1. Schistocerca gregaria
Io sono Lilly una locusta del deserto
Sono un insetto ortottero della famiglia delle Acrididae,
Vivo in Africa ed in Asia.
Descrizione
Adulto in fase solitaria
Sono una cavalletta di dimensioni ragguardevoli:
posso raggiungere i 50–60 mm, invece mio fratello, Tom è
leggermente più piccolo (45–55 mm).
La mia colorazione può variare dal giallo al bruno-ocra,
con tegmine macchiettate di nero e pronoto orlato di
bianco. Le mie ninfe sono verdastre durante la fase
2. solitaria e acquisiscono una caratteristica livrea giallo-nera
nella fase gregaria.
Distribuzione e habitat
Come ho già detto sono una schittocerca gregaria
l'unica specie del genere Schistocerca diffusa nel Vecchio
Mondo.
Sono una specie a diffusione
prevalentemente africana ed asiatica, ma non è
infrequente che mi spinga sino alle
coste europee di Spagna Francia e Italia. Nell'ottobre del
1988 un grande sciame di S.gregaria è riuscito ad
attraversare l'oceano Atlantico raggiungendo i Caraibi .
Io vivo in habitat subdesertici, aridi e soleggiati, con
scarsa vegetazione.
Nei periodi di riposo, chiamati recessioni, l'areale delle
locuste del deserto copre un'area di circa 16 milioni di
km2
che si estende dalla Mauritania attraverso il deserto
del Sahara sino al Nord Africa, spingendosi attraverso
la penisola Araba sino all'India. Nel corso delle fasi
migratorie questa area si espande sia a nord che a sud,
arrivando ad interessare l'Europa meridionale e la Russia,
spingendosi a sud sino alla Nigeria a
al Kenya raggiungendo complessivamente una area di 32
milioni di km2
, pari a circa il 20 % delle terre emerse del
globo.
Biologia
3. Ninfe di S. gregaria nella fase solitaria (sopra) e gregaria
(sotto)
Noi locuste del deserto presentiamo due forme vitali: una
solitaria ed una gregaria.
Durante la stagione secca io vivo una vita solitaria.
L'arrivo delle piogge e lo sviluppo della vegetazione
coincidono con la deposizione delle uova nel suolo
sabbioso.
Alla schiusa, la nuova vegetazione fornisce cibo per
le neanidi e leninfe e fornisce loro un riparo sino
allo sviluppo in adulti alati.
Quando il numero delle ninfe è tale da creare situazioni di
sovraffollamento lo stretto contatto fisico innesca una
cascata di alterazioni metaboliche e comportamentali che
conduce al passaggio dalla forma solitaria alla forma
gregaria.
4. I loro corpi diventano più tozzi, ed emanano un feromone,
detto locustolo, che li induce ad essere attratti l'uno
dall'altro, portando ad aggregazioni molto numerose
(anche milioni di individui) e successivamente alla
formazione di sciami, che possono migrare a distanze
anche considerevoli.
Il locustolo, agendo sulla produzione di melanina, induce
inoltre modificazioni nel colore della livrea che vira dal
verde al giallo-nero nelle ninfe, e dal marrone al giallo-
nero negli adulti.
Conclusa la migrazione le aggregazioni si disperdono e gli
insetti tornano alla forma solitaria.
Studi recenti [4]
identificano nella serotonina la molecola
chiave nei cambiamenti che intervengono nel passaggio
dalla fase solitaria alla fase gregaria.
Alimentazione
Siamo una specie polifaga e vorace che si nutre di foglie,
fiori, germogli, frutti e semi di diverse specie di piante.
Tra le specie vegetali più frequentemente attaccate vi
sono numerose specie di importanza primaria per l'uomo
come il riso, l'orzo, il mais, il sorgo, la canna da zucchero,
il cotone, la palma da dattero, il banano .
Riproduzione
5. Una femmina durante l'ovodeposizione
Io che sono una femmina depongo le uova al suolo, 10–
15 cm sotto la superficie della sabbia.
Posso arrivare a deporre 100-160 uova per volta. Le uova
schiudono in circa 2 settimane.
Lo sviluppo postembrionale delle neanidicontempla da 5 a
6 mute nell'arco di 30-40 giorni.
Vivo va dai 3 ai 5 mesi.
Rapporti con l'uomo
• Assieme alla Locusta migratoria è una delle specie di
locuste che crea maggiori problemi alle coltivazioni,
rappresentando talora una seria minaccia per la
sicurezza alimentare di molti paesi dell'Africa e
dell'Asia.
L'uomo ha dovuto fare i conti con questa specie fin dalle
origini dell'agricoltura: riferimenti al problema si
ritrovano tanto nella Bibbia, dove le locuste vengono
6. citate come una delle dieci piaghe d'Egitto[6]
, quanto
nel Corano.
Durante il XX secolo fasi migratorie massicce si sono
verificate con ciclicità negli anni 1926-1934, 1940-
1948,1949-1963, 1967-1969, 1987-1989 e 2003-2005.
In quest'ultima occasione le infestazioni hanno causato
in molte zone dell'Africa occidentale perdite molto serie
per l'agricoltura, devastando coltivazioni, alberi da frutta
e ogni vegetazione. Sono stati spesi oltre 400 milioni di
dollari per combattere la infestazione, una delle peggiori
degli ultimi 15 anni.
• Molto ricca di proteine, la locusta del deserto è utilizzata
come fonte di integrazione proteica nella gastronomia di
diversi paesi[5]
. Tale usanza trova riscontro anche
nel Vangelo di Marco e nel Vangelo di Matteo, in cui
viene descritto san Giovanni Battista che – durante la
sua permanenza nel deserto – "mangiava locuste e
miele selvatico".