1. BULLISMO
CONOSCERE PER PREVENIRE ED
Adriana Corti
INTERVENIRE
1 “Le vittime non sono mai piaciute. E ciò accade per vari
motivi, non ultima la paura di poter prendere il loro posto se
si ha troppa cura di loro o se ci si identifica troppo con loro”
G.V.Caprara
2. LE PRIME RICERCHE ED I PRIMI
STUDI
In Scandinavia nel 1973 Dan Olweus
presenta i primi risultati del suo lavoro
Adriana Corti
pionieristico sul tema delle prevaricazioni
tra ragazzi a scuola.
Nel 1993 una sintesi della sua ventennale
ricerca è pubblicata in un testo che è un
classico: “Bullying at school. What we
know and what we can do”; trad.
italiana:“Bullismo a scuola” (Giunti,1996)
2
3. LA RICERCA IN ITALIA
La ricerca più ampia e completa sul
fenomeno del bullismo in Italia e quella
Adriana Corti
del gruppo coordinato da Ada Fonzi: “Il
bullismo in Italia”, Giunti, 1997.
Da questo gruppo nascono ricerche
successive, tra cui la più recente è:
Menesini, E. (a cura di) (2003). “Bullismo:
le azioni efficaci della scuola. Percorsi
italiani alla prevenzione e all’intervento”.
Trento: Erickson. 3
4. Le ricerche italiane sul bullismo hanno come
riferimento la scuola dell’obbligo
Adriana Corti
Unico caso di indagine nella scuola secondaria
reperito è una ricerca in provincia di Trento del
2001 che ha coinvolto, con questionario, gli allievi
di 23 Centri di Formazione Professionale.
Quindi la nostra ricerca è la prima in Italia
indirizzata a studenti di scuole secondarie di
diversi indirizzi
4
5. CONOSCERE: CHE COSA?
Tutte le ricerche concordano sulla necessità di
acquisire “consapevolezza” del fenomeno, mediante
raccolta di informazioni dirette e specifiche sulla
Adriana Corti
presenza e consistenza di comportamenti
prevaricatori messi in atto nell’ambito della vita
scolastica.
Questo è considerato prerequisito indispensabile per
pensare, e quindi mettere in atto interventi di
prevenzione e contenimento dei medesimi. In assenza
di dati “concreti” il rischio è quello di avere una
percezione distorta, per eccesso o per difetto, del
fenomeno.
Ciò vale a maggior ragione proprio ora quando su
questo fenomeno imperversa una campagna 5
massmediatica che rischia di essere confusiva.
6. CONOSCERE: PERCHE’?
Perché il fenomeno può spesso essere occulto,
interstiziale, non eclatante; epifenomeno della “classe
segreta”, le cui dinamiche e le cui relazioni non sono
Adriana Corti
né visibili, né viste dagli adulti.
Perché i processi difensivi di negazione possono
accomunare, per ragioni diverse, alunni ed
istituzione.
Perché la nostra parte ombra, se non riconosciuta, ci
porta spesso inconsciamente a colludere col “vincente”
Perché temiamo, spesso legittimamente, di non avere
strumenti adeguati per affrontare il fenomeno
6
7. CONOSCERE PER RICONOSCERE
E’ importante distinguere tra comportamenti
trasgressivi delle regole della convivenza “civile”,
che sembrano diventare sempre più frequenti e
Adriana Corti
violenti nelle scuole, e il bullismo vero e proprio
Questo si caratterizza per la forte asimmetria di
forza e potere tra chi agisce e chi subisce.
Il bullismo è prepotenza, prevaricazione,
ripetuta, spesso costante e continuativa, fino a
costituire veri e propri ruoli fissi di persecutore e
perseguitato
Lo “stile relazionale” generale della vita
scolastica è ovviamente favorente o sfavorente il
fenomeno 7
8. Ciò risulta chiaro dal fatto, confermato dai nostri
dati, che fare il bullo da solo non dà molta
soddisfazione
Adriana Corti
Il bullismo si sostiene e si fortifica se fatto in
gruppo: se c’è un pubblico, un “coro” che lo
contiene, lo tollera, magari lo approva.
Tale tolleranza ed approvazione diventano tanto
più sostenibili psicologicamente e socialmente
quanto più il fenomeno viene banalizzato
derubricato in “scherzo” o, meglio ancora,
imputabile alla vittima
8
9. C’E’ UNA “CARTA DI IDENTITA’”
DEL BULLO?
Olweus ha individuato degli “indicatori”
1. Comportamentali: l’atteggiamento aggressivo,
prevaricatore, di umiliazione è ripetuto e rivolto a chi
Adriana Corti
è percepito come debole, indifeso, isolato
2. Fisici: il bullo è o cerca di sentirsi (bullo gregario,
“manodopera”) più forte e abile nelle attività fisiche
3. Psicologici: forte bisogno di dominare, di affermare
se stessi con il potere e la minaccia; impulsività, bassa
tolleranza della frustrazione, intolleranza delle
regole, oppositività e arroganza verso gli adulti
4. Di rendimento scolastico: tende progressivamente
ad abbassarsi con il delinearsi di un atteggiamento
9
negativo verso la scuola
10. STILI EDUCATIVI E BULLISMO
Poco amore, poca cura e incapacità o noncuranza
a definire in modo chiaro limiti da rispettare e
regole da seguire, paradossalmente
Adriana Corti
accompagnate da un uso coercitivo del potere da
parte del genitore in forma di punizioni fisiche od
esplosioni violente, contribuiscono allo sviluppo
di un modello comportamentale aggressivo e
prevaricatorio
Gli esiti di questo stile educativo si notano nello
stile e nel contenuto di molte riposte “Faccio il
bullo perché…”
10
11. C’E’ UNA CARTA DI IDENTITA’
DELLA VITTIMA?
Sempre Olweus indica alcune caratteristiche
generali, tra cui le più significative sono:
Adriana Corti
1. Più debole fisicamente dei coetanei
2. Cauto, sensibile, tranquillo, riservato, passivo
3. Ha difficoltà ad affermare se stesso nel gruppo
dei pari
4. Spesso si rapporta meglio con gli adulti
5. In un certo senso “segnala” agli altri che è
inadeguato, senza valore
11
12. BULLISMO AL FEMMINILE
Anche i fatti di cronaca segnalano che, a
differenza di quanto l’immaginario collettivo
tende a costruire, le ragazze sono spesso
Adriana Corti
protagoniste di episodi di prevaricazione
sistematica e continuata.
Il bullismo al femminile sembra essere più
sfuggente, subdolo e quindi più difficile da
affrontare perché si manifesta per lo più non con
azioni apertamente violente, ma attraverso
l’esclusione, la ridicolizzazione, la diffusione di
“storie” che denigrano il soggetto e ne minano la
stima e l’immagine nel gruppo dei pari 12
15. La possibile attivazione di un circolo virtuoso
comporta una visione sistemica dell’azione
educativa che non tralasci nessuno dei soggetti
Adriana Corti
protagonisti e che chiami ciascuno all’assunzione
delle proprie specifiche responsabilità
Passa attraverso il superamento
dell’ISOLAMENTO, della SOLITUDINE,
dell’ASSENZA DI SPERANZA, della rinuncia
alla CREATIVITA’
15