2. Introduzione
• L’Arte Povera fu il movimento d’avanguardiapiù
significativo e influente d' Europa negli anni Sessanta (dal
1962 al 1972).
• Essa nasce dal declino della pittura astrattae dal
crescente interesse per le vecchie avanguardie artistiche.
• La caratteristica più distintiva di quest’arte era l’uso di
materiali di uso comune che evocavano un’epoca pre-
industriale, come terra, rocce, abbigliamento, carta e
corda.
• Nella sua opposizione al modernismo e alla tecnologia, e
nelle sue evocazioni del passato,il movimento si è
sviluppato soprttuto in Italia.
3. Concetti e stili
• L'arte povera utilizzava tattiche sovversive
d’avanguardia, come la performance e
l’installazione.
• Nella loro missione di ricollegare la vita
all’arte, gli artisti hanno cercato di evocare
in ogni opera una risposta individuale e
personale, così da creare un rapporta tra
oggetto unico e spettatore
• l’Arte Povera è tipica di gruppi
d’avanguardia che hanno ricevuto un
impulso e una coesione da una sola voce.
• Germano Celant è il portavoce di questa
nuova arte che, facendola conoscere al
mondo, ha incontrato molti artisti che
avevano un ideale simile al suo. Da qui si è
sviluppato questo nuovo movimento.
4. Concetti chiave
• L’Arte Povera, pur essendo caratterizzata soprattutto
dall’uso di materiali semplici, cerca di creare riferimenti
alla cultura del consumo,credendo che la modernità
minacci di cancellare il nostro passato
• Gli artisti associati all’Arte Povera rifiutano il razionalismo
scientifico
• Gli artisti presentavano accostamenti assurdi così da
evocare alcuni degli effetti della modernizzazione
• L’interesse dell’Arte Povera per i materiali “poveri” può
essere vistacome legata all’assemblage che utilizzava
materiali simili.
• Entrambi i movimenti segnarono una reazione contro
gran parte della pittura astratta che la consideravano
troppo strettamente legata all’emozione e
all’espressione individuale,e troppo limitata dalle
tradizioni della pittura.
5. Prima
manifestazione
• Il termine Arte Povera è stato usato per la
prima voltadal critico d’arte Germano
Celant per descrivereil lavoro di un gruppo
di artisti italiani.
• Nello stesso anno egli organizza la prima
rassegna della tendenza, “Arte Poverae IM
Spazio”, che viene allestitaalla GalleriaLa
Bertesca di Genova
• Tutti i lavoriutilizzavano materialidi uso
quotidiano o “povero”.
• Nel complesso, l’organizzatore della mostra
ha scelto di concentrarsi sull’uso di
materiale banale e portarlo nel regno
dell’arte, mettendo così in una nuova luce
le cose irrilevanti del passato.
6. Autori (Alberto
Burri)
• Alberto Burri, la cui pittura a sacchi di tela di iuta,
fornisce un esempio dell’uso di materiali poveri.
• Medico di professione, prende parte alla
Seconda guerra mondiale e, catturato, viene
chiuso in un campo di prigionia in Texas.
• Terminata la guerra, Burri decide di dedicarsi alla
pittura, prima dipingendo nature morte e poi
realizzando i “sacchi”. Usa vecchi pezzi di tela di
sacco, strappati e sfilacciati, tesi e incollati sul
supporto.
• L’artista li unisce tra loro con rammendi, vi
provoca altre lacerazioni e bruciature, vi inserisce
vari materiali e tracce di colore.
• Questo serve a esaltarele terribili emozioni che lo
hanno sovrastrato durante la vita in guerra
7. Rosso plastica
• L’uso del fuoco consente a Burri nuove
possibilitàespressive quando, con l’invenzione
della plastica, avrà a disposizioneun nuovo
materialeper le sue combustioni.
• La plasticaha ben altra reattività al fuoco, e le
sue contrazioni violente, danno alle sue opere
caratteri ancora più drammatici.
• Nellarealizzazione delle sue opere Burri ha un
controllo assoluto dellaforma. Il grande
cratere che apre nellasuperficiedella plastica
rivelaun nero, che al pari delle opere di
Fontana, rimanda a percezioni spaziali oltre il
piano.
• Tutto il corrugarsi della plastica, dal cratere in
poi, diviene paesaggio del disegno, non il
frutto di un evento causale prodotto senza
preoccupazioni di tenuta compositiva.
8. Sacco e rosso
• L’artista ha “colorato” il quadro con del vecchio
tessuto di sacco, rattoppato e bucato, come se
fosse una macchiadi colore. Egli volevadimostrare
che anche i materiali più poveri hanno una storia
da raccontare
• La composizione si mostra molto equilibrata. I
sacchi compongonoun insiemeplastico che
contrasta col piano rosso. Questo capita sia per la
diversasuperficiedei sacchi,non sempre regolare,
sia per le sovrapposizioni,sia per gli strappi, che
creano evidenti rilievi.
• La vecchiatela, incollata sul supporto, si tende e a
volte si lacera lasciando trasparire la chiazza scura
del fondo, come un ricordo doloroso che cerca di
riemergere.
9. Autori (Piero Manzoni)
• I suoi primi lavori sono paesaggi e ritratti di
stampo tradizionale, dipinti servendosi di colori
ad olio, ma nel 1955 Piero Manzoni inizia a
produrre dipinti con impronte di oggetti banali
(chiodi, forbici, tenaglie ecc.), trattando la
superficie della tela come campo di ricezione
della realtà.
• I suoi gesti e le sue opere non sono concepite
come sterile provocazione, ma sono tasselli di
una personale riflessione. Piero Manzoni vuole
far si che l’opera d’arte entri nello spazio fisico
della vita, che l’opera esista veramente.
• Piero Manzoni, da giovane entusiasta, cavalca
l’onda della modernità. Vuole essere un artista,
non fare l’artista.
• Con il suo spirito va inteso l’intento della
propria arte: proporre linguaggi nuovi, uscire
dagli schemi con novità non convenzionali e
ricerche sempre più moderne.
10. Merda d'artista
• L’opera risponde alla nostra idea di confezione. Le
scatolette sono numerate e Manzoni ne produce
circa 90 esemplari, le mette in vendita chiedendo
l’equivalentedi 30gr d’oro.
• Merda d’artista è una parte del proprio corpo
proclamata opera d’arte vivente, come una sorta
di reliquiacorporea, ed è contemporaneaalla
modalitàdegli artisti di firmare le opere
• Nessuno sa come ci sia davvero dentro il barattolo.
Se contenga aria, gesso o veramente merda
d’artista. Cosa contiene non è importante.
• Manzoni è alla base un intellettuale; Egli si chiede
cosa sta facendo, cosa sia l’arte. Si rende conto
che bisogna oltrepassare i confini per capire cosa
c’è oltre. Perché l’arte è quello che non si vede,
11. Autori (Lucio
Fontana)
• Lucio Fontana è noto per lo Spazialismo cui dà
inizio, con il noto 'taglio' nella tela, al superamento
della bidimensionalità della tela del pittore attraverso
l'irruzione della lama, che usa in una 'terza dimensione'
possibile e simbolica.
• Lui vuole superare le tradizionali forme d'arte e
basare la propria esperienza artistica sulla creazione di
nuovi spazi attraverso la manipolazione degli ambienti.
12. Ambiente
spaziale a
luce nera
• Particolarmente interessante è il tentativo di
Fontana di superare i limiti della pittura così come
quelli della scultura attraverso una manipolazione
dello spazio fisico.
• L'artista si dedica ad ambienti spaziali, stanze
corridoio in cui interviene utilizzando vari: mezzi
luci al neon struttura e materiali diversi nell'intento
di creare un luogo di libertà emotiva lo
spettatore.
• Per una rappresentazione a Milano, egli oscurò
una stanza con una tenda nera.
• L'unica illuminazione era costituita da alcune
lampadine di Wood appese lungo le pareti
laterali, che con la loro luce ultravioletta
mettevano in risalto la fluorescenza variopinta di
varie bioforme sospese al soffitto il quale
sembravano in questo modo fluttuare nel vuoto.
• Lo spettatore si trova così a provare una
completa immersione nello spazio ed è costretto
a procedere a tentoni pur in presenza
dell'innaturale illuminazione a luce nera.
13. Concetto spaziale,
Attesa
• Il senso di un interruzione traumatica della continuità di
una superficie viene drammaticamente introdotto nel
"concetto spaziale, attesa" .
• L'intervento dell'artista non consiste tanto nel dipingere
quanto ne tagliare.
• Fontana giunge a una sintesi estrema e quasi
monumentale dell'arte tramite una tela dipinta di rosso
con idropittura e un unico solitario è profondo taglio.
• Con esso Fontana intende ribadire il proprio anelito di
artista verso uno spazio che travalica i confini del sensibile,
dando a chi guarda il quadro un'impressione di calma
spaziale.
• Tenta di spingere lo sguardo al di là della rassicurante
bidimensionalità della tela così da scardinare un sistema
di valori di certezze che neanche le avanguardie storiche
Il Novecento erano riusciti a mettere in crisi.
• Dunque il significato che assume il taglio non è pessimistico
e distruttivo ma piuttosto indagatore come suggerisce lo
stesso titolo di un concetto spaziale diverso