1. LO STRANIERO
NELLA STORIA
Lo straniero è la faccia nascosta della nostra identità,
lo spazio che rovina la nostra dimora, il tempo in cui
sprofondano l'intesa e la simpatia. Riconoscendolo in
noi, ci risparmiamo di detestarlo in lui. Lo straniero
comincia quando sorge la coscienza della mia
differenza e finisce quando ci riconosciamo tutti
stranieri.
Julia
Kristeva
2. IL LESSICO
ANTICA GRECIA
Xenos
Barbarus
Meteco
ANTICA ROMA
Barbarus
Hostis
Diversus
Advena
Alter
3. Xenos:
Usato dai Greci sia per
indicare chi riceve e chi offre
ospitalità che per riferirsi
genericamente ad uno
straniero, ospite o amico
Barbarus:
parola onomatopeica con
cui gli antichi Greci e, in
seguito, i Romani
indicavano gli stranieri,
ovvero coloro che non
parlavano la loro lingua.
Meteco:
significa essenzialmente
“straniero libero residente in
città”
Hostis:
indica lo straniero nel senso di
nemico (della patria o delle
istituzioni) che spesso si
combatte in guerra
5. ILIADE
Glauco e Diomede:
Due soldati, appartenenti a schieramenti opposti, si
incontrano, ma prima di ingaggiare battaglia ricordano
che i loro antenati erano stati ospiti l’uno dell’altro e,
anziché combattere, si scambiano le armi e gli auguri per
il futuro.
Tersite:
È un uomo ripugnante sia nell’aspetto fisico che nel
modo di pensare. E’ il tipico esempio del “kalos kai
agathos”.
6. ODISSEA
Polifemo:
Ulisse e i compagni si trovano nella caverna di un ciclope, che
rappresenta tutto l’opposto dei valori delle “xenia”.
Nausicaa e Alcinoo:
Ulisse approda nella terra dei Feaci, dove viene trovato da
Nausicaa, figlia del re Alcinoo, la quale lo porta nel palazzo
reale, lo fa lavare e ristorare, seguendo le leggi dell’ospitalità.
Eumeo, Telemaco e i Proci:
Ulisse ritorna a Itaca travestito da mendicante e viene
riconosciuto solo da Eumeo e successivamente dal figlio
Telemaco. Insieme uccidono tutti i Proci, che da tempo si erano
impadroniti delle ricchezze di Ulisse, sperperandole.
7. ENEIDE
Nel momento in cui Enea arrivò nel territorio del Lazio
era già progredito rispetto alle popolazioni autoctone, che
in seguito lo integrarono e lo riconobbero loro capo e
questo fatto li portò alla vittoria, per via delle sue migliori
conoscenze sia nel campo militare che in quello sociale e
strategico.
8. LO STRANIERO NELLA
SOCIETA’ MODERNA
Nella maggior parte degli
stati moderni lo straniero
viene generalmente
accettato, anche se restano
in molte persone dubbi
Oggigiorno essere riguardo la loro moralità
straniero non è associato
all’estraneità in sé quanto
alle loro caratteristiche
fisiche che differiscono
dalle nostre, come il colore
della pelle.
9. SPARTA, ATENE E
PERSIA
SPARTA
Chiusura
Completa
esclusione
Grande
differenza tra
Spartiati e Iloti sul
piano giuridico e
sociale
ATENE
Minore
chiusura
Meteci come
principale forza
lavoro, ma
senza diritti
PERSIA
Libertà ai popoli
sottomessi,
dovuta alla
religione
10. LO STRANIERO A ROMA
Le parole che indicavano
gli stranieri erano spesso
accompagnate da termini
che ne sottolineavano la
negatività
I Romani erano soliti ad
essere clementi anche
contro i nemici che hanno
minacciato Roma e che
sono stati sottomessi
11. DISCORSO DI CLAUDIO
L’imperatore Claudio nel suo discorso afferma che la
cittadinanza dev’essere concessa anche ai Galli, in
quanto l’impero romano non sarebbe divenuto così
potente se si fosse chiuso in se stesso.
“Ciò che è vecchio per noi ora un tempo era nuovo”
CONSTITUTIO ANTONINIANA
La “constitutio antoniniana” è un editto dell’imperatore
Caracalla che concedeva la cittadinanza romana, ambita
da chiunque, a tutti i cittadini dell’impero.
12. LO STRANIERO NELL’ARTE
NELL’ARTE GRECA
Lo straniero era visto come una persona diversa, alla quale Zeus
aveva dato proprio questa condizione con la quale si doveva
convivere forzatamente, anche se ciò non permetteva sempre una
convivenza pacifica tra tutti gli uomini, a causa della possibile
lesione della libertà.
Come disse Aristotele: “L’uomo è un animale politico: per essere
tale deve in ogni modo avere contatti, pacifici o meno, con altri
esemplari della stessa specie
NELL’ARTE ROMANA
Lo straniero era raffigurato specialmente durante le battaglie
ed era rappresentato come rozzo e sempre nelle foreste,
indicanti la selvatichezza dell’individuo. Alcuni nemici potevano
essere riconosciuti come valorosi, ma mai all’altezza degli
uomini dell’impero, migliori sia sul piano militare che spirituale.
13. IL PARTENONE
E’ un tempio costruito da
Fidia nel V secolo. Una delle
raffigura- zioni riguardante gli
stranieri è chiamata
centauromachia: secon- do
Fidia essa rappresenta la
battaglia tra i Greci (civili) e i
Persiani (incivili) identificati
con i centauri, ovvero mostri
con il busto di uomo e il corpo
di cavallo.
14. LA COLONNA
TRAIANA
Questa colonna è stata costruita
nel 113 d.C. da uno scultore
anonimo, maestro delle imprese
di Traiano Per rappresentare le
vittorie di Traiano e le sue
vicende. I Romani erano sempre
rappresentati nelle fortezze
mentre i nemici all’interno delle
foreste, i primi segno della civiltà
e i secondi della barbarie; inoltre
i Romani sono sempre raffigurati
indenni o leggermente feriti
mentre i cadaveri sono sempre
dei nemici. In una scena viene
rappresentato l’imperatore al
timone di una nave, indicante
che l’imperatore era al “timone”
dell’impero.
15. PREGIUDIZIO
Al giorno d’oggi la gente incolpa gli stranieri di rapine,
delitti e delle varie infrazioni della legge ed essa è così
abituata a farlo che ormai associa tutti gli stranieri a
persone di dubbia moralità ed etica. Ad esempio, nel libro
“Stranieri come noi” di Zucconi, un racconto spiega come
i parigini vedono i marocchini come coloro che
commettono solo atti illegali
Ciò accade molto spesso anche in Italia: infatti, dopo
aver sentito di atti illegali compiuti da alcuni immigrati, la
maggior parte degli abitanti pensa che questi siano tutti
quanti criminali ed essa rinnega la logica, che dice il
contrario
16. COME LA VISIONE DELLO
STRANIERO PUO’ PORTARE ALLA
PERSECUZIONE
Negli anni ‘40 gli stranieri, soprattutto gli ebrei, furono
perseguitati poiché la maggior parte della gente credeva
che rubassero il lavoro nonostante in realtà esercitassero
solo lavori importanti legati strettamente a ingenti somme
di denaro. Per questo molte persone davano a loro la
colpa della guerra e della conseguente sconfitta,
suscitando nell’intero popolo tedesco un odio smisurato
nei loro confronti che in pochi anni sfociò nella
costruzione di vere e proprie “macchine della morte” per
sterminarli
17. CHISSA’ SE VEDRO’ IL
MIRACOLO
Chissà se vedrò il miracolo,
Un mondo con una sola bandiera!
Ma or tutto sembra un inganno,
non c’è nemmeno il cielo azzurro di vetro
ed una margherita bianca da sfogliare.
Che fa l’uomo?
Si è perso nel progresso dell’illusione
ove i sentimenti non potranno cercarci.
Progetto di: Luca Cangioli, Domiziana Granatiero, Marte Mercuri,
Beatrice Molteni, Elisabetta Villa