla rete di contatti o sui gruppi frequentati dal
   candidato), dall’altro di sincerarsi che i contenuti pubblicati
   non siano troppo distanti (per stile e approccio) rispetto a
   quello che il selezionatore si aspetta».
                                                      Fonte: Mafe De Baggis
                                                  Ricerca: Adecco
Don’t be evil
E’ il motto di Google - coniato per la prima volta da un ingegnere durante una
    riunione – sta a significare l'intento della stessa azienda di non usare i dati
    per scopi malevoli, e comunque mantenere un codice di condotta leale e
    "dalla parte dei buoni", ovvero da quella degli utenti.
Don’t be evil

• Nel 2007 Google ha ammesso di aver salvato ogni
  singola ricerca effettuata dai suoi utenti e ogni singolo
  risultato cliccato.
• Conservando e organizzando più o meno 30 miliardi di
  ricerche al mese e abbinando login, cookies e indirizzi
  Ip, Google è in grado di collegare le ricerche fatte nel
  tempo da ogni utente con una precisione
  impressionante.
Don’t be evil

• Google sa cosa cerchiamo, come e quando lo
  facciamo;
• Google sa quali risultati ci interessano di più;
• Google sa – su di noi – di più di quanto sappiamo noi
  stessi perché ricorda azioni che il nostro cervello ha
  cancellato dalla memoria ritenendole irrilevanti.

            la memoria digitale ricorda TUTTO!
Dati irrilevanti?

Ciò che è irrilevante per noi può NON esserlo:
     per l’assicurazione che vuole saperne di più sul nostro stato
     di salute prima di stipulare una polizza;
     per l’impresa che sta decidendo se è il caso di assumerci o
     meno;
     per la banca che si chiede se sia il caso di concederci un
     mutuo;
     Per le PA che vogliono essere aggiornate sulle nostre
     opinioni politiche
INTERMEZZO: l’oracolo di Facebook

Matt, ragazzo statunitense omosessuale NON
 dichiarato, si è reso conto che Facebook sapeva della
 sua omosessualità prima ancora che egli stesso
 facesse coming out.
INTERMEZZO: l’oracolo di Facebook

Scrive Matt:
  «Qualche notte fa ho mandato un messaggio a un mio amico chiedendogli
  consiglio su come fare coming out. Il giorno dopo mi sono svegliato con un
  “suggerimento”, ovvero uno spot selezionato sulla mia pagina Facebook:
  “Coming out? Bisogno di aiuto?” Mi sono chiesto: come faceva Facebook a
  sapere che quella pubblicità poteva fare al caso mio?»
INTERMEZZO: l’oracolo di Facebook

Prima di quel messaggio Matt:
• aveva cliccato dei “mi piace” sulla pagina fan di un locale gay
   friendly da lui frequentato;
• aveva cliccato il ‘mi piace’ sulla pagina fan di un politico a
   favore del matrimonio gay.;
• aveva postato sulla sua bacheca 2 commenti a favore dei
   matrimoni gay.
INTERMEZZO: l’oracolo di Facebook

• Grazie ai like e all’attività di condivisione, Facebook
  diventa uno specchio in cui si crea un’immagine
  riflessa di noi;
• Facebook NON è interessato a conoscere i nostri gusti
  sessuali, ma piuttosto a proporci una pubblicità
  efficace in quanto basata sui nostri reali interessi.
INTERMEZZO: l’oracolo di Facebook

A febbraio 2013 Facebook ha stretto una serie di
  partership con delle compagnie che fanno raccolta
  dati (Datalogix, Epsilon, Acxiom e BlueKai) due delle
  quali indagate dalla Federal Trade Commision,
  l'authority antitrust Usa, per via dei loro metodi di
  acquisizione e gestione dei dati.
INTERMEZZO: l’oracolo di Facebook
Il principio di trasparenza

Le memoria digitali non lasciano nudi solo gli utenti
                 comuni della rete


   espongono al giudizio di tutti anche i potenti!
Quei contratti e quelle licenze non lette


Ma cosa accadrà se chi è più potente potrà sfruttare la
 sua forza contrattuale per disporre delle informazioni
 altrui SENZA condividere le proprie?
Consapevolezza

 Cosa accadrà se gli utenti acquisiranno la
  consapevolezza di quello che succede in rete ai propri
  dati personali?

 Condivideranno ancora in modo libero opinioni su
  persone, fatti politici ed eventi?
Panopticon digitale

O si arriverà a questo?
Una versione digitale del Panopticon di Jeremy
                   Bentham?
L’idea del Panopticon


L’idea alla base del panopticon è quella di un carcere
   dove – grazie alla forma radiocentrica dell’edificio,
   unita ad alcuni accorgimenti architettonici e
   tecnologici – un guardiano unico può osservare tutti i
   prigionieri in ogni momento.
Panopticon digitale


Quest’ultimi NON devono essere in grado di stabilire se
  sono o meno osservati, causando in loro la
  percezione di un controllo continuo da parte del
  guardiano e portandoli all’osservanza costante delle
  regole, come se fossero SEMPRE osservati.
Potere della mente sulla mente


Secondo Bentham questo     è    un  nuovo   modo
  per ottenere     potere    della  mente    sulla
  mente, modellando il nostro comportamento e
  finendo con l’agire sempre e comunque come se si
  fosse osservati.
Memoria digitale


La memoria della società digitale globale odierna è
  qualcosa che può causare danni enormi rispetto
  al panopticon, poiché TUTTO quello che diciamo e
  facciamo sul web viene memorizzato, moltiplicato
  innumerevoli      volte,  e    reso    accessibile
  a chiunque nel futuro.
Conseguenze


La      conseguenza di tutto ciò dovrebbe essere
     un panopticon che tiene sotto controllo, un guardiano
     che NON si vede MA che osserva sempre e che limita
     alcune attività.
Effetti

Questo ha un effetto positivo e uno negativo:
- il primo in quanto avendo la percezione di essere
  controllati, teoricamente ci si dovrebbe limitare nel
  compiere attività illegali o contrarie ai valori morali;
- il    secondo     effetto     potrebbe      farci   però
  diventare ipercauti nell’esprimere                      le
  nostre opinioni, limitando così           indirettamente
  la libertà d’espressione.
E se il guardiano non fosse più il Governo –
  come ipotizza Bentham – ma fossero
  singole imprese private (es. Facebook,
  Google)?
Soluzioni?

                1) ASTINENZA DIGITALE
- Evitare qualunque immissione di dati sulla rete;
- Nessun utilizzo di social network;
- Ricerche solo tramite reti sicure (es. TOR)




                  http://www.donnaclick.it/salute-donna/sindrome-vuoto-digitale-basta-giorno-offline.htm
Soluzioni?
             2) ADEGUAMENTO COGNITIVO

- Non occorrono nuove leggi o architetture
  tecnologiche ad hoc;
- Adattamento culturale e biologico alle nuove
  tecnologie;
- Il cervello prende atto della memoria digitale
  universale e cerca di limitarne l’influenza sul processo
  decisionale;
- Tempi lunghi – tecnologia muta troppo in fretta.
Soluzioni?
  3) UNA DATA DI SCADENZA PER LE INFORMAZIONI
• Ripristinare l’oblio umano;
• Molte informazioni sono collegate ad un
  momento/periodo specifico – nel tempo perdono
  valore;
• Oltre al nome del file e all’estensione – il software
  potrebbe chiederci anche di inserire una data di
  scadenza, oltre la quale il file si auto-cancellerà;
Soluzioni?
  3) UNA DATA DI SCADENZA PER LE INFORMAZIONI
• Si tratta di un’ulteriore semplice meta-informazione
  da allegare al file;
• serve un supporto giuridico che imponga l’obbligo di
  inserimento di una data di scadenza - e la relativa
  cancellazione;
• la data di scadenza limiterebbe la quantità di
  informazioni che le aziende e i governi detengono sui
  cittadini.
Soluzioni?
  3) UNA DATA DI SCADENZA PER LE INFORMAZIONI

• Reintrodurre una sorta di oblio digitale non risolve il
  problema delle violazioni della privacy. Sono 2 sfide
  complementari ma differenti;
• Se l’informazione viene generata congiuntamente da
  2 soggetti – la data di scadenza deve essere la stessa?
  Chi può imporre una data comune?
• Chi decide la data? Il resto del mondo può ignorare
  tale scadenza?
Soluzioni?
    3) UNA DATA DI SCADENZA PER LE INFORMAZIONI
Certo: «la tecnologia crea, la tecnologia distrugge» –
  ma l’obiettivo primario di attribuire alle informazioni
  una data di scadenza


è     quello di rendere gli utenti consapevoli
    dell’importanza dell’oblio e farli riflettere sul valore
    dell’informazione che stanno condividendo.
Soluzioni?
  3) UNA DATA DI SCADENZA PER LE INFORMAZIONI

 La data di scadenza punta ad eliminare il ricordo
  come default dell’era digitale – permettendoci di
  dimenticare

NON si va verso un futuro ignorante, ma verso uno che
  riconosca gli con il tempo le persone cambiano, le
       idee evolvono e le opinioni si modificano.
Diritto all’oblio digitale by Marco Giacomello is licensed under a Creative
  Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0
                               Unported License.

          Based on a work at www.marcogiacomello.com.
    Permissions beyond the scope of this license may be available
               at www.marcogiacomello.com/scrivimi.
Dott. Marco Giacomello
               Associate ‘Studio Legale MPSLAW’, Bologna
PhD Candidate in ‘Diritto e Nuove Tecnologie’, CIRSFID Alma Mater Bologna
            Cultore della materia, Università Statale di Milano

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  • 1. Diritto all’oblio digitale «…il futuro sarà incapace di perdonare perché non può più dimenticare…» Dott. Marco Giacomello Milano, 04 aprile 2013
  • 2. Dott. Marco Giacomello Associate ‘Studio Legale MPSLAW’, Bologna PhD Student in ‘Diritto e Nuove Tecnologie’, CIRSFID Alma Mater Bologna Cultore della materia, Università Statale di Milano Contatti: www.marcogiacomello.com - info@marcogiacomello.com
  • 3. INTERMEZZO: la dichiarazione di indipendenza del Ciberspazio “Dichiarazione di Indipendenza del Ciberspazio” di J.P. Barlow, 1996.
  • 4. INTERMEZZO: la dichiarazione di indipendenza del Ciberspazio Internet voleva essere una zona libera, la legge doveva rimanere fuori..si diceva che se il Governo non l’avesse regolamentata avrebbe funzionato meglio.
  • 5. INTERMEZZO: la dichiarazione di indipendenza del Ciberspazio «[G]overni del mondo industriale, voi stanchi giganti di uomini e acciaio, io vengo dal Ciberspazio, la nuova dimora della mente. In nome del futuro, chiedo a voi del passato di lasciarmi in pace. Non siete benvenuti tra noi. Non avete alcuna sovranità sui luoghi in cui ci ritroviamo».
  • 6. INTERMEZZO: la dichiarazione di indipendenza del Ciberspazio «Non abbiamo alcun governo eletto, né siamo propensi ad averne uno, pertanto mi rivolgo a voi senza maggiore autorità di quella con cui la libertà stessa sempre si esprime. Io dichiaro che lo spazio sociale globale che stiamo edificando sia naturalmente indipendente dalla tirannide che voi cercate di imporci. Non avete alcun diritto morale di governarci né possedete alcun metodo di imposizione di cui dovremmo avere reale motivo di temere»
  • 8. AGLI ALBORI: la damnatio memoriae • Damnatio memoriae è una locuzione in lingua latina che significa letteralmente condanna della memoria; • Nel diritto romano indicava una pena consistente nella cancellazione della memoria di una persona e nella distruzione di qualsiasi traccia potesse tramandarla ai posteri; • Si trattava di una pena particolarmente aspra riservata agli hostes, ossia ai nemici di Roma e del Senato.
  • 9. AGLI ALBORI: la damnatio memoriae Caracalla dispone la damnatio memoriae del fratello Geta dal tondo severiano.
  • 11.
  • 12. DIRITTO ALL’OBLIO? Il diritto all’oblio si può definire come: «il diritto del soggetto a veder dimenticata, cancellata o aggiornata, una notizia che lo riguarda (e che sia entrata nella sfera della conoscibilità pubblica in maniera lecita) e che, per il decorso del tempo, manchi d’attualità dell’interesse alla sua conoscenza». Fonte: F.P. Micozzi
  • 13. DIRITTO ALL’OBLIO? NON parliamo di diritto all’oblio per tutte quelle notizie che, storicamente, NON sono mai state vere.
  • 14. DIRITTO ALL’OBLIO: COSA DICONO I GIUDICI? CASSAZIONE CIVILE, N. 3679 - 9 APRILE 1998 «Viene in considerazione un nuovo profilo del diritto di riservatezza recentemente definito anche come diritto all’oblio inteso come giusto interesse di ogni persona a non restare indeterminatamente esposta ai danni ulteriori che arreca al suo onore e alla sua reputazione la reiterata pubblicazione di una notizia in passato legittimamente divulgata».
  • 15. DIRITTO ALL’OBLIO: COSA DICONO I GIUDICI? CASSAZIONE CIVILE, N. 5525/2012 «…il diritto all’oblio salvaguarda la proiezione sociale dell’identità personale, l’esigenza del soggetto di essere tutelato dalla divulgazione di informazioni (potenzialmente) lesive in ragione della perdita (stante il lasso di tempo intercorso dall’accadimento del fatto che costituisce l’oggetto) di attualità delle stesse, sicché il relativo trattamento viene a risultare non più giustificato ed anzi suscettibile di ostacolare il soggetto nell’esplicazione e nel godimento della propria personalità ».
  • 16. DELETE: IL DIRITTO ALL’OBLIO NELL’ERA DIGITALE L’avvento delle nuove tecnologie digitali ha provocato la rottura dell’equilibrio millenario che ha costantemente fatto sì che dimenticare fosse la norma, ricordare l’eccezione!
  • 17. Dimenticare è facile? • L’oblio è inscritto nei meccanismi biologici della nostra specie; • Il nostro cervello DEVE continuamente selezionare quali informazioni registrare e quali cancellare; • L’umanità si è sempre impegnata a migliorare la propria capacità di ricordare; • Ricordare è sempre stato molto costoso e difficile.
  • 18. Arrivano le tecnologie digitali • In pochi decenni muta totalmente un trend millenario; • Deraglia così il percorso evolutivo della memoria umana; • Grazie ai computer è ora possibile moltiplicare a costo zero immagini, video, suoni, testi – senza perdere la minima qualità rispetto all’originale.
  • 19. Un’unica macchina tuttofare • L’informazione digitale viene prodotta, condivisa e distribuita dai milioni di pc interconnessi attraverso internet; • Rete internet che forma un’unica macchina planetaria; • Copie immediate, diffusione immediata, nessun confine.
  • 20. Memoria sociale • Memoria sociale condivisa, accessibile a livello universale; • Accessibilità tecnica; • Accessibilità economica.
  • 21. Oggi è tutto sovvertito • Ricordare è diventato la norma, dimenticare l’eccezione; • Individui, istituzioni, imprese ricordano tutto registrando le informazioni su vari supporti digitali.
  • 22. I costi del tramonto dell’oblio? • Costo psicologico: perdita di orientamento temporale dei soggetti; • Costo privacy: perdita di controllo dei cittadini/consumatori sulle informazioni che li riguardano; • Costo sociale: effetti dei costi privacy sui rapporti di potere economici e politici.
  • 23. Ricordare tutto aiuta a vivere o rendi passivi? Il cervello limita le informazioni da ricordare per sopravvivere – e per farci vivere in maniera attiva. •Caso letterario: Jorge Luis Borges, Funes o della memoria.
  • 24. Troppa memoria annienta Nel racconto si narra la storia, ambientata in Uruguay a fine Ottocento, di un giovane, Ireneo Funes, la cui condanna è quella di avere una prodigiosa memoria che gli permette di cogliere ogni dettaglio di tutto ciò che lo circonda.
  • 25. Se da un lato Funes riesce a ricordare ogni cosa con estrema facilità, dall’altro non è in grado di formulare idee generali, la sua memoria registra solo particolari e non concetti compiuti. Questa condizione lo conduce, infine, all’isolamento e all’incomunicabilità il protagonista vive in uno stato di totale passività, eternamente immerso in un flusso mnemonico che annienta ogni possibile azione.
  • 26. Caso clinico Una giovane donna della California, a causa di un rarissimo problema neurologico, ricorda ogni singolo particolare della sua vita è sommersa dai ricordi, vive nel passato e non riesce a gestire le situazioni del tempo reale, rendendole poi impossibile immaginare e pensare al futuro.
  • 27. La memoria digitale porterà a questi effetti? • NO, finché saremo in grado di decidere quanto e quando connetterci alla rete; • Vengono alla mente immagini dei film di fantascienza con i cervelli umani collegati direttamente alla rete.
  • 28.
  • 29.
  • 30. L'unità è specializzata nella risoluzione di casi e di crimini in relazione all'informatica e alla tecnologia; • gran parte degli uomini sono collegati alla rete, a cui possono accedere non soltanto mediante terminali fisici, ma soprattutto attraverso impianti situati nel loro stesso cervello; • i cyber-cervelli per l'appunto permettono non solo di connettersi al Web, ma anche di utilizzare la propria memoria con la stessa elasticità di quella di un computer, cancellando eventi, sovrascrivendoli, o addirittura immagazzinando libri con estrema facilità.
  • 31. Problema di oggi Già oggi l’esistenza di una memoria globale – in cui passato, presente e parte del futuro – convergono •fanno apparire tutto un eterno presente, tutto appare contemporaneo; •i nativi digitali hanno problemi a classificare e a ordinare i fatti in una corretta sequenza temporale.
  • 32. Si crea il c.d. ‘EFFETTO MATRIX’ Ovvero la distorsione temporale provocata dalle macchine che dominano l’umanità nel celebre film dei fratelli Wachowski.
  • 33. ‘EFFETTO MATRIX’: il dialogo tra uomo e programma • Neo incontra una famiglia di programmi: due programmi di Matrix che si sono innamorati e dalla cui unione è nata una figlia; • la figlia è quindi un programma senza scopo che secondo la logica di Matrix andrebbe cancellato; • i due genitori scelgono di rischiare la cancellazione per salvare la figlia; • quando Neo chiede loro le ragioni di questo comportamento riceve una risposta spiazzante proprio perché molto simile a quella che darebbero due genitori umani. Si inverte il rapporto: la macchina diventa uomo!
  • 34. Perché regaliamo alla rete i nostri dati personali? • Dal 2000 in poi è cambiata l’infrastruttura della rete: si passa dalla ricerca di informazioni, alla condivisione di informazioni; • diffusa inconsapevolezza che le informazioni, una volta immesse in rete, sfuggono quasi totalmente al nostro controllo e possono essere utilizzate da chiunque.
  • 35. • Gli esseri umani cercano di compensare il rallentamento del tasso riproduttivo (l’unica vera forma di immortalità) con una forma di immortalità che pare possa venire garantita dall’aumento della memoria digitale: la c.d. vetrinizzazione sociale.
  • 36. Da Andy Warhol alla cache Si passa dai 15 minuti di notorietà promessi da Andy Warhol: «In futuro ciascuno avrà 15 minuti di fama». Parola di Andy Warhol. Anno 1968. http://www.flickr.com/photos/oddsock/100943517/sizes/m/in/photostream/
  • 37. …alla traccia indelebile che ogni nostra azione sulla Rete lascia nella cache dei motori di ricerca. la Google cache, o più propriamente cache dei motori di ricerca, consiste in copie delle pagine web salvate presso i server di un motore di ricerca. Queste vengono utilizzate per due motivi: eseguire ricerche locali all'interno delle pagine ed offrire la possibilità di vedere una copia, per quanto non aggiornata, di una pagina non disponibile, per problemi momentanei o perché è stata rimossa dal server originale.
  • 38.
  • 39. Quando cancellate una cosa che avete pubblicato sulla Rete, NON la state eliminando davvero!
  • 40. Problema Volete farvi notare da tutti ed essere sempre al centro dell’attenzione – quindi – condividete foto, pensieri, video, tags, like, +, -, commenti, luoghi, idee, opinioni vi create così un’immagine pubblica.
  • 41. Ma… Le persone cambiano: - con l’età si matura; - le esperienze ci fanno cambiare: convinzioni politiche, fede religiosa, principi morali, comportamenti etici.
  • 42. Il fricchettone può diventare impiegato modello, l’imprenditore fallito può iniziare inedite attività di successo, il criminale può cambiare vita e diventare un cittadino modello.
  • 43. Quindi? Cosa cambia? L’immagine pubblica (aka ‘identità’) è facilmente ridisegnabile (periodicamente) nel mondo analogico  le memorie digitali invece NON dimenticano;  il futuro sarà incapace di perdonare perché NON può più dimenticare.
  • 44. Ricerca di Adecco su “Digital Reputation & Social Recruiting” - 2013 Dalla ricerca emerge come nel 12% dei casi i responsabili delle risorse umane hanno escluso dei candidati per le informazioni che hanno trovato in rete. Fonte: Mafe De Baggis Ricerca: Adecco
  • 45. Ricerca di Adecco su “Digital Reputation & Social Recruiting” - 2013 Silvia Zanella – Marketing & Communication Manager di Adecco Italia: «dalle interviste che abbiamo fatto e dalle risposte ad altre domande emerge con chiarezza che le aziende cercano da un lato di capire se c’è coerenza tra quanto dichiarato nel curriculum e quanto verificabile on line (ad esempio informandosi sulla rete di contatti o sui gruppi frequentati dal candidato), dall’altro di sincerarsi che i contenuti pubblicati non siano troppo distanti (per stile e approccio) rispetto a quello che il selezionatore si aspetta». Fonte: Mafe De Baggis Ricerca: Adecco
  • 46. Don’t be evil E’ il motto di Google - coniato per la prima volta da un ingegnere durante una riunione – sta a significare l'intento della stessa azienda di non usare i dati per scopi malevoli, e comunque mantenere un codice di condotta leale e "dalla parte dei buoni", ovvero da quella degli utenti.
  • 47. Don’t be evil • Nel 2007 Google ha ammesso di aver salvato ogni singola ricerca effettuata dai suoi utenti e ogni singolo risultato cliccato. • Conservando e organizzando più o meno 30 miliardi di ricerche al mese e abbinando login, cookies e indirizzi Ip, Google è in grado di collegare le ricerche fatte nel tempo da ogni utente con una precisione impressionante.
  • 48. Don’t be evil • Google sa cosa cerchiamo, come e quando lo facciamo; • Google sa quali risultati ci interessano di più; • Google sa – su di noi – di più di quanto sappiamo noi stessi perché ricorda azioni che il nostro cervello ha cancellato dalla memoria ritenendole irrilevanti. la memoria digitale ricorda TUTTO!
  • 49. Dati irrilevanti? Ciò che è irrilevante per noi può NON esserlo: per l’assicurazione che vuole saperne di più sul nostro stato di salute prima di stipulare una polizza; per l’impresa che sta decidendo se è il caso di assumerci o meno; per la banca che si chiede se sia il caso di concederci un mutuo; Per le PA che vogliono essere aggiornate sulle nostre opinioni politiche
  • 50. INTERMEZZO: l’oracolo di Facebook Matt, ragazzo statunitense omosessuale NON dichiarato, si è reso conto che Facebook sapeva della sua omosessualità prima ancora che egli stesso facesse coming out.
  • 51. INTERMEZZO: l’oracolo di Facebook Scrive Matt: «Qualche notte fa ho mandato un messaggio a un mio amico chiedendogli consiglio su come fare coming out. Il giorno dopo mi sono svegliato con un “suggerimento”, ovvero uno spot selezionato sulla mia pagina Facebook: “Coming out? Bisogno di aiuto?” Mi sono chiesto: come faceva Facebook a sapere che quella pubblicità poteva fare al caso mio?»
  • 52. INTERMEZZO: l’oracolo di Facebook Prima di quel messaggio Matt: • aveva cliccato dei “mi piace” sulla pagina fan di un locale gay friendly da lui frequentato; • aveva cliccato il ‘mi piace’ sulla pagina fan di un politico a favore del matrimonio gay.; • aveva postato sulla sua bacheca 2 commenti a favore dei matrimoni gay.
  • 53. INTERMEZZO: l’oracolo di Facebook • Grazie ai like e all’attività di condivisione, Facebook diventa uno specchio in cui si crea un’immagine riflessa di noi; • Facebook NON è interessato a conoscere i nostri gusti sessuali, ma piuttosto a proporci una pubblicità efficace in quanto basata sui nostri reali interessi.
  • 54. INTERMEZZO: l’oracolo di Facebook A febbraio 2013 Facebook ha stretto una serie di partership con delle compagnie che fanno raccolta dati (Datalogix, Epsilon, Acxiom e BlueKai) due delle quali indagate dalla Federal Trade Commision, l'authority antitrust Usa, per via dei loro metodi di acquisizione e gestione dei dati.
  • 56. Il principio di trasparenza Le memoria digitali non lasciano nudi solo gli utenti comuni della rete espongono al giudizio di tutti anche i potenti!
  • 57. Quei contratti e quelle licenze non lette Ma cosa accadrà se chi è più potente potrà sfruttare la sua forza contrattuale per disporre delle informazioni altrui SENZA condividere le proprie?
  • 58. Consapevolezza  Cosa accadrà se gli utenti acquisiranno la consapevolezza di quello che succede in rete ai propri dati personali?  Condivideranno ancora in modo libero opinioni su persone, fatti politici ed eventi?
  • 59. Panopticon digitale O si arriverà a questo?
  • 60. Una versione digitale del Panopticon di Jeremy Bentham?
  • 61. L’idea del Panopticon L’idea alla base del panopticon è quella di un carcere dove – grazie alla forma radiocentrica dell’edificio, unita ad alcuni accorgimenti architettonici e tecnologici – un guardiano unico può osservare tutti i prigionieri in ogni momento.
  • 62. Panopticon digitale Quest’ultimi NON devono essere in grado di stabilire se sono o meno osservati, causando in loro la percezione di un controllo continuo da parte del guardiano e portandoli all’osservanza costante delle regole, come se fossero SEMPRE osservati.
  • 63. Potere della mente sulla mente Secondo Bentham questo è un nuovo modo per ottenere potere della mente sulla mente, modellando il nostro comportamento e finendo con l’agire sempre e comunque come se si fosse osservati.
  • 64. Memoria digitale La memoria della società digitale globale odierna è qualcosa che può causare danni enormi rispetto al panopticon, poiché TUTTO quello che diciamo e facciamo sul web viene memorizzato, moltiplicato innumerevoli volte, e reso accessibile a chiunque nel futuro.
  • 65. Conseguenze La conseguenza di tutto ciò dovrebbe essere un panopticon che tiene sotto controllo, un guardiano che NON si vede MA che osserva sempre e che limita alcune attività.
  • 66. Effetti Questo ha un effetto positivo e uno negativo: - il primo in quanto avendo la percezione di essere controllati, teoricamente ci si dovrebbe limitare nel compiere attività illegali o contrarie ai valori morali; - il secondo effetto potrebbe farci però diventare ipercauti nell’esprimere le nostre opinioni, limitando così indirettamente la libertà d’espressione.
  • 67. E se il guardiano non fosse più il Governo – come ipotizza Bentham – ma fossero singole imprese private (es. Facebook, Google)?
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  • 72. Soluzioni? 1) ASTINENZA DIGITALE - Evitare qualunque immissione di dati sulla rete; - Nessun utilizzo di social network; - Ricerche solo tramite reti sicure (es. TOR) http://www.donnaclick.it/salute-donna/sindrome-vuoto-digitale-basta-giorno-offline.htm
  • 73. Soluzioni? 2) ADEGUAMENTO COGNITIVO - Non occorrono nuove leggi o architetture tecnologiche ad hoc; - Adattamento culturale e biologico alle nuove tecnologie; - Il cervello prende atto della memoria digitale universale e cerca di limitarne l’influenza sul processo decisionale; - Tempi lunghi – tecnologia muta troppo in fretta.
  • 74. Soluzioni? 3) UNA DATA DI SCADENZA PER LE INFORMAZIONI • Ripristinare l’oblio umano; • Molte informazioni sono collegate ad un momento/periodo specifico – nel tempo perdono valore; • Oltre al nome del file e all’estensione – il software potrebbe chiederci anche di inserire una data di scadenza, oltre la quale il file si auto-cancellerà;
  • 75. Soluzioni? 3) UNA DATA DI SCADENZA PER LE INFORMAZIONI • Si tratta di un’ulteriore semplice meta-informazione da allegare al file; • serve un supporto giuridico che imponga l’obbligo di inserimento di una data di scadenza - e la relativa cancellazione; • la data di scadenza limiterebbe la quantità di informazioni che le aziende e i governi detengono sui cittadini.
  • 76. Soluzioni? 3) UNA DATA DI SCADENZA PER LE INFORMAZIONI • Reintrodurre una sorta di oblio digitale non risolve il problema delle violazioni della privacy. Sono 2 sfide complementari ma differenti; • Se l’informazione viene generata congiuntamente da 2 soggetti – la data di scadenza deve essere la stessa? Chi può imporre una data comune? • Chi decide la data? Il resto del mondo può ignorare tale scadenza?
  • 77. Soluzioni? 3) UNA DATA DI SCADENZA PER LE INFORMAZIONI Certo: «la tecnologia crea, la tecnologia distrugge» – ma l’obiettivo primario di attribuire alle informazioni una data di scadenza è quello di rendere gli utenti consapevoli dell’importanza dell’oblio e farli riflettere sul valore dell’informazione che stanno condividendo.
  • 78. Soluzioni? 3) UNA DATA DI SCADENZA PER LE INFORMAZIONI  La data di scadenza punta ad eliminare il ricordo come default dell’era digitale – permettendoci di dimenticare NON si va verso un futuro ignorante, ma verso uno che riconosca gli con il tempo le persone cambiano, le idee evolvono e le opinioni si modificano.
  • 79. Diritto all’oblio digitale by Marco Giacomello is licensed under a Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported License. Based on a work at www.marcogiacomello.com. Permissions beyond the scope of this license may be available at www.marcogiacomello.com/scrivimi.
  • 80. Dott. Marco Giacomello Associate ‘Studio Legale MPSLAW’, Bologna PhD Candidate in ‘Diritto e Nuove Tecnologie’, CIRSFID Alma Mater Bologna Cultore della materia, Università Statale di Milano Contatti: www.marcogiacomello.com - info@marcogiacomello.com