Dopo la dichiarazione del Ministro Poletti (“Giovani in fuga? Alcuni è meglio non averli tra i piedi”, 19 dic. 2016), si approfondisce il tema del rapporto tra istituzioni e giovani, che nel corso degli anni ha registrato parecchie dichiarazioni dei politici con riscontri negativi tra le nuove generazioni, a partire dai “Bamboccioni” dell’allora Ministro Padoa Schioppa (2007). Questa relazione di fiducia/sfiducia viene misurata dalla capacità della politica di risolvere problemi delle nuove generazioni e dall’attenzione - anche mediatica - della classe dirigente nei confronti dei giovani. Giovanni Campagnoli, 19 dic. 2016.

1. © 2016 Giovanni Campagnoli
Giovani, fiducia, lavoro, estero
La dichiarazione di ieri del Ministro Poletti (“Giovani in fuga? Alcuni è meglio non averli tra i piedi”)
riapre il tema del rapporto tra istituzioni e giovani, che nel corso degli anni ha registrato parecchie
dichiarazioni dei politici con riscontri negativi tra le nuove generazioni, a partire dai “Bamboccioni”
dell’allora Ministro Padoa Schioppa (2007). Questa relazione di fiducia/sfiducia viene misurata dalla
capacità della politica di risolvere problemi delle nuove generazioni e dall’attenzione - anche
mediatica - della classe dirigente nei confronti dei giovani.
La disoccupazione giovanile aumentata dal 2007 (nonostante il calo dell’ultimo anno), sembra quindi
sfuggire ad un intervento pubblico, mentre si susseguono una serie di annunci provocatori nei
confronti delle nuove generazioni, da parte della politica.
Nei fatti la politica esprime taglio di fondi e disinteresse per le politiche giovanili, mentre le nomine di
assessori con delega ai giovani aumentano…
La conseguenza è una sfiducia delle nuove generazioni nei confronti della del Paese: il 75,6% dei
giovani italiani ritiene infatti che le opportunità offerte dal proprio Paese siano “peggiori” o “abbastanza
peggiori” rispetto alla media degli altri Paesi sviluppati.
Il 68% degli under 35 che hanno votato NO al Referendum costituzionale, avrebbe così voluto indicare
questa sfiducia, rappresentata da un Paese in cui il rischio di esclusione e di povertà dei giovani è
particolarmente alto.
Di conseguenza espatriare diventa una prospettiva sempre più presa in considerazione (83,4% dei
giovani), tanto che quella attuale è la prima generazione che non si chiede se andare all’estero,
quanto piuttosto perché rimanere in Italia…

2. “bamboccioni” (Padoa
Schioppa, 4 ott. 2007)
“sfigati fuori corso” (M.
Martone, 24 genn. ‘12)
“mammoni” (Cancelieri,
7 febbraio 2012)
“Choosy” (Fornero,
22 ottobre 2012)
“Giovani in fuga? Alcuni è
meglio non averli tra i piedi”
(Poletti, 19 dicembre 2016)
© 2016 Giovanni Campagnoli
“senza ambizioni” (J.
Elkann, 14 febbraio ’14)
Dichiarazioni della “politica” e

3. © 2016 Giovanni Campagnoli
LA RICERCA SUL WEB DI “POLITICHE
GIOVANILI”
Fonte:
Strumento:

4. LA RICERCA SUL WEB DI “POLITICHE
GIOVANILI”
© 2016 Giovanni Campagnoli
Fonte:
Strumento:
Disoccup
Fondi (130 mln)
% Assessori nei Comuni: 85%

5. Da 1 a 10 quale è il tuo grado di fiducia nei confronti delle seguenti istituzioni?

6. Voto giovanile al Referendum costituzionale del 5 dicembre 2016
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7. © 2016 Giovanni Campagnoli
EU Youth Report (2015)

8. EU Youth Report (2015)© 2016 Giovanni Campagnoli

9. © 2016 Giovanni Campagnoli
L’83,4% dei giovani italiani è pronto a emigrare stabilmente per lavoro, oltre
il 60% è disposto a farlo anche andando all’estero (mentre è il 45,5% per i
giovani spagnoli, il 41,9% dei Francesi e il 41,1% degli Inglesi).
Solo i Tedeschi (32,9%) sono l’unico caso in cui la propensione a trasferirsi
all’interno del proprio Paese (37,2%) è maggiore rispetto all’espatrio.
Il 75,6% dei giovani italiani ritiene che le opportunità offerte dal proprio
Paese siano “peggiori” o “abbastanza peggiori” rispetto alla media degli altri
Paesi sviluppati: per gli Spagnoli infatti la percentuale è del 60,9%, per i
Francesi del 20%, per i Britannici del 17% e per i Tedeschi dell’8,6%.
Italiani e Spagnoli divergono quando si tratta di considerare la situazione
del proprio Paese nel lungo periodo: il 34% dei giovani spagnoli, infatti,
dichiara di avere “molta” o “abbastanza” fiducia nel fatto che fra tre anni le
opportunità offerte dalla madrepatria saranno migliori. Gli italiani invece
restano pessimisti, con una percentuale che si ferma al 25,4%.
Giovani, fiducia, lavoro, estero

10. © 2016 Giovanni Campagnoli

11. © 2016 Giovanni Campagnoli

14. Meno spazio ed
opportunità per i
giovani
Revisione al
ribasso delle
aspettative
I più dinamici e
qualificati se ne
vanno
Minor crescita e
spinta al
cambiamento
Rielaborazioni da: Rosina A., Rapporto Giovani
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15. Prof. Giovanni Campagnoli
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